[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
La nonviolenza e' in cammino. 545
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 545
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 24 Mar 2003 10:18:11 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 545 del 24 marzo 2003 Sommario di questo numero: 1. Ripudia la guerra 2. Angela Figuera Aymerich, e io domando 3. Enrico Peyretti: difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente 4. La "Carta" del Movimento Nonviolento 5. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. RIPUDIA LA GUERRA E' necessario che la mobilitazione per la pace cresca, si estenda e si approfondisca. E' compito e interesse - e diritto, e dovere - dell'umanita' intera fermare la guerra, che e' il piu' grande dei crimini, che l'intera umanita' minaccia. La guerra deve essere fermata, e quindi puo' essere fermata. Con la forza della nonviolenza. Nel ricordo delle vittime di tutte le guerre, nell'impegno di salvare le vite umane che in questo momento la guerra uccide, nel rispetto e ad inveramento del dettato costituzionale del nostro paese che "ripudia la guerra". Nel riconoscimento del diritto a esistere di ogni essere umano e quindi dell'umanita' intera. Contro tutte le uccisioni, contro tutte le dittature, contro tutti i terrorismi, contro tutte le guerre che consistono della piu' oscena accumulazione di uccisioni, terrorismo, dittatura, che consistono di stragi e devastazioni immani, che nell'epoca di Auschwitz e di Hiroshima minacciano di annientamento l'umanita' intera. La guerra deve essere fermata, e cancellata per sempre dalla storia. Con la scelta della nonviolenza, con la forza della nonviolenza. Ciascuno faccia qualcosa. 2. POESIA E VERITA'. ANGELA FIGUERA AYMERICH: E IO DOMANDO [Da AA. VV., L'altro sguardo, Mondadori, Milano 1996, 1999, p. 228 (e' la strofa finale della lirica "Il grido inutile"). Angela Figuera Aymerich (Bilbao 1902 - Madrid 1984) e' una delle piu' grandi poetesse iberiche del Novecento; le sue Obras completas sono state pubblicate da Aguilar, Madrid 1986] E io domando, qui sola nel guado di un fiume d'acque torbide e crudeli, che puo' fare una donna, a che serve una donna che grida in mezzo ai morti? 3. MATERIALI. ENRICO PEYRETTI: DIFESA SENZA GUERRA. BIBLIOGRAFIA STORICA DELLE LOTTE NONARMATE E NONVIOLENTE [Riproponiamo l'ultimo aggiornamento al 23 gennaio 2003 di questo fondamentale lavoro di Enrico Peyretti. L'autore (per contatti: peyretti at tiscalinet.it) e' uno dei principali collaboratori di questo foglio, ed uno dei maestri piu' nitidi della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza. Tra le sue opere: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999] Questa bibliografia (comprendente fino ad ora circa 120 libri, opuscoli, articoli, 78 nella prima parte e 42 nella seconda) non e' una bibliografia generale sul pacifismo e sulla nonviolenza, ma soltanto sui casi storici che ho potuto reperire di difesa di diritti umani e di diritti dei popoli, e di liberazione da tirannie, senza uso della violenza armata. Questa raccolta e' sempre in corso di completamento e aggiornamento. E' nata come appendice ad una mia relazione Possibilita' del pacifismo nonviolento, tenuta al Centro Studi Piero Gobetti, di Torino, il 21 gennaio 1994. Una redazione aggiornata alla primavera 1995 e' comparsa, insieme a quella relazione, su "Testimonianze" n. 376, giugno-luglio 1995, pp. 7-26. Un aggiornamento al marzo 1996 e' stato pubblicato in appendice alla mia lezione dell'aprile 1995, La Resistenza civile nelle ricerche storiche, in Fascismo-Resistenza-Letteratura, I Quaderni del Museo Nazionale del Risorgimento, n. 2, Torino 1997, pp. 61-87. Una breve presentazione delle principali opere indicate nella presente bibliografia e dei relativi casi storici e' contenuta in un mio articolo dal titolo Nonviolenza pubblicato in "Effe", rivista delle librerie Feltrinelli, n. 9, estate 1998, pp. 35, 37, 39. La bibliografia, aggiornata a quella data, e' pubblicata anche nell'Annuario di pace, Italia/maggio 2000-giugno 2001, Asterios, Trieste 2001, pp. 339-352. Questa bibliografia raccoglie elementi di quella storia delle lotte nonarmate e/o nonviolente, alternative alla guerra in conflitti politici acuti, alla cui scoperta un ramo della cultura di pace sta lavorando in questi anni. Si dicono nonarmate le lotte che fanno a meno delle armi per una ragione di fatto, per impossibilita' o convenienza, mentre sono dette nonviolente le lotte che fanno questa scelta per una ragione di principio, pur potendo usare le armi. Anche le prime, comunque, dimostrano le possibilita' e la relativa efficacia delle lotte condotte con l'arma semplice e potente della noncollaborazione popolare ad un potere ingiusto. Queste possibilita' e' dimostrata anche nei casi in cui giuste rivoluzioni nonviolente hanno avuto in seguito delle involuzioni per altri versi negative. La dominante cultura di guerra ha di fatto ignorato queste forme di resistenza e di liberazione, facendole apparire impossibili. Per quanto possa essere difficile, quel che e' fatto e' possibile. Oltre a singoli ricercatori, lavorano alla storia della pace istituzioni come quella diretta a Harvard da Gene Sharp (vedi sotto), come il Council on Peace Research in History, in Usa, analogo all'European Working Group on Peace Research in History. I "racconti di pace" presenti in tante culture sono punto d'appoggio per immaginare, volere, costruire la pace (cfr. Elise Boulding, Inventare futuri di pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1998). Tutto questo lavoro dovra' poter modificare la cultura della difesa ancora dominante, ristretta sull'esclusivo modello del monopolio militare. La prima parte di questa bibliografia indica le opere generali o riguardanti momenti storici diversi, la seconda le opere relative alla Resistenza al nazismo e al fascismo. L'ordine e', per quanto possibile, quello di pubblicazione dei libri o articoli citati. Questa bibliografia e i suoi aggiornamenti potranno essere letti su alcuni siti della cultura di pace. Quasi tutti i lavori indicati si possono consultare presso la biblioteca (forse la piu' ricca in Italia su pace, nonviolenza, ecologia) del Centro Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824, fax: 0115158000, e-mail: regis at arpnet.it, sito: www.arpnet.it/regis. A questi indirizzi (o a quello del curatore: peyretti at tiscalinet.it) potra' essere comunicata ogni segnalazione che integri l'attuale aggiornamento, della qual cosa si ringrazia fin da ora. Un grazie anche ai molti ricercatori che in tante occasioni mi hanno indicato opere a cui non sarei arrivato da solo. * I. Opere generali o su casi diversi dalla Resistenza 1939-1945 1. Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, parte IV, Feltrinelli, Milano 1967 (ripubblicato da Linea d'Ombra, Milano 1989). Riporta casi storici da Roma antica repubblicana, al Sudafrica 1900-1910 e 1952, all'India 1917-1947, alla Norvegia 1940-43. 2. Thich Nhat Hahn - Cao Ngoc Phong, La lotta nonviolenta del buddismo nel Vietnam, Citta' Nuova, Roma 1970. 3. Jean-Marie Muller, Il vangelo della nonviolenza, Prefazione di Matteo Soccio, Ed. Lanterna, Genova 1977 (1969). L'autore analizza la resistenza morale francese all'occupazione nazista consistente nella noncooperazione col nemico, come mirabilmente esemplificata da Vercors (pseudonimo di Jean Bruller, 1902-1991), in Le silence de la mer (Ed. de Minuit, Paris, 1942, ora in Le Livre de Poche, n. 25, ed. Albin Michel, 1951; traduzione italiana Einaudi, Torino, numerose edizioni a partire dal 1945). Muller esamina poi altri casi storici: gli insegnanti norvegesi sotto il governo filo-nazista di Quisling, la resistenza danese all'occupazione nazista, gli avvenimenti della Cecoslovacchia nell'agosto 1968, le lotte operaie con metodi nonviolenti in vari momenti storici. 4. M. K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza (a cura di Giuliano Pontara), Einaudi, Torino 1973 e seguenti; ediz. economica Einaudi 1996, col saggio introduttivo di Pontara su Il pensiero etico-politico di Gandhi riveduto e rinnovato, nel quale l'autore, a p. CXXIX, elenca otto serie di esempi storici di lotte nonviolente nel '900 in ogni parte del mondo, gia' registrati in altri punti di questa bibliografia. Libro fondamentale, dal punto di vista storico utile soprattutto per il caso indiano, ma anche per gli interventi di Gandhi sugli altri grandi conflitti. 5. AA. VV., Difesa popolare nonviolenta, atti del convegno di studio di Verona, ottobre 1979, Ed. Lanterna, Genova 1980. Casi storici del '900 - Germania, Paesi scandinavi, Olanda, Cecoslovacchia, Algeria, India, Vietnam, Iran - nelle relazioni di Soccio e Drago. Casi di lotte sociali, antimilitariste, antinucleari in Italia nei lavori delle commissioni. 6. Theodor Ebert, La difesa popolare nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984 (originali 1967-1982). Analizza i seguenti casi: Berlino 1920, Ruhr 1923, Danimarca 1940-45, Norvegia 1940-43, Finlandia 1948, Berlino 1953, Ungheria 1956, Cecoslovacchia 1968, Polonia dal 1980. 7. Jacques Semelin, Per uscire dalla violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985 (1983). Casi considerati: Kady (Urss) 1937, testimonianze di generali nazisti nella seconda guerra mondiale, Norvegia 1942, Cecoslovacchia 1968, Italia 1974, Argentina 1977, Iran 1979, Polonia 1980, Irlanda 1916-1976 e 1981, opposizione di Sacharov 1981. 8. Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta, 3 volumi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985, 1986, 1996 (1973). - Nel vol. 1, Potere e lotta, cap. III, pp.133-136, Sharp propone sette spiegazioni del fatto per cui gli storici hanno trascurato ed ignorato questo genere di lotte. Egli presenta la teoria del potere come consistente essenzialmente nell'obbedienza dei sottomessi. Questa teoria ha illustri precedenti, p. es. Etienne de la Boetie con Tirannia servitu' volontaria, pubblicato tra il 1546 e il 1550. Cio' permette di vedere le possibilita' di controllo nonviolento del potere mediante la gestione del proprio consenso da parte della societa' consapevole. - Nel vol. 2, Le tecniche, Sharp elenca 198 tecniche osservate nella storia di tutti i tempi e luoghi, per ognuna delle quali colleziona numerosi casi storici; si tratta dunque di una raccolta, pur sommaria, di molte centinaia di realta' storiche di nonviolenza attiva in luogo della guerra. Da quasi 30 anni Sharp promuove questa ricerca nel Program on Nonviolent Sanctions in Conflict and Defense at the Center for International Affairs, Harvard University. 9. W. H. Conser, R. M. McCarthy, D. J. Toscano, G. Sharp, Resistance, Politics, and the American Struggle for Independence, 1765-1775, Lynne Rienner Publishers 1986, Boulder, Colorado, 580 pages. 10. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1987. Vi si trovano riferimenti ad altre lotte oltre quelle condotte da Gandhi. 11. Johan Galtung, Palestina-Israele. Una soluzione nonviolenta?, Sonda, Torino-Milano 1989 (1989). Insieme a scritti precedenti la prima Intifada (1987), il libro contiene una riflessione su questa lotta (violenza limitata, ma non ancora nonviolenza) e un'intervista e scritti di Mubarak Awad, il "Gandhi palestinese", promotore di lotte nonviolente, cittadino di Gerusalemme Est, espulso da Israele nel '69 e nell'88. Sulla componente nonviolenta dell'Intifada e il ruolo delle chiese cristiane: Paolo Naso, Come pietre viventi, Immagini e testimonianze dei cristiani palestinesi, Claudiana, Torino 1990. 12. Birgit Brock-Utne, La pace e' donna (titolo che non rende bene l'originale Educating for Peace. A Feminist Perspective, New York 1985), introduzione di Elisabetta Donini, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989. Descrive, dopo l'azione culturale e organizzativa di Bertha von Suttner (pp. 63-70) e le organizzazioni femminili per la pace, alcune tipiche lotte nonviolente condotte da donne (fino al 1985, data di pubblicazione dell'originale): per la pace in Irlanda del Nord, 1976; contro le armi nucleari e per la pace in Danimarca, Finlandia, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, 1979-1981; contro le violenze della dittatura militare e l'occupazione delle Malvine, le Madri della Plaza de Mayo in Argentina, dal 1977; contro l'installazione missilistica di Greenham Common, in Galles, dal 1981; contro le esercitazioni militari nella terra shibokusa, in Giappone, dal 1982; contro la corsa al riarmo le Donne Australiane per la Sopravvivenza, dal 1983; contro il Pentagono, simbolo di tutte le violenze maschili, donne statunitensi nel 1981; contro l'apartheid le donne sudafricane fino dal 1913, 1943, 1952, 1956, 1981 (pp. 72-88). 13. Jan Zielonka, Political Ideas in Contemporary Poland, Gower Publishing Group, Aldershot (UK), 1989. Volume ricco di informazioni storiche sull'esperienza nonviolenta di Solidarnosc. 14. Steven Duncan Huxley, Constitutionalist Insurgency in Finland, SHS, Helsinki, 1990, sulla resistenza non armata dei finlandesi alla Russia nell'800. 15. Su Islam e nonviolenza: Eknath Easwaran, Badshah Khan, il Gandhi musulmano, Sonda, Torino-Milano 1990 (1984). Anche popolazioni guerriere e feroci come i Pathan della Frontiera indiana, musulmani, seppero adottare la nonviolenza contro le repressioni molto violente del dominio inglese. Il loro leader, Abdul Ghaffar Khan, trovo' nella sua fede islamica l'ispirazione alla nonviolenza. Gandhi osservo' che proprio il violento coraggioso nella difesa di diritto e dignita' e' il piu' disponibile a capire e vivere la "nonviolenza del forte". - Chaiwat Satha-Anand, Islam e nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1997. L'autore, studioso thailandese, musulmano, in questo libro, in cui sostiene la speciale attitudine della cultura islamica all'azione nonviolenta (nonostante fenomeni contrari vistosi ma limitati), narra ed analizza (pp. 24-31) un'azione nonviolenta nel Pattani (Thailandia) nel 1975. - Sulla rivoluzione popolare del 1979 in Iran, che caccio' lo Scia' senza uso di violenza, pur essendo ispirata al fondamentalismo religioso che caratterizzo' il successivo regime oppressivo, si puo' vedere l'articolo di Mouna Naim, La fuite du chah d'Iran, su "Le Monde", 18 gennaio 1999, e col titolo Vent'anni dopo, su "Internazionale", 19 febbraio 1999. - Ho riunito alcuni miei scritti sull'argomento in E. Peyretti, La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998, nei capitoli Islam e pace, p. 124, Studi su Islam e nonviolenza, p. 127, Uomini di pace nell'Islam, p. 131. - Cfr anche il n. 24 di questa bibliografia. 