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Report da Amman. L'Iraq visto dai media arabi
- Subject: Report da Amman. L'Iraq visto dai media arabi
- From: "robdinz robdinz" <robdinz at hotmail.com> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Sun, 13 Apr 2003 23:01:32 +0100
[Nota Rosarita Catani, tutti i giorni scrive dei report su quanto riporta la televisione araba intorno alla situazione in tutto l'Iraq, oltre che a Baghdad.]
di Rosarita Catani da Shafa Badran (Amman) Giordania 13.04.2003 - TAKRIT Bombardamenti contro la cittadina.Takrit è la città natale di Saddam Hussein. La cittadina è abitata da beduini (pastori). Gli abitanti di Takrit, hanno inviato una lettera al comando americano dichiarando che si arrendevano ed invitavano a far entrare le forze americane senza scontri. La risposta americana è stata l’attacco aereo. L’attacco di terra potrebbe avvenire questa sera o all’alba di domani mattina.
I capi delle tribù beduine di Takrit invitano, tramite Al Jazeera, gli americani a fermare gli attacchi aerei e terrestri: “Noi, dicono, faciliteremo l’ingresso dei soldati americani in città. In questa cittadina non ci sono armi militari. Da cinque giorni l’esercito iracheno ha lasciato la città. Non vogliamo che qui succeda quello che è successo in altre città vicine. I bombardamenti hanno distrutto le nostre case, i cadaveri delle persone si trovano ancora all'interno e non riusciamo neanche a portali fuori.” Dei Curdi sono aggregati alle forze americane. I cittadini di Takrit vogliono arrendersi pacificamente senza scontri in modo che entrino nella città solo le forze americane. “In questa città, continua un capo tribù, ci sono solo cittadini”.
E’ da rilevare che un giornalista canadese, mentre i cittadini di Takrit inviavano questo appello, dichiarava che c’erano scontri tra l’esercito americano e le milizie irachene.
KARKUK.Una donna piange. Il suo viso è bagnato di lacrime e racconta: “Ero in casa e dormivo, cinque uomini armati sono entrati e mi hanno intimato di uscire dalla casa. Dormivo! Mi hanno puntato le armi addosso. Non possono rientrare in casa mia”.
Un altro uomo racconta: “E' venuto a casa mio cugino e mi ha annunciato che avevano trovato mio fratello morto con due proiettili nella pancia”.
Tutto questo accade a Karkuk, nonostante, la città sia sotto il controllo dei soldati americani:
MOUSEOspedale civile Fuori dell’Ospedale un gruppo di persone racconta: dei “ladri” volevano rubare le medicine. Li abbiamo fermati ed abbiamo restituito quanto è stato rubato all’Ospedale”. Questa è la risposta dei cittadini iracheni di Mousa che stanno reagendo allo scempio che si sta compiendo ai danni della loro città.
BAGDADBagdad non è tranquilla. I cittadini di Bagdad ritengono la presenza delle forze americane un’invasione.
Coscienti di ciò hanno preso un’iniziativa. Si sono organizzati in squadre armate e controllano i quartieri affinché, qualsiasi persona tenta di entrare abusivamente in palazzi e prendere qualcosa, lo fanno riportare indietro. Moltissima refurtiva è stata custodita in Moschee. Alcune persone raccontano che sono avvenuti episodi d’inaudita violenza. Alcune persone entravano nei negozi per prendersi del cibo senza pagarlo con l’ausilio dei soldati americani. Nel caso, il titolare del negozio opponeva resistenza, il soldato americano rimediava “chiudergli la bocca” con un proiettile. Morti quattro negozianti in questo modo.
La telecamera inquadra un camioncino carico di masserizie fermo dinanzi ad un palazzo. Dei cittadini, intimano, alle persone di riportare tutto indietro. Ecco! Scaricano la macchina, senza dire una parola.
Un’altra macchina è fermata, l’uomo alla guida si ferma, non tenta di scappare, scarica il contenuto e va via.
Questa è la risposta dei cittadini di Bagdad agli americani. No! I cittadini di Bagdad non rimangono più fermi a guardare. (fine.)
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