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La nonviolenza e' in cammino. 430
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 430
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 28 Nov 2002 21:57:39 +0100
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 430 del 29 novembre 2002 Sommario di questo numero: 1. Ida Dominijanni, genealogia e non macerie 2. Eleonora Missana, la liberta' di Hannah Arendt 3. Peppe Sini, dell'avvenuto ritorno della barbarie hitleriana 4. Umberto Santino, una intimidazione mafiosa alla famiglia Impastato 5. Francuccio Gesualdi, un intervento al forum sociale europeo di Firenze 6. Adele Faccio, quando la Spagna 7. Enrico Euli, dizionario portatile di neolingua per il terzo millennio 8. Daniele Lugli, Pinocchio in fuga 9. Oggi la giornata del dialogo cristianoislamico 10. Asti per il dialogo cristianoislamico 11. Severino Vardacampi, cinque proposizioni per la giornata del dialogo cristianoislamico 12. Sophia de Mello Breyner Andresen, Esilio 13. Sommario di "Azione nonviolenta" di dicembre 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento 15. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. IDA DOMINIJANNI: GENEALOGIA E NON MACERIE [Dal'opuscolo a cura di Eliana Bouchard, Rina Gagliardi, Gabriele Polo, Il voto alle donne. 1918, Il manifesto, Roma 1993, p. 3. Ida Dominijanni e' una delle piu' lucide intellettuali femministe italiane] Guardiamo alla conquista di inizio secolo (ma in Italia ben piu' tarda: bisognera' attendere il 1946) del voto politico femminile con gli occhi di fine secolo della critica femminista della reppresentanza e della sua crisi generalizzata. Non e' il primo ne' l'ultimo dei paradossi del Novecento. Secolo nevrotico e sempre ritornante su se stesso, esso continuamente ci risospinge sui suoi nodi irrisolti; secolo della psicoanalisi cioe' del sapere della nevrosi, esso ci insegna a elaborarli e a risignificarli continuamente al presente, per trarre dal passato genealogia e non macerie. 2. RIFLESSIONE. ELEONORA MISSANA: LA LIBERTA' DI HANNAH ARENDT [Da Eleonora Missana, L'etica nel pensiero contemporaneo, Paravia, Torino 2000, p. 109. Eleonora Missana lavora sull'ermeneutica filosofica all'Universita' di Torino. Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva e amica di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America. E' tra le massime pensatrici politiche del Novecento. Docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani. Mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000] Nel saggio sulla liberta', la Arendt muove dalla ricostruzione critica delle concezioni della liberta' dominanti nella tradizione filosofica occidentale, che concepiscono essenzialmente la liberta' come liberta' del pensare e del volere, che concerne esclusivamente la relazione dell'individuo con se stesso, e che e' quindi essenzialmente una liberta' dall'agire e dalla politica. A partire dalla contestazione di tali concezioni, le cui ragioni profonde sono indagate in modo dettagliato in Vita activa, nelle pagine conclusive del saggio sulla liberta' [Che cos'e' la liberta', in Tra passato e futuro], la Arendt introduce, richiamandosi ad Agostino, una concezione della liberta' umana come "miracolosa" facolta' di "dare inizio a qualcosa di nuovo". A partire da una suggestiva interpretazione di tale definizione la Arendt mostra come la liberta' risulti indissolubilmente correlata all'agire politico e come questo si riveli la forma della vita attiva, in cui si realizza e si illumina pienamente il senso dell'esistenza degli esseri umani, e non dell'Uomo, sulla terra. 3. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: DELL'AVVENUTO RITORNO DELLA BARBARIE HITLERIANA I campi di concentramento, denominati ipocritamente con la sigla Cpt, in cui sono detenuti esseri umani che non hanno commesso alcun reato, che il precedente governo ha restaurato in Italia e che il governo attuale ha apprezzato al punto di redigere e varare una legge che quel disumano razzismo amplifica fino al grottesco, costituiscono una barbarie che lede la dignita', i diritti, la vita di tutti nel nostro paese. La crudele condizione fatta a persone qui giunte in fuga dalla fame, dalle g uerre e dalla morte, vulnera la dignita' non solo di noi esseri umani, ma della nostra civile convivenza, delle nostre istituzioni democratiche, dei fondamenti dello stato di diritto. La Costituzione della Repubblica Italiana a tutti gli esseri umani che nel loro paese d'origine non vedono riconosciuti i diritti che il nostro paese a tutti i cittadini accorda, riconosce a tutti il diritto di venire a vivere qui, e a tutti offre la sua protezione. Il governo precedente e quello attuale, e il parlamento precedente e quello attuale, ed il presidente della repubblica di allora e di oggi, avendo permesso il sorgere dei campi di concentramento ed avendo dato alla luce una legislazione disumana, si sono macchiati di un crimine contro l'umanita', ed hanno commesso flagrante il reato di alto tradimento nei confronti della Costituzione cui pure hanno tutti giurato fedelta'. Questo e' quel che pensiamo, questo e' quel che diciamo da anni. Per questo chiediamo che i cosiddetti "Centri di permanenza temporanea", effettuali campi di concentramento, siano al piu' presto aboliti, e con essi siano abolite le norme di legge che infrangono in modo flagrante ed infame quanto disposto dall'articolo 10 della Costituzione italiana e tutti i fondamentali diritti umani. 4. ANTIMAFIA. UMBERTO SANTINO: UNA INTIMIDAZIONE MAFIOSA ALLA FAMIGLIA IMPASTATO [Riceviamo e diffondiamo; a Giovanni Impastato, alla mamma di Peppino ed a tutti i familiari ed amici esprimiamo la solidarieta' anche nostra. Umberto Santino ha fondato e presiede il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo; da decenni e' uno dei militanti democratici piu' impegnati contro la mafia ed i suoi complici; e' uno dei massimi studiosi di questioni concernenti i poteri criminali, i mercati illegali, i rapporti tra economia, politica e criminalita'; tra le opere di Umberto Santino: La violenza programmata, L'impresa mafiosa, Gabbie vuote, presso Angeli, Milano; Dietro la droga, Edizioni Gruppo Abele, Torino; L'antimafia difficile, La borghesia mafiosa, Casa Europa, La mafia come soggetto politico, Sicilia 102, Oltre la legalita', presso il Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo; La mafia interpretata, La democrazia bloccata, L'alleanza e il compromesso, La cosa e il nome, presso Rubbettino, Soveria Mannelli; Storia del movimento antimafia, presso gli Editori Riuniti, Roma. Opere su Umberto Santino: Peppe Sini, Una rassegna bibliografica di alcuni lavori di Umberto Santino, Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1998, 2000. Indirizzi utili: Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax 091348997, e-mail csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it, c/c postale: 10690907] Apprendiamo che nella notte tra mercoledi' 20 e giovedi' 21 novembre ignoti hanno imbrattato con della vernice rossa il muro esterno del negozio di Giovanni Impastato. Evidentemente i mafiosi non vogliono accettare che l'assassinio di Peppino Impastato non sia piu' impunito e ritengono di potere intimidire. Esprimiamo affetto e solidarieta' alla mamma di Peppino, a Giovanni e alla sua famiglia. Ricordiamo che i mafiosi Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti sono stati condannati come mandanti dell'omicidio e la Commissione parlamentare antimafia ha accertato inequivocabilmente che rappresentanti delle forze dell'ordine e della magistratura hanno depistato le indagini e ritardato il corso della giustizia. Ribadiamo che questi atti intimidatori non faranno venire mano l'impegno della famiglia, dei compagni di militanza di Peppino e del Centro siciliano di documentazione a lui dedicato, che in questi ventiquattro anni non hanno mai cessato di contribuire al lavoro degli inquirenti perche' venisse fatta luce sul delitto e i responsabili fossero puniti. Chiederemo che le responsabilita' dei depistatori vengano accertate anche in sede giudiziaria e faremo il necessario perche' Badalamenti sconti la condanna pronunciata con la sentenza dell'11 aprile scorso. 5. RIFLESSIONE. FRANCUCCIO GESUALDI: UN INTERVENTO AL FORUM SOCIALE EUROPEO DI FIRENZE [Riprendiamo dalla bella agenzia "Adista" questa sintesi dell'intervento di Francuccio Gesualdi a uno dei dibattiti del Forum sociale europeo di Firenze. Riportiamo anche la breve presentazione di "Adista": "Non poteva mancare, a Firenze, il tema del consumo critico, cavallo di battaglia di una componente importante del 'movimento dei movimenti'. Non a caso, la Rete di Lilliput, in collaborazione con Legambiente, il gruppo Consumo Critico del Social Forum di Firenze e il gruppo del Consumo Critico del 'Laboratorio per la democrazia', ha realizzato un capitolato etico - con tanto di lista di societa' non consigliabili ed elenco di produttori a cui fare riferimento - per promuovere, fra i partecipanti e le aziende fornitrici di prodotti e servizi nelle giornate del Forum, stili di vita e di consumo 'orientati in senso etico' e ispirati alla sobrieta'. Proprio di sobrieta' ha parlato Francuccio Gesualdi, del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, nel seminario sul tema 'Consumo critico: lo stile di vita come opposizione e proposta politica', organizzato, tra gli altri, dalla Rete di Lilliput e dal Consorzio Ctm Altromercato. Di seguito il suo intervento". Francuccio Gesualdi, nato nel 1949, allievo della scuola di Barbiana (e' il Francuccio di don Milani), tra altre rilevanti esperienze ha trascorso due anni in Bangladesh per un servizio di volontariato, e' uno degli animatori del "Centro nuovo modello di sviluppo" di Vecchiano, che affronta con rigore ed efficacia i temi del disagio economico, sociale, fisico, psichico e ambientale sia a livello locale che internazionale, con particolar attenzione al Sud del mondo. Il Centro ha promosso e sta portando avanti importanti campagne per i diritti umani. E' tra i promotori della Rete di Lilliput. Opere di Francuccio Gesualdi e del Centro nuovo modello di sviluppo: Signorno', Guaraldi; Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina; Energia nucleare: cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento; (con Jose' Luis Corzo Toral), Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele; Manuale per un consumo responsabile, Feltrinelli. Le pubblicazioni del Centro sono: Boycott, Macroedizioni; Lettera ad un consumatore del Nord; Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti; Sulla pelle dei bambini; Geografia del supermercato mondiale; Guida al consumo critico; Sud/Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro; Ai figli del pianeta; tutti presso l'Emi. Indirizzi utili: Centro nuovo modello di sviluppo, via della Barra 32, 56019 Vecchiano (Pi); tel. 050826354, fax: 050827165, in rete: www.citinv.it/org./cnms; e-mail: coord at cnms.it] Sia dal punto di vista sociale che da quello ambientale, sappiamo bene che i disastri di cui siamo testimoni sono il frutto di una crescita ossessiva. La parola d'ordine di questo sistema e': crescere, crescere, crescere. Questo sistema ci dice che solo se siamo capaci di crescere potremo risolvere i nostri problemi sociali, legando cosi' alla crescita l'occupazione e il soddisfacimento dei servizi fondamentali. E alla fine tutti siamo convinti che dobbiamo crescere. In realta', non possiamo disgiungere il concetto di sostenibilita' ambientale da quello di equita'. Quando pensiamo alla sostenibilita' non dobbiamo pensarla soltanto in termini di responsabilita' nei confronti delle generazioni che verranno, ma di responsabilita' nei confronti quanto meno dei tre miliardi di persone che oggi nel mondo sono ridotte allo stato di larve umane. Persone che non sono messe in condizione di soddisfare i loro bisogni fondamentali, persone che hanno perduto la loro dignita' umana. Viviamo in un mondo dove una piccola minoranza si appropria di una quantita' enorme di risorse. Le statistiche dicono che il 16-18% della popolazione del mondo si appropria dell'86% delle ricchezze della terra, a fronte di una grandissima quantita' di persone che non riesce neanche a soddisfare i propri bisogni. Questa piccola minoranza ha messo a repentaglio non soltanto alcuni meccanismi naturali fondamentali, ma tutto un patrimonio naturale che non riesce a rigenerarsi in maniera molto rapida. Leggevo in questi giorni su un giornale che non puo' essere sospettato di avere idee di sinistra, il "Financial Times", il giornale degli industriali del mondo, che lo stock di pesce e' diminuito di ben il 60% dal 1950 ad oggi. Ed e' un fatto drammatico che minaccia popolazioni intere che oggi vivono sulla pesca e a cui viene quindi impedito di fatto di nutrirsi. Noi consumiamo troppo, e consumando troppo impediamo a questa gente di recuperare la propria dignita' umana. Per cui e' evidente che, se vogliamo costruire la sostenibilita' e l'equita', dobbiamo introdurre una parola nuova nella nostra societa', che e' quella della sobrieta'. La parola sobrieta' ci fa paura, perche' quando parliamo di sobrieta' pensiamo di dover tornare all'epoca in cui si viveva nelle caverne, ai tempi in cui si moriva per tetano. Ma non e' questa la sobrieta': la sobrieta' e' la capacita' di recuperare il nostro potere di scelta, il fatto che le persone decidano finalmente loro stesse quali sono i propri bisogni e non producano piu' di quanto serva per soddisfarli. Sobrieta' significa saper fare una scelta nell'ambito delle tecnologie che siamo riusciti a mettere a punto. Significa saper organizzare diversamente la societa', perche' se passiamo, ad esempio, da un consumo privato ad un consumo collettivo, potremo riuscire a garantire a tutti la possibilita' di soddisfare una serie di bisogni, utilizzando molte meno risorse. La sobrieta' e' la parola d'ordine del domani. Ma parlare di sobrieta' significa rimettere in discussione un po' tutto nella nostra societa', a partire dai nostri stili di vita personali, fino all'organizzazione dell'economia. Questo sistema e' basato esclusivamente sulla crescita, e se cominciamo a dire che dobbiamo organizzare una societa' che finalmente accetti l'idea del limite, tutta una serie di meccanismi su cui questa economia e' fondata non funziona piu', e ne dobbiamo inventare di nuovi. Per questo, oltre che sperimentare nuovi stili di vita per mostrare che e' possibile vivere non bene ma addirittura meglio, consumando meno e consumando diversamente, e' necessario affrontare anche un altro tema, quello della progettazione, del come organizzare i meccanismi di una nuova economia che finalmente si ponga l'obiettivo del limite e non della crescita. 6. FRASI COLTE AL VOLO. ADELE FACCIO: QUANDO LA SPAGNA [Dalla bella e appassionata Introduzione di Adele Faccio alla sua traduzione di Salvador Espriu, Pelle di toro, libro di Sinera, le canzoni di Arianna, Guanda, Parma 1966, p. XXX. Adele Faccio e' stata una grande intellettuale e militante per i diritti delle donne, per la giustizia sociale e per la pace] Quando la Spagna giacque vinta sotto i colpi inferti da quel mostro sanguinario e irresponsabile e irrefrenabile che e' la guerra. 7. IN FORMA DI PAROLE. ENRICO EULI: DIZIONARIO PORTATILE DI NEOLINGUA PER IL TERZO MILLENNIO [Ringraziamo Enrico Euli (per contatti: diabeulik at libero.it) per questi esercizi di attenzione. Enrico Euli e' uno dei piu' teneri e spiazzanti formatori alla nonviolenza, e quanto preziosa ci sia l'amicizia sua puo' ben dirlo chi queste note intende e sa trascendere] * Allarvante. Qualcosa o qualcuno che, attraverso continui allarmi, riduca gli esseri viventi ad uno stato larvale, ansioso ed impaurito, impotente. (vedi anche Barbaturico). * @nimailita'. Attivita' vitale residua di coloro che scambiano comunicazioni, relazioni, affetti, idee solo attraverso messaggi elettronici e virtuali. * Arabiarsi. Sindrome permanente e scientificamente inspiegabile che colpisce soltanto i popoli residenti in Oriente, meglio se di religione islamica. * Barbaturico. Agente chimico-farmacologico che conduce rapidamente ed irreversibilmente al sonno della coscienza attraverso la continua rappresentazione allucinatoria di immagini barbuto-barbariche. (vedi anche Allarvante). * Bimbarazzo. Difficolta' diffusa tra gli adulti rispetto ai figli da loro stessi generati. Puo' generare atti inconsulti, attacchi improvvisi di follia omicida, che precedono di solito forti e persistenti crisi di identita'. * Capiqualismo. Utopia politico-economica diffusasi in occidente alla fine del secolo XX, fondata sul mercato ma rispettosa dell'equivalenza tra esseri viventi e della qualita' delle relazioni. Talvolta contrapposta allo Zen-zerismo (vedi), da cui lo differenzia un'impostazione piu' gradualista e moderata. * Disarmatura. Vestito leggero indossato dai giovani nel rito di iniziazione della maturita'; questa, come e' ormai noto, si raggiunge dopo aver superato la fase infantile, caratterizzata invece dal fatto che si gira ancora armati. * Estanchezza. Stato tipico del consumatore tipo, sfibrato e incapace di agire proprio a causa delle merci e delle immagini estasianti che lo circondano, piu' o meno inarrivabili. Per iniziare a guarirne, i terapeuti consigliano, tra l'altro, la lettura di Ttc. * Formagio. Condizione di quiete e di benessere, un misto di appagamento e ingiustificata serenita' tipica di quelle societa' che chiamiamo "sviluppate". Solitamente, non lascia scampo. * Formattivo. Training formativo attivo, antidoto, non sempre efficace, per lottare contro il formagio (vedi). * Glocale (Era). Eta' mitica in cui si scioglieranno i ghiacci del Polo occidentale e si ritrovera' la giusta mescolanza tra il livello globale e locale e tra gli emisferi Nord-Sud del pianeta. * Haspirazioni. Aspirazioni umane regolarmente ammutolite. (vedi anche Illustorio). * Illustorio. Parola dal triplo significato corrente: 1) Processo in cui ci si bruciano le proprie illusioni; 2) Processo in cui si e' bruciati dalle proprie illusioni; 3) Processo in cui si e' bruciati con le proprie illusioni. * Killer Minogue. Piccola criminale cattivissima e sexy, famosa per aver rincitrullito milioni di maschi in tutto il mondo attraverso atti ipnotico-canori caratterizzati da testi ripetitivi e senza senso. * Ludismo. Movimento rivoluzionario