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La nonviolenza e' in cammino. 245
- Subject: La nonviolenza e' in cammino. 245
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sun, 30 Sep 2001 21:55:26 +0200
LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 245 del primo ottobre 2001 Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini, ancora un appello alle idee chiare e distinte 2. Severino Vardacampi, ancora sulle tre cose da fare per impedire la guerra 3. Luce Irigaray, sui miti 4. Ursula K. Le Guin, tutto quello che so 5. Khalida Messaoudi, un delitto 6. "Sbilanciamoci": le iniquita' nella Legge Finanziaria 2002 7. Notizia biobibliografica di Marianella Sclavi (con le sue "sette regole dell'arte di ascoltare") 8. Letture: Ralf Dahrendorf, Dopo la democrazia 9. Letture: Simona Forti, Il totalitarismo 10. Letture: George Steiner, Nessuna passione spenta 11. Per studiare la globalizzazione: da Giuliana Saladino a Walter Salles 12. Indice dei numeri 215-244 (settembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino" 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento 14. Per saperne di piu' 1. 1. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: ANCORA UN APPELLO ALLE IDEE CHIARE E DISTINTE Cerchiamo innanzitutto di dire con semplicita' ed esattezza cosa la crisi attuale non e', e non deve diventare. a) Non e' e non deve diventare uno scontro di civilta', una guerra di religione, un conflitto armato tra nord e sud del mondo, una guerra senza quartiere e senza frontiere di tutti contro tutti; b) non e' e non deve diventare la legittimazione del terrorismo come metodo di azione e come soggetto politico; c) non e' e non deve diventare la cancellazione della dimensione giuridica delle relazioni internazionali. * Sarebbe bene usare il linguaggio con proprieta' e non abusare delle metafore. Parlare di "guerra contro il terrorismo" e' una duplice menzogna: il terrorismo lo si deve perseguire in quanto crimine e non lo si deve legittimare come soggetto belligerante; la logica e il diritto stabiliscono che contro il terrorismo ci deve essere un'azione di polizia internazionale, non una guerra. Parlare di "stati-canaglia" e' un'idiozia prima ancora che un'infamia. Occorre distinguere tra regimi, stati, popoli. Non esistono popoli-canaglia; non esistono stati-canaglia; esistono organizzazioni e regimi criminali. * Sarebbe bene usare prudenza prima di lanciarsi in affermazioni arrischiate. Chi pensa di interpretare la vicenda delle stragi dell'11 settembre unicamente secondo la logica del "cui prodest" commette un errore di superbia (ovvero di stoltezza) intellettuale: attribuisce ad altri uno schema di ragionamento autoreferenziale: pensa che i terroristi suicidi pensino come lui, ma lui non e' un terrorista suicida cosicche' quell'attribuzione e' fallace. Chi pensa di sapere con assoluta certezza quali siano i mandanti e i complici prima ancora che siano state raccolte le prove, siano state vagliate da una corte di giustizia, si sia arrivati a conclusioni certe o almeno ragionevoli, ebbene, e' uno sciocco ignaro dei fondamenti del diritto, delle basi della ricerca scientifica, e dello stesso principio di realta'. Chi pensa di sapere con assoluta certezza cosa occorra fare in una situazione cosi' drammaticamente confusa e' uno stupido presuntuoso, la cui tracotanza intellettuale puo' dar luogo a volizioni sciagurate e ad esiti tragici. * Possiamo invece ragionare su cosa certamente non si deve fare: a) non si deve cadere nella trappola dei terroristi, non si deve reagire secondo lo schema da loro adottato: e quindi non opporre furia a furia, follia a follia, delirio di onnipotenza a delirio di onnipotenza, necrofilia a necrofilia; b) non si deve aggredire un popolo vittima di una dittatura, occorre invece aiutarlo per quanto possibile - nel rispetto del diritto internazionale - a miglorare le sue condizioni di vita, con soccorsi umanitari e con criteri nonviolenti; c) non si deve scatenare una guerra. * E possiamo anche confermare alcune idee che per essere ovvie non cessano di essere vere: a) se il terrorismo riesce a reclutare persone disposte a togliersi