La nonviolenza e' in cammino. 677



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 677 del 18 settembre 2003

Sommario di questo numero:
1. La carovana della pace a Barbiana e alla marcia da Agliana a Quarrata
2. Peppe Sini: sulla proposta di Lidia Menapace per "un'Europa neutrale"
3. Maria G. Di Rienzo: come uscire dall'invisibilita'
4. Elettra Deiana: ai colleghi parlamentari della coalizione contro la
guerra
5. Enrico Peyretti: una meditazione su "Buongiorno, notte" di Marco
Bellocchio
6. Valentina Dolara: un profilo biobibliografico del Dalai Lama
7. Letture: Elias Canetti, Un regno di matite
8. Letture: Giuseppe Di Giacomo, Introduzione a Klee
9. Letture: Carlo Michelstaedter, Parmenide ed Eraclito. Empedocle
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. LA CAROVANA DELLA PACE A BARBIANA E ALLA MARCIA DA AGLIANA A
QUARRATA
[Dagli amici missionari comboniani e dai giovani della carovana della pace
(per contatti: gimpadova at libero.it) riceviamo e diffondiamo.
Lorenzo Milani nacque a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della
borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato
a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di
estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi
trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l'esperienza
della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la
gerarchia ecclesiastica ordinera' il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive
la lettera ai cappellani militari da cui derivera' il processo i cui atti
sono pubblicati ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Muore dopo una lunga
malattia nel 1967; era appena uscita la Lettera a una professoressa della
scuola di Barbiana. L'educazione come pratica di liberazione, la scelta di
classe dalla parte degli oppressi, l'opposizione alla guerra, la denuncia
della scuola classista che discrimina i poveri: sono alcuni dei temi su cui
la lezione di don Milani resta di grande valore. Opere di Lorenzo Milani e
della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L'obbedienza non e' piu' una
virtu', Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria
Editrice Fiorentina (Lef). Postume sono state pubblicate le raccolte di
Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla
mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l'edizione critica,
integrale e annotata, Alla mamma. Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi
sono apparsi sparsamente in volumi di diversi autori. La casa editrice
Stampa Alternativa ha meritoriamente effettuato nell'ultimo decennio la
ripubblicazione di vari testi milaniani in edizioni ultraeconomiche e
criticamente curate. La Emi ha recentemente pubblicato, a cura di Giorgio
Pecorini, lettere, appunti e carte varie inedite di don Lorenzo Milani nel
volume I care ancora. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose;
fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte
dell'ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era
costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don
Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci,
L'insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco
Riccioni, La stampa e don Milani, Lef, Firenze 1974; Antonio Schina (a cura
di), Don Milani, Centro di documentazione di Pistoia, 1993. Un repertorio
bibliografico sintetico e' in Peppe Sini, Don Milani e l'educazione alla
pace, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1998. Segnaliamo anche
l'interessante fascicolo monografico di "Azione nonviolenta" del giugno
1997. Segnaliamo anche il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di liberta',
supplemento a "Conquiste del lavoro", n. 50 del 1987. Tra i testi apparsi di
recente: il testo su don Milani di Michele Ranchetti nel suo libro Gli
ultimi preti, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1997;
David Maria Turoldo, Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte (Bg)
1997; Liana Fiorani, Don Milani tra storia e attualita', Lef, Firenze 1997,
poi Centro don Milani, Firenze 1999; AA. VV., Rileggiamo don Lorenzo Milani
a trenta anni dalla sua morte, Comune di Rubano 1998; Centro documentazione
don Lorenzo Milani e scuola di Barbiana, Progetto Lorenzo Milani: il
maestro, Firenze 1998; Liana Fiorani, Dediche a don Milani, Qualevita, Torre
dei Nolfi (Aq) 2001; Edoardo Martinelli, Pedagogia dell'aderenza, Polaris,
Vicchio di Mugello (Fi) 2002; Marco Moraccini (a cura di), Scritti su
Lorenzo Milani. Una antologia critica, Il Grandevetro - Jaca Book, Santa
Croce sull'Arno (Pi) - Milano 2002]
Sabato 13 settembre: il cammino della carovana incontra un altro grande
profeta dei nostri tempi, don Lorenzo Milani.
E' grande l'attesa di incontrarsi con un maestro che dalla periferia della
storia ha cambiato il mondo. Al Centro di documentazione di Vicchio, Bruno,
insegnante, e Nanni, il falegname di Barbiana, rivivono con il loro racconto
la vita e la testimonianza di don Lorenzo, un prete che ha voluto vivere con
verita' e radicalita' il vangelo di pace e di giustizia.
Poi tutti insieme, con alcuni gruppi che ci raggiungono, saliamo per una
stradina stretta e ghiaiosa verso il luogo dove il priore fu "esiliato" nel
'54.
La chiesetta e' gremita e la presenza di don Lorenzo si respira in ogni
angolo, nei volti dei tanti che ne portano in cuore la speranza e la
gratitudine, nei lumini accesi per la preghiera, nelle parole dei testimoni.
Ci parlano di lui con emozione gli amici di Calenzano, dove don Lorenzo ha
vissuto la sua prima esperienza pastorale, e Carlo che con i suoi ragazzi
vive a Parma un impegno di famiglia allargata che trova le sue radici
nell'esperienza della scuola di Barbiana.
Il silenzio e la commozione sono forti nel piccolo cimitero sotto la
chiesetta, quando ci ritroviamo a pregare e a lasciare un piccolo cero,
segno della luce che guida la nostra missione.
Scendendo, gli amici del Forteto ci aspettano a Vicchio per pranzare insieme
e per raccontare come piu' famiglie alla luce del vangelo "vivono
controcorrente" attraverso il lavoro di diverse cooperative e la comunione
dei beni.
*
Ma la strada della carovana non si arresta: nel pomeriggio ci trasferiamo
nei pressi di Pistoia, ad Agliana, per la marcia della legalita' che
quest'anno ripercorre i "Diritti degli altri", ad iniziare da quelli di
tutti i baraccati, dei senza casa, di chi vive al limite.
Al telefono da Korogocho padre Daniele ci racconta della loro marcia in
parallelo tra gli slums di Nairobi e ci  ricorda di continuare a lottare
insieme prendendo esempio da chi, ogni giorno, ci insegna dal dolore e dalla
fame ad andare avanti con coraggio e a resistere.
In un clima familiare, di denuncia e di festa, la marcia approda a Quarrata,
dove c'e' il tempo per le forti provocazioni, riflessioni ed autocritica di
Gianni Mina', Gherardo Colombo, Giancarlo Caselli, Vauro, Beppe Grillo. Per
concludersi con le infuocate parole di Gino Strada e padre Alex Zanotelli,
accompagnato dalla testimonianza di Gino e Monica che hanno vissuto con lui
nella discarica.
