"Eccesso di compassione verso le vittime civili, rimuoveteli!". Petizioni contro giornalisti israeliani



                               Information Safety and Freedom
                                    
                        newsletter n. 262, anno 3°, gennaio 2009
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    
                                    
                                                      
      "Uno spirito malvagio è calato sulla nazione. Un editorialista,
 cosiddetto illuminato, descrive il fumo nero che si alza da Gaza, come
uno spettacolo.  Questo non è il mio patriottismo. Il mio patriottismo è
 criticare, fare le domande fondamentali. Questo non è  solo il momento
   dell'uniforme e della fanfara, ma dell'umanità e della compassione" 
Gideon Levy, Premio "Città di Siena-ISF" 2001 per la libertà di stampa,
  redattore del quotidiano israeliano di opposizione Haaretz (13.01.09)
                                                      
INFORMATION SAFETY AND FREEDOM INVITA TUTTI A MOBILITARSI A SOSTEGNO DEI
      COLLEGHI ISRAELIANI YONIT LEVY DI CANALE 2 E YONATAN GEFFEN DEL
QUOTIDIANO 'MAARIV', COLPITI DA PETIZIONI SIONISTE CHE CHIEDONO LA LORO
RIMOZIONE PER ECCESSO DI COMPASSIONE NEI CONFRONTI DELLE VITTIME CIVILI
                            DELL'OPERAZIONE PIOMBO FUSO A GAZA
                                                      
          Ennesimo appello a Israele: «i giornalisti entrino a Gaza»
14.01.09 - Sono sempre di più le voci, finora inascoltate, che chiedono
   al governo israeliano di permettere ai giornalisti l'ingresso nella
     Striscia di Gaza, per essere testimoni dell'operazione denominata
"Piombo fuso", con la quale gli israeliani stanno tentando di tutelarsi
dagli attacchi degli estremisti di Hamas, ma che, secondo i medici e le
Ong presenti a Gaza, ha già causato quasi mille morti tra la popolazione
   palestinese, di cui quattrocento erano donne e bambini. "Assicurare
      l'accesso ai giornalisti nella Striscia di Gaza, interdetta agli
 operatori dell'informazione fin dal mese di novembre – si legge in una
   nota di Reporters sans frontières – è l'unico modo per garantire una
copertura indipendente di quel che sta accadendo. Le uniche informazioni
   che attualmente arrivano dalla Striscia di Gaza si devono al lavoro,
 spesso in condizioni di estremo pericolo, di 295 palestinesi attivi in
   una pluralità di mezzi di comunicazione. L'associazione esprime loro
   solidarietà e deplora la morte dei quattro giornalisti (Basel Faraj,
Ihab el-Wahidi, Omar Silawi and Alaa Mortaji) uccisi negli scontri, dal
 27 dicembre a oggi, tre dei quali sono morti mentre stavano facendo il
    proprio lavoro. A dispetto di quanto stabilito dalla corte suprema
 israeliana, finora l'accesso ai giornalisti è stato di fatto impedito.
Solo ad alcuni giornalisti della Reuters e della Bbc è stato permesso di
 seguire per poche ore le operazioni delle truppe israeliane. Tutti gli
  altri, invece, sono rimasti bloccati al confine". La petizione online
  promossa da Reporters sans frontières conta già mille adesioni: dalla
   Cnn al New York Times, da Le Figarò ad Al Arabyia, da El Mundo a Der
 Spiegel, dalla Bbc a Sky News, fino a importanti testate italiane come
      La Repubblica, Radio 24, RadIo Radicale, Il Secolo XIX e L'Unità