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denunce di un fotografo belga e della famiglia del reporter spagnolo ucciso
- Subject: denunce di un fotografo belga e della famiglia del reporter spagnolo ucciso
- From: "Nello Margiotta" <animarg at tin.it> (by way of Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>)
- Date: Sun, 13 Apr 2003 21:11:31 +0100
«Ho visto i marines uccidere civili a sangue freddo» «Ho visto i marines americani uccidere a sangue freddo civili iracheni, donne, vecchi, bambini. Sono una truppa agguerrita che agisce in nome dello slogan Search and kill, cerca e uccidi». Ecco la sconsolata testimonianza del fotografo belga Laurent Van der Stockt dell'agenzia Gamma, da tre settimane al seguito dei mille e 500 marines al comando del colonnello Bryan P. McCoy, per conto del New York Times Magazine. Il fotografo ieri ha riferito di aver constatato durante l'avanzata dal Kuwait verso Baghdad che l'esercito iracheno «è praticamente inesistente, un esercito fantasma. Il 6 aprile siamo alla periferia di Baghdad - racconta - i tiratori americani hanno ricevuto l'ordine di sparare su tutto quello che avanza verso di loro: quella notte, un adolescente che attraversa il Baghdad Highway Bridge è stato ucciso. Reporter ucciso denunciato premier Aznar La famiglia di Josè Couso, il cameraman spagnolo ucciso l'8 aprile all'hotel Palestine di Baghdad da un colpo sparato da un carro armato americani, ha deciso di unirsi al ricorso presentato da un gruppo di associazioni civili contro il premier Josè Maria Aznar, ritenuto responsabile di aver violato la costituzione e il codice penale spagnolo per l'appoggio dato alla guerra in Iraq. Il ricorso, che è stato firmato a 400 persone, è stato già depositato al Tribunale supremo spagnolo, ma non è chiaro se i giudici lo giudicheranno ricevibile. I familiari di Couso hanno già scritto al governo di Madrid chiedendo un'inchiesta sull'accaduto. Intanto ieri tre giornalisti turchi sono rimasti feriti nell'attacco sferrato contro il veicolo a bordo del quale viaggiavano, nei pressi di Arbil, nel nord dell'Iraq. Nel darne notizia, l'agenzia di stampa turca «Anadolu» ha precisato che tra i tre figurano un corrispondente dell'emittente televisiva Sky Turk ed il suo cameraman. I tre sono rientrati in Turchia. Le loro condizioni non sono definite critiche. http://ilmattino.caltanet.it/
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