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TAVOLA ROTONDA SU ‘QUALI ALTERNATIVE AL NEOLIBERISMO?
- Subject: TAVOLA ROTONDA SU ‘QUALI ALTERNATIVE AL NEOLIBERISMO?
- From: sbilanciamoci <sbilanciamoci at lunaria.org> (by way of Carlo Gubitosa <carlo.gubitosa at tiscali.it>)
- Date: Fri, 29 Nov 2002 00:01:32 +0100
SBILANCIAMOCI ! Per un'Italia capace di futuro Campagna promossa da:Altreconomia, Antigone, Arci, Arci servizio civile, Associazione Ambiente e Lavoro, Associazione Finanza Etica, Aon, Assopace, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Cittadinanzattiva, Cocis, Cnca, Ics, Ctm-Altromercato, Donne in nero, Emergency, Legambiente, Lila, Lunaria, Mani Tese, Msf, Pax Christi, Uisp, Uds, Udu. Wwf
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Per inviare segnalazioni: scrivere a sbilanciamoci at lunaria.orgSommario: 1.Sbilanciamoci e Attac vi invitano alla Tavola Rotonda sul tema‘Quali alternative al neoliberismo?’ che si terrà a Roma mercoledì 11 dicembre alle ore 17.30 presso l’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia della Terza Università. 2. I pericoli delle cartolarizzazioni: una scheda a cura di Sbilanciamoci sui lavori della tavola rotonda del 5 novembre organizzata assieme a Cgil e associazioni ambientaliste.
TAVOLA ROTONDA SU ‘QUALI ALTERNATIVE AL NEOLIBERISMO?’ L’incontro promosso da Attac, Sbilanciamoci e Lunaria si svolgerà a Roma mercoledì 11 dicembre alle 17.30 presso l’Aula Magna della Facoltà di Lettere e Filosofia della Terza Università (via Ostiense 234, metro Marconi). Interverranno Martino Mazzonis (Sbilanciamoci), Giorgio Dal Fiume (CTM- Altromercato), Tom Benettollo (Arci), Emiliano Brancaccio (ATTAC Italia), Marigia Maulucci (segreteria CGIL). L’obiettivo dell’incontro è discutere come è possibile utilizzare la spesa pubblica e il ruolo redistributivo dello Stato per promuovere idee diverse di sviluppo e pratiche economiche alternative, mettendo a confronto prospettive politiche ed esperienze dei movimenti.
Per informazioni: sbilanciamoci at lunaria.orgFINANZIARIA 2003 E CARTOLARIZZAZIONI. Con l’approvazione del decreto legge 63/2002 (convertito in L 112/2002) che ha istituito le società per azioni Patrimonio spa e Infrastrutture spa, l’attuale governo si prepara a gestire un sistema su scala nazionale di vendita e cessione di diritti d’uso di beni pubblici a favore di privati. Con queste società di proprietà pubblica - che potranno essere partecipate anche da soggetti privati - lo Stato incasserà il corrispettivo del trasferimento dei diritti sui beni venduti o oggetto di cartolarizzazione e in tal modo potrà reperire risorse in modo permanente per finanziare il programma di infrastrutture previsto dalla finanziaria. Il nostro codice civile detta una disciplina particolare dei beni pubblici - distinti in patrimonio disponibile, patrimonio indisponibile e demanio - in base alla quale solo i beni disponibili possono essere liberamente venduti o ceduti in base alle regole di diritto civile che disciplinano la vendita e i diritti di godimento degli altri beni, mentre per i beni demaniali e indisponibili il codice prevede alcune fondamentali limitazioni: i beni demaniali non possono essere venduti o ceduti (salvo alcune eccezioni previste dalla legge) mentre la vendita o cessione di quelli indisponibili è valida solo se rispetta il vincolo di destinazione pubblica fissato dalla legge. In virtù della natura riservata dei beni demaniali e del vincolo pubblicistico di destinazione che grava su quelli indisponibili, è previsto inoltre un divieto generale di escussione su questi beni (espropriazione di uno o più beni del debitore al fine di soddisfare le ragioni del creditore). La legge 112 (articolo 7) - aggirando le limitazioni previste nel nostro codice civile (artt 823, 828) - consente, invece, il libero trasferimento al Patrimonio spa non solo dei beni del patrimonio disponibile ma anche dei beni demaniali e indisponibili.
Che fine fa il patrimonio pubblico?Che succede se il privato al quale lo Stato ha ceduto l’uso di un bene indisponibile non rispetta il vincolo di destinazione pubblica fissato dalla legge su quel bene? In tal caso, il destinatario del bene non dovrebbe essere più legittimato a disporne. Invece, con questa nuova legge, non è chiaro se lo Stato sarà tenuto comunque a rispettare l’obbligo di cessione assunto nei confronti del privato: in caso contrario, infatti, quest’ultimo potrebbe reagire chiedendo l’espropriazione forzata sul bene; con questo tipo di azione promossa dal privato, lo Stato perderebbe così definitivamente la disponibilità di quel bene e il bene non avrebbe più sostanzialmente una funzione pubblica. La costituzione di un unico Patrimonio spa consentirà al governo di fare cassa in modo indiscriminato e incontrollato a danno della tutela del nostro patrimonio artistico e ambientale: con questa nuova legge, infatti, “modalità e valori di trasferimento e di iscrizione dei beni nel bilancio della società vengono definiti mediante decreto dal Ministro dell’Economia e delle Finanze”. Il Ministro avrà così mano libera nell’individuazione dei beni “di particolare valore artistico e storico” da trasferire al patrimonio disponibile dello Stato, con l’unica cautela di una intesa con il Ministero dei Beni culturali che è di per sé insufficiente a costituire una garanzia di tutela di tali beni.
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