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Newsletter N. 21 del 26 Maggio 2003
- Subject: Newsletter N. 21 del 26 Maggio 2003
- From: newsletter at bbs.olografix.org (Newsletter)
- Date: Thu, 29 May 2003 14:21:22 +0200
============================================ *** Associazione Culturale Telematica *** ********** "Metro Olografix" ********** Newsletter n. 21 del 26 maggio 2003 ============================================ IN PRIMO PIANO ------------------------- Democrazia al guinzaglio Rodotà: «Attenti alla società della sorveglianza elettronica». E il Pentagono lancia la super banca dati mondiale MICAELA BONGI - ROMA Si chiama Total information awareness, è la nuova frontiera del controllo totale che il Pentagono vuole attraversare in nome della lotta al terrorismo. Si tratta del progetto - tenuto segreto finché le battaglie delle associazioni non hanno imposto il suo passaggio all'esame del Congresso - di una banca dati mondiale che consenta di incrociare una valanga di informazioni di ogni tipo, raccolte in tutto il mondo. Non solo richieste di passaporti, visti, permessi di soggiorno, acquisto di biglietti aerei... Ma persino il modo in cui si cammina (considerato una «firma»), da registrare con il radar. Se una persona, ad esempio, passeggia troppo spesso vicino a un'ambasciata, l'andamento dei suoi passi potrebbe essere rilevato per confrontarlo con le andature sospette archiviate elettronicamente. Il Pentagono intende schierare una potenza tecnologica mai vista, calcolabile in milioni di miliardi di bytes. Si capisce la preoccupazione del garante della privacy che, presentando la sua relazione annuale, ha lanciato un nuovo allarme. Che sia per «ragioni di sicurezza» o per scopi commerciali, la pressione per utilizzare qualsiasi dato personale aumenta. Insieme al rischio che «le nostre divengano società della sorveglianza e della classificazione», dove le persone sono «tracciabili» in ogni momento, non più al riparo nemmeno tra le mura di casa, continuamente localizzabili e controllate attraverso un «guinzaglio elettronico» sfruttando la videosorveglianza, ma anche la telefonia cellulare, Internet, i chip che possono essere inseriti in qualsiasi prodotto, e nel corpo stesso. Dunque, avverte Stefano Rodotà, «si è fatto sempre più evidente l'intreccio tra questione democratica e tutela dei dati personali» e «la difesa del valore della democrazia appare il bene da salvaguardare prima di ogni altro». Il garante apprezza l'intervento svolto prima di lui dal presidente del senato Marcello Pera, ma non si muove sulla stessa direttrice. Se per la seconda carica dello stato si deve evitare «il fondamentalismo della riservatezza dei dati» e «ci sono circostanze determinate in cui la sicurezza, ad esempio contro il terrorismo, prevale sulla privacy», Rodotà sottolinea come l'organismo da lui presieduto può contribuire a far sì «che nei momenti difficili non prendano il sopravvento reazioni emotive o interessate che inducano a scambiare libertà della sfera privata contro sicurezza». Non solo: se gli spazi liberi dal controllo si assottigliano, «si è spinti a chiudersi in casa, a difendere sempre più ferocemente questo spazio privato, peraltro sempre meno al riparo». E se «libertà e spontaneità saranno confinate, saremo portati a considerare lontano e ostile tutto quel che sta nel mondo esterno». Con il conseguente rischio di «nuovi conflitti e dunque di una permanente e più radicale insicurezza». Viene così a ca dere «il più forte argomento addotto per legittimare la sorveglianza». La sicurezza, appunto. Nella sua panoramica sul controllo sempre più capillari nell'era della guerra infinita e dell'economia globalizzata, il garante parte da Internet e dal rischio che la rete sia trasformata in un grande pattumiera di messaggi spazzatura, lo spamming che intasa le caselle e-mail: «Abbiamo già bloccato una ventina di banche dati utilizzate a questo fine - riferisce Rodotà - con interventi unici in Europa e che intensificheremo». Il garante spiega poi che l'Autorità anche in futuro si muoverà per rendere possibile «la coesistenza tra le ragioni della sicurezza e quella della tutela dei dati personali». Nel frattempo è all'esame del parlamento il codice che si richiama alla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue. Il garante rivendica poi allo stato la competenza legislativa esclusiva sulla tutela dei dati personali, perché già una sentenza della Consulta ha iscritto la privacy tra i diritti inviolabili. Massima attenzione, dunque, anche al trattamento dei dati sulla salute («non permetteremo la trasformazione dei dati personali in un privilegio per i più abbienti»). Questione centrale, quella dei dati genetici (che possono anche essere usati in modo discriminatorio e su cui l'Autorità invita il legislatore a riflettere) e biometrici, le impronte digitali, l'iride, i tratti del volto: «Il corpo può essere predisposto per essere seguito e localizzato permanentemente» e «solo ragioni sociali molto forti possono giustificare il ricorso al la biometria che non deve essere utilizzata per schedature di massa». Sempre dagli Usa arriva l'indiscrezione che l'amministrazione Bush avrebbe chiesto all'Europa e al Giappone di fornire, entro l'ottobre del 2004, passaporti con le impronte digitali. E ancora, nella relazione di Rodotà, i dati sulle richieste di intervento che fanno ritenere al garante che «l'intero sistema delle telecomunicazioni sia un vero nervo scoperto»: l'Autority ha indicato i criteri per l'uso corretto degli Mms (i telefonini che inviano foto) ed è intervenuta sull'invio di Sms da parte dei soggetti istituzionali. Molte richieste di interventi arrivano anche sul sistema dell'informazione. In generale, nel 2002 è raddoppiato il numero dei ricorsi definiti e gli interventi su segnalazioni e reclami sono passati da 2.327 a 3.689. Le richieste di informazioni 12.800 e 6.400 i casi di assistenza telefonica alle notificazioni. Al parlamento e al governo, dopo i tagli della finanziaria, va la richiesta di attenzione a come vengono distribuite le risorse. E al governo arriva anche una sollecitazione: che, in occasione del semestre di presidenza dell'Ue, faccia sua la proposta di una Convenzione internazionale. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Maggio-2003/art51.html TECNOLOGIA&INTERNET -------------------------------------- Persi nella rete 02 - 22/05/2003 di Nicola D'Agostino "Persi nella rete" e' una rubrica settimanale che presenta uno spaccato su novita' e/o curiosita' della rete: uno scorcio su sei siti web in una "gallery" con link, descrizione e schermata illustrativa. Questa settimana si parla di guide interattive icongrafiche a case, progetti di liberazione della pronuncia inglese, religione open source, una pungente critica allo stile di vita delle modelle e del film in preparazione su Gene Kan (inventore di GNUtella). Url diretto alla seconda puntata: http://www.mytech.it/mytech/photogallery/art006010047113.jsp Archivio della rubrica: http://www.mytech.it/mytech/schede/art006010047164.jsp Linux "illegale"? Ma per favore... di Paolo Attivissimo Panico generale: SCO denuncia Linux perché conterrebbe parti di codice che le appartengono, ergo Linux è illegale e tutti coloro che lo usano devono smettere subito. O è SCO che la deve smettere di dire stupidaggini? http://www.apogeonline.com/webzine/2003/05/21/01/200305210101 NO COPYRIGHT? AHI AHI AHI Il pinguino è un fuorilegge? Spunta la proprietà intellettuale su Unix e derivati (Linux compreso), Microsoft si compra la licenza e... scatena l'ultima puntata della guerra al sistema operativo open source. Ecco come è andata di Carlo Gubitosa e Stefano Chiccarelli http://www.mytech.it/mytech/news/art006010047207.jsp BALZELLI SUI CD? LI DIFENDONO CON FORZA Dirittodautore.it contesta la campagna informativa della ASMI, pensata per criticare gli aumenti sui supporti digitali. Secondo l'associazione per il diritto d'autore la campagna e' demagogica URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44100 RIAA COLPISCE, DIFFIDA E SBAGLIA Il naso elettronico dei discografici si infila anche dove non deve e fa partire lettere agghiaccianti contro legittimi operatori web. Era gia' successo, ora e' accaduto di nuovo. Tardive le scuse URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44097 CRESCE LA PETIZIONE PER IL BLOGGER ARRESTATO Non si ferma la mobilitazione del mondo dei blog, e non solo, contro l'arresto di Sina Motallebi, autore iraniano di un celebre blog. Spazi di liberta' che non piacciono ai regimi URL: http://punto-informatico.it/pi.asp?i=44096 BRACCIO DI FERRO TRA WASHINGTON E TEHERAN A COLPI DI SITI WEB http://www.apogeonline.com/webzine/2003/05/14/02/200305140201 TEMI&APPROFONDIMENTI ------------------------------------------ Se il corpo diventa una password Fra scienza, tecnologia e politica un'idea di libertà a rischio sulle due sponde dell'Atlantico IDA DOMINIJANNI In principio c'è sempre la democrazia, e il problema di che cosa si intende per democrazia. Ed è un problema sempre più controverso, se può accadere che il progetto «Tia» del Pentagono per la raccolta di informazioni e dati personali di tutti i cittadini del pianeta (americani esclusi) vada in discussione al Congresso Usa mentre il Garante italiano della privacy, nonché presidente dei Garanti europei, lancia l'allarme contro queste tentazioni del controllo e della sorveglianza totale che vengono dall'altra sponda dell'Atlantico. Non che le due sponde si possano dividere con un taglio netto, come lo stesso Rodotà sottolinea nella sua relazione: accade in Italia che la provincia di Bolzano istituisca una indebita banca dati in materia sanitaria, e di converso accade negli Stati uniti che istituzioni e singoli esperti tentino di correggere le tentazioni panottiche dell'amministrazione Bush guardando alle garanzie europee in materia di tutela della privacy. Il conflitto dunque, come si dice, è trasversale. Ma è un conflitto duro e dagli esiti tutt'altro che scontati, anche perché a giocarlo sono in tre, scienza, tecnologia e volontà di potenza dei governi, contro uno, la cultura giuridica che milita per i diritti fondamentali e per una cittadinanza universale all'altezza di un'era in cui il corpo diventa corpo elettronico, la trasparenza si rovescia in esposizione pubblica e perfino la comunicazione viene colonizzata dal mercato lungo le autostarde di Internet. Ma prim'ancora, attorno a tutto questo, c'è una cornice squisitamente politica, che attiene alla costituzione intima delle democrazie contemporanee. Nelle quali si verifica, fra gli altri, il seguente paradosso: mentre gli spazi pubblici si allargano, le vite si privatizzano. Perché gli spazi pubblici, che siano tradizionali - strade, piazze, stazioni, aeroporti - o tecnologici - telefoni, e-mail, Internet - sono sempre più sottoposti all'occhio di una sorveglianza politica - telecamere, tecniche di riconoscimento, data mining - che non riguarda solo il corp o selvaggio dei devianti, ma la cittadinanza tutt'intera; la quale perciò finisce col rifuggire da quegli spazi per rintanarsi in casa. Dunque, o la privacy la si sa difendere come un'idea di libertà nei luoghi della vita associata, o la si confinerà sempre più fra le mura domestiche come un'idea di autodifesa. E dove comincia se non qui la fine della democrazia? Dentro questa allarmante cornice, il quadro non meno allarmante è quello di società ormai interamente dominate dalla biopolitica, più che dalla politica classicamente intesa. Il Garante italiano ha ben presente il punto, ed è questo che rende le sue annuali relazioni al parlamento uno dei rari momenti avanzati di analisi del teatro politico nostrano: perché la tutela della privacy non è più solo tutela della riservatezza, è tutela da un potere tecnopolitico che aggredisce e si annette la vita in tutti i suoi aspetti, senza che nessuno ne resti «naturalmente» esente. Viviamo, dice Rodotà, in un mondo in cui «la vita è diventata uno scambio continuo di informazioni, una rappresentazione sociale che dà pubblica e continua evidenza al corpo e alle sue immagini, alle opinioni e alle preferenze, ai narcisismi e al pudore». E in cui la stessa realtà del corpo è cambiata, perché corpo biologico e corpo tecnologico si intrecciano in ciascuno di noi ogni volta che c'è di mezzo una terapia medica, una pratica di ricerc a genetica, un dispositivo di classificazione e controllo delle nostre caratteristiche individuali. «Il corpo sta diventando una password», impronte digitali, iride, Dna e consimili «dati biometrici» riempiono banche di dati consultabili per classificare, sorvegliare, punire, disciplinare. Basta un chip sottopelle e il controllo sui movimenti di ciascuno è assicurato: «La sorveglianza sociale si affida a una sorta di guinzaglio elettronico, il corpo umano viene assimilato a un qualsiasi oggetto in movimento, controllabile a distanza con una tecnologia satellitare». E che fine fa la democrazia, se è fatta di cittadini al guinzaglio? Il fatto è che da queste tendenze del biopotere e della tecnopolitica indietro non si torna. Ma a queste tendenze non si possono sacrificare democrazia, libertà, uguaglianza. Non si può sacrificare la riservatezza dei dati personali sull'altare della sicurezza, neanche sotto l'incubo del terrorismo. Non si può consentire che un accertamento di paternità passi per il furto di dati genetici. Non si può consentire che lo screening di dati genetici serva per discriminare le persone nell'accesso al lavoro. Non si può consentire che i nostri indirizzi di posta elettronica siano continuamente violentati dalle imprese che ci bombardano di messaggi pubblicitari non richiesti. E via dicendo. Viceversa, le tendenze della bio-e della tecnopolitica vanno piegate al mantenimento e all'estensione dei diritti fondamentali. La prospettiva è quella di una cittadinanza sovrastatuale che contempli il pieno controllo di ciascuno sul proprio «corpo elettronico», ovvero sui dati che riducono l'identità individuale a un fascio di i nformazioni disponibili per il potere. Senza, a decidere di questi dati, cioè di noi stessi, saranno solo i governi e il mercato. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/21-Maggio-2003/art52.html Controllati dal carrello della spesa Chip e discount cards, così le multinazionali Usa indirizzeranno gli acquisti STEFANO SENSI LOS ANGELES In una scena di Minority Report, Tom Cruise si avventura in un fantasmagorico centro commerciale dove ologrammi pubblicitari, interattivi e «personalizzati», lo aggiornano con voce suadente sugli ultimi prodotti da acquistare. Fantascienza hollywoodiana? Non proprio. Le tecnologie che rendono tali scenari sempre più probabili sono già in fase di avanzata sperimentazione e non è lontano il giorno in cui tali «esperienze» di acquisto non faranno più solamente parte dell'immaginario cinematografico. Come rivela, infatti, Caspian (Consumers against supermarket privacy invasion and numbering; un gruppo di protezione della privacy dei consumatori), alcuni colossi della distribuzione americana sono alacremente alla ricerca di nuovi strumenti e strategie che permettano di massimizzare l'interattività dei processi di acquisto. Uno degli ultimi ritrovati è una nuova serie di smart carts, carrelli «intelligenti» che, dotati di microcomputer di bordo, wireless technology e monitor, interagiscono con il consumatore, non solo monitorandone le mosse all'interno del supermercato ma anche indirizzandolo attivamente verso i prodotti. I carrelli in questione capiscono da quali merci un particolare acquirente è più incuriosito grazie a un ben celato trucco: le discount cards. Sono queste delle tessere, distribuite gratuitamente dagli esercenti e il cui possesso permette l'accesso ad incredibili sconti. Di fatto le tessere non sono altro che una preziosissima banca dati che registra minuziosamente la «carriera» del consumatore, vale a dire le dettagliate abitudini di consumo di chi di queste cards fa uso. Una volta entrato nel supermercato, l'acquirente si rivela al carrello «spione» grazie a una semplice strisciata della card, atto indispensabile per la messa in moto. Attivatosi, il carrello visualizza sul proprio monitor offerte speciali e novità del momento, indirizzando l'acquirente verso gli scaffali dove queste si trovano, non senza però aver mostrato mini pubblicità che rafforzino l'intenzione di acquisto. Una buona trovata ma con ancora troppi limiti visto che i Magellan (così si chiama l'ultima generazione di smart cards) sono assai pesanti e