LETTERA APERTA AGLI ORGANI DI INFORMAZIONE DI BOLOGNA



Con preghiera di pubblicazione

Il giornale di strada PIAZZA GRANDE di Aprile è in strada,
contiene un'inchiesta sull'informazione e un accusa al mondo di
quell'informazione basata sul degrado e sulla morbosità.
Chiediamo alla vostra testata la pubblicazione di questa nostra lettera in
quanto vogliamo far conoscere la nostra indigniazione e dibattere su questo
tema con gli operatori dell'informazione della città di Bologna.
Grazie
La redazione di Piazza Grande (pg at piazzagrande.it tel. 051/342328)




IL GRANDE FRATELLO VA IN STRADA

Un articolo apparso il mese scorso sul Resto del Carlino ha turbato le
nostre coscienze e la dignità delle persone coinvolte, come giornale di
strada vicino alle vite delle persone ai margini della società non possiamo
tacere su questo modo di fare informazione.

Ecco come si sono svolti i fatti. Una giornalista del Resto del Carlino di
Bologna, Rita Bartolomei, senza dichiarare la sua posizione e i suoi
intenti di fare un articolo, è entrata all'Isola che non c'è, la struttura
ostello in via dell'Industria, dove dormono una ventina di ragazzi in
alcuni container. E' un progetto importante e che funziona. Ne abbiamo
parlato in passato e continueremo a farlo, ma non è questa la sede per
approfondire la storia delle persone che abitano quel posto e il lavoro
degli operatori. Ciò che ci interessa ora è denunciare un certo modo di
fare informazione basato più sulla morbosità che sulla notizia. Infatti,
nell'articolo pubblicato sul quotidiano bolognese sabato 15 marzo 2003, di
notizie non ce ne sono per niente. Il pezzo più importante dell'intera
pagina non è che una squallida pagina di uno squallido romanzo
sull'emarginazione; un racconto di ciò che accade nella vita delle persone
più deboli della città. E' vero: anche noi raccontiamo le vite di strada e
lo facciamo da dieci anni, ma queste vite sono le nostre vite, queste
persone sono i nostri amici, i nostri compagni, ci si guarda in faccia e ci
si riconosce. La giornalista in questione ha ottenuto ospitalità in via
dell'Industria occultando la sua vera identità e le sue intenzioni e poi ha
raccontato la vita privata di persone inconsapevoli. Almeno al Grande
fratello, in televisione, i partecipanti sanno di essere ripresi.
Ci chiediamo anche quale sia la considerazione e il rispetto che il Resto
del Carlino ha per i propri lettori. Fare questo tipo di giornalismo
significa pensare che i propri lettori siano dei curiosi morbosi affamati
di particolari scabrosi sui tabù e gli eccessi di una vita ai margini.
Questo a noi non pare rispettoso e in questo senso invitiamo ad una
riflessione tutti i lettori e gli altri operatori dell'informazione
cittadina. In questo senso abbiamo parlato di "pornografia
dell'emarginazione": questa informazione vuoyeristica ha lo stesso codice
genetico della pornografia. Un mondo dove spesso si sfruttano le disgrazie
altrui per il guadagno e lo sfruttamento.
La pagina del Carlino (da noi) incriminata contiene anche una foto rubata
con i potenti mezzi tecnici di una fotocamera di questi nuovi telefoni
cellulari... roba da 007... ed è questa una delle cose che più ha turbato i
nostri amici "punk".
Come giornale di strada che è nato e vive a fianco delle persone che sono
in uno stato di emarginazione ci sentiamo in dovere di lanciare questo
allarme e chiediamo di aprire un dibattito, una riflessione sul diritto
all'informazione e il diritto al rispetto della dignità personale.
La Redazione di Piazza Grande