La nonviolenza e' in cammino. 475



LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 475 del 13 gennaio 2003

Sommario di questo numero:
1. Contrastare la guerra operativamente: con la nonviolenza dei forti
2. Severino Vardacampi, quattro azioni e una premessa
3. Peppe Sini, un'azione diretta nonviolenta per impedire i decolli dei
bombardieri
4. Per l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere della pace (alcuni
materiali gia' diffusi nel 1999)
5. Mao Valpiana, squadrismo fascista in diretta tv
6. Maria Concetta Sala, la fragilita' e la forza dell'amore
7. Nando Dalla Chiesa, no alla guerra
8. Michele Di Schiena, lettera di un magistrato al Presidente della
Repubblica
9. Rossana Rossanda, il paradosso del comunicare
10. Marco Bertotto, una buona notizia dall'Illinois
11. Gabriella Lazzerini recensisce "La civilta' della conversazione" di
Benedetta Craveri
12. Il "Cos in rete" di gennaio
13. Riletture. Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro
14. Riletture. June Goodfield, Giocare alla divinita'. Ingegneria genetica e
manipolazione della vita
15. Riletture. Anna-Vera Sullam Calimani, I nomi dello sterminio
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. CONTRASTARE LA GUERRA OPERATIVAMENTE: CON LA NONVIOLENZA DEI
FORTI
Contro la guerra molte sono le iniziative che si possono fare, ma la gran
parte di quelle di cui si discute nel nostro paese in questo periodo, come
gia' nel '91 e poi nel '99 e poi ancora nel 2001, sono meramente simboliche
e sostanzialmente ininfluenti, e rischiano addirittura di essere utili alla
guerra, distraendo ed ingannando, dirottando generose energie verso azioni
insulse e narcisistiche.
Noi proponiamo un'altra cosa: di contrastare la guerra davvero. In modo
operativo, concreto, diretto.
Ma per fare questo occorre una scelta preliminare, la scelta della
nonviolenza.
Chi non fa la scelta della nonviolenza, ahinoi, non serve a granche' contro
la guerra, poiche' della guerra - dei suoi presupposti, della sua logica,
della sua menzogna e violenza - e' complice, quantunque inconsapevole.
Noi apprezziamo tutte le iniziative che siano limpide e rigorose contro la
guerra: dai digiuni ai cortei ai dibattiti, purche' non si voglia far
credere che queste cose valgano piu' di quel che effettivamente sono:
semplici sebbene necessarie e talvolta anche nitide enunciazioni, mere
quantunque talora luminose testimonianze: buone e giuste, ma non cogenti,
non realmente ostative delle stragi. Occorre altro. E l'altro che occorre
richiede la scelta preliminare della nonviolenza, senza di cui e'
impossibile contrastare nitidamente ed operativamente la guerra e i suoi
apparati.
Ma la nonviolenza di cui parliamo non e' la caricatura di cui concionano
troppi ciarlatani; e' quella che Gandhi chiamava la nonviolenza dei forti,
che e' l'unica nonviolenza: ovvero la lotta frontale e intransigente,
coraggiosa ed inequivocabile, contro la violenza e i suoi apparati. La
nonviolenza dei forti, che e' lotta concreta e limpida. La nonviolenza dei
forti, che e' stata uno dei principi chiave e la prassi fondamentale della
Resistenza vittoriosa contro il nazifascismo. La nonviolenza dei forti, che
puo' affrontare e sconfiggere anche le potenze militari piu' armate, i
regimi piu' feroci, gli imperi piu' possenti. E' gia' accaduto in India; e'
gia' accaduto in Sudafrica. Possiamo riuscirci ancora. E questo e' il
momento.

2. RIFLESSIONE. SEVERINO VARDACAMPI: QUATTRO AZIONI E UNA PREMESSA
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo da anni propone all'intero
movimento per la pace italiano di fare quattro azioni e una scelta
preliminare per contrastare concretamente la guerra. Quattro azioni e una
scelta preliminare in difesa della legalita' costituzionale, dello stato di
diritto e della democrazia, del diritto internazionale, della pace e della
vita umana.
Se il movimento per la pace preferisce invece continuare a fare pressoche'
solo iniziative simboliche, spettacolari forse ma fondamentalmente inutili,
e' perche' le organizzazioni in esso dominanti, e coloro che vi esercitano
una tanto effettuale quanto antidemocratica leadership, sono spesso - al di
la' delle piu' circensi apparenze e dei piu' roboanti proclami - compromessi
e collusi con i poteri politici, economici e ideologici che la guerra
propugnano, e preferiscono ottenere a buon mercato un po' di visibilita' da
imbonitori invece di praticare una strategia nonviolenta di effettiva
concreta resistenza alla guerra. Questa condotta sicuramente aiuta le
carriere mediatiche, istituzionali, accademiche e burocratiche di leader
politicanti, sicuramente favorisce l'afflusso di quattrini pubblici alle ong
e di mano d'opera servile sub specie di servizio civile alle onlus,
sicuramente consente e promuove l'assalto alla diligenza dei soldi pubblici
sotto forma di consulenze, incarichi, convenzioni et similia, ma certo non
ferma le stragi.
Altro occorre, appunto. E l'altro che occorre e' la nonviolenza come scelta
epistemologica, assiologica ed operativa, come proposta morale di azione
civile, come politica della pace e dei diritti umani concretamente agita
senza alcuna ambiguita'.
Noi proponiamo a tutte le persone di volonta' buona che vogliono contrastare
la guerra quattro azioni, quattro azioni in difesa della legalita'
costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto
internazionale, della pace e della vita umana:
a) bloccare, in caso di guerra illegale e criminale, la macchina bellica con
l'azione diretta nonviolenta (di seguito ne presentiamo una, che gia' fu
sperimentata efficacemente in passato e che puo' e deve diventare iniziativa
di massa);
b) bloccare, in caso di guerra illegale e criminale, la catena di comando
dei poteri golpisti e stragisti che decidessero la partecipazione italiana
alla guerra illegale e criminale; e bloccarla attraverso una campagna di
disobbedienza civile di massa;
c) preparare e promuovere, in caso di guerra illegale e criminale, lo
sciopero generale ad oltranza contro la guerra fino alle dimissioni del
governo golpista e stragista che avesse precipitato l'Italia nella guerra
illegale e criminale;
d) promuovere, in caso di guerra illegale e criminale, una campagna di massa
di presentazione di denunce presso tutte le autorita' giudiziarie e di
pubblica sicurezza contro quel governo, quel parlamento e quel capo dello
stato che deliberando e avallando la partecipazione italiana alla guerra
violerebbero la Costituzione della Repubblica Italiana cui pure hanno
giurato fedelta' e si renderebbero colpevoli di alto tradimento, di
eversione, di complicita' in crimini di guerra e contro l'umanita'. I
golpisti stragisti devono essere denunciati, arrestati, processati e
condannati come prevede la legge: l'Italia e' uno stato di diritto, la legge
deve valere per tutti, e la legge fondamentale e costitutiva del nostro
ordinamento giuridico "ripudia la guerra".
Quattro cose da fare, quattro cose impegnative, quattro cose che richiedono
una grande preparazione, una profonda responsabilita', una condotta limpida;
quattro cose che richiedono una scelta preliminare, un prerequisito
fondamentale: che il movimento per la pace scelga la nonviolenza.
Che il movimento per la pace esca dalle ambiguita', che la smetta con le
ipocrisie, che rompa le complicita'; che la si faccia finita con le menzogne
e le pusillanimita'.
Occorre la scelta della nonviolenza, la formazione alla nonviolenza,
l'addestramento alla nonviolenza. Non sara' facile. E' necessario. E'
urgente. Il resto e' peggio che silenzio, sono futili ciance di frivoli
ignobili complici degli stragisti.
Occorre prepararsi ad agire, con la forza della nonviolenza, in difesa della
legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del
diritto internazionale, della pace e della vita umana.

3. PROPOSTE. PEPPE SINI: UN'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA PER IMPEDIRE I
DECOLLI DEI BOMBARDIERI
L'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere della pace" con cui ostruire
lo spazio aereo di decollo dei bombardieri, realizzata con successo per
alcune ore ad Aviano nel 1999 durante la guerra dei Balcani, aveva due
caratteristiche fondamentali:
a) la concretezza anziche' la mera simbolicita', l'efficacia anziche' la
mera testimonialita';
b) il fatto che la nonviolenza contrastava una potentissima macchina
militare, lo faceva durante una guerra, lo faceva efficacemente e
concretamente, operativamente e per cosi' dire "sul campo", valorizzando
alcune condizioni a nostro vantaggio (la legislazione italiana; il rispetto
e l'amicizia da parte delle forze dell'ordine impegnate cola' - peraltro
ovviamente reciproci; la limpidezza del nostro agire ed una preparazione
accurata anche nella costruzione di un rapporto corretto con tutti gli
interlocutori incluse le controparti);
c) la chiarezza nell'assunzione di responsabilita' in difesa della legalita'
costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del diritto
internazionale, della pace e della vita umana; e la nitida scelta di
tutelare l'incolumita' di tutti, di promuovere il diritto alla vita di
tutti.
Si e' trattato di uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta di
effettivo, operativo contrasto di una macchina bellica impegnata in guerra.
Uno dei pochissimi casi di azione diretta nonviolenta in difesa della
legalita' costituzionale, dello stato di diritto e della democrazia, del
diritto internazionale, della pace e della vita umana.
E' nostra convinzione che se questa azione diretta nonviolenta venisse fatta
propria da un movimento di massa - che naturalmente si attenesse nel modo
piu' rigoroso alla nonviolenza - essa potrebbe mettere in effettiva profonda
difficolta' la macchina bellica almeno per quanto concerne la parte di essa
dislocata nel territorio italiano.
Di seguito riportiamo alcuni materiali relativi all'iniziativa gia' diffusi
nel 1999.

4. DOCUMENTAZIONE. PER L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA DELLE MONGOLFIERE DELLA
PACE (ALCUNI MATERIALI GIA' DIFFUSI NEL 1999)
[Riportiamo qui alcune parti della nostra "Guida pratica all'azione diretta
nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui bloccare i decolli dei
bombardieri", che diffondemmo in migliaia di copie durante la guerra [dei
Balcani nel 1999], opuscolo nel quale presentavamo il ragionamento, la
sperimentazione e la proposta dell'azione diretta nonviolenta che per alcune
ore blocco' i decolli dei bombardieri ad Aviano. Sottolineiamo ancora una
volta che questa azione e' stata l'unica concepita e realizzata in Italia
nel periodo della guerra del 1999 con lo scopo preciso di bloccare realmente
con la forza della nonviolenza i decolli dei bombardieri, in una logica non
simbolica o testimoniale ma concretamente operativa; l'esperienza condotta
dimostra che la nonviolenza puo' fronteggiare efficacemente, e - se condotta
da un numero adeguato di persone adeguatamente preparate - puo' mettere in
scacco la piu' forte macchina bellica del mondo. E' un troppo grande dolore
per noi non essere riusciti a persuadere di questo piu' che poche persone;
fossimo stati capaci di spostare il movimento pacifista sulle posizioni
della nonviolenza, e si fosse stati capaci di passare all'azione diretta
nonviolenta a livello di massa, molte vite umane sarebbero state salvate]
Quattro regole di condotta obbligatorie per partecipare all'azione diretta
nonviolenta delle mongolfiere per la pace
I. A un'iniziativa nonviolenta possono partecipare solo le persone che
accettano incondizionatamente di attenersi alle regole della nonviolenza.
II. Tutti i partecipanti devono saper comunicare parlando con chiarezza, con
tranquillita', con rispetto per tutti, e senza mai offendere nessuno.
III. Tutti i partecipanti devono conoscere perfettamente senso e fini di
questa azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", vale a
dire:
a) fare un'azione nonviolenta concreta:
- per impedire il decollo dei bombardieri;
- opporsi alla guerra, alle stragi, alle deportazioni, alle devastazioni, al
razzismo;
- chiedere il rispetto della legalita' costituzionale e del diritto
internazionale che proibiscono questa guerra;
b) le conseguenze cui ogni singolo partecipante puo' andare incontro
(possibilita' di fermo e di arresto), conseguenze che vanno accettate
pacificamente e onestamente, ed alle quali nessuno deve cercare di
sottrarsi.
IV. Tutti devono rispettare i seguenti principi della nonviolenza:
- non fare del male a nessuno (se una sola persona dice o fa delle
stupidaggini, o una sola persona si fa male, la nostra azione diretta
nonviolenta e' irrimediabilmente e totalmente fallita, e deve essere
immediatamente sospesa);
- spiegare a tutti (amici, autorita', interlocutori, interpositori,
eventuali oppositori) cosa si intende fare, e che l'azione diretta
nonviolenta non e' rivolta contro qualcuno, ma contro la violenza (in questo
caso lo scopo e' fermare la guerra, cercar di impedire che avvengano altre
stragi ed atrocita');
- dire sempre e solo la verita';
- fare solo le cose decise prima insieme con il metodo del consenso ed
annunciate pubblicamente (cioe' a tutti note e da tutti condivise); nessuno
deve prendere iniziative personali di nessun genere; la nonviolenza richiede
lealta' e disciplina;
- assumersi la responsabilita' delle proprie azioni e quindi subire anche le
conseguenze che ne derivano;
- mantenere una condotta nonviolenta anche di fronte all'eventuale violenza
altrui.
Chi non accetta queste regole non puo' partecipare all'azione diretta
nonviolenta, poiche' sarebbe di pericolo per se', per gli altri e per la
riuscita dell'iniziativa che e' rigorosamente nonviolenta.
*
Possibili conseguenze penali per chi promuove e per chi partecipa all'azione
diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace"
- Chi promuove, propaganda, sostiene ed invita a realizzare l'azione diretta
nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per
Istigazione a delinquere, reato previsto e punito dall'art. 414 del Codice
Penale.
La pena prevista e' da uno a cinque anni di reclusione; l'arresto e'
facoltativo in flagranza (vale a dire che si puo' essere effettivamente
arrestati); sono consentite le misure cautelari personali (compresa la
carcerazione preventiva); la procedibilita' e' d'ufficio.
- Chi esegue o tenta di eseguire l'azione diretta nonviolenta delle
"mongolfiere per la pace" puo' essere incriminato per Attentato alla
sicurezza dei trasporti, reato previsto e punito dall'art. 432 del Codice
Penale.
Anche per questa fattispecie di reato la pena prevista e' da uno a cinque
anni di reclusione; l'arresto e' facoltativo in flagranza (vale a dire che
si puo' essere effettivamente arrestati); sono consentite le misure
cautelari personali (compresa la carcerazione preventiva); la procedibilita'
e' d'ufficio.
*
Una breve descrizione della nostra proposta (del 15 aprile 1999, diffusa
all'assemblea nazionale del movimento per la pace a S. Maria degli Angeli,
aprile 1999)
- Passare dalla testimonianza dell'orrore e dell'impotenza all'azione
diretta nonviolenta: aggiungere alle manifestazioni locali diffuse ed alle
manifestazioni nazionali, una pratica concreta di specifica lotta
nonviolenta che contrasti direttamente la macchina bellica; qualificare
l'impegno pacifista nel senso della concretezza e dell'intervento diretto
nel conflitto con le tecniche della nonviolenza.
- Una proposta di azione diretta nonviolenta: qui in Italia concretamente
occorre fermare i bombardieri, che appunto partono dall'Italia; si puo'
fermarli al decollo, che e' l'unico momento in cui cio' e' realmente
possibile con mezzi nonviolenti (e quindi senza provocare pericoli per la
vita di alcuno); l'idea e' di cercare di farlo invadendo lo spazio aereo
circostante e sovrastante le basi da cui partono i raid; e di invadere
questo spazio aereo con mongolfiere di carte e palloncini gonfiati ad elio
con appesi festoni e striscioni con motti pacifisti, e fogli di alluminio o
piccoli elementi metallici - fil di ferro e simili - che possano essere di
disturbo sia alla visibilita', sia per gli apparecchi elettronici militari
di guida dei decolli e di controllo dello spazio aereo.
- Solo con la nonviolenza si puo' contrastare efficacemente la guerra:
l'iniziativa deve essere rigorosamente nonviolenta, e non prestare il fianco
ne' ad equivoci, ne' a strumentalizzazioni e falsificazioni; l'iniziativa
deve essere visibile, creativa, facilmente comprensibile e tale da poter
essere accolta e diffusa da tutti, ed altresi' dai mass-media, senza che ne
venga distorto il significato, che e' semplicemente quello di cercar di
impedire i bombardamenti, di essere una iniziativa per cercar di fermare la
guerra, le stragi, le deportazioni; questa iniziativa ha una vera
possibilita' di efficacia concreta; ci sembra anche che essa sia
riproducibile su ampia scala (perche' e' economica - i materiali usati sono
di poco costo -; perche' e' facile da realizzare da parte di chiunque;
perche' non implica pericoli ne'  per se' ne' per altri); infine tale
iniziativa puo' dimostrare a nostro avviso che con la nonviolenza si puo'
intervenire concretamente ed efficacemente nel conflitto, e contrastare
realmente i bombardamenti; per quelli di noi che sono "amici della
nonviolenza" la realizzazione di questa iniziativa ed il suo successo nel
bloccare od ostacolare il decollo dei bombardieri sia pure per poche ore,
sarebbe un forte argomento a sostegno della tesi che la nonviolenza, con la
sua carica di creativita' ed amore, puo' essere piu' forte anche dei piu'
giganteschi e feroci apparati di morte e di distruzione...
- Per concludere: l'opposizione alla guerra deve essere fatta su posizioni
limpide e che vadano alla radice; ergo a noi pare che l'opposizione alla
guerra debba essere rigorosamente nonviolenta...
- Alcuni suggerimenti pratici: Una iniziativa nonviolenta richiede che si
comunichi preliminarmente alle autorita' cosa si intende fare; richiede che
i partecipanti siano addestrati alla nonviolenza e si attengano strettamente
ad essa, e siano disposti a subire le conseguenze anche giudiziarie del loro
gesto; richiede che in nessun caso si faccia del male ad alcuno; richiede
una condotta limpida e coerente ed una disponibilita' ad accettare le
sofferenze che il proprio impegno richiede; noi sconsigliamo che ad azioni
dirette nonviolente partecipino persone non preparate e non informate, o che
non accettino le regole condivise della condotta nonviolenta.
*
Modello di cartellino di riconoscimento da indossare durante l'azione
diretta nonviolenta
Premessa: e' indispensabile che tutti coloro che sono presenti all'azione
diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace indossino sugli abiti
(attaccandolo con lo scotch in posizione visibile sul petto) un cartellino
di riconoscimento: esso costituisce un elemento di responsabilizzazione
personale e collettiva, ed un elemento di rassicurazione per tutti (quindi
anche per i mass-media, le forze dell'ordine, gli interlocutori, gli
eventuali oppositori dell'iniziativa) poiche' tutti sanno perfettamente chi
hanno di fronte.
Noi proponiamo due possibili qualifiche sul cartellino: "partecipante",
ovvero persona che concretamente partecipa al lancio delle mongolfiere e
quindi si assume anche il rischio della denuncia, del fermo e dell'arresto;
ed "osservatore", ovvero persona che non partecipa al lancio delle
mongolfiere, ed il cui ruolo e' unicamente quello di osservare lo
svolgimento degli eventi, di essere imparziale testimone, di contribuire con
la sua sola presenza osservante a rasserenare tutti ed a garantire la
denuncia di tutte le violenze ed i soprusi che dovessero eventualmente
verificarsi (ed a tal fine e' utile che gli osservatori abbiano anche
macchine fotografiche, videocamere, registratori).
Proponiamo il seguente modello di cartellino di riconoscimento:
Luogo e data
Azione diretta nonviolenta per la pace e la legalita' costituzionale
Nome e cognome:
Qualifica:
Firma del movimento promotore dell'iniziativa
*
Sulla necessita' dei training nonviolenti
Sottolineiamo che e' indispensabile che chi vuole partecipare all'azione
diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace abbia precedentemente
partecipato ad almeno un ciclo di incontri di addestramento alla
nonviolenza.
*
Schema di richiesta di autorizzazione
Al Sindaco del Comune di ...; al Segretario Comunale; al dirigente dell'
Ufficio Tecnico Comunale; al dirigente della Polizia Municipale; a tutti i
consiglieri comunali di ...; al Prefetto di ...; al Questore di ...; al
Presidente della Provincia di ...; al Comandante della Stazione Carabinieri
di ...; al Ministro della Difesa; al Ministro dei Trasporti; al Ministro
dell'Interno; al Ministro degli Affari Esteri; e per opportuna conoscenza:
al Comandante della base Nato di ...; al Presidente del Consiglio dei
Ministri
Oggetto: richiesta di autorizzazione per realizzare a ... a partire dal
giorno ... una azione diretta nonviolenta denominata "mongolfiere per la
pace" consistente nell'innalzamento di mongolfiere di carta, di palloncini
gonfiati ad elio e di aquiloni con appesi festoni di carta con motti
umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti fogli di
alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo spazio aereo
circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui partono i
bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in Jugoslavia, con l
'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi' impedendo l'esecuzione
dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e criminali ai sensi
della Costituzione della Repubblica Italiana, dello Statuto dell'Onu e dello
Statuto della Nato).
Egregi signori,
con la presente il sottoscritto ..., nato a ... il ... e residente in ..., a
nome di ...,
fa richiesta di autorizzazione
per realizzare a ... a partire dal giorno ... una azione diretta nonviolenta
denominata "mongolfiere per la pace" consistente nell''nnalzamento di
mongolfiere di carta e di palloncini gonfiati ad elio con appesi festoni di
carta con motti umanitari e pacifisti, striscioni di leggere stoffe, corti
fogli di alluminio; lancio di mongolfiere che ha lo scopo di invadere lo
spazio aereo circostante e sovrastante la pista di decollo delle basi da cui
partono i bombardieri che stanno provocando devastazioni e stragi in
Jugoslavia, con l'intento di impedire il decollo dei bombardieri cosi'
impedendo l'esecuzione dei bombardamenti stragisti (bombardamenti illegali e
criminali ai sensi della Costituzione della Repubblica Italiana, dello
Statuto dell'Onu e dello Statuto della Nato).
Si sottolinea il fatto che tale iniziativa sara' rigorosamente nonviolenta,
che non si offendera' nessuno, non si fara' del male a nessuno, si
accetteranno tutte le conseguenze della propria condotta, accettando
nonviolentemente quindi le decisioni ed i provvedimenti che le autorita'
dovessero prendere nei confronti dei nonviolenti che partecipano
all'iniziativa (compreso il fermo e l'arresto), ed a tal fine vi invio in
allegato i seguenti documenti (che formano parte integrante di questa
richiesta; documenti che vi pregherei di leggere con attenzione, ed in
relazione a cui vi sarei grato di comunicarmi eventuali vostri pareri e
commenti):
1. testo del nostro Appello all'azione diretta nonviolenta per bloccare i
decolli dei bombardieri;
2. testo delle nostre Regole di condotta obbligatorie per partecipare
all'iniziativa nonviolenta delle mongolfiere per la pace (testo la cui
accettazione incondizionata sara' da noi richiesta a tutte le persone che
vorranno partecipare o assistere all'iniziativa nonviolenta stessa);
3. testo della nostra Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree
da cui partono i bombardamenti sulla Jugoslavia.
In attesa di riscontro alla presente richiesta si comunica l'intendimento di
realizzare comunque tale azione diretta nonviolenta a partire dalla data del
..., iniziativa finalizzata a cercar di salvare delle vite umane, a
contrastare la guerra, ed a difendere il diritto internazionale e la
legalita' costituzionale, in particolare gli articoli 11 e 78 della nostra
legge fondamentale che il governo italiano ha sciaguratamente violato.
Restando in attesa di un vostro sollecito riscontro, al nostro recapito
postale o piu' tempestivamente al nostro numero telefonico e fax ...,
e restando altresi' a disposizione per ogni opportuno chiarimento o
comunicazione,
vogliate gradire distinti saluti ed auguri di ogni bene,
Firma
luogo e data
*
Lettera aperta al personale delle basi Nato
Lettera aperta a tutto il personale delle basi aeree da cui partono i
bombardamenti sulla Jugoslavia in cui si enuncia il senso e il fine
dell'azione diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace" con cui
cercheremo di impedire il decollo dei bombardieri che stanno provocando
stragi in Jugoslavia, e si invita a far prevalere le ragioni dell'umanita' e
della legalita'
Egregi signori,
con questa lettera aperta, nell'impossibilita' di farlo singolarmente, vi
informiamo della nostra intenzione di realizzare un'azione diretta
nonviolenta consistente nel tentativo di invadere con delle piccole
mongolfiere lo spazio aereo sovrastante e circostante le basi da cui si
levano in volo gli aerei impegnati nei bombardamenti che stanno massacrando
le popolazioni della Jugoslavia; con tale tentativo cerchiamo di impedire
che gli aerei assassini decollino, e quindi speriamo di riuscire a salvare
delle vite umane, le vite di coloro che le bombe ed i missili scagliati dai
bombardieri Nato stanno appunto sopprimendo.
Vi preghiamo pertanto di tener conto di questa nostra iniziativa e di
rinunciare a far decollare i bombardieri.
Cercando di impedire i bombardamenti, con questa nostra iniziativa
nonviolenta intendiamo anche:
1. fare appello alla vostra coscienza di esseri umani;
2. impedirvi di essere corresponsabili degli omicidi causati dai
bombardamenti;
3. proporvi di rifiutare di partecipare ad una guerra assolutamente
fuorilegge sia in relazione alle basi stesse del diritto internazionale, sia
in relazione agli accordi e le norme dell'alleanza atlantica;
4. con particolar riferimento a quanti di voi sono cittadini italiani (e
comunque tutti vi trovate in territorio italiano), vi richiamiamo altresi'
al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana, che vi proibisce
di prender parte a questa guerra che in base alla nostra Costituzione e'
illegale (cfr. art. 11 Cost.).
Abbiamo voluto scrivervi questa lettera perche' vi sia chiaro che non
abbiamo alcuna intenzione di nuocere alle vostre persone, e che anzi la
nostra iniziativa nonviolenta finalizzata ad impedire, se possibile, il
decollo dei bombardieri e quindi le stragi, ha anche la funzione di aiutarvi
a veder chiaro in questa terribile situazione e nella vostra stessa
coscienza, di aiutarvi a far prevalere la vostra umanita', di pregarvi di
non volervi macchiare di crimini efferati.
Un fraterno saluto di pace.
*
Lettera aperta ai responsabili delle basi Nato
Al responsabile della base di ... da cui decollano i bombardieri stragisti
Egregio signore,
come le e' gia' noto, a partire dal pomeriggio del ... eseguiremo l'azione
diretta nonviolenta delle "mongolfiere per la pace", con le quali invaderemo
lo spazio aereo circostante e sovrastante la base di ... posta sotto la sua
responsabilita', per impedire cosi' il decollo dei bombardieri che portano
devastazione e morte in Jugoslavia.
La preghiamo pertanto di soprassedere ai decolli dei bombardieri finche' lo
spazio aereo sara' ingombrato dalle nostre mongolfiere di carta, dai nostri
palloncini gonfiati ad elio, dai nostri aquiloni di carta.
A onor del vero la preghiamo anche, e qui le parliamo da esseri umani ad
essere umano, di cessare definitivamente di far decollare i bombardieri che
portano devastazione e morte su popolazioni innocenti, che non sono certo
responsabili dei crimini dei loro governanti.
E la preghiamo anche di desistere dai bombardamenti, nella nostra qualita'
di cittadini italiani, e lei e' ospite del nostro paese, quindi alle nostre
leggi deve obbedienza: lei sa, o dovrebbe sapere, che la legge fondamentale
dello Stato italiano, la Costituzione della Repubblica Italiana, proibisce
all'Italia di avallare o partecipare ad una guerra come questa: illegale
secondo la nostra Costituzione (art. 11), illegale secondo i principi del
diritto internazionale, illegale secondo la Carta delle Nazioni Unite,
illegale secondo lo stesso Statuto della Nato.
Come lei sa, sciaguratamente il nostro governo ha violato la nostra
Costituzione, ma questo non rende inefficace la Costituzione della
Repubblica Italiana, semplicemente rende fuorilegge il governo che l'ha
violata.
Quindi, dal profondo del cuore la preghiamo: desista dal contribuire al
protrarsi di stragi, desista da una guerra illegale e criminale. Ascolti la
voce delle leggi scritte e delle leggi non scritte che illuminano la sua
coscienza di essere umano.
Vorremmo infine che lei fosse certo che la nostra e' un'iniziativa
rigorosamente nonviolenta: non nutriamo odio per nessun essere umano, non
vogliamo far del male a nessun essere umano. Ci sta a cuore anche l'
incolumita' sua e dei suoi uomini.
Un fraterno saluto di pace.
*
"Ma abbiamo il dovere di farlo"
Cercar di salvare delle vite umane e di difendere la legalita'
costituzionale attraverso l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere che
bloccano i bombardieri puo' costare dieci anni di reclusione. Ma abbiamo il
dovere di farlo.
Sabato primo maggio [1999] ad Aviano sono stato denunciato per istigazione a
delinquere (art. 414 C. P., che prevede da uno a cinque anni di reclusione)
e per attentato alla sicurezza dei trasporti (art. 432 C. P., che prevede
anch'esso da uno a cinque anni di reclusione).
Il motivo: aver proposto ed aver cercato di fermare il decollo dei
bombardieri Nato che dalle basi italiane portano devastazione e morte alle
popolazioni della Jugoslavia.
Ed aver proposto ed aver cercato di farlo con l'azione diretta nonviolenta
delle mongolfiere per la pace, ovvero invadendo lo spazio aereo circostante
e sovrastante le basi Nato con mongolfiere di carta, palloncini gonfiati ad
elio, aquiloni.
Ed averlo proposto, ed aver cercato di farlo, per cercar di salvare qualche
vita umana, per oppormi a una guerra illegale e criminale, per difendere il
diritto internazionale e la Costituzione della Repubblica Italiana che il
governo ha sciaguratamente violato.
Ebbene, continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni cittadino
italiano difendere la legalita' costituzionale ed opporsi ad una guerra
fuorilegge; continuo ad essere convinto che sia dovere di ogni essere umano
cercar di salvare altre vite umane; continuo ad essere convinto che impedire
con un'azione diretta nonviolenta il decollo dei bombardieri stragisti sia
azione legittima e giusta.
E quindi continuero' a proporre di farlo a tutte le persone di volonta'
buona; e quindi continuero' a cercare di farlo. Con la nonviolenza, senza
fare del male a nessuno, con le mongolfiere per la pace.

5. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: SQUADRISMO FASCISTA IN DIRETTA TV
[Ringraziamo Mao Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta" (per contatti:
azionenonviolenta at sis.it) per questo intervento]
... e se la colpa fosse della tivu'?
Dopo la giusta e doverosa condanna dello squadrismo fascista, e in attesa
delle decisioni della magistratura, forse vale la pena porsi qualche domanda
sul vergognoso episodio accaduto l'altra sera negli studi di Telenuovo.
Non sappiamo se l'aggressione in diretta sia stata spontanea o se fosse
organizzata.
Il fatto e' che la televisione ha sempre piu' bisogno di alzare gli ascolti.
Ed e' piu' facile richiamare l'attenzione con la violenza (appellandosi agli
istinti piu' bassi dei telespettatori) che non proponendo iniziative
intelligenti (che sollecitano il buongusto e la cultura del pubblico).
La televisione, per fare concorrenza alla realta', vuole piu' insulti, piu'
volgarita', piu' violenza di quella che gia' esiste per le strade.
E cosi' un pestaggio in diretta tivu' entra in tutte le case ed e' piu'
efficace di una qualsiasi pestaggio che puo' avvenire in una squallida e
semioscura periferia.
La televione, poi, replica se stessa. Il pestaggio di Telenuovo e' diventato
cibo per ogni altra televisione, rimandato in differita da Rai e Mediaset.
Cosi' la violenza, vera o falsa che sia, viene moltiplicata all'infinito.
C'e' un solo modo per spezzare questa catena perversa. "Il rumore non puo'
imporsi sul rumore" diceva Gandhi "il silenzio, si'".
Percio' chi vuole rifiutare questo abbrutimento culturale ha uno strumento
decisivo: usare il telecomando per spegnere la tivu'.

6. RIFLESSIONE. MARIA CONCETTA SALA: LA FRAGILITA' E LA FORZA DELL'AMORE
[Da Maria Concetta Sala, Grida d'amore, in "Segno" n. 240, novembre-dicembre
2002, p. 38. Il citato volume della bella rivista palermitana e' monografico
e reca gli atti della "ottava settimana alfonsiana" tenutasi a Palermo nel
settembre 2002. Maria Concetta Sala e' docente universitaria e saggista,
particolarmente benemerita per il suo lavoro su Simone Weil]
L'amore vero: quello che consente di amare un altro essere umano non da
cannibali, quello che sospinge colpiti dalla bellezza di una foglia o di un
tramonto, quello che induce a volgere lo sguardo al cielo stellato, a una
formica, a una farfalla... quello che ci fa assumere la responsabilita' dei
nostri gesti e delle nostre parole nei riguardi di tutti gli esseri viventi
e di tutto cio' che ci circonda. E' l'amore vero la linfa della nostra
forza. Eppure l'amore ha la fragilita' di un capello, ma questa fragilita'
puo' racchiudere e non escludere la forza.

7. TESTIMONIANZE. NANDO DALLA CHIESA: NO ALLA GUERRA
[Questa breve e intensa dichiarazione di Nando Dalla Chiesa abbiamo estratto
dal n. 46 del 12 gennaio 2003 del notiziario telematico di appuntamenti e
riflessioni per la pace e i diritti umani "Il grillo parlante" ((per
richieste e contatti: grilloparlante at mbservice.it). Nando Dalla Chiesa e'
nato a Firenze nel 1949, sociologo, docente universitario, parlamentare; e'
stato uno dei promotori e punti di riferimento del movimento antimafia negli
anni ottanta; e' persona di straordinaria limpidezza morale. Tra le opere di
Nando Dalla Chiesa segnaliamo particoalrmente: Il potere mafioso, Mazzotta;
Delitto imperfetto, Mondadori; La palude e la citta' (con Pino Arlacchi),
Mondadori; Storie, Einaudi; Il giudice ragazzino, Einaudi; Milano-Palermo:
la nuova resistenza (a cura di Pietro Calderoni), Baldini & Castoldi; I
trasformisti, Baldini & Castoldi; La politica della doppiezza, Einaudi;
Storie eretiche di cittadini perbene, Einaudi. Ha inoltre curato
(organizzandoli in forma di autobiografia e raccordandoli con note di grande
interesse) una raccolta di scritti del padre, Carlo Alberto Dalla Chiesa, In
nome del popolo italiano, Rizzoli. Opere su Nando Dalla Chiesa: suoi
ritratti sono in alcuni libri di carattere giornalistico di Pansa, Stajano,
Bocca; si veda anche l'intervista contenuta in Edgarda Ferri, Il perdono e
la memoria, Rizzoli]
La pace e' il valore piu' grande dell'umanita'...
Andare in guerra significa mettere nel conto che esseri umani incolpevoli di
tutto moriranno. Credo che nessuno possa permettersi di mettere nel conto
della sua attivita' un prezzo simile.

8. APPELLI. MICHELE DI SCHIENA: LETTERA DI UN MAGISTRATO AL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA
[Ringraziamo Giancarlo Canuto (per contatti: giancanuto at inwind.it) per
averci inviato questa lettera aperta al capo dello stato scritta da Michele
Di Schiena, magistrato, giurista, persona impegnata per la legalita'
costituzionale, la democrazia, la pace e i diritti umani]
Non ci sono, signor Presidente, argomenti che possano in alcun modo
giustificare una partecipazione dell'Italia alla guerra che gli Stati Uniti
si stanno preparando a scatenare contro l'Iraq, anche se una tale nefasta
iniziativa dovesse ottenere illegittimi quanto servili consensi da parte di
organizzazioni internazionali delle quali fa parte il nostro Paese.
Lei e' il supremo garante della Costituzione ed il Suo potere-dovere di
vigilare sull'osservanza dello Statuto, se puo' essere esercitato
indirettamente ed in funzione di stimolo per leggi ritenute incostituzionali
(con messaggi alle Camere per leggi in vigore e con la richiesta di una
nuova deliberazione per quelle da promulgare), soggette peraltro al
controllo della Consulta, a maggior ragione questo potere puo' essere
usato - e certamente in maniera piu' pregnante - per gravi decisioni
riguardanti la guerra che sono per loro natura sottratte a qualsiasi
verifica giurisdizionale e restano solo esposte al giudizio politico,
necessariamente tardivo e percio' privo di concreta efficacia correttiva,
del corpo elettorale.
*
Per la decisione di intraprendere una guerra la Carta costituzionale
prescrive due precisi adempimenti: la deliberazione da parte delle Camere
dello stato di guerra col conferimento al governo dei necessari poteri (art.
78) e la dichiarazione da parte del Presidente della Repubblica di tale
stato deliberato dal Parlamento (art. 87).
Si tratta di atti indicati con estrema chiarezza e percio' non sostituibili
con provvedimenti impropri (risoluzioni o altro), come talvolta e' accaduto
per l'adempimento della deliberazione sulla guerra demandato alla
responsabilita' del Parlamento, ne', peggio ancora, omissibili, come pure e'
avvenuto per la dichiarazione di guerra attribuita alla competenza del Capo
dello Stato.
E cio' perche' questi atti e la "solennita'" della forma per essi richiesta
hanno la specifica funzione di richiamare l'attenzione dei singoli
parlamentari, delle istituzioni, delle forze politiche e dell'opinione
pubblica nelle sue varie espressioni sulla drammatica gravita' di una scelta
di guerra.
Deliberazione e dichiarazione, l'una e l'altra nella precisa forma
prescritta, sono dunque atti distinti, sia pure all'interno di una procedura
unitaria, ed in egual misura indispensabili per la legittimita'
costituzionale di una decisione che impegni il nostro Paese in imprese
belliche.
*
Ora, se e' vero come e' vero che la decisione in merito alla partecipazione
ad una guerra spetta per disposto costituzionale alla responsabilita' del
Parlamento, e' altrettanto certo che la dichiarazione dello stato di guerra
da parte del Presidente della Repubblica, che ha anche il comando delle
Forze Armate e presiede il Consiglio supremo della difesa, non ha una
funzione meramente dichiarativa e non puo' essere declassata a livello di un
semplice atto "dovuto" perche' ha un indubbio contenuto di controllo sul
merito e sulla forma della deliberazione delle Camere, ovviamente nel
rispetto delle prerogative del Parlamento.
Di fronte ad una scelta di guerra da parte del potere politico, il
Presidente della Repubblica ha dunque nelle sue mani un importante potere:
puo' solennemente richiamare l'attenzione del Parlamento e del Governo sulla
insuperabile esigenza di rispettare puntualmente il disposto dell'art. 78
dello Statuto qualora la deliberazione dovesse risultare non
costituzionalmente corretta nella forma o, se invece lo fosse nella forma ma
violasse nel merito l'art. 11 che "ripudia la guerra" non rigorosamente
difensiva, potrebbe sospendere la "dichiarazione" di sua spettanza inviando
un motivato messaggio alle Camere e chiedendo una nuova delibera che tenga
conto dei rilievi formulati.
Potere questo che la Carta costituzionale indubbiamente attribuisce al Capo
dello Stato (pur in mancanza di una esplicita menzione) in analogia con
quanto previsto per le leggi e alla luce di una interpretazione complessiva
e razionale delle richiamate disposizioni costituzionali.
*
Non puo' infatti sfuggire che la nostra partecipazione ad una guerra
preventiva contro l'Iraq, anche se avallata dall'Onu, sarebbe pur sempre una
guerra aggressiva e percio' vietata dal ricordato art. 11 della Costituzione
che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri
popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".
Un precetto questo netto ed assoluto che non puo' essere in alcun modo
intaccato dalle "limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che
assicuri la pace e la giustizia tra le nazioni", limitazioni previste
anch'esse dallo stesso art. 11.
Ne' puo' il ripudio della guerra trovare "zone franche" con impropri
richiami all'art. 10 della Costituzione per il quale "l'ordinamento
giuridico italiano si conforma alle regole del diritto internazionale
generalmente riconosciute".
E cio' perche' la ripulsa della guerra non rigorosamente difensiva e' uno
dei valori primari e fondamentali dello Statuto, perche' le "limitazioni di
sovranita'" devono essere funzionali appunto ad un ordinamento che assicuri
la pace e la giustizia e non certo a ragioni del genere di quelle poste a
base della progettata guerra statunitense, ed infine perche' "le regole di
diritto internazionale generalmente riconosciute" alle quali si deve
conformare il nostro ordinamento, regole che hanno la loro piu'
significativa espressione nello Statuto dell'Onu, vietano il ricorso ad
azioni belliche per la difesa preventiva che e' in sostanza un penoso
mascheramento della guerra di aggressione, specialmente nella riconosciuta
(da parte degli stessi Stati Uniti) "incertezza sui tempi e sui luoghi
dell'attacco nemico", come si legge testualmente in un documento americano
("The National Security Strategy of the United States") del 17 settembre
scorso.
*
E le regole del diritto internazionale vietano il ricorso alla guerra
preventiva per le ragioni indicate nella "sentenza" del Tribunale permanente
dei popoli, quel tribunale di opinione voluto nel 1979 da Lelio Basso, uno
dei padri della Costituzione.
In tale "sentenza", emessa al termine della sessione svoltasi a Roma dal 14
al 16 dicembre scorso, si afferma una verita' che viene cosi' lucidamente
descritta: "la guerra e' stata vietata perche' e' cambiata la sua natura a
causa delle sue illimitate capacita' distruttive che rendono ormai
moralmente insostenibili tutte le vecchie cause ed i vecchi limiti della
guerra cosiddetta giusta. E il diritto internazionale, a sua volta, ha
cambiato natura perche' ha cambiato natura la guerra. Vietando la guerra,
quali che siano le sue ragioni, esso ha trasformato la sua
ingiustificabilita' morale nella sua illiceita' giuridica ed ha cosi'
archiviato l'idea della guerra giusta".
*
Ed allora, signor Presidente, vorremmo capire meglio il significato
dell'espressione da Lei usata nel messaggio di fine anno quando, dopo aver
citato l'art. 11 della Costituzione, ha detto: "questo non vuol dire certo
un'Italia ed un'Europa che rinuncino, incuranti delle sorti del mondo, alle
loro responsabilita' internazionali. Anzi, come italiani e come europei,
dobbiamo adoperarci piu' incisivamente per ristabilire la pace nelle aree di
crisi".
La maggior parte degli italiani spera che con la citata espressione Lei non
abbia inteso operare alcuna apertura in direzione di una probabile "guerra
preventiva" contro l'Iraq.
L'augurio e' quindi che Lei voglia tradurre in certezza questa speranza:
oggi con una parola chiarificatrice, e domani, in caso di guerra, con
l'esercizio dei poteri di cui dispone per assicurare il rispetto della
Costituzione repubblicana.

9. MAESTRE. ROSSANA ROSSANDA: IL PARADOSSO DEL COMUNICARE
[Da Rossana Rossanda, I geroglifici del reale, in "Il manifesto" del 5
gennaio 2003. Rossana Rossanda e' nata a Pola nel 1924, allieva del filosofo
Antonio Banfi, antifascista, dirigente del Pci (fino alla radiazione nel
1969 per aver dato vita alla rivista "Il Manifesto" su posizioni di
sinistra), in rapporto con le figure piu' vive della cultura contemporanea,
fondatrice del "Manifesto" (rivista prima, poi quotidiano) su cui tuttora
scrive. Impegnata da sempre nei movimenti, interviene costantemente sugli
eventi di piu' drammatica attualita' e sui temi politici, culturali, morali
piu' urgenti. Opere di Rossana Rossanda: Le altre, Bompiani, Milano 1979; Un
viaggio inutile, o della politica come educazione sentimentale, Bompiani,
Milano 1981; Anche per me. Donna, persona, memoria, dal 1973 al 1986,
Feltrinelli, Milano 1987; con Pietro Ingrao et alii, Appuntamenti di fine
secolo, Manifestolibri, Roma 1995; con Filippo Gentiloni, La vita breve.
Morte, resurrezione, immortalita', Pratiche, Parma 1996; Note a margine,
Bollati Boringhieri, Torino 1996. Ma la maggior parte del lavoro
intellettuale, della testimonianza storica e morale, e della riflessione e
proposta culturale e politica di Rossana Rossanda e' tuttora dispersa in
articoli, saggi e interventi pubblicati in giornali e riviste]
Necessari e irriducibili l'uno agli altri, e' il paradosso del comunicare.

10. DIRITTO ALLA VITA. MARCO BERTOTTO: UNA BUONA NOTIZIA DALL'ILLINOIS
[Riceviamo e diffondiamo la seguente dichiarazione di Marco Bertotto,
presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, che commenta la
commutazione di 150 condanne alla pena capitale disposta oggi dal
governatore uscente dell'Illinois. Per ulteriori informazioni e contatti con
Amnesty International: ufficio stampa, tel. 064490224, cell. 3486974361,
e-mail: press at amnesty.it]
La decisione del governatore Ryan e' uno dei gesti piu' importanti nella
storia dell'ultimo quarto di secolo di pena di morte negli Stati Uniti.
A muovere il governatore Ryan non e' stata solo una valutazione di carattere
umanitario, ma la consapevolezza - maturata anche grazie ad approfondite
ricerche e inchieste - che la pena di morte, nell'Illinois, come ovunque sia
in vigore, e' applicata in modo iniquo e arbitrario e rappresenta una
violazione dei fondamentali diritti umani.
Qualcosa sta cambiando negli Stati Uniti: le clamorose denunce sugli errori
giudiziari, la messa al bando delle esecuzioni nei confronti di persone
affette da disturbi mentali, le moratorie decise a livello locale e statale
e ora l'importante presa di posizione del governatore Ryan ci fanno sperare
che il 2003 possa essere l'anno in cui gli Stati Uniti rinunceranno a
condividere con Cina, Iran e Arabia Saudita la leadership mondiale della
pena di morte.

11. MEMORIA E APERTURA. GABRIELLA LAZZERINI RECENSISCE "LA CIVILTA' DELLA
CONVERSAZIONE" DI BENEDETTA CRAVERI
[Dal sito "Donne e conoscenza storica" (www.url.it/donnestoria) riprendiamo
la seguente recensione del bel libro di Benedetta Craveri, La civilta' della
conversazione, Adelphi, Milano 2001. Gabriella Lazzerini e' una delle
animatrici della Libreria delle donne di Milano]
A chi come me mantiene la convinzione che e' possibile avvengano rivoluzioni
senza guerra e senza morti sul terreno, consiglio un libro di storia che ha
rallegrato la mia estate. Si legge come un romanzo e allo stesso tempo non
dice niente che non sia documentato.
Nel 1600, in Francia e' nata e andata avanti per due secoli una rivoluzione
condotta in gran parte da donne, una rivoluzione che ha conosciuto inciampi
ma non ha fatto nessuna vittima.
E' la storia di un ideale che prende forma e si cala nella realta': un
ideale di socievolezza e piacevolezza del vivere che e' arrivato a dettar
legge in fatto di comportamenti, a segnare per sempre la letteratura e piu'
in generale la lingua e lo scrivere, a far giungere la sua onda lunga fino
ai terreni della politica. La si potrebbe chiamare "la rivoluzione dei
salotti". Nasce in spazi privatissimi, dentro le case, e il suo strumento
principe e' la parola: la parola scambiata a voce, scritta nei diari, nelle
memorie e in qualche romanzo, ma molto anche attraverso biglietti e lettere,
scambi a meta' tra il parlare e lo scrivere, usata come la mia generazione
ha usato il telefono e adesso la rete.
Benedetta Craveri la racconta attraverso le vicende delle donne che ne sono
state protagoniste: le preziose, le dame che per due secoli hanno fatto
dello spazio privato del loro salotto un luogo dove ci si incontrava, si
discuteva di tutto, di passioni, di sentimenti, di letteratura, di nuovo
pensiero. Gli intellettuali ci accorrevano, donne e uomini scrivevano
romanzi che rispecchiavano quel mondo, li si preferiva ai luoghi
istituzionali della cultura e alla corte. Per molte donne sono stati oasi di
liberta' in cui si costruiva un mondo vicino a loro. Un altro mondo.
Due citazioni:
"Virile o delicata, austera o frivola, libertina o sessuofoba, la "preziosa"
coltivava un'alta idea di se stessa e del rispetto che le era dovuto, e
questo atteggiamento non era soltanto frutto dell'orgoglio di casta, ma
nasceva dalla tragica consapevolezza della fragilita' della condizione
femminile. I privilegi di cui ella godeva in seno alla societa'
aristocratica non modificavano la sua situazione di inferiorita' giuridica e
non impedivano che, nella grande maggioranza dei casi, altri decidessero dei
suo destino. Ma accettare l'ineluttabile, trovarsi in balia di un marito non
amato, rischiare la vita a causa di maternita' indesiderate, non implicava
necessariamente un atteggiamento di rassegnazione: la preziosa rimaneva
infatti fedele a se stessa, si ascoltava, si analizzava, si possedeva
saldamente. Forte del potere conferitole dalle bienseances, ella dava la
misura di cio' che valeva nella zona franca della mondanita': la' poteva
esercitare liberamente la sua intelligenza, imporre la sua sensibilita',
abbandonarsi ai piaceri incorporei dell'esprit; la' le era consentito
scegliere ed esigere, sedurre e negarsi, e trionfare finalmente sulla
realta' imprigionandola nella metafora. Per questo la letteratura e la
lingua assumevano per la "preziosa" un'importanza senza uguali: non le
consentivano solo di rifugiarsi nel regno dei sogni e delle emozioni
estetiche, di raffinare sempre piu' la sua sensibilita' e il suo gusto, ma
le insegnavano il potere fondante della parola. Parlare e scrivere
diventavano per lei un atto creatore: per lei esisteva solo cio' che
accettava di nominare" (p. 234).
"Questo ideale di conversazione, che sa coniugare la leggerezza con la
profondita', l'eleganza con il piacere, la ricerca della verita' con la
tolleranza e con il rispetto dell'opinione altrui, non ha mai smesso di
attrarci; e quanto piu' la realta' ce ne allontana tanto piu' ne sentiamo la
mancanza. Esso ha cessato di essere l'ideale di tutta una societa', e'
diventato un "luogo di memoria", e non c'e' rito propiziatorio che possa
riportarlo fra noi a condizioni che non gli sono favorevoli; conduce ormai
un'esistenza clandestina, ed e' appannaggio di pochissimi - eppure niente ci
dice che un giorno non possa tornare a renderci felici" (p.17).

12. INFORMAZIONE. IL "COS IN RETE" DI GENNAIO
[Dall'"Associazione nazionale Amici di Aldo Capitini" (per contatti:
capitini at tiscalinet.it) riceviamo e diffondiamo. La sigla COS designa i
"Centri di Orientamento Sociale" promossi da Aldo Capitini come forma di
partecipazione democratica dal basso. Il sito del "COS in rete"
(www.cosinrete.it) mette a disposizione anche una vasta messe di testi di e
su Aldo Capitini di cui vivamente raccomandiamo la lettura]
Vi segnaliamo nell'ultimo aggiornamento di gennaio 2003 del "C.O.S. in
rete", www.cosinrete.it, una selezione critica di alcuni riferimenti trovati
sulla stampa italiana ai temi capitiniani: nonviolenza, difesa della pace,
partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta,
educazione aperta, antifascismo.
Tra cui: Il granellino e il Vaticano; Per la riforma del riformismo;
Universita' nonviolenta; Aboliamo il 25 aprile per favorire chi; Il tabu'
dei commercianti; La chiesa del silenzio; La cuoca e il professore; La
violenza piu' odiosa; Ferrari e nonviolenza; La sconfitta delle donne; La
difficile comunicazione con famiglia e societa'; Il regno dei giusti da qui
all'eternita'; Lavoratori sfiduciati e riforme dall'alto; Il potere ha fatto
bingo; ecc..
Piu' scritti di e su Capitini utili secondo noi alla riflessione attuale
sugli stessi temi.
Ricordiamo che sui temi capitiniani sopra citati la partecipazione al C.O.S.
in rete e' libera e aperta a tutti.

13. RILETTURE. LAURA BOELLA, ANNAROSA BUTTARELLI: PER AMORE DI ALTRO
Laura Boella, Annarosa Buttarelli, Per amore di altro, Raffaello Cortina
Editore, Milano 2000, pp. 118, euro 8,25. Uno studio a due voci su
"l'empatia a partire da Edith Stein".

14. RILETTURE. JUNE GOODFIELD: GIOCARE ALLA DIVINITA'. INGEGNERIA GENETICA E
MANIPOLAZIONE DELLA VITA
June Goodfield, Giocare alla divinita'. Ingegneria genetica e manipolazione
della vita, Feltrinelli, Milano 1981, pp. 208. Un libro di impostazione
documentaria, sensibilizzatrice e divulgativa del 1977, che merita di essere
riletto.

15. RILETTURE. ANNA-VERA SULLAM CALIMANI: I NOMI DELLO STERMINIO
Anna-Vera Sullam Calimani, I nomi dello sterminio, Einaudi, Torino 2001, pp.
166, euro 10,33. Un'analisi dei nomi dati alla Shoah, e delle molteplici
implicazioni che essi rivelano.

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

17. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it;
angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per
contatti: info at peacelink.it

LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO

Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio
con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it

Numero 475 del 13 gennaio 2003