che, attraverso il gioco, l'ironia, la poesia e la bellezza prosegue ad accogliere la vita e a cambiare il mondo. * Mozionante. Leader politico di nuova generazione che genera artificialmente emozioni attraverso l'uso e l'esposizione pubblica di mozioni e idee studiate a tavolino. * Naturmalismo. Dottrina che si ispira ad un'idea unica, chiara e ben finanziata: essa vede nella natura il male supremo e nella civilizzazione militar-industriale l'unico bene per cui vale la pena di vivere. * Ospitile. Ospizio per vecchi politici in pensione educati all'ostilita' come valore fondamentale a base della diplomazia e delle relazioni internazionali. * Polemicizia. Un'amicizia di livello superiore, che accoglie la lotta e la polemica, crescendo e rinnovandosi attraverso il conflitto. * Quadrinvano. Tipo di abitazione per quelli che continuano a fare il tentativo, sempre piu' vano, di far quadrare le curve e i cerchi. * Retificare. Azione che esprime e simbolizza il tentativo, sempre piu' urgente, di riportare le linee in reti. * Santinfischiare. Atteggiamento neoreligioso, tipico di molti credenti, diffuso soprattutto nei casi in cui il papa parla di argomenti secondari quali la contraccezione, la guerra e il consumismo. * Solitarieta'. Condizione di vita diffusasi agli inizi del secolo XXI, in cui convivono una bella capacita' di riconoscersi soli e inimitabili ma, allo stesso tempo, di essere aperti al mondo e alla sua condivisione. * Tendurezza. Teoria e pratica nonviolenta che si ispira al motto '"uri coi problemi, teneri con le persone". * Ultraneita'. Atteggiamento alienato, derivante dagli ultras da stadio che stanno alla partita ma non la guardano e si limitano ad urlare e a picchiarsi indipendentemente da quel che accade. Ora diffusosi, come virus, anche nei dibattiti e nelle trasmissioni televisive. * Vitaminanti. Elementi chimici in pillole, di produzione transgenica, che minacciano la vita presente e futura, spacciandosi per innocue caramelle. * Washingtown. Capitale del nuovo mondo, le cui dimensioni - almeno per i progettisti - dovrebbero andare a coincidere perfettamente con il mondo stesso. * Yementire. Fare alleanze strumentali, fingendosi amici ad un nemico che si spaccia per amico. (vedi anche Arabiarsi). * Zen-zerismo. Corrente religiosa mistica di matrice zen che vede la realizzazione dell'ideale religioso supremo nella sobrieta', nella riduzione dei consumi, sino all'autoconsunzione (azzeramento). Predicata da alcuni in Occidente, e' pero' attualmente diffusa e praticata soprattutto nel Sud del mondo. 8. IN FORMA DI PAROLE. DANIELE LUGLI: PINOCCHIO IN FUGA [Ringraziamo Daniele Lugli, segretario del Movimento Nonviolento e persona attenta e mite (per contatti: daniele.lugli at libero.it), per averci inviato questo suo lieve racconto e poetica meditazione pubblicato sull'ultimo numero di "Terra di Nessuno - Pollicino"] * Il sogno Pinocchio e' figlio del sogno di Geppetto: fuggire dalla propria condizione per una vita girovaga. Ho pensato di fabbricarmi da me un bel burattino di legno... Con questo burattino voglio girare il mondo, per buscarmi un pezzo di pane e un bicchiere di vino. Vuol farsi busker l'attempato Geppetto, con la sua parrucca gialla e il progettato burattino, per buscare di che vivere nelle piazze, come si raccoglie legna nel bosco, nel busk (bush). Ed e' proprio a un legno, un semplice pezzo da catasta, che affida il suo sogno. Mossi i primi passi, a mano del suo autore, Pinocchio comincio' a camminare da se' e a correre per la stanza; finche', infilata la porta di casa, salto' nella strada e si dette a scappare. E' la prima di molte fughe che rientrano in un progetto di vita disapprovato dal Grillo: mangiare, bere, dormire, divertirmi e fare dalla mattina alla sera la vita del vagabondo. Scopriro' tutta la difficolta' di quel programma: domani, all'alba, voglio andarmene di qui. * La leggerezza Ci vorrebbe la leggerezza del pulcino. Mille grazie signor Pinocchio, d'avermi risparmiato la fatica di rompere il guscio! Arrivederla, stia bene e tanti saluti a casa. Cio' detto distese le ali, e, infilata la finestra che era aperta, se ne volo' via a perdita d'occhio. Al burattino resta la possibilita' di una scappata al paesello vicino, nella speranza di trovare qualche persona caritatevole, che gli facesse l'elemosina di un po' di pane. Trovera' un'enorme catinellata d'acqua versata da un subdolo e stizzito vecchino, col berretto da notte in capo. Per asciugarsi perdera' i piedi nella brace e ogni possibilita' di fuga, fino al ritorno di Geppetto. Pinocchio diverra' un viaggiatore leggero, sul dorso del Colombo, per intercettare il padre in partenza per il Nuovo Mondo. - Mille chilometri? O Colombo mio, che bella cosa potessi avere le tue ali!... - Se vuoi venire ti ci porto io. - Come? - A cavallo sulla mia groppa. Sei peso di molto? - Peso? Tutt'altro! Son leggiero come una foglia". * La prigione La fuga dalla prigione e' un classico, ma Pinocchio non vi ricorre. C'era finito perche' giustamente frodato, nel tentativo di diventar ricco. Sappiamo infatti che i ricchi diventino sempre piu' ricchi e i poveri sempre piu' poveri e' logico sviluppo delle rispettive professionalita'. Pinocchio prova ad investire nel Campo dei Miracoli: se io sotterrassi in quel campo i miei cinque zecchini, la mattina dopo quanti zecchini troverei? - E' un conto facilissimo - rispose la Volpe - un conto che puoi farlo sulla punta delle dita. Poni che ogni zecchino ti faccia un grappolo di cinquecento zecchini: moltiplica il cinquecento per cinque e la mattina dopo ti trovi in tasca duemilacinquecento zecchini lampamti e sonanti. L'imperatore di Acchiappa-citrulli, avendo riportato una grande vittoria contro i suoi nemici... in segno di maggior esultanza volle che fossero aperte le carceri e mandati fuori tutti i malandrini. Oggi trova piu' comodo fare leggi perche' i malandrini, grossi ed amici, in prigione non ci vadano proprio. - Se escono di prigione gli altri, voglio uscire anch'io - disse Pinocchio al carceriere. - Voi no - rispose il carceriere - perche' voi non siete del bel numero... -Domando scusa - replico' Pinocchio - sono un malandrino anch'io. - In questo caso avete mille ragioni - disse il carceriere. * La terra promessa La fuga puo' portare al paese delle Api industriose. Le strade formicolavano di persone di qua e di la' per le loro faccende: tutti lavoravano, tutti avevano qualche cosa da fare... Non gli restavano che due modi per potersi sdigiunare: o chiedere un po' di lavoro o chiedere in elemosina... A chiedere l'elemosina si vergognava, ma piuttosto che lavorare fa anche questo. Quando nella comunita' e' ben inserito, grazie alla Fata, puo' conoscere, grazie a Lucignolo, l'altra faccia del Paese delle Api industriose: il Paese dei Balocchi. Ci si arriva facilmente. Infaticabile e' il conduttore del carro, l'Omino che canta Tutti la notte dormono e io non dormo mai... Figuratevi un omino - non abbiamo bisogno di figurarcelo, lo conosciamo benissimo - tenero e untuoso come una palla di burro, con un visino di melarosa, una bocchina che rideva sempre e una voce sottile e carezzevole. Tutti i ragazzi ( ora non piu' solo loro), ne restavano innamorati e facevano a gara nel montare sul suo carro... * L'approdo Mentre Pinocchio nuotava alla svelta per raggiungere la spiaggia, si accorse che il suo babbo, il quale gli stava a cavalluccio sulle spalle e aveva le gambe mezze nell'acqua, tremava fitto, fitto... - Coraggio babbo! Fra pochi minuti arriveremo a terra e saremo salvi...Nuoto' finche' ebbe fiato: poi si volto' col capo verso Geppetto, e disse con parole interrotte: - Babbo mio aiutatemi... perche' io muoio! E' lo sbarco del clandestino, scaricato al largo dal gommone Pesce-cane. Ha la miglior conclusione possibile. Bisogna ringraziare il Tonno, che pochi clandestini hanno la ventura di incontrare al largo delle nostre coste, e la leggerezza. - Siam troppo pesi?... - gli domando' Pinocchio. - Pesi? Neanche per ombra. Mi par d'aver addosso due gusci di conchiglia... Bisogna ringraziare anche Giangio, l'ortolano, che gli assicura formazione professionale, lavoro e adeguato compenso. - Dunque, tirami su' cento secchie d'acqua e io ti regalero' in compenso un bicchiere di latte. - Sta bene. Giangio condusse il burattino nell'orto e gli insegno' la maniera di girare il bindolo. Pinocchio si pose subito al lavoro... * Il commiato L'ultima e radicale fuga e' quella che compie da se' stesso. Esco da me per non rientrarvi mai piu', aveva detto santa Caterina da Genova e avrebbe potuto ripetere Pinocchio. Com'ero buffo quand'ero un burattino! si accontenta di dire. 9. INIZIATIVE E APPELLI. OGGi LA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO [Dalla redazione de "Il dialogo" (per contatti: redazione at ildialogo.org) riceviamo, aderiamo e volentieri diffondiamo] Con la celebrazione in tutta Italia il 29 novembre 2002, ultimo venerdi' del Ramadan di quest'anno, della "Giornata di dialogo cristianoislamico", una nuova fase si apre. Negli ultimi giorni si sono aggiunte importanti e significative adesioni fra cui quella del vescovo di Verona, che con un suo documento, "in unione di intenti con il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e in pieno accordo con la Commissione diocesana Ecumenismo e Dialogo", ha invitato cristiani e musulmani "ad esprimere la reciproca accoglienza condividendo un momento di comunicazione in letizia, di preghiera o di digiuno, implorando da Dio il dono della Pace: in ogni cuore, in ogni Stato". Altrettanto significative le adesioni delle chiese evangeliche fra cui quelle del Presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei) Gianni Long, del prof. Daniele Garrone della Facolta' valdese di teologia di Roma (che interverra' all'incontro in Campidoglio con Paolo Naso, direttore della rivista "Confronti"), della Rete globalizzazione e ambiente della Fcei, e di numerosi altri pastori e laici. Anche sul piano delle iniziative i segnali sono altrettanto rilevanti. Molto importante quanto si svolgera' a Reggio Emilia a cura della sezione femminile del locale Centro Islamico che ha promosso l'iniziativa "Moschea aperta a tutte le donne reggiane". Parecchie altre moschee rimarranno aperte per l'occasione in tutta Italia. Ma iniziative comuni fra cristiani e musulmani si svolgeranno in tutta Italia fra cui quella di Roma a cui partecipera' anche il sindaco Veltroni. "Quello del dialogo - ha dichiarato Veltroni in una dichiarazione rilasciata all'agenzia "Nev" - e' stato e resta un filo rosso della iniziativa politica e culturale della nostra amministrazione: all'idea di Roma capitale della pace abbiamo fatto seguire degli atti concreti e una continuita' di attenzione e di presenza che ha trovato momenti di alto significato. Noi ci muoviamo nella convinzione - ha proseguito Veltroni - che sia profondamente sbagliato l'atteggiamento, oggi purtroppo assai diffuso, di chi cerca di rispondere alle incertezze del presente ancorandosi a presunte identita' che andrebbero definite escludendo le diversita' e il confronto. Credo, al contrario, che vadano promosse e favorite tutte le iniziative che muovono nella direzione opposta, nel senso del dialogo e della conoscenza reciproca". Iniziative comuni fra cristiani e musulmani si svolgeranno a Napoli, Firenze, Viterbo, Parma, Rimini, Forli', Lodi, Reggio Emilia, Desio, Verona, Genova, Bologna, Taranto, Bolzano, Milano, Modena, Carpi, Aosta, Trento, Cuneo, Torino, Asti, Parma, Avellino, Verona, Venezia, Firenze, Correggio (Re), Lodi. Iniziative che non si fermeranno al solo 29 novembre ma che andranno oltre, come espressione di una volonta' diffusa di proseguire e consolidare il dialogo negli anni a venire. Un messaggio di augurio e di solidarieta' con la giornata del dialogo cristianoislamico, e' stato annunciato dall'associazione Neve' Shalom - Wahat al Salaam. Il "popolo del dialogo" anche in questa occasione sta dimostrando la propria vitalita' e volonta' di pace e di non lasciarsi intimidire dai venti di guerra. * Rinnoviamo l'invito a tutti i cristiani del nostro paese, ma anche a tutti gli uomini e le donne di buona volonta', a digiunare il 29 novembre in segno di pace e di fratellanza con i musulmani e con quanti soffrono la fame e l'ingiustizia di questo nostro tempo cosi' gravido di pericoli di guerra di cui non vi e' ancora la necessaria consapevolezza. In allegato a questo comunicato stampa, trasmettiamo un documento che fa il bilancio dell'iniziativa fin qui realizzata e nel quale si chiede con determinazione "ai leader delle chiese cristiane e delle comunita' islamiche, agli amministratori delle nostre citta', alle donne e agli uomini di buona volonta' di non cedere alla retorica dello 'scontro di civilta'' e di operare concretamente a favore del dialogo interreligioso, con iniziative culturali, gesti di riconciliazione e perdono, scelte sociali e politiche di solidarieta', liturgie e preghiere". A tutti e a tutte coloro che parteciperanno alle iniziative del 29 novembre vada un sincero augurio di Shalom - Salaam - Pace. * Informazioni utili Ricordiamo che e' disponibile un libro della Emi, dal titolo La rivincita del dialogo, ed un numero speciale del periodico "Il dialogo" (sito: www.ildialogo.org) con articoli, documenti, proposte di liturgie, finalizzati ad aiutare quanti vogliano approfondire le ragioni del dialogo e i contenuti dell'appello ecumenico a fare del 29 novembre 2002 la giornata nazionale del dialogo cristiano islamico. Il libro puo' essere richiesto direttamente alla Emi, sito: www.emi.it, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it. Il numero speciale della rivista puo' essere richiesto alla redazione de "Il dialogo", via e-mail: redazione at ildialogo.org, o telefonando al 3337043384. Il costo dello speciale e' di 50 centesimi di euro a copia comprese le spese di spedizione con un invio minimo di 25 copie. In alternativa lo speciale puo' essere scaricato gratuitamente dal sito de "Il dialogo": www.ildialogo.org, e riprodotto a proprie spese. Il fascicolo sara' anche riprodotto dal mensile "Tempi di Fraternita'" del prossimo mese di dicembre (www.tempidifraternita.it). Sono disponibili altresi' un fascicolo curato da Stefano Allievi dal titolo "Islamica" che comprende tutta la principale bibliografia in italiano sull'islam (si puo' richiedere gratuitamente a cultura at carpidiem.it) e il numero speciale di "Confronti" dal titolo Noi e loro (che si puo' richiedere a: redazione at confronti.net). Per firmare l'appello e per adesioni o segnalazione di iniziative, ci si puo' rivolgere a: - redazione at ildialogo.org, tel. 3337043384; - b.salvarani at carpi.nettuno.it, tel. 3291213885. Per l'elenco completo dei firmatari dell'appello, per tutti i materiali ad esso relativi e per le iniziative in corso si puo' visitare il sito: www.ildialogo.org 10. INIZIATIVE E APPELLI. ASTI PER IL DIALOGO CRISTIANOISLAMICO [Dall'Istituto per la Storia della Resistenza di Asti (per contatti: at0047 at biblioteche.reteunitaria.piemonte.it) riceviamo e volentieri diffondiamo] Lunedi' 25 gennaio presso l'Istituto per la Storia della Resistenza e' stato ufficializzato il testo della dichiarazione comune per la prima giornata del dialogo cristianoislamico, 29 novembre. L'iniziativa e' promossa da Tempi di fraternita', Coordinamento immigrati, Tantetinte, Cooperativa della Rava e della Fava, Commissione diocesana Migrantes, Asti Social Forum, Zakhor. Primi firmatari Gianfranco Monaca, Paolo Debenedetti, don Osvaldo Bucchioni, Mamadou Seck (presidente coordinamento immigrati), Sadik Diane, Kacem Namir, Ilir Polena (associazione culturale "Tantetinte"), Alberto Mossino, Inyang Okokon, Tina Casamento, Egle Piccinini, Davide Quaglia, Beppe Castino (segreteria provinciale Cisl), Vittorio Voglino sindaco, Giuseppe Passarino assessore alle politiche giovanili del Comune di Asti, Laurana Lajolo, don Francesco Quagliotto (Commissione diocesana Migrantes), Oddino Bo, Francesco Scalfari, Stefano Mossino, Emanuele Bruzzone, Alberto Marinetto consigliere provinciale, Filippo Chirone, Paola Roselli Grillone, Guido Silvia, Rossana Peresson, Maria Grazia Bologna, Maria Teresa Raviola, Pasotto Marisa, Ornella Fino, Paolo Spada, Carlo Sottile, Giorgio Rizzolari, Roberto Caranzano, Paolo Fiscelli, Gloria Ruffa, Mario Malandrone, Luisa Vigna, Mauro Ferro (direttore Ial), Roberto Genta (presidente Acli provinciali), don Giuseppe Gallo (direttore Caritas), don Paolo Carrer. * Il testo della dichiarazione e' il seguente: Avvenimenti recenti (l'attacco al World Trade Center di New York, l'intervento militare in Afghanistan, le minacce di guerra contro l'Iraq, la drammatica esasperazione della crisi israelo-palestinese e di quella russo-cecena...) pesano sulle relazioni tra due comunita' - definite cristiano-occidentale e islamica - che ormai da anni convivono nelle nostre citta'. Un certo tipo di informazione-spettacolo sta cercando di trasformare un conflitto di interessi economico-politici in uno scontro fra due civilta' e due tradizioni religiose che troppo sbrigativamente vengono presentate come inevitabilmente contrapposte. Condanniamo un tale sfruttamento del sentimento religioso e una tale distorsione delle due espressioni (storicamente e culturalmente differenti) della fede che ci accomuna nei principi della pace, della giustizia, della dignita' umana per tutti, del rifiuto dell'oppressione del debole e dell'emarginato e del degrado del creato. Mentre deploriamo e contrastiamo ogni strumentalizzazione politica dei simboli religiosi, - chiediamo a tutte le parti in causa di trovare soluzioni affinche' la citta' di Gerusalemme possa esprimere realmente la santita' che le attribuiscono tutte le fedi abramitiche, ma che e' anche un punto di riferimento per l'accogliente religiosita' pre-abramitica di Melchisedek. - Affermiamo che in tutte le espressioni religiose - a seconda delle intime scelte di ciascuno - si possono coltivare i semi della giustizia e della pace per condurre l'umanita' a una concorde fratellanza universale, oppure le radici dell'intolleranza e dell'autoritarismo che si nasconde dietro al nome di Dio e all'apparente ossequio per le religioni, per provocare divisioni, dominare e sfruttare i popoli governandoli con la menzogna. - Riconosciamo che nella storia quasi nessuna religione e' stata immune da questi equivoci e ci impegnamo a vigilare affinche', per quanto puo' dipendere da ciascuno di noi, non intervengano a guastare la trasparenza delle nostre intenzioni, nei rapporti con i bambini, con i nostri familiari, con i colleghi di lavoro, nell'impegno culturale, politico e sindacale. - Facciamo appello anche a tutti coloro che non si riconoscono in alcuna fede religiosa e che hanno contribuito, nei secoli e ad altissimo prezzo, sia nel mondo cristiano che in quello islamico, a propugnare l'idea e la realta' della laicita' nella battaglia per l'affermazione dei diritti fondamentali di tutti, donne e uomini, indipendentemente da qualunque condizione sociale; riteniamo, infatti, che laicita' e religiosita' non siano termini conflittuali, e che, anzi, possano integrarsi a vicenda nella realizzazione del dialogo. - Chiediamo, soprattutto alle pubbliche amministrazioni (Comuni, Provincia, scuola) per quanto di loro competenza, di favorire e promuovere la cultura del dialogo rimuovendo ogni ostacolo e offrendo spunti, spazi e momenti d'incontro tra coloro che abitano le nostre citta' da molto tempo e quelli di piu' recente immigrazione, affinche' tutti possano meglio conoscersi e meglio conoscere e apprezzare la storia propria e altrui. - Intendiamo impegnarci, inoltre, affinche' il dialogo cristiano-islamico porti effettivamente a un incontro amico tra tutte le persone che vivono quotidianamente le stesse speranze e le stesse angosce, facendoci carico di portare gli uni i pesi degli altri in una convivenza che sappia dare motivi di serenita' anche nei momenti piu' difficili. * Chiunque sia interessato a esprimere la propria adesione al testo della dichiarazione comune puo' farlo andando a sottoscriverlo (possibilmente entro giovedi' 5 dicembre, ultimo giorno di Ramdam e primo giovedi' dell'Avvento romano) presso l'Urp (Ufficio relazioni con il pubblico) del Comune di Asti, piazza San Secondo (piano terra). 11. SEVERINO VARDACAMPI: CINQUE PROPOSIZIONI PER LA GIORNATA DEL DIALOGO CRISTIANO-ISLAMICO [Anticipiamo il testo dell'intervento che verra' presentato in occasione dell'incontro con cui il Centro di ricerca per la pace di Viterbo partecipa alla giornata del dialogo cristiano-islamico che si celebra il 29 novembre 2002] 1. Noi non credenti interpellati da Mose' Le religioni ci convocano al sentimento della comune umanita', cosi' come anche le altre grandi tradizioni che, con una certa approssimazione, vengono definite "laiche", e tra esse quella visione del mondo che viene chiamata "materialistica" ed alla quale persuaso da Lucrezio, Diderot e Leopardi io che qui parlo mi sento di dare il mio consentimento. Anche chi come me non ha sentito o colto la chiamata ad una fede religiosa, e tra le sue molte e varie convinzioni ovvero credenze non ha quella in un Dio personale, sempre si e' sentito interrogato, convocato, coinvolto particolarmente dalla fede e dalla proposta di Mose', che incessantemente torna a dirmi e chiedermi qualcosa che sento ineffabile e necessario, qualcosa di ineludibile - che afferisce all'esistenza, che afferisce al linguaggio, che afferisce a ogni fibra dell'essere mio e del mondo -. Ed interrogato, convocato, coinvolto mi sento dunque anche da tutte le tre grandi religioni del Libro, come da altre. L'ebraismo, il cristianesimo, l'islam, sono tradizioni che mi riguardano; ed ogni religione, in quanto asserzione ed evocazione e speranza di una "religio", di un legame tra gli esseri umani e tra essi ed il mondo, mi riguarda. Ci riguarda oserei dire tutte e tutti. E cosi' in questa giornata del dialogo cristiano-islamico, intesa come convivio delle culture, convivenza dell'umanita' nelle sue diverse articolazioni culturali e nella sua sostanziale unita', sento di essere anch'io convocato all'incontro, al dialogo, che e' logos condiviso, e che e' sempre dialogo tra diversi ed affini che si riconoscono tali e riconoscendosi diversi si riconoscono anche un'umanita' comune: uguaglianza e diversita' in un sinolo che di ambedue gli elementi ha bisogno per essere autentico e non alienato, e non oppressivo, fraterno e sororale. Ed insieme questo dialogo e' ascolto, ascolto dell'altro, e se e' ascolto sincero dell'altro esso e' quell'ascolto dell'altro che e' anche nel suo stesso darsi ascolto un farsi risposta, responsabilita': come ci hanno insegnato tra altre maestre e maestri grandi Simone Weil, Hannah Arendt, Emmanuel Levinas e Hans Jonas. * 2. Noi figli delle figlie degli uomini (ovvero figli di Virginia Woolf) Ed in questo dialogo, in questo incontro, in questo convivio, forte e alto c'e' il sentire la nostra comune umanita' di nati di donna. E il nostro ascolto del discorso prezioso delle donne che a me maschio insegnano cose nuove e grandi, ed insieme "antiche come le montagne", e mi e ci convocano all'impegno di liberazione del nostro agire ma anche del nostro sentire e pensare (anche il sentire e pensare la metafisica, anche il sentire e pensare l'ontologia) dalle oppressive e violente e alienanti strutture concrete (storiche e politiche, sociali e culturali, ideologiche e mentali) dell'oppressione di genere; e dal cupo e feroce disconoscimento e denegazione della differenza sessuale, differenza sessuale che e' consustanziale al nostro essere esseri umani, e la cui rimozione e pretesa cancellazione ci dimidia e disquatra tutte e tutti, e' negazione di umanita' e brutale incrudire sull'altro e sull'altra ed infine ed insieme su se medesimi. Nel convivio delle differenze la cultura delle donne, il pensiero della differenza sessuale, recano bella e splendente una ricchezza preziosa per tutte e per tutti. Che questa giornata sia anche la giornata di questo incontro e di questa agnizione. Sia anche giornata di impegno a contrastare le strutture dell'oppressione patriarcale e maschilista che maculano e distorcono ancora fino al crimine e alla follia tante esperienze che pure alle tradizioni piu' alte dell'umanita' in cammino dichiarano di rifarsi in fedelta' e adempimento. Questo impegno contro l'oppressione patriarcale e maschilista che in quanto maschio io stesso sento di recare entro me e di dover entro me stesso combattere, credo vada elaborato ed espresso ed agito nell'ordine sociale e fin in quello giuridico, ma anche e innanzitutto nell'ordine simbolico e del linguaggio, e non vi e' dubbio che nel nesso linguaggio-cultura, e linguaggio-scritture (ed esegesi) per quanto decisivamente afferisce alle religioni, si appalesi come per molti versi effettualmente il linguaggio sia quella "casa dell'essere" di cui diceva un pensatore che fu forse uno dei nascosti e grandi teologi laici del Novecento, e scrisse cose di gran lunga piu' elevate della sua rovinosa empirica condotta quando - per dirla con fratel Jacopone da Todi - giunse al paragone. * 3. "E' meglio essere in due che uno solo" (Qohelet, 4, 9) Qui di Giobbe e di Qohelet e del Cantico dei Cantici avrei voluto dire, ma bastera' questo: e' meglio essere in due che uno solo. L'essere insieme, il convivere, e' la nostra scelta, il compito nostro, la via e l'oasi. * 4. Sul digiuno come esistenza e come figura, come resistenza e come ripetizione Disvela il digiuno il nostro consistere di esistenti, connotati dall'ex-sistere, l'essere-fuori, l'essere-esposti; ed il nostro consistere quindi di carenza e di scarsita', di assenza in presenza, di bisogno di cura. Il digiuno e' testimonianza: interrogazione radicale e volto nudo, domanda d'aiuto che aiuta ad aiutare. Ma dunque anche rivolgimento amoroso e suscitamente ed offerta del gesto soccorrevole (ugualmente soccorrevoli il chiedere e il dare, l'uno all'altro in circolo rinviando, insieme costruendo linguaggio e figura ed incontro e riconoscimento di umanita'). Figura altresi' del dono e del gratuito. Gesto che allude a un'umanita' fraterna e sororale, liberante e liberata: quella "internazionale futura umanita'" gia' compresente ogni volta che tu, proprio tu, compi l'azione giusta, fai la cosa buona. Apertura e ricerca, condivisione. E accostamento all'insegnamento che reca la nozione di processo chenotico, e apprensione meravigliata e meravigliosa di quanto narrato da quei concetti densissimi di shekhina' e di tzintzum. Ma anche, e ancora: resistenza all'inumano, e dell'umano ripetizione: nuova richiesta, nuova esperienza, nuova restituzione, e speranza - e speranza contro speranza - ancora. * 5. Shalom - Salaam Che la pace sia su tutti: da tutte e tutti, a tutte e tutti e per tutte e tutti; quel tutti che, diceva Capitini, e' il plurale di tu. Che la pace venga come benedizione ed opera, riposo ed agire, contemplazione e cammino, frutto e sogno, che adempie, convoca, e' via che apre vie alla nostra comune ricerca di senso e di felicita' condivisa. La pace e' l'incontro. L'incontro e' festa. La festa e' riconoscimento di umanita'. Ha scritto Umberto Saba, il poeta dal nome di nutrice e dalla poesia buona e fragrante come pane: "Esser uomo tra gli umani / io non so piu' dolce cosa". In queste ore venendo dal digiuno, in queste ore muovendo verso la condivisione del pane frutto della benignita' della natura e del lavoro umano, a tutte e tutti giunga, sorelle e fratelli, un saluto di pace. 12. POESIA E VERITA'. SOPHIA DE MELLO BREYNER ANDRESEN: ESILIO [Da AA. VV., Da Pessoa a Oliveira. La moderna poesia portoghese, Accademia, Milano 1973, p. 326, la traduzione qui sotto e' nostra. Sophia de Mello Breyner Andresen, nata a Porto nel 1919, ha scritto vari volumi di versi, non abbiamo altre informazioni oltre quelle ricavabili dalla scheda di presentazione nel libro citato alle pp. 320-321, e ce ne scusiamo] Quando la patria nostra non e' nostra perduta per silenzio e per rinuncia diventa esilio anche del mar la voce e intorno a noi la luce si fa sbarre. 13. RIVISTE. SOMMARIO DI "AZIONE NONVIOLENTA" DI DICEMBRE [Riceviamo e volentieri diffondiamo] Sta per uscire il numero di dicembre 2002 di "Azione Nonviolenta", rivista mensile del Movimento Nonviolento, di formazione informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo, fondata da Aldo Capitini nel 1964. Questo numero e' dedicato ai trenta anni della legge sull'obiezione di coscienza: 1972-2002. Chi volesse chiederne una copia saggio puo' farlo per e-mail: azionenonviolenta at sis.it In questo numero: - Editoriale di Mao Valpiana; - Prigionieri per la Pace: albo d'onore 2002 (a cura di War Resisters' International); - Un diritto umano non riconosciuto: l'obiezione di coscienza nel Caucaso e in Asia Centrale (a cura di War Resisters' International); - L'obiezione di coscienza e il nuovo servizio civile volontario (interviste a cura di Elena Buccoliero); - Cosi' trenta anni fa scrivevamo su queste stessa pagine (tratto da "Azione nonviolenta" del dicembre 1972); - La guerra di Piero (intervista a Pietro Pinna di Mao Valpiana); - Lula: un operaio Presidente che promette "fame zero" (di Gabriele Colleoni); - Scorie radioattive, l'eredita' inquinante della guerra fredda (di Paolo Bergamaschi); - Le dieci parole della nonviolenza per fare un cammino comune: "Amore" (di Lev Tolstoj). E poi le consiete rubriche: - Lilliput (Massimiliano Pilati); - Educazione (Angela Dogliotti Marasso); - Economia (Paolo Macina); - Cinema (Flavia Rizzi); - Musica (Paolo Predieri); - Storia (Sergio Albesano); - Alternative (Gianni Scotto). La redazione di "Azione nonviolenta" e' in via Spagna 8, 37123 Verona; abbonamento annuo 25 euro sul ccp n. 10250363, oppure bonifico bancario sul c/c n. 9490570 Unicredito, Agenzia di Borgo Trento, Verona Cab 11718 Abi 06355, intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, Verona. Per contatti: tel. 0458009803, fax 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org 14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 15. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti, la e-mail e': azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: lucben at libero.it; angelaebeppe at libero.it; mir at peacelink.it, sudest at iol.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it. Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per non ricevere piu' questo notiziario e' sufficiente inviare un messaggio con richiesta di rimozione a: nbawac at tin.it Numero 430 del 29 novembre 2002
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