ingombranti. Ma nuove e più sofisticate tecnologie sono dietro l'angolo. L'Auto-id center del prestigioso Massachusetts Institute of Technology ha infatti trovato l'uovo di Colombo che permetterà il monitoraggio dei consumatori in maniera assai più «leggera» e pervasiva. L'invenzione altro non è che un minuscolo chip delle dimensioni di una frazione di un millimetro o poco meno. Il chip può essere «appiccicato» a qualsiasi oggetto ed emettere in onde radio un codice d'identificazione che ne consente, tramite un network di riceventi, la localizzazione ovunque esso si trovi. A detta dei proponenti, l'uso di tali chip permetterà incredibili vantaggi nei processi di stoccaggio e inventario così come porterà a una drastica riduzione dei furti delle merci, che saranno immediatamente rintracciabili. Grossi vantaggi anche per i consumatori, che potranno fare acquisti e tornare comodamente a casa senza più noiose soste alla cassa. Porte dotate di sensori registreranno infatti le merci in uscita e con una semplice strisciata di ca rta di credito si potrà indicare su quale conto addebitare l'importo. Ovviamente c'è molto di più. Le microscopiche «cimici parlanti», disseminate in ogni dove, consentiranno di indagare non più solo le abitudini di acquisto ma anche, e soprattutto, quelle di utilizzo. Un'incredibile mole di dati potrà essere collezionata sul come, quando e perché una determinata fascia di consumatori consuma un determinato prodotto. Una stima dell'Auto-id center prevede l'immissione di almeno 400 miliardi di smart tags entro breve tempo. Giganti come Procter & Gamble o Walmart si sono già messi in moto con le ordinazioni, la Gillette ha già ordinato 500 milioni di etichette. http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/24-Maggio-2003/art49.html IN EDICOLA ------------------------------------------- "Software libero, Pensiero libero: Saggi scelti di Richard Stallman" Stampa Alternativa - collana Eretica Saggi Per la prima volta in volume gli scritti e gli interventi di Richard Stallman, l'ideatore del movimento del software libero. Un'attenta scelta dei suoi saggi per comprendere appieno le dinamiche piu' scottanti dell'era digitale - al crocevia tra etica e legge, business e software, libertà individuale e societa' trasparente. Dagli abusi del copyright (diritto d'autore) alla necessita' del copyleft (permesso d'autore), dai pericoli dei brevetti sul software alla storia dettagliata del "free software". Vent'anni di testi e interventi pubblici su argomenti che hanno modificato la concezione dell'informatica e della tecnologia. Un condensato dello Stallman-pensiero, a sostegno della condivisione del codice, ma ancor prima e soprattutto a tutela di un bene essenziale di ogni società: la libera e totale circolazione delle idee per ciascuno e per tutti. La raccolta include tra l'altro una serie di documenti essenziali, quali il "Manifesto GNU" datato 1984 (leggermente rivisto per l'occasione), la definizione di software libero, la spiegazione del motivo per cui sia meglio usare la definizione 'software libero' anziché 'open source'. Il tutto mirando ad un pubblico il più vasto possibile: "non occorre avere un background in computer science per comprendere la filosofia e le idee qui esposte," come recita la nota introduttiva dell'edizione originale inglese -- "Free Software, Free Society: Selected Essays of Richard M. Stallman" (GNU Press, novembre 2002). Articolo di approfondimento, con stralci tratti dai testi piu' significativi: http://www.apogeonline.com/webzine/2003/05/15/05/200305150501 NEWS DALL'ASSOCIAZIONE ------------------------------------------- Associazione Culturale Telematica Metro Olografix http://www.olografix.org info at olografix.org -------------------------------------------- a cura di Loris "snail" D'Emilio http://www.olografix.org/loris/ Hanno collaborato a questo numero: Alessio "isazi" Sclocco http://www.olografix.org/isazi Nicola "nezmar" D'Agostino http://www.olografix.org/nezmar Carlo Gubitosa http://www.olografix.org/gubi/estate/ Ø UNREGISTERED Version of PostMan for Wildcat 5.x
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