Siamo in una fase davvero pericolosa della nostra storia, in cui ognuno deve
essere pronto ad alzare la testa senza piegarsi di fronte allo strapotere
dei grandi oppressori, perche' la nostra patria, come ci ricorda don
Lorenzo, siano sempre i diseredati e gli oppressi.

2. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: SULLA PROPOSTA DI LIDIA MENAPACE PER "UN'EUROPA
NEUTRALE"
Da tempo Lidia Menapace, una delle piu' autorevoli figure della cultura e
della vita civile del nostro paese, propone una riflessione e un'azione "per
un'Europa neutrale", ovvero perche' il processo di unificazione politica
europea si caratterizzi per la scelta dell'opposizione alla guerra come
modalita' di gestione delle relazioni internazionali, perche' la cosiddetta
"Costituzione europea" contenga un articolo che esplicitamente riprenda il
concetto espresso nell'articolo 11 della Costituzione italiana, ovvero
l'enunciazione del ripudio della guerra; ed insomma affinche' si realizzi
un'Europa che faccia la scelta - naturalmente in progress - del disarmo,
della smilitarizzazione, della difesa popolare nonviolenta, dei corpi civili
di pace, e della nonviolenza come principio giuriscostituente; un'Europa che
svolga nelle sue implicite ma necessarie, cogenti conseguenze la scelta dei
diritti umani, l'opposizione alla pena di morte, la cutura dello stato di
diritto, il progetto politico della democrazia.
*
Su questa proposta che Lidia Menapace ha formulato con piu' chiarezza e
rigore di altri, da tempo vari altri soggetti hanno iniziato a riflettere e
a lavorare: alcuni network pacifisti, alcune ong, alcune aree intellettuali
e militanti; ma ci sembra che non sempre venga colta la peculiarita' e la
crucialita' di essa, cosicche' in alcuni casi viene assunta come una delle
tante parole d'ordine di un gia' logorroico elenco di cose da dire e da fare
che quanto piu' si allunga tanto piu' sbiadisce e si fa vano; in altri casi
essa viene indebolita per successive sussunzioni o complementarita' fino al
punto che la sua nitida radicalita' ne resta vulnerata; in altri casi ancora
si fa questione di terminologia ove invece occorre intendersi sulla
sostanza.
Proviamo ad allineare qualche considerazione nella speranza che altre
persone vogliano intervenire.
*
Innanzitutto sull'aggettivo "neutrale": esso richiama la tradizione
storico-politica del neutralismo, ed il concetto giuridico, filosofico e
politologico della neutralita'; ed e' in questa luce che va considerato.
Tuttavia un margine di inadeguatezza pare anche a me che resti anche ove lo
si prenda nell'accezione che Lidia propone; poiche' non solo nel linguaggio
comune, ma anche nella tradizione e nel campo semantico citati, la nozione
di neutralita' ha un che di insufficiente, che si presta ad essere confusa
con una sorta di avalutativita' che se puo' essere utile principio
metodologico-epistemologico (Weber, certo) non e' certo possibile
collocazione morale e politica; ovvero, detto in altri termini, si presta ad
essere confusa con un atteggiamento e una condotta che potrebbero dar luogo
al rischio di una decontestualizzazione e adialetticita' che nell'ambito
storico-concreto e politico-istituzionale puo' degenerare in una specie di
ignavia o fin solipsismo che naturalmente e' peggio che meschinamente
adiaforico e atarassico, e' complice delle violenza da altri compiute.
Dal punto di vista che e' di Lidia e mio s'intende che cio' che si propone
e' non il ritrarsi, ma l'attivo intervento per cosi' dire "produttore di
pace con mezzi di pace"; non so se "Europa neutrale" sia formula
sufficientemente inequivoca, ma in mancanza di una migliore mi pare che
questo sia il senso da attribuirle (poi, se Lidia o altri escogitassero una
formula piu' efficace ne sarei invero ben lieto).
*
Che l'idea di Lidia sia una proposta di azione, e che quindi necessariamente
preveda un programma chiaro e un obiettivo definito, ma anche un percorso
non velleitario ed insieme non subalterno, a me sembra evidente.
Ma in questo ambito di riflessione occorrera' allora uscire dal generico
ripetere uno slogan ed entrare nel vivo del come questa strada si avvia.
Su questo mi pare che ben pochi contributi siano fin qui pervenuti: vi hanno
lavorato i movimenti nonviolenti (e talvolta anch'essi con un approccio
parziale e insufficiente, quasi "di nicchia"); vi hanno ragionato alcune
giuriste ed alcuni giuristi impegnati nel movimento per la pace; si sono
fatte alcune raccolte di firme piuttosto affrettate ed estemporanee, e
dall'esito fin qui a me ignoto; e ben poco di piu'.
Ed invece occorre definire una intera strategia che si organizzi in
campagna, che trovi interlocutori, che si espanda a livello europeo, che
convochi tutte le culture e le rappresentanze politiche ed istituzionali
democratiche al confronto e all'impegno.
*
Infine e' necessario fare un ragionamento di priorita': questa proposta ha
rispetto a molte altre alcune caratteristiche sue peculiari che molto ci
persuadono:
- la sua chiarezza nell'obiettivo: muovere verso una politica europea di
pace che faccia a tal fine scelte coerenti e impegnative (disarmo,
smilitarizzazione, difesa popolare nonviolenta, corpi civili di pace,
nonviolenza giuriscostituente);
- la sua tempestivita' in una fase in cui si gioca una partita decisiva su
quale Europa e sulla base di quale corpus giuridico ed istituzionale;
- la possibilita' che essa reca di incidere praticamente se riesce a
convocare al confronto, all'elaborazione comune e al pronunciamento
esplicito e leale le diverse aree democratiche della politica organizzata,
delle istituzioni e delle societa' del continente.
Invece di perdere tempo con gli sproloqui (e talora con i deliri) anti o
filo-americani, e con modalita' di ragionamento e di azione subalterne e
talora persino irresponsabili (che non a caso danno spazio a provocatori e
goliardi ed invece di aiutare la crescita della coscienza e la
partecipazione popolare aiutano i poteri violenti e menzogneri a mistificare
e corrompere), sarebbe bene che il movimento per la pace e la giustizia
europeo intensamente lavorasse su questo, anche in considerazione del fatto
che e' adesso che si discute la cosiddetta "Costituzione europea" e che tra
qualche mese si andra' alle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo.
Porre al centro della discussione pubblica la proposta che nella
Costituzione europea vi sia l'equivalente dell'articolo 11 della
Costituzione italiana, e che la, diciamo cosi', politica internazionale e la
politica della difesa e della sicurezza europea si caratterizzi come scelta
di pace con mezzi di pace, con l'avvio di processi di disarmo,
smilitarizzazione, difesa popolare nonviolenta, corpi civili di pace,
ebbene, tutto cio', che Lidia Menapace compendia nella formula dell'"Europa
neutrale", ci pare che sia l'urgenza delle urgenze e il cuore dell'azione da
condurre qui e adesso.
