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La nonviolenza e' in cammino. 677
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 677
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 17 Sep 2003 19:43:35 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 677 del 18 settembre 2003 Sommario di questo numero: 1. La carovana della pace a Barbiana e alla marcia da Agliana a Quarrata 2. Peppe Sini: sulla proposta di Lidia Menapace per "un'Europa neutrale" 3. Maria G. Di Rienzo: come uscire dall'invisibilita' 4. Elettra Deiana: ai colleghi parlamentari della coalizione contro la guerra 5. Enrico Peyretti: una meditazione su "Buongiorno, notte" di Marco Bellocchio 6. Valentina Dolara: un profilo biobibliografico del Dalai Lama 7. Letture: Elias Canetti, Un regno di matite 8. Letture: Giuseppe Di Giacomo, Introduzione a Klee 9. Letture: Carlo Michelstaedter, Parmenide ed Eraclito. Empedocle 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. INIZIATIVE. LA CAROVANA DELLA PACE A BARBIANA E ALLA MARCIA DA AGLIANA A QUARRATA [Dagli amici missionari comboniani e dai giovani della carovana della pace (per contatti: gimpadova at libero.it) riceviamo e diffondiamo. Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel volume I care ancora. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Un repertorio bibliografico sintetico e' in Peppe Sini, Don Milani e l'educazione alla pace, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1998. Segnaliamo anche l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno 1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta', supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997; David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg) 1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997, poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris, Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002] Sabato 13 settembre: il cammino della carovana incontra un altro grande profeta dei nostri tempi, don Lorenzo Milani. E' grande l'attesa di incontrarsi con un maestro che dalla periferia della storia ha cambiato il mondo. Al Centro di documentazione di Vicchio, Bruno, insegnante, e Nanni, il falegname di Barbiana, rivivono con il loro racconto la vita e la testimonianza di don Lorenzo, un prete che ha voluto vivere con verita' e radicalita' il vangelo di pace e di giustizia. Poi tutti insieme, con alcuni gruppi che ci raggiungono, saliamo per una stradina stretta e ghiaiosa verso il luogo dove il priore fu "esiliato" nel '54. La chiesetta e' gremita e la presenza di don Lorenzo si respira in ogni angolo, nei volti dei tanti che ne portano in cuore la speranza e la gratitudine, nei lumini accesi per la preghiera, nelle parole dei testimoni. Ci parlano di lui con emozione gli amici di Calenzano, dove don Lorenzo ha vissuto la sua prima esperienza pastorale, e Carlo che con i suoi ragazzi vive a Parma un impegno di famiglia allargata che trova le sue radici nell'esperienza della scuola di Barbiana. Il silenzio e la commozione sono forti nel piccolo cimitero sotto la chiesetta, quando ci ritroviamo a pregare e a lasciare un piccolo cero, segno della luce che guida la nostra missione. Scendendo, gli amici del Forteto ci aspettano a Vicchio per pranzare insieme e per raccontare come piu' famiglie alla luce del vangelo "vivono controcorrente" attraverso il lavoro di diverse cooperative e la comunione dei beni. * Ma la strada della carovana non si arresta: nel pomeriggio ci trasferiamo nei pressi di Pistoia, ad Agliana, per la marcia della legalita' che quest'anno ripercorre i "Diritti degli altri", ad iniziare da quelli di tutti i baraccati, dei senza casa, di chi vive al limite. Al telefono da Korogocho padre Daniele ci racconta della loro marcia in parallelo tra gli slums di Nairobi e ci ricorda di continuare a lottare insieme prendendo esempio da chi, ogni giorno, ci insegna dal dolore e dalla fame ad andare avanti con coraggio e a resistere. In un clima familiare, di denuncia e di festa, la marcia approda a Quarrata, dove c'e' il tempo per le forti provocazioni, riflessioni ed autocritica di Gianni Mina', Gherardo Colombo, Giancarlo Caselli, Vauro, Beppe Grillo. Per concludersi con le infuocate parole di Gino Strada e padre Alex Zanotelli, accompagnato dalla testimonianza di Gino e Monica che hanno vissuto con lui nella discarica. Siamo in una fase davvero pericolosa della nostra storia, in cui ognuno deve essere pronto ad alzare la testa senza piegarsi di fronte allo strapotere dei grandi oppressori, perche' la nostra patria, come ci ricorda don Lorenzo, siano sempre i diseredati e gli oppressi. 2. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: SULLA PROPOSTA DI LIDIA MENAPACE PER "UN'EUROPA NEUTRALE" Da tempo Lidia Menapace, una delle piu' autorevoli figure della cultura e della vita civile del nostro paese, propone una riflessione e un'azione "per un'Europa neutrale", ovvero perche' il processo di unificazione politica europea si caratterizzi per la scelta dell'opposizione alla guerra come modalita' di gestione delle relazioni internazionali, perche' la cosiddetta "Costituzione europea" contenga un articolo che esplicitamente riprenda il concetto espresso nell'articolo 11 della Costituzione italiana, ovvero l'enunciazione del ripudio della guerra; ed insomma affinche' si realizzi un'Europa che faccia la scelta - naturalmente in progress - del disarmo, della smilitarizzazione, della difesa popolare nonviolenta, dei corpi civili di pace, e della nonviolenza come principio giuriscostituente; un'Europa che svolga nelle sue implicite ma necessarie, cogenti conseguenze la scelta dei diritti umani, l'opposizione alla pena di morte, la cutura dello stato di diritto, il progetto politico della democrazia. * Su questa proposta che Lidia Menapace ha formulato con piu' chiarezza e rigore di altri, da tempo vari altri soggetti hanno iniziato a riflettere e a lavorare: alcuni network pacifisti, alcune ong, alcune aree intellettuali e militanti; ma ci sembra che non sempre venga colta la peculiarita' e la crucialita' di essa, cosicche' in alcuni casi viene assunta come una delle tante parole d'ordine di un gia' logorroico elenco di cose da dire e da fare che quanto piu' si allunga tanto piu' sbiadisce e si fa vano; in altri casi essa viene indebolita per successive sussunzioni o complementarita' fino al punto che la sua nitida radicalita' ne resta vulnerata; in altri casi ancora si fa questione di terminologia ove invece occorre intendersi sulla sostanza. Proviamo ad allineare qualche considerazione nella speranza che altre persone vogliano intervenire. * Innanzitutto sull'aggettivo "neutrale": esso richiama la tradizione storico-politica del neutralismo, ed il concetto giuridico, filosofico e politologico della neutralita'; ed e' in questa luce che va considerato. Tuttavia un margine di inadeguatezza pare anche a me che resti anche ove lo si prenda nell'accezione che Lidia propone; poiche' non solo nel linguaggio comune, ma anche nella tradizione e nel campo semantico citati, la nozione di neutralita' ha un che di insufficiente, che si presta ad essere confusa con una sorta di avalutativita' che se puo' essere utile principio metodologico-epistemologico (Weber, certo) non e' certo possibile collocazione morale e politica; ovvero, detto in altri termini, si presta ad essere confusa con un atteggiamento e una condotta che potrebbero dar luogo al rischio di una decontestualizzazione e adialetticita' che nell'ambito storico-concreto e politico-istituzionale puo' degenerare in una specie di ignavia o fin solipsismo che naturalmente e' peggio che meschinamente adiaforico e atarassico, e' complice delle violenza da altri compiute. Dal punto di vista che e' di Lidia e mio s'intende che cio' che si propone e' non il ritrarsi, ma l'attivo intervento per cosi' dire "produttore di pace con mezzi di pace"; non so se "Europa neutrale" sia formula sufficientemente inequivoca, ma in mancanza di una migliore mi pare che questo sia il senso da attribuirle (poi, se Lidia o altri escogitassero una formula piu' efficace ne sarei invero ben lieto). * Che l'idea di Lidia sia una proposta di azione, e che quindi necessariamente preveda un programma chiaro e un obiettivo definito, ma anche un percorso non velleitario ed insieme non subalterno, a me sembra evidente. Ma in questo ambito di riflessione occorrera' allora uscire dal generico ripetere uno slogan ed entrare nel vivo del come questa strada si avvia. Su questo mi pare che ben pochi contributi siano fin qui pervenuti: vi hanno lavorato i movimenti nonviolenti (e talvolta anch'essi con un approccio parziale e insufficiente, quasi "di nicchia"); vi hanno ragionato alcune giuriste ed alcuni giuristi impegnati nel movimento per la pace; si sono fatte alcune raccolte di firme piuttosto affrettate ed estemporanee, e dall'esito fin qui a me ignoto; e ben poco di piu'. Ed invece occorre definire una intera strategia che si organizzi in campagna, che trovi interlocutori, che si espanda a livello europeo, che convochi tutte le culture e le rappresentanze politiche ed istituzionali democratiche al confronto e all'impegno. * Infine e' necessario fare un ragionamento di priorita': questa proposta ha rispetto a molte altre alcune caratteristiche sue peculiari che molto ci persuadono: - la sua chiarezza nell'obiettivo: muovere verso una politica europea di pace che faccia a tal fine scelte coerenti e impegnative (disarmo, smilitarizzazione, difesa popolare nonviolenta, corpi civili di pace, nonviolenza giuriscostituente); - la sua tempestivita' in una fase in cui si gioca una partita decisiva su quale Europa e sulla base di quale corpus giuridico ed istituzionale; - la possibilita' che essa reca di incidere praticamente se riesce a convocare al confronto, all'elaborazione comune e al pronunciamento esplicito e leale le diverse aree democratiche della politica organizzata, delle istituzioni e delle societa' del continente. Invece di perdere tempo con gli sproloqui (e talora con i deliri) anti o filo-americani, e con modalita' di ragionamento e di azione subalterne e talora persino irresponsabili (che non a caso danno spazio a provocatori e goliardi ed invece di aiutare la crescita della coscienza e la partecipazione popolare aiutano i poteri violenti e menzogneri a mistificare e corrompere), sarebbe bene che il movimento per la pace e la giustizia europeo intensamente lavorasse su questo, anche in considerazione del fatto che e' adesso che si discute la cosiddetta "Costituzione europea" e che tra qualche mese si andra' alle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo. Porre al centro della discussione pubblica la proposta che nella Costituzione europea vi sia l'equivalente dell'articolo 11 della Costituzione italiana, e che la, diciamo cosi', politica internazionale e la politica della difesa e della sicurezza europea si caratterizzi come scelta di pace con mezzi di pace, con l'avvio di processi di disarmo, smilitarizzazione, difesa popolare nonviolenta, corpi civili di pace, ebbene, tutto cio', che Lidia Menapace compendia nella formula dell'"Europa neutrale", ci pare che sia l'urgenza delle urgenze e il cuore dell'azione da condurre qui e adesso. * Vorremmo che se ne discutesse, vorremmo che ci si lavorasse con maggior chiarezza e intensita' e partecipazione di quanto non si sia fatto finora. 3. FORMAZIONE. MARIA G. DI RIENZO: COME USCIRE DALL'INVISIBILITA' [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo testo. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza] State facendo rumore e nessuno sembra ascoltarvi. Avete sollevato un'istanza che i media non vogliono vedere. Organizzate conferenze stampa, ma non vi badano. In poche parole, vi sembra che l'azione sia fallita, o che la campagna stia andando a rotoli, perche' non avete la copertura dei media... Immagino che ormai siate ben consci di questo: se vi sono in una piazza mille persone che stanno tenendo un sit-in e tre che spaccano una vetrina, o che minacciano di farlo, i media correranno da questi ultimi tre e la campagna sara' presentata come un saccheggio alla citta'. Prima di dire, pero', "E' tutta colpa di quei maledetti giornalisti venduti", ripercorriamo insieme le fasi del vostro lavoro e vediamo se siete incorsi in errori che potreste evitare in futuro. Domandatevi innanzitutto se avete risposto, durante la pianificazione dell'azione o della campagna, a queste domande: 1) Quest'azione sara' produttiva per la causa che abbiamo in mente, ovvero ne avremo un ritorno concreto? 