Lunga vita a Benazir Bhutto?
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- From: "Gennaro Carotenuto" <gc at gennarocarotenuto.it>
- Date: Fri, 19 Oct 2007 09:25:57 +0200
Lunga vita a Benazir
Bhutto? Non ho alcuna simpatia personale per quel sessista, razzista, reazionario di
Mahmoud Ahmedinejad, né per gli Ahatollah iraniani. Ma l'Iran
esiste. E mi occupo da così tanti anni di politica internazionale e di
geopolitica per capire che se fossi il presidente dell'Iran (laico, religioso,
ateo devoto, di destra, sinistra, centro...) sarei schiacciato
dall'indispensabilità di una politica di potenza che include l'arma nucleare.
E' francamente ipocrita pensare che una potenza regionale come l'Iran possa
restare circondata di paesi atomici nemici o non amici, India, Pakistan,
Israele, Russia, Kazakistan e ovviamente Cina e Stati Uniti e con il doppio
caos (indotto) di Iraq e Afghanistan a destra e a manca, e dovere a questi la
propria sicurezza. E' francamente ingenuo chi pensa che gli Ayatollah possano
essere fautori della denuclearizzazione della regione, per il semplice fatto
che non li ascolterebbe nessuno, perché "non è nelle loro corde" e
per il dato ancora più cogente che è difficile chiedere loro di suicidarsi. Ma George Bush dice (come fosse Pietro l'eremita che chiama
alla prima crociata) che dall'Iran comincerà la terza guerra mondiale. E i
media si accodano. E invece è il Pakistan a doverci terrorizzare, un paese di
170 milioni di abitanti che la bomba ce l'ha già, paese al bordo di plurime
guerre civili, secessionismi e annessionismi, con una semi-dittatura militare,
quella di Pervez Musharraf, che controlla a stento il
territorio, con servizi segreti più deviati di quelli italiani all'epoca della
P2, violando inenarrabilmente i diritti umani e con un'alternativa sempre più
talebana. L'Occidentalismo d'accatto, quello filostatunitense a prescindere,
tende a stracciarsi le vesti per le violazioni di diritti umani a Teheran e
guardare altrove e far finta di non vedere quelle di Islamabad, o del Cairo o
di Ryad. Se esplodesse il Pakistan (o è già esploso?) non ce ne sarebbe per nessuno.
L'attentato a Benazir Bhutto, per la quale almeno ci è stata risparmiata la
retorica da santificazione, è l'ennesimo segnale sinistro. Di conseguenza è al
Pakistan e non verso l'Iran che vanno orientate le preoccupazioni della
comunità internazionale. E se si fosse capaci (anche l'Iran deve metterci del
suo, ma certo, dopo il disastro dei riformisti di Mohammad Khatami sembra
arduo) di dialogare con Teheran e trattarla da potenza regionale, quale è e
resterà, questa potrebbe essere parte della soluzione più che del problema. Se
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