[News] Comunicato di PeaceLink sui dati non resi pubblici per l'autorizzazione ILVA: oggi sappiamo finalmente che l'ISS non aveva dato parere sanitario favorevole
- Subject: [News] Comunicato di PeaceLink sui dati non resi pubblici per l'autorizzazione ILVA: oggi sappiamo finalmente che l'ISS non aveva dato parere sanitario favorevole
- From: Alessandro Marescotti <a.marescotti at peacelink.org>
- Date: Wed, 9 Jul 2025 09:53:41 +0200
C’è un dato che nessuno può più fingere di non vedere: l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), massimo organo tecnico-scientifico del nostro Paese, ha segnalato in tre distinte relazioni «limiti» e «lacune» nella Valutazione di Impatto Sanitario (VIS) presentata da Acciaierie d’Italia per ottenere la nuova Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell’ex ILVA. Proprio il documento da cui dipende il pronunciamento del Tribunale di Milano si basa su una Valutazione di Impatto Sanitario che presenta una sottovalutazione dell’impatto degli effetti delle emissioni dell'ILVA, secondo l’ISS.
Le reticenze del governo
Eppure il governo è andato avanti a spron battuto.
Non sono state rese pubbliche queste relazioni.
Oggi ne veniamo a conoscenza pubblicamente, ma solo in parte e a stralci, solo grazie all’impegno della nota giornalista investigativa Valentina Petrini.
In queste settimane ci è stato negato l’accesso alle informazioni chiave.
Ciò è accaduto non solo alle associazioni ma persino ai parlamentari che lo avevano formalmente richiesto. Una scelta molto discutibile sul piano democratico e della trasparenza alla luce del rispetto della Convenzione di Aarhus.
Il gestore giudica se stesso
Per la prima volta la VIS, documento chiave per valutare l’impatto sanitario di un impianto industriale sulla salute della popolazione, non è stata elaborata da un ente terzo pubblico ma da esperti incaricati dall’azienda stessa. È un evidente conflitto di interessi.
Quando questa VIS è arrivata all’ISS per un parere tecnico, la risposta — lunga 23 pagine — è stata netta: la valutazione è incompleta, lacunosa, e rischia di sottostimare l’effettivo impatto sanitario dell’impianto.
Le criticità segnalate
L’Istituto Superiore della Sanità ha sottolineato che le concentrazioni di benzene nel quartiere Tamburi risultano in aumento negli ultimi anni, così come il PM10. Ci sarebbe un rischio sanitario sottostimato.
Anche dopo l’invio di documentazione aggiuntiva da parte del gestore, l’ISS ha ribadito le sue riserve.
Le tre relazioni dell’ISS sono del luglio 2024, del febbraio 2025 e del marzo 2025. In nessuna di queste viene dato “parere favorevole” alla valutazione di impatto sanitario delle emissioni complessive e cumulative degli impianti dell'ILVA. Anche nell’ultima relazione dell'ISS (marzo 2025) viene scritto che la risoluzione delle incongruenze è rimasta parziale e insufficiente. Ad esempio non viene considerato e conteggiato l'impatto delle emissioni della centrale termoelettrica collegata allo stabilimento.
La trasparenza negata
Nonostante il peso di queste osservazioni, il Ministero dell’Ambiente ha negato l’accesso agli atti a parlamentari come Bonelli (AVS), Pagano (PD) e Turco (M5S), giustificando la scelta con la necessità di attendere la conclusione del procedimento. Un atteggiamento «anomalo» alla luce della Convenzione di Aarhus, che riconosce invece il diritto dei cittadini a conoscere le informazioni ambientali che li riguardano.
Perché allora questa reticenza? Perché non rendere disponibili ai cittadini e ai parlamentari le relazioni dell’ISS?
Una domanda di responsabilità
È legittimo chiedersi: possiamo considerare “sicura” un’autorizzazione basata su una simile procedura che sbilancia il potere nettamente a favore dell’azienda e priva il pubblico dello strumento più importante, ossia la conoscenza dei documenti chiave? Ricordiamo che attualmente non è pubblico neppure il PICA, il parere istruttorio conclusivo che sarà alla base dell'autorizzazione o meno degli impianti.
Possiamo considerare “sicura” un’Autorizzazione Integrata Ambientale basata su una valutazione che, per stessa ammissione dell’ISS, presenta lacune, incongruenze e sottostime non del tutto risolte? Possiamo accettare che la salute dei cittadini sia trattata in questo modo?
Si respira un'aria da segreto militare.
La vicenda dell’AIA per l’ex Ilva ci deve ricordare che la trasparenza, la partecipazione del pubblico e la serietà scientifica sono condizioni essenziali per qualunque scelta che incida sulla vita delle persone e sull’ambiente.
La salute pubblica non è negoziabile. Finché queste incongruenze non saranno risolte, finché le relazioni dell’ISS non saranno pienamente rese pubbliche, l’AIA non darà la totale certezza che la salute dei cittadini è protetta. E quindi finché non vi è certezza per la salute non deve essere data alcuna proroga a emissioni che mettono a rischio cittadini e lavoratori.
Chiediamo al sindaco di prendersi tutto il tempo necessario per redigere un parere sanitario aggiornato e completo e di mettere nelle conseguenziali prescrizioni di sua competenza anche la richiesta di una valutazione dell'impatto sanitario che comprenda i lavoratori dell'ILVA oltre che i cittadini. Se venisse fatto questo conteggio per i tumori dei lavoratori, le emissioni più pericolose dell'ILVA andrebbero fermate subito senza se e senza ma. I calcoli non tornerebbero più e ogni tentennamento cadrebbe. Taranto è infatti, secondo l'INAIL, la provincia con la più elevata presenza di patologie tumorali fra i lavoratori, sulla base dei recentissimi dati 2024-2025.
Il ruolo del Sindaco
Il sindaco dovrebbe poter accedere al registro dei lavoratori esposti alle sostanze cancerogene che attualmente non è pubblico e che prevede per il gestore dello stabilimento di fornire, operaio per operaio, i dati di esposizione sia in concentrazione sia in durata dell'esposizione cancerogena.
I lavoratori sanno tutto questo? O vivono la loro esposizione cancerogena senza alcuna reale conoscenza dei dati?
Vogliamo un futuro di felicità e non un futuro di orfani.
I lavoratori si battano per il diritto dei loro figli ad avere genitori che non si debbano votare alla morte.
Stop alla produzione all'area a caldo.
In nome del diritto alla vita e alla salute.
Con i cittadini perché i bambini di Taranto non debbano più patire gli effetti dell'inquinamento cancerogeno e neurotossico.
Con i lavoratori per la tutela del loro futuro.
I fondi per un futuro felice e sicuro dei lavoratori e delle loro famiglie vengano sottratti al piano di riarmo.
Stop ReArm Europe.
Pace, lavoro, salute e dignità.
Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
- Prev by Date: [News] A 30 anni dalla scomparsa di Alexander Langer. Come noi di PeaceLink lo abbiamo conosciuto
- Next by Date: [News] Intervento di PeaceLink alla Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Puglia sulla crisi Ilva
- Previous by thread: [News] A 30 anni dalla scomparsa di Alexander Langer. Come noi di PeaceLink lo abbiamo conosciuto
- Next by thread: [News] Intervento di PeaceLink alla Commissione Ambiente del Consiglio Regionale della Puglia sulla crisi Ilva
- Indice: