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La nonviolenza e' in cammino. 650
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 650
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 21 Aug 2003 20:37:20 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 650 del 22 agosto 2003 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: due stragi 2. Francesca Brezzi: liberta' 3. Norma Bertullacelli: da Genova per il popolo iracheno 4. Maria Luigia Casieri: una sintesi di Emilia Ferreiro e Juan Carlos Volnovich, "Supuestos cognoscitivos en terapia psicoanalitica de ninos", 1981 5. Miriam Simos: nella completezza delle differenze 6. Per la costruzione della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" a Palmi 7. Giuseppe Chiofalo: un profilo di Domenico Antonio Cardone 8. Gli idilli di Margutte: gita a Guantanamo. Parla la guida turistica 9. Angela Ales Bello: un profilo teologico di Edmund Husserl 10. Lev Tolstoj: che fare 11. Riletture: John Dewey, Logica, teoria dell'indagine 12. Riletture: Agnes Heller, La teoria dei bisogni in Marx 13. Riletture: Luce Irigaray, Io, tu, noi 14. Riletture: Petr Kropotkin, Campi, fabbriche, officine 15. Riletture: Alfred Sohn-Rethel, Lavoro intellettuale e lavoro manuale 16. Riletture: Rosemary Ruether, Per una teologia della liberazione della donna, del corpo, della natura 17. Riletture: Amedeo Vigorelli, Piero Martinetti 18. La "Carta" del Movimento Nonviolento 19. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DUE STRAGI Scrivo queste righe in timore e tremore, esitando e chiedendomi se ancora una volta non farei meglio a dar retta alla stretta che sento nel cuore, e tacere. So che quanto scrivo si presta ad essere frainteso, so che molto occorrerebbe aggiungere e bilanciare. Sara' la bonta' di chi legge a svolgere l'implicito, a dialettizzare e integrare il parziale, a cogliere la direzione cui questo dire allude, a sentire che e' tra le lacrime che questa voce parla, a sapere che e' dalla parte delle vittime che questo ragionamento si colloca. * La strage di Bagdhad reca due messaggi, anzi tre. Il primo: che vi e' una guerra in corso. Il secondo: che l'Onu in questa guerra sciaguratamente non e' parte terza, ma responsabile diretto di oltre un decennio di embargo genocida. Il terzo: che se non ci si affretta a far cessare l'occupazione militare coloniale (cui anche l'Italia follemente, illegalmente, scelleratamente partecipa), la mattanza si intensifichera' sempre piu'. E far cessare l'occupazione militare e' l'unico modo per promuovere credibili ed efficaci interventi umanitari e per favorire la costruzione di una dialettica democratica fondata sulla sovranita' popolare, con la consapevolezza degli immani problemi da affrontare, ma con la consapevolezza altresi' che la guerra e l'occupazione militare, in se' e col loro portato di stragi, devastazioni e rapine, tutto aggravano e incancreniscono e portano alla catastrofe. * La strage di Gerusalemme reca un messaggio, sempre lo stesso: che ogni percorso di pace che con grande strazio e incertezza e fatica si riesca ad avviare trovera' ad ostacolarlo le stragi piu' efferate, i massacri piu' abominevoli, una spirale di orrori e di disperazione che nuovi orrori e nuova disperazione genereranno. Ma la pace e' l'unica via, l'unica possibilita' di salvezza per tutti. Che fare, dunque? Occorre spezzare la spirale della violenza assassina, occorre disarmare tutti i terroristi. Come e' possibile farlo? E' facolta' e possibilita' nelle mani del governo di Israele di fare un primo passo unilaterale: di ritiro dai territori occupati, di smantellamento degli insediamenti, di riconoscimento dell'esistenza dello stato palestinese. Un passo unilaterale che aiuti concretamente, efficacemente, il popolo palestinese e le sue legittime rappresentanze istituzionali a disarmare i terroristi. Un passo unilaterale come atto di realismo politico e di scelta ideale. Un passo unilaterale che chiediamo a Israele per l'amore che a Israele portiamo, perche' nella vicenda storica del suo popolo riconosciamo in concreto e in figura cio' che piu' conta di noi stessi e dell'umanita'. Un passo unilaterale che sia l'esatto contrario del cedimento a un mostruoso ricatto di gruppi stragisti, un passo unilaterale che sia un gesto di verita'-amore al mondo intero, un atto di forza, della forza piu' grande e piu' pura, la forza della nonviolenza che si traduce in politica e legge (nell'attuale distretta dell'umanita', su questo crinale apocalittico - per usare le parole di Ernesto Balducci -, la nonviolenza puo' e deve divenire fondamentale principio giuriscostituente, e gia' ad esempio e' avvenuto in Sudafrica con la Commissione per la verita' e la riconciliazione). A questo passo unilaterale la comunita' internazionale dovrebbe affiancare un altro passo unilaterale: un grande piano di aiuti e garanzie sia allo stato di Israele che allo stato di Palestina. Poiche' li' e' in gioco un conflitto che tanti ne innerva, e la possibilita' di una gestione e risoluzione civile e nonviolenta di quel conflitto e' banco di prova e necessita' la piu' urgente per l'umanita' intera. 