16. Voce Lotte sociali nonviolente, stesa da Giorgio Giannini per L'abecedario dell'obiettore, a cura di Diego Cipriani e Guglielmo Minervini, Edizioni La meridiana, Molfetta 1991, pp. 82-89. 17. Sulle lotte nonviolente per i diritti civili negli Stati Uniti il libro a cura di Paolo Naso, L'altro Martin Luther King, Claudiana, Torino 1993, contiene un'ampia bibligrafia. - Powerful Days. The Civil Rights Photography of Charles Moore, Yexu by Michael S. Durham. Introduction by Anfrew Young. Stewart, Tabori & Chang. New York 1984. - The Power of the People. Active Nonviolence in the USA. Edited by Robert Cooney & Helen Michalowski, New Society Publishers, Philadelphia 1987. - King. A filmed Record Montgomery to Memphis, Arte G.E.I.E., 2/a rue de la Fonderie, F-67080 Strasbourg Cedex. In inglese con sottotitoli in francese, la videocassetta rende direttamente i grandi discorsi di M. L. King e mostra dal vivo sia le grandi manifestazioni, nel loro spirito e nei metodi organizzativi, sia gli episodi di repressione. - Una pagina di bibliografia su Martin Luther King e' comparsa in Cahiers de la Reconciliation, n.1, 1998. 18. Sugli aspetti nonviolenti della lotta contro la segregazione razziale in Sudafrica, si puo' vedere anzitutto Michael Cassidy, Politics of Love, con introduzione di Desmond Tutu, Hodder & Stoughton, London 1991. - Steve Biko, Black Consciousness in South Africa, edited by Millard Arnold, Vintage Books, New York 1979. - Mary Benson, Nelson Mandela, biografia, ed. Agalev, Bologna 1988. Il capitolo 9 di questo libro descrive la separazione di Mandela da Lutuli, il capo spirituale e politico del movimento nero, sulla strategia di lotta, proprio nel 1961, quando Lutuli ricevette il premio Nobel per la pace per la cinquantennale tradizione nonviolenta dell'ANC (African National Congress); Mandela decise di adottare dapprima il sabotaggio, che non comportava perdita di vite umane, e poi anche la lotta armata, pur rispettando l'impegno di Lutuli per la nonviolenza. - Ruth First, Un mondo a parte. 117 giorni, Oscar Mondadori, Milano 1989. - Allan A. Boesak, Se questo e' tradimento, sono colpevole, Claudiana, Torino 1989. Sono discorsi e studi, del periodo 1979-1989, del pastore nero della Chiesa Riformata Missionaria Olandese, che si e' opposto all'ideologia giustificatrice dell'apartheid su basi teologiche, dominante in quella chiesa, fino ad ottenerne la condanna da parte dell'Alleanza Riformata Mondiale, di cui Boesak e' stato presidente. - Johan Galtung, Giurisprudenza di riconciliazione in Sudafrica, "Lectio magistralis" nell'Universita' di Torino, 16 gennaio 1998, sulla Commissione per la Verita' e la Riconciliazione presieduta da Desmond Tutu. Il testo e' pubblicato in inglese col titolo After the Violence: Truth and Reconciliation? South Africa, Latin America: Reflections on a New Jurisprudence, sul Notiziario dell'Universita' di Torino L'Ateneo, Anno XIV, n. 5, novembre-dicembre 1998, pp. 17-22; testo italiano presso il Centro Studi Sereno Regis di Torino. Galtung indica nell'esperienza sudafricana la possibilita' di una modifica della concezione del processo penale nel senso di ridurre la violenza punitiva dello stato e di ricostruire il rapporto umano e sociale tra reo e vittima. - Marcello Flores (a cura di), Verita' senza vendetta. L'esperienza della commissione sudafricana per la verita' e la riconciliazione, manifestolibri, Roma 1999. L'ampia introduzione del curatore premessa al rapporto finale della commissione, mostra, nella storia del Sudafrica, il carattere violento tanto della lotta anti-apartheid condotta principalmente dall'African National Congress, quanto della repressione governativa, ma indica l'originaria ispirazione nonviolenta data all'ANC da Albert Luthuli negli anni '50 e '60 (p. 21); mostra la duplice de-escalation della violenza per merito di De Klerk e Mandela dal 1990 (pp. 16-17). Nel rapporto della commissione, introdotto dal presidente, il vescovo Desmond Tutu, si vede la scelta di evitare la "giustizia dei vincitori" e di basare la riconciliazione della societa' sulla base della verita' e della dignita' restituita alle vittime, dell'amnistia personale in cambio della verita' e ammissione di colpa, piuttosto che sulla base della pura giustizia retributiva. - Antonello Nociti, Guarire dall'odio, Franco Angeli editore, Milano 2000: lo straordinario insegnamento del Sudafrica per costruire una pace interetnica, che e' problema della nostra societa'. - Desmond Tutu, Non c'e' futuro senza perdono, Feltrinelli, Milano 2001: "Fare giustizia non significa punire bensi' risanare" (p. 119-120). Arcivescovo anglicano di Citta' del Capo e protagonista nella vicenda, Tutu racconta intensamente e documenta l'esperienza sudafricana dall'apartheid alla riconciliazione. 19. Trasforming Struggle. Strategy and Global Experience of Nonviolent Direct Action, published by the Program on Nonviolent Sanctions in Conflict, Harvard University, 1992, pagg.142. Il libro e' recensito da Chiara Pent in IPRI Newsletter n.10, marzo 1994 (IPRI, Italian Peace Research Institute, via Garibaldi 13/a, 10122 Torino, tel 011532824). 20. AA. VV. La nonviolenza come strategia di mutamento sociale, Cedam, Padova 1992. Alcuni dei saggi di tipo empirico raccolti in questo volume (altri saggi sono teorici) riguardano casi studio di lotte nonviolente. 21. Il Comitato Scientifico dell'IPRI per la DPN (Progetto Nazionale di Ricerca sulla Difesa Popolare Nonviolenta, Comitato Scientifico, via S. Giovanni Maggiore Pignatelli 14, 80134 Napoli, tel. 0815510286, fax: Antonino Drago 0812394508) ha pubblicato gli atti di quattro dei cinque convegni nazionali di ricerca, nei quali ricorrono anche esempi storici di lotte popolari nonviolente: - Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta (primo convegno, Boves, novembre 1989), a cura di A. Drago e G. Stefani, Ed. Fuori Thema 1993; - La difesa popolare nonviolenta in Italia e nelle crisi internazionali (terzo convegno, Bologna, novembre 1991), a cura di Gino Stefani, Ed. Fuori Thema 1992; - Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, (quarto convegno, Vicenza, novembre 1994), a cura di A. Drago e M. Soccio, Editoria Universitaria, Venezia 1995. - La difesa della pace con mezzi civili, (quinto convegno, Roma, 4-5 novembre 1995), a cura di A. Drago, Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi 1997. Da notare la relazione di Andrea Riccardi sulla mediazione civile della Comunita' di S. Egidio nella guerra in Mozambico. 22. I Quaderni della Difesa Popolare Nonviolenta (DPN) comprendono ormai oltre 30 titoli pubblicati prima dal Movimento Nonviolento, poi dalla Editrice La Meridiana, dei quali almeno una dozzina su precisi casi storici in Italia e nel mondo: Norvegia, Danimarca, Cecoslovacchia, Germania Est, Resistenza nel Bergamasco, Polonia, Filippine, Resistenza a Forli'. - Il n. 21, Volontari di pace in Medio Oriente, uscito nel 1993, contiene il saggio di Alberto L'Abate, Forze nonarmate e nonviolente di pace. I precedenti storici (pp.17-35), che racoglie molti casi storici. - Sui fatti piu' recenti: n. 27, Q. Eglitis, Azione nonviolenta nella liberazione della Lettonia, pubblicato nel 1994; n. 29, G. Miniotaite, Lituania: la storia della liberazione nonviolenta, pubblicato nel 1995. 23. Il n. 22 della collana Quaderni della DPN, col titolo Resistenze civili: le lezioni della storia (ed. La Meridiana, Molfetta 1993, pp.163) e' la traduzione (di Gaetano Latmiral, che fu compagno di prigionia di Dietrich Bonhoeffer, a Tegel) della seconda edizione 1989 di Les lecons de l'histoire. Resistances civiles et defense populaire nonviolente, Les dossiers de Nonviolence politique, n.2, che illustra ampiamente i casi: Ungheria 1859-67, Finlandia 1898-1905, India 1915-1948, Germania 1920, Ruhr 1923, Guatemala 1944, Sudafrica 1950-1960, Germania Est 1953, Congo-Zaire 1959, Algeri 1961, Cecoslovacchia 1968, Bolivia 1978, Iran 1978-79, Polonia 1980-83, Filippine 1986, Intifada 1987. La traduzione italiana esclude i capitoli, particolarmente ampi, sulla Resistenza per non interferire col libro di Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, indicato nella seconda parte di questa bibliografia. 24. Sulla straordinaria decennale resistenza nonviolenta di massa del 90% di popolazione albanese (in massima parte musulmana) del Kosovo al regime di occupazione militare serba: - Ibrahim Rugova, La question du Kosovo, Fayard, Paris 1994. - Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Resistenza nonviolenta nella ex-Jugoslavia. Dal Kossovo la testimonianza dei protagonisti, Emi, Bologna 1993. - V. Salvoldi, Kossovo, ex-Jugoslavia. Dove la nonviolenza e' vita, Velar, Gorle (Bergamo) 1994. - Giancarlo e Valentino Salvoldi, Lush Gjergji, Kosovo, un popolo che perdona, Presentazione di Bernhard Haering, Emi, Bologna 1997. - Kossovo. Conflitto e riconciliazione in un crocevia balcanico, in "Religioni e societa'", n. 29, anno XII, settembre-dicembre 1997. - Alberto L'Abate (a cura di), Prevenire la guerra nel Kossovo per evitare la destabilizzazione dei Balcani. Attivita' e proposte della diplomazia non ufficiale. Quaderni della DPN n. 33, Ed. La Meridiana, Molfetta 1997. Il quaderno e' stato ripubblicato, con l'aggiunta di un'ampia introduzione dell'autore che lo aggiorna al 1999, nel volume Kossovo, una guerra annunciata, Ed. La Meridiana, Molfetta 1999. 25. Francois Vaillant, La nonviolenza nel Vangelo, prefazione di Filippo Gentiloni, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994 (originale 1991). Vaillant, considerando la situazione storica e politica in cui visse Gesu', esamina alcune sue azioni tipicamente nonviolente, come la cacciata dei mercanti dal tempio (interpretata di solito come violenta) (pp. 31-39), la donna adultera (pp. 42-46), il tributo a Cesare (pp. 46-49), la strategia decolpevolizzante che ritroviamo anche in Martin Luther King (pp. 49-58). Anche Gesu', minacciato e braccato, fu tentato dalla violenza, ma nella preghiera si converti' alla nonviolenza e alla pazienza forte fino ad accettare la morte e rovesciarne il potere (pp. 81-91). 26. Gene Sharp, Dopo la guerra fredda. La via della nonviolenza, in "Il Regno-attualita'", n.14/1994, 15 luglio 1994, pp. 435-445. Le realta' storiche delle lotte nonviolente sono richiamate, in un rapido ed ampio giro d'orizzonte, a mostrare la possibilita' della strategia nonviolenta. 27. Christian Mellon et Jacques Semelin, La non-violence, Collection encyclopedique "Que sais-je?", Presses Universitaires de France, Paris 1994. In appendice, questo limpido e ricco libretto elenca 31 casi storici tra il 1770 e gli anni successuvi al 1990 relativi a tutto il mondo (tra cui alcuni non ancora comparsi in questa bibliografia), e 11 casi riguardanti la Francia tra il 1957 e gli anni '90. 28. Sulle rivoluzioni nell'Europa dell'Est del 1989, che sono il piu' recente e notevole esempio delle possibilita' dell'azione nonarmata e nonviolenta: - Giovanni Salio, Il potere della nonviolenza. Dal crollo del Muro di Berlino al Nuovo Disordine Mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995. Contiene la piu' ampia rassegna critica delle interpretazioni di quegli avvenimenti. - Johan Galtung, Il nuovo disordine mondiale, nel volume di atti sopra citato Per un modello di difesa nonviolento: che cosa ci insegna il conflitto nella ex-Iugoslavia, pp. 19-35. 29. Jacques Semelin, Quand les dictatures se fissurent... Resistances civiles a' l'Est et au Sud, Culture de paix, Desclee de Brouwer, Paris 1995. Per ognuna delle quattro parti (Resistenza e religione; Resistenza e diritti dell'uomo; Resistenza e comunicazione; Resistenza e legittimita') singoli studiosi esaminano un caso del Sud e uno dell'Est nel decennio precedente le rivoluzioni del 1989: Filippine 1986 e Polonia; dissidenza cecoslovacca dalla Carta 77 e Bolivia dal 1978; Benin 1987-1992 e Piazza Tiananmen a Pechino 1989; tentativi di colpi di stato in Spagna 1981 e a Mosca 1991. 30. Giuliano Pontara, in discussione con Norberto Bobbio sulla nonviolenza e la politica, elenca circa 15 casi recenti in N. Bobbio, Elogio della mitezza e altri scritti morali, Ed. Linea d'ombra 1994, p. 44. Questo testo riveduto compare in G. Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele 1996, raccolta di saggi su etica e politica, pace e guerra (casi storici di difesa senza guerra a p. 94-95). 31. Peter Ackerman - Christopher Kruegler, Strategic Nonviolent Conflict. The Dynamics of People Power in the Twentieth Century, Praeger, Westport Connecticut - London, 1994. Il volume esamina i seguenti casi: Prima rivoluzione russa, 1905; Ruhr, 1923; Lotte per l'indipendenza indiana 1930-1931; Resistenza danese 1940-1945; Salvador 1944; Soldarnosc 1980-1981. 32. Il puzzle della nonviolenza (quasi un manuale per imparare a costruire un'azione nonviolenta), MIR, Centro Ricerche per la Difesa Popolare Nonviolenta, Padova 1994. Si tratta di un libro a schede, ampliabile, preparato da S. Bergami, F. Curinga, F. Tipolla, F. Varotto, A. Zangheri, per conto del Mir (via Cornaro 1/a, 35128 Padova, tel. e fax 0498073836). La prima parte presenta, in ampie schede con relativa bibliografia, undici casi tratti dalla storia del Novecento: India 1930, Bulgaria 1940-44, Montgomery 1955, Larzac 1970-81, Bolivia 1979, Polonia 1980-90, Comiso 1981-87, Filippine 1986, Pechino 1989, Mosca 1991, Madagascar 1991-93. 33. Bojan Aleksov, Disertori della guerra in ex-Jugoslavia, a cura di Gianni Caligaris ed Emilio Rossi, Ed. Alfazeta, Parma 1995. Documenta la realta' di oltre 100.000 disertori, che l'Europa non accoglie ne' riconosce come dovrebbe, quale forte risorsa umana contro quell'assurda guerra e le sue conseguenze. Esiste una buona legge italiana, di fatto non applicata alla frontiera. 34. Corazon C. Aquino, Martirio e redenzione sulla via filippina verso la pace, in "Testimonianze" n. 380, dicembre 1995, pp. 84-96. La leader filippina racconta i precedenti e lo svolgimento della rivoluzione del 1986, con speciale riferimento al ruolo della religione. 35. Andrew Rigby (Department of Peace Studies. University of Bradford), Unofficial Nonviolent Intervention: Examples from the Israeli-Palestinian Conflict, in Journal of Peace Research, vol. 32, n. 4, 1995, pp. 453-467. L'articolo dimostra che le possibilita' di intervento nonviolento sono molto piu' ampie della sola interposizione testimoniale o sacrificale. 36. Alexander Allan, Le Larzac et apres: l'etude d'un mouvement social novateur, ed. L'Harmattan, Paris 1995. Sulla lotta delle 105 famiglie dell'altopiano del Larzac contro l'esproprio militare, lotta che coinvolse fino a 100.000 persone (1971-1981), infine vittoriosa e proseguita come movimento per unire il Nord col Sud del mondo (1981-1992). 37. Rodolfo Venditti, La difesa popolare nonviolenta: storia, teoria, esempi concreti. Aperture dell'ordinamento giuridico italiano, Eirene, Studi per la pace, Bergamo 1996 (via F. Scuri 1/C, 24100 Bergamo, tel. 035260073). Il fascicolo richiama o descrive 15 casi storici. Questo e' il sedicesimo opuscolo della collana "Ricerche e Documentazione", che comprende anche: S. Cattaneo, J. Galtung, B. Jenkins, S. Piziali, G. Sharp, La nonviolenza nel Maggio Cinese. Pechino 1989. 38. Alberto Melandri, Jose' Ramos Horta e mons. Carlos Felipe Ximenes Belo, leaders della resistenza nonviolenta di Timor Est, in "Azione Nonviolenta", novembre 1996, pp. 6-7. 39. Nonviolenza nella storia. Casi di resistenza civile nel Novecento. Materiale ancora inedito di un corso di aggiornamento per insegnanti, organizzato a Torino nei mesi a cavallo tra 1996 e 1997 dal Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino e dall'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza e della Societa' Contemporanea (via Fabro 6, 10122 Torino, tel. 0115628836). Sono 15 lezioni distribuite nelle seguenti sezioni del corso: 1) La resistenza civile in Europa durante la seconda guerra mondiale (J. Semelin, A. Bravo, A. M. Bruzzone, E. Peyretti, A. Dogliotti Marasso, F. Levi); 2) Lotte di liberazione dai sistemi coloniali (G. Sofri); 3) Lotte politiche e civili nei paesi occidentali (G. Bouchard, E. Donini); 4) Lotte nei paesi dell'Est e forme di resistenza civile nell'ex-Jugoslavia (G. Salio, A. Zangheri, A. L'Abate, M. Granero); 5) I movimenti per la pace (S. Albesano, G. Salio). 40. AA. VV., Invece delle armi: obiezione di coscienza, difesa nonviolenta, corpo civile di pace europeo, a cura della Segreteria per la Difesa Popolare Nonviolenta, con la collaborazione del Centro Eirene di Bergamo, ed. Fuorithema, Bologna 1996. Il volume contiene nella prima parte gli atti di una importante conferenza internazionale su "Difesa nonviolenta, partecipazione popolare, obiezione di coscienza" tenutasi a Firenze nel settembre 1992 con contributi dei maggiori studiosi mondiali; nella seconda parte i documenti del dibattito in corso "Per un corpo civile di pace europeo". Nanni Salio (pp. 23-29) esamina i casi storici proponendone una classificazione per tipologie e strutture. Segue una mia bibliografia (pp. 29-31), molto meno aggiornata e completa della presente. Alberto L'Abate ricorda una mezza dozzina di casi storici - Algeria 1962, Aden 1967, Pechino 1968, Filippine 1986, Nicaragua 1989, Mosca 1991 (pp. 145-148) - e indica diversi studi ad essi relativi, apparsi su riviste internazionali di peace research. 41. Voci e azioni di nonviolenza nell'antichita' classica, a cura di Rocco Campanella, Libreria Editrice Fiorentina, 1996. Nel libro leggiamo le pagine di Giuseppe Flavio (37-100 d. C.) sulla resistenza nonviolenta degli ebrei sotto gli imperatori Tiberio (14-37 d. C.) e Caligola (37-41 d. C.) e quelle di Tito Livio sulla secessione della plebe a Roma (nel 494 e nel 471 a. C.). 42. Hildegard Goss-Mayr, Come i nemici diventano amici, Insieme per la nonviolenza, la giustizia e la riconciliazione, Emi, Bologna 1997. E' il racconto di vita di una coppia che ha lottato insieme per oltre 30 anni. Jean Goss (morto nel 1991) e sua moglie Hildegard, eminenti attivisti ed educatori del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione) hanno compiuto insieme azioni dirette nonviolente e lavoro di formazione, hanno avviato associazioni e opere culturali, hanno posto le basi di rivoluzioni nonviolente (come nelle Filippine, nel 1986), hanno sospinto vescovi e leaders sociali all'impegno per la giustizia col metodo della forza nonviolenta. Il campo della loro azione va dall'Unione Sovietica (gia' nel 1961) alla Polonia, dal Concilio Vaticano II all'America Latina, dall'Asia all'Africa. I coniugi Goss trovano nel vangelo l'ispirazione alla lotta nonviolenta, ma sanno scoprire e valorizzare le analoghe potenzialita' presenti nelle culture e religioni proprie dei diversi popoli: vediamo un bell'esempio nelle "regole nonviolente" individuate nella tradizione africana della "chiacchierata", vero metodo di risoluzione nonviolenta dei conflitti (p. 230). Il capitolo conclusivo, raccogliendo l'esperienza, prospetta con lucida sintesi la resistenza nonviolenta all'impero liberalcapitalistico oggi impostosi al mondo, su varie linee d'impegno: l'incontro tra le religioni e il loro compito per la pace, il movimento per la pace e il servizio di pace (qualcosa di piu' del servizio civile), i mezzi di comunicazione nel mondo unito e la loro possibile funzione di "portatori di speranza". 43. Robert L. Holmes, La sfida della nonviolenza nel nuovo ordine mondiale, nel volume di James Burk, La guerra e il militare nel nuovo sistema internazionale, Franco Angeli, Milano 1998, pp. 211-229. Holmes esamina la tendenza ad un nuovo militarismo dopo che gli Usa sono rimasti unica superpotenza e, di contro, la lezione delle rivoluzioni nonviolente nell'Europa dell'est per una strategia e delle istituzioni atte alla risoluzione nonviolenta dei conflitti, ai fini di una maggiore tutela generale della societa' dalla violenza diffusa. 44. Emanuele Arielli - Giovanni Scotto, I conflitti. Introduzione a una teoria generale, Ed. Bruno Mondadori, Milano 1998. Questo studio scientifico fa il punto sulla ricerca interdisciplinare, promossa da molti studiosi e istituzioni in tutto il mondo, delle strategie per una trasformazione e risoluzione senza violenza dei conflitti. Il volume richiama tutti i casi piu' significativi di lotte nonviolente, collocandoli opportunamente nel sistema teorico proposto, specialmente nella terza parte del libro (Strategie di trasformazione costruttiva). 45. Jean-Marie Muller, Vincere la guerra, Principi e metodi dell'intervento civile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999 (1997). Lavoro descrittivo, ricco di informazioni sulle ingerenze davvero umanitarie e non belliche in zone di conflitto. Mancano alcune significative esperienze italiane, ma il panorama mondiale e' ampio e cosi' il catalogo dei metodi. Tanto basta per vedere che le alternative alle guerre ci sono, se le si vuole conoscere e praticare. La prefazione di Antonino Drago critica il carattere che l'intervento civile ha nell'esperienza francese e nella proposta di Muller, non abbastanza alternativo ma dipendente dal militare. Drago mostra le possibilita' uniche al mondo ormai inserite nella legislazione italiana. 46. Due esempi di resistenza nonviolenta alla violenza politica e a quella economica, mediante le nuove possibilita' date dalla comunicazione informatica di base: 1) Rafal Robozinski, Mapping Russian Cyberspace: Perspective on Democracy and the Net, Paper presented at the United Nations Research Institute for Social Development (UNRISD) conference on Information Technology and Social Development, 22-24 June 1998, Geneva. L'Autore rileva, tra l'altro, il ruolo giocato dai fax e dalla iniziale rete informatica nel galvanizzare la resistenza dell'opinione pubblica russa al golpe del 1991 contro Gorbaciov. 