2) Abbiamo costruito per essa un largo sostegno fra la popolazione? 3) Siamo in grado di convincere altre persone che tale azione e' necessaria? 4) Siamo preparati a gestire le eventuali difficolta' (repressione, arresti, silenzio stampa)? Non era necessario che a tutte e quattro la risposta fosse "si'", ma quanti piu' "si'" c'erano tanto piu' aumentavano le vostre possibilita' di successo. * Adesso chiedetevi se: -eravate "centrati" sull'azione? Ovvero, sapevate alla perfezione che aspetto dell'istanza volevate portare alla luce, o su cosa volevate attirare l'attenzione dell'opinione pubblica, oppure no? - L'avevate programmata nei suoi tempi come una buona azione teatrale (entrata, punto culminante, uscita)? - L'azione era o no il picco di una campagna di informazione diretta al pubblico, ai potenziali alleati, ed agli oppositori? - Avevate un codice d'azione nonviolento a cui i partecipanti dovevano attenersi? Conoscevate i vostri diritti, e cio' che eravate disposti a rischiare (tenete a mente che un gran numero di azioni di successo sono perfettamente legali)? - Avete fatto il necessario lavoro di "rete" prima dell'azione, informandone i vostri potenziali sostenitori e chiedendo loro di unirsi ad essa? E che tipo di contatti avete nei media, e come li avete coltivati nel tempo? * Bene, fermiamoci all'informazione, il cuore del problema che stiamo affrontando. Fare una buona pubblicita' alla vostra azione o alla vostra campagna e' una delle garanzie per il successo. Riflettete quindi su: - visibilita': le persone devono avere il vostro messaggio anche se non sanno neppure che esistete, se non frequentano i vostri giri, se non fanno assolutamente parte di nessun gruppo o "rete", e se giornali, radio e tv hanno deciso di ignorarvi completamente. Come potete ottenere questo, media a parte? Dove si incontra la gente che volete raggiungere? Potete distribuire volantini al mercato, chiedere al vostro parroco di poter parlare per cinque minuti dopo la messa, presenziare alla sagra del paese... - Semplicita': il vostro messaggio deve essere breve, chiaro e comprensibile. Le persone possono benissimo farsi un'idea delle vostre ragioni da una descrizione non dettagliata, in cui avrete cura di esporre semplicemente perche' la situazione e' dolorosa, per chi, e come andrebbe cambiata. - Positivita': Non intestarditivi unicamente sulla critica e sugli aspetti negativi che vedete. Voi avete una visione da condividere, che puo' essere faticosa da raggiungere, ma che e' bella, luminosa, onesta, chiara, ed infinitamente piu' attraente dello status quo: mostratela. - Creativita': Molte tecniche informative sono ormai scontate, e scarsamente in grado di attirare l'attenzione. Siamo continuamente investiti da messaggi e spesso giriamo la testa dall'altra parte per mera stanchezza. Allora, perche' non pensare in modo nuovo a come contattate le persone? E se offriste il volantino arrotolato nel buco di biscotti o ciambelle cucinate da voi? E se faceste informazione come uomini e donne sandwich? E se una piccola banda di musicisti accompagnasse un banditore che legge ad alta voce il volantino, o addirittura lo canta? E se questa volta il testo lo scriveste a rime baciate, come una filastrocca? - Ripetizione: La gente deve sentire o leggere dell'evento che avete programmato piu' di una volta. Diciamo almeno sette, vi va bene? La prima volta la persona poteva essere distratta, la seconda ha pensato che in quel giorno effettivamente aveva altro da fare, ma alla terza volta si e' detta che la faccenda e' importante, e alla quarta, di fronte al vostro sorriso, ha pensato che sarebbe almeno interessante conoscervi, e alla quinta ha borbottato "Forse potrei spostare quell'altro impegno", mentre alla sesta si e' avvicinata per chiedervi informazioni direttamente... e la settima volta ha passato essa stessa le informazioni ad altri. - Contatto personale: E' una delle forme migliori (e meno costose) di pubblicita'. Chiedete ai membri del vostro gruppo di parlare dell'azione con i loro amici, parenti, conoscenti, vicini di casa, colleghi di lavoro. Tappezzate la citta' con i vostri manifesti: in cui il testo sia grande (le persone devono poterlo leggere a 3 o 4 metri di distanza) e breve (le persone devono poterlo leggere in un minuto o due); ricordate che piu' di due caratteri di scrittura e piu' di due colori distraggono lo sguardo e non rendete lo spazio del manifesto troppo affollato, riempiendone ogni riga (gli spazi bianchi richiamano attenzione sul testo); se vi aggiungete figure, assicuratevi che siano chiare e "potenti". Scegliete anche posti non usuali per affiggerli: la locale piscina, il caffe', il supermercato, ecc. - Spazio su un giornale o una radio locale: Se riuscite ad ottenerlo all'ultimo minuto, si trattera' di un semplice annuncio, modellato sulle caratteristiche che abbiamo gia' individuato, ma se riuscite ad averlo almeno quindici giorni prima dell'evento, in modo continuativo, potreste usarlo creativamente, giocando sul senso di aspettativa del lettore/ascoltatore: ad esempio, e se descriveste l'evento come un dialogo fra due persone che si amano e che anelano a riabbracciarsi (una di esse potrebbe chiamarsi Verita' e l'altra Giustizia: in antichi dipinti si baciano spesso) e che nella puntata finale lo faranno proprio dove si tiene il vostro evento? - Disegnate o scrivete su muri e pavimentazioni con il gesso: e'' visibile quanto lo spray, e non fa arrabbiare nessuno perche' si lava facilmente. Negli scritti o nei disegni potrebbe ripetersi un segno, un simbolo in cui concentrate il senso dell'azione (l'arcobaleno della pace, il sole del nuovo giorno, ecc.). - Tenete banchetti informativi: ma solo se avete qualcosa da dire, da dare e da chiedere alle persone che passano e si fermano; tenete il banchetto se potete far firmare loro una petizione, se avete materiale informativo sull'azione e la campagna da distribuire, se avete una cassettina per le offerte, ecc.; se tenete sul banchetto esclusivamente i volantini e' uno spreco di tempo: raggiungerete piu' persone dandoli a mano. Srotolate il vostro striscione, se lo avete, e attaccate al tavolo un largo foglio con il nome della vostra organizzazione, il vostro recapito, data ora e luogo del vostro prossimo incontro. Invitate le persone ad avvicinarsi, ponendo loro una domanda relativa all'istanza di cui vi occupate: "Vorresti aiutarci a fermare il razzismo?". Riconoscete quando e' il momento di tagliar corto: non mettetevi a litigare con il primo attaccabrighe che arriva, ne' perdete il vostro tempo con il solito attaccabottoni che non sa come trascorrere il pomeriggio. Quando vedete che la conversazione si protrae senza risultato, o che rischia di degenerare in baruffa, date loro il materiale informativo e rivolgetevi a qualcun altro: ci sono infatti decine di potenziali attivisti che stanno passando. 4. APPELLI. ELETTRA DEIANA: AI COLLEGHI PARLAMENTARI DELLA COALIZIONE CONTRO LA GUERRA [Da Elettra Deiana (per contatti: deiana_e at camera.it) riceviamo e diffondiamo questa lettera-appello che ha rivolto ai parlamentari che hanno aderito alla Coalizione contro la guerra "ritenendo che sia quanto mai necessario continuare a mantenere viva l'attenzione e l'impegno sull'evoluzione del cosiddetto dopoguerra iracheno e sugli esiti sempre piu' drammatici che ne possono derivare". Elettra Deiana, parlamentare, e' da sempre impegnata per la pace e i diritti] Care colleghe, cari colleghi, sono profondamente convinta che l'impegno che abbiamo condiviso nell'opporci all'aggressione militare statunitense all'Iraq e al coinvolgimento del nostro paese in questa guerra non possa venir meno, proprio nel momento in cui si sono disvelate le menzogne sulle quali si e' voluto armare questo conflitto e mentre emergono ogni giorno di piu' le conseguenze drammatiche che ha prodotto. E' necessario e urgente rinnovare questo impegno, oltre che per ragioni politiche di ordine generale anche per l'obbligo che, come parlamentari, abbiamo verso tutte le cittadine e tutti i cittadini democratici che nel nostro paese sono scesi in piazza e hanno esposto, a milioni, le bandiere della pace per esprimere il loro no alla guerra senza se e senza ma. La guerra in Iraq, occupato dall'esercito angloamericano, prosegue con un'escalation quotidiana di morti civili e militari e va di pari passo con l'escalation mediatica del presidente Bush, sempre piu' pressato dai sondaggi che continuano a confermare un pericoloso calo della sua popolarita' proprio mentre e' al via la campagna per le prossime presidenziali. L'annuncio, nel suo ultimo discorso alla nazione, della richiesta al Congresso di investire 87 miliardi di dollari per la guerra, e agli alleati di inviare altri quindicimila soldati per consentire il rientro di almeno una delle divisioni statunitensi impegnate in Iraq, la dicono lunga sui problemi che il fronte iracheno pone alla politica degli Stati Uniti. In questo contesto la difficolta' di gestire un dopoguerra tanto disastroso si accompagna al tentativo dell'amministrazione Bush di liquidare definitivamente qualsiasi ruolo autonomo dell'Onu, riducendolo a strumento di supporto della strategia di dominio americana. Un tentativo avallato immediatamente dal nostro ministro degli esteri, che si e' fatto portavoce in sede europea della sfacciata formula di un intervento multinazionale a comando americano sotto l'egida dell'Onu. Per tutti questi motivi mi sembra necessario un rinnovato impegno da parte nostra, anche nella forma di mozioni parlamentari, per una esplicita richiesta al governo affinche' richiami il contingente di stanza a Nassirya per porre cosi' fine al coinvolgimento italiano nella guerra e per rideterminare un ruolo autonomo del nostro Paese. Questo, accanto alla richiesta che, durante il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea, venga esercitata una forte pressione affinche' l'Onu possa assumere un ruolo di responsabilita' diretta e centrale nella transizione verso l'autogoverno dell'Iraq, liberato dalle truppe occupanti. Molto cordialmente Elettra Deiana 5. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: UNA MEDITAZIONE SU "BUONGIORNO, NOTTE" DI MARCO BELLOCCHIO [Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: peyretti at tiscalinet.it) per questo intervento. Enrico Peyretti e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; della sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, una edizione a stampa - ma il lavoro e' stato successivamente aggiornato - e' in Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace, Annuario della pace. Italia / maggio 2000 - giugno 2001, Asterios, Trieste 2001, un'edizione aggiornata e' apparsa recentemente in questo stesso notiziario (e contiamo di presentarne prossimamente un'edizione nuovamente aggiornata). Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti di Enrico Peyretti e' nel n. 477 del 15 gennaio 2003 di questo notiziario] La notte a cui Bellocchio sembra voler dire buongiorno, con un verso di Emily Dickinson, e' il terrorismo che rapi' e uccise Aldo Moro, venticinque anni fa, ma certo e' anche il terrore che la violenza, nostra e altrui, sempre ci infligge, oggi ci infligge. C'e' un'alba, c'e' un giorno, in questa notte? Se c'e', e' in qualche nascosta notturna regione dei cuori, di qualche cuore non interamente violato dalla propria e altrui violenza. Una donna, giovane, piega con cura le calze del prigioniero, che in questo gesto ne scopre la presenza tra i suoi invisibili carcerieri. In questa donna, che conserva un contatto visivo e uditivo, attento, con la gente comune, sull'autobus, nel luogo di lavoro, in una festa di parenti, si insinua lo stupore per cio' che sta facendo con i compagni, nasce il dubbio e la pieta' per il vecchio catturato e rinchiuso. Per gli altri, che non vediamo mai uscire al sole, lo stupore e' solo per il fatto che il popolo, invece di rivoltarsi, applaude Lama, il sindacalista, quando condanna la lotta armata. Si erano illusi che la comparsa della stella delle Br in un ufficio - "Allora ci siamo!" - fosse l'inizio della rivoluzione anche tra gli impiegati. La loro dottrina e' ferrea, una verita' senza la pieta' per l'altro, che solo il dubbio su di se' puo' suggerire. Il giorno della verita' e della giustizia, luci innegabili eppure negate - ed e' questa la prima violenza! -, deve conservare un poco delle ombre protettive e intime della notte per non farsi abbagliante e schiacciante, contro l'umanita' di chi la impugna e contro il diritto imprescrittibile di chi ne e' colpito, fosse anche colpevole. Dunque diciamo anche: buona notte, giorno! C'e' una notte sterile, senza giorni nel grembo, e c'e' la notte viva, feconda, dei sogni. La donna esce dalla notte di morte soltanto col sogno. Dai primordi umani, il sogno non e' solo vanita', o terrore, ma premonizione, profezia, utopia, rivelazione celeste. Nel film, e' soltanto nei sogni, che ai nostri occhi di spettatori dapprima si confondono con la realta', per esserne alla fine espulsi, che il condannato e' liberato. Nelle ultime immagini si alternano il cammino svelto del vecchio sotto una pioggerella nell'alba (e la ripresa recente ha colto anche, lontana sul fondo, una bandiera iridata della pace dai colori ancora grigi nella scarsa luce), e la parata in lutto degli uomini del potere, quelli che assicurano la stabilita' e la staticita' delle cose, nel bene e nel male. Di quelle cose che vanno cambiate, ma con una verita' mite, una luce delicata come quella dell'alba, quello stato di sogno che introduce il giorno nella notte, e conduce la notte nel giorno. 6. MATERIALI. VALENTINA DOLARA: UN PROFILO BIOBIBLIOGRAFICO DEL DALAI LAMA [Ringraziamo Valentina Dolara (per contatti: vdolara at hotmail.com) per aver curato su nostra richiesta questo profilo biobibliografico sul Dalai Lama. Valentina Dolara e' giurista, con specializzazione in diritto internazionale, in particolare sulla protezione dei diritti umani ed i sistemi preventivi di mantenimento della pace; formatrice sui temi legati alla legalita' democratica, la cittadinanza attiva, la gestione dei conflitti, ha tenuto conferenze, seminari e corsi per scuole, istituzioni, associazioni; fa parte dell'associazione fiorentina "Apple. Associazione per promuovere la legalita'", collabora con Arci servizio civile, con l'associazione Kreddha, fondata a San Francisco, che si occupa di gestione e risoluzione nonviolenta dei conflitti tra stati e minoranze; ha lavorato per due anni a Ginevra al Tibet Bureau, agenzia ufficiale del governo tibetano in esilio che si occupa delle attivita' relative alle Nazioni Unite e di tutto quanto spetterebbe ad una ambasciata - se i tibetani avessero la possibilita' di amministrare il loro paese - per l'Europa sud-orientale, e continua a collaborare e organizzare iniziative di sostegno alla causa tibetana. A Firenze ha contribuito ad organizzare diversi eventi, spesso insieme ad Amnesty International o altre associazioni sia laiche che religiose; tra quelli di maggior rilievo, nel 1999 ha coordinato l'incontro pubblico del Dalai Lama a Firenze all'interno del progetto "The Way of Peace"; lo scorso inverno ha partecipato all'organizzazione dell'evento relativo agli insegnamenti e iniziazione di Kalachakra a Graz in Austria; ha fatto da interprete in alcuni incontri privati tra il Dalai Lama e esponenti politici italiani durante le visite degli scorsi anni; ha tradotto testi e funge da interprete per insegnamenti buddhisti dall'inglese per il centro buddhista tibetano di Firenze (Centro Ewam); fa parte della commissione di studio per l'otto per mille dell'Unione Buddhista Italiana per conto dei centri di tradizione Ghelupa, all'interno della scuola Vajrayana] Sua santita' il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatzo, e' il capo di stato e la guida spirituale del popolo tibetano. E' nato il 6 luglio 1935, in un piccolo villaggio del nord-est del Tibet, chiamato Taktser, da una famiglia di contadini, che gli avevano dato il nome di Lhamo Dhondrub. Viene riconosciuto, in accordo alla tradizione tibetana, prima ancora di aver compiuto tre anni, come la reincarnazione dei suoi tredici predecessori, manifestazioni terrestri di Cenresig, il Buddha della compassione. I Dalai Lama sono le manifestazioni dei Bodhisattva (Buddha) della compassione, che scelgono di reincarnarsi per servire gli esseri senzienti. I tibetani normalmente chiamano il Dalai Lama Yeshe Norbu, la gemma che esaudisce i desideri, o semplicemente Kundun, la presenza. A quattro anni Tenzin Ghiatso viene posto sul trono di Lhasa, capitale del Tibet, con lo scopo di assumere, all'eta' consentita, la direzione del suo popolo. A sei anni diviene monaco e riceve un'educazione estremamente qualificata, per essere formato spiritualmente e preparato a dirigere il paese. Ottiene il titolo di Gheshe Larampa (dottore in filosofia buddhista) nel 1959. Il 17 novembre 1950 la Cina invade il Tibet e il popolo tibetano reclama l'assunzione dei pieni poteri da parte del Dalai Lama che e' ancora adolescente. Nel 1954 si reca a Pechino per aprire un negoziato di pace con Mao Tse-tung e altri leader cinesi, tra i quali Chou En-Lai e Deng Xiaoping. A dispetto di tutti gli sforzi compiuti per un dialogo aperto, egli comprende che un'intesa fra la Cina e il Tibet si rende piu' che mai difficile. Rifiuta tuttavia ogni lotta armata, certo che le conseguenze potrebbero essere catastrofiche e rimane fedele all'intento del Buddha, facendosi portavoce di un'assoluta nonviolenza. Secondo lui qualsiasi soluzione basata sull'uso della forza, per sua stessa natura, puo' essere soltanto temporanea. "Il disarmo esteriore