*
Vorremmo che se ne discutesse, vorremmo che ci si lavorasse con maggior
chiarezza e intensita' e partecipazione di quanto non si sia fatto finora.

3. FORMAZIONE. MARIA G. DI RIENZO: COME USCIRE DALL'INVISIBILITA'
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
questo testo. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di
questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista,
regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche
storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica
dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel movimento delle
donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei
diritti umani, per la pace e la nonviolenza]
State facendo rumore e nessuno sembra ascoltarvi. Avete sollevato un'istanza
che i media non vogliono vedere. Organizzate conferenze stampa, ma non vi
badano. In poche parole, vi sembra che l'azione sia fallita, o che la
campagna stia andando a rotoli, perche' non avete la copertura dei media...
Immagino che ormai siate ben consci di questo: se vi sono in una piazza
mille persone che stanno tenendo un sit-in e tre che spaccano una vetrina, o
che minacciano di farlo, i media correranno da questi ultimi tre e la
campagna sara' presentata come un saccheggio alla citta'.
Prima di dire, pero', "E' tutta colpa di quei maledetti giornalisti
venduti", ripercorriamo insieme le fasi del vostro lavoro e vediamo se siete
incorsi in errori che potreste evitare in futuro.
Domandatevi innanzitutto se avete risposto, durante la pianificazione
dell'azione o della campagna, a queste domande:
1) Quest'azione sara' produttiva per la causa che abbiamo in mente, ovvero
ne avremo un ritorno concreto?
2) Abbiamo costruito per essa un largo sostegno fra la popolazione?
3) Siamo in grado di convincere altre persone che tale azione e' necessaria?
4) Siamo preparati a gestire le eventuali difficolta' (repressione, arresti,
silenzio stampa)?
Non era necessario che a tutte e quattro la risposta fosse "si'", ma quanti
piu' "si'" c'erano tanto piu' aumentavano le vostre possibilita' di
successo.
*
Adesso chiedetevi se:
-eravate "centrati" sull'azione? Ovvero, sapevate alla perfezione che
aspetto dell'istanza volevate portare alla luce, o su cosa volevate attirare
l'attenzione dell'opinione pubblica, oppure no?
- L'avevate programmata nei suoi tempi come una buona azione teatrale
(entrata, punto culminante, uscita)?
- L'azione era o no il picco di una campagna di informazione diretta al
pubblico, ai potenziali alleati, ed agli oppositori?
- Avevate un codice d'azione nonviolento a cui i partecipanti dovevano
attenersi?
Conoscevate i vostri diritti, e cio' che eravate disposti a rischiare
(tenete a mente che un gran numero di azioni di successo sono perfettamente
legali)?
- Avete fatto il necessario lavoro di "rete" prima dell'azione, informandone
i vostri potenziali sostenitori e chiedendo loro di unirsi ad essa? E che
tipo di contatti avete nei media, e come li avete coltivati nel tempo?
*
Bene, fermiamoci all'informazione, il cuore del problema che stiamo
affrontando. Fare una buona pubblicita' alla vostra azione o alla vostra
campagna e' una delle garanzie per il successo. Riflettete quindi su:
- visibilita': le persone devono avere il vostro messaggio anche se non
sanno neppure che esistete, se non frequentano i vostri giri, se non fanno
assolutamente parte di nessun gruppo o "rete", e se giornali, radio e tv
hanno deciso di ignorarvi completamente. Come potete ottenere questo, media
a parte? Dove si incontra la gente che volete raggiungere? Potete
distribuire volantini al mercato, chiedere al vostro parroco di poter
parlare per cinque minuti dopo la messa, presenziare alla sagra del paese...
- Semplicita': il vostro messaggio deve essere breve, chiaro e
comprensibile. Le persone possono benissimo farsi un'idea delle vostre
ragioni da una descrizione non dettagliata, in cui avrete cura di esporre
semplicemente perche' la situazione e' dolorosa, per chi, e come andrebbe
cambiata.
- Positivita': Non intestarditivi unicamente sulla critica e sugli aspetti
negativi che vedete. Voi avete una visione da condividere, che puo' essere
faticosa da raggiungere, ma che e' bella, luminosa, onesta, chiara, ed
infinitamente piu' attraente dello status quo: mostratela.
- Creativita': Molte tecniche informative sono ormai scontate, e scarsamente
in grado di attirare l'attenzione. Siamo continuamente investiti da messaggi
e spesso giriamo la testa dall'altra parte per mera stanchezza. Allora,
perche' non pensare in modo nuovo a come contattate le persone? E se
offriste il volantino arrotolato nel buco di biscotti o ciambelle cucinate
da voi? E se faceste informazione come uomini e donne sandwich? E se una
piccola banda di musicisti accompagnasse un banditore che legge ad alta voce
il volantino, o addirittura lo canta? E se questa volta il testo lo
scriveste a rime baciate, come una filastrocca?
- Ripetizione: La gente deve sentire o leggere dell'evento che avete
programmato piu' di una volta. Diciamo almeno sette, vi va bene? La prima
volta la persona poteva essere distratta, la seconda ha pensato che in quel
giorno effettivamente aveva altro da fare, ma alla terza volta si e' detta
che la faccenda e' importante, e alla quarta, di fronte al vostro sorriso,
ha pensato che sarebbe almeno interessante conoscervi, e alla quinta ha
borbottato "Forse potrei spostare quell'altro impegno", mentre alla sesta si
e' avvicinata per chiedervi informazioni direttamente... e la settima volta
ha passato essa stessa le informazioni ad altri.
- Contatto personale: E' una delle forme migliori (e meno costose) di
pubblicita'. Chiedete ai membri del vostro gruppo di parlare dell'azione con
i loro amici, parenti, conoscenti, vicini di casa, colleghi di lavoro.
Tappezzate la citta' con i vostri manifesti: in cui il testo sia grande (le
persone devono poterlo leggere a 3 o 4 metri di distanza) e breve (le
persone devono poterlo leggere in un minuto o due); ricordate che piu' di
due caratteri di scrittura e piu' di due colori distraggono lo sguardo e non
rendete lo spazio del manifesto troppo affollato, riempiendone ogni riga
(gli spazi bianchi richiamano attenzione sul testo); se vi aggiungete
figure, assicuratevi che siano chiare e "potenti". Scegliete anche posti non
usuali per affiggerli: la locale piscina, il caffe', il supermercato, ecc.