2) Stephen Kobrin, The MAI and the Clash of Globalizations, Foreign Policy 112(fall), 1998: 97-109. L'Autore esamina la vincente campagna informatica mondiale delle ONG nel 1998 contro il MAI, l'Accordo multilaterale sugli investimenti favorevole alle multinazionali. Queste due pubblicazioni sono citate a p. 78 del Rapporto 1999 su Lo Sviluppo Umano, dell'United Nations Development Programme, vol. 10, La Globalizzazione, Rosenberg & Sellier, Torino 1999. 47. AA. VV., Le periferie della memoria. Profili di testimoni di pace, edito dal Movimento Nonviolento, Verona, e dall'Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, Torino, a cura di Sergio Albesano, Torino 1999. Il volume, di 180 pagine, raccoglie 22 "medaglioni" esclusivamente di italiani/e che, nel periodo dall'unita' ad oggi, hanno agito nell'opposizione alla guerra. Fra loro peronaggi noti, ma anche altri finora del tutto ignoti, anarchici e cattolici, valdesi e vescovi, scrittori e filosofi, pedagogisti e politici, soldati e disertori. La raccolta testimonia la presenza spesso ignorata di esperienze e metodi alternativi alla guerra. 48. Arundhati Roy, Per il bene comune, in "Internazionale", n. 306, 22-28 ottobre 1999, pp. 17-25. L'articolo, mentre denuncia la devastazione umana e ambientale causata dalle Grandi Dighe indiane nella valle della Narmada, racconta la lotta nonviolenta di resistenza delle popolazioni implicate. L'autrice e' la piu' famosa scrittrice indiana (Il dio delle piccole cose). Sono pubblicati in italiano i volumi La fine delle illusioni, Guanda, Parma 1999, e Guerra e' pace, Guanda, Parma 2002, che ricupera interamente il volume precedente ed aggiunge altri saggi. 49. Centro di ricerca per la pace, Viterbo (nbawac at tin.it), ha pubblicato nel 1999 la Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri. Questa tecnica nonviolenta del "pallone frenato" e' stata sperimentata efficacemente per alcune ore davanti all'aeroporto militare di Aviano, da cui partivano nel 1999 gli aerei che bombardavano la Jugoslavia. 50. Enrico Peyretti, Per perdere la guerra, Beppe Grande Editore, Torino 1999. In questa raccolta di scritti pubblicati durante la guerra della Nato alla Serbia per il Kossovo, indicando le varie alternative alla guerra, praticate o praticabili, richiamo anche alcune esperienze storiche. 51. Gilles Gesson, La non-violence cree l'evenement a' Seattle, in Non-violence Actualita' (janvier 2000, pp. 16-18). L'articolista, presente alle manifestazioni di "Nonviolent Direct Action" che hanno impedito la cerimonia di apertura del vertice della Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO- OMC), il 30 novembre 1999, vertice fallito, scrive che l'avvenimento segna l'entrata dell'opinione pubblica internazionale sulla scena delle negoziazioni ufficiali relative all'economia globalizzata, in difesa degli aspetti umani (lavoro, giustizia, ambiente, salute, culture) trascurati e violati dal carattere finanziario e speculativo della globalizzazione. Contro alcune interpretazioni deformanti, testimonia il carattere nonviolento delle manifestazioni, accuratamente preparato, di cui espone le tecniche e le tattiche, concludendo: "Consciamente o no, [i manifestanti] hanno agito come degni eredi dei teorici della resistenza civile. Questo e' forse il segno che essa e' oggi entrata nel costume". 52. Francisco A. Munoz, Mario Lopez Martinez (eds.), Historia de la Paz. Tiempos, espacios y actores, Instituto de la Paz y los Conflictos, Editorial Universidad de Granada, 2000. Questo volume, pioniere nella costruzione di una specifica storia della pace, percorre, attraverso i tempi e le culture umane, soprattutto le idee, situazioni, strutture, protagonisti di relazioni pacifiche tra differenti popoli e civilta'. Specialmente nei paragrafi sul pacifismo della nonviolenza (pp. 326-340), sul pacifismo antinucleare (pp. 340-349), sul pacifismo dopo la caduta del Muro di Berlino verso il muovo secolo (pp. 349-357) Mario Lopez Martinez raccoglie in una ampia bella sintesi piu' o meno tutti i casi storici di interventi e soluzioni nonviolente dei conflitti a cui si riferiscono le opere segnalate in questa bibliografia. * II. Opere sulla Resistenza al nazifascismo Oltre i riferimenti alla Resistenza compresi nelle opere gia' indicate, si vedano le opere sotto indicate. Nell'aprile 1995 ho presentato gli studi disponibili a quella data in una relazione su La resistenza civile nelle ricerche storiche, pubblicata in Fascismo - Resistenza - Letteratura. Percorsi storico-letterari del Novecento italiano, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, I Quaderni del Museo n. 2, Torino, febbraio 1997, pp. 61-87. 1. J. Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler. La resistenza civile in Europa 1939-1943, Sonda, Torino-Milano 1993 (Payot, Paris 1989). Il lavoro si limita al periodo 1939-1943 allo scopo di illustrare le sole forme di lotta nonarmata autonome dalla lotta armata, e non quelle successive, combinate con questa. Studiando le forme sociali della resistenza nonarmata al nazismo in tutti i paesi occupati e nella stessa Germania, ne realizza la raccolta storica finora piu' ampia. L'edizione italiana contiene anche due appendici, una di Stefano Piziali, Commento bibliografico. La resistenza nonarmata in Italia (pp.227-234) e una mia (che deve essere riveduta e corretta), Un caso italiano: lo sciopero come strumento di lotta (pp. 235-240), sugli scioperi operai del '43 e '44 in Italia, trascurati da Semelin. 2. Il Centro Studi Difesa Civile (via della Cellulosa 112, 00166 Roma, tel. 0661550768) ha organizzato alcuni convegni di cui gli atti sono pubblicati e disponibili: - La lotta nonarmata nella Resistenza, Roma, ottobre 1993, (contributi di Giannini, Parisella, Drago, Zerbino, Albesano, Vaccaro, Marescotti ed altri); - La Resistenza nonarmata, Roma, novembre 1994, patrocinato dal Comitato nazionale per il cinquantennale della Resistenza e della guerra di liberazione (contributi di Zerbino, Giannini, Parisella, Drago, Semelin, Klinkhammer, Peyretti, L'Abate, Menapace, Giuntella, ed altri). Atti pubblicati in La Resistenza nonarmata, a cura di G. Giannini, Ed. Sinnos, Roma 1995. - L'opposizione popolare al fascismo, Roma, ottobre 1995. Atti pubblicati con lo stesso titolo, a cura di G. Giannini, ed. Qualevita, Torre dei Nolfi 1996. - Sull'esperienza di resistenza non armata all'occupazione e ai soprusi dell'esercito tedesco, da parte di centinaia di persone nella tenuta Tor Mancina, a 30 km da Roma, dal settembre 1943 al giugno 1944, e' possibile leggere la testimonianza, di cui possiedo il testo, resa dal cav. Paolo Sabbetta (paolosabbetta at libero.it). 3. G. Giannini, La resistenza nonarmata nella lotta al nazifascismo, in Bozze 94, n.2/1994, pp. 77-84. 4. Jean-Marie Muller, Desobeir a' Vichy, La resistance civile de fonctionnaires de police, Presses Universitaires de Nancy, 1994. Nella collaborazione data ai nazisti dalla polizia francese della Francia occupata nel perseguitare gli ebrei, ci furono significative disobbedienze. 5. Anna Bravo e Anna Maria Bruzzone, In guerra senza armi. Storie di donne 1943-1945, Laterza 1995. Sono 125 interviste su diversi aspetti dell'opposizione delle donne alla guerra, p. es. il "maternage" di massa, la pieta' per i morti anche nemici, e sulla violenza di genere della guerra sulle donne. Il libro - introdotto da un ampio saggio critico di Anna Bravo, Donne, guerra, memoria - mostra la vasta realta' della resistenza senz'armi attuata dalle donne e contribuisce a individuare un'immagine della difesa che supera la guerra, e della cittadinanza svincolata dalla figura del cittadino in armi. Questo libro ha portato ad un autorevole mutamento nella considerazione della resistenza civile da parte di uno storico quale Claudio Pavone. Infatti, e' interessante notare come Pavone, autore dell'importante e ampio volume Una guerra civile. Saggio storico sulla moralita' nella Resistenza (Bollati Boringhieri, Torino 1991), nel quale non si dimostrava sensibile alla ricerca sulla Resistenza non armata (tanto che trascurava del tutto la figura di Aldo Capitini, che da lungo tempo aveva combattuto il fascismo con insolita profondita' di motivi, ma senza mai prendere le armi; e, attraverso una citazione di una testimone, presentava un'idea del tutto inadeguata della nonviolenza come una posizione "metastorica" e irresponsabile; cfr. ivi, p. 414), introducendo invece, nel 1995, il numero della rivista "Il Ponte" dedicato al cinquantesimo della Resistenza, si soffermi sul saggio di Anna Bravo contenuto nel fascicolo (corrispondente all'introduzione al libro In guerra senza armi), per rilevare il "valore euristico" del concetto di resistenza civile ivi proposto, che e' - scrive Pavone - "qualcosa di piu' ampio" della cosiddetta resistenza passiva, ma - come dice appunto Anna Bravo - una "pratica di lotta" con mezzi diversi dalle armi (I percorsi di questo speciale, articolo introduttivo del fascicolo de "Il Ponte", n.1/1995, dedicato a Resistenza. Gli attori, le identita', i bilanci storiografici, p. 13). Il concetto di resistenza civile vale dunque a superare la tendenza, rilevata da Claudio Dellavalle nello stesso fascicolo, ad adottare "il criterio militare come criterio prevalente" (ivi, p. 12). Pavone scrive ancora: "La Resistenza civile rimane una forma di Resistenza. I suoi confini con l'esercizio della violenza, anche di quella piu' palesemente difensiva, non sono sempre sicuri. Sicura e' invece la sua distanza da quella "zona grigia" in cui si ritrovano coloro che i resistenti bollavano come "attesisti"" (ivi, p. 13). 6. Sul vasto e significativo fenomeno del rifiuto di collaborazione da parte di centinaia di migliaia di militari italiani internati dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943: - AA. VV., I militari italiani internati dai tedeschi dopo l'8 settembre 1943 (atti del convegno 14-15 novembre 1985), Giunti, Firenze 1986. - Resistenza senz'armi. Un capitolo di storia italiana dal 1943 al 1945 (dalle testimonianze dei militari toscani internati nei lager nazisti), prefazione di Leonetto Amadei, Le Monnier, Firenze 1988. - Orlando Lecchini, Per non chinare la testa. Un Lunigianese nei lager nazisti, Edizioni "Il Corriere Apuano", Pontremoli 1988. - AA. VV., Fra sterminio e sfruttamento (atti del convegno 23-24 maggio 1991), Ed. Le Lettere, Firenze 1992. - Gerhard Schreiber, I militari italiani internati nei campi di concentramento del Terzo Reich 1943-1945, a cura dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito, 1992. - Luigi Collo, La resistenza disarmata, Introduzione di Nuto Revelli, Marsilio, Venezia 1995. - Giampiero Carocci, Il campo degli ufficiali, Giunti, Firenze 1995. - Alessandro Natta, L'altra Resistenza. I militari italiani internati in Germania, Einaudi, Torino 1997. 7. Sulla Resistenza di cittadini tedeschi al nazismo, in Germania o nei territori assoggettati al Terzo Reich, si trovano nelle biblioteche 10-20 titoli, in gran parte sull'attentato del 20 luglio 1944. L'Istituto Piemontese per la Storia della Resistenza conserva quasi 80 titoli di cui 32 in tedesco, 3 in francese, 2 in inglese, 4 pubblicazioni promosse dal Consiglio Regionale Piemontese. Ho raccolto gli aspetti civili e nonviolenti che si possono rintracciare entro la realta' limitata e prevalentemente militare della resistenza interna al nazismo, nella relazione La Resistenza antinazista in Germania, tenuta nel corso di aggiornamento per docenti "Nonviolenza nella storia. Casi di resistenze civili nel Novecento" (organizzato dal Centro Studi Domenico Sereno Regis e dall'Istituto Piemontese per la storia della Resistenza e della societa' contemporanea, Torino, ottobre 1996 - gennaio 1997). Da questo lavoro traggo le indicazioni che rientrano nella presente bibliografia. - Jacques Semelin, Senz'armi di fronte a Hitler, La Resistenza civile in Europa, 1939-1943, Ed. Sonda, Torino-Milano 1993 (1989), p. 120-129, 171-172. - Ad uno degli episodi di resistenza efficace da parte di cittadini tedeschi - donne sposate o imparentate ad uomini ebrei gia' arrestati - contro la persecuzione razzista e' dedicato il libro di Nina Schroeder, Le donne che sconfissero Hitler, Pratiche editrice, Milano 2001. Sullo stesso significativo fatto esiste il libro di Nathan Stoltzfus, Resistance of the Heart: intermarriage and the Rosenstrasse protest in Nazi Germany, pubblicato nel 1996. La regista Margarethe von Trotta ha iniziato nell'ottobre 2002 le riprese di un film su questo episodio, intitolato Rosenstrasse, nome della via di Berlino in cui seimila donne sostarono per sei giorni, nel 1943, costringendo infine Goebbels e Hitler a liberare i 1.700-2.000 uomini ebrei. - Enzo Collotti, La Germania nazista, (dalla Repubblica di Weimar al crollo del Reich hitleriano), Einaudi, Torino 1962, pp. 273-305. Dello stesso autore vedi anche l'articolo Per una storia dell'opposizione antinazista in Germania, in "Rivista storica del socialismo", gennaio-aprile 1961, pp. 105-137, che contiene piu' ampie referenze bibliografiche. - Giorgio Vaccarino, Storia della Resistenza in Europa, 1938-1945, Feltrinelli, Milano 1981, parte prima, pp. 17-152. - La "parola nuda come arma di resistenza" (come dice Julian Aicher, in "Il Margine", Trento, n. 8/1998) fino a pagare con la vita fu il mezzo d'azione dei fratelli Hans e Sophie Scholl e dei loro compagni d'azione nell'Universita' di Monaco, su cui vedi Paolo Ghezzi, La Rosa Bianca, ed. Paoline, Cinisello Balsamo 1994. Il libro di Ghezzi contiene una bibliografia di 53 titoli, dalla quale segnalo Inge Scholl, Die Weisse Rose, Fischer Taschenbuch Verlag, Frankfurt am Main 1982, edizione italiana non integrale La Rosa Bianca, a cura di Carlo Francovich, La Nuova Italia editrice, Firenze 1978, quarta edizione. Una profonda riflessione su questa esperienza e' il libro di Romano Guardini, La Rosa Bianca, Morcelliana, Brescia 1994 (scritti del 1946 e 1958). - La limpida grande figura di Franz Jaegerstaetter, contadino austriaco che, sostenuto solo dalla comprensione della moglie, rifiuto' per ragioni morali e religiose il servizio militare sotto il nazismo e fu decapitato il 9 agosto 1943, e' illustrata in due libri in lingua italiana, usciti a grande distanza di tempo: Gordon Zahn, Il testimone solitario. Vita e morte