La nonviolenza e' in cammino. 650



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 650 del 22 agosto 2003

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: due stragi
2. Francesca Brezzi: liberta'
3. Norma Bertullacelli: da Genova per il popolo iracheno
4. Maria Luigia Casieri: una sintesi di Emilia Ferreiro e Juan Carlos
Volnovich, "Supuestos cognoscitivos en terapia psicoanalitica de ninos",
1981
5. Miriam Simos: nella completezza delle differenze
6. Per la costruzione della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" a
Palmi
7. Giuseppe Chiofalo: un profilo di Domenico Antonio Cardone
8. Gli idilli di Margutte: gita a Guantanamo. Parla la guida turistica
9. Angela Ales Bello: un profilo teologico di Edmund Husserl
10. Lev Tolstoj: che fare
11. Riletture: John Dewey, Logica, teoria dell'indagine
12. Riletture: Agnes Heller, La teoria dei bisogni in Marx
13. Riletture: Luce Irigaray, Io, tu, noi
14. Riletture: Petr Kropotkin, Campi, fabbriche, officine
15. Riletture: Alfred Sohn-Rethel, Lavoro intellettuale e lavoro manuale
16. Riletture: Rosemary Ruether, Per una teologia della liberazione della
donna, del corpo, della natura
17. Riletture: Amedeo Vigorelli, Piero Martinetti
18. La "Carta" del Movimento Nonviolento
19. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: DUE STRAGI
Scrivo queste righe in timore e tremore, esitando e chiedendomi se ancora
una volta non farei meglio a dar retta alla stretta che sento nel cuore, e
tacere. So che quanto scrivo si presta ad essere frainteso, so che molto
occorrerebbe aggiungere e bilanciare. Sara' la bonta' di  chi legge a
svolgere l'implicito, a dialettizzare e integrare il parziale, a cogliere la
direzione cui questo dire allude, a sentire che e' tra le lacrime che questa
voce parla, a sapere che e' dalla parte delle vittime che questo
ragionamento si colloca.
*
La strage di Bagdhad reca due messaggi, anzi tre.
Il primo: che vi e' una guerra in corso.
Il secondo: che l'Onu in questa guerra sciaguratamente non e' parte terza,
ma responsabile diretto di oltre un decennio di embargo genocida.
Il terzo: che se non ci si affretta a far cessare l'occupazione militare
coloniale (cui anche l'Italia follemente, illegalmente, scelleratamente
partecipa), la mattanza si intensifichera' sempre piu'. E far cessare
l'occupazione militare e' l'unico modo per promuovere credibili ed efficaci
interventi umanitari e per favorire la costruzione di una dialettica
democratica fondata sulla sovranita' popolare, con la consapevolezza degli
immani problemi da affrontare, ma con la consapevolezza altresi' che la
guerra e l'occupazione militare, in se' e col loro portato di stragi,
devastazioni e rapine, tutto aggravano e incancreniscono e portano alla
catastrofe.
*
La strage di Gerusalemme reca un messaggio, sempre lo stesso: che ogni
percorso di pace che con grande strazio e incertezza e fatica si riesca ad
avviare trovera' ad ostacolarlo le stragi piu' efferate, i massacri piu'
abominevoli, una spirale di orrori e di disperazione che nuovi orrori e
nuova disperazione genereranno.
Ma la pace e' l'unica via, l'unica possibilita' di salvezza per tutti. Che
fare, dunque?
Occorre spezzare la spirale della violenza assassina, occorre disarmare
tutti i terroristi. Come e' possibile farlo?
E' facolta' e possibilita' nelle mani del governo di Israele di fare un
primo passo unilaterale: di ritiro dai territori occupati, di smantellamento
degli insediamenti, di riconoscimento dell'esistenza dello stato
palestinese. Un passo unilaterale che aiuti concretamente, efficacemente, il
popolo palestinese e le sue legittime rappresentanze istituzionali a
disarmare i terroristi. Un passo unilaterale come atto di realismo politico
e di scelta ideale.
Un passo unilaterale che chiediamo a Israele per l'amore che a Israele
portiamo, perche' nella vicenda storica del suo popolo riconosciamo in
concreto e in figura cio' che piu' conta di noi stessi e dell'umanita'.
Un passo unilaterale che sia l'esatto contrario del cedimento a un mostruoso
ricatto di gruppi stragisti, un passo unilaterale che sia un gesto di
verita'-amore al mondo intero, un atto di forza, della forza piu' grande e
piu' pura, la forza della nonviolenza che si traduce in politica e legge
(nell'attuale distretta dell'umanita', su questo crinale apocalittico - per
usare le parole di Ernesto Balducci -, la nonviolenza puo' e deve divenire
fondamentale principio giuriscostituente, e gia' ad esempio e' avvenuto in
Sudafrica con la Commissione per la verita' e la riconciliazione).
A questo passo unilaterale la comunita' internazionale dovrebbe affiancare
un altro passo unilaterale: un grande piano di aiuti e garanzie sia allo
stato di Israele che allo stato di Palestina. Poiche' li' e' in gioco un
conflitto che tanti ne innerva, e la possibilita' di una gestione e
risoluzione civile e nonviolenta di quel conflitto e' banco di prova e
necessita' la piu' urgente per l'umanita' intera.