- Spazio su un giornale o una radio locale: Se riuscite ad ottenerlo
all'ultimo minuto, si trattera' di un semplice annuncio, modellato sulle
caratteristiche che abbiamo gia' individuato, ma se riuscite ad averlo
almeno quindici giorni prima dell'evento, in modo continuativo, potreste
usarlo creativamente, giocando sul senso di aspettativa del
lettore/ascoltatore: ad esempio, e se descriveste l'evento come un dialogo
fra due persone che si amano e che anelano a riabbracciarsi (una di esse
potrebbe chiamarsi Verita' e l'altra Giustizia: in antichi dipinti si
baciano spesso) e che nella puntata finale lo faranno proprio dove si tiene
il vostro evento?
- Disegnate o scrivete su muri e pavimentazioni con il gesso: e'' visibile
quanto lo spray, e non fa arrabbiare nessuno perche' si lava facilmente.
Negli scritti o nei disegni potrebbe ripetersi un segno, un simbolo in cui
concentrate il senso dell'azione (l'arcobaleno della pace, il sole del nuovo
giorno, ecc.).
- Tenete banchetti informativi: ma solo se avete qualcosa da dire, da dare e
da chiedere alle persone che passano e si fermano; tenete il banchetto se
potete far firmare loro una petizione, se avete materiale informativo
sull'azione e la campagna da distribuire, se avete una cassettina per le
offerte, ecc.; se tenete sul banchetto esclusivamente i volantini e' uno
spreco di tempo: raggiungerete piu' persone dandoli a mano. Srotolate il
vostro striscione, se lo avete, e attaccate al tavolo un largo foglio con il
nome della vostra organizzazione, il vostro recapito, data ora e luogo del
vostro prossimo incontro. Invitate le persone ad avvicinarsi, ponendo loro
una domanda relativa all'istanza di cui vi occupate: "Vorresti aiutarci a
fermare il razzismo?". Riconoscete quando e' il momento di tagliar corto:
non mettetevi a litigare con il primo attaccabrighe che arriva, ne' perdete
il vostro tempo con il solito attaccabottoni che non sa come trascorrere il
pomeriggio. Quando vedete che la conversazione si protrae senza risultato, o
che rischia di degenerare in baruffa, date loro il materiale informativo e
rivolgetevi a qualcun altro: ci sono infatti decine di potenziali attivisti
che stanno passando.

4. APPELLI. ELETTRA DEIANA: AI COLLEGHI PARLAMENTARI DELLA COALIZIONE CONTRO
LA GUERRA
[Da Elettra Deiana (per contatti: deiana_e at camera.it) riceviamo e
diffondiamo questa lettera-appello che ha rivolto ai parlamentari che hanno
aderito alla Coalizione contro la guerra "ritenendo che sia quanto mai
necessario continuare a mantenere viva l'attenzione e l'impegno
sull'evoluzione del cosiddetto dopoguerra iracheno e sugli esiti sempre piu'
drammatici che ne possono derivare". Elettra Deiana, parlamentare, e' da
sempre impegnata per la pace e i diritti]
Care colleghe, cari colleghi,
sono profondamente convinta che l'impegno che abbiamo condiviso nell'opporci
all'aggressione militare statunitense all'Iraq e al coinvolgimento del
nostro paese in questa guerra non possa venir meno, proprio nel momento in
cui si sono disvelate le menzogne sulle quali si e' voluto armare questo
conflitto e mentre emergono ogni giorno di piu' le conseguenze drammatiche
che ha prodotto.
E' necessario e urgente rinnovare questo impegno, oltre che per ragioni
politiche di ordine generale anche per l'obbligo che, come parlamentari,
abbiamo verso tutte le  cittadine e tutti i cittadini democratici che nel
nostro paese sono scesi in piazza e hanno esposto, a milioni, le bandiere
della pace per esprimere il loro no alla guerra senza se e senza ma.
La guerra in Iraq, occupato dall'esercito angloamericano, prosegue con
un'escalation quotidiana di morti civili e militari e va di pari passo con
l'escalation mediatica del presidente Bush, sempre piu' pressato dai
sondaggi che continuano a confermare un pericoloso calo della sua
popolarita' proprio mentre e' al via la campagna per le prossime
presidenziali. L'annuncio, nel suo ultimo discorso alla nazione, della
richiesta al Congresso di investire 87 miliardi di dollari per la guerra, e
agli alleati di inviare altri quindicimila soldati per consentire il rientro
di almeno una delle divisioni statunitensi impegnate in Iraq, la dicono
lunga sui problemi che il fronte iracheno pone alla politica degli Stati
Uniti.
In questo contesto la difficolta' di gestire un dopoguerra tanto disastroso
si accompagna al tentativo dell'amministrazione Bush di liquidare
definitivamente qualsiasi ruolo autonomo dell'Onu, riducendolo a strumento
di supporto della strategia di dominio americana. Un tentativo avallato
immediatamente dal nostro ministro degli esteri, che si e' fatto portavoce
in sede europea della sfacciata formula di un intervento multinazionale a
comando americano sotto l'egida dell'Onu.
Per tutti questi motivi mi sembra necessario un rinnovato impegno da parte
nostra, anche nella forma di mozioni parlamentari, per una esplicita
richiesta al governo affinche' richiami il contingente di stanza a Nassirya
per porre cosi' fine al coinvolgimento italiano nella guerra e per
rideterminare un ruolo autonomo del nostro Paese. Questo, accanto alla
richiesta che, durante il semestre di presidenza italiana dell'Unione
europea, venga esercitata una forte pressione affinche' l'Onu possa assumere
un ruolo di responsabilita' diretta e centrale nella transizione verso
l'autogoverno dell'Iraq, liberato dalle truppe occupanti.
Molto cordialmente
Elettra Deiana

5. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: UNA MEDITAZIONE SU "BUONGIORNO, NOTTE" DI
MARCO BELLOCCHIO
[Ringraziamo Enrico Peyretti (per contatti: peyretti at tiscalinet.it) per
questo intervento. Enrico Peyretti e' uno dei principali collaboratori di
questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno
di pace e di nonviolenza. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non
uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il
Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la
guerra, Beppe Grande, Torino 1999; della sua fondamentale ricerca
bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte
nonarmate e nonviolente, una edizione a stampa - ma il lavoro e' stato
successivamente aggiornato - e' in Fondazione Venezia per la ricerca sulla
pace, Annuario della pace. Italia / maggio 2000 - giugno 2001, Asterios,
Trieste 2001, un'edizione aggiornata e' apparsa recentemente in questo
stesso notiziario (e contiamo di presentarne prossimamente un'edizione
nuovamente aggiornata). Una piu' ampia bibliografia dei principali scritti
di Enrico Peyretti e' nel n. 477 del 15 gennaio 2003 di questo notiziario]
La notte a cui Bellocchio sembra voler dire buongiorno, con un verso di
Emily Dickinson, e' il terrorismo che rapi' e uccise Aldo Moro, venticinque
anni fa, ma certo e' anche il terrore che la violenza, nostra e altrui,
sempre ci infligge, oggi ci infligge.
C'e' un'alba, c'e' un giorno, in questa notte? Se c'e', e' in qualche
nascosta notturna regione dei cuori, di qualche cuore non interamente
violato dalla propria e altrui violenza.
Una donna, giovane, piega con cura le calze del prigioniero, che in questo
gesto ne scopre la presenza tra i suoi invisibili carcerieri. In questa
donna, che conserva un contatto visivo e uditivo, attento, con la gente
comune, sull'autobus, nel luogo di lavoro, in una festa di parenti, si
insinua lo stupore per cio' che sta facendo con i compagni, nasce il dubbio
e la pieta' per il vecchio catturato e rinchiuso. Per gli altri, che non
vediamo mai uscire al sole, lo stupore e' solo per il fatto che il popolo,
invece di rivoltarsi, applaude Lama, il sindacalista, quando condanna la
lotta armata. Si erano illusi che la comparsa della stella delle Br in un
ufficio - "Allora ci siamo!" - fosse l'inizio della rivoluzione anche tra
gli impiegati.
La loro dottrina e' ferrea, una verita' senza la pieta' per l'altro, che
solo il dubbio su di se' puo' suggerire. Il giorno della verita' e della
giustizia, luci innegabili eppure negate - ed e' questa la prima
violenza! -, deve conservare un poco delle ombre protettive e intime della
notte per non farsi abbagliante e schiacciante, contro l'umanita' di chi la
impugna e contro il diritto imprescrittibile di chi ne e' colpito, fosse
anche colpevole. Dunque diciamo anche: buona notte, giorno! C'e' una notte
sterile, senza giorni nel grembo, e c'e' la notte viva, feconda, dei sogni.
La donna esce dalla notte di morte soltanto col sogno. Dai primordi umani,
il sogno non e' solo vanita', o terrore, ma premonizione, profezia, utopia,
rivelazione celeste. Nel film, e' soltanto nei sogni, che ai nostri occhi di
spettatori dapprima si confondono con la realta', per esserne alla fine
espulsi, che il condannato e' liberato. Nelle ultime immagini si alternano
il cammino svelto del vecchio sotto una pioggerella nell'alba (e la ripresa
recente ha colto anche, lontana sul fondo, una bandiera iridata della pace
dai colori ancora grigi nella scarsa luce), e la parata in lutto degli
uomini del potere, quelli che assicurano la stabilita' e la staticita' delle
cose, nel bene e nel male. Di quelle cose che vanno cambiate, ma con una
verita' mite, una luce delicata come quella dell'alba, quello stato di sogno
che introduce il giorno nella notte, e conduce la notte nel giorno.

6. MATERIALI. VALENTINA DOLARA: UN PROFILO BIOBIBLIOGRAFICO DEL DALAI LAMA
[Ringraziamo Valentina Dolara (per contatti: vdolara at hotmail.com) per aver
curato su nostra richiesta questo profilo biobibliografico sul Dalai Lama.
Valentina Dolara e' giurista, con specializzazione in diritto
internazionale, in particolare sulla protezione dei diritti umani ed i
sistemi preventivi di mantenimento della pace; formatrice sui temi legati
alla legalita' democratica, la cittadinanza attiva, la gestione dei
conflitti, ha tenuto conferenze, seminari e corsi per scuole, istituzioni,
associazioni; fa parte dell'associazione fiorentina "Apple. Associazione per
promuovere la legalita'", collabora con Arci servizio civile, con
l'associazione Kreddha, fondata a San Francisco, che si occupa di gestione e
risoluzione nonviolenta dei conflitti tra stati e minoranze; ha lavorato per
due anni a Ginevra al Tibet Bureau, agenzia ufficiale del governo tibetano
in esilio che si occupa delle attivita' relative alle Nazioni Unite e di
tutto quanto spetterebbe ad una ambasciata - se i tibetani avessero la
possibilita' di amministrare il loro paese - per l'Europa sud-orientale, e
continua a collaborare e organizzare iniziative di sostegno alla causa
tibetana. A Firenze ha contribuito ad organizzare diversi eventi, spesso
insieme ad Amnesty International o altre associazioni sia laiche che
religiose; tra quelli di maggior rilievo, nel 1999 ha coordinato l'incontro
pubblico del Dalai Lama a Firenze all'interno del progetto "The Way of
Peace"; lo scorso inverno ha partecipato all'organizzazione dell'evento
relativo agli insegnamenti e iniziazione di Kalachakra a Graz in Austria; ha
fatto da interprete in alcuni incontri privati tra il Dalai Lama e esponenti
politici italiani durante le visite degli scorsi anni; ha tradotto testi e
funge da interprete per insegnamenti buddhisti dall'inglese per il centro
buddhista tibetano di Firenze (Centro Ewam); fa parte della commissione di
studio per l'otto per mille dell'Unione Buddhista Italiana per conto dei
centri di tradizione Ghelupa, all'interno della scuola Vajrayana]
Sua santita' il XIV Dalai Lama, Tenzin Gyatzo, e' il capo di stato e la
guida spirituale del popolo tibetano.
E' nato il 6 luglio 1935, in un piccolo villaggio del nord-est del Tibet,
chiamato Taktser, da una famiglia di contadini, che gli avevano dato il nome
di Lhamo Dhondrub.
Viene riconosciuto, in accordo alla tradizione tibetana, prima ancora di
aver compiuto tre anni, come la reincarnazione dei suoi tredici
predecessori, manifestazioni terrestri di Cenresig, il Buddha della
compassione.
I Dalai Lama sono le manifestazioni dei Bodhisattva (Buddha) della
compassione, che scelgono di reincarnarsi per servire gli esseri senzienti.
I tibetani normalmente chiamano il Dalai Lama Yeshe Norbu, la gemma che
esaudisce i desideri, o semplicemente Kundun, la presenza.
A quattro anni Tenzin Ghiatso viene posto sul trono di Lhasa, capitale del
Tibet, con lo scopo di assumere, all'eta' consentita, la direzione del suo
popolo. A sei anni diviene monaco e riceve un'educazione estremamente
qualificata, per essere formato spiritualmente e preparato a dirigere il
paese. Ottiene il titolo di Gheshe Larampa (dottore in filosofia buddhista)
nel 1959.
Il 17 novembre 1950 la Cina invade il Tibet e il popolo tibetano reclama
l'assunzione dei pieni poteri da parte del Dalai Lama che e' ancora
adolescente.
