Liberia, la guerra dimenticata. Piu' di 600 civili massacrati



Fonte: L'Unita' On Line
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=27533

22.07.2003
Liberia, la guerra dimenticata. Piu' di 600 civili massacrati
di Leonardo Sacchetti

"Questa e' l'anarchia. Altro che scontro tra due opposte fazioni". Con queste parole, urlate nel caos di Monrovia, Lucio Melandri (responsabile per l'emergenze dell'organizzazione Intersos) cerca di raccontare a l'Unita' il dramma di una citta' allo stremo, insanguinata da giorni e giorni di battaglia, casa per casa, dal lancio indiscriminato di granate, dai saccheggi, da stupri ed esecuzioni sommarie. Questa e' la capitale della Liberia, anche ieri strangolata dall'ennesimo giorno di una guerra che, da oltre 13 anni, ha devastato l'intero paese.

La Manhattan di Monrovia, una penisola che si spinge verso l'oceano, e' il centro della battaglia che, solo nelle ultime ore, avrebbe provocato piu' di 600 vittime tra la popolazione civile. È in questo quartiere che si trovano le ambasciate di molti paesi (una su tutte, quella degli Usa) e alcuni ministeri chiave del governo di Charles Taylor, l'uomo per la cui cacciata - almeno ufficialmente - i ribelli del Lurd (Liberiani uniti per la riconciliazione e la democrazia) hanno sferrato questo terzo attacco nel giro di poche settimane. Lui, il presidente liberiano che ha promesso di andarsene in esilio in Nigeria a pace fatta, sembra essere asserragliato nella sua residenza ufficiale, a sud del quartiere al centro dei bombardamenti. La giornata di ieri era iniziata con le dichiarazioni bellicose di Sekou Damate Conneh, capo del Lurd. "Quello che dobbiamo fare - aveva dichiarato Conneh - e' prendere totalmente il controllo di Monrovia". Dopo le sue parole, sulla capitale della Liberia si e' abbattuta una pioggia di granate che, secondo alcuni testimoni, avrebbero provocato altri 50 morti. "Le bombe - racconta Lucio Melandri di Intersos - stanno cadendo anche sui campi profughi e ci sono diverse vittime. Ma, sinceramente, non e' ben chiaro da chi partano questi attacchi".

Infatti, lo scontro all'ultimo uomo a Monrovia sembra essere sfuggito a qualsiasi strategia militare. Anche i saccheggi e gli stupri, le esecuzioni sommarie e gli scontri a fuoco di queste ultime ore sarebbero opera di frange dell'esercito governativo rimasto fedele a Taylor. Un segnale che potrebbe anticipare la sconfitta del "re" liberiamo. Dall'altra parte, anche la leadership del Lurd appare divisa sull'offensiva visto che in serata, dal Ghana (dove si svolgono i colloqui di pace), alcuni capi guerriglieri del Lurd hanno lanciato un cessate il fuoco.

Chi comanda chi? E chi combatte chi? "Abbiamo visto bambini armati che saccheggiavano abitazioni di sfollati - dice in collegamento telefonico il responsabile emergenze di Intersos - mentre qualsiasi malattia, in questa situazione, diventa fatalmente mortale". In una situazione di incertezza e di estrema violenza, gli Usa continuano a rimanere in attesa proprio mentre si moltiplicano gli appelli a porre fine a tale mattanza. L'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) ha definito l'attuale situazione in Liberia "terrificante", chiedendo a gran voce l'invio di una forza di pace internazionale. "Il tempo a disposizione degli Usa e della comunita' internazionale per evitare un disastro in Africa occidentale - gli hanno fatto eco i vescovi di Monrovia e di altre citta' dell'area - sta per scadere".

E Washington? Il portavoce della Casa Bianca si e' limitato a dire che gli Usa rimangono "attivamente impegnati" nella ricerca di una soluzione mentre le navi da guerra americane, mossesi dal Corno d'Africa, impiegheranno almeno dieci giorni per arrivare davanti alle coste liberiane. Mentre Washington rimane in contatto con il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, il segretario di Stato americano, Colin Powell, ha cercato di respingere le accuse di "disinteresse" per il bagno di sangue a Monrovia. Tutta l'amministrazione Bush, ha detto Powell, sta "seguendo da vicino gli sviluppi in Liberia" e ha intimato i ribelli del Lurd ha bloccare l'avanzata.

Intanto, da Monrovia arrivano notizie di esodi umani dalla capitale, di persone che, per salvarsi dagli scontri armati, si rintanano sotto le fatiscenti baracche della periferia. "Sono tutti stanchi - ci dice Lucio Melandri -: cercano solo una speranza per un futuro che, da 13 anni, per loro non esiste". Anche l'Ecowas - la Comunita' economica dei paesi dell'Africa occidentale - ha fatto sapere di non essere intenzionata a entrare a Monrovia senza un cessate il fuoco credibile.