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La nonviolenza e' in cammino. 475
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 475
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 13 Jan 2003 00:35:03 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 475 del 13 gennaio 2003 Sommario di questo numero: 1. Contrastare la guerra operativamente: con la nonviolenza dei forti 2. Severino Vardacampi, quattro azioni e una premessa 3. Peppe Sini, un'azione diretta nonviolenta per impedire i decolli dei bombardieri 4. Per l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace (alcuni materiali gia' diffusi nel 1999) 5. Mao Valpiana, squadrismo fascista in diretta tv 6. Maria Concetta Sala, la fragilita' e la forza dell'amore 7. Nando Dalla Chiesa, no alla guerra 8. Michele Di Schiena, lettera di un magistrato al Presidente della Repubblica 9. Rossana Rossanda, il paradosso del comunicare 10. Marco Bertotto, una buona notizia dall'Illinois 11. Gabriella Lazzerini recensisce "La civilta' della conversazione" di Benedetta Craveri 12. Il "Cos in rete" di gennaio 13. Riletture. Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro 14. Riletture. June Goodfield, Giocare alla divinita'. Ingegneria genetica e manipolazione della vita 15. Riletture. Anna-Vera Sullam Calimani, I nomi dello sterminio 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. CONTRASTARE LA GUERRA OPERATIVAMENTE: CON LA NONVIOLENZA DEI FORTI Contro la guerra molte sono le iniziative che si possono fare, ma la gran parte di quelle di cui si discute nel nostro paese in questo periodo, come gia' nel '91 e poi nel '99 e poi ancora nel 2001, sono meramente simboliche e sostanzialmente ininfluenti, e rischiano addirittura di essere utili alla guerra, distraendo ed ingannando, dirottando generose energie verso azioni insulse e narcisistiche. Noi proponiamo un'altra cosa: di contrastare la guerra davvero. In modo operativo, concreto, diretto. Ma per fare questo occorre una scelta preliminare, la scelta della nonviolenza. Chi non fa la scelta della nonviolenza, ahinoi, non serve a granche' contro la guerra, poiche' della guerra - dei suoi presupposti, della sua logica, della sua menzogna e violenza - e' complice, quantunque inconsapevole. Noi apprezziamo tutte le iniziative che siano limpide e rigorose contro la guerra: dai digiuni ai cortei ai dibattiti, purche' non si voglia far credere che queste cose valgano piu' di quel che effettivamente sono: semplici sebbene necessarie e talvolta anche nitide enunciazioni, mere quantunque talora luminose testimonianze: buone e giuste, ma non cogenti, non realmente ostative delle stragi. Occorre altro. E l'altro che occorre richiede la scelta preliminare della nonviolenza, senza di cui e' impossibile contrastare nitidamente ed operativamente la guerra e i suoi apparati. Ma la nonviolenza di cui parliamo non e' la caricatura di cui concionano troppi ciarlatani; e' quella che Gandhi chiamava la nonviolenza dei forti, che e' l'unica nonviolenza: ovvero la lotta frontale e intransigente, coraggiosa ed inequivocabile, contro la violenza e i suoi apparati. La nonviolenza dei forti, che e' lotta concreta e limpida. La nonviolenza dei forti, che e' stata uno dei principi chiave e la prassi fondamentale della Resistenza vittoriosa contro il nazifascismo. La nonviolenza dei forti, che puo' affrontare e sconfiggere anche le potenze militari piu' armate, i regimi piu' feroci, gli imperi piu' possenti. E' gia' accaduto in India; e' gia' accaduto in Sudafrica. Possiamo riuscirci ancora. E questo e' il momento. 2. RIFLESSIONE. SEVERINO VARDACAMPI: QUATTRO AZIONI E UNA PREMESSA Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo da anni propone all'intero movimento per la pace italiano di fare quattro azioni e una scelta preliminare per contrastare concretamente la guerra. Quattro azioni e una scelta preliminare in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana. Se il movimento per la pace preferisce invece continuare a fare pressoche' solo iniziative simboliche, spettacolari forse ma fondamentalmente inutili, e' perche' le organizzazioni in esso dominanti, e coloro che vi esercitano una tanto effettuale quanto antidemocratica leadership, sono spesso - al di la' delle piu' circensi apparenze e dei piu' roboanti proclami - compromessi e collusi con i poteri politici, economici e ideologici che la guerra propugnano, e preferiscono ottenere a buon mercato un po' di visibilita' da imbonitori invece di praticare una strategia nonviolenta di effettiva concreta resistenza alla guerra. Questa condotta sicuramente aiuta le carriere mediatiche, istituzionali, accademiche e burocratiche di leader politicanti, sicuramente favorisce l'afflusso di quattrini pubblici alle ong e di mano d'opera servile sub specie di servizio civile alle onlus, sicuramente consente e promuove l'assalto alla diligenza dei soldi pubblici sotto forma di consulenze, incarichi, convenzioni et similia, ma certo non ferma le stragi. Altro occorre, appunto. E l'altro che occorre e' la nonviolenza come scelta epistemologica, assiologica ed operativa, come proposta morale di azione civile, come politica della pace e dei diritti umani concretamente agita senza alcuna ambiguita'. Noi proponiamo a tutte le persone di volonta' buona che vogliono contrastare la guerra quattro azioni, quattro azioni in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana: a) bloccare, in caso di guerra illegale e criminale, la macchina bellica con l'azione diretta nonviolenta (di seguito ne presentiamo una, che gia' fu sperimentata efficacemente in passato e che puo' e deve diventare iniziativa di massa); b) bloccare, in caso di guerra illegale e criminale, la catena di comando dei poteri golpisti e stragisti che decidessero la partecipazione italiana alla guerra illegale e criminale; e bloccarla attraverso una campagna di disobbedienza civile di massa; c) preparare e promuovere, in caso di guerra illegale e criminale, lo sciopero generale ad oltranza contro la guerra fino alle dimissioni del governo golpista e stragista che avesse precipitato l'Italia nella guerra illegale e criminale; d) promuovere, in caso di guerra illegale e criminale, una campagna di