2. CONCETTI. FRANCESCA BREZZI: LIBERTA'
[Da Francesca Brezzi, Dizionario dei termini e dei concetti filosofici,
Newton Compton, Roma 1995, pp. 57-58. Francesca Brezzi e' docente di
filosofia morale e teoretica all'Universita' di Roma III. Tra le sue opere:
Filosofia e interpretazione, Bologna 1969; Fenelon, filosofo della
religione, Perugia 1979; Inquieta limina, tra filosofia e religione, Roma
1992; A partire dal gioco. Per i sentieri di un pensiero ludico, Genova
1992; Dizionario dei concetti filosofici, Roma 1995; La passione di pensare.
Angela da Foligno, Maddalena de' Pazzi, Jeanne Guyon, Roma 1998; Ricoeur.
Interpretare la fede, Padova 1999]
Termine che in generale indica lo stato di un soggetto che agisce senza
costrizioni o limiti, autodeterminandosi. Essendo molti i campi in cui si
puo' esercitare la liberta', si puo' parlare di liberta' politica, o morale,
o religiosa, o economica etc. Qui ci occuperemo solo del concetto filosofico
di liberta' che e' presupposto in certo senso agli altri.
Nel mondo greco la liberta' era concepita in due modi: sia come liberta' del
cittadino della polis, fornito cioe' di tutti i diritti politici, sia in
relazione al concetto di fato, al quale tutti, anche gli dei, devono
sottostare; in questo caso liberta' significava accettazione e adesione alla
legge dell'armonia cosmica (nella tragedia e negli stoici). Con i sofisti,
ma soprattutto con Aristotele, si sviluppo' l'idea della liberta' come
responsabilita' morale: nell'Etica nicomachea, Aristotele analizza la
liberta' del volere come razionalita', cioe' azione voluta dall'agente, dopo
adeguata conoscenza di tutte le circostanze dell'azione stessa.
Nel pensiero cristiano il tema della liberta' si complico' in relazione al
peccato compiuto da Adamo, che avrebbe reso tutti gli uomini schiavi, e in
contrapposizione quindi agli impulsi sensibili che aggravano questo stato di
non-liberta'. Da qui il necessario intervento della grazia divina come
liberazione dell'uomo e lo svilupparsi della tematica del libero arbitrio
cioe' del rapporto liberta' umana - grazia, prescienza e onnipotenza del
Creatore, predestinazione etc.
Nell'eta' moderna il pensiero filosofico ha sviluppato questo tema sia nel
senso razionalistico che empiristico: da un lato Cartesio definisce la
liberta' come scelta concreta per arrivare alla verita', mentre Spinoza nega
la liberta' individuale riconoscendo solo quella della sostanza, dall'altro
Hobbes, e dopo anche Locke e Hume, che danno una connotazione negativa di
liberta' qualificandola come assenza di impedimenti. Con Kant la liberta' e'
propria del mondo noumenico e dell'anima, ma non si puo' cogliere nel mondo
fenomenico dell'esperienza, pertanto essa e' un "postulato della ragion
pratica".
Nel pensiero romantico la liberta' invece ritorna ad essere caratteristica
dell'Assoluto: secondo Hegel la liberta' individuale non e' altro che una
manifestazione o astuzia della liberta' dello Spirito assoluto nel suo
tornare a se stesso dopo l'alienazione. Contro questa concezione di liberta'
si battera' Kierkegaard in nome della liberta' come possibilita' di scelta
propria dell'individuo, accentuandone il carattere di drammaticita',
concetto che sara' poi ripreso dall'esistenzialismo novecentesco che
parlera' di liberta' come scacco dell'esistenza (Jaspers) o come condanna
alla liberta' (Sartre).

3. INCONTRI. NORMA BERTULLACELLI: DA GENOVA PER IL POPOLO IRACHENO
[Da Norma Bertullacelli riceviamo e diffondiamo. Norma Bertullacelli (per
contatti: norma.b at libero.it), insegnante, amica della nonviolenza,
collaboratrice di questo foglio, e' impegnata nella "Rete controg8 per la
globalizzazione dei diritti" di Genova]
Venerdi' 22 agosto, alle ore 17,30, alla casa per la pace e la nonviolenza
di Genova (piazza Palermo 10/b), incontreremo Angelo Gandolfi, recentemente
rientrato da Bagdad; la' ha collaborato all'organizzazione delle attivita'
di solidarieta' e di volontariato dell'ong Berretti bianchi onlus, di cui fa
parte.
Suo compito specifico era verificare la possibilita' di aprire a Bagdad
un'"ambasciata di pace" che possa elaborare e gestire progetti di
riconciliazione, di elaborazione del lutto, di ricostituzione del tessuto
sociale e di gestione della fase postconflittuale.
Chiunque sia interessata/o e' invitata/o a partecipare.