proviene dal disarmo interiore. L'unica garanzia di pace si trova dentro di noi". I suoi sforzi per trovare una soluzione pacifica al conflitto sino-tibetano sono vanificati dalla brutale repressione portata avanti dall'esercito di liberazione popolare [le forze armate cinesi - ndr] nel Tibet orientale. Il 10 marzo 1959, a Lhasa ci fu la piu' grande manifestazione della storia tibetana, contro la presenza cinese in Tibet, per la riaffermazione dell'indipendenza del Tibet. La rivolta venne repressa nel sangue. Il Dalai Lama deve rassegnarsi a lasciare il paese e a chiedere asilo politico in India. Circa 80.000 tibetani lo hanno seguito in esilio. Oggi il loro numero supera i 120.000. Dal 1960 risiede a Dharamsala nella regione dell'Himachal Pradesh, India del nord, sede del governo tibetano in esilio. Durante i primi anni dell'esilio, il Dalai Lama ha fatto ripetutamente appello alle Nazioni Unite per la risoluzione della questione tibetana, ottenendo tre successive risoluzioni dell'assemblea generale, nel 1959, 1961 e 1965, che richiamano la Cina al rispetto dei diritti umani dei tibetani e al loro desiderio di autodeterminazione. Nel 1963 il Dalai Lama ha promulgato una Costituzione democratica, basata sui principi buddhisti e la Dichiarazione universale dei diritti umani come modello per un futuro Tibet libero. L'attuale sistema politico tibetano in esilio prevede un parlamento eletto dal popolo che nomina un governo, responsabile di fronte al Parlamento. Il Dalai Lama ha piu' volte reso noto che una volta riacquistata l'autonomia del suo paese non manterra' alcuna carica politica. Nel 1987 ha proposto un piano di pace in cinque punti quale primo passo per risolvere il futuro status del Tibet: questo prevede la designazione del Tibet quale zona di pace, la cessazione dei massicci trasferimenti di popolazione cinese nel paese, la riaffermazione dei fondamentali diritti umani e liberta' democratiche e la cessazione dell'uso del territorio tibetano per la produzione di armi e come discarica di rifiuti nucleari. Nel dicembre 1989 sua santita' il Dalai Lama ha ricevuto il Premio Nobel per la pace per il suo impegno incondizionato alla soluzione nonviolenta della questione tibetana. Il Comitato lo ha insignito del premio sulla base della "coraggiosa battaglia che lo ha contraddistinto come eminente difensore dei diritti umani e della pace mondiale. Il suo continuo sforzo per porre fine alle sofferenze del popolo tibetano attraverso negoziati pacifici e la riconciliazione hanno richiesto un enorme coraggio e sacrificio". Il Dalai Lama ha accettato il premio in nome di tutti gli oppressi in ogni parte del mondo, di coloro che lottano per la liberta' e lavorano per la pace nel mondo e del popolo tibetano, sottolineando che "il premio riafferma la nostra convinzione che il Tibet sara' liberato con la verita', il coraggio e la determinazione quali uniche armi. La nostra lotta deve rimanere nonviolenta e libera dall'odio". Il Dalai Lama di se stesso dice: "La mia religione e' la gentilezza. Sono semplicemente un monaco tibetano. Niente di piu', niente di meno". I dati sono tratti dal sito ufficiale del governo tibetano in esilio: www.tibet.com; qualsiasi imprecisione deve essere attribuita alla traduzione. * Bibliografia in italiano Ci sono molte pubblicazioni anche in italiano soprattutto relative ad insegnamenti buddhisti (ma gli originali in inglese permettono di cogliere appieno il sottile senso dell'umorismo e lo stile inconfondibile del Dalai Lama); tra questi, in modo meramente esemplificativo: - La liberta' nell'esilio. La mia vita, Sperling & Kupfer Editori; Freedom in exile. The autobiography of the Dalai Lama, Great Britain 1990. Una aggiornata autobiografia che segue il premio Nobel per la pace, in cui il Dalai Lama parla liberamente della sua vita e della tragica storia del Tibet, discutendo anche di argomenti contemporanei. - La mia terra, la mia gente, Sperling & Kupfer Editori; My land, my people. L'autobiografia del XIV Dalai Lama, capo spirituale e temporale del Tibet. Un libro tragico ma di grande ispirazione, l'intera vivida e commovente storia e' narrata con il gentile spirito di perdono di un monaco buddhista. - La rivoluzione pacifica. Etica per un nuovo millennio, Sperling & Kupfer Editori; Ancient wisdom, modern world. Ethics for a new millennium, Great Britain 1999. Ultimo libro del Dalai Lama, dove fa appello per una rivoluzione - non politica, economica o tecnologica e neppure religiosa, ma spirituale - per aiutarci attraverso I dilemmi morali della contemporaneita'. - La comunita' mondiale e la necessita' di una responsabilita' universale, Chiara Luce Edizioni; - L'arte di essere pazienti. Il potere della pazienza in una prospettiva buddhista, Neri Pozza; Healing anger, the power of patience from a Buddhist point of view, Snow Lion Publ., 1997. Il Dalai Lama offre molte tecniche e metodi per sviluppare la pazienza che sono importanti non soltanto per buddhisti ma per tutti coloro che cercano di migliorare la propria vita. Basa la discussione sulla sezione sulla pazienza della Guida allo stile di vita del Bodhisattva, uno dei testi buddhisti piu' conosciuti sullo sviluppo delle qualita' del bodhisattva. - Il mondo del buddhismo tibetano, Mondadori; The world of Tibetan Buddhism, Wisdom Publication, 1995. - Incontro con Gesu', Mondadori; The Good Heart, Great Britain 1996. - Il buddhismo del Tibet e la chiave per la via di mezzo, Ubaldini; The Buddhism of Tibet and the key to the Middle Way, London 1975. Un volume composto da un'introduzione al buddhismo tibetano, una guida laica all'illuminazione e le istruzioni per la meditazione sulla vacuita'. - Il sentiero per la liberazione, Chiara Luce Edizioni. - La scienza della mente. Un dialogo Oriente-Occidente, Chiara Luce Edizioni. - Dalai Lama, biografia autorizzata, Piero Verni, Sperling & Kupfer. - Dalai Lama, la visione interiore, Piero Verni, Sperling & Kupfer. * Bibliografia in inglese - Ancient Wisdom, Modern World. Ethics for a New Millennium, Advice from Buddha Shakyamuni. Breve schema e commentario alla disciplina che devono osservare i monaci pienamente ordinati della tradizione buddhista tibetana. - Aryasura's Aspiration and a Meditation on Compassion. Quattro testi sulla compassione: una preghiera di aspirazione del bodhisattva del poeta indiano Aryasura, e il suo commentario del secondo Dalai Lama; inoltre L'inseparabilita' del maestro spirituale e Avalokiteshvara, e un discorso sull'attivazione della compassione del presente Dalai Lama. - Awakening the Mind, Lightening the Heart. Un libro di istruzioni pratiche su come sviluppare la compassione nella nostra vita quotidiana attraverso semplici meditazioni che si riferiscono a relazioni passate e presenti. Il Dalai Lama fornisce un commentario all'opera classica Kadampa del XIV secolo "Raggi di sole, addestrare la mente", famosa per la sua potenza nel risvegliare la compassione nel cuore umano. - Beyond Dogma. Il Dalai Lama parla in modo semplice e commovente del sentiero per raggiungere la pace e del futuro del pianeta, cercando di mostrare che la vera illuminazione puo' venire soltanto dall'interno di noi stessi. - Bodh Gaya Interviews. Una serie di interviste (1981-1985) con il Dalai Lama su vari argomenti come la politica, il cristianesimo, la fisica molecolare, il tantra, la vacuita' e la liberazione. - Buddhism of Tibet And the Key to the Middle Way. Tradotto da Jeffrey Hopkins. - Commentary on the 37 Practices of a Bodhisattva. Commentario del Dalai Lama sul testo classico di Thogmed Zangpo, dato a Bodh Gaya nel 1974. - Cultivating a Daily Meditation. Due discorsi nei quali il Dalai Lama tratta i punti essenziali del Dharma e fornisce un metodo semplice e chiaro per coltivare una pratica quotidiana di meditazione. Spiega come procedere nello sforzo di generare il cuore della compassione e la vasta visione della vacuita' nella nostra vita di tutti i giorni. - Dalai Lama at Harvard. Lectures on the Buddhist Path to Peace. Una serie di conferenze tenute dal Dalai Lama all'Universita' di Harvard, che forniscono un'introduzione alla teoria e pratica buddhista e coprono un ampio spettro di rilevanti argomenti. - Dalai Lama's Little Book of Wisdom. Questo volume offre incoraggiamento a tutti coloro che cercano un modo di vivere piu' pacifico e di liberazione. Con estrema semplicita' il Dalai Lama condivide la sua prospettiva su temi senza tempo come l'amore, la religione, la giustizia, i diritti umani, la poverta', i conflitti culturali e la protezione dell'ambiente. - Dialogues on Universal Responsibility and Education. Estratto da due seminari tenuti a New Delhi tra il Dalai Lama e un gruppo di studiosi indiani, filosofi, insegnanti e riformatori sociali. Sulla base del concetto di responsabilita' universale, i partecipanti hanno discusso come portare avanti cambiamenti in senso umanitario nelle nostre societa', focalizzando sull'educazione quale mezzo di evoluzione positiva. - Essential Teachings. Istruzioni sulle 37 pratiche per coltivare bodhicitta - la mente dell'illuminazione - e come queste pratiche possono essere applicate, in particolare nelle societa' occidentali. - Flash of Lightning in the Dark of Night. Il Dalami Lama presenta un dettagliato manuale di filosofia pratica basata sulla Guida allo stile di vita del Bodhisattva. Spiega e commenta il testo verso per verso, con riferimenti alla vita quotidiana, mostrando come ognuno possa sviluppare un buon cuore. - Four Noble Truths. Basata sulle conversazioni al Barbican di Londra nel 1996, questa e' una guida essenziale agli insegnamenti fondamentali del buddhismo. - Freedom in Exile. The Autobiography of the Dalai Lama of Tibet. - Gelug/Kagyu Tradition of Mahamudra, Dalai Lama, Berzin A. Il Mahamudra e' un sistema di meditazione che si rivolge direttamente all'abituale visione dualistica, fonte di tutta la sofferenza. La tradizione Ghelupa/Kagyupa del Mahamudra presentata nel testo fu formulata dal primo Panchen Lama, utilizzando le tecniche nello stile Kagyupa per riconoscere la natura convenzionale della mente e le tecniche nello stile Ghelupa per riconoscerne la natura piu' profonda. - Generous Wisdom. Commentaries on the Jatakamala. Un insieme di quattro insegnamenti sulla Ghirlanda delle storie sulla nascita del Buddha, il cui tema principale e' la perfezione della generosita' dei bodhisattva, ma che include anche la perfezione dell'etica e della pazienza, il sorgere dipendente e il karma. - Healing Anger. The Power of Patience from a Buddhist Perspective. Tradotto da Thupten Jinpa. - Joy of Living and Dying in Peace. Gli insegnamenti fondamentali del buddhismo tibetano. Dalla serie Biblioteca del Tibet, questo libro offre gli insegnamenti essenziali del buddhismo e le riflessioni personali del Dalai Lama su come ottenere una vita e una morte significative. - Kindness, Clarity and Insight. Tradotto da J. Hopkins e E. Napper. Una raccolta di conversazioni del Dalai Lama in America del nord, sull'importanza della gentilezza, dell'amore e della compassione. - Love, Kindness and Universal Responsibility. In una raccolta di tre sue precedenti opere, il Dalai Lama rivela la sua filosofia personale basata sul concetto di responsabilita' universale e rispetto di tutti gli esseri viventi. - Meaning of Life from a Buddhist Perspective. Tradotto e curato da Jeffrey Hopkins. Insegnamenti sulla filosofia buddhista, basati sui "Dodici anelli del sorgere dipendente" rappresentati nella famosa immagine della ruota della vita. - My Land and My People. Memoirs of the Dalai Lama. - My Tibet. Riflessioni personali del leader tibetano che accompagnano le splendide fotografie della terra che e' stato costretto ad abbandonare nel 1959. "La mia religione e' semplice, la mia religione e' la gentilezza". - Opening the Mind & Generating a Good Heart. Un succinto saggio dell'addestramento buddhista che spiega come generare la gentilezza rappresenti l'essenza dell'insegnamento del Buddha. - Path to Bliss. A Practical Guide to Stages of Meditation. Tradotto da Thupten Jinpa. Basato su conferenze date sul testo di Lam Rim di Panchen Lobsang Chokyi Gyaltsen, Il sentiero per la beatitudine che porta all'onniscienza. - Path to Enlightenment. Tradotto da Glenn H. Mullin. In queste istruzioni estese basate sul famoso testo tibetano, l'Essenza dell'oro raffinato del III Dalai Lama, illustra il significato del sentiero per l'illuminazione direttamente attraverso i suoi consigli spirituali e le sue riflessioni personali. - Policy of Kindness. Una antologia di scritti del e a proposito del Dalai Lama. - Power of Buddhism. The Dalai Lama speaks on the issues of contemporary life in this important set of dialogues held with esteemed French film writer Jean-Claude Carriere (pubblicato anche come Violence and Compassion, vedi sotto). - Power of Compassion. Molte persone hanno chiesto al Dalai Lama di parlare delle attuali difficolta' che l'umanita' deve affrontare. In questi incontri tenuti a Londra parla di molti argomenti, inclusa la guerra in Bosnia, l'odio razziale, le questioni di genere e la protezione ambientale. Descrive chiaramente e semplicemente come vivere e morire bene, e come infondere la propria vita di saggezza e compassione. - Sleeping, Dreaming and Dying. Questo libro narra lo storico dialogo tra alcuni importanti scienziati occidentali e il Dalai Lama, nella sua qualita' di uno dei maggiori rappresentanti del buddhismo oggi. Le conversazioni si svolgono intorno ai tre stadi transitori fondamentali del sonno, del sogno e della morte e sono conversazioni registrate alla quarta Conferenza sulla mente e la vita a Dharamsala, in India. Sia che il soggetto sia il sogno lucido, le esperienze di quasi-morte o la stessa struttura della consapevolezza, I partecipanti sorprendono continuamente con la scoperta di convergenze e divergenze tra le rispettive tradizioni. - Transcendent Wisdom. Commentario sul nono capitolo della Guida allo stile di vita del Bodhisattva di Shantideva. Da' un insegnamento orale sulla complessa e profonda visione della vacuita', relativa al modo di esistenza ultima di tutti i fenomeni. - Union of Bliss and Emptiness. Un commentario sul guru yoga della Lama Chopa, che spiega la pratica effettiva sulla base di Guhyasamaja, i preliminari come l'autogenerazione sulla base di Yamantaka e l'effettuazione delle offerte secondo Heruka. Solo per praticanti. - Universal Responsibility and the Good Heart. Una collezione di articoli e interviste con il Dalai Lama che mostrano il suo pensiero e le sue attivita' negli ultimi venti anni. - Violence and Compassion. Il Dalai Lama parla degli argomenti della vita contemporanea in questa serie di dialoghi con lo sceneggiatore francese Jean-Claude Carriere, e mostra in essi il suo caratteristico calore umano e lucidita' di pensiero, ma cio' che rende particolarmente di valore queste discussioni e' la sua abilita' di arrivare all'essenza. - Way to Freedom. Un manuale essenziale sul buddhismo tibetano, presentato in passaggi di facile comprensione basati sul classico Lam Rim, o insegnamenti sul sentiero per l'illuminazione. - World of Tibetan Buddhism. Tradotto ed curato da Thubten Jinpa. Questo libro e' formato da tre parti: una introduzione generale agli aspetti generali e alle teorie e pratiche di base; un commentario su letture scelte dal Bodhisattvacharyavatara di Shantideva; e una discussione sul tantra. * Per ulteriori letture Articoli e insegnamenti possono essere trovati on line anche su: Foundation for the Preservation of the Mahayana Tradition: www.fpmt.org; Lama Yeshe Wisdom archives: www.lamayeshe.com Sono consultabili i cataloghi on line di case editrici specializzate in insegnamenti buddhisti quali: Snow Lion, PO Box 6483, Ithaca, NY 14851, Usa, tel. 001-607-273-8519, fax: 001-607-273-8508, sito: www.snowlionpub.com; Wisdom Publication, 361 Newbury Street, Boston, Ma. 02115, Usa, tel. 001-617-536-3358, fax: 001-617-536-1897, sito: www.wisdompubs.org; Wisdom Books, 25 Stanley Road, Ilford, Essex 1G1 1RW, Gran Bretagna, tel. 0044-208 553 5020, fax: 0044-208 553 5122, sito: www.wisdombooks.org; Chiara Luce Edizioni, sito: www.padmanet.com; Je Tzong Khapa Edizioni, sito: www.iltk.it; Pajlor Publications, Paljor House, D-39 Jangpura Ext., New Delhi 110014, India, tel. 91-11-4312416, fax 91-11-4310866, sito: www.paljorpublications.com; Potala Corporation, 9 East 36 St., New York, NY 10016, Usa, tel. 001-212-251-0360, fax: 001-212-779-9245, sito: www.potala.com/about.html; Dharma Publishing, 2910 San Pablo Ave., Berkeley, CA 94702, Usa, tel. 001-510-548-5407, fax: 001-510-548-2230; Asian Rare Books, New York, sito: www.erols.com/arbs. 7. LETTURE. ELIAS CANETTI: UN REGNO DI MATITE Elias Canetti, Un regno di matite, Adelphi, Milano 2003, pp. 124, euro 12. Gli appunti del 1992 e del 1993 del grande scrittore e pensatore (1905-1994), autore di magnifici libri e di un'opera fondamentale come Massa e potere, premio Nobel per la letteratura nel 1981. 8. LETTURE. GIUSEPPE DI GIACOMO: INTRODUZIONE A KLEE Giuseppe Di Giacomo, Introduzione a Klee, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. 188, euro 10. Un'utilissima monografia introduttiva al pensiero e all'opera del grande artista e pensatore Paul Klee (1879-1940). 9. LETTURE. CARLO MICHELSTAEDTER: PARMENIDE ED ERACLITO. EMPEDOCLE Carlo Michelstaedter, Parmenide ed Eraclito. Empedocle, SE, Milano 2003, pp. 110, euro 11. E' l'edizione critica di due manoscritti, in parte inediti, dell'estate del 1909, conservati presso il Fondo Carlo Michelstaedter di Gorizia tra gli "Appunti di filosofia e grammatica", con un saggio dei curatori Alfonso Cariolato ed Enrico Fongaro, e un'appendice iconografica. Si tratta di appunti, ma tutte commuovono le scritture dell'autore (1887-1910) de La persuasione e la rettorica, in tutte senti vibrare come un riverbero di un'esistenza e di un pensiero protesi sull'insondabile, ed istituenti sullo e nello stupore e il dolore la civilta', la comprensione e compassione umana. 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 677 del 18 settembre 2003
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