Nel 1954 si reca a Pechino per aprire un negoziato di pace con Mao Tse-tung
e altri leader cinesi, tra i quali Chou En-Lai e Deng Xiaoping. A dispetto
di tutti gli sforzi compiuti per un dialogo aperto, egli comprende che
un'intesa fra la Cina e il Tibet si rende piu' che mai difficile. Rifiuta
tuttavia ogni lotta armata, certo che le conseguenze potrebbero essere
catastrofiche e rimane fedele all'intento del Buddha, facendosi portavoce di
un'assoluta nonviolenza. Secondo lui qualsiasi soluzione basata sull'uso
della forza, per sua stessa natura, puo' essere soltanto temporanea. "Il
disarmo esteriore proviene dal disarmo interiore. L'unica garanzia di pace
si trova dentro di noi".
I suoi sforzi per trovare una soluzione pacifica al conflitto sino-tibetano
sono vanificati dalla brutale repressione portata avanti dall'esercito di
liberazione popolare [le forze armate cinesi - ndr] nel Tibet orientale.
Il 10 marzo 1959, a Lhasa ci fu la piu' grande manifestazione della storia
tibetana, contro la presenza cinese in Tibet, per la riaffermazione
dell'indipendenza del Tibet. La rivolta venne repressa nel sangue.
Il Dalai Lama deve rassegnarsi a lasciare il paese e a chiedere asilo
politico in India. Circa 80.000 tibetani lo hanno seguito in esilio. Oggi il
loro numero supera i 120.000. Dal 1960 risiede a Dharamsala nella regione
dell'Himachal Pradesh, India del nord, sede del governo tibetano in esilio.
Durante i primi anni dell'esilio, il Dalai Lama ha fatto ripetutamente
appello alle Nazioni Unite per la risoluzione della questione tibetana,
ottenendo tre successive risoluzioni dell'assemblea generale, nel 1959, 1961
e 1965, che richiamano la Cina al rispetto dei diritti umani dei tibetani e
al loro desiderio di autodeterminazione.
Nel 1963 il Dalai Lama ha promulgato una Costituzione democratica, basata
sui principi buddhisti e la Dichiarazione universale dei diritti umani come
modello per un futuro Tibet libero. L'attuale sistema politico tibetano in
esilio prevede un parlamento eletto dal popolo che nomina un governo,
responsabile di fronte al Parlamento.
Il Dalai Lama ha piu' volte reso noto che una volta riacquistata l'autonomia
del suo paese non manterra' alcuna carica politica.
Nel 1987 ha proposto un piano di pace in cinque punti quale primo passo per
risolvere il futuro status del Tibet: questo prevede la designazione del
Tibet quale zona di pace, la cessazione dei massicci trasferimenti di
popolazione cinese nel paese, la riaffermazione dei fondamentali diritti
umani e liberta' democratiche e la cessazione dell'uso del territorio
tibetano per la produzione di armi e come discarica di rifiuti nucleari.
Nel dicembre 1989 sua santita' il Dalai Lama ha ricevuto il Premio Nobel per
la pace per il suo impegno incondizionato alla soluzione nonviolenta della
questione tibetana. Il Comitato lo ha insignito del premio sulla base della
"coraggiosa battaglia che lo ha contraddistinto come eminente difensore dei
diritti umani e della pace mondiale. Il suo continuo sforzo per porre fine
alle sofferenze del popolo tibetano attraverso negoziati pacifici e la
riconciliazione hanno richiesto un enorme coraggio e sacrificio".
Il Dalai Lama ha accettato il premio in nome di tutti gli oppressi in ogni
parte del mondo, di coloro che lottano per la liberta' e lavorano per la
pace nel mondo e del popolo tibetano, sottolineando che "il premio riafferma
la nostra convinzione che il Tibet sara' liberato con la verita', il
coraggio e la determinazione quali uniche armi. La nostra lotta deve
rimanere nonviolenta e libera dall'odio".
Il Dalai Lama di se stesso dice: "La mia religione e' la gentilezza. Sono
semplicemente un monaco tibetano. Niente di piu', niente di meno".
I dati sono tratti dal sito ufficiale del governo tibetano in esilio:
www.tibet.com; qualsiasi imprecisione deve essere attribuita alla
traduzione.
*
Bibliografia in italiano
Ci sono molte pubblicazioni anche in italiano soprattutto relative ad
insegnamenti buddhisti (ma gli originali in inglese permettono di cogliere
appieno il sottile senso dell'umorismo e lo stile inconfondibile del Dalai
Lama); tra questi, in modo meramente esemplificativo:
- La liberta' nell'esilio. La mia vita, Sperling & Kupfer Editori; Freedom
in exile. The autobiography of the Dalai Lama, Great Britain 1990. Una
aggiornata autobiografia che segue il premio Nobel per la pace, in cui il
Dalai Lama parla liberamente della sua vita e della tragica storia del
Tibet, discutendo anche di argomenti contemporanei.
- La mia terra, la mia gente, Sperling & Kupfer Editori; My land, my people.
L'autobiografia del XIV Dalai Lama, capo spirituale e temporale del Tibet.
Un libro tragico ma di grande ispirazione, l'intera vivida e commovente
storia e' narrata con il gentile spirito di perdono di un monaco buddhista.
- La rivoluzione pacifica. Etica per un nuovo millennio, Sperling & Kupfer
Editori; Ancient wisdom, modern world. Ethics for a new millennium, Great
Britain 1999. Ultimo libro del Dalai Lama, dove fa appello per una
rivoluzione - non politica, economica o tecnologica e neppure religiosa, ma
spirituale - per aiutarci attraverso I dilemmi morali della
contemporaneita'.
- La comunita' mondiale e la necessita' di una responsabilita' universale,
Chiara Luce Edizioni;
- L'arte di essere pazienti. Il potere della pazienza in una prospettiva
buddhista, Neri Pozza; Healing anger, the power of patience from a Buddhist
point of view, Snow Lion Publ., 1997. Il Dalai Lama offre molte tecniche e
metodi per sviluppare la pazienza che sono importanti non soltanto per
buddhisti ma per tutti coloro che cercano di migliorare la propria vita.
Basa la discussione sulla sezione sulla pazienza della Guida allo stile di
vita del Bodhisattva, uno dei testi buddhisti piu' conosciuti sullo sviluppo
delle qualita' del bodhisattva.
- Il mondo del buddhismo tibetano, Mondadori; The world of Tibetan Buddhism,
Wisdom Publication, 1995.
- Incontro con Gesu', Mondadori; The Good Heart, Great Britain 1996.
- Il buddhismo del Tibet e la chiave per la via di mezzo, Ubaldini; The
Buddhism of Tibet and the key to the Middle Way, London 1975. Un volume
composto da un'introduzione al buddhismo tibetano, una guida laica
all'illuminazione e le istruzioni per la meditazione sulla vacuita'.
- Il sentiero per la liberazione, Chiara Luce Edizioni.
- La scienza della mente. Un dialogo Oriente-Occidente, Chiara Luce
Edizioni.
- Dalai Lama, biografia autorizzata, Piero Verni, Sperling & Kupfer.
- Dalai Lama, la visione interiore, Piero Verni, Sperling & Kupfer.
