Chiamiamo il 113
- Subject: Chiamiamo il 113
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 20 Oct 2002 12:43:33 +0200
| Comunicato stampa   Inviamo 
come anticipazione l'editoriale del direttore del "Centro di ricerca per la 
pace" di Viterbo, Peppe Sini, che apparira' nel numero di domani del notiziario 
telematico quotidiano "La nonviolenza e' in 
cammino".   Con 
preghiera di esame e di diffusione.   Centro di ricerca per la 
pace strada S. Barbara 9/E, 01100 
Viterbo tel. 0761353532, e-mail: 
nbawac at tin.it   Viterbo, 20 ottobre 
2002   * * *   PEPPE 
SINI: IL COLPO DI STATO E LA RESISTENZA 
NONVIOLENTA   Anche 
illustri personalita' sono cadute in trappola: hanno accettato di discutere 
sulla violazione dell'articolo 11 della Costituzione come se si trattasse di 
cosa su cui si puo' discutere. ed invece c'e' solo da chiamare il 113 e mandarlo 
a casa dei golpisti.   Poiche' 
occorre ricordare che l'articolo 11 della Costituzione, che in modo assoluto 
ripudia la guerra sia come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli 
sia come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, fa parte di 
quei "principi fondamentali" della Carta su cui si fonda il nostro ordinamento 
giuridico che sono immodificabili se non con un colpo di 
stato.   Che si 
permetta ai signori Berlusconi e D'Alema di teorizzare il colpo di stato e' 
davvero troppo. Che si 
permetta al governo e al parlamento di violare impunemente l'articolo 11 della 
Costituzione (con la ripetuta criminale partecipazione italiana a scellerate 
guerre dal '91 in qua) e' davvero troppo. Che si 
permetta al capo dello stato di tradire il suo compito di supremo garante della 
legalita' costituzionale e farsi complice dei golpisti - come e' ripetutamente 
avvenuto in questi ultimi anni - e' davvero 
troppo. Che si 
permetta alla magistratura di far finta di niente mentre la legalita' 
costituzionale e' massacrata, lo stato di diritto e' distrutto, la democrazia e' 
aggredita da una banda di gangster in doppiopetto nelle persone di coloro che 
pro tempore rappresentano governo, parlamento e capo dello stato, persone le 
quali hanno precipitato e nuovamente spingono l'Italia verso la guerra illegale 
e immorale, stragista e golpista, e' davvero 
troppo.   E 
allora bando alle ciance: occorre resistere, in difesa della pace e della 
democrazia, in difesa della legalita' costituzionale e del diritto 
internazionale, in difesa sia delle vite umane delle vittime designate delle 
guerre, sia della dignita' e della civilta' del nostro paese, sia della nostra 
gia' cosi' ferita comune umanita'. Occorre 
opporsi alla guerra: in nome del diritto alla vita di ogni essere umano, e in 
nome della difesa delle leggi buone e giuste. Ed occorre che questa opposizione 
alla guerra sia limpida ed intransigente, che sia una resistenza 
nonviolenta.   E 
frattanto chiamiamo il 113 e informiamolo che ci sono in giro per l'Italia dei 
golpisti dalle mani sporche di sangue.   * * 
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