VARESE E DINTORNI: frammenti di pace



VARESE E DINTORNI: frammenti di pace

di elisabetta caravati

Io, come suppongo molte altre persone, forse per esorcizzare la paura, il dolore ed anche un poco il senso di impotenza che abita nel mio cuore, nell'angosciante attesa di quelli che poi verranno definiti effetti collaterali e, prima ancora, inevitabili errori di bombardamenti cosi' intelligenti da essere effettuati secondo il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld: "con impressionante umanita' e precisione", in quest'attesa appunto, raccolgo, all'interno del mio piccolo e personalissimo mondo, frammenti di pace:

- Libri di ieri: in un libro, parlando di un'altra guerra del tutto simile a questa, un giornalista afferma che la guerra, a noi in Occidente, arriva attraverso giornalisti che, senza fare una piega, ci riferiscono notizie che sanno false (perche' se non sapessero che tali informazioni sono false, vorrebbe dire che non saprebbero nemmeno fare il loro lavoro!)...

- Quotidiani di oggi: per un quotidiano i bombardamenti su Bagdad sono l'ultimo grande falo' di una dittatura; un altro quotidiano ci ricorda che tutte le guerre, assai piu' che le dittature, colpiscono i popoli e nei popoli i piu' poveri...

- Viaggiatori: alla stazione, mentre aspetto il treno, un signore mi si avvicina e si da' un gran da fare per spiegare (a me che oso portare la kefia al collo!) che, se non ci fossero stati gli americani, io oggi non potrei portare "quel coso" al collo; noi dobbiamo a loro (agli americani) eterna riconoscenza, perche' loro da sempre liberano i popoli oppressi. Io, provo a dire: e il petrolio? Ma il signore continua a "spiegarmi", senza ascoltarmi...

-	Telegiornali: le sensazionali immagini del Tg 3 fanno il giro del mondo...

- Parenti: una vecchia zia di mio padre, alla quale gli anni hanno un pochino annebbiato il presente, si spaventa nel vedere quelle "sensazionali" immagini! In lei, evocano il ricordo nitido e perfetto di un'altra guerra. Una guerra dove lei era una giovane donna in attesa, come tutte le donne, di quegli uomini che, partiti per una guerra che non sentivano loro, erano poi stati dati per dispersi. Non tutti quei "dispersi" sono tornati quando la guerra e' finita! Anche lei (la zia), come il signore incontrato alla stazione, sa che gli americani ci hanno aiutato, ma lei sa anche che questa e' comunque un'altra storia e che la guerra porta solo odio, dolore, morte e miseria...

- Amici: spero, nell'aprire la posta elettronica, di trovare al piu' presto il messaggio-racconto di un amico. Lui (quest'amico) e' un regista e, con la moglie, da anni, si sono presi l'impegno di dar voce a chi non ha voce; per questo e' andato a Firenze, al Forum Alternativo Mondiale sull'Acqua, per "filmare" e poi raccontare; cosi' altri, grazie anche al suo lavoro, potranno capire che questa guerra e' anche per l'acqua...

- Donne: Luciana, Ierina, Donata, Gianna, Gabriella, Lucia, Nuccia, Giulia, Chiara, Margherita, Laura, altre di cui io non conosco il nome, ed io con loro; nella solita Varese distratta, frettolosa e in altre faccende affaccendata, vestite di nero ed in silenzio ribadiamo il nostro no alla guerra. Noi donne che regaliamo la vita, mai potremmo condividere quell'odore di morte che emana ogni guerra. Dunque noi, Donne in Nero, fra uccidere e morire scegliamo di vivere...

elisabetta caravati