*
Bibliografia in inglese
- Ancient Wisdom, Modern World. Ethics for a New Millennium, Advice from
Buddha Shakyamuni. Breve schema e commentario alla disciplina che devono
osservare i monaci pienamente ordinati della tradizione buddhista tibetana.
- Aryasura's Aspiration and a Meditation on Compassion. Quattro testi sulla
compassione: una preghiera di aspirazione del bodhisattva del poeta indiano
Aryasura, e il suo commentario del secondo Dalai Lama; inoltre
L'inseparabilita' del maestro spirituale e Avalokiteshvara, e un discorso
sull'attivazione della compassione del presente Dalai Lama.
- Awakening the Mind, Lightening the Heart. Un libro di istruzioni pratiche
su come sviluppare la compassione nella nostra vita quotidiana attraverso
semplici meditazioni che si riferiscono a relazioni passate e presenti. Il
Dalai Lama fornisce un commentario all'opera classica Kadampa del XIV secolo
"Raggi di sole, addestrare la mente", famosa per la sua potenza nel
risvegliare la compassione nel cuore umano.
- Beyond Dogma. Il Dalai Lama parla in modo semplice e commovente del
sentiero per raggiungere la pace e del futuro del pianeta, cercando di
mostrare che la vera illuminazione puo' venire soltanto dall'interno di noi
stessi.
- Bodh Gaya Interviews. Una serie di interviste (1981-1985) con il Dalai
Lama su vari argomenti come la politica, il cristianesimo, la fisica
molecolare, il tantra, la vacuita' e la liberazione.
- Buddhism of Tibet And the Key to the Middle Way. Tradotto da  Jeffrey
Hopkins.
- Commentary on the 37 Practices of a Bodhisattva. Commentario del Dalai
Lama sul testo classico di Thogmed Zangpo, dato a Bodh Gaya nel 1974.
- Cultivating a Daily Meditation. Due discorsi nei quali il Dalai Lama
tratta i punti essenziali del Dharma e fornisce un metodo semplice e chiaro
per coltivare una pratica quotidiana di meditazione. Spiega come procedere
nello sforzo di generare il cuore della compassione e la vasta visione della
vacuita' nella nostra vita di tutti i giorni.
- Dalai Lama at Harvard. Lectures on the Buddhist Path to Peace. Una serie
di conferenze tenute dal Dalai Lama all'Universita' di Harvard, che
forniscono un'introduzione alla teoria e pratica buddhista e coprono un
ampio spettro di rilevanti argomenti.
- Dalai Lama's Little Book of Wisdom. Questo volume offre incoraggiamento a
tutti coloro che cercano un modo di vivere piu' pacifico e di liberazione.
Con estrema semplicita' il Dalai Lama condivide la sua prospettiva su temi
senza tempo come l'amore, la religione, la giustizia, i diritti umani, la
poverta', i conflitti culturali e la protezione dell'ambiente.
- Dialogues on Universal Responsibility and Education. Estratto da due
seminari tenuti a New Delhi tra il Dalai Lama e un gruppo di studiosi
indiani, filosofi, insegnanti e riformatori sociali. Sulla base del concetto
di responsabilita' universale, i partecipanti hanno discusso come portare
avanti cambiamenti in senso umanitario nelle nostre societa', focalizzando
sull'educazione quale mezzo di evoluzione positiva.
- Essential Teachings. Istruzioni sulle 37 pratiche per coltivare
bodhicitta - la mente dell'illuminazione - e come queste pratiche possono
essere applicate, in particolare nelle societa' occidentali.
- Flash of Lightning in the Dark of Night. Il Dalami Lama presenta un
dettagliato manuale di filosofia pratica basata sulla Guida allo stile di
vita del Bodhisattva. Spiega e commenta il testo verso per verso, con
riferimenti alla vita quotidiana, mostrando come ognuno possa sviluppare un
buon cuore.
- Four Noble Truths. Basata sulle conversazioni al Barbican di Londra nel
1996, questa e' una guida essenziale agli insegnamenti fondamentali del
buddhismo.
- Freedom in Exile. The Autobiography of the Dalai Lama of Tibet.
- Gelug/Kagyu Tradition of Mahamudra, Dalai Lama, Berzin A. Il Mahamudra e'
un sistema di meditazione che si rivolge direttamente all'abituale visione
dualistica, fonte di tutta la sofferenza. La tradizione Ghelupa/Kagyupa del
Mahamudra presentata nel testo fu formulata dal primo Panchen Lama,
utilizzando le tecniche nello stile Kagyupa per riconoscere la natura
convenzionale della mente e le tecniche nello stile Ghelupa per riconoscerne
la natura piu' profonda.
- Generous Wisdom. Commentaries on the Jatakamala. Un insieme di quattro
insegnamenti sulla Ghirlanda delle storie sulla nascita del Buddha, il cui
tema principale e' la perfezione della generosita' dei bodhisattva, ma che
include anche la perfezione dell'etica e della pazienza, il sorgere
dipendente e il karma.
- Healing Anger. The Power of Patience from a Buddhist Perspective. Tradotto
da Thupten Jinpa.
- Joy of Living and Dying in Peace. Gli insegnamenti fondamentali del
buddhismo tibetano. Dalla serie Biblioteca del Tibet, questo libro offre gli
insegnamenti essenziali del buddhismo e le riflessioni personali del Dalai
Lama su come ottenere una vita e una morte significative.
- Kindness, Clarity and Insight. Tradotto da J. Hopkins e E. Napper. Una
raccolta di conversazioni del Dalai Lama in America del nord,
sull'importanza della gentilezza, dell'amore e della compassione.
- Love, Kindness and Universal Responsibility. In una raccolta di tre sue
precedenti opere, il Dalai Lama rivela la sua filosofia personale basata sul
concetto di responsabilita' universale e rispetto di tutti gli esseri
viventi.
- Meaning of Life from a Buddhist Perspective. Tradotto e curato da Jeffrey
Hopkins. Insegnamenti sulla filosofia buddhista, basati sui "Dodici anelli
del sorgere dipendente" rappresentati nella famosa immagine della ruota
della vita.
- My Land and My People. Memoirs of the Dalai Lama.
- My Tibet. Riflessioni personali del leader tibetano che accompagnano le
splendide fotografie della terra che e' stato costretto ad abbandonare nel
1959. "La mia religione e' semplice, la mia religione e' la gentilezza".
- Opening the Mind & Generating a Good Heart. Un succinto saggio
dell'addestramento buddhista che spiega come generare la gentilezza
rappresenti l'essenza dell'insegnamento del Buddha.
- Path to Bliss. A Practical Guide to Stages of Meditation. Tradotto da
Thupten Jinpa. Basato su conferenze date sul testo di Lam Rim di Panchen
Lobsang Chokyi Gyaltsen, Il sentiero per la beatitudine che porta
all'onniscienza.
- Path to Enlightenment. Tradotto da Glenn H. Mullin. In queste istruzioni
estese basate sul famoso testo tibetano, l'Essenza dell'oro raffinato del
III Dalai Lama, illustra il significato del sentiero per l'illuminazione
direttamente  attraverso i suoi consigli spirituali e le sue riflessioni
personali.
- Policy of Kindness. Una antologia di scritti del e a proposito del Dalai
Lama.
- Power of Buddhism. The Dalai Lama speaks on the issues of contemporary
life in this important set of dialogues held with esteemed French film
writer Jean-Claude Carriere (pubblicato anche come Violence and Compassion,
vedi sotto).
- Power of Compassion. Molte persone hanno chiesto al Dalai Lama di parlare
delle attuali difficolta' che l'umanita' deve affrontare. In questi incontri
tenuti a Londra parla di molti argomenti, inclusa la guerra in Bosnia,
l'odio razziale, le questioni di genere e la protezione ambientale. Descrive
chiaramente e semplicemente come vivere e morire bene, e come infondere la
propria vita di saggezza e compassione.
- Sleeping, Dreaming and Dying. Questo libro narra lo storico dialogo tra
alcuni importanti scienziati occidentali e il Dalai Lama, nella sua qualita'
di uno dei maggiori rappresentanti del buddhismo  oggi. Le conversazioni si
svolgono intorno ai tre stadi transitori fondamentali del sonno, del sogno e
della morte e sono conversazioni registrate alla quarta Conferenza sulla
mente e la vita a Dharamsala, in India. Sia che il soggetto sia il sogno
lucido, le esperienze di quasi-morte o la stessa struttura della
consapevolezza, I partecipanti sorprendono continuamente con la scoperta di
convergenze e divergenze tra le rispettive tradizioni.
- Transcendent Wisdom. Commentario sul nono capitolo della Guida allo stile
di vita del Bodhisattva di Shantideva. Da' un insegnamento orale sulla
complessa e profonda visione della vacuita', relativa al modo di esistenza
ultima di tutti i fenomeni.
- Union of Bliss and Emptiness. Un commentario sul guru yoga della Lama
Chopa, che spiega la pratica effettiva sulla base di Guhyasamaja, i
preliminari come l'autogenerazione sulla base di Yamantaka e l'effettuazione
delle offerte secondo Heruka. Solo per praticanti.
- Universal Responsibility and the Good Heart. Una collezione di articoli e
interviste con il Dalai Lama che mostrano il suo pensiero e le sue attivita'
negli ultimi venti anni.
- Violence and Compassion. Il Dalai Lama parla degli argomenti della vita
contemporanea in questa serie di dialoghi con lo sceneggiatore francese
Jean-Claude Carriere, e mostra in essi il suo caratteristico calore umano e
lucidita' di pensiero, ma cio' che rende particolarmente di valore queste
discussioni e' la sua abilita' di arrivare all'essenza.
- Way to Freedom. Un manuale essenziale sul buddhismo tibetano, presentato
in passaggi di facile comprensione basati sul classico Lam Rim, o
insegnamenti sul sentiero per l'illuminazione.
- World of Tibetan Buddhism. Tradotto ed curato da Thubten Jinpa. Questo
libro e' formato da tre parti: una introduzione generale agli aspetti
generali e alle teorie e pratiche di base; un commentario su letture scelte
dal Bodhisattvacharyavatara di Shantideva; e una discussione sul tantra.
*
Per ulteriori letture
Articoli e insegnamenti possono essere trovati on line anche su: Foundation
for the Preservation of the Mahayana Tradition: www.fpmt.org; Lama Yeshe
Wisdom archives: www.lamayeshe.com
Sono consultabili i cataloghi on line di case editrici specializzate in
insegnamenti buddhisti quali: Snow Lion, PO Box 6483, Ithaca, NY 14851, Usa,
tel. 001-607-273-8519, fax: 001-607-273-8508, sito: www.snowlionpub.com;
Wisdom Publication, 361 Newbury Street, Boston, Ma. 02115, Usa, tel.
001-617-536-3358, fax: 001-617-536-1897, sito: www.wisdompubs.org; Wisdom
Books, 25 Stanley Road, Ilford, Essex 1G1 1RW, Gran Bretagna, tel. 0044-208
553 5020, fax: 0044-208 553 5122, sito: www.wisdombooks.org; Chiara Luce
Edizioni, sito: www.padmanet.com; Je Tzong Khapa Edizioni, sito:
www.iltk.it; Pajlor Publications, Paljor House, D-39 Jangpura Ext., New
Delhi 110014, India, tel. 91-11-4312416, fax 91-11-4310866, sito:
www.paljorpublications.com; Potala Corporation, 9 East 36 St., New York, NY
10016, Usa, tel. 001-212-251-0360, fax: 001-212-779-9245, sito:
www.potala.com/about.html; Dharma Publishing, 2910 San Pablo Ave., Berkeley,
CA 94702, Usa, tel. 001-510-548-5407, fax: 001-510-548-2230; Asian Rare
Books, New York, sito: www.erols.com/arbs.

7. LETTURE. ELIAS CANETTI: UN REGNO DI MATITE
Elias Canetti, Un regno di matite, Adelphi, Milano 2003, pp. 124, euro 12.
Gli appunti del 1992 e del 1993 del grande scrittore e pensatore
(1905-1994), autore di magnifici libri e di un'opera fondamentale come Massa
e potere, premio Nobel per la letteratura nel 1981.

8. LETTURE. GIUSEPPE DI GIACOMO: INTRODUZIONE A KLEE
Giuseppe Di Giacomo, Introduzione a Klee, Laterza, Roma-Bari 2003, pp. 188,
euro 10. Un'utilissima monografia introduttiva al pensiero e all'opera del
grande artista e pensatore Paul Klee (1879-1940).

9. LETTURE. CARLO MICHELSTAEDTER: PARMENIDE ED ERACLITO. EMPEDOCLE
Carlo Michelstaedter, Parmenide ed Eraclito. Empedocle, SE, Milano 2003, pp.
110, euro 11. E' l'edizione critica di due manoscritti, in parte inediti,
dell'estate del 1909, conservati presso il Fondo Carlo Michelstaedter di
Gorizia tra gli "Appunti di filosofia e grammatica", con un saggio dei
curatori Alfonso Cariolato ed Enrico Fongaro, e un'appendice iconografica.
Si tratta di appunti, ma tutte commuovono le scritture dell'autore
(1887-1910) de La persuasione e la rettorica, in tutte senti vibrare come un
riverbero di un'esistenza e di un pensiero protesi sull'insondabile, ed
istituenti sullo e nello stupore e il dolore la civilta', la comprensione e
compassione umana.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 677 del 18 settembre 2003