IRAQ: bombardamento sede tv irachena/ appello alla protezione dei civili/ ogni attacco ai civili è crimine di guerra



Gent.mi tutti,

vi trasmettiamo i n. 3 comunicati stampa odierni della Sezione Italiana
di Amnesty International su crisi Iraq:

- Dichiarazione di Amnesty International sul bombardamento della sede della
tv di stato irachena

- Guerra: Amnesty International rinnova l'appello per proteggere la
popolazione civile

- Amnesty International: "Ogni attacco diretto nei confronti dei civili
costituisce un
crimine di guerra"



Grazie per la cortese attenzione


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Ufficio Stampa
Amnesty International
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COMUNICATO STAMPA
CS40-2003


DICHIARAZIONE DI AMNESTY INTERNATIONAL SUL BOMBARDAMENTO DELLA SEDE DELLA
TV DI STATO IRACHENA


Amnesty International ha dichiarato oggi che il bombardamento contro la
sede della televisione di stato irachena potrebbe costituire una violazione
delle Convenzioni di Ginevra.

"Il bombardamento di una stazione televisiva, semplicemente perché è usata
a scopi di propaganda, non può essere tollerato. È un obiettivo civile e
pertanto è protetto dal diritto internazionale umanitario" - ha affermato
l'organizzazione per i diritti umani.

Secondo l'Articolo 52 (2) del I Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di
Ginevra, "gli attacchi dovranno essere strettamente limitati a obiettivi
militari (Š) Gli obiettivi militari sono circoscritti a quelli che per la
loro natura o locazione, il loro scopo o uso possono dare un effettivo
contributo all'azione militare e la cui distruzione - totale o parziale -
cattura o neutralizzazione, nelle circostanze del momento, offre un chiaro
vantaggio militare.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 26 marzo 2003


Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
Amnesty International - Ufficio stampa
Tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it
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COMUNICATO STAMPA
CS41-2003


GUERRA: AMNESTY INTERNATIONAL RINNOVA L'APPELLO PER PROTEGGERE LA
POPOLAZIONE CIVILE


"Ora che i combattimenti interessano sempre di più le aree urbane, è
fondamentale che le autorità militari raddoppino i loro sforzi per
proteggere la popolazione civile", ha chiesto oggi Amnesty International.

"L'esempio di Bassora dimostra quale può essere l'impatto della guerra
urbana sui civili. Chiediamo esplicitamente ai comandi militari di sapere
quali misure sono state adottate per proteggere la popolazione civile", ha
aggiunto l'organizzazione per i diritti umani.

Tutte le parti coinvolte nel conflitto in Iraq devono garantire il rigoroso
rispetto delle leggi di guerra sulla protezione della popolazione civile e
degli obiettivi civili. Gli attacchi non devono causare perdite
sproporzionate di vite umane. In particolare, Amnesty International ricorda
il divieto di:
- attacchi contro la popolazione civile od obiettivi civili;
- attacchi contro infrastrutture, anche se usate a scopi militari, se le
conseguenze a breve e lungo termine per la popolazione civile sono
sproporzionate rispetto al concreto e diretto vantaggio militare che si
vuole conseguire con tali attacchi;
- attacchi contro strumenti e strutture di comunicazione solo perché
vengono utilizzati a scopo di propaganda;
- attacchi su altri obiettivi civili, anche se chi li colpisce ritiene che
in tal modo verrà fiaccata la volontà di combattere del nemico.

Amnesty International ha sollecitato tutte le parti in guerra "a prendere
tutte le precauzioni necessarie per risparmiare la popolazione civile,
diffondendo avvertimenti ogni volta che ciò sia possibile e non ricorrendo
all'uso di scudi umani".

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 26 marzo 2003


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COMUNICATO STAMPA
	      CS 42-2003


AMNESTY INTERNATIONAL: "OGNI ATTACCO DIRETTO NEI CONFRONTI DEI CIVILI
COSTITUISCE UN CRIMINE DI GUERRA"


"Temiamo che da entrambe le parti in conflitto siano commessi crimini di
guerra", ha dichiarato oggi Amnesty International. "Ogni attacco diretto
nei confronti dei civili costituisce un crimine di guerra. Coloro che
negano la distinzione tra combattenti e civili compiono un attacco contro
le stesse basi del diritto umanitario".

L'organizzazione per i diritti umani ha sottolineato che compiere attacchi
contro obiettivi civili e attacchi contro obiettivi militari che provocano
danni sproporzionati alla popolazione civile rappresenta un crimine di
guerra.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 26 marzo 2003


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