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Tomas Baldino: Terrorismo e nuovo ordine mondiale
- Subject: Tomas Baldino: Terrorismo e nuovo ordine mondiale
- From: Carlo Gubitosa <c.gubitosa at peacelink.it>
- Date: Sun, 11 Nov 2001 13:53:43 +0100
TERRORISMO E NUOVO ORDINE MONDIALEdi Dom Tomás Baldíno, vescovo emerito di Goiás e presidente della Commissione Pastorale della Terra.
Il drammatico episodio che ha distrutto totalmente le torri gemelle di Nuova York, lo squarcio profondo nell'edificio del Pentagono e la spaventosa e immediata reazione del governo degli Stati Uniti, espongono al mondo intero, in maniera più chiara e dettagliata, tre tipi di terrorismo. In primo luogo, il terrorismo imprevedibile, praticato da autori anonimi, invisibili e che, per il raggiungimento dei loro obiettivi e mossi da odio implacabile, usano mezzi odiosi, senza legge, senza etica, fanatici suicidi, crudeli e sanguinari. Terrorismo che dispone di enormi risorse, utilizza la più moderna tecnologia, programma i suoi interventi a lungo termine e li mantiene nel più assoluto segreto. I coautori che sono ancora vivi, vale a dire, quelli che non furono incorporati agli aerei- bomba, anche se braccati da ogni parte, non saranno forse orgogliosi per la sorprendente precisione degli attacchi, articolati in provocante complessità di innumerevoli variabili? Non staranno esultando per la mole di spazio gratuito che si sono guadagnati nel sistema mediatico internazionale? Non staranno infine gustando il trantran delle conseguenze molto più pe-santi dell'impatto iniziale, e cioè la ricerca ansiosa e dolorosa dei resti mortali, come pure la costosissima rimozione delle macerie dell'apocalittica devastazione? L'altro terrorismo è quello visibile, ufficiale, statale, imperiale, legale, magniloquente, mobilizzatore di Forum internazionali e dei mass media mondiali alla conquista dell'opinione pubblica, per l'esecrazione del terrorismo detto sopra e del parere favorevole e solidale con lo stato colpito e con le vittime innocenti. In virtù del diritto di guerra, utilizza risorse enormi, dichiarate o no, con o senza l'avallo del potere legislativo e ai confini di quello giudiziario. Mette in moto tattiche segrete, il più delle volte a-etiche, sporche e malvagie. Agisce velocemente e ininterrotta-mente, attraverso la diplomazia tra stati alleati o attraverso interventi militari o economici con i paesi esitanti. Usa la corruzione, grossi premi individuali, la violazione della privacy, incarcerazioni e soprattutto tortura e assassinio. Qui vale la legge della convenienza. Dopo questa umiliazione che ha ferito profondamente il simbolo del gigantesco potere economico-militare nordamericano e ha messo a nudo i suoi piedi di creta, il terrorismo ufficiale passa all'azione con autoritarismo prepotente, con arroganza e disprezzo. Procede mosso da spirito di vendetta e assetato di un bagno di sangue. Dichiara una guerra insana a qualche capro espiatorio storico, alcuni dei quali antichi alleati e alunni ben istruiti e allenati. E approfitta per fare, davanti al mondo intero, l'oscena ostentazione trionfalistica del suo arsenale bellico. E va dritto avanti, con assoluto disprezzo delle Nazioni degli altri, specie di quelle dei poveri e affamati, e poggia, molte volte, sul servilismo dell'apparato militar-poliziesco di paesi subalterni, come il Brasile, copiatori dell'intolleranza di moda oggi contro arabi e musulmani. E' questo il terrorismo che il mondo ha già ripudiato con l'olocausto degli Ebrei, compiuto dal governo di Hitler e con lo sganciamento della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki. Questa è la lettura che si fa dei trenta anni di politica ostinatamente parziale degli Stati Uniti, nell'incancrenito conflitto tra israeliani e palestinesi, rendendolo sempre più distante dalla pace. Sono le centinaia e centinaia di umilianti interventi degli stessi Stati Uniti in alcuni paesi dell'America del sud e nei Caraibi, dal 1982 ad oggi, inclusi i vari colpi di stato. Incluso pure il castigo del vergognoso blocco economico inflitto a Cuba dal 1961. Tutto questo terrorismo viene farisaicamente proclamato in nome della "libertà" e della "democrazia", della "civiltà cristiana" e perfino di "Dio".
Il terzo terrorismo. Gli analisti sociali considerano il modello economico neoliberista come responsabile dell'attuale situazione di povertà, miseria ed esclusione di un miliardo di persone - un quinto dell'umanità - e della condanna a morte di milioni, vittime della fame, causata dalla concentrazione incredibile di ricchezza nelle mani di pochi, causata dalla politica di supremazia del mercato. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), che in pratica ha soppiantato l'Organizzazione delle nazioni Unite (ONU), è diventato il grande manovratore di questa politica equivoca, imperialista e perversa. Nell'aspro dialogo tra i membri del Forum sociale Mondiale di Porto Alegre, in gennaio di quest'anno, e i rappresentanti degli otto paesi più ricchi del mondo, riuniti a Davos, è caduta come una bomba l'accusa di "assassini" lanciata a quella élite di servitori dell'idolo Moloc, il dio denaro, sacrificatore di esseri umani. Questo è il terrorismo che oggigiorno ammazza di più nel mondo. Ammazza uomini e donne, ammazza pure la "Madre Terra, la sorella Acqua, preziosa e casta, il frate Vento e l'aria e il Tempo", come cantava il serafico Francesco di Assisi. Il mondo non perdona Bush, che si è ricusato di firmare il trattato di Kyoto. E l'ha fatto per non rinunciare al lucro economico delle industrie nordamericane, anche se il pianeta soffre un catastrofico effetto serra.
E l'umanità? Dovrà essa restare nella totale insicurezza in balia della crudeltà di questi terrorismi? Dalla guerra intrinsecamente immorale, si può solo aspettare il peggio per tutto il popolo, soprattutto per i vinti, ma anche certamente per i vincitori. Pertanto, né strapotere legale, egemonico, politico e bellico, né contropotere illegale, clandestino, violento. Come uscirne, allora? Strano che con tanta riflessione, perfino scientifica, su quell'episodio di orrore, del giorno 11 settembre e sulle rabbiose reazioni guerriere, poco o nulla si sia parlato della improcrastinabile necessità di istituire una Società Internazionale del Diritto e della Giustizia e di un Nuovo Ordine Mondiale. Dov'è l'Onu? Che ha detto a proposito della precipitosa dichiarazione di questa prima guerra del secolo XXI? E' vero che è stato costretto a sospendere l'azione umanitaria che stava svolgendo per gli affamati dell'Afghanistan? Non sarebbe ora di rivedere la lamentabile struttura delle Nazioni più disunite che unite nell'intollerabile disuguaglianza del diritto di cariche e di voto, in quest'epoca di universale rivendicazione di libertà e uguaglianza? E il tribunale dell'Haja? E' rimasto per sempre degradato dopo che il presidente Reagan si beffò con superbia della condanna di un'azione criminosa del suo governo ai danni del Nicaragua? Sappiamo che la seconda sessione del Forum Sociale Mondiale, prevista per gennaio del 2002 a Porto Alegre, dovrà approfondire il fecondo orizzonte del Nuovo Ordine Mondiale e della Giustizia. Invochiamo lo Spirito di Dio perché irrompa in quella magnifica moltitudine, proveniente dai quattro angoli del mondo, come una nuova Pentecoste carica di speranza, di vita, di allegrie e di pace.
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