Il fosforo bianco e la nostra complicità morale



Chi non ricorda il napalm? Quel micidiale fautore di morte pare scomparso dall’elenco delle armi comunemente usate. Il suo posto sembra preso dal micidiale fosforo bianco. Le immagini apparse sui teleschermi del mondo intero sono più eloquenti di mille discorsi sulla guerra e sulla sua stupidità. Le guerre producono solo morti e sconfitti, tra tutti i contendenti.

Qui vogliamo parlare della vergogna dell’umanità ben rappresentata dal riserbo con cui gli organi di informazione hanno platealmente glissato, hanno finto di non vedere. Non è mancato chi, sollecitato ad esprimere un proprio punto di vista, ha rappresentato dubbi e perplessità sull’autenticità. Perché la stampa italiana ha pensato di tacere, di volgere lo sguardo altrove (i teatrini della politica nostrana)? Tutti ricordano l’ignominia di Habu Ghraib, il carcere delle torture e delle umiliazioni. Il mondo si interrogò sul significato di: esportare la democrazia, scontro di civiltà. Lo sconcerto era l’unica risposta. Oggi le immagini dei cadaveri scarnificati e bruciati sembrano non interessare gli organi di informazione italiani. La gogna, il calpestare la umana dignità, sgomenta. Martoriare un essere umano interessa poco. Non costituisce notizia il fatto che per cercare le armi di distruzioni di massa e per essere sicuri di trovarle, gli americani ce le portano? È la guerra, potrà dire qualcuno. Ci siamo abbrutiti a questo punto? Stiamo mentalmente preparando e legittimando altre guerre? Se queste immagini non ci fanno gridare un forte e deciso no alla guerra dobbiamo pensare che nel futuro dell’umanità c’è solo disperazione e resa.

La violenza e la morte ad opera dei dittatori è tuttavia ancor oggi realtà. Cominciamo a pensare ad una forza di polizia mondiale abilitata a ripristinare la pace nei paesi ancora nel buio della democrazia. Una forza di interposizione che lasci a casa le armi di sterminio. Per fare ciò è tuttavia evidente che la democrazia deve essere viva e vitale nelle nostre civiltà. Ma questo è un altro discorso di là da venire.

Tutto sommato però, penserà qualcuno, questi fatti sono lontani da noi. Intanto, soldati italiani, pugliesi in primis, sono sul teatro di guerra. Navi e sommergibili partono dalle nostre basi navali, sottomarini americani partono da La Maddalena, bombardieri partono da Aviano, militari americani sono di stanza a Pisa. Esiste una complicità morale e fattuale con chi uccide in nome della democrazia, della fede, della civiltà. Se democrazia, civiltà e fede vogliono la morte di altri uomini dobbiamo pensare un nuovo mondo che parta dal rispetto per la vita. Questa abbiamo perduto di vista e senza questa non c’è futuro per l’umanità.

Giovanni Matichecchia - Tarantosociale
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