2. CONCETTI. FRANCESCA BREZZI: LIBERTA' [Da Francesca Brezzi, Dizionario dei termini e dei concetti filosofici, Newton Compton, Roma 1995, pp. 57-58. Francesca Brezzi e' docente di filosofia morale e teoretica all'Universita' di Roma III. Tra le sue opere: Filosofia e interpretazione, Bologna 1969; Fenelon, filosofo della religione, Perugia 1979; Inquieta limina, tra filosofia e religione, Roma 1992; A partire dal gioco. Per i sentieri di un pensiero ludico, Genova 1992; Dizionario dei concetti filosofici, Roma 1995; La passione di pensare. Angela da Foligno, Maddalena de' Pazzi, Jeanne Guyon, Roma 1998; Ricoeur. Interpretare la fede, Padova 1999] Termine che in generale indica lo stato di un soggetto che agisce senza costrizioni o limiti, autodeterminandosi. Essendo molti i campi in cui si puo' esercitare la liberta', si puo' parlare di liberta' politica, o morale, o religiosa, o economica etc. Qui ci occuperemo solo del concetto filosofico di liberta' che e' presupposto in certo senso agli altri. Nel mondo greco la liberta' era concepita in due modi: sia come liberta' del cittadino della polis, fornito cioe' di tutti i diritti politici, sia in relazione al concetto di fato, al quale tutti, anche gli dei, devono sottostare; in questo caso liberta' significava accettazione e adesione alla legge dell'armonia cosmica (nella tragedia e negli stoici). Con i sofisti, ma soprattutto con Aristotele, si sviluppo' l'idea della liberta' come responsabilita' morale: nell'Etica nicomachea, Aristotele analizza la liberta' del volere come razionalita', cioe' azione voluta dall'agente, dopo adeguata conoscenza di tutte le circostanze dell'azione stessa. Nel pensiero cristiano il tema della liberta' si complico' in relazione al peccato compiuto da Adamo, che avrebbe reso tutti gli uomini schiavi, e in contrapposizione quindi agli impulsi sensibili che aggravano questo stato di non-liberta'. Da qui il necessario intervento della grazia divina come liberazione dell'uomo e lo svilupparsi della tematica del libero arbitrio cioe' del rapporto liberta' umana - grazia, prescienza e onnipotenza del Creatore, predestinazione etc. Nell'eta' moderna il pensiero filosofico ha sviluppato questo tema sia nel senso razionalistico che empiristico: da un lato Cartesio definisce la liberta' come scelta concreta per arrivare alla verita', mentre Spinoza nega la liberta' individuale riconoscendo solo quella della sostanza, dall'altro Hobbes, e dopo anche Locke e Hume, che danno una connotazione negativa di liberta' qualificandola come assenza di impedimenti. Con Kant la liberta' e' propria del mondo noumenico e dell'anima, ma non si puo' cogliere nel mondo fenomenico dell'esperienza, pertanto essa e' un "postulato della ragion pratica". Nel pensiero romantico la liberta' invece ritorna ad essere caratteristica dell'Assoluto: secondo Hegel la liberta' individuale non e' altro che una manifestazione o astuzia della liberta' dello Spirito assoluto nel suo tornare a se stesso dopo l'alienazione. Contro questa concezione di liberta' si battera' Kierkegaard in nome della liberta' come possibilita' di scelta propria dell'individuo, accentuandone il carattere di drammaticita', concetto che sara' poi ripreso dall'esistenzialismo novecentesco che parlera' di liberta' come scacco dell'esistenza (Jaspers) o come condanna alla liberta' (Sartre). 3. INCONTRI. NORMA BERTULLACELLI: DA GENOVA PER IL POPOLO IRACHENO [Da Norma Bertullacelli riceviamo e diffondiamo. Norma Bertullacelli (per contatti: norma.b at libero.it), insegnante, amica della nonviolenza, collaboratrice di questo foglio, e' impegnata nella "Rete controg8 per la globalizzazione dei diritti" di Genova] Venerdi' 22 agosto, alle ore 17,30, alla casa per la pace e la nonviolenza di Genova (piazza Palermo 10/b), incontreremo Angelo Gandolfi, recentemente rientrato da Bagdad; la' ha collaborato all'organizzazione delle attivita' di solidarieta' e di volontariato dell'ong Berretti bianchi onlus, di cui fa parte. Suo compito specifico era verificare la possibilita' di aprire a Bagdad un'"ambasciata di pace" che possa elaborare e gestire progetti di riconciliazione, di elaborazione del lutto, di ricostituzione del tessuto sociale e di gestione della fase postconflittuale. Chiunque sia interessata/o e' invitata/o a partecipare. 4. MATERIALI. MARIA LUIGIA CASIERI: UNA SINTESI DI EMILIA FERREIRO E JUAN CARLOS VOLNOVICH, "SUPUESTOS COGNOSCITIVOS EN TERAPIA PSICOANALITICA DE NINOS", 1981 [Proseguiamo la pubblicazione di una serie di schede bibliografiche curate da Maria Luigia Casieri relative all'opera di Emilia Ferreiro. Maria Luigia Casieri insegna nella scuola dell'infanzia ed e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; ha preso parte a varie iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti; ha tenuto relazioni a convegni e corsi di aggiornamento, e contribuito a varie pubblicazioni. Emilia Ferreiro, argentina, docente in Messico, pedagogista illustre, e' una delle piu' grandi studiose viventi del processi di alfabetizzazione; e' di fondamentale importanza il suo contributo sul tema dell'apprendimento della lettura e della scrittura da parte dei bambini. Tra le opere di Emilia Ferreiro si veda in primo luogo l'ormai classico volume scritto insieme ad Ana Teberosky, La costruzione della lingua scritta nel bambino, Giunti, Firenze 1985. Juan Carlos Volnovich e' una delle figure di rilievo della psicoanalisi in Argentina e in America Latina, e dell'impegno per i diritti umani e la liberazione dei popoli] Data di edizione: 1981 e 1986. Tipo di documento. Capitolo nel libro di Rene' Diatkine, Emilia Ferreiro, E. Garcia Reinoso, Serge Lebovici, Juan Carlos Volnovich, Problemas de interpretacion en psicoanalisis de ninos. Titolo: Supuestos cognoscitivos en terapia psicoanalitica de ninos. Luogo di edizione: Barcelona, Buenos Aires. Casa editrice: Gedisa. Pagine: 37-108. Lingua: spagnolo. Abstract: Il saggio contesta alle pratiche terapeutiche psicoanalitiche la realizzazione di interpretazioni