ANCH’IO, NEL MIO PICCOLO, MI SONO VERGOGNATA



ANCH’IO, NEL MIO PICCOLO, MI SONO VERGOGNATA

In molti, da Alex Zanotelli a Gino Strada, hanno detto di vergognarsi di essere italiani. Io non l’ho mai detto! Principalmente perché, essere italiana per me è un concetto vago, un po’ astratto. Ma, quando, una cara amica mi ha comunicato ciò che è accaduto nel Consiglio Comunale, di venerdì 27 settembre, ad Ispra; io mi sono vergognata di essere isprese!

Ispra è un paese, in provincia di Varese, che si affaccia sulla sponda magra del lago Maggiore. Io non vivo più lì da vent’anni; ma è lì che, da sempre e per sempre, affondano le mie radici. Sono nata ad Ispra, così come mia madre e mio padre e i miei nonni paterni e i bisnonni e i trisavoli e tutta la stirpe dei miei antenati fin dove c’è documentazione scritta e sicuramente anche più in là... E’ sempre stato, per me, motivo d’orgoglio dire: "sono un’isprese". Adesso non lo è più!

Nel sopracitato Consiglio Comunale, quando un Consigliere di Rifondazione ha presentato una mozione contro la guerra, il Vicesindaco ha sventolato una bandiera americana.

Mi vergogno dunque di essere isprese e per la prima volta, dopo vent’anni, sono felice di non vivere lì e di non aver nulla da spartire con chi dovrebbe rappresentare gli abitanti di quel paese.

Mi rabbrividisce l’idea che anche ad Ispra per qualcuno il petrolio è più importante della pace e che le vite dei bambini palestinesi, afgani ed iracheni valgono così poco da non essere nemmeno tenute in considerazione.

Mi dispiace tantissimo che questo servilismo assurdo nei confronti di una nazione che, non solo non tiene conto della vita dei suoi "nemici", ma che adotta per i suoi connazionali la pena di morte, sia giunto anche a "casa mia".

Mi chiedo quando, passeggiando lungo le rive del mio lago, potrò risentirmi in simbiosi con esso. E soprattutto mi chiedo quando, fra noi che vogliamo la pace e che siamo sempre e comunque dalla parte dei più deboli e loro che vogliono la guerra e che sono sempre e comunque dalla parte dei più forti, si potrà tornare a parlare da persone civili.

Elisabetta Caravati

"Noi misuriamo il tempo sul movimento di innumerevoli soli. Loro invece misurano il tempo con minuscoli apparecchi in tasche minuscole. Ora ditemi voi se è mai possibile incontrarci nello stesso posto e alla stessa ora."

(G. Khahil Gibran)