4. MATERIALI. MARIA LUIGIA CASIERI: UNA SINTESI DI EMILIA FERREIRO E JUAN
CARLOS VOLNOVICH, "SUPUESTOS COGNOSCITIVOS EN TERAPIA PSICOANALITICA DE
NINOS", 1981
[Proseguiamo la pubblicazione di una serie di schede bibliografiche curate
da Maria Luigia Casieri relative all'opera di Emilia Ferreiro. Maria Luigia
Casieri insegna nella scuola dell'infanzia ed e' una delle principali
collaboratrici di questo foglio; ha preso parte a varie iniziative di pace,
di solidarieta', per i diritti; ha tenuto relazioni a convegni e corsi di
aggiornamento, e contribuito a varie pubblicazioni. Emilia Ferreiro,
argentina, docente in Messico, pedagogista illustre, e' una delle piu'
grandi studiose viventi del processi di alfabetizzazione; e' di fondamentale
importanza il suo contributo sul tema dell'apprendimento della lettura e
della scrittura da parte dei bambini. Tra le opere di Emilia Ferreiro si
veda in primo luogo l'ormai classico volume scritto insieme ad Ana
Teberosky, La costruzione della lingua scritta nel bambino, Giunti, Firenze
1985. Juan Carlos Volnovich e' una delle figure di rilievo della
psicoanalisi in Argentina e in America Latina, e dell'impegno per i diritti
umani e la liberazione dei popoli]
Data di edizione: 1981 e 1986. Tipo di documento. Capitolo nel libro di
Rene' Diatkine, Emilia Ferreiro, E. Garcia Reinoso, Serge Lebovici, Juan
Carlos Volnovich, Problemas de interpretacion en psicoanalisis de ninos.
Titolo: Supuestos cognoscitivos en terapia psicoanalitica de ninos. Luogo di
edizione: Barcelona, Buenos Aires. Casa editrice: Gedisa. Pagine: 37-108.
Lingua: spagnolo. Abstract: Il saggio contesta alle pratiche terapeutiche
psicoanalitiche la realizzazione di interpretazioni che non prendono in
considerazione i livelli infantili dello sviluppo cognitivo, procedendo
cosi', in molti casi, a supposizioni errate di cio' che un bambino dovrebbe
sapere. A questo riguardo e' diffusa l'interpretazione, ad esempio, in
termini di repressione, sintomatica di un conflitto nevrotico, di cio' che
semplicemente non e' stato ancora acquisito nel normale percorso evolutivo
del bambino. Inoltre nella comunicazione tra terapeuta e bambino molte
informazioni sono offerte al bambino prescindendo dalle sue effettive
capacita' di elaborazione e di assimilazione. Pertanto l'incomprensione
degli schemi assimilatori operanti nel bambino impedisce una percezione
realistica di cio' che egli effettivamente e' in grado di comprendere.
Infine si mette in discussione la concezione kleiniana e  bioniana dei
processi mediante i quali si costruisce l'acquisizione di conoscenza,
ampiamente basati sul concetto di "precomprensione", a fronte del ruolo
costruttivo del soggetto che apprende, di matrice piagettiana. Il testo si
conclude auspicando un ripensamento di certi aspetti dell'opera freudiana,
aspetti minori per cio' che concerne il corpo teorico complessivo, ma
importanti per cio' che riguarda la pratica cosi' come i processi di
integrazione teorica.
*
Sintesi
Scopo del lavoro e' mettere a fuoco l'esigenza di "reimpostare alcuni
aspetti fondamentali della tecnica interpretativa alla luce dei dati e delle
interpretazioni teoriche esistenti sullo sviluppo della conoscenza nel
bambino" (p. 39).
Cio' in quanto "l'interpretazione che allude al conflitto nevrotico assume
necessariamente una qualche concezione sullo sviluppo cognitivo" (p. 39). Di
qui, la necessita' di "separare, in questo duro processo di rendere
cosciente l'incosciente, le concezioni sulla supposta atemporalita'
dell'inconscio e la conoscenza pertinente dello sviluppo cognitivo" (p. 39).
Sviluppo che si realizza nel tempo, in una successione ordinata di tappe e
di acquisizioni di conoscenze. Quest'ultimo assunto confligge con una idea
diffusa in psicoanalisi, secondo la quale "ogni conoscenza che nel corso del
trattamento appaia a livello cosciente preesisteva gia' a livello inconscio,
(...) poiche' il processo terapeutico consiste nell'eliminare la repressione
in modo tale che il bambino possa accedere a questa conoscenza" (p. 40).
In realta' ci sembra dubbio che possa essere sostenuta una tale teoria se
non sulla base di un qualche fraintendimento, o che non risulti quanto meno
datata e sottoposta a revisione, per quanto implicitamente.
Tuttavia la nozione di "fase dello sviluppo" e' presente in molti aspetti
della teoria psicoanalitica.
In primo luogo nell'ambito "dell'evoluzione dell'attivita' libidica. Quando
si parla di fase libidica, si fa riferimento alle tappe dello sviluppo del
bambino caratterizzate da un'organizzazione piu' o meno evidente della
libido, sotto la primazia di una zona erogena e dal predominio di una
modalita' di relazione con l'oggetto" (p. 42).
Altre linee evolutive sono rintracciabili nell'evoluzione dal principio di
piacere al principio di realta' e nello sviluppo dell'io. E molti autori
hanno lavorato in vario modo a individuare l'esistenza di alcune fasi: dai
meccanismi di difesa ritenuti piu' o meno evoluti da Anna Freud, alla fase
dello specchio lacaniana, dall'individuazione delle posizioni
schizoparanoide e depressiva della Klein al "tentativo di schematizzare lo
sviluppo delle fasi dell'evoluzione libidica (...) in corrispondenza con i
distinti stati patologici" (p. 44) operata da Abraham.
"Resta in primo luogo da segnalare che Freud non si occupo' di elaborare una
teoria complessiva delle fasi, che raggruppasse non soltanto le fasi della
libido ma le fasi dell'io. A nostro modo di vedere non si tratta
semplicemente del fatto che il pensiero di Freud restasse incompleto, ma per
lui la possibilita' di trovare una dialettica e una struttura tra distinte
linee evolutive era prioritario per determinare le cause della nevrosi,
soprattutto rispetto all'obiettivo di indicare con precisione lo sviluppo
evolutivo della personalita' umana. Anche in questo senso, benche' la teoria
freudiana sia una di quelle che nella storia della psicologia di piu' ha
contribuito a promuovere il concetto di fase, apparentemente non utilizza
nei suoi scritti fondamentali questa parola nel senso che le attribuisce la
psicologia genetica quando postula in ciascun livello di evoluzione una
struttura d'insieme di carattere integrativo" (p. 44).
Tuttavia, "cosi' come Freud elimina i limiti netti tra il normale e il
patologico, Piaget elimina i limiti netti tra il razionale e l'irrazionale,
tra conoscenza scientifica e conoscenza comune, quando identifica nelle
condotte di un bambino piccolo la pratica incipiente della scienza,
l'organizzazione delle azioni che permettono di progredire nella conoscenza
del mondo" (p. 54). In particolare laddove il supposto "a-logico" viene
individuato come caratterizzato da una logica differente da quella adulta.
La diffusione della psicoanalisi e della psicoanalisi infantile a Buenos
Aires e' particolarmente influenzata dal lavoro di Melanie Klein. Ma e' a
Arminda Aberastury che si deve un lavoro di approfondimento e di
divulgazione. Alle sue sedute si attinge quindi per trarre esempi che
documentino la prosecuzione dei ragionamenti proposti.
In primo luogo, il saggio contesta alle pratiche terapeutiche
psicoanalitiche la realizzazione di interpretazioni che non prendono in
considerazione i livelli infantili dello sviluppo cognitivo, procedendo
cosi', in molti casi, a supposizioni errate di cio' che un bambino dovrebbe
sapere. A questo riguardo e' diffusa l'interpretazione, ad esempio, in
termini di repressione, sintomatica di un conflitto nevrotico, di cio' che
semplicemente non e' stato ancora acquisito nel normale percorso evolutivo
del bambino.
Cio' accade in riferimento al concetto di tempo, alla padronanza del gioco
con regole, ai processi di apprendimento mediante cui si ottiene la
conoscenza, e alle condotte il cui processo di acquisizione dipende da un
pratica scolastica, quali la scrittura e il calcolo.
In particolare sui processi di apprendimento si suppone che la semplice
osservazione di un fenomeno o di un comportamento altrui, sia sufficiente
per la comprensione del fenomeno o per apprendere procedure, "senza prendere
in considerazione cio' che sarebbe necessario che il soggetto possedesse per
potere assimilare questa conoscenza" (p. 66).
Pertanto non e' tanto in discussione la possibile correttezza
dell'interpretazione relativa al conflitto affettivo, ma ci si chiede se e
in che misura essa possa essere confermata una volta compresi gli schemi
assimilatori disponibili al bambino e quanto delle sue condotte dipenda da
essi o piuttosto da dinamiche affettive.
Un secondo problema che viene affrontato e' quello dell'elaborazione di
informazioni da parte del bambino. Nella comunicazione tra terapeuta e
bambino molte informazioni sono offerte al bambino prescindendo dalle sue
effettive capacita' di elaborazione e di assimilazione. Pertanto
l'incomprensione degli schemi assimilatori operanti nel bambino impedisce
una percezione realistica di cio' che egli effettivamente e' in grado di
comprendere.
Cio' vale anche nel caso in cui sia intendimento dell'analista offrire
elementi di conoscenza oggettiva per correggere concezioni erronee, come
spesso accade soprattutto nell'ambito delle conoscenze di tipo sessuale.
Anzi, a questo riguardo, "la possibilita' di tollerare concezioni erronee da
parte dei bambini, il permettere loro di fantasticare sulle leggi del
funzionamento del corpo e sulla realta' puo' essere arricchente e risulta
piu' di una volta intorpidito e inibito da una certa informazione 'adeguata'
che sembra temere che il bambino possa immaginare o ipotizzare e che compie
una funzione repressiva confermando questo inesorabile ritorno del represso,
questa volta attraverso la cosiddetta 'informazione adeguata'" (p. 82).
Infine si mette in discussione la concezione della scuola kleiniana e
bioniana dei processi mediante i quali si costruisce l'acquisizione di
conoscenza, ampiamente basati sul concetto di "precomprensione" a fronte del
ruolo costruttivo del soggetto che apprende, di matrice piagettiana.
La linea di ragionamento fin qui seguita viene articolata in tre punti
conclusivi.
Tenendo conto che le strategie di soluzione dei conflitti cognitivi sono la
fonte dell'evoluzione degli schemi assimilatori, "risulta allora ovvio che
non e' l'assenza di conflitto cio' che caratterizza lo sviluppo cognitivo.
Ma nemmeno si tratta di un conflitto derivato dal conflitto affettivo. (...)
E' invece possibile identificare certi conflitti affettivi espressi
attraverso la logica propria alla soluzione dei conflitti cognitivi di un
determinato periodo dello sviluppo" (p. 99).
Il secondo punto riguarda il ruolo attribuito all'interpretazione e alla
trasmissione di informazione specifica. Tra pratica psicoterapeutica e
pratica pedagogica vi e' in comune l'intento di far evolvere le modalita' di
relazionarsi con se stessi, le conoscenze e il mondo, e cio' si fa
inevitabilmente attraverso una teoria dell'apprendimento che comporti il
fornire connessioni o l'aiutare a scoprirle.
"Se l'interpretazione dello psicoanalista di bambini e' concepita come il
provvedere al paziente il nesso tra contenuti inconsci, o tra contenuti con
grado diverso di accesso alla coscienza, oppure come il creare le condizioni
che permettano al paziente di costruire da se stesso i nessi ignorati, ci
troveremo di fronte a due concezioni molto differenti (tanto come e'
differente il ruolo del docente secondo che lo si concepisca come il
trasmettere informazioni (...) o il creare le condizioni per la scoperta e
l'invenzione" (p. 101).
Il terzo punto muove dall'interrogativo se sia "possibile completare
semplicemente l'interpretazione introducendo alcuni elementi della teoria
piagettiana" (p. 102).
Di fatto piu' che di un completamento si tratta di un ripensamento,
soprattutto di quegli aspetti della teoria freudiana che sembrano basarsi su
una teoria associazionistica dell'apprendimento per la quale egli risulta
tributario alla cultura del suo tempo, pur essendo per il resto geniale
innovatore.
"Nulla obbliga ad accettare queste osservazioni di Freud sullo sviluppo
cognitivo come definitive mentre, al contrario, alcune delle premesse
freudiane sono contrarie alla concezione epistemologica fondamentale che
presiede la sua opera" (p. 105).
Ma questo ripensamento si basa su un ineludibile punto di forza, "un punto
fondamentale sul quale Freud e Piaget confluiscono senza lasciar adito a
dubbi: per entrambi la realta' non coincide con il fatto obiettivo, cosi'
come potrebbe essere descritto da un supposto osservatore imparziale, ma
piuttosto la realta' e' il reale tal quale e' trasformato dal soggetto.
Quando Freud smette di cercare il fatto traumatico che starebbe all'origine
della nevrosi, e passa a cercare non il traumatico in se' ma il modo in cui
i fatti - qualunque essi fossero - sono interpretati dal soggetto, abbandona
una concezione empirista della conoscenza, concezione empirista alla quale
si oppone dai suoi inizi l'opera di Piaget (benche' senza cadere per questo
nell'idealismo, ma impostando una interazione dialettica tra l'oggettivo e
il soggettivo, con costruzione di entrambi i termini della relazione -
soggetto e oggetto - a partire da una interazione tra un organismo
biologico - non ancora soggetto conoscente - e un mondo esterno - benche'
non frammentato in oggetti di conoscenza" (p. 104).
"Il punto di opposizione piu' netto tra Freud e Piaget si colloca al livello
dell'origine della conoscenza: Piaget pone l'azione come unica fonte di
conoscenza (...), e rendera' conto dei passi successivi attraverso i quali
l'azione, inizialmente esteriore (...) si convertira' in azione
interiorizzata, cioe' in pensiero. Freud, al contrario, derivera' il
pensiero dalla rappresentazione e manterra', quando si riferisce al pensiero
cosciente, la dicotomia tra pensiero e azione (dicotomia che non si presenta
negli stessi termini quando allude al pensiero inconscio)" (p. 107).
Come Piaget "nei suoi riferimenti al funzionamento affettivo e' tributario
di concezioni anteriori (...), reciprocamente, gli psicoanalisti di
formazione freudiana non commetterebbero un'eresia se accettassero un
ripensamento di certi aspetti dell'opera freudiana, aspetti minori per cio'
che concerne il corpo teorico complessivo, ma importanti per cio' che
riguarda la pratica cosi' come i processi di integrazione teorica" (pp.
105-106).

5. RIFLESSIONE. MIRIAM SIMOS: NELLA COMPLETEZZA DELLE DIFFERENZE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per
averci inviato questo testo di Miriam Simos. Miriam Simos (meglio nota con
lo pseudonimo di "Starhawk"), e' scrittrice, libera religiosa, insegnante
nelle libere universita' dell'area di S. Francisco; ha pubblicato La danza a
spirale nel 1979 (edizione italiana, Macro, 2002) e molti altri testi tra
cui i due romanzi La quinta cosa sacra (edizione italiana, Tea) e Mercurio.
E' attiva nei gruppi di religiosita' naturale ed in quelli femministi; ha
fondato ReClaiming, un'organizzazione che unisce il senso del sacro
all'attivismo politico ed e' presente in tutte le campagne del movimento
no-global (o new-global, se si preferisce). Fa anche parte di un collettivo
(Rant, Root Activists' Network of Trainers) che propone seminari su come
organizzare azioni dirette nonviolente e vivere in maniera ecologica. E'
stata fra le organizzatrici delle proteste di Seattle, Washington, Quebec
City]
Assieme alle culture di molti differenti tempi e luoghi noi nominiamo queste
cose come sacre: acqua, fuoco, terra ed aria. Che noi li si veda come il
respiro, l'energia, il sangue ed il corpo della Madre, o come doni benedetti
del Creatore, o come simboli dell'interdipendenza che sostiene tutta la
vita, sappiamo che nulla puo' vivere senza di essi.
Nominare come sacri i quattro elementi e' affermare che essi hanno un valore
e che nessuno ha il diritto di appropriarsene o di ridurli a merce o
profittare di essi a scapito degli altri.
Tutte le persone, tutte le creature viventi sono parte della vita della
Terra e percio' sono sacre. Nessuno di noi sta piu' in alto o piu' in basso
di un altro.
Solo la giustizia puo' garantire il bilanciamento. Solo il bilanciamento
ecologico puo' sostenere la liberta'. Solo nella liberta', la quinta cosa
sacra che nominiamo, lo spirito, puo' fiorire nella completezza delle sue
differenze. Onorare queste cose sacre e' creare le condizioni in cui il
nutrimento, la sostenibilita', l'ambiente, la conoscenza, la liberta' e la
bellezza possono svilupparsi. Onorare il sacro e' rendere l'amore possibile.
A questo noi dedichiamo la nostra intelligenza, la nostra volonta', la
nostra curiosita', il nostro coraggio, il nostro silenzio e le nostre voci.

6. APPELLI. PER LA COSTRUZIONE DELLA CASA PER LA PACE "DOMENICO ANTONIO
CARDONE" A PALMI
[Da Raffaello Saffioti (per contatti: via Zara 24, 89015 Palmi (Rc), tel.
096622183, e-mail: rsaffi at libero.it) riceviamo e diffondiamo questo appello
per la costruzione della Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone" a
Palmi. Raffaello Saffioti e' segretario dell'Associazione amici
dell'Antiquarium e dell'Associazione amici della Pietrosa]
Il filosofo di Palmi Domenico Antonio Cardone, morto nel 1986 nella citta'
ove era nato e vissuto, e' stato commemorato lo scorso anno, nel centenario
della nascita, come filosofo della pace e della nonviolenza, con nuovi studi
e ricerche che, tra l'altro, hanno portato alla scoperta e alla
pubblicazione delle lettere del filosofo ad Aldo Capitini.
Dal fervore dei nuovi studi era nata l'idea, resa anche nota, che la casa
dove il filosofo visse, nella strada che oggi porta il suo nome, venisse
conservata non solo come casa-museo, ma con la biblioteca donata al Comune
divenisse centro di studi e iniziative per la pace e la nonviolenza.
La demolizione della casa per opera dei nuovi proprietari e' stata avvertita
dalla coscienza della comunita' civica come offesa inaudita alla memoria del
filosofo.
La casa va ricostruita.
Noi riteniamo che Domenico Antonio Cardone sia stato non solo uno dei figli
piu' illustri della citta' di Palmi e della Calabria, ma anche uno dei piu'
grandi testimoni del nostro tempo, per avere speso la sua vita, con tutte le
sue opere, al servizio della pace per la salvezza dell'umanita'. Proprio il
suo impegno intellettuale ed etico gli merito' la candidatura al Premio
Nobel per la Pace del 1963.
L'epigrafe scolpita sulla stele eretta in suo onore sul monte Sant'Elia di
Palmi recita:
"Apri' nuovi orizzonti alla filosofia
All'arte alla morale
Con la visione della vita
Come divenire di liberta' creativa
tensione continua di ricerca
d'un universo d'amore".
Il corso della storia, con l'impetuoso sviluppo del movimento planetario per
la pace, evidenziato dalle manifestazioni del 15 febbraio di quest'anno, ci
rende oggi piu' capaci di comprendere il valore del pensiero profetico del
nostro filosofo e di apprezzare la sua eredita', morale e materiale, come
patrimonio comune dell'umanita'.
Siamo interpreti non solo di un autentico sentimento popolare della nostra
comunita', ma anche di un'esigenza del nostro tempo.
Chiediamo che il Comune di Palmi e la Regione Calabria, che ha scritto "pace
e nonviolenza" tra i principi fondamentali del suo nuovo Statuto, siano le
prime istituzioni chiamate ad impegnarsi per la costruzione a Palmi della
Casa per la pace "Domenico Antonio Cardone".
In via Cardone 12 a Palmi vive il genius loci, l'anima piu' profonda della
nostra terra. Quel sito va difeso come luogo sacro della memoria, per il
futuro. Merita di essere dichiarato "bene culturale".
Ci rivolgiamo alle Istituzioni, ma non ci limitiamo a chiedere perche' altri
facciano. Le nostre associazioni, come espressione della societa' civile,
s'impegnano per la ricostruzione della Casa, confortati dal sostegno della
figlia del filosofo, Elsa, che ha dichiarato la volonta' di donare tutto
quanto possiede di cio' che apparteneva a suo padre "perche' divenga stimolo
per l'accrescimento culturale e morale delle generazioni presenti e future".
Per realizzare il nostro progetto, abbiamo bisogno del sostegno delle
associazioni e dei movimenti per la pace e la nonviolenza. A loro chiediamo
di esprimere atti di solidarieta' da indirizzare all'assessore alla cultura
della Regione Calabria (via Alberti 4, 88100 Catanzaro, fax: 0961709245), e
al sindaco del Comune di Palmi (e-mail: palmi at i2000net.it, fax: 096622305).
Associazione amici dell'Antiquarium
Associazione amici della Pietrosa

7. MEMORIA. GIUSEPPE CHIOFALO: UN PROFILO DI DOMENICO ANTONIO CARDONE
[Da Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) riceviamo e
diffondiamo. Giuseppe Chiofalo e' autore del volume Domenico Antonio
Cardone: una filosofia per la vita, Rubbettino, Soveria Mannelli 1987]
Domenico Antonio Cardone (Palmi, 21 gennaio 1902 - 18 settembre 1986): il
suo pensiero si spinse fino al mistero della vita ed al divino della nostra
esperienza in divenire. Nell'orizzonte, interamente umano, religioso,
politico, economico, egli affermo' il principio della vita, come una
"plausibile ipotesi di Dio". Nell'arte come nella morale, nel rapporto tra
eterno e tempo, indico' l'unita' fra gli uomini, componendo un
originalissimo rapporto tra metafisica ed intesa morale.
Per quest'insonne ricerca del fondamento di umanesimo etico, di sovrumanita'
non di singoli ma planetaria perche' insegnata dall'utopia di Gesu',
conferi' alla filosofia compiti di intesa comune, nel rispetto delle diverse
professioni di fede.
Alle sue opere filosofiche, poetiche, letterarie, si affiancano attivita' ed
iniziative pratiche, culturali, didattiche, morali, politiche, sociali,
religiose. La sua visione filosofica si specifica in una visione etica ed
estetica del mondo.
Etica e morale segnano nella maturita' del suo pensiero, l'essenza
spiritualistica del divenire vitale; mentre l'accettazione della
provvisorieta' dell'esperienza vitale, nei suoi scritti e nelle sue opere,
nelle sue argomentazioni esplicite come nel silenzio, si apre alla coscienza
dell'evoluzione cosmica e alla visione della vera liberta' di scelte
personali nella solidarieta' del comune esperire come esperienza etica.
Nel pensiero e nell'opera di Domenico Antonio Cardone, la pace, quindi, e'
il valore fondamentale per la concretezza degli altri valori di civilta'
morale. Domenico Antonio Cardone considera la filosofia portatrice di decise
iniziative di pace, non solo teoriche ma anche di pratica attuazione, in
quanto la filosofia della pace "non predica senza operare". Filosofia della
pace e' attivo impegno, che solleva la pratica dai rituali della pura
circolazione di idee, per essere luogo dinamico di "una comunione fatta di
atti piu' che di parole".
Per questo compito, Domenico Antonio Cardone e' filosofo della pace e della
nonviolenza. Pace e nonviolenza sono gli obiettivi sui quali convergono le
sue attivita' pratiche, tra cui l'adesione nel 1951 al movimento per la
nonviolenza, promosso da Aldo Capitini; nel 1952, la partecipazione agli
studi del "Centro Internazionale per la nonviolenza" a Perugia e alla
fondazione della "Societa' vegetariana italiana"; l'adesione alla prima
marcia per la pace Perugia-Assisi, organizzata nel 1961 pure da Aldo
Capitini.
I suoi scritti, centinaia, di filosofia, arte, religione, storia, etica,
nonche' letterari e di varia umanita', sono esposti e commentati in
Biobibliografia critica di Domenico Antonio Cardone (a cura della Societa'
filosofica calabrese, Bologna 1962, Cosenza 1980). Gia' dalla lettura di
tale opera, dedicata alla luminosa figura del filosofo della pace, si rileva
con estrema chiarezza che da via Cesare Battisti n. 12 in Palmi, un pensiero
si e' irradiato verso il mondo. Rilevante e' stata l'influenza della rivista
"Ricerche filosofiche", da lui fondata e diretta (1931-1967),alla quale
hanno collaborato studiosi di tutto il mondo. Va infine ricordato che
Domenico Antonio Cardone fondo' e diresse la Societa' filosofica calabrese
(1948-1979). Una particolare menzione merita la sua designazione al Premio
Nobel per la Pace (1963).

8. GLI IDILLI DI MARGUTTE: GITA A GUANTANAMO. PARLA LA GUIDA TURISTICA

E quelle sono le gabbie dei feroci
neppure il sole li rincivilisce
pensi che pregano parlando in arabo
lei si figuri se Nostro Signore
li puo' capire senza traduttore.

Oltre le mine ci sono i comunisti
intera un'isola di comunisti;
lei non ci credera', sanno giocare
a baseball e sono comunisti.
Non so perche' non li annientiamo tutti,
per i sigari, forse, e per l'esempio
di come li teniamo sotto tiro.

E questi qui sono i nostri ragazzi
a tutto pronti per la liberta'
in tutto il mondo, e questo e' il nostro motto:
a costo di ammazzarvi tutti quanti
difenderemo 'sti diritti umani.

I bagni stanno la', la' c'e' il fast-food.

9. MAESTRI. ANGELA ALES BELLO: UN PROFILO TEOLOGICO DI EDMUND HUSSERL
[Da AA. VV., Lexicon. Dizionario dei teologi, Piemme, Casale Monferrato (Al)
1998, pp. 680-681. Angela Ales Bello, decano della Facolta' di Filosofia
dell'Universita' Lateranense a Roma, direttrice del Centro italiano di
ricerche fenomenologiche, direttrice della rivista "Aquinas", fa parte del
comitato di redazione di numerose riviste italiane e straniere, e' curatrice
dell'edizione italiana delle opere di Edith Stein presso Citta' Nuova; e'
tra le piu' grandi studiose del pensiero fenomenologico; tra le sue opere:
Husserl e la storia, 1972; L'oggettivita' come pregiudizio. Analisi di
inediti husserliani sulle scienze, 1982; Husserl. Sul problema di Dio, Roma
1985; Husserl e le scienze, 1986; Fenomenologia dell'essere umano.
Lineamenti di una filosofia al femminile, Citta' Nuova, Roma 1992; Culture e
religioni. Una lettura fenomenologica, Citta' Nuova, Roma 1997; Edith Stein.
Invito alla lettura, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 1999; Edith Stein.
patrona d'Europa, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2000; Edith Stein. La
passione per la verita', Edizioni Messaggero Padova, 1998, 2003. Edmund
Husserl (1859-1938) e' il grande filosofo fondatore della scuola
fenomenologica. Tra le opere di Edmund Husserl a nostro avviso occorre
leggere almeno Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia
fenomenologica, Einaudi, Torino, e La crisi delle scienze europee e la
fenomenologia trascendentale, Il Saggiatore, Milano. Opere su Edmund
Husserl: alcune agili introduzioni sono Renzo Raggiunti, Introduzione a
Husserl, Laterza, Roma-Bari 1970; Stefano Poggi, Husserl e la fenomenologia,
Sansoni, Firenze 1973; Renato Cristin, Invito al pensiero di Husserl,
Mursia, Milano 2002 (a questa recente monografia si rinvia anche per una
bibliografia aggiornata). Ovviamente sono fondamentali gli studi husserliani
di Enzo Paci]
Nato in una famiglia ebrea a Prossnitz nel 1859 e morto a Friburgo in
Bresgovia 1938. Frequenta i corsi di laurea in astronomia e filosofia a
Lipsia e quelli di matematica a Berlino. Nel 1884 ascolta le lezioni di
Franz Brentano a Vienna. Si converte al cristianesimo ricevendo il battesimo
nella Chiesa evangelica nel 1886.
Laureatosi in filosofia e matematica, nel 1900 viene nominato professore
presso la facolta' di filosofia dell'universita' di Gottinga dove inizia
l'elaborazione del suo metodo fenomenologico; intorno a lui si forma un
circolo di giovani studiosi, alcuni dei quali - Adolf Reinach, Jean Hering,
Hedwig Conrad-Martius - sviluppano la fenomenologia in senso realistico.
Nel 1916 si trasferisce all'universita' di Friburgo in Besgovia. Si dedica
completamente alla ricerca e all'insegnamento; pubblica, con la
collaborazione dei suoi assistenti - fra i quali Edith Stein, Martin
Heidegger, Stephan Strasser, Eugen Fink - alcuni risultati delle sue
analisi; tuttavia queste ultime rimangono in gran parte inedite e stanno
confluendo nella collana Husserliana.
Nel 1934 e 1935 viene invitato a Vienna e a Praga per tenere due conferenze
nelle quali denuncia la crisi culturale e politica che investe in
particolare la Germania.
Dopo la sua morte padre Hermann Leo van Breda trasporta i suoi manoscritti a
Lovanio dove nel 1939 viene fondato l'Archivio Husserl.
*
Il metodo fenomenologico che si fonda sull'epoche' di ogni nozione acquisita
e ogni conoscenza gia' data, tende in primo luogo a rintracciare in modo
intuitivo l'essenza di ogni realta' sottoposta ad esame (riduzione
eidetica). L'ambito che viene evidenziato in modo particolare e' quello
relativo all'io puro, alla coscienza costituita dai puri vissuti e in cio'
consiste il secondo passo della riduzione, quella trascendentale. Le vie di
approccio a tale dimensione proposte da Husserl sono molteplici; si nota che
tutte, pero', una volta individuato l'ambito della coscienza e dei suoi
correlati, pongono la questione del fondamento ultimo, culminano, cioe', con
il problema di Dio. Anche se quest'ultimo non viene tematizzato in modo
specifico, e' presente come sfondo necessario, presentandosi di volta in
volta come trascendenza assoluta (via cartesiana), come "monade somma" (via
dell'intersoggettivita'), come punto d'arrivo della teleologia presente
nella realta' fisica e spirituale (via oltre le ontologie).
La vita spirituale con la sua dimensione etica e' particolarmente
significativa per raggiungere il principio teologico, in quanto risponde
alla domanda, altrimenti inevasa, perche' il bene piuttosto che il male? In
ogni caso e' all'interno della coscienza che si pone la questione di Dio,
nel versante della ricerca filosofica, come assoluto punto d'arrivo
riconosciuto dalla ragione, e nel versante dell'esperienza religiosa vissuta
nell'interiorita' e confermata dalla rivelazione alla quale corrisponde la
ricerca teologica.
L'analisi di Husserl rispetto al problema di Dio si mostra articolata,
complessa, non racchiusa in una singola opera, ma sparsa nei suoi scritti
editi e inediti, spesso attraverso accenni o brevi riflessioni. Egli in
primo luogo affronta la questione filosofica del fondamento ultimo, quindi
si interessa del Dio dei filosofi. In secondo luogo accetta la rivelazione e
la fede e quindi afferma la legittimita' delle teologia, come dimostra in
particolare una lettera a Przywara del 1932, nella quale, pero', si avanza
anche la questione "del genuino senso fenomenologico di Dio". Scrivendo a
Rudolf Otto nel 1919 Husserl aveva gia' sottolineato l'esigenza "dell'esame
delle possibilita' essenziali e delle necessita' essenziali della coscienza
religiosa e dei suoi correlati". Da questa ultima direzione delle analisi
husserliane deriva quella importante disciplina che e' la fenomenologia
della religione soprattutto per merito di G. van der Leeuw.
*
Bibliografia
Opere: tra le principali si ricordano: Logische Untersuchungen I, II,
Tuebingen 1968; Ideen zu einer reinen Phaenomenologie und
phaenomenologischen Philosophie I, II, III (Husserliana, voll. III, IV, V);
Cartesianische Meditationen und Pariser Vortraege (Husserliana vol. I); Die
Krisis der europaeischen Wissenschaften und die transzendentale
Phaenomenologie (Husserliana vol. VI).
Studi: H. L. (van) Breda, Husserl et le probleme de Dieu, in Proceedings of
the 10th Congress of Philosophy, Amsterdam 1949; H. Dumery, Le probleme de
Dieu en philosophie de la religion, Paris 1957; S. Strasser, History,
Teleology and God in the Philosophy of Edmund Husserl, in "Analecta
Husserliana", vol. IX, Dordrecht 1979; M. Sancipriano, Teleology and
Costitution of Spiritual Forms, ivi; A. Ales Bello, Husserl. Sul problema di
Dio, Roma 1985.

10. MAESTRI. LEV TOLSTOJ: CHE FARE
[Da Leone Tolstoi, Il regno di Dio e' in voi, Fratelli Bocca, Roma 1894,
ristampa anastatica Publiprint-Manca, Trento-Genova 1988, p. 382. Lev
Tolstoj, nato nel 1828 e scomparso nel 1910, non solo grandissimo scrittore,
ma anche educatore e riformatore religioso e sociale, propugnatore della
nonviolenza. Opere di Lev Tolstoj: tralasciando qui le opere letterarie (ma
cfr. almeno Tutti i romanzi, Sansoni, Firenze; e alcuni dei piu' grandi
racconti, come La morte di Ivan Il'ic, e Padre Sergio), della gigantesca
pubblicistica tolstojana segnaliamo particolarmente almeno Quale scuola,
Mondadori, Milano; La confessione, SE, Milano; Perche' la gente si droga? e
altri saggio su societa', politica, religione, Mondadori, Milano; Il regno
di Dio e' in voi, Bocca, Roma, poi Publiprint-Manca, Trento-Genova; La legge
della violenza e la legge dell'amore, Edizioni del Movimento Nonviolento,
Verona; La vera vita, Manca, Genova. Opere su Lev Tolstoj: dal nostro punto
di vista segnaliamo particolarmente Pier Cesare Bori, Gianni Sofri, Gandhi e
Tolstoj, Il Mulino, Bologna; Pier Cesare Bori, Tolstoj, Edizioni cultura
della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi); Pier Cesare Bori, L'altro Tolstoj,
Il Mulino, Bologna; Amici di Tolstoi (a cura di), Tolstoi il profeta, Il
segno dei Gabrielli, S. Pietro in Cariano (Vr). Indirizzi utili: "Amici di
Tolstoi", c/o Gloria Gazzeri, via Casole d'Elsa 13, 00139 Roma, tel.
068125697, e-mail: amiciditolstoi at tiscalinet.it]
Dividi cio' che hai cogli altri, non accumulare ricchezze, non insuperbirti,
non rubare, non fare soffrire, non uccidere, non fare agli altri cio' che
non vorresti che fosse fatto a te stesso, tutto cio' e' stato detto, non
diciotto secoli, ma cinquemila anni fa, e non vi potrebbe essere dubbio
sulla verita' di questa legge se l'ipocrisia non esistesse.

11. RILETTURE. JOHN DEWEY: LOGICA, TEORIA DELL'INDAGINE
John Dewey, Logica, teoria dell'indagine, Einaudi, Torino 1949, 1974, 2
volumi, pp. XXXII + 686. Il capolavoro di Dewey (1859-1952) nella classica
traduzione di Aldo Visalberghi.

12. RILETTURE: AGNES HELLER: LA TEORIA DEI BISOGNI IN MARX
Agnes Heller, La teoria dei bisogni in Marx, Feltrinelli, Milano 1974, 1978,
pp. 168. Un libro che resta di grande interesse di una delle maggiori
pensatrici viventi.

13. RILETTURE. LUCE IRIGARAY: IO, TU, NOI
Luce Irigaray, Io, tu, noi. Per una cultura della differenza, Bollati
Boringhieri, Torino 1992, pp. 116, lire 15.000. Un'agile raccolta di acuti
interventi di una delle piu' influenti pensatrici contemporanee.

14. RILETTURE. PETR KROPOTKIN: CAMPI, FABBRICHE, OFFICINE
Petr Kropotkin, Campi, fabbriche, officine, Edizioni antistato, Milano 1975,
1982, pp. 238. A cura di Colin Ward, un classico del pensiero anarchico.

15. RILETTURE. ROSEMARY RUETHER: PER UNA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE DELLA
DONNA, DEL CORPO, DELLA NATURA
Rosemary Ruether, Per una teologia della liberazione della donna, del corpo,
della natura, Queriniana, Brescia 1976, pp. 240. Una raccolta di saggi della
grande teologa, di grande rilevanza.

16. RILETTURE. ALFRED SOHN-RETHEL: LAVORO INTELLETTUALE E LAVORO MANUALE
Alfred Sohn-Rethel, Lavoro intellettuale e lavoro manuale. Per la teoria
della sintesi sociale, Feltrinelli, Milano 1977, 1979, pp. 192. Un'opera
ancora fondamentale per una riflessione ineludibile.

17. RILETTURE. AMEDEO VIGORELLI: PIERO MARTINETTI
Amedeo Vigorelli, Piero Martinetti. La metafisica civile di un filosofo
dimenticato, Bruno Mondadori, Milano 1998, pp. 432, lire 29.000.
Un'utilissima monografia su Martinetti (1872-1943), uno dei grandi pensatori
italiani della nonviolenza.

18. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

19. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la
pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 650 del 22 agosto 2003