che non prendono in considerazione i livelli infantili dello sviluppo cognitivo, procedendo cosi', in molti casi, a supposizioni errate di cio' che un bambino dovrebbe sapere. A questo riguardo e' diffusa l'interpretazione, ad esempio, in termini di repressione, sintomatica di un conflitto nevrotico, di cio' che semplicemente non e' stato ancora acquisito nel normale percorso evolutivo del bambino. Inoltre nella comunicazione tra terapeuta e bambino molte informazioni sono offerte al bambino prescindendo dalle sue effettive capacita' di elaborazione e di assimilazione. Pertanto l'incomprensione degli schemi assimilatori operanti nel bambino impedisce una percezione realistica di cio' che egli effettivamente e' in grado di comprendere. Infine si mette in discussione la concezione kleiniana e bioniana dei processi mediante i quali si costruisce l'acquisizione di conoscenza, ampiamente basati sul concetto di "precomprensione", a fronte del ruolo costruttivo del soggetto che apprende, di matrice piagettiana. Il testo si conclude auspicando un ripensamento di certi aspetti dell'opera freudiana, aspetti minori per cio' che concerne il corpo teorico complessivo, ma importanti per cio' che riguarda la pratica cosi' come i processi di integrazione teorica. * Sintesi Scopo del lavoro e' mettere a fuoco l'esigenza di "reimpostare alcuni aspetti fondamentali della tecnica interpretativa alla luce dei dati e delle interpretazioni teoriche esistenti sullo sviluppo della conoscenza nel bambino" (p. 39). Cio' in quanto "l'interpretazione che allude al conflitto nevrotico assume necessariamente una qualche concezione sullo sviluppo cognitivo" (p. 39). Di qui, la necessita' di "separare, in questo duro processo di rendere cosciente l'incosciente, le concezioni sulla supposta atemporalita' dell'inconscio e la conoscenza pertinente dello sviluppo cognitivo" (p. 39). Sviluppo che si realizza nel tempo, in una successione ordinata di tappe e di acquisizioni di conoscenze. Quest'ultimo assunto confligge con una idea diffusa in psicoanalisi, secondo la quale "ogni conoscenza che nel corso del trattamento appaia a livello cosciente preesisteva gia' a livello inconscio, (...) poiche' il processo terapeutico consiste nell'eliminare la repressione in modo tale che il bambino possa accedere a questa conoscenza" (p. 40). In realta' ci sembra dubbio che possa essere sostenuta una tale teoria se non sulla base di un qualche fraintendimento, o che non risulti quanto meno datata e sottoposta a revisione, per quanto implicitamente. Tuttavia la nozione di "fase dello sviluppo" e' presente in molti aspetti della teoria psicoanalitica. In primo luogo nell'ambito "dell'evoluzione dell'attivita' libidica. Quando si parla di fase libidica, si fa riferimento alle tappe dello sviluppo del bambino caratterizzate da un'organizzazione piu' o meno evidente della libido, sotto la primazia di una zona erogena e dal predominio di una modalita' di relazione con l'oggetto" (p. 42). Altre linee evolutive sono rintracciabili nell'evoluzione dal principio di piacere al principio di realta' e nello sviluppo dell'io. E molti autori hanno lavorato in vario modo a individuare l'esistenza di alcune fasi: dai meccanismi di difesa ritenuti piu' o meno evoluti da Anna Freud, alla fase dello specchio lacaniana, dall'individuazione delle posizioni schizoparanoide e depressiva della Klein al "tentativo di schematizzare lo sviluppo delle fasi dell'evoluzione libidica (...) in corrispondenza con i distinti stati patologici" (p. 44) operata da Abraham. "Resta in primo luogo da segnalare che Freud non si occupo' di elaborare una teoria complessiva delle fasi, che raggruppasse non soltanto le fasi della libido ma le fasi dell'io. A nostro modo di vedere non si tratta semplicemente del fatto che il pensiero di Freud restasse incompleto, ma per lui la possibilita' di trovare una dialettica e una struttura tra distinte linee evolutive era prioritario per determinare le cause della nevrosi, soprattutto rispetto all'obiettivo di indicare con precisione lo sviluppo evolutivo della personalita' umana. Anche in questo senso, benche' la teoria freudiana sia una di quelle che nella storia della psicologia di piu' ha contribuito a promuovere il concetto di fase, apparentemente non utilizza nei suoi scritti fondamentali questa parola nel senso che le attribuisce la psicologia genetica quando postula in ciascun livello di evoluzione una struttura d'insieme di carattere integrativo" (p. 44). Tuttavia, "cosi' come Freud elimina i limiti netti tra il normale e il patologico, Piaget elimina i limiti netti tra il razionale e l'irrazionale, tra conoscenza scientifica e conoscenza comune, quando identifica nelle condotte di un bambino piccolo la pratica incipiente della scienza, l'organizzazione delle azioni che permettono di progredire nella conoscenza del mondo" (p. 54). In particolare laddove il supposto "a-logico" viene individuato come caratterizzato da una logica differente da quella adulta. La diffusione della psicoanalisi e della psicoanalisi infantile a Buenos Aires e' particolarmente influenzata dal lavoro di Melanie Klein. Ma e' a Arminda Aberastury che si deve un lavoro di approfondimento e di divulgazione. Alle sue sedute si attinge quindi per trarre esempi che documentino la prosecuzione dei ragionamenti proposti. In primo luogo, il saggio contesta alle pratiche terapeutiche psicoanalitiche la realizzazione di interpretazioni che non prendono in considerazione i livelli infantili dello sviluppo cognitivo, procedendo cosi', in molti casi, a supposizioni errate di cio' che un bambino dovrebbe sapere. A questo riguardo e' diffusa l'interpretazione, ad esempio, in termini di repressione, sintomatica di un conflitto nevrotico, di cio' che semplicemente non e' stato ancora acquisito nel normale percorso evolutivo del bambino. Cio' accade in riferimento al concetto di tempo, alla padronanza del gioco con regole, ai processi di apprendimento mediante cui si ottiene la conoscenza, e alle condotte il cui processo di acquisizione dipende da un pratica scolastica, quali la scrittura e il calcolo. In particolare sui processi di apprendimento si suppone che la semplice osservazione di un fenomeno o di un comportamento altrui, sia sufficiente per la comprensione del fenomeno o per apprendere procedure, "senza prendere in considerazione cio' che sarebbe necessario che il soggetto possedesse per potere assimilare questa conoscenza" (p. 66). Pertanto non e' tanto in discussione la possibile correttezza dell'interpretazione relativa al conflitto affettivo, ma ci si chiede se e in che misura essa possa essere confermata una volta compresi gli schemi assimilatori disponibili al bambino e quanto delle sue condotte dipenda da essi o piuttosto da dinamiche affettive. Un secondo problema che viene affrontato e' quello dell'elaborazione di informazioni da parte del bambino. Nella comunicazione tra terapeuta e bambino molte informazioni sono offerte al bambino prescindendo dalle sue effettive capacita' di elaborazione e di assimilazione. Pertanto l'incomprensione degli schemi assimilatori operanti nel bambino impedisce una percezione realistica di cio' che egli effettivamente e' in grado di comprendere. Cio' vale anche nel caso in cui sia intendimento dell'analista offrire elementi di conoscenza oggettiva per correggere concezioni erronee, come spesso accade soprattutto nell'ambito delle conoscenze di tipo sessuale. Anzi, a questo riguardo, "la possibilita' di tollerare concezioni erronee da parte dei bambini, il permettere loro di fantasticare sulle leggi del funzionamento del corpo e sulla realta' puo' essere arricchente e risulta piu' di una volta intorpidito e inibito da una certa informazione 'adeguata' che sembra temere che il bambino possa immaginare o ipotizzare e che compie una funzione repressiva confermando questo inesorabile ritorno del represso, questa volta attraverso la cosiddetta 'informazione adeguata'" (p. 82). Infine si mette in discussione la concezione della scuola kleiniana e bioniana dei processi mediante i quali si costruisce l'acquisizione di conoscenza, ampiamente basati sul concetto di "precomprensione" a fronte del ruolo costruttivo del soggetto che apprende, di matrice piagettiana. La linea di ragionamento fin qui seguita viene articolata in tre punti conclusivi. Tenendo conto che le strategie di soluzione dei conflitti cognitivi sono la fonte dell'evoluzione degli schemi assimilatori, "risulta allora ovvio che non e' l'assenza di conflitto cio' che caratterizza lo sviluppo cognitivo. Ma nemmeno si tratta di un conflitto derivato dal conflitto affettivo. (...) E' invece possibile identificare certi conflitti affettivi espressi attraverso la logica propria alla soluzione dei conflitti cognitivi di un determinato periodo dello sviluppo" (p. 99). Il secondo punto riguarda il ruolo attribuito all'interpretazione e alla trasmissione di informazione specifica. Tra pratica psicoterapeutica e pratica pedagogica vi e' in comune l'intento di far evolvere le modalita' di relazionarsi con se stessi, le conoscenze e il mondo, e cio' si fa inevitabilmente attraverso una teoria dell'apprendimento che comporti il fornire connessioni o l'aiutare a scoprirle. "Se l'interpretazione dello psicoanalista di bambini e' concepita come il provvedere al paziente il nesso tra contenuti inconsci, o tra contenuti con grado diverso di accesso alla coscienza, oppure come il creare le condizioni che permettano al paziente di costruire da se stesso i nessi ignorati, ci troveremo di fronte a due concezioni molto differenti (tanto come e' differente il ruolo del docente secondo che lo si concepisca come il trasmettere informazioni (...) o il creare le condizioni per la scoperta e l'invenzione" (p. 101). Il terzo punto muove dall'interrogativo se sia "possibile completare semplicemente l'interpretazione introducendo alcuni elementi della teoria piagettiana" (p. 102). Di fatto piu' che di un completamento si tratta di un ripensamento, soprattutto di quegli aspetti della teoria freudiana che sembrano basarsi su una teoria associazionistica dell'apprendimento per la quale egli risulta tributario alla cultura del suo tempo, pur essendo per il resto geniale innovatore. "Nulla obbliga ad accettare queste osservazioni di Freud sullo sviluppo cognitivo come definitive mentre, al contrario, alcune delle premesse freudiane sono contrarie alla concezione epistemologica fondamentale che presiede la sua opera" (p. 105). Ma questo ripensamento si basa su un ineludibile punto di forza, "un punto fondamentale sul quale Freud e Piaget confluiscono senza lasciar adito a dubbi: per entrambi la realta' non coincide con il fatto obiettivo, cosi' come potrebbe essere descritto da un supposto osservatore imparziale, ma piuttosto la realta' e' il reale tal quale e' trasformato dal soggetto. Quando Freud smette di cercare il fatto traumatico che starebbe all'origine della nevrosi, e passa a cercare non il traumatico in se' ma il modo in cui i fatti - qualunque essi fossero - sono interpretati dal soggetto, abbandona una concezione empirista della conoscenza, concezione empirista alla