di Franz Jaegerstaetter, Gribaudi, Torino 1968; Erna Putz, Franz Jaegerstaetter, Un contadino contro Hitler, Editrice Berti, Piacenza 2000. Il secondo libro e' piu' preciso del primo nella documentazione. - Francesco Comina, Non giuro a Hitler, La testimonianza di Josef Mayr-Nusser, San Paolo, Milano 2000. Altoatesino, fervente cattolico, arruolato d'autorita' nelle SS dopo l'8 settembre 1943, Mayr-Nusser si rifiuto' di giurare a Hitler par ragioni di fede, come Jaegerstaetter. Dapprima internato in manicomio, muore di sfinimento durante il viaggio verso Dachau. Comina documenta la lucidita' del suo precoce giudizio morale e poltico sul nazismo. Di Mayr-Nusser ha scritto anche Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere della Sera, 2 febbraio 2002, p. 29. - Sui resistenti, ribelli e disertori nell'esercito nazista ho raccolto dei fatti e dei dati in Quelli dell'ultima ora, uscito, come parte di una piu' ampia relazione tenuta per l'Iprase di Trento nell'aprile 2000, nel volume Maestri e scolari di nonviolenza, a cura di Claudio Tugnoli, Franco Angeli ed., Milano 2000, pp. 243-256. - Ho raccolto parecchi casi di boicottaggio personale della Shoah, compiuto anche da molti cittadini tedeschi, in uno scritto inedito intitolato Molti Schindler: dunque si poteva resistere al nazismo. - Sulla probabile obiezione degli scienziati tedeschi alla costruzione della bomba atomica: Leandro Castellani, La grande paura, Storia dell'escalation nucleare, Prefazione di Carlo Bernardini, ERI, Torino 1984, pp. 96-106; Thomas Powers, La storia segreta dell'atomica tedesca, Mondadori, Milano 1994 (1993), pp. 503-509. - Sul problema di coscienza relativo all'uccidere Hitler, cfr. la mia recensione del libro di Peter Hoffmann, Tedeschi contro il nazismo. La Resistenza in Germania, Il Mulino, Bologna 1994 (1988), pubblicata in "Servitium", n. 102, novembre-dicembre 1995, fascicolo "Resistenza al male", pp. 117 e 119-120. - Documenti di alta resistenza morale, che ricordano in qualche momento gli atti dei martiri cristiani sotto l'impero romano, sono: Helmuth James von Moltke, Futuro e resistenza (dalle lettere degli anni 1926-1945), Morcelliana, Brescia 1985; Dietrich Bonhoeffer, Dieci anni dopo. Un bilancio sul limitare del 1943, in Resistenza e resa. Lettere e scritti dal carcere, Ed. Paoline, Cinisello Balsamo 1989, pp. 59-74. - Aggiungo qualche riferimento attuale in Germania sulla Resistenza antinazista: 1) DRAFD, Deutsche in der Resistance, in den Streitkraeften der Antihitlerkoalition und der Bewegung Freies Detschland (Tedeschi nella Resistenza, nelle forze armate della coalizione antihitleriana, nel movimento Libera Germania). Telefono sede centrale di Berlino: 0049305098852. Contatto diretto con un partigiano del DRAFD: Peter Gingold, Reichsforststrasse 3, D-60528 Frankfurt, tel. 004969672631. 2) Bundesvereinigung Opfer der NS Militaerjustiz (Associazione vittime dei tribunali militari nazisti), Freidrich Humbert Strasse 116, D-28758 Bremen, tel. 0049421622073, fax: 621422. Contatto diretto con il presidente Ludwig Baumann, Aumunder Flur 3, D-28757 Bremen, tel. 0049421665724. 3) Antikriegsmuseum, Friedensbibliotek (Museo antiguerra, Biblioteca della pace), Bartolomaeuskirche, Friedensstrasse 1, D-10249 Berlin, tel. 0049305081207. 4) Mahn- und Gedenkstaette fuer die Opfer der Nationalsozialistischen Gewaltherrschaft (ammonimento e memoria per le vittime del dominio nazista), Muehlenstrasse 29, D-40591 Duesseldorf. Catalogo di 202 pagine Verfolgung und Widerstand in Duesseldorf 1933-1945, (Persecuzione e Resistenza a Duesseldorf, 1933-1945), Duesseldorf 1990. 8. Ermes Ferraro, La Resistenza napoletana e le Quattro Giornate, in Una strategia di pace: la difesa popolare nonviolenta, cit. (nella prima sezione al n. 16), pp. 89-95. Secondo l'ordine di Hitler, l'esercito dei guastatori doveva lasciare "cenere e fango" al posto della citta'. Una popolazione in gran parte femminile, quasi senza armi, inflisse all'esercito tedesco "l'unica sconfitta popolare da esso subita nel mondo" (A. Drago, Una nuova interpretazione della Resistenza italiana secondo categorie storiche nonviolente, dattiloscritto). 9. Lotte nonviolente nella storia, volume annunciato. E' una proposta di lavoro rivolta a insegnanti e studenti. Contiene una parte metodologica generale e una parte storica limitata al periodo della Resistenza al nazifascismo, in diversi paesi europei, compresa la Germania. Il lavoro contiene molte ulteriori indicazioni bibliografiche che allungherebbero di molto il presente elenco. Esso e' stato compiuto da un gruppo di ricerca del Centro Studi e Documentazione "Domenico Sereno Regis" di Torino. 10. Un episodio tipico, tra i molti sconosciuti, di resistenza senz'armi e' narrato brevemente in Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell'ultimo. Prefazione di David Maria Turoldo, Bur, Milano 1993 (1974), p. 219, nota 13. Nel piccolo villaggio di Acone, nel Mugello fiorentino, fu creato uno dei maggiori centri di smistamento e di raccolta dei prigionieri alleati fuggiti dai vari campi di concentramento. Poveri contadini analfabeti, inermi che aiutavano altri inermi per puro spirito evangelico, furono la base di questa azione animata dal pievano e da una organizzazione clandestina del Partito d'Azione. 11. Antonio Parisella, Sopravvivere liberi. Riflessioni sulla storia della Resistenza a cinquant'anni dalla Liberazione, Gangemi editore, Roma 1997, pp. 160. L'autore, in questa raccolta di saggi, valorizza la lotta nonarmata, definita "una scoperta del Cinquantenario", partita dalla cultura nonviolenta e finalmente entrata sotto l'attenzione degli storici. Parisella mostra come la lotta per la sopravvivenza fisica e ideale, lungi dall'essere "attendismo", e' componente essenziale e basilare della Resistenza al nazifascismo come di ogni lotta di resistenza. La liberazione e' il compimento della sopravvivenza, e questa e' l'inizio della liberazione. Parisella cita Collotti e Klinkhammer: "Quando la resistenza civile assume forme collettive puo' avere una forza anche superiore a quella di un gesto armato". Si ricava l'immagine della resistenza nonarmata come un cerchio molto ampio, che comprende mille forme e modi autonomi, entro il quale sta il cerchio minore, per quanto importante, della resistenza armata; immagine che rovescia quella tradizionale tutta e solo armista. 12. Bianca Ballesio, La guerra di Kira, La resistenza civile nel Canavese, prefazione di Ersilia Perona, L'Angolo Manzoni ed., Torino, 1999. 13. Lidia Menapace, Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001, pp. 90. L'autrice racconta, in base alla propria esperienza partigiana, che nella Resistenza si poteva fare obiezione di coscienza all'uso delle armi, insomma che la vicenda fu molto piu' ricca di quanto la tradizione della storiografia italiana (molto politico-militare e poco sociale e popolare) ci abbia trasmesso. 4. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 5. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 545 del 24 marzo 2003
- Prev by Date: VARESE E DINTORNI: frammenti di pace
- Next by Date: Pacifismo di provincia
- Previous by thread: VARESE E DINTORNI: frammenti di pace
- Next by thread: Pacifismo di provincia
- Indice: