Azione Nonviolenta: editoriale di Dicembre





Tratto dal numero di Dicembre 2003 del mensile "Azione nonviolenta" (la
rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964),
diffondiamo l'Editoriale del Direttore Mao Valpiana.


EDITORIALE

I bambini ci guardano
ma noi non li vediamo

Di Mao Valpiana

Difficile scegliere l'argomento per questo editoriale.  C'era solo
l'imbarazzo della scelta: la strage di Nassiriya e le sue conseguenze in
Iraq e in Italia, le bombe antisemite in Turchia, la minaccia terrorista,
la guerra infinita, l'aumento delle spese militari,  le sparate del
Presidente del Consiglio sulla Cecenia, le scorie radioattive in
Basilicata, e chi più ne ha, più ne metta. Mentre facevo mentalmente questo
elenco dell'orrore, ho pensato "ma cosa può pensare di questo mondo un
bambino che vede la televisione o sfoglia un giornale?" e mi è venuto alla
mente quel terribile passo del Vangelo "guai a chi scandalizza anche uno
solo di questi piccoli,  sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al
collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare".
Quanto macine ci vorrebbero per riscattare tutti i bambini del mondo che
sono scandalizzati, violentati, torturati, sfruttati, abbandonati, ammazzati?
I dati che l'Unicef ha fornito per la giornata dell'infanzia, ci inchiodano
alle nostre responsabilità.
Ancor oggi nel mondo il 40% dei nati non viene registrato: non un nome, non
una nazionalità per bambini che nella maggioranza dei casi muoiono subito
per malattie che potrebbero essere facilmente prevenute (in certe zone
dell'Africa Subsahariana questa cifra raggiunge il 71%). Malattie
prevenibili e curabili come la pertosse ed il tetano o la difterite
uccidono ancora nella Federazione Russa, in Brasile, in Vietnam e in
Nigeria. Quando non uccide, la povertà compromette lo sviluppo fisico e
mentale dei bambini: ad oggi sono 150 milioni i fanciulli sottopeso nei
paesi del terzo mondo. A causa dell'Aids entro il 2010 il 20% dei bambini
sotto il 15 anni sarà orfano in Swaziland, Lesoto, Zimbabwe, Botswana. In
Africa un bambino orfano o, peggio ancora, venduto dalla famiglia, può
essere arruolato con forza nei corpi militari per diventare soldato;
nell'Asia meridionale molti di loro diventano schiavi sessuali e non ne
conosciamo il numero poichè si tratta di paesi dove la registrazione
anagrafica non avviene con regolarità. Nel mondo un fanciullo su otto, in
età compresa tra i 5 e i 17 anni, è sfruttato, coinvolto nelle peggiori
forme di lavoro minorile o nel business della tratta dei minori, un affare
colossale da un  miliardo di dollari l'anno che trascina in schiavitù le
bambine africane e del sud-est asiatico, a cui si aggiungono ora quelle
clandestine provenienti da Moldavia e Ucraina. In Africa il 53% delle
femmine non va a scuola. Sono più di 100 milioni gli adolescenti nel mondo
che non hanno fissa dimora e vivono per strada, abbandonati a se stessi.
Nei paesi che hanno subito una guerra, come in Cambogia o in Afghanistan,
le mine a forma di giocattolo hanno mutilato intere generazioni di fanciulli.
Questa imbarazzante lista potrebbe andare avanti per molto. Erode al
confronto era un principiante!
Sono milioni e milioni i bambini che non hanno volto, che non fanno
notizia, che non contano niente, che non meritano nemmeno uno straccio di
funerale. Bambini che nessuno vede, ma in base ai quali qualsiasi Dio
giudicherà l'umanità, che sarà condannata "per aver commesso il fatto". Se
poi verrà perdonata, non sarà certo per meriti che non ha, ma per la
volontà di qualcun altro.
Fra pochi giorni sarà il 25 dicembre, giorno del ricordo della nascita in
Palestina di un bambino ebreo, povero, senza casa, clandestino. Assisteremo
anche quest'anno all'orgia dei buoni sentimenti. Accomodiamoci pure al
banchetto sacrilego del consumismo, ma almeno non strumentalizziamo
l'infanzia. Lasciamo quel bambino nella sua solitudine fino a che morirà in
croce. Poi le Nazioni Unite si riempiranno la bocca: "l'infanzia ha diritto
a misure speciali di protezione ed assistenza".
Buon Natale.



Azione nonviolenta è la rivista mensile del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964.
Esce regolarmente ogni mese e viene inviata per abbonamento.

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 e quando davvero vorremo la  pace, l'avremo."
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