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La nonviolenza e' in cammino. 618
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 618
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 20 Jul 2003 21:15:25 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 618 del 21 luglio 2003 Sommario di questo numero: 1. Comitato sardo "Gettiamo le basi": una petizione al presidente della Repubblica 2. Simone Weil: una seconda volta 3. Lidia Menapace: dall'arcobaleno a un'Europa neutrale 4. Maria G. Di Rienzo: alcune note sull'azione diretta nonviolenta 5. David Maria Turoldo: sera a sant'Egidio 6. Il segretario generale dell'Onu chiede la liberazione di Aung San Suu Kyi 7. Amnesty International chiede un'inchiesta indipendente sulla morte della fotogiornalista Zahra Kazemi 8. Giampaolo Calchi Novati: buon compleanno, Madiba 9. Alcune riviste utili 10. Letture: Francoise Dolto, Come allevare un bambino felice 11. Letture: Grazia Honegger Fresco, Essere genitori 12. Letture: Silvia Vegetti Finzi con Anna Maria Battistin, A piccoli passi 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento 14. Per saperne di piu' 1. APPELLI. COMITATO SARDO "GETTIAMO LE BASI": UNA PETIZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA [Dal comitato sardo "Gettiamo le basi" (per contatti: e-mail: comitatoglb at katamail.com, o anche: caomar at tiscali.it, tel. 070 823498, o anche: 3386132753) riceviamo e diffondiamo. Invitiamo tutti i nostri interlocutori ad aderire alla petizione, a diffondere l'informazione ed a sostenere l'iniziativa in difesa del diritto alla salute e per l'immediata sospensione delle attivita' del poligono militare interforze Salto di Quirra] Una petizione con 1.500 firme e' stata spedita oggi al presidente della Repubblica dal comitato sardo "Gettiamo le basi". In base al buon senso e all'elementare principio di precauzione, fino a quando non sia stata trovata una ragionevole e convincente spiegazione alle troppe morti e malattie sospette, si chiede l'immediata sospensione delle attivita' del poligono militare interforze Salto di Quirra. Nella petizione al capo dello Stato si ricorda che un generale e cinque militari in servizio nel poligono interforze sono stati uccisi dalla leucemia, quattro sono in lotta contro il male. A Quirra, frazione di Villaputzu con 150 abitanti, dodici persone sono state divorate da tumori al sistema emolinfatico, due decedute. A Escalaplano, paese confinante con la base, 2.600 abitanti, dodici bambini sono affetti da gravi malformazioni genetiche, quattordici persone colpite da tumore alla tiroide. Sebbene le denuncie sull'inquietante percentuale di tumori al sistema emolinfatico siano state lanciate da medici di base e da sindaci fin dal gennaio 2001, a tutt'oggi non e' stata accertata alcuna causa credibile. Recentemente il ministro Carlo Giovanardi, esprimendosi a nome del governo, ha autorevolmente avallato in Parlamento la tesi proposta nel marzo 2002 dalla Asl 8 di Cagliari: "L'agente scatenante sarebbe l'arsenico estratto da una miniera ormai dismessa". Il mondo scientifico ha rigettato questa ipotesi che non trova alcun riscontro in letteratura medica. L'eccesso di alterazioni genetiche non e' l'unica fonte di preoccupazione. Nell'arco di due mesi, tra aprile e giugno, sono precipitati quattro missili fuori controllo e un radiobersaglio esponendo la popolazione e gli stessi militari a pesanti rischi. Il Comitato chiede pertanto a Ciampi un autorevole intervento affinche' sia garantito e tutelato il diritto alla salute dei cittadini. Auspichiamo che il presidente solleciti le autorita' competenti affinche' avviino serie ed accurate indagini ambientali e sanitarie che offrano garanzie di indipendenza, autonomia e trasparenza democratica; che intervenga affinche' si adottino immediatamente tutte le misure necessarie per garantire il diritto della popolazione alla sicurezza, alla salute e alla vita; che impedisca che cada il silenzio su questa vicenda. * Testo della petizione Al presidente della Repubblica Oggetto: Poligono della morte Salto di Quirra. I dati documentati e ripetutamente denunciati dai media sardi sono i seguenti: poligono interforze Salto di Quirra, un generale e cinque militari uccisi dalla leucemia, quattro in lotta contro il male; Quirra - frazione di Villaputzu - 150 abitanti, dodici persone divorate da tumori al sistema emolinfatico, due decedute; Escalaplano, 2.600 abitanti, dodici bambini con gravi malformazioni genetiche, quattordici persone colpite da tumore alla tiroide. In base al buon senso e in base all'elementare principio di precauzione, fino a quando non sia stata trovata una ragionevole e convincente spiegazione alle troppe anomalie, esigiamo l'immediata sospensione delle attivita' del poligono interforze Salto di Quirra. Nome e cognome, citta', firma. * Lettera inviata al presidente della Repubblica Presidente Ciampi, il costo in vite umane nei paesi confinanti con il poligono interforze Salto di Quirra e' divenuto intollerabile. Gli ultimi dati hanno fatto salire ancora il numero accertato delle vittime civili: 18 casi di tumore al sistema emolinfatico tra i 150 abitanti della piccola frazione di Quirra. Monica, la giovane madre deceduta alcune settimane fa, e il suo bambino, da poco uscito dal tunnel della leucemia, non risiedevano a Quirra, vi soggiornavano a lungo nella casa dei loro familiari. "Voci di popolo", solo in parte verificate, denunciano anche nei vari paesi confinanti con l'immensa area militare numerosi casi di aborti spontanei e feti malformati tra gli animali, percentuali anomale di patologie tumorali, linfomi Hodgkins e alterazione genetiche. Il numero dei militari colpiti da leucemia e' da ritenersi notevolmente inferiore ai dati reali tenuto conto che le notizie sulla "sindrome di Quirra" non sono quasi trapelate fuori dall'isola, i media a diffusione nazionale hanno mantenuto un agghiacciante silenzio, le eccezioni si contano sulle dita di una mano. Sebbene le denuncie sull'inquietante percentuale di tumori al sistema emolinfatico siano state lanciate dal medico di base e dal sindaco fin dal gennaio 2001, a tutt'oggi non e' stata accertata alcuna causa credibile. Recentemente il ministro Carlo Giovanardi, esprimendosi a nome del governo, ha autorevolmente avallato in Parlamento la tesi proposta nel marzo 2002 dalla Asl 8 di Cagliari: l'agente scatenante sarebbe l'arsenico estratto da una miniera ormai dimessa. Il mondo scientifico ha rigettato questa ipotesi che non trova alcun riscontro in letteratura medica, ha "bocciato" lo screening di massa avviato nella frazione di Quirra dalla Asl 8, ha relegato nell'ambito dello show mediatico l'indagine promossa dal ministro della Difesa nel marzo 2002. Non si ha notizia se si ipotizzi anche un rapporto causa-effetto, ugualmente sconosciuto in letteratura medica, tra arsenico, alterazioni genetiche e tumori alla tiroide che imperversano in percentuali da brivido a Escalaplano, paese confinante con il poligono. Non si ha notizia di indagini ambientali e sanitarie ad Escalaplano e negli altri paesi adiacenti all'area militare. Recentemente il sottosegretario alla Difesa, Salvatore Cicu, contraddicendo le certezze del ministro Giovanardi, ha dichiarato che nel poligono interforze Salto di Quirra sono tutt'ora in corso accertamenti. Un principio consolidato in tutti i paesi democratici sancisce l'incompatibilita' tra il ruolo di controllore e il ruolo di controllato. Il ministero della Difesa non puo' proporsi come perito super partes assumendo, inoltre, la doppia veste di accusato e giudice al tempo stesso. L'eccesso di alterazioni genetiche, leucemie e patologie tumorali non e' l'unica fonte di preoccupazione. Nell'arco di due mesi, tra aprile e giugno, sono precipitati quattro missili fuori controllo e un radiobersaglio esponendo la popolazione e gli stessi militari a pesanti rischi. La spiegazione dei gravi incidenti fornita dal comando militare e ribadita dal governo al Parlamento e' stata che i venti in quota avrebbero deviato i missili. Pesanti silenzi, incomprensibili ritardi, accertamenti di dubbio valore scientifico, informazioni a stento credibili, minano la fiducia nelle Forze Armate e nelle istituzioni della Repubblica, sono percepiti come bruciante insulto alla sensibilita', all'intelligenza e alla dignita' del popolo sardo, riaprono la ferita, mai rimarginata, di sentire la nostra terra considerata alla stregua di colonia in cui tutto e' permesso, dove l'incolumita' e la vita degli abitanti ha un valore che si avvicina allo zero. Premesso cio', chiediamo un Suo autorevole intervento affinche' sia garantito e tutelato il diritto alla salute dei cittadini. La trasparenza democratica impone che la popolazione sia correttamente informata: a. sugli accertamenti effettuati o in corso in modo da consentire alla comunita' scientifica di esprimere pareri qualificati sulle metodologie di ricerca e prendere in esame la documentazione che attesti i risultati; b. se siano state accertate percentuali in eccesso di patologie riconducibili all'arsenico, acquisite in letteratura medica, quali cancro alla pelle, al polmone, fegato, vescica, rene, colon; c. se siano state effettuate indagini che accertino se l'arsenico, rivenuto in percentuali enormemente superiori ai limiti di legge, stando alle dichiarazioni della Asl 8 di Cagliari, provenga dalla miniera di Baccu Locci o, invece, sia il prodotto della "normale" contaminazione da poligono. Infatti, nei vari poligoni dove equipe scientifiche indipendenti hanno svolto serie ricerche, e' stata accertata un'alta contaminazione da arsenico, da idrocarburi e da metalli pesanti cancerogeni e teratogeni quali alluminio, bario, bismuto, cadmio, cobalto, cromo, mercurio, nichel, piombo, rame, zinco, uranio. d. Se sia stato aperto un procedimento per accertare le eventuali responsabilita' della Asl 8 di Cagliari per i controlli tardivi su un territorio, interessato da una miniera d'arsenico dismessa nel lontano 1964, effettuati solo nel 2002 in seguito ad una pressante campagna stampa. Auspichiamo un suo autorevole intervento al fine di: a. Impedire che cada il silenzio su questa vicenda; b. Sollecitare le autorita' competenti affinche' avviino serie ed accurate indagini ambientali e sanitarie che offrano garanzie di indipendenza, autonomia e trasparenza democratica; c. Sollecitare le autorita' competenti affinche' adottino immediatamente tutte le misure necessarie per garantire il diritto della popolazione alla sicurezza, alla salute, alla vita. 2. MAESTRE. SIMONE WEIL: UNA SECONDA VOLTA [Da Simone Weil, I catari e la civilta' mediterranea, Marietti, Genova 1996, 1997, p. 26 (e' un brano di un saggio scritto a Marsiglia nel 1942 e pubblicato con lo pseudonimo di Emile Novis nei "Cahiers du Sud"). Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil, Garzanti, Milano 1990; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, EDB, Bologna 1997; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994] Nulla e' piu' crudele nei riguardi del passato che il luogo comune secondo cui la forza e' impotente a distruggere i valori spirituali: in virtu' di questa opinione, si nega che le civilta' cancellate con la violenza delle armi siano mai esistite; lo si puo' sostenere senza timore di essere smentiti dai morti. Si uccide cosi' una seconda volta cio' che e' morto, e ci si associa alla crudelta' delle armi. 3. RIFLESSIONE. LIDIA MENAPACE: DALL'ARCOBALENO A UN'EUROPA NEUTRALE [Ringraziamo Lidia Menapace (per contatti: llidiamenapace at virgilio.it) per questo intervento, che reca un ulteriore contributo alla riflessione a piu' voci svoltasi lo scorso mese sulle bandiere della pace, ed opportunamente invita a una riflessione condivisa sulla proposta di un impegno comune per un'Europa neutrale, disarmata, nonviolenta. Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, partecipa alla Resistenza, e' poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto"; e' tra le voci piu' alte e significative della cultura delle donne, dei movimenti della societa' civile, della nonviolenza in cammino. La maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari; tra i suoi libri cfr. (a cura di), Per un movimento politico di liberazione della donna, Bertani, Verona 1973; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001] A me sembra che le bandiere della pace si vedano sempre meno, anche se continuano ad essere tante non si vedono anche perche' stingono e perche' se non vi e' un movimento di esporre riporre esporre di nuovo non hanno visibilita', diventano un pezzo del paesaggio. Questa e' la mia opinione, e mi vanno bene tutte le proposte che comportino che nel movimento ci si metta d'accordo su una gestualita' rituale e ritmica, mi va bene ogni fine settimana, mi va bene una settimana al mese, terrei ferma solo la data del 2 giugno per protestare sempre contro la militarizzazione della festa della repubblica. Non ne faccio una questione di particolare importanza, solo vorrei evitare una sorta di stanchezza e abbandono: non si puo' pensare di lasciarla sempre, perde efficacia, non e' sottovalutazione, al contrario. Comunque finche' non si decide qualcosa la mia bandiera resta esposta. Sono io pure orgogliosa della mia bandiera, ma intanto va avanti un processo di rilancio del militare e non mi sembra sufficiente un gesto compiuto una volta. E' possibile che mi sbagli, non sono esperta di psicologia di massa e nemmeno mi intendo molto di simbolico delle immagini o di quello delle parole. Non credevo di suscitare tanto interesse: sarei piu' contenta se qualcuno prendesse la parola sulla proposta che ho fatto uno o due anni fa per un'Europa neutrale. 4. FORMAZIONE. MARIA G. DI RIENZO: ALCUNE NOTE SULL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sidney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza] Pensare a come l'umanita' possa vivere in pacifica e rispettosa coesistenza, fra umani e con il resto del mondo naturale, e tradurre questo pensiero in cambiamento sociale: una sintesi della nonviolenza, che pero' essendo un percorso in divenire non si lascia sintetizzare facilmente, potrebbe essere questa. Il cambiamento sociale nonviolento si basa sulla comprensione che il potere delle elites e' instabile, e che dipende fortemente dal sostegno nella societa' di "gruppi chiave" e di vasti strati della popolazione. Quando tale concetto trova applicazione nell'azione diretta nonviolenta funziona perche': - porta alla luce, drammatizzandola, una situazione ingiusta che non poteva essere ignorata o nascosta piu' a lungo; - permette di mostrare pubblicamente le politiche e le relazioni di potere che sottendono la situazione stessa, nonche' i valori e i motivi della protesta contro di essa; - mostra il profondo impegno personale degli attivisti, e lo fa in modi positivi, attraendo altre persone; - crea dinamiche che permettono lo spostamento del consenso dai gruppi del dominio ai gruppi degli attivisti: se l'azione e' dichiaratamente e concretamente nonviolenta, i suoi oppositori non potranno gettare il discredito su di essa tramite atti di violenza e vandalismo, e l'opinione pubblica credera' agli attivisti. * Che faccia ha la nonviolenza in azione? L'azione diretta nonviolenta ha il miglior successo quando e' la fase di una campagna che ha informato ed educato l'opinione pubblica rispetto al problema e si presenta in questo modo: - l'attenzione e' diretta ai valori, alle strutture ed alle istituzioni, non all'attaccare individui; - il confronto e' agito positivamente, con rispetto per gli oppositori, e tende alla risoluzione pacifica dei conflitti; - gli attivisti agiscono in maniera calma, orgogliosa e creativa; - i piani e le azioni sono del tutto trasparenti; - vi e' il preciso impegno di rimanere fermamente nonviolenti anche di fronte all'eventuale repressione. * Uno dei principi fondamentali dell'azione diretta nonviolenta e' il creare un chiaro contrasto fra i valori, i metodi e le ragioni degli attivisti e i valori, i metodi e le ragioni degli oppositori. Durante una campagna o in una situazione di conflitto, le persone che non sono direttamente coinvolte tenderanno a sostenere individui e gruppi che: - si attengono fermamente ai valori ed ai principi in cui credono (e il sostegno cresce se tali valori e principi sono largamente compresi nella comunita': diritti umani, protezione dell'ambiente, ecc.); - si mostrano aperti e pacifici, incarnando l'alternativa alla situazione ingiusta e violenta che vogliono cambiare; - restano nonviolenti di fronte al crescere dell'uso della violenza e delle sanzioni contro di essi. * Durante la maggior parte delle azioni, le elites al potere tentano di intimidire gli attivisti (arresti, condanne, multe, violenza fisica e verbale, ecc.) e di screditare la campagna (i media sono in genere assai attivi a questo proposito). Se il gruppo di attivisti si e' preparato ad affrontare questa prospettiva, e resta fermo nella sua adesione alla nonviolenza e nel continuare a mandare i suoi messaggi all'esterno, il sostegno della comunita' nei suoi confronti crescera' visibilmente e molto spesso diverra' "attivo". E' cruciale, per una campagna nonviolenta, creare una situazione in cui persone che fanno parte degli oppositori finiscano per preferire l'alternativa presentata dagli attivisti ai privilegi del dominio: e' una garanzia di successo, giacche' le dinamiche di dominio necessitano di una vasta gamma di ruoli di sostegno per perpetuare la propria esistenza. 5. MAESTRI. DAVID MARIA TUROLDO: SERA A SANT'EGIDIO [Da David Maria Turoldo, Ultime poesie (1991-1992), Garzanti, Milano 1991, 1999, p. 74. David Maria Turoldo, nato in Friuli nel 1916, ordinato sacerdote nel 1940, partecipo' alla Resistenza; collaboratore di don Zeno Saltini a Nomadelfia, fondatore con padre Camillo De Piaz della "Corsia dei Servi", poi direttore del "Centro di studi ecumenici Giovanni XXIII" a S. Egidio Sotto il Monte. Ha pubblicato numerose opere di riflessione religiosa, di intervento civile, di poesia. E' scomparso nel 1992. Opere di David Maria Turoldo: della sua vastissima produzione segnaliamo particolarmente alcune raccolte di versi: Il sesto angelo (poesie scelte - prima e dopo il 1968), Mondadori, Milano 1976; e O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990, 1993; Ultime poesie (1991-1992), Garzanti, Milano 1999; ed almeno la raccolta di testi in prosa La parabola di Giobbe, Servitium, Sotto il Monte 1996. Per una bibliografia piu' ampia: a) poesia: Io non ho mani, Bompiani, Milano 1948; Udii una voce, Mondadori, Milano 1952; Gli occhi miei li vedranno, Mondadori, Milano 1955; Preghiere tra una guerra e l'altra, Corsia dei Servi, Milano 1955; Se tu non riappari, Mondadori, Milano 1963; Poesie, Neri Pozza, Vicenza 1971; Fine dell'uomo?, Scheiwiller, Milano 1976; Il sesto angelo, Mondadori, Milano 1976; Laudario alla Vergine, Dehoniane, Bologna 1980; Lo scandalo della speranza, Gianfranco Angelico Benvenuto, Napoli 1978, poi Gei, Milano 1984; Impossibile amarti impunemente, Quaderni del Monte, Rovato 1982; Ritorniamo ai giorni del rischio, Cens, Liscate 1985; O gente terra disperata, Paoline, Roma 1987; Il grande Male, Mondadori, Milano 1987; Come possiamo cantarti, o Madre?, Diakonia della theotokos, Arezzo 1988; Nel segno del Tau, Scheiwiller, Milano 1988; Cosa pensare., La Rosa Bianca, Trento 1989; Canti ultimi, Carpena, Sarzana 1989, poi Garzanti, Milano 1991; (con G. Ravasi), Opere e giorni del Signore, Paoline, Cinisello Balsamo 1989; O sensi miei (poesie 1948-1988), Rizzoli, Milano 1990; Mie notti con Qohelet, Garzanti, Milano 1992; Ultime poesie (1991-1992), Garzanti, Milano 1999; Nel lucido buio, Rizzoli, Milano 2002; b) teatro: La terra non sara' distrutta, Garzanti, Milano 1951; Da una casa di fango (Job), La Scuola, Brescia 1951; La passione di San Lorenzo, Morcelliana, Brescia 1961, poi Citta' Armoniosa, Reggio Emilia 1978; Vigilia di Pentecoste, Giac (pro manuscripto), Milano 1963; Oratorio in memoria di frate Francesco, Messaggero, Padova 1981; Sul monte la paura, Cens, Liscate 1983; La morte ha paura, Cens, Liscate 1983; c) saggistica: Non hanno piu' vino, Mondadori, Milano 1957, poi Queriniana, Brescia 1979; La parola di Gesu', La Locusta, Vicenza 1959; Tempo dello Spirito, Gribaudi, Torino 1966; Uno solo e' il Maestro, Signorelli, Milano 1972; Nell'anno del Signore, Palazzi, Milano 1973; Alla porta del bene e del male, Mondadori, Milano 1978; Nuovo tempo dello Spirito, Queriniana, Brescia 1979; Mia terra addio, La Locusta, Vicenza 1980; Povero Sant'Antonio, La Locusta, Vicenza 1980; (a cura di), Testimonianze dal carcere, Paoline, Roma 1980; Amare, Paoline, Roma 1982; Perche' a te, Antonio?, Messaggero, Padova 1983; Ave Maria, Gei, Milano 1984; (con A. Levi, M .C. Bartolomei Derungs), Dialogo sulla tenerezza, Cens, Liscate 1985; L'amore ci fa sovversivi, Joannes, Milano 1987; Come i primi trovadori, Cens, Liscate 1988; Il diavolo sul pinnacolo, Paoline, Cinisello Balsamo 1988; Il Vangelo di Giovanni, Rusconi, Milano 1988; Per la morte (con due meditazioni di P. Mazzolari), La Locusta, Vicenza 1989; Amar, traduzione portoghese, a cura di I. F. L. Ferreira, Paulinas, Sao Paulo 1986; (con R. C. Moretti), Mani sulla vita, Emi, Bologna 1990; La parabola di Giobbe, Servitium, Sotto il Monte 1996; Il mio amico don Milani, Servitium, Sotto il Monte 1997; Il dramma e' Dio, Rizzoli, Milano 1992, 1996, 2002; d) traduzioni: I Salmi, Dehoniane, Bologna 1973; Salterio Corale, Dehoniane, Bologna 1975; Chiesa che canta, volumi I-VII, Dehoniane, Bologna 1981-1982; (con G. Ravasi), "Lungo i fiumi..." - I Salmi, Paoline, Cinisello Balsamo 1987; Ernesto Cardenal, Quetzalcoatl, Mondadori, Milano 1989; e) narrativa: ... E poi la morte dell'ultimo teologo, Gribaudi, Torino 1969. Opere su David Maria Turoldo: un'utile bibliografia di avvio e' in D. M. Turoldo, Nel lucido buio, Rizzoli, Milano 2002] Tornata e' la quiete, anche il vento riposa, non c'e' piu' nessuno nell'Abbazia: ma io non chiudero' le porte: Qualcuno, sono certo, verra': cosi' attendo sereno la Notte. 6. DIRITTI UMANI. IL SEGRETARIO GENERALE DELL'ONU CHIEDE LA LIBERAZIONE DI AUNG SAN SUU KYI [Dalla newsletter "Attualita' sulla Birmania" n. 72 del 18 luglio 2003, a cura dell'Euro-Burma Office (per contatti: European Office for the Development of Democracy In Burma, square Gutenberg 11/2, 1000 Brussels, Belgium, e-mail: burma at euro-burma.be) riportiamo la seguente notizia. Aung San Suu Kyi , figlia di Aung San (il leader indipendentista birmano assassinato a 32 anni), e' la leader nonviolenta del movimento democratico in Myanmar (Birmania) ed ha subito dure persecuzioni da parte della dittatura militare; nel 1991 le è stato conferito il premio Nobel per la pace; tra le sue opere: Libera dalla paura, Sperling & Kupfer, 1996, 1998] Il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, ha nuovamente esortato i leaders della giunta militare birmana a rilasciare immediatamente la leader democratica Aung San Suu Kyi. "Ho inviato questo messaggio al generale Than Shwe, attraverso il viceministro degli esteri Khin Maung Win, che ho incontrato mercoledi scorso. Gli ho praticamente detto che mi aspetto che Suu Kyi sia liberata il piu' presto possibile e che li ritengo diretti responsabili della salvaguardia personale della donna e di tutti i membri della Lega Nazionale per la Democrazia che sono stati arrestati". 7. DIRITTI UMANI. AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE UN'INCHIESTA INDIPENDENTE SULLA MORTE DELLA FOTOGIORNALISTA ZAHRA KAZEMI [Dall'ufficio stampa di Amnesty International (per contatti: press at amnesty.it) riceviamo e diffondiamo] Amnesty International si e' unita agli appelli della Commissione islamica per i diritti umani dell'Iran e di altri organismi internazionali per i diritti umani affinche' sia avviata un'inchiesta indipendente sulla morte della cinquantaquattrenne fotogiornalista Zahra Kazemi, avvenuta il 12 luglio. "L'Iran e' obbligato, in base al diritto internazionale, ad aprire un'inchiesta giudiziaria imparziale e indipendente per determinare le cause della morte di Zahra Kazemi", ha dichiarato Massimo Cipolla, coordinatore Iran della sezione italiana di Amnesty International. "Tale inchiesta dovra' inoltre chiarire se, come indicano alcune fonti, Zahra Kazemi sia stata sottoposta a maltrattamenti e torture durante il periodo di custodia". Zahra Kazemi, di doppia cittadinanza canadese e iraniana, e' deceduta il 12 luglio all'ospedale Baghiyetollah di Tehran, dove era sorvegliata a vista. Era stata arrestata per aver fotografato alcune persone che protestavano per la detenzione dei propri familiari all'esterno della prigione di Evin, nella zona settentrionale della capitale. Amnesty International registra da anni casi di maltrattamenti e torture durante la detenzione in Iran. L'organizzazione ha accolto favorevolmente le notizie secondo cui il presidente Mohammad Khatami avrebbe ordinato ad alcuni ministeri di aprire un'inchiesta sulla morte di Zahra Kazemi. "Le autorita' iraniane devono adottare misure concrete per porre fine a tutte le forme di maltrattamento nel paese, come ad esempio accedere alla Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti" - ha aggiunto Cipolla. "Solo una inchiesta immediata, esauriente, indipendente e imparziale potra' fare gli interessi della giustizia". 8. ANNIVERSARI. GIAMPAOLO CALCHI NOVATI: BUON COMPLEANNO, MADIBA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 18 luglio 2003. Giampaolo Calchi Novati, nato nel 1935, docente universitario, e' tra i massimi esperti italiani delle questioni del sud del mondo. Tra le opere di Giampaolo Calchi Novati: Neutralismo e guerra fredda (1963); L'Africa nera non e' indipendente (1964); Le rivoluzioni nell'Africa nera (1967); La rivoluzione algerina (1969); Decolonizzazione e terzo mondo (1979); La decolonizzazione (1983); Dopo l'apartheid (a cura di, 1986); L'Africa (1987); Nord/Sud (1987); Maghreb (a cura di, 1993); Il Corno d'Africa nella storia e nella politica (1994); Dalla parte dei leoni (1995). Nelson Mandela ("Madiba" e' il nomignolo con cui lo chiamano affettuosamente) e' il piu' grande rappresentante vivente della lotta contro il razzismo, per la dignita' di ogni essere umano; nato nel 1918, tra i leader principali dell'African National Congress, nel 1964 e' condannato all'ergastolo dal regime razzista sudafricano; non accetta nessun compromesso, nel corso dei decenni la sua figura diventa una leggenda in tutto il mondo; uscira' dal carcere l'11 febbraio 1990 come un eroe vittorioso; premio Nobel per la pace nel 1993, primo presidente del Sudafrica finalmente democratico. Opere di Nelson Mandela: fondamentale e' l'autobiografia Lungo cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995; tra le raccolte di scritti ed interventi pubblicate prima della liberazione cfr. La lotta e' la mia vita, Comune di Reggio Emilia, 1985; La non facile strada della liberta', Edizioni Lavoro, Roma 1986; tra le raccolte pubblicate successivamente alla liberazione: Tre discorsi, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1991; Contro ogni razzismo, Mondadori, Milano 1996; Mai piu' schiavi, Mondadori, Milano 1996 (il volume contiene un intervento di Nelson Mandela ed uno di Fidel Castro). Opere su Nelson Mandela: Mary Benson, Nelson Mandela: biografia, Agalev, Bologna 1988; François Soudan, Mandela l'indomabile, Edizioni Associate, Roma 1988; Jean Guiloineau, Nelson Mandela, Mondadori, Milano 1990; John Vail, I Mandela, Targa Italiana, Milano 1990; Fatima Meer, Il cielo della speranza, Sugarco, Milano 1990. Si vedano anche Winnie Mandela, Finche' il mio popolo non sara' libero, Sugarco, Milano 1986; Nancy Harrison, Winnie Mandela, Jaca Book, Milano 1987] Quando nel febbraio 1990 il governo dell'apartheid decise di chiudere con il razzismo, Mandela si trovo' in mano la chiave per ritrovare la liberta' dopo mezza vita trascorsa in un carcere al Capo, fra Robben Island e Pollsmoor. Ma Nelson Mandela chiese a De Klerk, l'ultimo presidente bianco del Sudafrica, di ritardare di qualche giorno la sua liberazione. Aveva aspettato ventisette anni, poteva aspettare una settimana. Se la sua famiglia, i militanti, l'opinione pubblica non fossero stati adeguatamente preparati, quel giorno di gioia poteva volgere subito al tragico. In questa scelta che lui stesso racconta con la solita semplicita' nella sua autobiografia c'e' tutto Mandela. C'e' la sua forza d'animo, c'e' la sua disposizione a far passare in secondo piano le considerazioni personali nell'interesse della collettivita', ma c'e' soprattutto la sua capacita' di fare politica. A prima vista, si puo' pensare al calcolo di un "moderato". Nei fatti, Mandela continuava la stessa linea di condotta, rigorosa fino al sacrificio, che aveva cominciato quando, da giovane, aveva disobbedito agli amici che - un po' per convenienza e un po' per interesse, nel bene suo e della comunita' nera essi pensavano - lo ammonivano a tenersi fuori dalla politica. Il titolo del libro che raccoglie il racconto in prima persona della vita di Rolihlahla Nelson Mandela, che, se i dati anagrafici sono esatti, compie 85 anni il 18 luglio, e' Lungo cammino verso la liberta'. A suo tempo fu un successo editoriale straordinario. Feltrinelli si assicuro' i diritti dell'edizione italiana vincendo un'asta milionaria. Erano i giorni in cui la vicenda personale e politica di Mandela era vissuta ovunque, non solo in Sudafrica e al di la' di ogni retorica, come il trionfo del diritto e della giustizia in una situazione che era diventata sotto molti aspetti un marchio di vergogna per tutti. * L'anniversario puo' essere una buona occasione per una riflessione ulteriore. Mandela usci' gia' vecchio dal carcere. Quella sua figura alta, nobile, la sua serieta' radiosa, era un tacito rimprovero per tutti coloro che in misura diversa avevano la responsabilita' di aver sottratto tanti anni di vita a Mandela e Mandela alla sua gente. Ma Mandela a suo modo riusci' a far capire al Sudafrica - il popolo intero di una grande nazione, senza distinzione fra bianchi e neri, segui' trattenendo il fiato i suoi primi passi da libero accanto agli altri vecchi che avevano condiviso con lui la condanna all'ergastolo emessa il 12 giugno 1964 a conclusione del processo di Rivonia - che quegli anni non erano anni perduti. La costruzione della "liberta'" aveva richiesto l'impegno dei grandi e dei piccoli e nessuna sofferenza doveva risultare inutile. Quell'epilogo - per una volta a vincere il compromesso erano stati i migliori delle due parti - si spiegava anche con il tempo che lui, Mandela, aveva passato in carcere come guida morale del movimento antirazzista e come rovello permanente per la boria dei razzisti. Ed infatti prima Botha e poi De Klerk cercarono Mandela nel momento di smantellare l'apartheid. Non c'erano alternative o scorciatoie. Gia' nel 1986 Mandela fece sapere di approvare le trattative dell'African National Congress con il governo bianco. Per dare un'idea delle circostanze, fu quando il governo proclamo' lo stato d'emergenza e schiero' l'esercito nelle strade. Da parte sua Mandela disse che solo gli uomini liberi possono negoziare. Non rifiuto' gli incontri che di gradino in gradino lo portarono fino al presidente. Fu un segreto custodito gelosamente: ebbe la funzione di rendere irreversibile la svolta che era stata avviata. Mandela non scavalco' i compagni al vertice dell'Anc che dall'esilio dirigevano il partito ne' tanto meno scavalco' i compagni che con la loro resistenza nelle township di tutto il Sudafrica avevano costretto il governo a quella specie di resa condizionata. Ci sarebbe stato tempo per valorizzare le risorse di ognuno ma intanto solo Mandela poteva farsi garante per tutti. * Il programma dell'African National Congress aveva sancito - fin dall'approvazione della prima versione della Freedom Charter nel 1955 - che la lotta contro il razzismo era condotta dal "popolo" del Sudafrica. Per Mandela quell'espressione, che non faceva nessuna concessione formale alle nozioni di razza e di classe pur non ignorando che la liberazione passava per le identita' razziali e la coscienza di classe degli oppressi, non era una clausola di stile. Mandela era stato "africanista" come membro della Youth League negli anni '40. Senza mai aderire al comunismo, aveva imparato ad apprezzare i meriti dell'analisi marxista al servizio dell'emancipazione dei popoli e dell'eguaglianza fra gli uomini. Colpito dall'insegnamento gandhiano, era stato uno degli animatori delle grandi "campagne" di disobbedienza civile degli anni '50, che avevano cambiato per sempre la natura stessa dell'Anc, ma dopo Sharpeville, nel 1961, difese esponendosi in prima persona la necessita' della lotta armata. Quel patrimonio composito, pratico e ideologico, fatto di postulati non rinunciabili e di contemperamenti, gli permise in tutte le difficili contingenze della transizione di dosare le rivendicazioni della sua parte ma anche di comprendere le "ragioni" della parte avversa. * In Sudafrica dopo la fine dell'apartheid e il varo di uno stato e di una societa' che si dichiarano e vogliono essere non-razziali, perche' se c'e' un punto fermo nell'esperienza del Sudafrica questo e' il ripudio del razzismo, non e' scoccata l'ora della Citta' del Sole. Purtroppo in Sudafrica, dove si e' ormai compiuta la successione dalla leadership carismatica alla leadership burocratica, restano profonde ingiustizie e aspettative deluse. La convivenza civile e' sempre sull'orlo dell'irreparabile. L'onda lunga della violenza che ha inquinato la vita del Sudafrica, descritta cosi' bene come situazione concreta e come metafora da Nadine Gordimer in Un'arma in casa, il romanzo del dopo-apartheid, non ha certo cessato di diffondere i suoi veleni. I razzisti alla Verwoerd e alla Vorster erano convinti che l'Occidente, malgrado tutte le condanne nominali dell'apartheid, sarebbe stato costretto un giorno a imitare il Sudafrica applicando una qualche forma di razzismo per gestire il futuro del capitalismo. Il razzismo in Sudafrica falli' anche perche' si dimostro' incompatibile con un determinato stadio di sviluppo del capitalismo ma nel mondo i sintomi del degrado non mancano e quel vaticinio non e' scongiurato del tutto. Il contributo di Mandela e' stato appunto di andare oltre quel fallimento puramente empirico affidando alle istituzioni del Sudafrica e all'immaginario del suo popolo una storia e un destino condivisi. E' cosi' che il Sudafrica conserva un valore emblematico e che la lezione politica di Nelson Mandela, anche e forse soprattutto ora che non ha incarichi formalizzati, e che si prodiga in operazioni di pace e mediazioni a vasto raggio, o nella mobilitazione contro l'Aids, puo' diventare preziosa per superare la crisi di legittimita' del potere nel nostro mondo globalizzato. Con lo stesso spirito, nei giorni scorsi Mandela non ha voluto incontrare George W. Bush durante il suo viaggio in Sudafrica per non dare nessun avallo, fosse pure a titolo cerimoniale, a una politica di dominio e di esclusione che e' agli antipodi dei principi, tutt'altro che teorici o astratti, per cui si e' sempre battuto, senza per questo rimproverare Thabo Mbeki per aver assolto i suoi compiti di presidente. * Per la sua festa di compleanno Mandela ha selezionato gli inviti con cura. Ha invitato Clinton, che nel 1998 aveva ricevuto da presidente a presidente senza timore reverenziale, alzando la voce per difendere i diritti dell'Africa. Oltre ai politici che a vario titolo sono stati al suo fianco, magari solo idealmente, sia come prigioniero politico che come leader dell'African National Congress e del Sudafrica, si e' ricordato degli uomini e delle donne della cultura e dello spettacolo che gli hanno espresso solidarieta'. Negli anni '80 i concerti per la sua liberazione riempivano Trafalgar Square e molte altre piazze nel mondo. Non ha dimenticato i campioni piu' popolari dello sport visto che fra gli altri meriti Mandela ha anche quello di aver conciliato il rugby e il calcio, lo sport dei bianchi e lo sport dei neri. 9. INFORMAZIONE. ALCUNE RIVISTE UTILI - "A. Rivista anarchica", redazione: c. p. 17120, 20170 Milano, tel. 022896627, fax: 0228001271, e-mail: arivista at tin.it, sito: www.anarca-bolo.ch/a-rivista - "Adesso sulla strada", periodico di approfondimento, redazione: e-mail: adesso at reteblu.org, sito: www.reteblu.org/adesso - "Agape immaginaria", notiziario della comunita' di Agape, redazione: borgata Aape 1, 10060 Prali (To), tel. 0121807514, fax: 0121807690, e-mail: immaginaria at agapecentroecumenico.org, sito: www.agapecentroecumenico.org - "Amici dei lebbrosi", mensile dell'Aifo, redazione: via Berselli 4-6, 40135 Bologna, tel. 051433402, fax: 051434046, e-mail: info at aifo.it, sito: www.aifo.it - "Appunti per gli amici", del Centro epr lo sviluppo creativo "Danilo Dolci", redazione: tel. 0918782976, e-mail: centrodanilodolci at libero.it, sito: www.danilodolci.net - "Azione nonviolenta", mensile fondato da Aldo Capitini, redazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org - "Carta", settimanale, redazione: e-mail: carta at carta.org, sito: www.carta.org - "Critica liberale", mensile, redazione: via D'Ascanio 23, 00186 Roma, fax 066867981, e-mail: info at criticaliberale.it, sito: www.criticaliberale.it - "Fondazione internazionale Lelio Basso", trimestrale edito dalla Fondazione omonima, redazione: via della Dogana Vecchia 5, 00186 Roma, tel. 0668801468, e-mail: filb at iol.it, sito: www.internazionaleleliobasso.it - "Germinal", giornale anarchico e libertario, redazione: via Mazzini 11, 34121 Trieste. - "Gli argomenti umani", mensile, redazione: via Manara 5, 20122 Milano, e-mail: redazione at gliargomentiumani.com, sito: www.gliargomentiumani.com - "Gli stati uniti d'Europa", supplemento a "Critica liberale", redazione: via D'Ascanio 23, 00186 Roma, fax 066867981, e-mail: info at criticaliberale.it, sito: www.criticaliberale.it - "Il foglio", mensile di alcuni cristiani torinesi, redazione: c/o coordinamento dei comitati di quartiere, via Assietta 13/A, 19128 Torino, e-mail: antonello.ronca at libero.it, sito: www.ilfoglio.org - "Il grandevetro", bimestrale, redazione: via Ferrer 1, Santa Croce sull'Arno (Fi), tel. 057134445. - "La rivista del manifesto", in supplemento mensile al quotidiano "Il manifesto", sito: www.larivistadelmanifesto.it - "L'emigrato", mensile, via Torta 14, 29100 Piacenza, tel. 0523330074, e-mail: riv.emigrato at altrimedia.it, sito: www.emigrato.it - "Le monde diplomatique", edizione italiana in supplemento mensile al quotidiano "Il manifesto", sito dell'edizione italiana: www.ilmanifesto.it/mondediplo/, sito dell'edizione francese: www.monde-diplomatique.fr/ - "Libertaria", rivista trimestrale, redazione: via Rovetta 27, 20127 Milano, tel. 0228040340, e-mail: libertaria at libertaria.it, sito: www.libertaria.it - "L'incontro", periodico indipendente, redazione: via Consolata 11, 10122 Torino, tel. 0115212000, e-mail: linc at marte.aerre.it - "Madrugada", promosso dall'associazione Macondo, redazione: via Romanelle 123, 36020 Pove del Grappa (Vi), tel. 0424808407, fax: 0424808191, e-mail: posta at macondo.it, sito: www.macondo.it - "Mani tese", mensile", redazione: piazza Gambara 7-9, 20146 Milano, e-mail: manitese at manitese.it, sito: www.manitese.it - "Messaggero cappuccino", bimestrale d'informazione dei cappuccini bolognesi-romagnoli, redazione: via Villa Clelia 16, 40026 Imola (Bo), tel. 054240265, e-mail: fraticappuccini at imolanet.com, sito: www.imolanet.com/fraticappuccini - "Nicarahuac", bimestrale, redazione: via Mercantini 15, 20158 Milano, tel. 0233220022. - "Nigrizia", mensiel dell'Africa e del mondo nero, redazione: vicolo Pozzo 1, 37129 Verona, e-mail: redazione at nigrizia.it, sito: www.nigrizia.it - "Notiziario Cdp", notiziario del Centor di documentazione di Pistoia, via degli orafi 29, 51100 Pistoia, e-mail: giorlima at tin.it, sito: www.centrodocpistoia.it - "Obiezione!", trimestrale d'informazione su obiezione di coscienza, servizio civile, pace e nonviolenza, redazione: c. p. 2463, 6501 Bellinzona (Svizzera), tel. 0918254577, e-mail: obiezione at serviziocivile.ch, sito: www.serviziocivile.ch - "Oltre news", bimestrale di informazione dell'Assdociazione piccola opera papa Giovanni, redazione: via Cattolica dei Greci 26, 89125 Reggio Calabria, tel. 0965890769, e-mail: info at piccolaopera.org - "Pretioperai", trimestrale, per abbonamenti: ccp n. 10564268, intestato a Gianni Alessandria, via Verdi 34, 26032 Ostiano (Cr). - "Qualevita", bimestrale di riflessione e informazione nonviolenta, redazione: via Buonconsiglio 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. 086446448, e-mail: sudest at iol.it - "Quelli che solidarieta'", bimestrale, redazione: c/o Giulio Vittorangeli, via Petrella 18, 01017 Tuscania (Vt), tel. 0761435930, e-mail: giulio.vittorangeli at tin.it, sito: www.itanica.org - "Qui. Appunti dal presente", redazione: via Bastia 11, 20139 Milano, tel. 0257406574, e-mail: massimoparizzi at tin.it, sito: www.quiappuntidalpresente.it - "Roma Caritas", bimestrale della Caritas di Roma, redazione: piazza S. Giovanni in Laterano 6/A, Roma, e-mail: ufficio.stampa at caritasroma.it, sito: www.caritasroma.it - "Rosso XXI", redazione: via Del Papa 98, 50053 Empoli (Fi), e-mail: rossoventunesimo at tin.it - "Semi", trimestrale su agricolture, territorio, risorse, redazione: redazionesemi at crocevia.it, sito: www.croceviaterra.it - "Solidarieta'", periodico del movimento omonimo, via Belenzani 58, Trento, tel. 0461983626, e-mail: sol.tn at tin.it - "UCT. Uomo citta' territorio", mensile, redazione: via Dietro le Mura b. 5, 38100 Trento, tel. 0461983496. - "Viator", mensile indipendente di ispirazione cristiana, redazione: via Renato Fucini 3, 20133 Milano, sito: www.viator.it - "Viottoli", semestrale di formazione comunitaria, redazione: corso Torino 288, 10064 Pinerolo (To), tel. 0121322339, e-mail: info at viottoli.it, sito: www.viottoli.it - "Vita & luce", quadrimestrale della Missine evangelica zigana delle Assemblee di Dio in Italia, redazione: via Challant 27/F, 10124 Torino, e-mail: tochallant at libero.it 10. LETTURE. FRANCOISE DOLTO: COME ALLEVARE UN BAMBINO FELICE Francoise Dolto, Come allevare un bambino felice, Mondadori, Milano 1992, 2002, pp. XIV + 514, euro 7,80. In una serie di dialoghi, la grande studiosa francese ci invita all'ascolto dei bambini. 11. LETTURE. GRAZIA HONEGGER FRESCO: ESSERE GENITORI Grazia Honegger Fresco, Essere genitori, Red edizioni, Novara 1987, 2003, pp. 152, euro 7,50. La presidente dell'Associazione Centro Nascita Montessori, una delle figure piu' note della riflessione e della prassi pedagogica, amica della nonviolenza, illustra in questo libro "come prepararsi ad accogliere un bambino e poi educarlo con amore e intelligenza". 12. LETTURE. SILVIA VEGETTI FINZI CON ANNA MARIA BATTISTIN: A PICCOLI PASSI Silvia Vegetti Finzi con Anna Maria Battistin, A piccoli passi, Mondadori, Milano 1994, 2001, pp. 372, euro 8,26. L'illustre docente e psicoterapeuta in questo libro in forma di dialogo prepara all'incontro col bambino dalla nascita ai cinque anni. 13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 14. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio quotidiano di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 618 del 21 luglio 2003
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