IRAQ, UNA GUERRA PER PETROLIO E ACQUA - Le sirene della contrerea aprono i lavori del Forum Alternativo Mondiale dell'Acqua di Firenze



1° Forum alternativo dell'acqua
Firenze 21-22 Marzo 2003

UFFICIO STAMPA
Monica Di Sisto: 335/8426752 - ufficiostampa at cipsi.it
Cristiano Lucchi: 339/6675294 - ufficiostampa at retelilliput.org
COMUNICATI STAMPA -
http://www.cipsi.it/contrattoacqua/forum-acqua/news/index.asp

IRAQ, UNA GUERRA PER PETROLIO E ACQUA
Le sirene della contrerea aprono i lavori del Forum alternativo mondiale
dell'acqua di Firenze

Il suono di una sirena, che in queste stesse ore annuncia in Iraq l'inizio
dei bombardamenti, ha aperto a Firenze i lavori del primo Forum alternativo
mondiale dell'acqua, in segno di solidarietà con le popolazioni civili di
quel Paese. Ma anche per segnalare che l'acqua, risorsa sempre più rara, è
la causa di oltre 50 conflitti nel mondo tra i quali la stessa guerra
contro l'Iraq.
Il nuovo conflitto, come ha denunciato Danielle Mitterand nella plenaria di
apertura, moglie del defunto premier francese e fondatrice
dell'associazione France Libertés, "non è solo la guerra del petrolio, ma
anche dell'acqua. L'Iraq, infatti, è il Paese mediorientale più ricco
d'acqua, e chi lo controlla ha in mano i rubinetti dell'intera area, oltre
che l'accesso diretto al Golfo Persico attraverso il Tigri e l'Eufrate".
Le fonti più abbondanti sono nel Kurdistan irakeno, "vera ragione per cui -
ha continuato la Mitterand - Saddam ha sottratto il controllo del
territorio alle comunità curde". Dopo il trattato di pace del 1975 il
controllo sul bacino creato dai due fiumi è stato gestito in collaborazione
da Iraq e Iran "e l'Iran da quella data - ha spiegato la Mitterand - ha
ritirato il suo sostegno alle popolazioni curde, mentre la Turchia ha
moltiplicato gli attacchi perché ha bisogno di nuove falde per il suo
sviluppo industriale".
Trentamila persone muoiono ogni giorno per la mancanza d'acqua, ha
ricordato Ignacio Ramonet direttore di Le monde Diplomatique "e sono dieci
volte tanto le vittime dell'attacco alle Twin Towers. Sono le vittime della
guerra sociale ed ecologica,  conflitti più nascosti ma che fanno molti più
morti".

La conferma arriva dal coordinatore dei comitati cittadini della regione di
Cochabamba, in Bolivia, incendiata un anno fa da scontri di piazza
violentissimi dopo che l'amministrazione pubblica aveva privatizzato il
servizio idrico, provocando rincari nelle tariffe di oltre il 50%. "I
rincari avevano impedito di fatto al 50% della popolazione di Cochabamba,
ricca d'acqua, il diritto ad accedervi - ha raccontato René Cardoso -  La
nostra rivolta ha costretto l'amministrazione pubblica a ragionare e a
tornare sui suoi passi. Ma il prezzo pagato in vite umane è stato
altissimo". Anche nella regione di Bangalore, in India, 6 milioni di
persone rischiano la vita con l'arrivo della siccità. "Donne e uomini
vengono sfollati - ha denunciato Siddharta, leader del movimento indiano
Pipal Tree e organizzatore del prossimo Forum Sociale Mondiale che si terrà
nel 2004 nel suo Paese - inseguono i pozzi ancora attivi, provocano
tafferugli e subiscono atti di guerriglia scatenati dei gruppi più forti.
Tra 50 anni la disponibilità d'acqua si ridurrà a un quarto dei bisogni
reali. Prevediamo esodi di massa, i morti non si conteranno".

Garantire il diritto all'acqua come bene dell'umanità è, dunque, scelta
indispensabile per garantire la pace nel pianeta. "L'economia della
violenza ha soppiantato la guerra fredda, e ha scatenato tutte le guerre
per il petrolio e per l'acqua - ha concluso Riccardo Petrella, presidente
del Comitato italiano per un Contratto mondiale per l'acqua -. Se non
vogliamo che le guerre per l'acqua si moltiplichino nel mondo dobbiamo
pretendere una gestione democratica e condivisa di tutti i beni essenziali".

In questa prospettiva i delegati del Forum dell'acqua si uniranno alla
manifestazione cittadina contro la guerra che partirà domani pomeriggio
alle 17.00 dalla Fortezza Da Basso, dopo la conclusione dei lavori
seminariali.