massa di presentazione di denunce presso tutte le autorita' giudiziarie e di pubblica sicurezza contro quel governo, quel parlamento e quel capo dello stato che deliberando e avallando la partecipazione italiana alla guerra violerebbero la Costituzione della Repubblica Italiana cui pure hanno giurato fedelta' e si renderebbero colpevoli di alto tradimento, di eversione, di complicita' in crimini di guerra e contro l'umanita'. I golpisti stragisti devono essere denunciati, arrestati, processati e condannati come prevede la legge: l'Italia e' uno stato di diritto, la legge deve valere per tutti, e la legge fondamentale e costitutiva del nostro ordinamento giuridico "ripudia la guerra". Quattro cose da fare, quattro cose impegnative, quattro cose che richiedono una grande preparazione, una profonda responsabilita', una condotta limpida; quattro cose che richiedono una scelta preliminare, un prerequisito fondamentale: che il movimento per la pace scelga la nonviolenza. Che il movimento per la pace esca dalle ambiguita', che la smetta con le ipocrisie, che rompa le complicita'; che la si faccia finita con le menzogne e le pusillanimita'. Occorre la scelta della nonviolenza, la formazione alla nonviolenza, l'addestramento alla nonviolenza. Non sara' facile. E' necessario. E' urgente. Il resto e' peggio che silenzio, sono futili ciance di frivoli ignobili complici degli stragisti. Occorre prepararsi ad agire, con la forza della nonviolenza, in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana. 3. PROPOSTE. PEPPE SINI: UN'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA PER IMPEDIRE I DECOLLI DEI BOMBARDIERI L'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" con cui ostruire lo spazio aereo di decollo dei bombardieri, realizzata con successo per alcune ore ad Aviano nel 1999 durante la guerra dei Balcani, aveva due caratteristiche fondamentali: a) la concretezza anziche' la mera simbolicita', l'efficacia anziche' la mera testimonialita'; b) il fatto che la nonviolenza contrastava una potentissima macchina militare, lo faceva durante una guerra, lo faceva efficacemente e concretamente, operativamente e per cosi' dire "sul campo", valorizzando alcune condizioni a nostro vantaggio (la legislazione italiana; il rispetto e l'amicizia da parte delle forze dell'ordine impegnate cola' - peraltro ovviamente reciproci; la limpidezza del nostro agire ed una preparazione accurata anche nella costruzione di un rapporto corretto con tutti gli interlocutori incluse le controparti); c) la chiarezza nell'assunzione di responsabilita' in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana; e la nitida scelta di tutelare l'incolumita' di tutti, di promuovere il diritto alla vita di tutti. Si e' trattato di uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta di effettivo, operativo contrasto di una macchina bellica impegnata in guerra. Uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della vita umana. E' nostra convinzione che se questa azione diretta nonviolenta venisse fatta propria da un movimento di massa - che naturalmente si attenesse nel modo piu' rigoroso alla nonviolenza - essa potrebbe mettere in effettiva profonda difficolta' la macchina bellica almeno per quanto concerne la parte di essa dislocata nel territorio italiano. Di seguito riportiamo alcuni materiali relativi all'iniziativa gia' diffusi nel 1999. 4. DOCUMENTAZIONE. PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA DELLE MONGOLFIERE DELLA PACE (ALCUNI MATERIALI GIA' DIFFUSI NEL 1999) [Riportiamo qui alcune parti della nostra "Guida pratica all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei bombardieri", che diffondemmo in migliaia di copie durante la guerra [dei Balcani nel 1999], opuscolo nel quale presentavamo il ragionamento, la sperimentazione e la proposta dell'azione diretta nonviolenta che per alcune ore blocco' i decolli dei bombardieri ad Aviano. Sottolineiamo ancora una volta che questa azione e' stata l'unica concepita e realizzata in Italia nel periodo della guerra del 1999 con lo scopo preciso di bloccare realmente con la forza della nonviolenza i decolli dei bombardieri, in una logica non simbolica o testimoniale ma concretamente operativa; l'esperienza condotta dimostra che la nonviolenza puo' fronteggiare efficacemente, e - se condotta da un numero adeguato di persone adeguatamente preparate - puo' mettere in scacco la piu' forte macchina bellica del mondo. E' un troppo grande dolore per noi non essere riusciti a persuadere di questo piu' che poche persone; fossimo stati capaci di spostare il movimento pacifista sulle posizioni della nonviolenza, e si fosse stati capaci di passare all'azione diretta nonviolenta a livello di massa, molte vite umane sarebbero state salvate] Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza. II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno. III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a dire: a) fare un'azione nonviolenta concreta: - per impedire il decollo dei bombardieri; - opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al razzismo; - chiedere il rispetto della legalita' costituzionale e del diritto internazionale che proibiscono questa guerra; b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro (possibilita' di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di sottrarsi. IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza: - non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere immediatamente sospesa); - spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori, eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre stragi ed atrocita'); - dire sempre e solo la verita'; - fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede lealta' e disciplina; - assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le conseguenze che ne derivano; - mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza altrui. Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la riuscita dell'iniziativa che e' rigorosamente nonviolenta. * Possibili conseguenze penali per chi promuove e per chi partecipa all'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" - Chi promuove, propaganda, sostiene ed invita a realizzare l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Istigazione a delinquere, reato previsto e punito dall'art. 414 del Codice Penale. La pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio. - Chi esegue o tenta di eseguire l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Attentato alla sicurezza dei trasporti, reato previsto e punito dall'art. 432 del Codice Penale. Anche per questa fattispecie di reato la pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio. * Una breve descrizione della nostra proposta (del 15 aprile 1999, diffusa all'assemblea nazionale del movimento per la pace a S. Maria degli Angeli, aprile 1999) - Passare dalla testimonianza dell'orrore e dell'impotenza all'azione diretta nonviolenta: aggiungere alle manifestazioni locali diffuse ed alle manifestazioni nazionali, una pratica concreta di specifica lotta nonviolenta che contrasti direttamente la macchina bellica; qualificare l'impegno pacifista nel senso della concretezza e dell'intervento diretto nel conflitto con le tecniche della nonviolenza. - Una proposta di azione diretta nonviolenta: qui in Italia concretamente occorre fermare i bombardieri, che appunto partono dall'Italia; si puo' fermarli al decollo, che e' l'unico momento in cui cio' e' realmente possibile con mezzi nonviolenti (e quindi senza provocare pericoli per la vita di alcuno); l'idea e' di cercare di farlo invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi da cui partono i raid; e di invadere questo spazio aereo con mongolfiere di carte e palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni e striscioni con motti pacifisti, e fogli di alluminio o piccoli elementi metallici - fil di ferro e simili - che possano essere di disturbo sia alla visibilita', sia per gli apparecchi elettronici militari di guida dei decolli e di controllo dello spazio aereo. - Solo con la nonviolenza si puo' contrastare efficacemente la guerra: l'iniziativa deve essere rigorosamente nonviolenta, e non prestare il fianco ne' ad equivoci, ne' a strumentalizzazioni e falsificazioni; l'iniziativa deve essere visibile, creativa, facilmente comprensibile e tale da poter essere accolta e diffusa da tutti, ed altresi' dai mass-media, senza che ne venga distorto il significato, che e' semplicemente quello di cercar di impedire i bombardamenti, di essere una iniziativa per cercar di fermare la guerra, le stragi, le deportazioni; questa iniziativa ha una vera possibilita' di efficacia concreta; ci sembra anche che essa sia riproducibile su ampia scala (perche' e' economica - i materiali usati sono di poco costo -; perche' e' facile da realizzare da parte di chiunque; perche' non implica pericoli ne' per se' ne' per altri); infine tale iniziativa puo' dimostrare a nostro avviso che con la nonviolenza si puo' intervenire concretamente ed efficacemente nel conflitto, e contrastare realmente i bombardamenti; per quelli di noi che sono "amici della nonviolenza" la realizzazione di questa iniziativa ed il suo successo nel bloccare od ostacolare il decollo dei bombardieri sia pure per poche ore, sarebbe un forte argomento a sostegno della tesi che la nonviolenza, con la sua carica di creativita' ed amore, puo' essere piu' forte anche dei piu' giganteschi e feroci apparati di morte e di distruzione... - Per concludere: l'opposizione alla guerra deve essere fatta su posizioni limpide e che vadano alla radice; ergo a noi pare che l'opposizione alla guerra debba essere rigorosamente nonviolenta... - Alcuni suggerimenti pratici: Una iniziativa nonviolenta richiede che si comunichi preliminarmente alle autorita' cosa si intende fare; richiede che i partecipanti siano addestrati alla nonviolenza e si attengano strettamente ad essa, e siano disposti a subire le conseguenze anche giudiziarie del loro gesto; richiede che in nessun caso si faccia del male ad alcuno; richiede una condotta limpida e coerente ed una disponibilita' ad accettare le sofferenze che il proprio impegno richiede; noi sconsigliamo che ad azioni dirette nonviolente partecipino persone non preparate e non informate, o che non accettino le regole condivise della condotta nonviolenta. * Modello di cartellino di riconoscimento da indossare durante l'azione diretta nonviolenta Premessa: e' indispensabile che tutti coloro che sono presenti all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace indossino sugli abiti (attaccandolo con lo scotch in posizione visibile sul petto) un cartellino di riconoscimento: esso costituisce un elemento di responsabilizzazione personale e collettiva, ed un elemento di rassicurazione per tutti (quindi anche per i mass-media, le forze dell'ordine, gli interlocutori, gli eventuali oppositori dell'iniziativa) poiche' tutti sanno perfettamente chi hanno di fronte. Noi proponiamo due possibili qualifiche sul cartellino: "partecipante", ovvero persona che concretamente partecipa al lancio delle mongolfiere e quindi si assume anche il rischio della denuncia, del fermo e dell'arresto; ed "osservatore", ovvero persona che non partecipa al lancio delle mongolfiere, ed il cui ruolo e' unicamente quello di osservare lo svolgimento degli eventi, di essere imparziale testimone, di contribuire con la sua sola presenza osservante a rasserenare tutti ed a garantire la denuncia di tutte le violenze ed i soprusi che dovessero eventualmente verificarsi (ed a tal fine e' utile che gli osservatori abbiano anche macchine fotografiche, videocamere, registratori). Proponiamo il seguente modello di cartellino di riconoscimento: Luogo e data Azione diretta nonviolenta per la pace e la legalita' costituzionale Nome e cognome: Qualifica: Firma del movimento promotore dell'iniziativa * Sulla necessita' dei training nonviolenti Sottolineiamo che e' indispensabile che chi vuole partecipare all'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace abbia precedentemente partecipato ad almeno un ciclo di incontri di addestramento alla nonviolenza. * Schema di richiesta di autorizzazione Al Sindaco del Comune di ...; al Segretario Comunale; al dirigente dell' Ufficio Tecnico Comunale; al dirigente della Polizia Municipale; a tutti i consiglieri comunali di ...; al Prefetto di ...; al Questore di ...; al Presidente della Provincia di ...; al Comandante della Stazione Carabinieri di ...; al Ministro della Difesa; al Ministro dei Trasporti; al Ministro dell'Interno; al Ministro degli Affari Esteri; e per opportuna conoscenza: al Comandante della base Nato di ...; al Presidente del Consiglio dei Ministri Oggetto: richiesta di autorizzazione per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell'innalzamento di mongolfiere di carta, di palloncini gonfiati ad elio e di aquiloni con appesi festoni di carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l 'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato). Egregi signori, con la presente il sottoscritto ..., nato a ... il ... e residente in ..., a nome di ..., fa richiesta di autorizzazione per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell''nnalzamento di mongolfiere di carta e di palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni di carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato). Si sottolinea il fatto che tale iniziativa sara' rigorosamente nonviolenta, che non si offendera' nessuno, non si fara' del male a nessuno, si accetteranno tutte le conseguenze della propria condotta, accettando nonviolentemente quindi le decisioni ed i provvedimenti che le autorita' dovessero prendere nei confronti dei nonviolenti che partecipano all'iniziativa (compreso il fermo e l'arresto), ed a tal fine vi invio in allegato i seguenti documenti (che formano parte integrante di questa richiesta; documenti che vi pregherei di leggere con attenzione, ed in relazione a cui vi sarei grato di comunicarmi eventuali vostri pareri e commenti): 1. testo del nostro Appello all'azione diretta nonviolenta per bloccare i decolli dei bombardieri; 2. testo delle nostre Regole di condotta obbligatorie per partecipare all'iniziativa nonviolenta delle mongolfiere per la pace (testo la cui accettazione incondizionata sara' da noi richiesta a tutte le persone che vorranno partecipare o assistere all'iniziativa nonviolenta stessa); 3. testo della nostra Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia. In attesa di riscontro alla presente richiesta si comunica l'intendimento di realizzare comunque tale azione diretta nonviolenta a partire dalla data del ..., iniziativa finalizzata a cercar di salvare delle vite umane, a contrastare la guerra, ed a difendere il diritto internazionale e la legalita' costituzionale, in particolare gli articoli 11 e 78 della nostra legge fondamentale che il governo italiano ha sciaguratamente violato. Restando in attesa di un vostro sollecito riscontro, al nostro recapito postale o piu' tempestivamente al nostro numero telefonico e fax ..., e restando altresi' a disposizione per ogni opportuno chiarimento o comunicazione, vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene, Firma luogo e data * Lettera aperta al personale delle basi Nato Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia in cui si enuncia il senso e il fine dell'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" con cui cercheremo di impedire il decollo dei bombardieri che stanno provocando stragi in Jugoslavia, e si invita a far prevalere le ragioni dell'umanita' e della legalita' Egregi signori, con questa lettera aperta, nell'impossibilita' di farlo singolarmente, vi informiamo della nostra intenzione di realizzare un'azione diretta nonviolenta consistente nel tentativo di invadere con delle piccole mongolfiere lo spazio aereo sovrastante e circostante le basi da cui si levano in volo gli aerei impegnati nei bombardamenti che stanno massacrando le popolazioni della Jugoslavia; con tale tentativo cerchiamo di impedire che gli aerei assassini decollino, e quindi speriamo di riuscire a salvare delle vite umane, le vite di coloro che le bombe ed i missili scagliati dai bombardieri Nato stanno appunto sopprimendo. Vi preghiamo pertanto di tener conto di questa nostra iniziativa e di rinunciare a far decollare i bombardieri. Cercando di impedire i bombardamenti, con questa nostra iniziativa nonviolenta intendiamo anche: 1. fare appello alla vostra coscienza di esseri umani; 2. impedirvi di essere corresponsabili degli omicidi causati dai bombardamenti; 3. proporvi di rifiutare di partecipare ad una guerra assolutamente fuorilegge sia in relazione alle basi stesse del diritto internazionale, sia in relazione agli accordi e le norme dell'alleanza atlantica; 4. con particolar riferimento a quanti di voi sono cittadini italiani (e comunque tutti vi trovate in territorio italiano), vi richiamiamo altresi' al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, che vi proibisce di prender parte a questa guerra che in base alla nostra Costituzione e' illegale (cfr. art. 11 Cost.). Abbiamo voluto scrivervi questa lettera perche' vi sia chiaro che non abbiamo alcuna intenzione di nuocere alle vostre persone, e che anzi la nostra iniziativa nonviolenta finalizzata ad impedire, se possibile, il decollo dei bombardieri e quindi le stragi, ha anche la funzione di aiutarvi a veder chiaro in questa terribile situazione e nella vostra stessa coscienza, di aiutarvi a far prevalere la vostra umanita', di pregarvi di non volervi macchiare di crimini efferati. Un fraterno saluto di pace. * Lettera aperta ai responsabili delle basi Nato Al responsabile della base di ... da cui decollano i bombardieri stragisti Egregio signore, come le e' gia' noto, a partire dal pomeriggio del ... eseguiremo l'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", con le quali invaderemo lo spazio aereo circostante e sovrastante la base di ... posta sotto la sua responsabilita', per impedire cosi' il decollo dei bombardieri che portano devastazione e morte in Jugoslavia. La preghiamo pertanto di soprassedere ai decolli dei bombardieri finche' lo spazio aereo sara' ingombrato dalle nostre mongolfiere di carta, dai nostri palloncini gonfiati ad elio, dai nostri aquiloni di carta. A onor del vero la preghiamo anche, e qui le parliamo da esseri umani ad essere umano, di cessare definitivamente di far decollare i bombardieri che portano devastazione e morte su popolazioni innocenti, che non sono certo responsabili dei crimini dei loro governanti. E la preghiamo anche di desistere dai bombardamenti, nella nostra qualita' di cittadini italiani, e lei e' ospite del nostro paese, quindi alle nostre leggi deve obbedienza: lei sa, o dovrebbe sapere, che la legge fondamentale dello Stato italiano, la Costituzione della Repubblica Italiana, proibisce all'Italia di avallare o partecipare ad una guerra come questa: illegale secondo la nostra Costituzione (art. 11), illegale secondo i principi del diritto internazionale, illegale secondo la Carta delle Nazioni Unite, illegale secondo lo stesso Statuto della Nato. Come lei sa, sciaguratamente il nostro governo ha violato la nostra Costituzione, ma questo non rende inefficace la Costituzione della Repubblica Italiana, semplicemente rende fuorilegge il governo che l'ha violata. Quindi, dal profondo del cuore la preghiamo: desista dal contribuire al protrarsi di stragi, desista da una guerra illegale e criminale. Ascolti la voce delle leggi scritte e delle leggi non scritte che illuminano la sua coscienza di essere umano. Vorremmo infine che lei fosse certo che la nostra e' un'iniziativa rigorosamente nonviolenta: non nutriamo odio per nessun essere umano, non vogliamo far del male a nessun essere umano. Ci sta a cuore anche l' incolumita' sua e dei suoi uomini. Un fraterno saluto di pace. * "Ma abbiamo il dovere di farlo" Cercar di salvare delle vite umane e di difendere la legalita' costituzionale attraverso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere che bloccano i bombardieri puo' costare dieci anni di reclusione. Ma abbiamo il dovere di farlo. Sabato primo maggio [1999] ad Aviano sono stato denunciato per istigazione a delinquere (art. 414 C. P., che prevede da uno a cinque anni di reclusione) e per attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 432 C. P., che prevede anch'esso da uno a cinque anni di reclusione). Il motivo: aver proposto ed aver cercato di fermare il decollo dei bombardieri Nato che dalle basi italiane portano devastazione e morte alle popolazioni della Jugoslavia. Ed aver proposto ed aver cercato di farlo con l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace, ovvero invadendo lo spazio aereo circostante e sovrastante le basi Nato con mongolfiere di carta, palloncini gonfiati ad elio, aquiloni. Ed averlo proposto, ed aver cercato di farlo, per cercar di salvare qualche vita umana, per oppormi a una guerra illegale e criminale, per difendere il diritto internazionale e la Costituzione della Repubblica Italiana che il governo ha sciaguratamente violato. Ebbene, continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni cittadino italiano difendere la legalita' costituzionale ed opporsi ad una guerra fuorilegge; continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni essere umano cercar di salvare altre vite umane; continuo ad essere convinto che impedire con un'azione diretta nonviolenta il decollo dei bombardieri stragisti sia azione legittima e giusta. E quindi continuero' a proporre di farlo a tutte le persone di volonta' buona; e quindi continuero' a cercare di farlo. Con la nonviolenza, senza fare del male a nessuno, con le mongolfiere per la pace. 5. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: SQUADRISMO FASCISTA IN DIRETTA TV [Ringraziamo Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" (per contatti: azionenonviolenta at sis.it) per questo intervento] ... e se la colpa fosse della tivu'? Dopo la giusta e doverosa condanna dello squadrismo fascista, e in attesa delle decisioni della magistratura, forse vale la pena porsi qualche domanda sul vergognoso episodio accaduto l'altra sera negli studi di Telenuovo. Non sappiamo se l'aggressione in diretta sia stata spontanea o se fosse organizzata. Il fatto e' che la televisione ha sempre piu' bisogno di alzare gli ascolti. Ed e' piu' facile richiamare l'attenzione con la violenza (appellandosi agli istinti piu' bassi dei telespettatori) che non proponendo iniziative intelligenti (che sollecitano il buongusto e la cultura del pubblico). La televisione, per fare concorrenza alla realta', vuole piu' insulti, piu' volgarita', piu' violenza di quella che gia' esiste per le strade. E cosi' un pestaggio in diretta tivu' entra in tutte le case ed e' piu' efficace di una qualsiasi pestaggio che puo' avvenire in una squallida e semioscura periferia. La televione, poi, replica se stessa. Il pestaggio di Telenuovo e' diventato cibo per ogni altra televisione, rimandato in differita da Rai e Mediaset. Cosi' la violenza, vera o falsa che sia, viene moltiplicata all'infinito. C'e' un solo modo per spezzare questa catena perversa. "Il rumore non puo' imporsi sul rumore" diceva Gandhi "il silenzio, si'". Percio' chi vuole rifiutare questo abbrutimento culturale ha uno strumento decisivo: usare il telecomando per spegnere la tivu'. 6. RIFLESSIONE. MARIA CONCETTA SALA: LA FRAGILITA' E LA FORZA DELL'AMORE [Da Maria Concetta Sala, Grida d'amore, in "Segno" n. 240, novembre-dicembre 2002, p. 38. Il citato volume della bella rivista palermitana e' monografico e reca gli atti della "ottava settimana alfonsiana" tenutasi a Palermo nel settembre 2002. Maria Concetta Sala e' docente universitaria e saggista, particolarmente benemerita per il suo lavoro su Simone Weil] L'amore vero: quello che consente di amare un altro essere umano non da cannibali, quello che sospinge colpiti dalla bellezza di una foglia o di un tramonto, quello che induce a volgere lo sguardo al cielo stellato, a una formica, a una farfalla... quello che ci fa assumere la responsabilita' dei nostri gesti e delle nostre parole nei riguardi di tutti gli esseri viventi e di tutto cio' che ci circonda. E' l'amore vero la linfa della nostra forza. Eppure l'amore ha la fragilita' di un capello, ma questa fragilita' puo' racchiudere e non escludere la forza. 7. TESTIMONIANZE. NANDO DALLA CHIESA: NO ALLA GUERRA [Questa breve e intensa dichiarazione di Nando Dalla Chiesa abbiamo estratto dal n. 46 del 12 gennaio 2003 del notiziario telematico di appuntamenti e riflessioni per la pace e i diritti umani "Il grillo parlante" ((per richieste e contatti: grilloparlante at mbservice.it). Nando Dalla Chiesa e' nato a Firenze nel 1949, sociologo, docente universitario, parlamentare; e' stato uno dei promotori e punti di riferimento del movimento antimafia negli anni ottanta; e' persona di straordinaria limpidezza morale. Tra le opere di Nando Dalla Chiesa segnaliamo particoalrmente: Il potere mafioso, Mazzotta; Delitto imperfetto, Mondadori; La palude e la citta' (con Pino Arlacchi), Mondadori; Storie, Einaudi; Il giudice ragazzino, Einaudi; Milano-Palermo: la nuova resistenza (a cura di Pietro Calderoni), Baldini & Castoldi; I trasformisti, Baldini & Castoldi; La politica della doppiezza, Einaudi; Storie eretiche di cittadini perbene, Einaudi. Ha inoltre curato (organizzandoli in forma di autobiografia e raccordandoli con note di grande interesse) una raccolta di scritti del padre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, In nome del popolo italiano, Rizzoli. Opere su Nando Dalla Chiesa: suoi ritratti sono in alcuni libri di carattere giornalistico di Pansa, Stajano, Bocca; si veda anche l'intervista contenuta in Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria, Rizzoli] La pace e' il valore piu' grande dell'umanita'... Andare in guerra significa mettere nel conto che esseri umani incolpevoli di tutto moriranno. Credo che nessuno possa permettersi di mettere nel conto della sua attivita' un prezzo simile. 8. APPELLI. MICHELE DI SCHIENA: LETTERA DI UN MAGISTRATO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA [Ringraziamo Giancarlo Canuto (per contatti: giancanuto at inwind.it) per averci inviato questa lettera aperta al capo dello stato scritta da Michele Di Schiena, magistrato, giurista, persona impegnata per la legalita' costituzionale, la democrazia, la pace e i diritti umani] Non ci sono, signor Presidente, argomenti che possano in alcun modo giustificare una partecipazione dell'Italia alla guerra che gli Stati Uniti si stanno preparando a scatenare contro l'Iraq, anche se una tale nefasta iniziativa dovesse ottenere illegittimi quanto servili consensi da parte di organizzazioni internazionali delle quali fa parte il nostro Paese. Lei e' il supremo garante della Costituzione ed il Suo potere-dovere di vigilare sull'osservanza dello Statuto, se puo' essere esercitato indirettamente ed in funzione di stimolo per leggi ritenute incostituzionali (con messaggi alle Camere per leggi in vigore e con la richiesta di una nuova deliberazione per quelle da promulgare), soggette peraltro al controllo della Consulta, a maggior ragione questo potere puo' essere usato - e certamente in maniera piu' pregnante - per gravi decisioni riguardanti la guerra che sono per loro natura sottratte a qualsiasi verifica giurisdizionale e restano solo esposte al giudizio politico, necessariamente tardivo e percio' privo di concreta efficacia correttiva, del corpo elettorale. * Per la decisione di intraprendere una guerra la Carta costituzionale prescrive due precisi adempimenti: la deliberazione da parte delle Camere dello stato di guerra col conferimento al governo dei necessari poteri (art. 78) e la dichiarazione da parte del Presidente della Repubblica di tale stato deliberato dal Parlamento (art. 87). Si tratta di atti indicati con estrema chiarezza e percio' non sostituibili con provvedimenti impropri (risoluzioni o altro), come talvolta e' accaduto per l'adempimento della deliberazione sulla guerra demandato alla responsabilita' del Parlamento, ne', peggio ancora, omissibili, come pure e' avvenuto per la dichiarazione di guerra attribuita alla competenza del Capo dello Stato. E cio' perche' questi atti e la "solennita'" della forma per essi richiesta hanno la specifica funzione di richiamare l'attenzione dei singoli parlamentari, delle istituzioni, delle forze politiche e dell'opinione pubblica nelle sue varie espressioni sulla drammatica gravita' di una scelta di guerra. Deliberazione e dichiarazione, l'una e l'altra nella precisa forma prescritta, sono dunque atti distinti, sia pure all'interno di una procedura unitaria, ed in egual misura indispensabili per la legittimita' costituzionale di una decisione che impegni il nostro Paese in imprese belliche. * Ora, se e' vero come e' vero che la decisione in merito alla partecipazione ad una guerra spetta per disposto costituzionale alla responsabilita' del Parlamento, e' altrettanto certo che la dichiarazione dello stato di guerra da parte del Presidente della Repubblica, che ha anche il comando delle Forze Armate e presiede il Consiglio supremo della difesa, non ha una funzione meramente dichiarativa e non puo' essere declassata a livello di un semplice atto "dovuto" perche' ha un indubbio contenuto di controllo sul merito e sulla forma della deliberazione delle Camere, ovviamente nel rispetto delle prerogative del Parlamento. Di fronte ad una scelta di guerra da parte del potere politico, il Presidente della Repubblica ha dunque nelle sue mani un importante potere: puo' solennemente richiamare l'attenzione del Parlamento e del Governo sulla insuperabile esigenza di rispettare puntualmente il disposto dell'art. 78 dello Statuto qualora la deliberazione dovesse risultare non costituzionalmente corretta nella forma o, se invece lo fosse nella forma ma violasse nel merito l'art. 11 che "ripudia la guerra" non rigorosamente difensiva, potrebbe sospendere la "dichiarazione" di sua spettanza inviando un motivato messaggio alle Camere e chiedendo una nuova delibera che tenga conto dei rilievi formulati. Potere questo che la Carta costituzionale indubbiamente attribuisce al Capo dello Stato (pur in mancanza di una esplicita menzione) in analogia con quanto previsto per le leggi e alla luce di una interpretazione complessiva e razionale delle richiamate disposizioni costituzionali. * Non puo' infatti sfuggire che la nostra partecipazione ad una guerra preventiva contro l'Iraq, anche se avallata dall'Onu, sarebbe pur sempre una guerra aggressiva e percio' vietata dal ricordato art. 11 della Costituzione che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Un precetto questo netto ed assoluto che non puo' essere in alcun modo intaccato dalle "limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni", limitazioni previste anch'esse dallo stesso art. 11. Ne' puo' il ripudio della guerra trovare "zone franche" con impropri richiami all'art. 10 della Costituzione per il quale "l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle regole del diritto internazionale generalmente riconosciute". E cio' perche' la ripulsa della guerra non rigorosamente difensiva e' uno dei valori primari e fondamentali dello Statuto, perche' le "limitazioni di sovranita'" devono essere funzionali appunto ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia e non certo a ragioni del genere di quelle poste a base della progettata guerra statunitense, ed infine perche' "le regole di diritto internazionale generalmente riconosciute" alle quali si deve conformare il nostro ordinamento, regole che hanno la loro piu' significativa espressione nello Statuto dell'Onu, vietano il ricorso ad azioni belliche per la difesa preventiva che e' in sostanza un penoso mascheramento della guerra di aggressione, specialmente nella riconosciuta (da parte degli stessi Stati Uniti) "incertezza sui tempi e sui luoghi dell'attacco nemico", come si legge testualmente in un documento americano ("The National Security Strategy of the United States") del 17 settembre scorso. * E le regole del diritto internazionale vietano il ricorso alla guerra preventiva per le ragioni indicate nella "sentenza" del Tribunale permanente dei popoli, quel tribunale di opinione voluto nel 1979 da Lelio Basso, uno dei padri della Costituzione. In tale "sentenza", emessa al termine della sessione svoltasi a Roma dal 14 al 16 dicembre scorso, si afferma una verita' che viene cosi' lucidamente descritta: "la guerra e' stata vietata perche' e' cambiata la sua natura a causa delle sue illimitate capacita' distruttive che rendono ormai moralmente insostenibili tutte le vecchie cause ed i vecchi limiti della guerra cosiddetta giusta. E il diritto internazionale, a sua volta, ha cambiato natura perche' ha cambiato natura la guerra. Vietando la guerra, quali che siano le sue ragioni, esso ha trasformato la sua ingiustificabilita' morale nella sua illiceita' giuridica ed ha cosi' archiviato l'idea della guerra giusta". * Ed allora, signor Presidente, vorremmo capire meglio il significato dell'espressione da Lei usata nel messaggio di fine anno quando, dopo aver citato l'art. 11 della Costituzione, ha detto: "questo non vuol dire certo un'Italia ed un'Europa che rinuncino, incuranti delle sorti del mondo, alle loro responsabilita' internazionali. Anzi, come italiani e come europei, dobbiamo adoperarci piu' incisivamente per ristabilire la pace nelle aree di crisi". La maggior parte degli italiani spera che con la citata espressione Lei non abbia inteso operare alcuna apertura in direzione di una probabile "guerra preventiva" contro l'Iraq. L'augurio e' quindi che Lei voglia tradurre in certezza questa speranza: oggi con una parola chiarificatrice, e domani, in caso di guerra, con l'esercizio dei poteri di cui dispone per assicurare il rispetto della Costituzione repubblicana. 9. MAESTRE. ROSSANA ROSSANDA: IL PARADOSSO DEL COMUNICARE [Da Rossana Rossanda, I geroglifici del reale, in "Il manifesto" del 5 gennaio 2003. Rossana Rossanda e' nata a Pola nel 1924, allieva del filosofo Antonio Banfi, antifascista, dirigente del Pci (fino alla radiazione nel 1969 per aver dato vita alla rivista "Il Manifesto" su posizioni di sinistra), in rapporto con le figure piu' vive della cultura contemporanea, fondatrice del "Manifesto" (rivista prima, poi quotidiano) su cui tuttora scrive. Impegnata da sempre nei movimenti, interviene costantemente sugli eventi di piu' drammatica attualita' e sui temi politici, culturali, morali piu' urgenti. Opere di Rossana Rossanda: Le altre, Bompiani, Milano 1979; Un viaggio inutile, o della politica come educazione sentimentale, Bompiani, Milano 1981; Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986, Feltrinelli, Milano 1987; con Pietro Ingrao et alii, Appuntamenti di fine secolo, Manifestolibri, Roma 1995; con Filippo Gentiloni, La vita breve. Morte, resurrezione, immortalita', Pratiche, Parma 1996; Note a margine, Bollati Boringhieri, Torino 1996. Ma la maggior parte del lavoro intellettuale, della testimonianza storica e morale, e della riflessione e proposta culturale e politica di Rossana Rossanda e' tuttora dispersa in articoli, saggi e interventi pubblicati in giornali e riviste] Necessari e irriducibili l'uno agli altri, e' il paradosso del comunicare. 10. DIRITTO ALLA VITA. MARCO BERTOTTO: UNA BUONA NOTIZIA DALL'ILLINOIS [Riceviamo e diffondiamo la seguente dichiarazione di Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, che commenta la commutazione di 150 condanne alla pena capitale disposta oggi dal governatore uscente dell'Illinois. Per ulteriori informazioni e contatti con Amnesty International: ufficio stampa, tel. 064490224, cell. 3486974361, e-mail: press at amnesty.it] La decisione del governatore Ryan e' uno dei gesti piu' importanti nella storia dell'ultimo quarto di secolo di pena di morte negli Stati Uniti. A muovere il governatore Ryan non e' stata solo una valutazione di carattere umanitario, ma la consapevolezza - maturata anche grazie ad approfondite ricerche e inchieste - che la pena di morte, nell'Illinois, come ovunque sia in vigore, e' applicata in modo iniquo e arbitrario e rappresenta una violazione dei fondamentali diritti umani. Qualcosa sta cambiando negli Stati Uniti: le clamorose denunce sugli errori giudiziari, la messa al bando delle esecuzioni nei confronti di persone affette da disturbi mentali, le moratorie decise a livello locale e statale e ora l'importante presa di posizione del governatore Ryan ci fanno sperare che il 2003 possa essere l'anno in cui gli Stati Uniti rinunceranno a condividere con Cina, Iran e Arabia Saudita la leadership mondiale della pena di morte. 11. MEMORIA E APERTURA. GABRIELLA LAZZERINI RECENSISCE "LA CIVILTA' DELLA CONVERSAZIONE" DI BENEDETTA CRAVERI [Dal sito "Donne e conoscenza storica" (www.url.it/donnestoria) riprendiamo la seguente recensione del bel libro di Benedetta Craveri, La civilta' della conversazione, Adelphi, Milano 2001. Gabriella Lazzerini e' una delle animatrici della Libreria delle donne di Milano] A chi come me mantiene la convinzione che e' possibile avvengano rivoluzioni senza guerra e senza morti sul terreno, consiglio un libro di storia che ha rallegrato la mia estate. Si legge come un romanzo e allo stesso tempo non dice niente che non sia documentato. Nel 1600, in Francia e' nata e andata avanti per due secoli una rivoluzione condotta in gran parte da donne, una rivoluzione che ha conosciuto inciampi ma non ha fatto nessuna vittima. E' la storia di un ideale che prende forma e si cala nella realta': un ideale di socievolezza e piacevolezza del vivere che e' arrivato a dettar legge in fatto di comportamenti, a segnare per sempre la letteratura e piu' in generale la lingua e lo scrivere, a far giungere la sua onda lunga fino ai terreni della politica. La si potrebbe chiamare "la rivoluzione dei salotti". Nasce in spazi privatissimi, dentro le case, e il suo strumento principe e' la parola: la parola scambiata a voce, scritta nei diari, nelle memorie e in qualche romanzo, ma molto anche attraverso biglietti e lettere, scambi a meta' tra il parlare e lo scrivere, usata come la mia generazione ha usato il telefono e adesso la rete. Benedetta Craveri la racconta attraverso le vicende delle donne che ne sono state protagoniste: le preziose, le dame che per due secoli hanno fatto dello spazio privato del loro salotto un luogo dove ci si incontrava, si discuteva di tutto, di passioni, di sentimenti, di letteratura, di nuovo pensiero. Gli intellettuali ci accorrevano, donne e uomini scrivevano romanzi che rispecchiavano quel mondo, li si preferiva ai luoghi istituzionali della cultura e alla corte. Per molte donne sono stati oasi di liberta' in cui si costruiva un mondo vicino a loro. Un altro mondo. Due citazioni: "Virile o delicata, austera o frivola, libertina o sessuofoba, la "preziosa" coltivava un'alta idea di se stessa e del rispetto che le era dovuto, e questo atteggiamento non era soltanto frutto dell'orgoglio di casta, ma nasceva dalla tragica consapevolezza della fragilita' della condizione femminile. I privilegi di cui ella godeva in seno alla societa' aristocratica non modificavano la sua situazione di inferiorita' giuridica e non impedivano che, nella grande maggioranza dei casi, altri decidessero dei suo destino. Ma accettare l'ineluttabile, trovarsi in balia di un marito non amato, rischiare la vita a causa di maternita' indesiderate, non implicava necessariamente un atteggiamento di rassegnazione: la preziosa rimaneva infatti fedele a se stessa, si ascoltava, si analizzava, si possedeva saldamente. Forte del potere conferitole dalle bienseances, ella dava la misura di cio' che valeva nella zona franca della mondanita': la' poteva esercitare liberamente la sua intelligenza, imporre la sua sensibilita', abbandonarsi ai piaceri incorporei dell'esprit; la' le era consentito scegliere ed esigere, sedurre e negarsi, e trionfare finalmente sulla realta' imprigionandola nella metafora. Per questo la letteratura e la lingua assumevano per la "preziosa" un'importanza senza uguali: non le consentivano solo di rifugiarsi nel regno dei sogni e delle emozioni estetiche, di raffinare sempre piu' la sua sensibilita' e il suo gusto, ma le insegnavano il potere fondante della parola. Parlare e scrivere diventavano per lei un atto creatore: per lei esisteva solo cio' che accettava di nominare" (p. 234). "Questo ideale di conversazione, che sa coniugare la leggerezza con la profondita', l'eleganza con il piacere, la ricerca della verita' con la tolleranza e con il rispetto dell'opinione altrui, non ha mai smesso di attrarci; e quanto piu' la realta' ce ne allontana tanto piu' ne sentiamo la mancanza. Esso ha cessato di essere l'ideale di tutta una societa', e' diventato un "luogo di memoria", e non c'e' rito propiziatorio che possa riportarlo fra noi a condizioni che non gli sono favorevoli; conduce ormai un'esistenza clandestina, ed e' appannaggio di pochissimi - eppure niente ci dice che un giorno non possa tornare a renderci felici" (p.17). 12. INFORMAZIONE. IL "COS IN RETE" DI GENNAIO [Dall'"Associazione nazionale Amici di Aldo Capitini" (per contatti: capitini at tiscalinet.it) riceviamo e diffondiamo. La sigla COS designa i "Centri di Orientamento Sociale" promossi da Aldo Capitini come forma di partecipazione democratica dal basso. Il sito del "COS in rete" (www.cosinrete.it) mette a disposizione anche una vasta messe di testi di e su Aldo Capitini di cui vivamente raccomandiamo la lettura] Vi segnaliamo nell'ultimo aggiornamento di gennaio 2003 del "C.O.S. in rete", www.cosinrete.it, una selezione critica di alcuni riferimenti trovati sulla stampa italiana ai temi capitiniani: nonviolenza, difesa della pace, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta, educazione aperta, antifascismo. Tra cui: Il granellino e il Vaticano; Per la riforma del riformismo; Universita' nonviolenta; Aboliamo il 25 aprile per favorire chi; Il tabu' dei commercianti; La chiesa del silenzio; La cuoca e il professore; La violenza piu' odiosa; Ferrari e nonviolenza; La sconfitta delle donne; La difficile comunicazione con famiglia e societa'; Il regno dei giusti da qui all'eternita'; Lavoratori sfiduciati e riforme dall'alto; Il potere ha fatto bingo; ecc.. Piu' scritti di e su Capitini utili secondo noi alla riflessione attuale sugli stessi temi. Ricordiamo che sui temi capitiniani sopra citati la partecipazione al C.O.S. in rete e' libera e aperta a tutti. 13. RILETTURE. LAURA BOELLA, ANNAROSA BUTTARELLI: PER AMORE DI ALTRO Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000, pp. 118, euro 8,25. Uno studio a due voci su "l'empatia a partire da Edith Stein". 14. RILETTURE. JUNE GOODFIELD: GIOCARE ALLA DIVINITA'. INGEGNERIA GENETICA E MANIPOLAZIONE DELLA VITA June Goodfield, Giocare alla divinita'. Ingegneria genetica e manipolazione della vita, Feltrinelli, Milano 1981, pp. 208. Un libro di impostazione documentaria, sensibilizzatrice e divulgativa del 1977, che merita di essere riletto. 15. RILETTURE. ANNA-VERA SULLAM CALIMANI: I NOMI DELLO STERMINIO Anna-Vera Sullam Calimani, I nomi dello sterminio, Einaudi, Torino 2001, pp. 166, euro 10,33. Un'analisi dei nomi dati alla Shoah, e delle molteplici implicazioni che essi rivelano. 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 475 del 13 gennaio 2003
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