Fw: FERMIAMO LA CENSURA PREVENTIVA!!! APPELLO





Appello: fermiamo la censura preventiva sulla guerra

Il Gruppo Nonviolenza di Rete di Lilliput e Articolo11 (Presidio permanente
davanti a Palazzo Chigi per il ritiro delle truppe dall'Iraq) lanciano
l'appello ad attivarsi per fermare l'approvazione alla Camera della delega
per la revisione delle leggi penali militari (di pace e di guerra),
recentemente approvata al Senato e di prossima votazione alla Camera.
L'approvazione della delega comporterebbe, fra l'altro, che in paesi dove i
militari italiani sono presenti, ad esempio in Iraq, il Codice Penale
Militare di Guerra verrebbe applicato anche per i civili (ad esempio
volontari di ONG in missione umanitaria e giornalisti), con grosse ricadute
in tema di libertà di informazione.

Rete di Lilliput e Art.11 di Roma

20 dicembre 2004

Delega al Governo per la revisione delle leggi penali militari di pace e di
guerra.


Il disegno di legge delega per la revisione delle leggi penali militari (di
pace e di guerra), approvato al Senato il 18 novembre 2004 e di prossima
votazione alla Camera, prevede, nei luoghi oggetto di missione militare
italiana, l'applicazione della legge penale militare di guerra, anche
indipendentemente dalla dichiarazione dello stato di guerra, punendo in
tale contesto ciò che viene ritenuto illecita raccolta, pubblicazione e
diffusione di notizie militari. Ciò comporterebbe tra l'altro, nell'attuale
tempo di guerra (o pace?) permanente, l'applicazione degli articoli 72 e 73
del Codice Penale Militare di Guerra che prevedono che:


Chiunque si procura notizie concernenti la forza, la preparazione o la
difesa militare, la dislocazione o i movimenti delle forze armate, il loro
stato sanitario, la disciplina e le operazioni militari e ogni altra
notizia che, non essendo segreta, ha tuttavia carattere riservato, per
esserne stata vietata la divulgazione dall'autorità competente, è
punito....con la reclusione militare (cioè in un carcere militare) da due a
dieci anni. Mentre chi diffonde o comunica tali notizie è punito con la
reclusione militare da cinque a venti anni.

Così giornalisti, membri di ONG e chiunque decida di diffondere "verità
scomode" si troverebbe, a meno di una scelta rivolta alla disobbedienza
civile, nella condizione di dover non vedere, non sentire e non parlare
(come le famose tre scimmie).

L'obiettivo di questa revisione dei codici penali militari è, di fatto,
quello di offrire un contributo normativo alla costruzione del nuovo ordine
(o disordine) globale e alle teorie della guerra permanente

Normare l'emergenza bellica per normalizzare la guerra.

Inoltre è alto il rischio di una definitiva decostituzionalizzione del
concetto di "tempo di pace" e "tempo di guerra", sino a una integrale
perdita di senso di quanto stabilito dall'art. 11, il cui valore quale
principio fondamentale della nostra Costituzione è stato già pesantemente
messo in discussione da altri atti posti in essere da questo e da altri
governi e precedenti assemblee parlamentari del nostro Paese.

Bisogna allora tentare di invertire la rotta e tentare di recuperare
un'altra idea di codice militare, incardinato sui principi costituzionali,
che riconosca la centralità del parlamento (e non di un governo delegato) e
che soprattutto sia in grado di fare i conti con quel ripudio della guerra
che è parte integrante della Costituzione repubblicana e oggi anche della
coscienza politica di tanta parte dell'opinione pubblica (italiana e
internazionale).

Risulta, quindi, urgente reagire alla sistematica compressione delle
garanzie costituzionali (basti pensare alla violazione dell'art. 11 della
Costituzione), affermando e salvaguardando con forza la libertà di
informazione ed il diritto ad informare ed essere informati, soprattutto
riguardo a fatti di forte drammaticità e peso civile, nei quali una
corretta informazione è principio della capacità di controllo e valutazione
dell'operato delle istituzioni a governo del Paese.

<http://www.ostinatiperlapace.org/ostinati/articles/art_8713.html>Sottoscrivo
anch'io

Per le adesioni o per dare la propria disponibilità ad attivarsi è
possibile mandare una email direttamente all'indirizzo
<mailto:artundici at libero.it>artundici at libero.it o chiamare telefonicamente
Manuele Messineo al 349 5705059.


Al momento hanno aderito:

ART11, Missionari comboniani impegnati con i giovani (G.I.M.), Peacelink,
Redazione del sito www.giovaniemissione.it, Rete di Lilliput, GAVCI




e a titolo personale:

Alex Zanotelli, Carlo Gubitosa, Gianna Masoero, Daniela Occelli.