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LETTERA APERTA AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE DI BOLOGNA
- Subject: LETTERA APERTA AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE DI BOLOGNA
- From: "Assoziazione Piazza Grande Onlus" <pgredazione at libero.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Thu, 17 Apr 2003 14:55:31 +0200
Con preghiera di pubblicazione Il giornale di strada PIAZZA GRANDE di Aprile è in strada, contiene un'inchiesta sull'informazione e un accusa al mondo di quell'informazione basata sul degrado e sulla morbosità. Chiediamo alla vostra testata la pubblicazione di questa nostra lettera in quanto vogliamo far conoscere la nostra indigniazione e dibattere su questo tema con gli operatori dell'informazione della città di Bologna. Grazie La redazione di Piazza Grande (pg at piazzagrande.it tel. 051/342328) IL GRANDE FRATELLO VA IN STRADA Un articolo apparso il mese scorso sul Resto del Carlino ha turbato le nostre coscienze e la dignità delle persone coinvolte, come giornale di strada vicino alle vite delle persone ai margini della società non possiamo tacere su questo modo di fare informazione. Ecco come si sono svolti i fatti. Una giornalista del Resto del Carlino di Bologna, Rita Bartolomei, senza dichiarare la sua posizione e i suoi intenti di fare un articolo, è entrata all'Isola che non c'è, la struttura ostello in via dell'Industria, dove dormono una ventina di ragazzi in alcuni container. E' un progetto importante e che funziona. Ne abbiamo parlato in passato e continueremo a farlo, ma non è questa la sede per approfondire la storia delle persone che abitano quel posto e il lavoro degli operatori. Ciò che ci interessa ora è denunciare un certo modo di fare informazione basato più sulla morbosità che sulla notizia. Infatti, nell'articolo pubblicato sul quotidiano bolognese sabato 15 marzo 2003, di notizie non ce ne sono per niente. Il pezzo più importante dell'intera pagina non è che una squallida pagina di uno squallido romanzo sull'emarginazione; un racconto di ciò che accade nella vita delle persone più deboli della città. E' vero: anche noi raccontiamo le vite di strada e lo facciamo da dieci anni, ma queste vite sono le nostre vite, queste persone sono i nostri amici, i nostri compagni, ci si guarda in faccia e ci si riconosce. La giornalista in questione ha ottenuto ospitalità in via dell'Industria occultando la sua vera identità e le sue intenzioni e poi ha raccontato la vita privata di persone inconsapevoli. Almeno al Grande fratello, in televisione, i partecipanti sanno di essere ripresi. Ci chiediamo anche quale sia la considerazione e il rispetto che il Resto del Carlino ha per i propri lettori. Fare questo tipo di giornalismo significa pensare che i propri lettori siano dei curiosi morbosi affamati di particolari scabrosi sui tabù e gli eccessi di una vita ai margini. Questo a noi non pare rispettoso e in questo senso invitiamo ad una riflessione tutti i lettori e gli altri operatori dell'informazione cittadina. In questo senso abbiamo parlato di "pornografia dell'emarginazione": questa informazione vuoyeristica ha lo stesso codice genetico della pornografia. Un mondo dove spesso si sfruttano le disgrazie altrui per il guadagno e lo sfruttamento. La pagina del Carlino (da noi) incriminata contiene anche una foto rubata con i potenti mezzi tecnici di una fotocamera di questi nuovi telefoni cellulari... roba da 007... ed è questa una delle cose che più ha turbato i nostri amici "punk". Come giornale di strada che è nato e vive a fianco delle persone che sono in uno stato di emarginazione ci sentiamo in dovere di lanciare questo allarme e chiediamo di aprire un dibattito, una riflessione sul diritto all'informazione e il diritto al rispetto della dignità personale. La Redazione di Piazza Grande
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