quale si oppone dai suoi inizi l'opera di Piaget (benche' senza cadere per questo nell'idealismo, ma impostando una interazione dialettica tra l'oggettivo e il soggettivo, con costruzione di entrambi i termini della relazione - soggetto e oggetto - a partire da una interazione tra un organismo biologico - non ancora soggetto conoscente - e un mondo esterno - benche' non frammentato in oggetti di conoscenza" (p. 104). "Il punto di opposizione piu' netto tra Freud e Piaget si colloca al livello dell'origine della conoscenza: Piaget pone l'azione come unica fonte di conoscenza (...), e rendera' conto dei passi successivi attraverso i quali l'azione, inizialmente esteriore (...) si convertira' in azione interiorizzata, cioe' in pensiero. Freud, al contrario, derivera' il pensiero dalla rappresentazione e manterra', quando si riferisce al pensiero cosciente, la dicotomia tra pensiero e azione (dicotomia che non si presenta negli stessi termini quando allude al pensiero inconscio)" (p. 107). Come Piaget "nei suoi riferimenti al funzionamento affettivo e' tributario di concezioni anteriori (...), reciprocamente, gli psicoanalisti di formazione freudiana non commetterebbero un'eresia se accettassero un ripensamento di certi aspetti dell'opera freudiana, aspetti minori per cio' che concerne il corpo teorico complessivo, ma importanti per cio' che riguarda la pratica cosi' come i processi di integrazione teorica" (pp. 105-106). 5. RIFLESSIONE. MIRIAM SIMOS: NELLA COMPLETEZZA DELLE DIFFERENZE [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci inviato questo testo di Miriam Simos. Miriam Simos (meglio nota con lo pseudonimo di "Starhawk"), e' scrittrice, libera religiosa, insegnante nelle libere universita' dell'area di S. Francisco; ha pubblicato La danza a spirale nel 1979 (edizione italiana, Macro, 2002) e molti altri testi tra cui i due romanzi La quinta cosa sacra (edizione italiana, Tea) e Mercurio. E' attiva nei gruppi di religiosita' naturale ed in quelli femministi; ha fondato ReClaiming, un'organizzazione che unisce il senso del sacro all'attivismo politico ed e' presente in tutte le campagne del movimento no-global (o new-global, se si preferisce). Fa anche parte di un collettivo (Rant, Root Activists' Network of Trainers) che propone seminari su come organizzare azioni dirette nonviolente e vivere in maniera ecologica. E' stata fra le organizzatrici delle proteste di Seattle, Washington, Quebec City] Assieme alle culture di molti differenti tempi e luoghi noi nominiamo queste cose come sacre: acqua, fuoco, terra ed aria. Che noi li si veda come il respiro, l'energia, il sangue ed il corpo della Madre, o come doni benedetti del Creatore, o come simboli dell'interdipendenza che sostiene tutta la vita, sappiamo che nulla puo' vivere senza di essi. Nominare come sacri i quattro elementi e' affermare che essi hanno un valore e che nessuno ha il diritto di appropriarsene o di ridurli a merce o profittare di essi a scapito degli altri. Tutte le persone, tutte le creature viventi sono parte della vita della Terra e percio' sono sacre. Nessuno di noi sta piu' in alto o piu' in basso di un altro. Solo la giustizia puo' garantire il bilanciamento. Solo il bilanciamento ecologico puo' sostenere la liberta'. Solo nella liberta', la quinta cosa sacra che nominiamo, lo spirito, puo' fiorire nella completezza delle sue differenze. Onorare queste cose sacre e' creare le condizioni in cui il nutrimento, la sostenibilita', l'ambiente, la conoscenza, la liberta' e la bellezza possono svilupparsi. Onorare il sacro e' rendere l'amore possibile. A questo noi dedichiamo la nostra intelligenza, la nostra volonta', la nostra curiosita', il nostro coraggio, il nostro silenzio e le nostre voci. 6. APPELLI. PER LA COSTRUZIONE DELLA CASA PER LA PACE "DOMENICO ANTONIO CARDONE" A PALMI [Da Raffaello Saffioti (per contatti: via Zara 24, 89015 Palmi (Rc), tel. 096622183, e-mail: rsaffi at libero.it) riceviamo e diffondiamo questo appello per la costruzione della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" a Palmi. Raffaello Saffioti e' segretario dell'Associazione amici dell'Antiquarium e dell'Associazione amici della Pietrosa] Il filosofo di Palmi Domenico Antonio Cardone, morto nel 1986 nella citta' ove era nato e vissuto, e' stato commemorato lo scorso anno, nel centenario della nascita, come filosofo della pace e della nonviolenza, con nuovi studi e ricerche che, tra l'altro, hanno portato alla scoperta e alla pubblicazione delle lettere del filosofo ad Aldo Capitini. Dal fervore dei nuovi studi era nata l'idea, resa anche nota, che la casa dove il filosofo visse, nella strada che oggi porta il suo nome, venisse conservata non solo come casa-museo, ma con la biblioteca donata al Comune divenisse centro di studi e iniziative per la pace e la nonviolenza. La demolizione della casa per opera dei nuovi proprietari e' stata avvertita dalla coscienza della comunita' civica come offesa inaudita alla memoria del filosofo. La casa va ricostruita. Noi riteniamo che Domenico Antonio Cardone sia stato non solo uno dei figli piu' illustri della citta' di Palmi e della Calabria, ma anche uno dei piu' grandi testimoni del nostro tempo, per avere speso la sua vita, con tutte le sue opere, al servizio della pace per la salvezza dell'umanita'. Proprio il suo impegno intellettuale ed etico gli merito' la candidatura al Premio Nobel per la Pace del 1963. L'epigrafe scolpita sulla stele eretta in suo onore sul monte Sant'Elia di Palmi recita: "Apri' nuovi orizzonti alla filosofia All'arte alla morale Con la visione della vita Come divenire di liberta' creativa tensione continua di ricerca d'un universo d'amore". Il corso della storia, con l'impetuoso sviluppo del movimento planetario per la pace, evidenziato dalle manifestazioni del 15 febbraio di quest'anno, ci rende oggi piu' capaci di comprendere il valore del pensiero profetico del nostro filosofo e di apprezzare la sua eredita', morale e materiale, come patrimonio comune dell'umanita'. Siamo interpreti non solo di un autentico sentimento popolare della nostra comunita', ma anche di un'esigenza del nostro tempo. Chiediamo che il Comune di Palmi e la Regione Calabria, che ha scritto "pace e nonviolenza" tra i principi fondamentali del suo nuovo Statuto, siano le prime istituzioni chiamate ad impegnarsi per la costruzione a Palmi della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone". In via Cardone 12 a Palmi vive il genius loci, l'anima piu' profonda della nostra terra. Quel sito va difeso come luogo sacro della memoria, per il futuro. Merita di essere dichiarato "bene culturale". Ci rivolgiamo alle Istituzioni, ma non ci limitiamo a chiedere perche' altri facciano. Le nostre associazioni, come espressione della societa' civile, s'impegnano per la ricostruzione della Casa, confortati dal sostegno della figlia del filosofo, Elsa, che ha dichiarato la volonta' di donare tutto quanto possiede di cio' che apparteneva a suo padre "perche' divenga stimolo per l'accrescimento culturale e morale delle generazioni presenti e future". Per realizzare il nostro progetto, abbiamo bisogno del sostegno delle associazioni e dei movimenti per la pace e la nonviolenza. A loro chiediamo di esprimere atti di solidarieta' da indirizzare all'assessore alla cultura della Regione Calabria (via Alberti 4, 88100 Catanzaro, fax: 0961709245), e al sindaco del Comune di Palmi (e-mail: palmi at i2000net.it, fax: 096622305). Associazione amici dell'Antiquarium Associazione amici della Pietrosa 7. MEMORIA. GIUSEPPE CHIOFALO: UN PROFILO DI DOMENICO ANTONIO CARDONE [Da Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) riceviamo e diffondiamo. Giuseppe Chiofalo e' autore del volume Domenico Antonio Cardone: una filosofia per la vita, Rubbettino, Soveria Mannelli 1987] Domenico Antonio Cardone (Palmi, 21 gennaio 1902 - 18 settembre 1986): il suo pensiero si spinse fino al mistero della vita ed al divino della nostra esperienza in divenire. Nell'orizzonte, interamente umano, religioso, politico, economico, egli affermo' il principio della vita, come una "plausibile ipotesi di Dio". Nell'arte come nella morale, nel rapporto tra eterno e tempo, indico' l'unita' fra gli uomini, componendo un originalissimo rapporto tra metafisica ed intesa morale. Per quest'insonne ricerca del fondamento di umanesimo etico, di sovrumanita' non di singoli ma planetaria perche' insegnata dall'utopia di Gesu', conferi' alla filosofia compiti di intesa comune, nel rispetto delle diverse professioni di fede. Alle sue opere filosofiche, poetiche, letterarie, si affiancano attivita' ed iniziative pratiche, culturali, didattiche, morali, politiche, sociali, religiose. La sua visione filosofica si specifica in una visione etica ed estetica del mondo. Etica e morale segnano nella maturita' del suo pensiero, l'essenza spiritualistica del divenire vitale; mentre l'accettazione della provvisorieta' dell'esperienza vitale, nei suoi scritti e nelle sue opere, nelle sue argomentazioni esplicite come nel silenzio, si apre alla coscienza dell'evoluzione cosmica e alla visione della vera liberta' di scelte personali nella solidarieta' del comune esperire come esperienza etica. Nel pensiero e nell'opera di Domenico Antonio Cardone, la pace, quindi, e' il valore fondamentale per la concretezza degli altri valori di civilta' morale. Domenico Antonio Cardone considera la filosofia portatrice di decise iniziative di pace, non solo teoriche ma anche di pratica attuazione, in quanto la filosofia della pace "non predica senza operare". Filosofia della pace e' attivo impegno, che solleva la pratica dai rituali della pura circolazione di idee, per essere luogo dinamico di "una comunione fatta di atti piu' che di parole". Per questo compito, Domenico Antonio Cardone e' filosofo della pace e della nonviolenza. Pace e nonviolenza sono gli obiettivi sui quali convergono le sue attivita' pratiche, tra cui l'adesione nel 1951 al movimento per la nonviolenza, promosso da Aldo Capitini; nel 1952, la partecipazione agli studi del "Centro Internazionale per la nonviolenza" a Perugia e alla fondazione della "Societa' vegetariana italiana"; l'adesione alla prima marcia per la pace Perugia-Assisi, organizzata nel 1961 pure da Aldo Capitini. I suoi scritti, centinaia, di filosofia, arte, religione, storia, etica, nonche' letterari e di varia umanita', sono esposti e commentati in Biobibliografia critica di Domenico Antonio Cardone (a cura della Societa' filosofica calabrese, Bologna 1962, Cosenza 1980). Gia' dalla lettura di tale opera, dedicata alla luminosa figura del filosofo della pace, si rileva con estrema chiarezza che da via Cesare Battisti n. 12 in Palmi, un pensiero si e' irradiato verso il mondo. Rilevante e' stata l'influenza della rivista "Ricerche filosofiche", da lui fondata e diretta (1931-1967),alla quale hanno collaborato studiosi di tutto il mondo. Va infine ricordato che Domenico Antonio Cardone fondo' e diresse la Societa' filosofica calabrese (1948-1979). Una particolare menzione merita la sua designazione al Premio Nobel per la Pace (1963). 8. GLI IDILLI DI MARGUTTE: GITA A GUANTANAMO. PARLA LA GUIDA TURISTICA E quelle sono le gabbie dei feroci neppure il sole li rincivilisce pensi che pregano parlando in arabo lei si figuri se Nostro Signore li puo' capire senza traduttore. Oltre le mine ci sono i comunisti intera un'isola di comunisti; lei non ci credera', sanno giocare a baseball e sono comunisti. Non so perche' non li annientiamo tutti, per i sigari, forse, e per l'esempio di come li teniamo sotto tiro. E questi qui sono i nostri ragazzi a tutto pronti per la liberta' in tutto il mondo, e questo e' il nostro motto: a costo di ammazzarvi tutti quanti difenderemo 'sti diritti umani. I bagni stanno la', la' c'e' il fast-food. 9. MAESTRI. ANGELA ALES BELLO: UN PROFILO TEOLOGICO DI EDMUND HUSSERL [Da AA. VV., Lexicon. Dizionario dei teologi, Piemme, Casale Monferrato (Al) 1998, pp. 680-681. Angela Ales Bello, decano della Facolta' di Filosofia dell'Universita' Lateranense a Roma, direttrice del Centro italiano di ricerche fenomenologiche, direttrice della rivista "Aquinas", fa parte del comitato di redazione di numerose riviste italiane e straniere, e' curatrice dell'edizione italiana delle opere di Edith Stein presso Citta' Nuova; e' tra le piu' grandi studiose del pensiero fenomenologico; tra le sue opere: Husserl e la storia, 1972; L'oggettivita' come pregiudizio. Analisi di inediti husserliani sulle scienze, 1982; Husserl. Sul problema di Dio, Roma 1985; Husserl e le scienze, 1986; Fenomenologia dell'essere umano. Lineamenti di una filosofia al femminile, Citta' Nuova, Roma 1992; Culture e religioni. Una lettura fenomenologica, Citta' Nuova, Roma 1997; Edith Stein. Invito alla lettura, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1999; Edith Stein. patrona d'Europa, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000; Edith Stein. La passione per la verita', Edizioni Messaggero Padova, 1998, 2003. Edmund Husserl (1859-1938) e' il grande filosofo fondatore della scuola fenomenologica. Tra le opere di Edmund Husserl a nostro avviso occorre leggere almeno Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica, Einaudi, Torino, e La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, Il Saggiatore, Milano. Opere su Edmund Husserl: alcune agili introduzioni sono Renzo Raggiunti, Introduzione a Husserl, Laterza, Roma-Bari 1970; Stefano Poggi, Husserl e la fenomenologia, Sansoni, Firenze 1973; Renato Cristin, Invito al pensiero di Husserl, Mursia, Milano 2002 (a questa recente monografia si rinvia anche per una bibliografia aggiornata). Ovviamente sono fondamentali gli studi husserliani di Enzo Paci] Nato in una famiglia ebrea a Prossnitz nel 1859 e morto a Friburgo in Bresgovia 1938. Frequenta i corsi di laurea in astronomia e filosofia a Lipsia e quelli di matematica a Berlino. Nel 1884 ascolta le lezioni di Franz Brentano a Vienna. Si converte al cristianesimo ricevendo il battesimo nella Chiesa evangelica nel 1886. Laureatosi in filosofia e matematica, nel 1900 viene nominato professore presso la facolta' di filosofia dell'universita' di Gottinga dove inizia l'elaborazione del suo metodo fenomenologico; intorno a lui si forma un circolo di giovani studiosi, alcuni dei quali - Adolf Reinach, Jean Hering, Hedwig Conrad-Martius - sviluppano la fenomenologia in senso realistico. Nel 1916 si trasferisce all'universita' di Friburgo in Besgovia. Si dedica completamente alla ricerca e all'insegnamento; pubblica, con la collaborazione dei suoi assistenti - fra i quali Edith Stein, Martin Heidegger, Stephan Strasser, Eugen Fink - alcuni risultati delle sue analisi; tuttavia queste ultime rimangono in gran parte inedite e stanno confluendo nella collana Husserliana. Nel 1934 e 1935 viene invitato a Vienna e a Praga per tenere due conferenze nelle quali denuncia la crisi culturale e politica che investe in particolare la Germania. Dopo la sua morte padre Hermann Leo van Breda trasporta i suoi manoscritti a Lovanio dove nel 1939 viene fondato l'Archivio Husserl. * Il metodo fenomenologico che si fonda sull'epoche' di ogni nozione acquisita e ogni conoscenza gia' data, tende in primo luogo a rintracciare in modo intuitivo l'essenza di ogni realta' sottoposta ad esame (riduzione eidetica). L'ambito che viene evidenziato in modo particolare e' quello relativo all'io puro, alla coscienza costituita dai puri vissuti e in cio' consiste il secondo passo della riduzione, quella trascendentale. Le vie di approccio a tale dimensione proposte da Husserl sono molteplici; si nota che tutte, pero', una volta individuato l'ambito della coscienza e dei suoi correlati, pongono la questione del fondamento ultimo, culminano, cioe', con il problema di Dio. Anche se quest'ultimo non viene tematizzato in modo specifico, e' presente come sfondo necessario, presentandosi di volta in volta come trascendenza assoluta (via cartesiana), come "monade somma" (via dell'intersoggettivita'), come punto d'arrivo della teleologia presente nella realta' fisica e spirituale (via oltre le ontologie). La vita spirituale con la sua dimensione etica e' particolarmente significativa per raggiungere il principio teologico, in quanto risponde alla domanda, altrimenti inevasa, perche' il bene piuttosto che il male? In ogni caso e' all'interno della coscienza che si pone la questione di Dio, nel versante della ricerca filosofica, come assoluto punto d'arrivo riconosciuto dalla ragione, e nel versante dell'esperienza religiosa vissuta nell'interiorita' e confermata dalla rivelazione alla quale corrisponde la ricerca teologica. L'analisi di Husserl rispetto al problema di Dio si mostra articolata, complessa, non