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La no-news-letter di Carta
Settimana dal 18 al 24 settembre

1. Un concerto per Carta. A Roma
2. Cantieri sociali a Bologna
3. Ultimo round
4. Da Badia Polesine a Casablanca
5. Facinorosi al governo
6. Il realismo magico degli zapatisti


*** 1. Un concerto per Carta. A Roma ***

Ci teniamo molto: i Têtes de Bois terranno questo venerdì, a Roma, un
concerto [con la partecipazione di Daniele Silvestri e, notizia di queste
ore, l'intervento di Paolo Rossi] per contribuire alla "ricapitalizzazione"
della nostra cooperativa. Un modo originale e generoso di partecipare al
nostro "mezzo di comunicazione sociale". A partire dalle ore 21,
all'Anfiteatro del Parco Alessandrino, zona Tor Tre Teste [da via di Tor
Tre Teste prendere via dei Viscogliosi, proseguire per via Tovaglieri dove
troverete largo San Cevasco con un parcheggio adiacente all'entrata del
parco; subito dietro c'è l'anfiteatro], l'ingresso costa nella misura della
vostra generosità. Intervenite numerosi.
http://www.carta.org/rivista/capitale/concerto.htm
http://www.carta.org/rivista/capitale/index.htm


*** 2. Cantieri sociali a Bologna ***

Se qualcuno avesse un dubbio sull'utilità di Carta [noi talvolta lo
abbiamo], legga per favore le molte pagine che, nel nuovo numero del
settimanale, dedichiamo alla città di Bologna. In particolare, la
lettera-appello che dice: se Sergio Cofferati batterà Guazzaloca e diventerà
sindaco, la prossima primavera, saremo contenti. Però un nuovo sindaco è
necessario, ma non sufficiente. Bisogna anche che la società civile, il
sindacato, le associazioni, gli scrittori e i ricercatori mettano insieme il
loro progetto di città, autonomo dalla politica, a partire dalle molte buone
idee e sperimentazioni che a Bologna esistono. La lettera è firmata da
moltissime persone, come Stefano Benni e il segretario della Cgil, Cesare
Melloni, Wu Ming e Pino Cacucci, il presidente della Editrice missionaria
padre Raimondi, i ragazzi di Chourmo e Marco Guerzoni della Compagnia dei
Celestini, Luca Basile di Lilliput e così via [non possiamo citare qui
tutti, inoltre si tratta solo di un primo gruppo di firme, altre sono in
arrivo]. La proposta: due giorni di colloqui, gruppi di lavoro, racconti su
Bologna e tutto quel che ci verrà in mente di fare intorno alla fine di
ottobre, o giù di lì. Con la collaborazione di Carta e dei Cantieri sociali,
come si dice. Il testo della lettera appello sarà tra breve anche nel nostro
sito. Sul giornale, anche un servizio sulla più grossa speculazione che
minaccia Bologna e sulla metropolitana, e un commento di Oscar Marchisio.
http://www.carta.org/rivista/settimanale/2003/33/sommario.htm


*** 3. Ultimo round ***

La copertina del nuovo numero del settimanale è invece dedicata al fragoroso
fallimento del vertice Wto a Cancún, giustamente salutato come una vittoria
dal movimento antiliberista, dalle Ong, dai paesi del Sud. Ci sono
commentatori [come Federico Rampini su la Repubblica] i quali sostengono
che, fuori dalla Wto, c'è solo il Far West in cui i più forti [Usa e Ue]
faranno quel che gli pare. A noi sembra, al contrario, che buttar via regole
concepite per far vincere i più forti senza bisogno di Far West, bensì
"legalmente", è già un bel passo avanti. Perciò festeggiamo, e pubblichiamo
quattro articoli di persone che erano a Cancún, e che offrono diversi punti
di osservazione: Francesco Martone, senatore verde e parte della campagna
"Questo mondo non è in vendita"; Vittorio Agnoletto, del movimento italiano,
che ha partecipato ai forum del controvertice; Emiliano Viccaro, nostro
inviato nel movimento, che, con Giuliana Visco, fa un diario dal "basso" di
Cancún; Hermann Bellinghausen, inviato ormai "storico" de La Jornada nella
Selva Lacandona, che ha scritto per Carta un articolo sul ruolo [decisivo]
di zapatisti e indigeni in generale. Nel sito, tutta la documentazione, le
notizie, le testimonianze, i reportage da Cancún.
http://www.carta.org/rivista/settimanale/2003/33/sommario.htm
http://www.carta.org/index.htm


*** 4. Da Badia Polesine a Casablanca ***

Cos'hanno in comune, un piccolo paese della provincia di Rovigo e la grande
città marocchina? Un pullman, che parte dall'Italia e arriva nel Maghreb
trasportando lavoratori migranti, le loro famiglie, le loro aspirazioni ed
esperienzeŠ Nel nuovo numero di Carta, uno straordinario reportage, scritto
e fotografico, di Roberto Costa. Le storie e le facce di quelli che fanno i
pendolari tra il Nord e il Sud del mondo.
http://www.carta.org/rivista/settimanale/2003/33/sommario.htm


*** 5. Facinorosi al governo ***

Il giorno dopo ha smentito. È un vero berlusconiano, il ministro degli
interni Pisanu: prima la si spara grossa, più grossa possibile, poi si
ridimensiona, e intanto tutti i giornali hanno parlato di te. Il capo di
Pisanu l'ha fatto con Mussolini, che era tanto buono, e l'inquilino del
Viminale l'ha ri-fatto con i giudici di Genova, che sono tanto cattivi: al
punto da "trasformare gli aggressori in aggrediti". I giornali hanno molto
parlato degli oltre settanta poliziotti di ogni ordine e grado individuati
dai giudici genovesi come autori del massacro alla Diaz, nel luglio del
2001, delle torture alla caserma di Bolzaneto, e della contraffazione delle
prove ai danni degli aggrediti [quelli veri]. Carta pubblica, nel nuovo
numero, ampi stralci dell'ordinanza dei giudici, che i giornali hanno
riferito in modo generico: tutto il repertorio di violenze e abusi, alla
Diaz e specialmente a Bolzaneto, nel racconto scritto dai magistrati sulla
base delle testimonianze. Chissà se Pisanu l'ha mai letto. Nel sito di
Carta, una lettera al ministro di Lorenzo Guadagnucci, giornalista e vittima
della Diaz.
http://www.carta.org/rivista/settimanale/2003/33/sommario.htm


*** 6. Il realismo magico degli zapatisti ***

Hanno inventato i "caracoles", le chiocciole, simbolo e sede del "buon
governo" dei municipi autonomi zapatisti. John Holloway, filosofo autore di
un libro fondamentale come "Cambiare il mondo senza prendere il potere" [di
prossima pubblicazione in Italia, grazie a Carta e Intra Moenia], ha scritto
una articolo sull'ultima invenzione degli indigeni ribelli del Chiapas, in
cui spiega: l'insurrezione zapatista è assurda, e il suo merito, in questi
dieci anni, è di non aver cessato di esserlo; perché se il capitalismo
conquista l'appellativo di "sensato", allora per ribellarci dobbiamo essere
assurdi. Nel nuovo numero di Carta.
http://www.carta.org/rivista/settimanale/2003/33/sommario.htm