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La nonviolenza e' in cammino. 617
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 617
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 20 Jul 2003 00:19:35 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 617 del 20 luglio 2003 Sommario di questo numero: 1. Lidia Menapace: l'Europa vista da Genova 2. Maria G. Di Rienzo: la coscienza sa parlare 3. Mohandas Gandhi: la noncollaborazione 4. Rete di Lilliput: difendiamo i beni comuni 5. Pax Christi: il diritto internazionale, una via per la pace 6. Un profilo di Helene Cixous 7. Indice dei numeri 577-597 (giugno 2003) de "La nonviolenza e' in cammino" 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento 9. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. LIDIA MENAPACE: L'EUROPA VISTA DA GENOVA [Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: llidiamenapace at virgilio.it) per questo intervento. Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001] Care e cari, saro' a Genova il 20 luglio per il "Forum sulla democrazia costituzionale europea" nel corso dei lavori preparatori della vertenza europea d'autunnno; mentre Elena Beltrame sara' presente dal giorno prima, in modo da prendere parte come portavoce della Convenzione permanente di donne contro le guerre alla giornata nella quale si discutono le prospettive di genere. Poiche' probabilmente la durata degli interventi sara' giustamente contingentata e mi riesce molto faticoso riprendere dalle registrazioni, ho pensato di anticipare per iscritto cio' che ho preparato per l'incontro di Genova e che ha una certa estensione. Spero che il materiale vi sia utile, abbracci. * Prima di tutto ricordo che il testo presentato da Giscard d'Estaing si chiama "Bozza di Trattato costituzionale europeo" e cosi' e' bene che venga chiamato: e' una bozza, e' un trattato, e' la proposta dei governi, che non possono ratificarla senza passare per i parlamenti dove sara' possibile far arrivare le critiche, le proposte di modifica per un futuro cammino che dovra' essere fortemente corretto in senso federativo e costituzionale, non come se l'Europa dovesse essere solo un patto tra stati sovrani: non si puo' andare -nella difesa della sovranita' nazionale- indietro rispetto all'art.11 della nostra Costituzione che gia' prevede rinunce bilaterali a porzioni di sovranita' appunto. * Come sapete, il Forum ha rinunciato a presentare emendamenti al testo, che d'ora in avanti chiamero' per brevita' giscardiano: non vi sono mai state condizioni reali per farlo: non sono possibili discussioni con una convenzione europea ristretta frettolosa e tutta chiusa entro ambiti molto istituzionali: il testo che ora esce e' il prodotto di ristrettissime oligarchie governative e/o partitiche, di consultazioni tra gruppi di parlamentari europei che in generale non hanno consultato nessuno. * Muove da qui la proposta della Convenzione permanente di donne contro le guerre (che d'ora in avanti chiamero' semplicemente Convenzione, mentre quella giscardiana la scrivero' convenzione) di preparare il terreno per la vertenza europea d'autunno per la fomazione di una vera Costituzione per un'altra Europa possibile. In primo luogo mettendo in opera un lavoro fondato su metodi democratici e partecipativi, di democrazia diretta, e insieme per inserire un articolo 1 sulla base di quello per il quale abbiamo raccolto migliaia di firme: diritto alla pace per i cittadini e le cittadine europee, diritto alla pace sul quale si fondano anche le relazioni che il continente avra' col resto del mondo. * Serrata anche la nostra critica al modo con il quale i diritti sociali dei e delle residenti e verso i e le migranti (non) sono definiti nel testo giscardiano: qui si va indietro persino rispetto a Nizza: la cittadinanza sociale e politica universale e sessuata e' una proposta da noi da tempo formulata e che manteniamo. * La Convenzione nella sua assemblea di giugno ha preso in esame un possibile passo avanti rispetto alla pratica della disobbedienza civile, che e' importante, ma non avvia azioni costruttive di un nuovo diritto al posto delle norme che vengono disattese in modo nonviolento: la proposta che noi facciamo e' che si proceda a costruire dalla disobbedienza praticata o dal rifiuto motivato di norme dimostrate ingiuste una pratica di diritto consuetudinario, termine che non significa tradizionale o etnico, ma solo definito e scritto attraverso la pratica e la giurisprudenza, singola e collettiva, non in astratto come norma neutra (detta certa uguale una, cioe' violenta) ma sottoposta a verifica monitoraggio revisione, con possibilita' di normativa "molteplice" e con caratteristiche "facoltanti" piuttosto che cogenti. Faccio riferimento per questo ultimo accenno alla legge 194 che riconosce a certe precise condizioni la facolta' di interrompere una gravidanza, ma non obbliga nessuna a un comportamento predefinito e accetta che una donna decida di mettere a rischio la propria vita piuttosto di abortire, e non venga costretta ad un aborto detto terapeutico deciso da altri. L'autoderminazione a nostro parere potrebbe essere estesa ad altri campi del diritto. * Noi proponiamo inoltre che ci si prepari a una politica di disarmo (noi peraltro manteniamo la nostra proposta di Europa attivamente neutrale) studiando bene le proposte, le prospettive, le vertenze. L'Europa non costituisca nessun esercito europeo, anzi restringa gli eserciti nazionali, tratti per una fuoruscita dala Nato e avvii una reale politica di disarmo e di riconversione delle industrie di guerra in industrie di pace con la preparazione di progetti continentali di protezione civile, quanto mai necessaria, di servizio civile, e di difesa popolare nonviolenta. Singole vertenze locali contro le fabbriche e i luoghi della ricerca militare e bellica saranno concordati luogo per luogo. * Siamo d'accordo nel rilanciare pratiche di obiezione alle spese militari, alla denuncia dei finanziamenti occulti agli armamenti, attraverso il rifiuto delle "banche armate" e avviando il deposito del denaro verso le banche etiche, da parte di singoli/e, associazioni, sindacati, partiti, enti pubblici e ammnistrazioni locali. * Con la fine della leva e la formazione di un esercito mercenario la lotta contro il militarismo prende una nuova forma, soprattutto volta a smascherare gli equivoci sullle spedizioni militari e i "soldati di pace". * Nel praticare il passaggio dalla disobbedienza civile al diritto consuetudinario a noi pare che si dovrebbe togliere qualsiasi privilegio agli stati e ai potenti evitando che nella Costituzione europea e nel diritto futuro delitti comuni siano "nobilitati" con nomi fantasiosi e legittimazioni non accettabili. Mi ha molto colpito un testo scritto da veterani Usa, nel quale nel valutare le azioni del loro governo in Iraq dichiarano che "guerra preventiva" si dice "aggressione", "ricerca di armi di distruzione di massa" e' "invasione di un territorio di altri", "operazione militare" si chiama "assassinio". * La Convenzione ha deciso nel proseguire il lavoro politico per tirar fuori dalla storia europea cio' che vi e' di meno cruento o addirittura di nonviolento, di proporre la scrittura di programmi scolastici adeguati, e di estendere il concetto e la pratica nonviolenta ad altri ambiti. Poiche' stiamo vivendo un periodo nel quale e' possibile che le culture del movimento operaio, quelle femministe e quelle ambientaliste si incrocino intreccino sostengano senza perdere identita' in una costruzione del "molteplice" che ha bisogno della scelta nonviolenta per poter vivere, intendiamo svolgere alla fine di questo anno o all'inizio del prossimo un seminario dal titolo "Fare pace con la terra", allo scopo di avviare la costruzione di una economia di pace, amante del. pianeta, delle sue risorse e di modi di usarle secondandone il naturale degrado, che ci parla della mortalita' dell'universo, non usandole violentemente si' da accelerarne la morte. Noi siamo convinte che mettendo in relazione queste culture sia possibile costruire economie meno predatorie, rapporti di scambio meno violenti, relazioni conflittuali positive. 2. ESPERIENZE. MARIA G. DI RIENZO: LA COSCIENZA SA PARLARE [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza] Sudafrica: il regime dell'apartheid era appena caduto, ed il disordine e il dolore erano ancora parte integrante della vita delle persone. Il reverendo quacchero Rob Robertson, su richiesta dell'African National Congress e della polizia, faceva parte di una piccola squadra di religiosi mantenitori della pace. La marcia dei "giovani leoni", migliaia di persone, avanzo' cantando "Guerra, guerra, mai piu' pace!" e "Per ogni colono una pallottola!". "Poiche' di pelle chiara assomigliavo molto a un colono - racconta il reverendo - e il nostro numero era di uno a mille. Un pacificatore per mille manifestanti. Cosa fare? Una catena umana per impedire il passaggio? Avrebbero potuto sentirsi provocati. Suggerire loro che era meglio andare a casa? Mettersi fra i manifestanti armati di sbarre di ferro e la polizia armata di fucili? L'unica cosa che mi sembro' fattibile fu il disarmare i giovani leoni gentilmente. Due su tre accettarono il mio approccio. 'Va tutto bene, stai bene?', domandavo, a volte posando loro una mano sulla spalla. Invariabilmente la risposta era 'Si''. 'Sei stato ferito?', chiedevo ancora. 'No'', mi rispondevano. 'E intendi ferire qualcuno con quella sbarra?', 'Oh, no'. 'Bene, allora dalla a me', e allungavo la mano aperta verso di loro, senza compiere alcun tentativo di prendere l'arma io stesso. Doveva essermi data volontariamente, e come detto due su tre lo fecero: 'Grazie - dicevo allora io - Vedi se riesci a persuadere gli altri a calmarsi'. Dopo di che andavo a nascondere la sbarra o la gettavo oltre un tetto. Anche quelli che non vollero separarsi dai loro bastoni o tubi di ferro si scusarono in mille maniere e ammisero che era stato un errore portarli. Un ragazzo mi disse che non poteva darmi il suo bastone perche' lo usava come stampella. Davvero, anche se in modi diversi, la coscienza sa parlare a ciascuno di noi". 3. MAESTRI. MOHANDAS GANDHI: LA NONCOLLABORAZIONE [Da Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996, p. 165. Mohandas Gandhi e' il fondatore della nonviolenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef. Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991. Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem] Che tutti noi lo comprendiamo o meno, la noncollaborazione e' un processo che tende a toccare il cuore e a far appello alla ragione, non un processo che cerca di spaventare con il disordine. Il disordine non ha posto nel movimento nonviolento. 4. INIZIATIVE. RETE DI LILLIPUT: DIFENDIAMO I BENI COMUNI [Dall'ufficio stampa della Rete di Lilliput (per contatti: tel. 3396675294, e-mail: ufficiostampa at retelilliput.org) riceviamo e diffondiamo] Difendiamo i beni comuni. Fermiamo il Wto a Cancun. Le prossime scadenze del movimento italiano e internazionale per difendere l'ambiente, la salute e i diritti sociali dall'assalto delle imprese transnazionali. La Rete Lilliput invita i nodi locali e la societa' civile a mobilitarsi in vista dell'imminente vertice dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), che si terra' dal 10 al 14 settembre a Cancun (Messico). In quella sede i negoziatori decideranno sulla liberalizzazione dei servizi di base, come istruzione, sanita', acqua e trasporti, dell'agricoltura, dei brevetti sui farmaci, degli investimenti e degli appalti pubblici. Dal 1995, anno di nascita del Wto, non si contano le sentenze e le decisioni che hanno costretto i paesi membri a cambiare le proprie leggi a scapito dell'ambiente, della sicurezza, della salute e dei diritti sociali, rafforzando la politica predatoria e di sfruttamento delle grandi imprese in ogni parte del mondo. L'Organizzazione mondiale del commercio in questi anni e' stata uno degli strumenti principali per mantenere le diseguaglianze del pianeta, mantenendo nella miseria il Sud del mondo e rendendo impossibile lo sviluppo dei paesi africani. Per questo la Rete Lilliput ha contribuito alla nascita in Italia della campagna "Questo mondo non e' in vendita", che dal 4 al 6 luglio scorso era a Palermo per ribadire ai ministri europei del commercio l'opposizione della societa' civile all'espansione dei negoziati e chiedere regole stringenti allo strapotere delle multinazionali. Per questo intendiamo rilanciare ora i prossimi appuntamenti, intensificando la pressione verso le istituzioni con tutti i mezzi pacifici e nonviolenti. Al tempo stesso ci rivolgiamo ai cittadini, per metterli in guardia sulle decisioni che il nostro governo e l'Unione Europea prenderanno a Cancun: sono in gioco in nostri diritti e la stessa sopravvivenza delle istituzioni democratiche. * Dal 4 al 6 settembre parteciperemo agli eventi di Riva del Garda, in concomitanza con il vertice europeo dei ministri degli esteri. Siamo consapevoli della competenza limitata del vertice in tema di commercio estero, ma consideriamo la rilevanza politica e mediatica dell'evento, a pochi giorni della conferenza di Cancun, un'occasione per denunciare i pericoli dei negoziati in corso e informare la cittadinanza, mentre ribadiamo la necessita' di un'"Europa sociale", non piu' sottoposta ai dogmi del neoliberismo. Chiediamo ai ministri degli esteri di non appoggiare il processo di liberalizzazione dei servizi pubblici e l'avvio dei negoziati sui nuovi temi (investimenti, politiche sulla competizione e appalti pubblici), che vedono l'Europa tra i protagonisti nelle trattative in sede Wto. Per questo abbiamo aderito al tavolo trentino di organizzazione e al forum alternativo e parteciperemo alla manifestazione prevista per il 6 settembre, con una presenza colorata e pacifica, invitando tutti le componenti della societa' ad unirsi ai momenti di dibattito e di protesta. Attraverso i Gruppi di azione nonviolenta di numerose citta' d'Italia faremo azioni simboliche sulla svendita dei beni pubblici, per manifestare la nostra opposizione e risvegliare l'opinione pubblica su eventi che rischiano ancora una volta di passere sotto silenzio. * Ma il nostro impegno di quei giorni non finisce a Riva del Garda. Convinti che la violenza fisica, strutturale e socio-economica del neoliberismo si possa combattere solo con una nonviolenza attiva diffusa capillarmente e ben preparata, noi lillipuziane e lillipuziani in quei giorni saremo anche in marcia col Movimento Nonviolento tra Assisi e Gubbio, saremo a Rimini a riflettere sui nostri stili di vita con i "Bilanci di Giustizia", saremo nei molti training di formazione alla nonviolenza a prepararci alle difficili sfide che ci aspettano e saremo mobilitati nelle nostre citta' a spiegare alla gente cos'e' il Wto e perche' lo stiamo combattendo. Tutto questo perche' siamo convinte/i dell'importanza di una diffusione reticolare del nostro impegno. * Dal 5 al 7 settembre si terra' a Bagnoli, in concomitanza con le giornate di Cernobbio, il forum "L'impresa di un'economia diversa" promosso dalla campagna "Sbilanciamoci", con l'adesione della Rete Lilliput, per discutere delle possibili alternative al modello economico neoliberista. Come gli altri appuntamenti, non si tratta di un evento alternativo a Riva del Garda, ma di un'opportunita' in piu' per costruire e dare gambe al nuovo mondo che vorremmo. E' un altro modo di contrapporsi alle politiche del Wto, proponendo e rafforzando le alternative che ci stanno a cuore: un modello economico sobrio e sostenibile, un'impresa fondata sulla partecipazione e i diritti dei lavoratori, il ruolo positivo della spesa pubblica, il diritto allo studio, l'economia sociale, il commercio equo e solidale, la finanza etica, lo sviluppo locale, il reddito di cittadinanza e la responsabilita' sociale dell'impresa. * Il 13 settembre saremo infine nelle nostre citta', in contemporanea con le iniziative organizzate in tutto il mondo dalle reti internazionali che si oppongono al Wto, per difendere i beni comuni con iniziative di controinformazione e azioni simboliche, nelle stesse ore in cui in Messico i negoziati entreranno nel vivo. Insieme alle Botteghe del mondo del commercio equo e nell'ambito della campagna "Questo mondo non e' in vendita" invitiamo tutti i gruppi, le associazioni e i normali cittadini a partecipare alla mobilitazione, manifestando davanti a luoghi simbolo e promuovendo momenti di dibattito nei quartieri. Invitiamo nel frattempo a continuare la pressione verso le istituzioni con gli strumenti messi a disposizione dalla campagna: mozioni presso gli enti locali, invio di cartoline e raccolte di firme, pressione verso i media, iniziative di sensibilizzazione e azioni dirette nonviolente. Per informazioni: Roberto Cuda, referente del gruppo di lavoro tematico sul commercio, tel. 3402284686, e-mail: robycuda at tin.it; Massimiliano Pilati, referente del gruppo di lavoro tematico sulla nonviolenza, tel. 3389463352, e-mail: pilati73 at libero.it 5. INIZIATIVE. PAX CHRISTI: IL DIRITTO INTERNAZIONALE, UNA VIA PER LA PACE [Da vari amici aderenti al movimento cattolico per la pace e la nonviolenza "Pax Christi" riceviamo e diffondiamo] Il tema per la prossima giornata mondiale per la pace (la ventisettesima, che si terra' il primo gennaio 2004) sara': "Il diritto internazionale, una via per la pace"; con esso si vuole sottolineare l'importanza del diritto quale garanzia di relazioni internazionali orientate a promuovere la pace tra le nazioni. La recente guerra in Iraq, infatti, ha manifestato tutta la fragilita' del diritto internazionale, in particolare per quanto riguarda il funzionamento delle Nazioni Unite. Il tema muove da una profonda convinzione del santo padre Giovanni Paolo II: "Il diritto internazionale e' stato per molto tempo un diritto della guerra e della pace. Credo che esso sia sempre piu' chiamato a diventare esclusivamente un diritto della pace concepito in funzione della giustizia e della solidarieta'" (Discorso al corpo diplomatico presso la Santa Sede, 13 gennaio 1997, n. 4). I principi fondamentali che ispirano tale convinzione sono gli stessi che animano l'impegno della Chiesa in favore della pace: l'uguaglianza in dignita' di ogni persona umana e di ogni comunita' umana, l'unita' della famiglia umana, il primato del diritto sulla forza. L'umanita' si trova davanti a una sfida cruciale: se non riuscira' a dotarsi di istituzioni realmente efficaci per scongiurare il flagello della guerra, il rischio e' che il diritto della forza prevalga sulla forza del diritto. Come ha affermato il Concilio Vaticano II, la pace "non e' la semplice assenza della guerra, ne' puo' ridursi unicamente a rendere stabile l'equilibrio delle forze contrastanti, ne' e' effetto di una dispotica dominazione, ma essa viene con tutta esattezza definita 'opera della giustizia' (Is 32,17)" (Costituzione pastorale Gaudium et spes, n. 78). A livello mondiale, il diritto internazionale e' chiamato a essere strumento di una giustizia capace di produrre frutti di pace. Il diritto ha quindi il compito di regolare armoniosamente la realta' internazionale - oggi caratterizzata non piu' solo da soggetti di natura statuale - affinche' si prevengano i conflitti senza ricorrere alle armi, ma tramite meccanismi e strutture in grado di assicurare la giustizia, rimuovendo le cause di potenziali scontri. Il mondo attuale ha piu' che mai bisogno di vivere in un rinnovato e autentico spirito di legittimita' internazionale: la prossima giornata della pace intende offrire il contributo della Chiesa in tale prospettiva. 6. MAESTRE. UN PROFILO DI HELENE CIXOUS [Dal sito www.tufani.it (che propone anche altri utilissimi materiali sull'autrice e non solo) estraiamo questa utile notizia biobibliografica su Helene Cixous] Helene Cixous nasce a Orano, in Algeria, il 5 giugno 1937 da una famiglia ebrea che discende da due differenti linee di diaspora. Gli antenati della madre sono cecoslovacchi, austriaci, tedeschi, gli antenati del padre sono arrivati in Africa dalla Spagna. Nella famiglia paterna si parla lo spagnolo, il francese dei colonizzatori europei, l'arabo. Nella famiglia materna si parla tedesco, una lingua che Helene Cixous dovra' in seguito riconquistare. Questa breve mappa di orientamento nelle sette patrie e nelle sette lingue sempre gia' perdute, come le chiama in Jours de l'an (des femmes, 1990) disegna, piu' che lo spazio di un radicamento, una rete di spostamenti dove domina la tensione tra il radicamento e lo sradicamento. Nella sua opera l'autrice esprime questa tensione non nella forma dell'esilio, e della nostalgia che lo accompagna, ma come possibilita' di movimento e capacita' di riconoscere e rispettare le differenze. L'errare cixousiano tra luoghi e parole che giungono da tutti i punti cardinali implica una potenzialita' di incontro e di scambio, diventa il mobile punto di vista dal quale si puo' guardare alle molte forme di "cattivo radicamento" e alle distruzioni che le accompagnano. L'infanzia di Helene Cixous coincide con gli anni della seconda guerra mondiale, l'epoca dei nazionalismi e dell'antisemitismo che colpisce la famiglia a nord ma anche a sud (durante il governo di Vichy perdono la cittadinanza francese, ottenuta con il decreto Cremieux solo nel 1870, e il padre non puo' piu' esercitare la professione medica). In seguito e' la guerra d'Algeria, che scatena altri nazionalismi e altri razzismi, ad allontanare la famiglia da Orano, citta' dove Helene Cixous non e' in seguito piu' tornata. Il padre muore nel 1948, e la madre diventa ostetrica ed esercita la sua professione nelle bidonville di Algeri per diversi anni anche dopo la partenza della figlia. E' tuttavia espulsa definitivamente nel 1971. Helene Cixous giunge invece in Francia nel 1955, e la', come dice in una lunga intervista a Mireille Calle-Gruber (Photos de racines, Paris, des femmes, 1994), adotta una nazionalita' immaginaria che e' la nazionalita' letteraria. A Parigi, in una situazione completamente diversa rispetto agli anni algerini, non e' piu' l'appartenenza alla comunita' ebraica ad essere in primo piano, ma il fatto di apprendere bruscamente che "ma verite' inacceptable dans ce monde etait mon etre femme" [la mia verita' inaccettabile in questo mondo era il mio essere donna] (op.cit.); "juifemme" come scrivera' all'inizio degli anni settanta. Tale verita' inaccettabile in questo mondo implica a sua volta - come l'errare della famiglia - una complessa forma di continuita' con la scrittura. A partire dagli anni settanta infatti il suo nome e i suoi scritti, sempre piu' numerosi, saranno associati al dibattito sulla differenza sessuale e l'"ecriture feminine". Nel corso degli anni sessanta Helene Cixous intraprende una ricerca di dottorato dedicata a James Joyce (L'exil de James Joyce ou l'art du remplacement, Grasset, 1969) e una carriera universitaria che la mette presto a confronto con l'istituzione e con le critiche che si levano contro di essa. Nel 1968 partecipa alla creazione di una universita' sperimentale a Vincennes. Il consiglio cui da' vita per la fondazione di quella che e' oggi Paris VIII - Vincennes si propone di trasformare l'Universita' francese in modo durevole. Varie cattedre sono affidate a scrittori e scrittrici, tra cui Michel Deguy, Michel Butor, Lucette Finas, o a innovatori nel campo della critica e della teoria letteraria, come Gerard Genette, Jean-Pierre Richard, Tzvetan Todorov, e della filosofia, come Michel Foucault, Michel Serres e Gilles Deleuze. A Serge Leclaire e' affidata l'organizzazione del primo dipartimento di psicanalisi in Francia. Nel 1969 pubblica il suo primo testo letterario, Dedans (Grasset), e contemporaneamente inizia a insegnare letteratura inglese a Paris VIII. La fine del decennio 1960 e la prima meta' del successivo rappresenta un periodo intenso e ricco di mutamenti. Nel 1970 partecipa alla fondazione, insieme a Genette e Todorov, della rivista "Poetique", sulla quale pubblichera' saggi dedicati, tra gli altri, a Freud, Poe, Hoffmann e Joyce raccolti poi in volume (Prenoms de personne, Seuil, 1974). Nello stesso tempo prende anche attivamente parte al Gip (Groupe Information Prison), con Foucault, e, dopo la scoperta del lavoro teatrale della compagnia di Ariane Mnouchkine, propone a Foucault di associare il Theatre du Soleil al Gip. La collaborazione con la compagnia porta alla presentazione di brevissimi spettacoli davanti alle prigioni, sempre interrotti dall'intervento della polizia. La fondazione del dottorato in Etudes feminines a Paris VIII e' del 1974; si tratta del primo centro di questo tipo in Europa e la sua creazione coincide con il momento in cui la ricerca personale di Helene Cixous, proseguita intensamente anche a livello letterario, incontra il movimento di liberazione delle donne e la scrittrice sente la necessita' di dare visibilita' in modo nuovo, a livello universitario, a cio' che il movimento porta in primo piano. Escono in quegli anni molte fictions poetiche: Le troisieme corps e Les commencements (Grasset, 1970), Un vrai jardin (L'Herne,1971), Neutre (Grasset, 1972), Tombe (Seuil, 1973), Portrait du Soleil (Denoel, 1973) e Revolution pour plus d'un Faust (Seuil, 1975); tutti testi che non solo affrontano in maniera critica la cancellazione della differenza sessuale, ma si offrono come concreto spazio di iscrizione della differenza e del femminile. Contemporaneamente, nell'ambito degli insegnamenti proposti dal Centre d'Etudes feminines, Helene Cixous inizia a tenere un seminario di dottorato dedicato alla Poetique de la difference sexuelle. Il seminario a partire degli anni ottanta sara' affiliato al College International de Philosophie, istituzione fondata nel 1983. Negli stessi anni, 1974, '75, '76, Helene Cixous scrive alcuni dei saggi che le hanno dato maggiore notorieta' soprattutto fuori dalla Francia (in particolare Le Rire de la Meduse (1975) e La jeune nee (1975), insieme a Catherine Clement) e inizia a pubblicare presso le Editions des femmes fondate da Antoinette Fouque nel 1973. Souffles (1975) e' il primo libro pubblicato presso des femmes, seguito quasi subito da La, e Partie nel 1976, Angst (1977), Preparatifs de noces au-dela' de l'abime (1978), e Ananke' (1979). La pubblicazione esclusiva con des femmes e' una scelta politica cui tiene fede fino agli anni piu' recenti. Del 1975 e' anche la pubblicazione della sua prima piece teatrale, Portrait de Dora (una riscrittura del caso Dora di Freud), messa in scena al Theatre d'Orsay con la regia di Simone Benmoussa. In tutti questi scritti e non solo in quelli che maggiormente hanno dato luogo a un intenso dibattito internazionale, si elabora un insieme di riflessioni relative all'interazione fra letteratura, filosofia, e politica, e interrogativi che, partendo dalle implicazioni e dalle dimensioni della differenza sessuale, mettono in gioco la costruzione dell'identita' e della sessualita'. Il 1977 e' l'anno della pubblicazione presso le edizioni des femmes della traduzione francese di La passione secondo G. H. di Clarice Lispector, e la scoperta da parte di Helene Cixous di questa autrice brasiliana cui dedichera' alcuni saggi e testi poetici (tra cui Vivre l'orange, 1979). La lettura di Lispector accompagnera' da allora la sua scrittura e quel lavoro di apprentissage a' la lecture che porta avanti attraverso l'insegnamento. All'inizio degli anni ottanta il governo Barre sopprime il dottorato e il Centre d'Etudes feminines. Come reazione a questa soppressione si organizza una campagna internazionale di sostegno, situazione che per certi aspetti si ripetera', benche' non si arrivi ad una vera e propria cancellazione, nel 1995. Il dottorato ottiene nuovamente l'abilitazione con il governo socialista nel 1982. All'inizio del decennio 1980 Ariane Mnouchkine le chiede di scrivere un testo per il Theatre du Soleil. La piece sara' L'Histoire terrible mais inachevee de Norodom Sianhouk roi du Cambodge, messa in scena nel 1985. La scrittura di quest'opera richiedera' un lungo lavoro di documentazione nonche', per l'autrice, la ricerca di una forma di scrittura teatrale attraverso una stretta collaborazione con la compagnia. Nonostante le otto ore di spettacolo il pubblico risponde con entusiasmo e porta a un successo ancora maggiore l'opera successiva, L'Indiade ou l'Inde de leur reves, messa in scena alla Cartoucherie nel 1987-'88. Le due pieces segnano l'inizio di un impegno comune che continua ancora oggi e che, dopo essere passato per la scrittura del testo di La nuit miraculeuse (1989), film diretto da Ariane Mnouchkine e commissionato dall'Assemblee Nationale in occasione del bicentenario della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, ha portato alla rappresentazione di La ville parjure ou le reveil des Erinyes (1994, anno che vede anche la messa in scena di L'Histoire (qu'on ne connaitra jamais), al Theatre de la Ville, con la regia di Daniel Mesguish), alla collaborazione per la creazione collettiva dello spettacolo Et soudain des nuits d'eveil (1997) e infine a Tambours sur la digue, nella stagione 1999-2000. Attraverso il teatro Helene Cixous persegue un lavoro sulla storia contemporanea, e sul rapporto tra teatro e storia, che accompagna e si interseca sempre di piu' con le fictions e la produzione saggistica. Quest'ultima e' molto ampia e varia, ma articoli e conferenze sono stati raccolti solo in minima parte in due volumi in lingua francese pubblicati da des femmes, Entre l'ecriture (1986), e L'heure de Clarice Lispector (1989), e in un volume in lingua inglese, Stigmata. Escaping texts (Routledge, 1998). Dato l'interesse che la sua opera suscita negli Stati Uniti, in Canada e in Inghilterra, vi tiene spesso conferenze e seminari e alcuni saggi vengono pubblicati esclusivamente in lingua inglese. Nel 1990 viene invitata a tenere le Wellek Lectures, poi edite con il titolo Three steps on the ladder of writing (1993). Sempre negli Usa escono anche, nei primi anni novanta, due raccolte di estratti dei seminari francesi, Reading with Clarice Lispector (1990) e Reading the poetics of Blanchot, Joyce, Kafka, Lispector, Tsvetaeva (1992), entrambi a cura di Verena Andermatt Conley. Il percorso letterario di Helene Cixous prosegue dall'inizio degli anni ottanta ad oggi con la pubblicazione di Illa (1980), With ou l'art de l'innocence (1981), Limonade tout etait si infini (1982), Le livre de Promethea (Gallimard, 1983), La bataille d'Arcachon (Quebec, Trois, 1986), Manne aux Mandelstams aux Mandelas (1988), Jours de l'an (1990), L'ange au secret (1991), Deluge (1992), Beethoven a' jamais (1993), La fiancee juive (1995), Messie (1996), OR les lettres de mon pere (1997), Osnabrueck (1999), in un esercizio di scrittura intenso e continuo che non e' l'illustrazione di una posizione teorica o filosofica esplicita, ma e' il suo spazio effettivo di invenzione e di pensiero. Nel 1998 pubblica insieme a Jacques Derrida il volume dal titolo Voiles per l'editore Galilee - che ripropone cosi' due testi scritti per la rivista "Contretemps" (2-3, 1997) - e da quell'anno, a seguito dell'interruzione delle pubblicazioni decisa da des femmes, pubblica presso questa casa editrice. L'incontro con Derrida data dai primi anni sessanta, e la lettura dell'opera derridiana costituisce un riferimento fondamentale per Helene Cixous. Voiles, e i testi di Cixous e di Derrida pubblicati negli atti del convegno Lectures de la difference sexuelle (des femmes, 1994) hanno cominciato solo in anni recenti a rendere piu' visibile la ricchezza e la complessita' di questo scambio. All'inizio del 2000 e' uscito Les reveries de la femmes sauvages, una fiction che come altri piu' brevi testi recenti e' dedicata all'Algeria. Del mese di settembre 2000 e' invece Le jour ou' je n'etais pas la' (Galilee), mentre nel novembre 2000 e' uscito il volume che raccoglie gli atti del convegno di Cerisy-La-Salle, Helene Cixous: croisees d'une oeuvre tenutosi nell'estate del 1998. Nel 2001 l'autrice ha pubblicato un saggio dedicato a Jacques Derrida (Portrait de Jacques Derrida en Jeune Saint Juif, Galilee) e un'opera letteraria Benjamin a' Montaigne. Il ne faut pas le dire (Galilee). Dell'anno successivo, infine, e' il volume intitolato Manhattan (Galilee), l'ultima fiction finora pubblicata. Edizioni italiane: Ritratto di Dora, trad. di Luisa Muraro, Milano, Feltrinelli, 1977; Celle qui ecrit vit, "Nuova corrente", 28, 1981 (in lingua francese); L'approccio di Clarice Lispector, trad. di Nadia Setti, "DWF", 3, 1988; Il teatro del cuore, scelta di testi dedicati al teatro, trad. e cura di Nadia Setti, Parma, Pratiche, 1992; Sangue cattivo, trad. di Maria Nadotti del testo introduttivo a La ville parjure ou le reveil des Erinyes, "Lapis", 31, 1996; Il riso della Medusa, trad. di Catia Rizzati, in Critiche femministe e teorie letterarie, a cura di R. Baccolini, M. G. Fabi, V. Fortunati, R. Monticelli, Bologna, Clueb, 1997; Is a book a tomb?, (inedito in francese) trad. di Monica Fiorini, "Poetiche. Letteratura e altro", 3, 1997; La venuta alla scrittura, trad. di Monica Fiorini, "Studi di Estetica", 17, 1998; Lettera a Zohra Drif (bilingue), trad. di Nadia Setti, "Leggendaria", 14, 1999; La mia Algeriance, "DWF", 1, 1999; Tancredi continua e Apparizioni, trad. di Nadia Setti in Scritture del corpo. Helene Cixous variazioni su un tema, a cura di Paola Bono, Roma, Sossella, 2000; Ostetriche crudeli, trad. di Monica Fiorini, "Autodafe' - Rivista del parlamento internazionale degli scrittori", 1, 2000; L'ultimo quadro o il ritratto di Dio, trad. di Monica Fiorini per il catalogo della mostra Opere d'essere. Oeuvres d'etre. Works of being, Roma, Temple University, ottobre-novembre 2000; Osnabruck, (fiction) trad. e cura di Monica Fiorini, Ferrara, Tufani, 2001. Una versione aggiornata al 2000 di questa biobibliografia e' stata pubblicata in: Helene Cixous, Esordi della scrittura, postfazione di Monica Fiorini, trad. e cura di Adriano Marchetti, Bologna, Il Capitello del Sole, 2001 ("Metaphrasis", 6). 7. INDICE DEI NUMERI 577-597 (GIUGNO 2003) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 577 del 10 giugno 2003: 0. Due comunicazioni di servizio; 1. Luigi Pintor: le parole dell'indiano; 2. Angela Bellei ricorda Dino Frisullo; 3. Tommaso Di Francesco ricorda Dino Frisullo; 4. Eugenio Melandri ricorda Dino Frisullo; 5. Luisa Morgantini ricorda Dino Frisullo; 6. Riccardo Orioles ricorda Dino Frisullo; 7. Letture: Angela Ales Bello, Edith Stein. La passione per la verita'; 8. Letture: Archivio Arendt 2. 1950-1954; 9. Letture: Ulrich Beck, Un mondo a rischio; 10. Letture: Stefano Becucci, Monica Massari, Globalizzazione e criminalita'; 11. Letture: Christoph Besemer, Gestione dei conflitti e mediazione; 12. Letture: Anna Boschetti, La rivoluzione simbolica di Pierre Bourdieu; 13. Letture: Carla Corso, Ada Trifiro', ... E siamo partite! 14. Letture: Nando dalla Chiesa, La legge sono io; 15. Letture: Dipartimento della Pubblica Sicurezza (a cura di), Giovanni Palatucci, il poliziotto che salvo' migliaia di ebrei; 16. Letture: Gabriella Fiori, Anna Maria Ortese o dell'indipendenza poetica; 17. Letture: Franco Fortini, Un dialogo ininterrotto; 18. Letture: bell hooks, Tutto sull'amore. Nuove visioni; 19. Letture: Giuseppe Impastato, Lunga e' la notte; 20. Letture: Marco Ivaldo, Introduzione a Jacobi; 21. Letture: Elena Loewenthal, Gli ebrei questi sconosciuti; 22. Letture: Gianfranco Marrone, Il sistema di Barthes; 23. Letture: Carlo Maria Martini, Gustavo Zagrebelsky, La domanda di giustizia; 24. Letture: Annamaria Rivera, Estranei e nemici; 25. Letture: Francesca Salvarezza, Emmanuel Levinas; 26. Letture: Leonardo Sciascia scrittore editore; 27. Letture: Bruno Segre, Shoah; 28. Letture: Jorge Semprun, Male e modernita'; 29. Letture: Bianca Stancanelli, A testa alta; 30. Letture: Gabriella Turnaturi, Tradimenti; 31. Letture: Christa Wolf, Medea. Voci; 32. Peppe Sini: Il dialogo come accostamento all'altro e riconoscimento di umanita'; 33. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 34. Per saperne di piu'. * Numero 578 dell'11 giugno 2003: 1. Mao Valpiana: "Azione nonviolenta" di giugno 2003; 2. Il "Cos in rete" di giugno; 3. Luigi Ciotti, Lidia Menapace ed altri: articolo 18 e societa' dei diritti; 4. Sergio Paronetto: pace in Cecenia; 5. Luciana Castellina ricorda Luigi Pintor; 6. Pietro Ingrao ricorda Luigi Pintor; 7. Lucio Magri ricorda Luigi Pintor; 8. Valentino Parlato ricorda Luigi Pintor; 9. Rossana Rossanda ricorda Luigi Pintor; 10. Riedizioni: AA. VV., Poesie di pace e liberta'; 11. Riedizioni: Stanley Milgram, Obbedienza all'autorita'; 12. Riletture: Giuseppe Fiori, Casa Rosselli; 13. Riletture: Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt; 14. Riletture: Carlo Levi, Contadini e luigini; 15. Riletture: Giuliana Saladino, Terra di rapina; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 579 del 12 giugno 2003: 1. Convenzione permanente di donne contro le guerre: un incontro a Roma il 21 giugno; 2. Jean Zaru: cos'e' la pace; 3. Maria G. Di Rienzo: Jean Zaru, costruttrice di pace; 4. Hannah Arendt: dove comincia la violenza; 5. Mao Valpiana: un invito a Gubbio in cammino per la nonviolenza; 6. Un appello a sostegno di "Qualevita"; 7. "Un ponte per": una lettera al movimento contro la guerra; 8. Luisa Morgantini: l'obiezione necessaria; 9. Alessandro Zanotelli: le mani macchiate di sangue; 10. Campagna contro i mercanti di armi: l'impegno continua; 11. Peppe Sini: a cosa servono le armi; 12. Ida Dominijanni: se il corpo diventa una password; 13. Nadia Cervoni: Leyla Zana ancora detenuta; 14. Giuseppe Di Lello: quale giustizia dopo Falcone; 15. Giobbe Santabarbara: come la morte; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 580 del 13 giugno 2003: 1. Giobbe Santabarbara: due si' ai referendum; 2. Maria Grazia Campari: la cittadinanza, l'Europa, le donne; 3. Ida Dominijanni: Hannah Arendt tra Europa e Stati Uniti; 4. Ettore Masina: Brasile di ieri e di oggi; 5. Il catalogo per argomenti 2003 della Claudiana editrice; 6. Letture: Robin Norwood, Donne che amano troppo; 7. Riedizioni: Sebastiano Timpanaro, Il lapsus freudiano; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 581 del 14 giugno 2003: 1. La guerra continua; 2. Movimento Nonviolento: per la pace in Cecenia; 3. Lidia Campagnano: la posta in gioco; 4. Quindici senatori denunciano il Presidente del Consiglio per attentato alla Costituzione; 5. Un convegno su Adriano Olivetti; 6. Indice dei numeri 522-576 (marzo-aprile 2003) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 582 del 15 giugno 2003: 1. Severino Vardacampi: due volte si'; 2. Matteo Soccio: una bibliografia essenziale su sobrieta', stili di vita, economia nonviolenta; 3. Alessandro Marescotti: un libro sull'esperienza delle bandiere di pace; 4. Francesca Borrelli intervista Susan Sontag sul suo libro "Davanti al dolore degli altri"; 5. Paola Springhetti intervista Luisa Muraro sul suo libro "Il Dio delle donne"; 6. Maria Luisa Boccia presenta "A piu' voci" di Adriana Cavarero; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 583 del 16 giugno 2003: 1. Daniele Lugli, Mao Valpiana: il programma della camminata Assisi-Gubbio per la nonviolenza; 2. Strumenti: l'agenda "Giorni nonviolenti 2004"; 3. Verso i corpi civili di pace; 4. Stephanie Hiller: radici di pace; 5. Giobbe Santabarbara: nessun essere umano e' un clandestino; 6. Ida Dominijanni: sette voci per una sfera pubblica; 7. Franca D'Agostini: un ponte per l'occidente diviso; 8. Matteo Soccio: una bibliografia essenziale sulla liberazione; 9. "A. Rivista anarchica" di giugno 2003; 10. "Amici dei lebbrosi" di giugno 2003; 11. "Messaggero cappuccino" di maggio-giugno 2003; 12. "Nigrizia" di giugno 2003; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 584 del 17 giugno 2003: 1. Da Assisi a Gubbio; 2. In memoria di Giuseppe D'Urso; 3. Adriano Apra' ricorda Jean-Claude Biette; 4. Gianfranco Capitta ricorda Marisa Fabbri; 5. Gianni Manzella ricorda Marisa Fabbri; 6. Luisa Muraro: tutto o niente; 7. Rossana Rossanda: il simbolico e il materiale; 8. Luisa Muraro: cara Rossanda; 9. "L'incontro"; 10. "Mani tese"; 11. "Roma Caritas"; 12. "Segno" ; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 585 del 18 giugno 2003: 1. Fleba il fenicio; 2. Enrico Peyretti: Europa, difesa popolare nonviolenta e civilta' dell'incontro; 3. Norma Bertullacelli: in silenzio per la pace; 4. Nadia Cervoni: solidarieta' con Leyla Zana; 5. La diplomazia internazionale per la liberazione di Aung San Suu Kyi; 6. Michele Boato: battuti ma non rassegnati; 7. Nando dalla Chiesa: dell'arbitrio dei potenti e del seltimento della giustizia; 8. Arianna Di Genova ricorda Enrico Baj; 9. La scomparsa di Giacinto Spagnoletti; 10. In settembre la carovana della pace; 11. Daniele Lugli, Mao Valpiana: un invito a Gubbio; 12. Per un'Europa di pace; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 586 del 19 giugno 2003: 1. Rete Lilliput: i fondi della cooperazione allo sviluppo non siano scippati per destinarli a scopi militari; 2. Ileana Montini: in dialogo con Luisa Muraro e Rossana Rossanda; 3. Enrico Peyretti: del principe e delle leggi; 4. Maria G. Di Rienzo: interventi di pace; 5. Lidia Cirillo: il militare e la crisi della virilita'; 6. Alcuni proverbi militari di Ormanno Foraboschi; 7. Carlo Molari presenta "Prima che l'amore finisca" di Raniero La Valle; 8. Premio di laurea "Lanza del Vasto"; 9. Quarta edizione del Premio di scrittura femminile "Il paese delle donne"; 10. Riletture: Silvestra Mariniello, Lev Kulesov; 11. Riletture: Dario Tomasi, Yasujiro Ozu; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 587 del 20 giugno 2003: 1. Nadia Cervoni: torture e violenze nei confronti delle donne curde; 2. Associazione ong italiane: un appello al Presidente della Repubblica; 3. Missionari comboniani: in solidarieta' con gli immigrati; 4. Centro studi difesa civile: iniziative di formazione alla pace e alla nonviolenza; 5. Amnesty International: sulla politica dell'Unione Europea in materia di asilo; 6. Maria G. Di Rienzo: minimizzare i rischi; 7. Simone Weil: l'azione buona; 8. Maria Vingiani presenta il "Vocabolario minimo del dialogo interreligioso" di Brunetto Salvarani; 9. Umberto Santino ricorda Peppino Impastato; 10. Letture: Erick Aguirre, La espuma sucia del rio; 11. Letture: Pasquale Marchetto, Antonio Mazzei, Cittadini e forze dell'ordine; 12. Riedizioni: Osip Mandel'stam, Sulla poesia; 13. Riletture: Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'. * Numero 588 del 21 giugno 2003: 1. Maria G. Di Rienzo: il diluvio degli Yakima; 2. Enrico Peyretti: Tonino Bello e Aldo Capitini, la religione della pace; 3. Federica Sossi presenta "Estranei e nemici" di Annamaria Rivera; 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 5. Per saperne di piu'. * Numero 589 del 22 giugno 2003: 1. "A. Rivista anarchica": un dvd e un libro per ricordare Fabrizio De Andre'; 2. Le relazioni del convegno nazionale delle Caritas diocesane; 3. Nella Ginatempo: il movimento contro la guerra dopo Baghdad; 4. Augusto Cavadi: la memoria come azione quotidiana e riflessione autocritica; 5. Thomas Schaffroth intervista Andre' Gorz; 6. Nadia Cervoni: ancora detenuta Leyla Zana; 7. Amnesty International: ancora detenuta Aung San Suu Kyi; 8. Action for peace: campagna europea contro la costruzione del muro di separazione che devasta villaggi e campi coltivati palestinesi; 9. Una lettera dei refuseniks israeliani agli amici palestinesi, contro il terrorismo; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 590 del 23 giugno 2003: 1. Giobbe Santabarbara: un giorno; 2. Un incontro di donne a Firenze; 3. Resoconto della prima sessione dell'incontro di Firenze; 4. A cura di Anna Picciolini: resoconto del dibattito nel gruppo di lavoro "Pace e guerra: parole e pratiche di donne"; 5. Documento conclusivo dell'incontro di Firenze; 6. Riviste: "Critica liberale"; 7. Riviste: "Il foglio"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 591 del 24 giugno 2003: 0. Comunicazione di servizio; 