racchiusa in una singola opera, ma sparsa nei suoi scritti editi e inediti, spesso attraverso accenni o brevi riflessioni. Egli in primo luogo affronta la questione filosofica del fondamento ultimo, quindi si interessa del Dio dei filosofi. In secondo luogo accetta la rivelazione e la fede e quindi afferma la legittimita' delle teologia, come dimostra in particolare una lettera a Przywara del 1932, nella quale, pero', si avanza anche la questione "del genuino senso fenomenologico di Dio". Scrivendo a Rudolf Otto nel 1919 Husserl aveva gia' sottolineato l'esigenza "dell'esame delle possibilita' essenziali e delle necessita' essenziali della coscienza religiosa e dei suoi correlati". Da questa ultima direzione delle analisi husserliane deriva quella importante disciplina che e' la fenomenologia della religione soprattutto per merito di G. van der Leeuw. * Bibliografia Opere: tra le principali si ricordano: Logische Untersuchungen I, II, Tuebingen 1968; Ideen zu einer reinen Phaenomenologie und phaenomenologischen Philosophie I, II, III (Husserliana, voll. III, IV, V); Cartesianische Meditationen und Pariser Vortraege (Husserliana vol. I); Die Krisis der europaeischen Wissenschaften und die transzendentale Phaenomenologie (Husserliana vol. VI). Studi: H. L. (van) Breda, Husserl et le probleme de Dieu, in Proceedings of the 10th Congress of Philosophy, Amsterdam 1949; H. Dumery, Le probleme de Dieu en philosophie de la religion, Paris 1957; S. Strasser, History, Teleology and God in the Philosophy of Edmund Husserl, in "Analecta Husserliana", vol. IX, Dordrecht 1979; M. Sancipriano, Teleology and Costitution of Spiritual Forms, ivi; A. Ales Bello, Husserl. Sul problema di Dio, Roma 1985. 10. MAESTRI. LEV TOLSTOJ: CHE FARE [Da Leone Tolstoi, Il regno di Dio e' in voi, Fratelli Bocca, Roma 1894, ristampa anastatica Publiprint-Manca, Trento-Genova 1988, p. 382. Lev Tolstoj, nato nel 1828 e scomparso nel 1910, non solo grandissimo scrittore, ma anche educatore e riformatore religioso e sociale, propugnatore della nonviolenza. Opere di Lev Tolstoj: tralasciando qui le opere letterarie (ma cfr. almeno Tutti i romanzi, Sansoni, Firenze; e alcuni dei piu' grandi racconti, come La morte di Ivan Il'ic, e Padre Sergio), della gigantesca pubblicistica tolstojana segnaliamo particolarmente almeno Quale scuola, Mondadori, Milano; La confessione, SE, Milano; Perche' la gente si droga? e altri saggio su societa', politica, religione, Mondadori, Milano; Il regno di Dio e' in voi, Bocca, Roma, poi Publiprint-Manca, Trento-Genova; La legge della violenza e la legge dell'amore, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona; La vera vita, Manca, Genova. Opere su Lev Tolstoj: dal nostro punto di vista segnaliamo particolarmente Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e Tolstoj, Il Mulino, Bologna; Pier Cesare Bori, Tolstoj, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi); Pier Cesare Bori, L'altro Tolstoj, Il Mulino, Bologna; Amici di Tolstoi (a cura di), Tolstoi il profeta, Il segno dei Gabrielli, S. Pietro in Cariano (Vr). Indirizzi utili: "Amici di Tolstoi", c/o Gloria Gazzeri, via Casole d'Elsa 13, 00139 Roma, tel. 068125697, e-mail: amiciditolstoi at tiscalinet.it] Dividi cio' che hai cogli altri, non accumulare ricchezze, non insuperbirti, non rubare, non fare soffrire, non uccidere, non fare agli altri cio' che non vorresti che fosse fatto a te stesso, tutto cio' e' stato detto, non diciotto secoli, ma cinquemila anni fa, e non vi potrebbe essere dubbio sulla verita' di questa legge se l'ipocrisia non esistesse. 11. RILETTURE. JOHN DEWEY: LOGICA, TEORIA DELL'INDAGINE John Dewey, Logica, teoria dell'indagine, Einaudi, Torino 1949, 1974, 2 volumi, pp. XXXII + 686. Il capolavoro di Dewey (1859-1952) nella classica traduzione di Aldo Visalberghi. 12. RILETTURE: AGNES HELLER: LA TEORIA DEI BISOGNI IN MARX Agnes Heller, La teoria dei bisogni in Marx, Feltrinelli, Milano 1974, 1978, pp. 168. Un libro che resta di grande interesse di una delle maggiori pensatrici viventi. 13. RILETTURE. LUCE IRIGARAY: IO, TU, NOI Luce Irigaray, Io, tu, noi. Per una cultura della differenza, Bollati Boringhieri, Torino 1992, pp. 116, lire 15.000. Un'agile raccolta di acuti interventi di una delle piu' influenti pensatrici contemporanee. 14. RILETTURE. PETR KROPOTKIN: CAMPI, FABBRICHE, OFFICINE Petr Kropotkin, Campi, fabbriche, officine, Edizioni antistato, Milano 1975, 1982, pp. 238. A cura di Colin Ward, un classico del pensiero anarchico. 15. RILETTURE. ROSEMARY RUETHER: PER UNA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE DELLA DONNA, DEL CORPO, DELLA NATURA Rosemary Ruether, Per una teologia della liberazione della donna, del corpo, della natura, Queriniana, Brescia 1976, pp. 240. Una raccolta di saggi della grande teologa, di grande rilevanza. 16. RILETTURE. ALFRED SOHN-RETHEL: LAVORO INTELLETTUALE E LAVORO MANUALE Alfred Sohn-Rethel, Lavoro intellettuale e lavoro manuale. Per la teoria della sintesi sociale, Feltrinelli, Milano 1977, 1979, pp. 192. Un'opera ancora fondamentale per una riflessione ineludibile. 17. RILETTURE. AMEDEO VIGORELLI: PIERO MARTINETTI Amedeo Vigorelli, Piero Martinetti. La metafisica civile di un filosofo dimenticato, Bruno Mondadori, Milano 1998, pp. 432, lire 29.000. Un'utilissima monografia su Martinetti (1872-1943), uno dei grandi pensatori italiani della nonviolenza. 18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 19. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 650 del 22 agosto 2003
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