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Democrazia. La parola a Pericle
- Subject: Democrazia. La parola a Pericle
- From: Daniela Binello <blusole.db at flashnet.it>(by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Fri, 28 Nov 2003 22:58:32 +0100
da www.articolo21.com Democrazia. La parola a Pericle di Daniela Binello Paolo Rossi, uno degli affabulatori escluso dalla tv di questi tempi, ci ha regalato ieri sera una chicca d’interesse culturale. All’Ambra Jovinelli di Roma, nella serata dedicata all’informazione libera e a una giustizia indipendente, a cui hanno preso parte esponenti di Articolo 21 (tutto per merito del nostro “S.Ge.D.E.O.”, Secrétaire Général Directeur Exécutif Organisateur, Tommaso Fulfaro) e di Magistratura Democratica (presieduta da Livio Pepino) _ ma non aspettatevi da me alcun riassunto di ciò che è stato detto: sarebbe il surrogato di una serata tutta da vivere di persona ridotto a una mera cronaca col “riporto” _ Paolo Rossi, quel saltimbanco sboccato e irriverente, quel genialoide di talento e di 50 anni che vorremmo volentieri vedere incluso nel palmarès del ministero dello spettacolo (senza la delega allo sport però) _ si è esibito per noi in un reading a modo suo. Un’esibizione sfiziosa, gioiosa, con quel certo retrogusto pensieroso e, a tratti, dolente. Sapete, quelle cose che “ti riempiono il cuore” (fate voi se preferite, ad esempio, il cervello). Rossi ha letto uno stralcio del discorso da “La guerra del Peloponneso, libro II” di Tucidide. Il tema è la democrazia spiegata agli ateniesi. La parola a Pericle, politico ateniese del 495_429 a.C. “Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: per questo è detto democrazia. Le leggi assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora egli sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento. La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se preferisce vivere a modo suo. Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e le leggi, e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono un’offesa. E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede solo nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta al mondo; noi non cacciamo mai uno straniero. Noi siamo liberi di vivere proprio come ci piace, e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private. Un uomo che non si interessa dello Stato non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché soltanto pochi siano in grado di dar vita a una politica, noi siamo tutti in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione un ostacolo sulla strada dell’azione politica. Crediamo che la felicità sia il frutto della libertà e la libertà sia solo il frutto del valore”. Pericle -- daniela binello giornalista - roma blusole.db at flashnet.it
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