1. Lidia Menapace ricorda Luigi Pintor; 2. Luce Fabbri: la salvezza; 3. Maria G. Di Rienzo: nell'alternativa non c'e' posto per la violenza; 4. Enrico Peyretti: impegno di pace e critica della critica; 5. Severino Vardacampi: la nonviolenza e' lotta. Contro tutte le violenze; 6. Elisa Kidane: "Raggio", con occhi e cuore di donna; 7. Augusto Cavadi ricorda Candida Di Vita; 8. Angela Giuffrida: guardare il mondo con i nostri occhi; 9. Giobbe Santabarbara: ancora; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 592 del 25 giugno 2003: 1. Lidia Menapace: una proposta per le bandiere della pace; 2. La newsletter di "Migra"; 3. Maria G. Di Rienzo: il senso politico del trauma e il lavoro per la verita' e la riconciliazione; 4. Matteo Bartocci intervista Mae-Wan Ho; 5. Celeste Grossi: una relazione a Firenze; 6. Anna Picciolini: una relazione a Firenze; 7. Imma Barbarossa: una relazione a Firenze; 8. Patricia Tough, Franca Gianoni: un confronto a Firenze; 9. Luisa Morgantini: la "road map", una speranza per la pace; 10. Riletture: Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta; 11. Riletture: Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono; 12. Riletture: Tzvetan Todorov, Memoria del male, tentazione del bene; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 593 del 26 giugno 2003: 1. Daniele Lugli: sulla proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 2. Paolo Oddone: sulla proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 3. Vittoria Oliva: sulla proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 4. Enrico Peyretti: sulla proposta di Lidia Menapace per le bandiere della pace; 5. Lidia Menapace: lavoro e diritti dopo il referendum; 6. Giulio Vittorangeli: note di un viaggio in Nicaragua; 7. Rossana Rossanda interroga Maria Luisa Boccia su femminismo e sinistra; 8. Norma Bertullacelli: sui gradini del palazzo; 9. Eduardo Galeano: campioni; 10. Rletture: Sibilla Aleramo, Una donna; 11. Riletture: Grazia Deledda, Cosima; 12. Riletture: Matilde Serao, Saper vivere; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 594 del 27 giugno 2003: 1. Luciano Bonfrate: dieci parole da Assisi a Gubbio; 2. Ettore Masina: la zattera della Medusa; 3. Angelo Gandolfi: sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Pierluigi Ontanetti: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Anna Polo: sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Fausto Prandini: sulla proposta di Lidia Menapace; 7. Carlo Schenone: sulla proposta di Lidia Menapace; 8. Roberto Tecchio: sulla proposta di Lidia Menapace; 9. Tiziano Tissino: sulla proposta di Lidia Menapace; 10. Mao Valpiana: sulla proposta di Lidia Menapace; 11. Maria Grazia Bonollo: l'incontro del primo giugno all'Arena di Verona; 12. Societa' di Studi Valdesi: un convegno su Piero Jahier; 13. Riletture: Aung San Suu Kyi, Libera dalla paura; 14. Riletture: Quentin Bell, Virginia Woolf; 15. Riletture: Rosanna Benzi, Il vizio di vivere; 16. Riletture: Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu'; 17. Riletture: Assia Djebar, La donna senza sepoltura; 18. Riletture: Simone Petrement, La vita di Simone Weil; 19. Riletture: Renate Siebert, Le donne, la mafia; 20. Riletture: Christa Wolf, Cassandra; 21. Riletture: Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt; 22. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 23. Per saperne di piu'. * Numero 595 del 28 giugno 2003: 1. Seminario della Tavola della pace a Perugia; 2. Osvaldo Caffianchi: ancora sulle dieci parole della nonviolenza in cammino da Assisi a Gubbio; 3. Francesca Pilla intervista Vandana Shiva; 4. Luciano Capitini: sulla proposta di Lidia Menapace; 5. Diego Cozzuol: sulla proposta di Lidia Menapace; 6. Mario Di Marco: sulla proposta di Lidia Menapace; 7. Gianfranco e Isa Monaca: sulla proposta di Lidia Menapace; 8. Enrico Morganti: sulla proposta di Lidia Menapace; 9. Giordano Remondi: sulla proposta di Lidia Menapace; 10. Giovanni Sarubbi: sulla proposta di Lidia Menapace; 11. Maria G. Di Rienzo: guerralingua; 12. Rossana Rossanda: il nostro presidente; 13. Roberto Burla: aperto il sito della Caritas diocesana di Viterbo; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'. * Numero 596 del 29 giugno 2003: 1. Alessandro Marescotti: presentato il libro "Bandiere di pace" a Roma; 2. Pierluigi Vito: sulla proposta di Lidia Menapace; 3. Vittoria Oliva: ancora sulla proposta di Lidia Menapace; 4. Giobbe Santabarbara: sulla proposta di Lidia Menapace e sulle nostre miserie; 5. Riccardo Orioles: a Dachau; 6. Carlo Maria Martini: tre cose sulla pace; 7. Giovanni Scotto: ripensare la politica estera; 8. Rosa Luxemburg: uno sguardo intorno a noi; 9. Augusto Cavadi: un tabu' che non regge; 10. Riletture: Germaine Greer, L'eunuco femmina; 11. Riletture: Germaine Greer, La donna intera; 12. Riletture: Pat Patfoort, Una introduzione alla nonviolenza; 13. Riletture: Pat Patfoort, Costruire la nonviolenza; 14. Riletture: Antonietta Potente, Gli amici e le amiche di Dio; 15. Riletture: Antonietta Potente, Un tessuto di mille colori; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 597 del 30 giugno 2003: 0. Comunicazione di servizio; 1. Maria Zambrano: pietre e parole; 2. Benito D'Ippolito: dieci parole della nonviolenza in dieci profili di costruttrici di pace; 3. Giovanni Scotto: L'Unione europea e la prevenzione dei conflitti violenti; 4. Nando dalla Chiesa: il voltafaccia; 5. Giuliana Martirani: quale pace; 6. Augusto Cavadi: i diritti degli animali; 7. Riccardo Orioles: da Praga a Teheran; 8. Alessandro Dal Lago: diritti immigrati; 9. Letture: Giuseppe Pusceddu (a cura di), Contras a sa gherra; 10. Riletture: Eleonora Missana, L'etica nel pensiero contemporaneo; 11. Riletture: Jacqueline Russ, L'etica contemporanea; 12. Riletture: Elena Soetje, La responsabilita' della vita; 13. Riletture: Luisella Battaglia, Etica e diritti degli animali; 14. Riletture: Silvana Castignone, Povere bestie; 15. Riletture: Paola Cavalieri, La questione animale; 16. Le diagnosi di Messer Rovina: una sciocchezza; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'. 8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 9. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 617 del 20 luglio 2003
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