Tre note su "Conflittualita' nonviolenta" di Andrea Cozzo



TRE NOTE SU "CONFLITTUALITA' NONVIOLENTA" DI ANDREA COZZO

Ad alcuni mezzi d'informazione
ad alcune persone e associazioni impegnate per la pace e i diritti umani

Gentili signori,
sperando che la cosa non vi dispiaccia, vi inviamo come anticipazione
l'editoriale del fascicolo di domani del notiziario telematico quotidiano
"La nonviolenza e' in cammino".

Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo

Viterbo, 17 gennaio 2005

Mittente: Centro di ricerca per la pace
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo
tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

* * *

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: TRE NOTE SU "CONFLITTUALITA' NONVIOLENTA" DI
ANDREA COZZO
1. Credo che questo libro (Andrea Cozzo, Conflittualita' nonviolenta.
Filosofia e pratiche di lotta comunicativa, Mimesis, Milano 2004, pp. 336,
euro 18) sia uno dei libri piu' importanti se non il libro piu' importante
pubblicato in Italia nel corso dell'ultimo anno, e forse non solo.
E' forse il primo lavoro effettivamente sistematico sulla nonviolenza
scritto in lingua italiana, paese e lingua in cui pure esistono opere
stupende di grandi figure della nonviolenza, da Aldo Capitini a Danilo
Dolci, da Giuseppe Giovanni Lanza del Vasto a Ernesto Balducci, ma nessuno
di loro scrisse un'opera sistematica.
L'unico lavoro adeguatamente sistematico disponibile prima di questo, a mio
modesto avviso e per quanto e' a mia conoscenza, e' l'eccellente saggio
introduttivo di Giuliano Pontara premesso all'altrettato eccellente
antologia gandhiana da lui curata (Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della
nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996 - in questa nuova edizione ampliato
e con l'opportuno titolo "Il pensiero etico-politico di Gandhi").
Ci sono ovviamente motivi peculiari e cogenti per cui in Italia, da parte
delle studiose e degli studiosi che alla nonviolenza si sono accostate e
accostati, si sono privilegiati altri approcci: spesso si e' scritto avendo
presenti soprattutto le lotte da condurre e le esperienze da socializzare;
spesso si e' scritto per fornire materiali di lavoro immediatamente
fruibili; infine molto ha pesato per un verso la tradizione storicistica e
per l'altro la diffidenza verso l'"esprit de systeme". Infine non poco ha
influito la tradizionale separazione tra ambiti di ricerca che la
nonviolenza "de facto" ma anche "de jure" (se cosi' possiamo esprimerci)
unifica, beninteso in adeguate e complesse articolazioni, per mediazioni
critiche ed aperture ermeneutiche.
Stando cosi' le cose, dopo il grande saggio di Pontara, questa a noi pare
essere la prima opera sistematica sulla nonviolenza scritta in Italia.
*
2. Che il lavoro di Andrea Cozzo abbia carattere sistematico, non significa
che sia un'opera chiusa. E' opera aperta: nel duplice senso che rinvia
all'"opera aperta" di cui scrisse Eco, e all'apertura della nonviolenza di
cui scriveva Capitini.
Ed e' opera feconda: poiche' la nonviolenza e' tra l'altro un vasto campo di
ricerche e un continuo ricercare e sperimentare, un confronto critico tra
diverse tradizioni di pensiero e diversi ambiti di teoria e di prassi, e'
critica creativa e creativita' critica: etica, politica, metafisica; ma
anche analisi concreta delle situazioni concrete, materialita' delle cose
pensate e teoreticita' delle cose materiali. Principio responsabilita' e
sogno di una cosa. Qui e altrove, di fronte e attraverso.
Abbiamo altre volte detto, e qui non ripetiamo se non per cenni, che nulla
coglie della teoria-prassi nonviolenta chi pretendesse di ridurla a
formulario, a repertorio, a dogma, a "ideologia di ricambio".
La nonviolenza (termine con cui Capitini traduce nella nostra lingua il
densissimo e complesso concetto che Gandhi esprime con i due termini dedotti
dal sanscrito di ahimsa e satyagraha) e', secondo l'approccio che chi redige
questo notiziario propone, un "insieme di insiemi" (un concetto
logico-assiologico; un insieme di modalita' e tecniche ermeneutiche,
maieutiche, deliberative ed operative; un insieme di proposte costruttive;
un insieme di esperienze storiche e avventure teoretiche; un insieme di
testimonianze aggettanti), infinitamente aperto e creativo, essendovi di
fatto tante immagini e declinazioni della nonviolenza quante sono le persone
che ad essa si accostano.
Ma questa complessita' e dialetticita' della nonviolenza, che e' pratica
concreta di oppposizione alla violenza, quindi sempre contestuale e
relazionale nel suo darsi, farsi, pensarsi, e' anche, ed eminentemente, un
invito al rigore morale e intellettuale, alla coerenza tra mezzi e fini, al
riconoscimento di umanita': al sentire rettamente e rettamente agire, in un
atteggiamento per cui la propria vita si fa - in umilita' e splendore, in
timore e tremore, in ricerca e scoperta - esperienza ed esperimento di
verita', accostamento all'altro e all'altra, apertura al volto altrui,
infinita domanda, infinito prendersi cura.
Essa nonviolenza, quindi, non consiste in una generica benevolenza (che pure
e' atteggiamento che molto onoriamo), ma nell'opposizione alla violenza,
nella pratica del conflitto contro ogni violenza, interiore ed esteriore,
flagrante ed occulta, dispiegata o subdola, palesemente riconoscibile o -
per essersi cristallizzata in longeve strutture - piu' difficilmente
individuabile. La nonviolenza e' lotta contro la menzogna, l'ingiustizia,
l'oppressione che denega la qualita' umana degli esseri umani, la violenza
che lacera la trama delle relazioni, che distrugge il mondo, che inquina la
vita. La nonviolenza e' lotta, ma quella specifica forma di lotta che e'
insieme anche comunicazione, apertura all'altro, all'altra, riconoscimento
di umanita', degnificazione e dono.
E' quella lotta che vuole la salvezza di tutti, che alla violenza in nulla
cede, che limpida ed intransigente ripudia di farsi invadere, contaminare,
insignorire da essa violenza, per non riprodurla giammai, per non
accrescerla in alcun modo. La nonviolenza: una grande idea e speranza per
l'umanita' intera in questa tragica distretta in cui intera l'umanita' si
trova oggidi'.
Ma anche: un habitus e una esigenza di rigorizzazione logica, di
scientificita', di conoscenza verificabile. La nonviolenza si studia, oltre
a praticarla; ad essa ci si prepara, per poterla praticare. Chi pensa di
sapere gia' tutto di essa prima ancora di essersi ad essa accostato ne
ignorera' per sempre i tesori e il tessuto, il dono e il valore.
*
3. Il libro di Andrea Cozzo propone campi e percorsi di ricerca, rievoca
esperienze e teorie, analizza con acutezza ed empatia vicende storiche e
mentali di profonda densita'. Convoca una strumentazione euristica che si
svolge in campi del sapere che vanno dalla psicologia alla religione,
dall'etica alla politica, dalle scienze umane ed esatte alle tradizioni
sapienzali.
E' un libro che propone una ricerca, che interroga. Va letto cosi',
innanzitutto come un invito. Anche laddove i riferimenti e l'itinerario di
chi legge sono altri; anche laddove ci si dispiacesse della mancanza di
questo o quella relazione, figura, vicenda o tradizione specifica che per
chi legge hanno particolarmente contato; anche laddove alcune formule o
proposte si ritenessero parziali o diverse da quanto si ha in animo e si
vorrebbe discutere. Molte sono le vie che alla scelta della nonviolenza
possono condurre; il libro di Andrea Cozzo non ha la pretesa di segnalarle
tutte, propone un approccio, una modalita', nella coscienza che altri e
altre se ne diano.
E' un contributo grande. Un libro da leggere e discutere. Non solo dalle
persone amiche della nonviolenza.
*
Per richieste alla casa editrice: Mimesis, alzaia nav. pavese 34, 20136
Milano, tel. 0289403935, cell. 3474254976, e-mail: mimesised at tiscali.it,
sito: www.mimesisedizioni.it
*
L'autore: Andrea Cozzo (per contatti: acozzo at unipa.it) e' docente
universitario di cultura greca, studioso e amico della nonviolenza,
promotore dell'attivita' didattica e di ricerca su pace e nonviolenza
nell'ateneo palermitano, tiene da anni seminari e laboratori sulla gestione
nonviolenta dei conflitti, ha pubblicato molti articoli sulle riviste dei
movimenti nonviolenti, fa parte del comitato scientifico dei prestigiosi
"Quaderni Satyagraha". Tra le sue opere recenti: Se fossimo come la terra.
Nietzsche e la saggezza della complessita', Annali della Facolta' di Lettere
e filosofia di Palermo. Studi e ricerche, Palermo 1995; Dialoghi attraverso
i Greci. Idee per lo studio dei classici in una societa' piu' libera, Gelka,
Palermo 1997; (a cura di), Guerra, cultura e nonviolenza, "Seminario
Nonviolenza", Palermo 1999; Manuale di lotta nonviolenta al potere del
sapere (per studenti e docenti delle facoltà di lettere e filosofia),
"Seminario Nonviolenza", Palermo 2000; Tra comunita' e violenza. Conoscenza,
logos e razionalita' nella Grecia antica, Carocci, Roma 2001; Saggio sul
saggio scientifico per le facolta' umanistiche. Ovvero caratteristiche di un
genere letterario accademico (in cinque movimenti), "Seminario Nonviolenza",
Palermo 2001; Filosofia e comunicazione. Musicalita' della filosofia antica,
in V. Ando', A. Cozzo (a cura di), Pensare all'antica. A chi servono i
filosofi?, Carocci, Roma 2002, pp. 87-99; Sapere e potere presso i moderni e
presso i Greci antichi. Una ricerca per lo studio come se servisse a
qualcosa, Carocci, Roma 2002; Lottare contro la riforma del sistema
scolastico-universitario. Contro che cosa, di preciso? E soprattutto per che
cosa?, in V. Ando' (a cura di), Saperi bocciati. Riforma dell'istruzione,
discipline e senso degli studi, Carocci, Roma 2002, pp. 37-50; Scienza,
conoscenza e istruzione in Lanza del Vasto, in "Quaderni Satyagraha", n. 2,
2002, pp. 155-168; Dopo l'11 settembre, la nonviolenza, in "Segno" n. 232,
febbraio 2002, pp. 21-28; Conflittualita' nonviolenta. Filosofia e pratiche
di lotta comunicativa, Edizioni Mimesis, Milano 2004.

* * *