[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Newsletter N. 28 del 14 Luglio 2003
- Subject: Newsletter N. 28 del 14 Luglio 2003
- From: newsletter at bbs.olografix.org (Newsletter)
- Date: Thu, 24 Jul 2003 15:41:20 +0200
============================================ *** Associazione Culturale Telematica *** ********** "Metro Olografix" ********** Newsletter n. 28 del 14 luglio 2003 ============================================ IN PRIMO PIANO ------------------------- "Genova, nome per nome. Le violenze, i responsabili, le ragioni: inchiesta sui giorni e i fatti del G8". Un libro di "Terre di Mezzo" e "Altreconomia". Pagg. 624, Euro 25. Con Cd-Rom allegato. Per la prima volta le violenze del G8 hanno nomi e cognomi: Carlo Gubitosa, giornalista di "PeaceLink" presente a Genova durante le contestazioni del 2001, racconta via per via e piazza per piazza sette giorni che hanno sconvolto l'Italia. La materia prima utilizzata per questa inchiesta e' l'esperienza diretta dell'autore, rafforzata da due anni di indagini e dall'analisi di decine di filmati, centinaia di fotografie, testimonianze dirette delle vittime dei pestaggi, relazioni di servizio delle forze dell'ordine, atti parlamentari e fascicoli giudiziari. Il Cd-Rom allegato contiene una inedita ricostruzione videofotografica dei fatti di piazza Alimonda, gallerie di immagini e filmati sulle violenze di strada e sulle attivita' del "controvertice", le testimonianze video dei manifestanti arrestati, gli atti integrali del comitato parlamentare d'indagine. Prefazione di Lorenzo Guadagnucci. i diritti d'autore del Cd-Rom saranno devoluti al "Comitato Verita' e Giustizia per Genova". Per informazioni: Carlo Gubitosa - c.gubitosa at peacelink.it - 3492258342 - - SCHEDA DI PRESENTAZIONE Dalla protesta di Seattle alle violenze della scuola Diaz, questo libro raccoglie la memoria storica di sette giorni che hanno cambiato il corso della storia e della politica del paese. Mentre in Italia infuriava il ciclone mediatico fatto di libri istantanei, polemiche giornalistiche, manipolazioni televisive e ricostruzioni politicizzate, l'autore di questo libro e' andato controcorrente, raccogliendo con pazienza per due anni materiali e fonti dirette per un dossier di 624 pagine. Una memoria lucida, precisa e testarda dei fatti di quei giorni, culminati a maggio di quest'anno con l'ambigua archiviazione delle indagini sulla morte di Carlo Giuliani, che chiudono un percorso giudiziario ricostruito per la prima volta in forma compiuta all'interno di questo libro. Grazie al confronto incrociato tra decine di fonti indipendenti, molte questioni ancora aperte di quel luglio insanguinato trovano finalmente una risposta: Come mai nelle Caserme di Bolzaneto e Forte San Giuliano la procura di Genova ha proibito i colloqui degli arrestati con i loro avvocati? Perche' il vertice e' costato venti volte di piu' delle devastazioni? E' vero che i black bloc colpiscono solo le vetrine delle grandi multinazionali? A Genova ci sono stati poliziotti inflitrati tra i devastatori? Tra i "neri" c'erano anche ultra' e criminali comuni? Chi ha ordinato la carica dei carabinieri che ha dato il via agli scontri culminati in piazza Alimonda? Come ha fatto un piccolo gruppo di ciclisti "no-global" a violare la zona rossa in bicicletta? Dove dormivano a Genova i black bloc? Perche' Bruno Vespa ha annunciato in televisione il nome del ragazzo ucciso durante gli scontri, quando i genitori non erano ancora stati informati? Quali sono i poliziotti che hanno raccontato i pestaggi compiuti dai loro colleghi all'interno delle scuole Diaz, Pascoli e Pertini? Chi e' il funzionario di polizia che ha ordinato la carica sui manifestanti pacifici in piazza Manin? Perche' un infermiere penitenziario ha perso il lavoro dopo aver raccontato quello che ha visto nella caserma di Bolzaneto? Quanti sono stati i feriti e gli arrestati durante i giorni della contestazione? Perche' il ministro della Giustizia ha dichiarato al comitato parlamentare d'indagine che "il termine campo di concentramento non ha un'accezione negativa"? Come sono arrivate le due "molotov fantasma" all'interno della scuola Diaz? Perche' il documento finale del G8 fa riferimento ai "consumatori" anziche' ai "cittadini" quando si parla di biotecnologie alimentari? Come sono stati spesi i 240 miliardi utilizzati per il vertice? Perche' il gas dei lacrimogeni, respirato abbondantemente da molti manifestanti, ma soprattutto dai poliziotti, e' classificato come "arma chimica" in tempo di guerra e descritto come un agente innocuo in tempo di pace? Tutto questo e molto altro ancora e' raccontato ne "Il libro nero del G8", una inchiesta indipendente sui fatti di Genova pubblicata da Carlo Gubitosa e dalle riviste "Terre di Mezzo" e "Altreconomia", che hanno puntato sulla qualita' e sull'approfondimento di questa ricostruzione per mettere in discussione la superficialita' e la fretta dell'"informazione spettacolo". La parte centrale del volume e' ovviamente dedicata ai "sette giorni di Genova", da lunedi' 16 luglio 2001 alla domenica 22: qui, giorno per giorno, sono descritti avvenimenti ormai dimenticati, come per esempio la bomba che il 16 luglio fa il primo ferito (una lettera esplosiva invita ai Carabinieri di Genova San Fruttuoso) e quelle dei giorni successivi a Rete4, Benetton e a Bologna, ma anche l'arrembaggio di Greenpeace, l'iniziativa di "bici contro G8", la perquisizione al Carlini, i no-global di destra, il concerto di Manu Chao e i lavori del Forum, le azioni dirette nonviolente dei lillipuziani... Fino ad arrivare al corteo dei migranti e al fatidico venerdi' 20 luglio, il giorno della morte di Carlo Giuliani. Qui la ricostruzione si fa minuziosa, con un collage di testimonianze dirette, filmati, foto, relazioni di servizio delle forze dell'ordine, audizioni davanti al Comitato parlamentare d'indagine, perizie. Il libro prosegue con le visite "di cortesia" dei parlamentari di Alleanza nazionale nella sala operativa della Questura di Genova, gli ordini di caricare il corteo di sabato 21, la strategia dei black bloc, la riunione che decide l'assalto alla scuola Diaz. Anche qui, comandi, scelte operative e scelte politiche hanno nome e cognome. E cosi' per quello che succede a Bolzaneto, e nei vari ospedali dove vengono portati i feriti piu' gravi. In coda al libro, oltre ad un corposo indice analitico che raccoglie in 15 pagine tutti i nomi dei protagonisti le vie del G8, e' presente una raccolta di testimonianze dei manifestanti, inviate all'associazione PeaceLink per la realizzazione di un dossier gia' consegnato al segretariato internazionale di Amnesty International. A questo si aggiungono i racconti diretti di alcuni poliziotti e carabinieri, che presentano la loro prospettiva sugli eventi del luglio genovese con una serie di racconti diretti che per la prima volta restituiscono nella loro integrita' i pensieri degli operatori delle forze dell'ordine. "Genova, nome per nome. Le violenze, i responsabili, le ragioni" e' un'inchiesta storica accurata, dettagliata, approfondita fino al limite della sopportazione. Ma e', soprattutto, un atto di passione giornalistica e civile. Perche' solo se si conosce quanto e' accaduto, e perche', e' possibile evitare che errori e orrori della storia (anche quella "breve" delle nostre vite quotidiane) si ripetano. Un testo da leggere e far leggere, che oggi ci permette di capire un po' meglio quello che due anni fa ci era parso tragicamente incomprensibile. - - COME ACQUISTARE IL LIBRO Il libro "Genova, nome per nome" (con cd allegato) puo' essere acquistato al costo di 25 euro in tutte le migliori librerie italiane, e nelle botteghe del commercio equo e solidale di Milano, Genova e Torino a partire dal giorno 18 luglio. Il cd "Genova, nome per nome" verra' distribuito al costo di 7 euro per strada dai venditori di Terre di mezzo nelle citta' in cui sono presenti (Milano, Genova, Roma, Trieste, Piacenza, Torino e alcune altre), nelle botteghe del commercio equo di Milano, Genova e Torino e dai banchetti delle associazioni che lo richiederanno. - - ORDINAZIONI Chi avesse difficolta' a trovare il libro o il cd, puo' ordinarli a Terre di mezzo o ad Altreconomia effettuando un versamento di 26 euro (libro + cd) oppure 8 euro (per il solo cd) sul c/c postale n. 42235200 intestato a: "Cart'armata edizioni", gestione Terre di mezzo, piazza Napoli 30/6, 20146 Milano. In alternativa e' possibile effettuare il versamento anche sul c/c postale n. 14008247 intestato a Altra Economia edizioni, piazza Napoli 30/6, 20146 Milano. Il libro puo' essere richiesto anche per telefono o per fax: e' sufficiente telefonare al numero 02.48953031, o scrivere all'indirizzo segreteria at altreconomia.it - - SCONTI PER GRUPPI E ASSOCIAZIONI I gruppi locali e le associazioni interessate ad acquistare almeno cinque copie del libro con cd allegato o del solo Cd hanno diritto ad uno sconto pari al 30% sul prezzo di copertina. L'ordine delle copie scontate va effettuato contattando direttamente Terre di mezzo/Altreconomia ai recapiti indicati in precedenza. Le spese di spedizione sono a carico di chi ordina. Le persone intenzionate a promuovere la diffusione del libro organizzando incontri e iniziative di presentazione possono contattare l'autore (Carlo Gubitosa) telefonando al 3492258342 oppure scrivendo a c.gubitosa at peacelink.it - - COPERTINA Una immagine ad alta risoluzione della copertina (disponibile per il download e la stampa) e' reperibile all'indirizzo http://www.altreconomia.it/ge_nxn.jpg TECNOLOGIA&INTERNET -------------------------------------- 1-0 per le major Il giudice americano Stephen V.Wilson ha respinto l'istanza della Sharman Networks, distributore del software Kazaa, creato per scambiare file video e musicali in rete, di fare causa per antitrust alle case discografiche e agli studi cinematografici che hanno fatto fronte comune contro l'azienda. La causa era parte della strategia difensiva ideata dalla Sharman Networks in risposta alle accuse di violazione del diritto d'autore provenienti dalle major hollywoodiane Metro Goldwin Mayer, Columbia Pictures, Disney e Paramount, e dalle major discografiche Bmg, Emi, Sony, Universal e Warner. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/10-Luglio-2003/art71.html I combattenti dell'hi-tech americano Negli Usa, la fede nel libero mercato non ha impedito la formazione di un circolo virtuoso rappresentato dai finanziamenti del Pentagono alle università e alle imprese private Un percorso di lettura costeggiando «La rivoluzione elettronica» di Alfred Chandler, «Il secolo dell'innovazione» di Nathan Rosenberg e David Mowery e «I soldi della guerra» di Giuseppe Guarino La magnifica impresa I primi arrivati che resistono e a volte soccombono all'assalto degli sfidanti. L'industria al silicio statunitense dalla radio al computer Eccellenti per forza Il ministero della difesa, l'antitrust e la proprietà intellettuale sono stati gli strumenti del governo per garantire la supremazia del made in Usa BENEDETTO VECCHI http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/11-Luglio-2003/art71.html FILE SHARING Celestial jukebox Partono i primi motori a pagamento, ma il traffico resta limitato GABRIELE DE PALMA Lentamente ma inevitabilmente l'industria discografica americana sta diversificando la propria risposta alla rivoluzione tecnologica, il peer-to-peer (P2P), che mina il controllo fino a ieri incontrastato della distribuzione musicale. TRASPARENZA Le pulci al governo spione Il progetto Gia mette on line tutte le informazioni (e i legami) sugli uomini di potere RAFFAELE MASTROLONARDO Che fare se il governo ti spia? Spialo a tua volta, il governo. E' questa l'idea che sta alla base del Government Information Awareness (Gia), progetto realizzato dal Computing Culture... http://www.ilmanifesto.it/oggi/sezione5.htm http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/13-Luglio-2003/sezione5.htm PHOTOSHOP GENERATION La manipolazione delle immagini è alla portata di tutti e ormai si parla di "photoshopping", in omaggio al programma di Adobe. Tra hobby, satira politica, arte digitale e aggregazione, con buona pace del senso di realtà di Nicola D'Agostino http://www.mytech.it/mytech/internet/art006010048341.jsp TEMI&APPROFONDIMENTI ------------------------------------------ Copyright allo stato minimo Pubblicato il rapporto sulla proprietà intellettuale voluto dal governo francese. Si al diritto d'autore, ma senza limitare la diffusione del sapere. Forti le critiche verso la folle corsa ai brevetti che domina la ricerca scientifica europea e statunitense. Allo stesso tempo viene auspicato che i risultati delle ricerche sul vivente siano di pubblico dominio ANNA MARIA MERLO Fin dove la proprietà intelettuale deve essere considerata un bene privato (e quindi oggetto di brevetto)? A parte la questione del brevetto, la domanda, estremamente attuale, era già stata posta all'epoca dell'Illuminismo. Allora, una polemica aveva opposto Denis Diderot a Condorcet. Secondo il primo, come già per il filosofo scozzese Locke, la proprietà delle produzioni dello spirito era indispensabile per incitare alla ricerca, permettendo all'autore di vivere del proprio lavoro. Per Condorcet, invece, non era moralmente fondata la domanda di imporre una proprietà intellettuale troppo estesa. Oggi, il dilemma resta identico: da un lato, è necessario proteggere il diritto d'autore e la proprietà intellettuale, ma dall'altro c'è il fatto che ogni innovazione si basa su scoperte precedenti (siamo dei nani sulle spelle di giganti, diceva Newton). La collettività deve tener conto dell'utilità sociale. A partire da questo dilemma, il «Consiglio di analisi economica del governo francese pubblica in questi giorni una ricerca» (commissionata ai tempi di Jospin) sulla «Proprietà intellettuale» (rapporti di Jean Tirole, Claude Henry, Michel Trommetter, Laurence Tubiana e Bernard Caillaud, edito da «La documentation française». Sito internet: www.cae.gouv.fr). Il rapporto si concentra su due campi: le biotecnologie, il software e le tecnologie dell'informazione, più precisamente tutti i contenuti veicolati da tecnologie multimediali o le informazioni memorizzate, attraverso una loro rielaborazione, su supporti magnetici o su compact-disk. Non affronta la questione dal punto di vista morale, ma solo economico. Le conclusioni portano a una giudizio negativo, di disfunzionamento, degli uffici brevetti, sia negli Usa che in Europa. Un sistema «malato» nei paesi industrializzati, sottolinea l'economista Daniel Cohen nella parte dei «commenti» del rapporto, nefasto per la società. Oggi, la polemica infuria sull'estensione del campo del brevettabile e sulla sua profondità, ma nel frattempo, il numero dei brevetti esplode: 344mila domande di brevetto presentate negli Usa nel 2001, con una crescita del 45% rispetto al `97. Una crescita esplosiva analoga è registrata in Europa, dove, a settembre, il parlamento europeo, dopo un rinvio provocato dalle mobilitazioni di alcune associazioni per il software libero, sarà chiamato a votare sulla brevettabilità del software. Finora, in Europa il software era escluso dal campo del brevettabile, come le equazioni matematiche o le ricette di cucina. L'esplosione dei brevetti - cioè una protezione monopolistica concessa all'inventore per vent'anni - ha delle consegunze precise: la ricerca è frenata e la concorrenza mutilata dall'abuso di posizione dominante. Gli stati del sud del mondo ne soffrono particolarmente. Quello che è in gioco è la diffusione del sapere umano, da un lato, ma dall'altro è la protezione delle invenzioni per spingere all'innovazione. E' un dosaggio equo tra queste due esigenze contraddittorie che dovrebbe essere trovato, suggeriscono gli autori. Non solo per questioni morali, ma anche per ragioni economiche. Oggi, la frontiera tra ricerca di base e ricerca applicata è diventata vaga e questo nuoce alla difusione di conoscenze a monte dei brevetti. Per non parlare della proliferazione di brevetti contestabili, dovuto anche, a volte, all'incopentenza dei giudici (da questo punto di vista, negli Usa l'uffico brevetti, che è unico, funziona meglio che in Europa). Ma, rispondono i difensori dei brevetti, la ricerca è cara e, senza protezione, non c'è incitazione a proseguire. L'esempio dei brevetti sui medicinali è interessante: il rapporto affronta la questione della riduzione del prezzo sulle medicine per i paesi poveri, possibilità che dovrebbe essere considerata come facente parte di un contratto morale mondiale (per esempio sui medicinali per l'aids, che gli Usa rifiutano di far circolare a prezzo ridotto nei paesi poveri). Ma se questo sistema puo' funzionare per medicinali che servono nel nord ricco come nel sud povero, non funziona per la ricerca su malattie tropicali, come la malaria: chi farà ricerca, se è sottoposto al vincolo di un prezzo basso? A questo punto, dovrebbe intervenire il finanziamento pubblico, anche a privati, sottoposti a precisi vincoli. Nel rapporto la «malattia» del sistema dei brevetti è illustrata da due esempi nel campo della brevettibilità dei geni. La società statunitense Myriad Genetics possiede i diritti, garantiti da brevetti Usa, su due geni - brca1 e brca2 - di predisposizione al cancro al seno. L'«Institut Pasteur» francese li contesta, perché questi brevetti hanno spinto i laboratori ospedalieri, anche negli Usa, a rinunciare a test clinici a partire dai geni brevettati. Inoltre, i brevetti Usa, troppo estesi, coprono tutte le funzioni dei due geni e tutte le applicazioni che ne possono derivare, anche se sconosciute al momento della domanda di brevetto da parte di Myriad Genetics. Il secondo caso esemplare riguarda l'aids. Nel `95, la società Usa «Human Genome Sciences» deposita un brevetto sul gene che contiene la proteina ccr5, senza specificazioni né sulla diagnostica né su lla terapia. Ma, mentre la domanda è all'esame, alcuni ricercatori pubblici statunitensi e belgi scoprono che la proteina ccr5 funziona come un recettore per la penetrazione nelle cellule umane del virus dell'aids HIV. Ma il brevetto viene accordato alla «Human Genome Science» e copre tutte le funzioni della ccr5, anche quelle non scoperte dalla società. Da allora, la «Human Genome Sciences» percepisce delle royalties su tutte le nuove medicine contro l'aids sviluppate a partire dalla scoperta del ruolo della ccr5, anche se questo ruolo è stato trovato da ricercatori pubblici che non avevano nulla a che vedere con la società. Il rapporto suggerisce di escludere i brevetti sui geni, poiché i diritti di proprietà attuali sul vivente sono eccessivamente estesi. Solo l'invenzione dovrebbe essere brevettabile, non la scoperta, invece ormai trattata come un'invenzione. Il brevetto è così diventato un fine in sé, per guadagnare poi con le licenze. Gli autori suggeriscono anche che, per le innovazioni, venga stabili to un sistema di licenze obbligatorie, a un prezzo abbordabile, soprattutto per i paesi in via di sviluppo e per la piccola e media impresa. Infine, escludere il brevetto sui geni e sul vivente impedirebbe alle grandi società di depredare i paesi poveri dello loro risorse naturali, di cui perdono cosi' il controllo. Sul copyright per il software, il rapporto sottolinea che una forma di protezione è necessaria per evitare pirataggi e sfruttamento commerciale di software copiati. Questa protezione pero' dovrebbe essere «rara» (al contrario della tendenza dell'Ufficio europeo brevetti) e «profonda», ma relativamente «ristretta» (non deve coprire altri mercati, attraverso le interfacce). Inoltre, i brevetti in questo campo dovrebbero poter convivere con il «software liberi», cioè non sottoposto alle attuali leggi sulla proprietà intellettuali. Ma, nei commenti, l'economista Lionel Fontagné, sottolinea i rischi nel mondo attuale: ridurre la protezione intellettuale in Europa spingerebbe la ricerca verso gli Usa. Purtroppo, la possibilità di un'intesa mondiale è ancora lontana e ogni sotto-sistema ha interesse a proteggere troppo ciò che vi è a monte della scoperta, per garantirsi una rendita di posizione. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/10-Luglio-2003/art65.html DALLA RETE A(LLA) CARTA E RITORNO di Marco Trotta matro at bbs.olografix.org ------------------------------------------ Carta (http://www.carta.org) - 24/2003 E' nato un "giornale con le antenne". Sabato 21 giugno a Bologna si è festeggiato il primo anno di vita di Tele Orfeo, la prima TV di strada nel progetto Telestreet che è "proliferato" (come amano dire Franco "Bifo" Berardi e Giancarlo "Ambrogio" Vitali) fino a contare decine di realtà simili sparse per l'Italia (www.telestreet.it). L'ultima fatica è il giornale "Telestreet", edito da Derive Approdi, il cui numero zero è stato presentato in una vera e propria festa di strada nel quartiere dove la piccola emittente trasmette, che si è intrecciata con il concomitante Street Rave Parade antiproibizionista tradizionale in questo periodo. Nelle dodici pagine di grafica "desiderante" e dai colori metallici, trovano spazio i temi e la storia del progetto in questo ultimo anno. Telestreet, la "Macchina immaginativa non omologata", illegale per la legge Mammì seppure a difesa dell'art. 21 della costituzione, che si è confrontata con il problema organizzativo di ogni TV che deve produrre uno sforzo considerevole che trasmetta un ora o a ciclo continuo, che lo faccia per l'interero paese o per poche centinaia di persone. Ma anche la Telestreet che ha accompagnato le mobilitazioni a Firenze e Roma contro la guerra, quelle per i diritti, che sfida la crisi "irreversibile di questa società" per "resistere all'orrore omologato, rifiutare l'ipocrisia patinata". Questo numero avrà distribuzione estemporanea nelle librerie delle grandi città, in qualche edicola di Bologna e Roma. Costa 2 euro ma si possono richiedere delle copie a Derive Approdi: derive.approdi at libero.it - 0685358977 Carta (http://www.carta.org) - 24/2003 I Dialer sono piccoli programmi che si trovano in rete. Recentemente hanno fatto notizia, arrivando perfino ad essere argomento di discussione a "Mi Manda Raitre", per una serie di probabili truffe che hanno riguardato qualche migliaio di utenti della rete che si sono visti gonfiare la bolletta telefonica a dismisura. Come funzionano? In pratica diversi utenti si sono fatti attirare da banner pubblicitari che offrivano foto di belle donne o suonerie di cellulari. Ma per ottenerli bisognava scaricare un dialer, che come dice il nome, crea un'altra connessione telefonica ad un numero ad alta tariffa (tipo 166, 709, ecc. anche 3 euro a minuto). Ovviamente il numero è quello del probabile truffatore al quale andranno i soldi del servizio, mentre per l'utente l'operazione risulta così trasparente, anche perché spesso non vengono adeguatamente pubblicizzate le tariffe, che si renderà conto del problema solo alla prima bolletta utile. La notizia è che Telecom ha annunciato che rimborserà i soldi agli utenti che faranno denuncia visto che, comunque, è illegale vendere servizi tramite il 709 (i dettagli su: www.poliziadistato.it). Tutto bene? No, visto che ci sono almeno altre due questioni. In primo luogo il fatto che non tutti i computer possono essere vittime di questi dialer, ma sono quelli Windows ovvero un sistema operativo che rende possibili fin troppe operazioni all'insaputa dell'utente. E poi Telecom che abilita questi servizi di serie a tutti, mentre dovrebbe essere il contrario (se li voglio, li chiedo). E' ancora colpa solo degli utenti che non leggono bene le avvertenze? Links: - Internet: 709, 2 mila denunce a Milano; Indagine della procura http://www.studiocelentano.it/newsflash_dett.asp?id=2539 - DIALER, UNA PARTITA ANCORA APERTA http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44384 - 709, INIZIANO LE OPERAZIONI DI CONTESTAZIONE http://www.zeusnews.it/news.php?cod=2168 IN EDICOLA ------------------------------------------ NEWS DALL'ASSOCIAZIONE ------------------------------------------- Associazione Culturale Telematica Metro Olografix http://www.olografix.org info at olografix.org -------------------------------------------- a cura di Loris "snail" D'Emilio http://www.olografix.org/loris/ Hanno collaborato a questo numero: Nicola "nezmar" D'Agostino http://www.olografix.org/nezmar/ Marco Trotta matro at bbs.olografix.org Ø UNREGISTERED Version of PostMan for Wildcat 5.x
- Prev by Date: cosa sta diventando il nostro Paese?
- Next by Date: Newsletter N. 29 del 21 Luglio 2003
- Previous by thread: cosa sta diventando il nostro Paese?
- Next by thread: Newsletter N. 29 del 21 Luglio 2003
- Indice: