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Newsletter 4 - Campagna Questo mondo non e' in vendita
- Subject: Newsletter 4 - Campagna Questo mondo non e' in vendita
- From: Campagna WTO <info at campagnawto.org>
- Date: Thu, 29 May 2003 10:18:48 +0200
QUESTO MONDO NON E' IN VENDITA NEWSLETTER N. 4 DEL 28/05/2003 Saremo costretti a mangiare cibi transgenici? Lo decide il Wto!! Dopo le giornate del 17 e 18 Maggio, che hanno visto manifestazioni, banchetti ed eventi in tutta Italia per riaffermare che i diritti essenziali delle persone non sono beni commerciali, dedichiamo questa Newsletter ad un problema specifico, quello degli Organismi Geneticamente Modificati. Oltre ai servizi essenziali, all'accesso all'acqua e ai farmaci essenziali, agli investimenti, tramite il Wto alcuni potenti lobby stanno infatti cercando di condizionare pesantemente la vita e la salute di tutti noi, imponendo le regole del mercato e del profitto all'agricoltura ed al diritto al cibo. Per questo, malgrado il successo in tutta Italia delle giornate dei beni comuni, è necessario continuare ad informarsi ed informare sulle minacce del Wto in vista della Conferenza Ministeriale di settembre a Cancun. _______________________________________________________________________________ News: - La Campagna "Questo Mondo Non E' In Vendita" ha contribuito, con le altre campagne promosse dalle ONG e dalla società civile italiana, alla stesura di una piattaforma da presentare in corrispondenza del vertice dei G8 di Evian e del vertice alternativo di Annemasse e Losanna che precederà quello di Evian. Chi desiderasse ricevere la piattaforma elaborata dalle diverse campagne può richiederla via mail a: info at campagnawto.org - E' in uscita il libellulo: Questo mondo non è in vendita: Strategie di opposizione al supermercato globale. Il libellulo spiega i meccanismi del Wto e dei suoi diversi negoziati, e potrà essere richiesto nei prossimi giorni ad Altreconomia (segreteria at altreconomia.it) o a Roba (info at roba.coop) oltre ad essere disponibile nelle librerie. Il prezzo di vendita è di 7,5 Euro per il libellulo + Gatsopoli (prezzo indicativo). _________________________________________________________________________________ OGM Trade War: gli USA decidono di avviare una causa in seno al WTO per eliminare la moratoria Europea sui prodotti transgenici Il 13 maggio, il Dipartimento all'agricoltura ha "dichiarato guerra" all'Unione Europea, annunciando che gli Stati Uniti, insieme ad altri paesi presenteranno una azione legale in sede WTO contro la moratoria Europea sui cibi e i prodotti agricoli biotech. Il comunicato stampa diramato, rivela che "i Paesi cooperanti" sono Canada, Argentina ed Egitto, ma sosterranno la causa anche Australia, Cile, Colombia, El Salvador, Honduras, Messico, Nuova Zelanda, Perù e Paraguay. La tesi sotenuta è che "La moratoria UE viola le regole del WTO. La gente in tutto il mondo mangia prodotti OGM da anni. Le biotecnologie aiutano a risolvere il problema della fame nel mondo, offrono grandi opportunità per una migliore salute ed alimentazione e proteggono l'ambiente riducendo l'erosione dei suoli e l'uso dei pesticidi". La moratoria di cui stiamo parlando, in vigore dal 1998, consiste in un blocco del processo autorizzativo per nuovi OGM da immettere sul mercato europeo (quindi nessun divieto di importazione di quelli già approvati dalle autorità europee) stabilito da un cosiddetto 'blocco di minoranza' di paesi (Francia, Danimarca, Lussemburgo, Italia e Grecia, cui si sono aggiunti Belgio ed Austria). Questo blocco venne stabilito per l'assenza di un quadro normativo completo in ambito europeo che governasse la problematica transgenica. Riguardo al WTO, occorre ricordare che esiste un accordo specifico legato a quello agricolo che si occupa degli aspetti sanitari e fitosanitari dei prodotti agricoli: l'SPS. L'accordo in linea di principio permette ai governi di prendere misure tese a proteggere la salute pubblica ma con una premessa fondamentale: deve esserci "una sufficiente evidenza scientifica" della pericolosità dei prodotti eventualmente messi al bando. Questa evidenza non esiste per gli OGM, essendo discordanti le opinioni degli scienziati al riguardo. Ovviamente la moratoria UE non è mai andata a genio delle imprese biotech, quelle made in USA lamentano una perdita annua di 300 milioni di dollari per il solo blocco all'importazione di mais geneticamente modificato e di fronte a questi numeri il governo americano ha più volte scritto a Lamy, perorando la causa. Nel gennaio del 2003, Alan Larson, sotto-segretario all'agricoltura, aveva minacciato che "la pazienza [dell'America] era al limite", Lamy aveva ribattuto che una causa in seno al WTO non era opportuna ed avrebbe ottenuto effetti contrari a quelli desiderati visto che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica europea è contraria agli OGM. Il 4 febbraio gli USA avevano fatto sapere che non sarebbero stati soli se avessero deciso di citare in giudizio l'Europa, Washington stava consultando alcuni Paesi circa la strada migliore da percorrere per affrontare l'UE in sede WTO. Il 13 febbraio invece, il presidente della Commissione Finanze del Senato, Charles Grassley, aveva gettato acqua sul fuoco, dichiarando che non c'era da aspettarsi alcun imminente intervento USA in seno WTO. La guerra all'Iraq era alle porte e gli USA non volevano creare nuovi problemi alle difficili relazioni con l'Europa. Oltretutto la Commissione Europea sta lavorando nella direzione voluta dagli americani, cercando di superare la moratoria attraverso l'approvazione di un quadro normativo. Il varo di due regolamenti paralleli (su Tracciabilità & Etichettatura e su ALimenti e Mangimi OGM) è già in fase avanzata di concertazione fra Commissione, Consiglio e Parlamento e con l'entrata in vigore della nuova direttiva quadro sul rilascio nell'ambiente degli OGM, si prevede che fra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo, quando verranno varati i due regolamenti (ora soggetti a seconda lettura del Parlamento Europeo) la moratoria cessi di esistere. Dunque prima che il panel (ancora da stabilire) dell'organo di risoluzione delle dispute del WTO possa deliberare. La domanda viene perciò spontanea, come mai questo attacco americano, a pochi mesi dal vertice di Cancun, con un WTO in difficoltà su molti temi ? La sensazione è che l'obietivo USA sia quello di mandare un messaggio 'globale' a quei paesi che potrebbero voler seguire l'esempio europeo varando legislazioni restrittive (non a caso si contano molte dichiarazioni in campo USA sulla volontà di continuare la causa anche in caso di compromesso con l'UE al fine di "creare un precedente") e per rispondere alla lobby agricola interna agli USA che lamenta un forte calo dell'export e che rappresenta un'importante base elettorale repubblicana. Il calo dell'export statunitense non è comunque condizionato in maniera così rilevante dalla moratoria come gli americani sostengono (e questo è uno degli argomenti di difesa della Commissione Europea), quanto da una più generale perdita di competitività di cui si sono avvantaggiati - fra gli altri - due altri grandi paesi produttori ed esportatori quali Brasile e Argentina (in quest'ultimo si coltiva soia al 90% transgenica che trova ancora ampio mercato in Europa). Inoltre appare strano che 10 paesi dei 12 citati dal Dipartimento USA come "alleati" nella causa OGM non coltivino OGM se non in termini residuali e senza alcun peso commerciale. Ciò contraddice l'idea diffusa che l' UE sia un' isola felice in un mare di coltivazioni OGM: la verità è che sono gli USA e pochi altri a voler imporre un'agenda transgenica che viene rifiutata dalla grande maggioranza del pianeta. Ma che diritto hanno la Casa Bianca e le imprese agroindustriali americane di decidere quello che mangiamo ? Il cibo non è una merce, e questo mondo non è in vendita !
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