la vita ed a toglierla agli altri, occorre impegnarsi affinche' nessun essere umano viva una vita che possa ritenere non degna di essere vissuta; occorre impegnarsi affinche' tutti gli esseri umani provino un sentimento di solidarieta' nei confronti dell'umanita' sentendosi dagli altri esseri umani sostenuti; occorre impegnarsi affinche' il rispetto per la vita umana sia persuasione condivisa e regola di condotta di tutti; b) questo significa abolire la fame e la miseria nel mondo: non e' un programma irrealizzabile: le risorse ci sono, si tratta di utilizzarle e ripartirle a beneficio dell'umanita' intera; c) contro l'autodistruttivita' e distruttivita' umana, occorre in primo luogo la solidarieta', il rispetto e la sollecitudine per ogni essere umano; d) contro l'ignoranza, l'intolleranza, il fanatismo, occorre la comprensione, il dialogo, l'educazione, lo studio, la cultura; e) contro le uccisioni occorre abolire ogni legirttimazione dell'uccidere, occorre quindi abolire la pena di morte ed abolire la guerra, occorre abolire gli apparati e gli strumenti atti a produrre uccisioni: occorre abolire gli eserciti e la produzione di armi. * Sarebbe bene non semplificare i problemi. Essere consapevoli che non e' possibile risolvere con un colpo di bacchetta magica questioni molto aggrovigliate e' il primo passo per affrontare con gli strumenti della ragione e in una prospettiva di intervento responsabile i gravi, enormi problemi che abbiamo di fronte. Poiche' le questioni della democrazia e del diritto in un mondo sempre piu' globalizzato (e sempre piu' frammentato al contempo) sono assai complesse, occorre discutere con pazienza e attenzione sul che fare: - ad esempio: quali debbano essere le strategie di intervento del resto dell'umanita' (istituzioni ma anche popoli, movimenti, persone) in difesa dei diritti umani ed a promozione del diritto alla vita e della dignita' umana nei confronti dei paesi oppressi da regimi autocratici; - ad esempio: come far diventare la gestione nonviolenta dei conflitti una risorsa primaria delle relazioni internazionali e degli interventi nelle aree di crisi; - ad esempio: come uscire da un modello di sviluppo palesemente insostenibile che condanna a una vita miseranda i quattro quinti dell'umanita', lede irreversibilmente i diritti delle generazioni future, sta provocando il collasso della biosfera. E' certo che occorre opporsi agli approcci mitologici, irrazionalisti, particolaristi; e' certo che occorre opporsi all'etnocentrismo (come anche all'esotismo, che e' l'altra faccia del razzismo). E' certo che occorre sviluppare una consapevolezza della decisivita' della dimensione giuridica dei rapporti tra le persone, i gruppi, i popoli, le istituzioni, consapevolezza che e' tuttora assolutamente troppo carente. Molto rilievo si e' dato in passato alla dimensione religiosa e culturale; molto alla dimensione politica; molto alla dimensione economica: tutte cose importantissime, va da se': ma e' giunto il momento di un impegno particolare di approfondimento e proposizione sul piano specifico della dimensione giuridica. * Occorre un atteggiamento limpido: - se pensiamo che ogni essere umano ha il diritto di vivere, dobbiamo negare a tutti il diritto di uccidere, e concretamente dobbiamo cominciare a liberare il mondo dagli strumenti, gli apparati e le organizzazioni che al fine di uccidere sono ordinati o comunque l'uccidere comprendono nel loro repertorio di scelte, di tecniche e di risorse; - se pensiamo che infliggere sofferenza sia un male, occorre elaborare strategie e tecniche nonviolente di intervento nei conflitti e gestione di essi che la violenza ripudino ed efficacemente contrastino; - se pensiamo che - come peraltro stabilisce ad esempio la Costituzione della Repubblica Italiana - la liberta' e la dignita' delle persone, ovvero l'affermazione dei diritti di ogni essere umano, abbisogna non di una mera altrui astensione (il semplice neminem laedere) ma di un concreto aiuto, di una effettuale ed organizzata e pubblicamente garantita solidarieta' (ai diritti cosiddetti di liberta' affiancandosi - ad inverarli - i diritti economici e sociali), ne consegue il ripudio di ogni condotta omissiva; - se vogliamo affermare l'uguaglianza di diritti di ogni essere umano, ad ognuno dobbiamo riconoscere la sua unicita', e quindi la sua peculiare diversita'; se vogliamo affermare l'universalita' della dignita' umana, allora dobbiamo rispettare l'alterita' di ogni essere umano (Levinas); - occorre considerare gli altri esseri umani sempre come fini e mai come mezzi (Kant); occorre che ognuno si senta responsabile di tutto (Milani); occorre applicare il principio responsabilita' (Jonas) che potremmo sintetizzare cosi': fai solo quell'azione le cui conseguenze sei certo che siano buone (e nel dubbio: opponiti al progetto); - occorre opporsi sempre alla violenza, nel modo piu' energico, nitido ed intransigente: con la nonviolenza, che e' la forma di lotta la piu' radicalmente avversaria della violenza, che ad essa violenza totalmente si oppone, rifiutandosi di riprodurla, contrastandola su ogni piano. Di fronte alla ferocia sanguinaria del terrorismo, delle dittature e delle guerre, di fronte alla violenza dispiegata, la vilta', l'omissione, la diplomazia non servono: occorre resistere e combatterla quella violenza, nell'unico modo efficace, che nell'eta' atomica (Anders) e' anche l'unico modo possibile: con la nonviolenza. * Per non concludere. Occorre dunque la scelta della nonviolenza come proposta morale, metodologica, strategica, sociale, politica, antropologica; come guida per l'azione nei rapporti interpersonali, nell'interazione sociale, nelle relazioni tra i singoli, i gruppi, i popoli, le istituzioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 2. RIFLESSIONE. SEVERINO VARDACAMPI: ANCORA SULLE TRE COSE DA FARE PER IMPEDIRE LA GUERRA [Severino Vardacampi e' uno dei collaboratori del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo] Se la guerra verra' scatenata e se l'Italia partecipera' alla guerra (in violaizone di quanto esplicitamente disposto dalla legge fondamentale del nostro ordinamento, la Costituzione della Repubblica Italiana), sara' dovere di ogni persona di volonta' buona opporsi alla guerra e alla violazione della legalita' costituzionale. Tre cosa a nostro avviso occorrera' fare: 1. Opporsi all'apparato bellico con l'azione diretta nonviolenta; 2. Opporsi al governo fellone con la disobbedienza civile di massa; 3. Costringere il potere esecutivo, il potere legislativo e il capo dello Stato a recedere dalla guerra ed a ripristinare la vigenza della legalita' costituzionale, bloccando le attivita' del paese con uno sciopero generale contro la guerra. Queste tre iniziative richiedono una intensa e severa preparazione. All'azione diretta nonviolenta possono prendere parte solo persone persuase della nonviolenza e adeguatamente preparate ad azioni che devono essere perfettamente organizzate e pubblicamente annunciate fin nei dettagli con largo anticipo. La disobbedienza civile va preparata con estrema attenzione e la partecipazione deve essere legata ad una completa consapevolezza del suo significato e delle sue conseguenze sia rispetto alla macchina amministrativa pubblica, sia in termini economici, civili e penali per coloro che vi aderiscono; ovviamente non possono partecipare neppure all'azione di disobbedienza civile persone animate da intenzioni non limpide e che non condividano rigorosamente il programma e le regole di condotta proprie di un'azione intesa a salvare vite umane, a far rispettare la legalita' costituzionale tradita da autorita' fedifraghe, e che ha come priorita' metodologica quella di non fare del male a nessun essere umano. Lo sciopero generale va preparato per tempo: quanti sono iscritti ad organizzazioni sindacali chiedano alle loro organizzazioni di prendere in considerazione questo impegno qualora la guerra venisse scatenata; tutti comunque ci si predisponga allo sciopero e si inizi a diffondere la proposta e a discuterla ovunque; tutti si cominci a valutare concretamente come promuoverlo, organizzarlo, sostenerlo, argomentarlo adeguatamente. 3. FRASI COLTE AL VOLO. LUCE IRIGARAY: SUI MITI [Da Luce Irigaray, Io, tu, noi. Per una cultura della differenza, Bollati Boringhieri, Torino 1992, p. 21. Luce Irigaray e' una delle piu' influenti pensarici contemporanee] Le interpretazioni di Marx e di Freud sono insufficienti perche' restano legate a una mitologia patriarcale che non si mette in discussione. Il patriarcato, cosi' come la fallocrazia che lo accompagna, sono in parte dei miti che si considerano l'unico ordine possibile, senza alcuna presa di distanza. Da cio' deriva la nostra tendenza a immaginare che i miti rappresentino delle realta' secondarie, mentre sono una delle espressioni principali di cio' che organizza la societa' in una data epoca. 4. FRASI COLTE AL VOLO: URSULA K. LE GUIN: TUTTO QUELLO CHE SO [Ursula K. Le Guin e' una grandissima scrittrice, forse la piu' grande tra quanti scrivono narrativa di fantascienza. Il brano che segue abbiamo estratto da La fantascienza e la signora Brown, Editori Riuniti, Roma 1985, p. 43] Tutto quello che so e' che stiamo qui e che siamo consapevoli di cio', e che e' d'uopo che ne siamo consapevoli, che vi facciamo attenzione. Perche' non siamo oggetti. Questo e' fondamentale. Noi siamo soggetti, e chiunque di noi ci tratti come oggetti agisce in modo inumano, errato, contro natura. 5. FRASI COLTE AL VOLO: KHALIDA MESSAOUDI: UN DELITTO [Da Khalida Messaoudi, Una donna in piedi, Mondadori, Milano 1997, p. 155. Kalida Messaoudi e' un'intellettuale algerina impegnata contro l'integralismo sgozzatore e il militarismo autocratico; gli integralisti del FIS nel 1993 l'hanno condannata a morte per il suo impegno democratico] L'integralismo, come il razzismo, non e' un'opinione, e' un delitto. 6. INFORMAZIONE. "SBILANCIAMOCI": LE INIQUITA' NELLA LEGGE FINANZIARIA 2002 [Dalla campagna "Sbilanciamoci" (e-mail: sbilanciamoci at lunaria.org, sito: www.lunaria.org/sbilanciamoci) riceviamo e volentieri diffondiamo] La proposta di Legge Finanziaria approvata dal Consiglio dei Ministri si presenta come una delle piu' pesanti tra quelle degli ultimi dieci anni. La manovra da 33 mila miliardi di lire che essa accompagna e' solo una parte della vera Finanziaria che il governo sta predisponendo fin dai primi mesi del suo insediamento. Se, infatti, alle misure appena presentate si sommano quelle del cosiddetto "Pacchetto 100 giorni" si scopre che la manovra complessiva supera gli 80 mila miliardi, andando oltre il 3,2% del PIL previsto per il 2002. A tale cifra si arriva considerando, tra gli altri, le mancate entrate che deriveranno dalla Tremonti-bis (almeno 15 mila miliardi) e dai condoni e sanatorie ambientali (6 mila miliardi) e considerando le maggiori spese previste nel piano delle grandi opere (almeno 20 mila miliardi l'anno). Il risultato di questa manovra sara' pesante per gli effetti sul sistema della distribuzione dei redditi e dei servizi di welfare, che inaspriranno le iniquita' sociali ed economiche. I benefici andranno tutti ai ceti piu' alti, e l'innalzamento delle pensioni minime raggiungera' solo una ridotta percentuale degli oltre 8 milioni di poveri del nostro paese. L'Italia continuera' ad essere il fanalino di coda in Europa per quanto riguarda le spese per assistenza (solo l'1,6% del PIL contro il 5,1% dell'UE), per sanita' (5,7% contro 7,1%), per la protezione dell'ambiente (0,2% contro 0,6%), per la cooperazione allo sviluppo (0,1% contro 0,6%). L'unico comparto in cui la spesa pubblica aumenta e' quello della difesa (+ 15%), che sfrutta i venti di guerra per finanziare un sistema corporativo e di privilegi. La campagna "Sbilanciamoci", composta da 30 organizzazioni della societa' civile, vuole dimostrare che un altro mondo e' possibile anche nelle scelte di finanza pubblica. Rovesciando le priorita' e' possibile realizzare politiche sostenibili ed usare la spesa pubblica per la societa', la pace, l'ambiente, la solidarieta' internazionale. Il prossimo 17 ottobre sara' presentato il Rapporto 2002 della campagna che conterra' analisi e proposte concrete per una Legge Finanziaria piu' equa e sostenibile. "Sbilanciamoci" e' promossa da: Anpas, Antigone, Arci, Arci Servizio Civile, Associazione Ambiente e Lavoro, Associazione Obiettori Nonviolenti, Associazione per la Pace, Auser, Campagna per la Riforma della Banca Mondiale, Cipsi, Cittadinanzattiva, Cnca, Cocis, Ctm-Altromercato, Donne in nero, Emergency, Emmaus, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Legambiente, Lila, Lunaria, Mani tese, Medici senza frontiere, Pax Christi, Seniores Italia, Uisp, Unione degli Studenti, Unione degli Universitari, WWF. 7. MATERIALI. NOTIZIA BIOBIBLIOGRAFICA DI MARIANELLA SCLAVI (CON LE SUE "SETTE REGOLE DELL'ARTE DI ASCOLTARE") [Ringraziamo Marianella Sclavi, prestigiosa antropologa e formatrice, per averci messo a disposizione questa notizia biobibliografica. Per contatti: msclavi at libero.it] Marianella Pirzio Biroli Sclavi e' docente di etnografia urbana e antropologia culturale al Politecnico di Milano. * Nata a Rimini il primo novembre del 1943, diplomata alla John Hopkins High School di Minneapolis, Minnesota, Usa, nel 1961-62, laureata in sociologia generale (magna cum laude) alla Facoltà di Sociologia di Trento nel 1968. Responsabile organizzativa della American Field Service: New York, zona di Larchmont-Mamaroneck: 1985-88. Corsi di perfezionamento: negli Usa, 1984-1989, ha seguito corsi di Etnometodologia con il prof. L. Churchill presso la Graduate School del CUNY, e di Listening con il prof. D. Borisoff presso la New York University. Ricerche sul campo: - "Due licei", Larchmont-Mamaroneck, 1986-87, a New York e al centro di Roma. Ricerca etnografica nella quale ha messo a punto e praticato la tecnica dello "shadowing" ispirata da Truman Capote. - Ricerca nel Sud Bronx, ottobre 1991 - marzo 1992, presso le associazioni dei Nuovi Pionieri Urbani e Pratt Institute (Ron Schiffman) con lo "shadowing" (seguire una persona nella sua vita quotidiana con una metodologia di osservazione guidata dall'arte di ascoltare). E' incaricata di Sociologia Urbana, Antropologia Urbana e Antropologia Culturale presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. E' membro del Board of Advisors del Grameen Foundation Program di microcredito in Kosovo, con i prof. Marco Vitale e prof. Carlo Borgomeo, per conto della Missione Arcobaleno, fondi privati. L'incarico riguarda il periodo 2000-2003. * E' esperta in tecniche comunicative in situazioni conflittuali e complesse; ascolto attivo, autoconsapevolezza emozionale, gestione creativa dei conflitti. In questa veste tiene corsi di formazione rivolti a operatori sociali, impiegati e dirigenti di varie Pubbliche Amministrazioni che operano in quartieri a rischio e/o di tensione interetnica. Ai vigili di quartiere di Milano e loro dirigenti, a studenti e insegnanti di ogni ordine e grado (sedi principali: Venezia-Mestre, Brescia, Bergamo, Milano, Torino, e occasionalmente: in varie città dell'Emilia Romagna, Napoli - associazione Quartieri Spagnoli). Esperta di ascolto attivo in programmi di progettazione partecipata del territorio nei quartieri periferici. In questa veste e con questo approccio con l'associazione "Avventura Urbana" di Torino ha realizzato: a) progetto di riqualificazione del quartiere popolare "Arquata" di Torino, al quale sono stati assegnati 20 miliardi di un contratto di quartiere, attualmente in corso di realizzazione; b) partecipazione come esperta di ascolto del territorio del piano di accompagnamento sociale di un PRU (Progetto Recupero Urbano) in due zone periferiche di Corso Grosseto nell'ambito del "Progetto Speciale Periferie" del Comune di Torino; c) consulenza alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil Regione Piemonte, per un progetto di "sicurezza urbana" nel quartiere Barriera di Milano, progetto che verrà gestito direttamente dalle organizzazioni sindacali dei pensionati in collaborazione con il Comune, le associazioni dei commercianti e le altre associazioni di volontariato e non, presenti sul territorio. * Pubblicazioni 1. Volumi più recenti e seconde edizioni - Arte di ascoltare e mondi possibili. Come si esce dalle cornici di cui siamo parte, Le Vespe, Milano 2000; - La signora va nel Bronx, Le Vespe, Milano 2000 (prima edizione: Anabasi, Milano 1994); - A una spanna da terra. Indagine comparativa su una giornata di scuola negli Stati Uniti e in Italia e i fondamenti di una metodologia umoristica, Feltrinelli, Milano 1994 (prima edizione: Feltrinelli, Milano 1989). 2. Altri volumi (dal 1990 in poi) - Ridere dentro. Un seminario sull'umorisno in carcere, Anabasi, Milano 1993; - Marianella Sclavi e Paolo Perticari (a cura di), Il senso dell'imparare, Anabasi, Milano 1994; - Nel corso del 1999 coordina una équipe di altre cinque ricercatrici che producono il volume, "narrato da sei donne", Mario Mosca: C'era una volta la classe operaia, Unicopli, Milano (le altre ricercatrici sono: Bianca Beccalli, Ida Faré, Marina Piazza, Mariuccia Giacomini e Bonatella Borghesi). 3. Articoli (dal 1990 in poi) - Due modi di guardare. Per una metodologia umoristica nelle scienze sociali, in Marco Ingrosso (a cura di), Itinerari sistemici nelle scienze sociali. Teorie e bricolage, Franco Angeli, Milano 1990, pp. 275-288; - Seguendo un'altra donna come un'ombra... Un rapporto fra donne che nasce da una metodologia umoristica, in "Memoria", n. 32, 1991, pp. 67-80; - Ma noi, siamo cinesi?, introduzione al libro di Howard Gardner, Aprire le menti, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 7-19; - Il ruolo delle emozioni e dell'umorismo nella ricerca sociologica. Una lettura femminista di Gregory Bateson, in "Critica Sociologica", primavera 1993, pp. 40-54; - Insegnamenti impliciti ed espliciti nella scuola italiana e in quella statunitense, in Paolo Perticari e Marianella Sclavi (a cura di), Il senso dell'imparare, Anabasi, Milano, 1994, pp 39-63; - Pregiudizio, conoscenza e convivenza, in "Pluriverso", dicembre 1995, pp. 86-96; - L'arte di narrare e l'emergere di una rappresentazione interculturale del mondo, in "Animazione Sociale", n. 3, marzo 1996, pp. 50-57; - Cosa ho ascoltato nel Bronx. E come, in Bernardo Secchi (a cura di), Laboratorio-Prato PRG/1, Alinea, Firenze 1996, pp. 15-17; - La sindrome burn-out da IACP, in "Animazione Sociale", ottobre 1996, pp. 31-39; - La Strategia delle Termiti. Scuole a rischio: una proposta, in "Linea d'ombra", dicembre 1996, pp. 12-15; - Un approccio antropologico per la spazializzazione della Teoria Critica (An anthropological approach to the spatialization of Critical Theory) in "qa 19", Quaderni del Dipartimento di Progettazione dell'Architettura del Politecnico di Milano, marzo 1997 , pp. 64-69; - Al tè della Tartaruga (Metalogo su umorismo ed empatia), in "aut aut", novembre-dicembre 1997, pp. 109-115; - Il ruolo delle emozioni nella scuola che cambia, in Armellini, Cosentino, Lelario (a cura di), Buone notizie dalla scuola. Fatti e parole del movimento di autoriforma, Nuove Pratiche, 1998; - Shadowing: alcuni piccoli segreti del mestiere, in A. Bergonzoni e M. Cervellati (a cura di), Brogliacci di accoglienza. Racconti minimi e riflessioni sulle prime giornate di scuola , IRRSAE Regione Emilia Romagna, 1998, pp. 183-193; - Linguaggio delle emozioni e vita quotidiana", in "Via Dogana", dicembre 1998; - L'allegra scienza dei narratori interculturali e il gioco delle narrazioni parallele, in "aut aut", maggio-agosto 1999, pp. 203-230. * Appendice: Le sette regole dell'arte di ascoltare Le "sette regole dell'arte di ascoltare" sono un condensato dell'approccio elaborato in circa vent'anni di ricerche epistemologiche e sul campo. 1. Non avere fretta di arrivare a delle conclusioni. Le conclusioni sono la parte piu' effimera della ricerca. 2. Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista. Per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista. 3. Se vuoi comprendere quel che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. 4. Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. Il loro codice e' relazionale e analogico. 5. Un buon ascoltatore e' un esploratore di mondi possibili. I segnali piu' importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perche' incongruenti con le proprie certezze. 6. Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. 7. Per divenire esperto nell'arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l'umorismo viene da se'. 8. LETTURE. RALF DAHRENDORF: DOPO LA DEMOCRAZIA Ralf Dahrendorf, Dopo la democrazia, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. 140, lire 18.000. Un libro-intervista a cura di Antonio Polito in cui il grande sociologo e politologo liberale esprime il suo autorevole punto di vista sulle questioni piu' attuali 9. LETTURE. SIMONA FORTI: IL TOTALITARISMO Simona Forti, Il totalitarismo, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. 140, lire 18.000. Puntuale messa a punto, di grande interesse. Per una seconda edizione suggeriremmo di aggiungere un riferimento ad alcune fondamentali analisi di Franco Basaglia, Elias Canetti, Franco Fortini, Primo Levi, Franca Ongaro Basaglia, Wolfgang Sofsky. 10. LETTURE. GEORGE STEINER: NESSUNA PASSIONE SPENTA George Steiner, Nessuna passione spenta, Garzanti, Milano 1997, 2001 (edizione economica), pp. 358, lire 27.000. Straordinario lettore ed interprete di libri, moralista, saggista finissimo, ogni opera critica di George Steiner e' un dono grande. 11. MATERIALI. PER STUDIARE LA GLOBALIZZAZIONE: DA GIULIANA SALADINO A WALTER SALLES * GIULIANA SALADINO Profilo: intellettuale palermitana (1925-1999), vivida figura dell'impegno civile, militante del movimento operaio e contadino, impegnata nella lotta contro la mafia, giornalista, scrittrice. Opere di Giuliana Saladino: De Mauro: una cronaca palermitana, Feltrinelli, Milano 1972; Terra di rapina, Einaudi, Torino 1977, poi Sellerio, Palermo 2001; Romanzo civile, Sellerio, Palermo 2001. * VARLAM SALAMOV Profilo: vittima dello stalinismo, testimone del Gulag. Opere di Varlam Salamov: I racconti della Kolyma, Adelphi, Milano 1995. * ISAIA SALES Profilo: militante politico, parlamentare, impegnato nella lotta contro i poteri criminali. Opere di Isaia Sales: La camorra, le camorre, Editori Riuniti, Roma 1988, 1993. * SEBASTIÃO SALGADO Profilo: illustre fotografo impegnato per i diritti umani. * GIULIO SALIERNO Profilo: nato a Roma nel 1935, arrestato nel 1954 e condannato per gravi reati, in carcere è riuscito a formarsi sui testi classici del marxismo, è stato liberato nel 1968. Sociologo, impegnato per i diritti e per la liberazione degli oppressi. Opere di Giulio Salierno: Autobiografia di un picchiatore fascista, Einaudi 1976; (con Aldo Ricci), Il carcere in Italia, Einaudi 1971. Cfr. anche: La spirale della violenza, De Donato 1969; Il sottoproletariato in Italia, Samonà e Savelli 1972; La repressione sessuale nelle carceri italiane, Tattilo 1973. * GIOVANNI SALIO Profilo: nato a Torino, segretario dell'IPRI (Italian Peace Research Institute), si occupa da diversi anni di ricerca, educazione e azione per la pace, e' tra le voci piu' autorevoli della nonviolenza in Italia. Opere di Giovanni Salio: Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, Movimento Nonviolento, Perugia; Scienza e guerra (con Antonino Drago), EGA, Torino 1982; IPRI, Se vuoi la pace educa alla pace, EGA, Torino 1983; Le centrali nucleari e la bomba, EGA, Torino 1984; IPRI, I movimenti per la pace, EGA, Torino 1986-1989; Progetto di educazione alla pace, EGA, Torino 1985-1991; Le guerre del Golfo, EGA, Torino 1991; Il potere della nonviolenza, EGA, Torino 1995. Indirizzi utili: Centro Studi "Domenico Sereno Regis", via Garibaldi 13, 10122 Torino, e-mail: regis at arpnet.it * WALTER SALLES Profilo: regista brasiliano. Opere di Walter Salles: segnaliamo almeno Central do Brasil. 12. INDICE DEI NUMERI 215-244 (SETTEMBRE 2001) DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" * Numero 215 del primo settembre 2001: 1. Vandana Shiva, la globalizzazione e' diventata una guerra contro la natura e contro i poveri; 2. Presentazione di Neve' Shalom / Wahat al-Salam; 3. Peppe Sini, due preoccupazioni; 4. Piero Maestri, Roberto Minervino: da Napoli contro la Nato; 5. Per studiare la globalizzazione: da Giuliana Morandini a Toni Morrison; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 216 del 2 settembre 2001: 1. Lanfranco Mencaroni, ricordo di don Lorenzo Milani e di Aldo Capitini; 2. Diana Dimonte, i produttori del commercio equo e solidale; 3. Daniele Lugli: i diritti negati delle bambine e dei bambini, un decalogo per farli vivere meglio; 4. Indice dei numeri 184-214 (agosto 2001) de "La nonviolenza e' in cammino" ; 5. Per studiare la globalizzazione: da Isidoro Mortellaro a Ralph Nader; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'. * Numero 217 del 3 settembre 2001: 1. Tra pochi giorni la presentazione della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza; 2. Tano Grasso: due '"decaloghi" contro l'estorsione e contro l'usura; 3. Maria Luigia Casieri: "Tutti gli animali sono uguali..."; 4. Luce D'Eramo: il suo ultimo barlume d'umanita'; 5. Ottavio Raimondo, alcuni video e libri su Vandana Shiva e i temi della sua riflessione e del suo impegno; 6. Peppe Sini, "un uomo, un voto"; 7. Enrico Euli, per la formazione nonviolenta del movimento che si oppone all'ingiustizia e alle guerre; 8. Raffaello Ugo, una cosa da Genova; 9. "Se hai due pezzi di pane"; 10. Un appello per "uscire dalla gabbia della Nato"; 11. Per studiare la globalizzazione: da Antonio Nanni a Gabriele Nissim; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 218 del 4 settembre 2001: 1. Enrico Peyretti, una proposta pratica per le prossime manifestazioni; 2. Giobbe Santabarbara, cinque tesi sul cosiddetto "popolo di Seattle"; 3. Un viaggio nell'inferno dell'Aids in Zambia; 4. "Utopica" l'8 e il 9 settembre a Torino; 5. Ruth First, le porte senza maniglie; 6. Gro Harlem Brundtland, oggi i bambini di quattro anni chiedono...; 7. Luciano Violante, dodici tesi sulle mafie italiane; 8. Felice Scipioni, ma perche' si dovrebbe leggere? 9. Benito D'Ippolito, Ballata per una Regina morta ammazzata sulla strada tra Tuscania e Tarquinia nell'estate del duemilauno; 10. Una bibliografia essenziale di Giuliano Pontara; 11. Per studiare la globalizzazione: da Paul Nizan a James O'Connor; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 219 del 5 settembre 2001: 1. Pino Martinez, non dimentichiamo padre Puglisi; 2. Davide Melodia, per trasmettere i valori della nonviolenza; 3. Lanfranco Mencaroni, l'esempio di Neve' Shalom / Wahat al-Salam; 4. Miriam Giovanzana: "Genova e oltre", un incontro a Milano l'8 settembre; 5. Fiamma Lolli: il 9 settembre a Magione, in silenzio, per ricordare i desaparecidos; 6. "Finanziare lo sviluppo locale" il 28-29 settembre a Firenze; 7. Benito D'Ippolito, ricordi? 8. "La fame nel mondo spiegata a mio figlio" di Jean Ziegler; 9. Pasquale Pugliese, un sondaggio telematico della Rete di Lilliput; 10. Franco Fortini ricorda Elio Vittorini; 11. Hans Kueng, non c'e' pace senza...; 12. Per studiare la globalizzazione: da Claus Offe a Raimon Panikkar; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 220 del 6 settembre 2001: 1. Anche l'on. Violante esprime attenzione per la proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; 2. Alberto L'Abate, l'intervento civile di pace: alcune iniziative italiane; 3. Benedetta Frare, appuntamenti di TransFair a settembre; 4. Davide Melodia, due parole sui Quaccheri; 5. Michele Nardelli, non ci sono scorciatoie; 6. Silvano Tartarini, Lettera del Governo al Popolo dopo il G8; 7. Pat Patfoort: l'efficacia della nonviolenza; 8. Per studiare la globalizzazione: da Wolfhart Pannenberg a Luisa Passerini; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'. * Numero 221 del 7 settembre 2001: 1. Stefano Ciccone, Michele Citoni: la nonviolenza e le giornate di Genova; 2. Alberto L'Abate scrive ad Achille Occhetto; 3. Lea Melandri, ascoltare e vedere; 4. Lanfranco Mencaroni, una testimonianza sulla prima marcia Perugia-Assisi; 5. Ottavio Raimondo, sentinelle del mattino; 6. Per studiare la globalizzazione: da Pat Patfoort a Leonard Peltier; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 222 dell'8 settembre 2001: 1. Fabio Pipinato, da Durban una speranza per l'Africa; 2. Gianpietro Pegoraro, l'agente di polizia penitenziaria come operatore di mediazione; 3. Aldo Capitini presenta Mohandas Gandhi; 4. Giuliana Martirani, una cultura della liberazione; 5. Giulio Vittorangeli: dopo Genova, e adesso? 6. Per studiare la globalizzazione: da Georges Perec a Tonino Perna; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'. * Numero 223 del 9 settembre 2001: 1. Sergio Di Vita: un aiuto urgente per Benjamin Hegi; 2. Stefano Ciccone: opportunita' di finanziamento per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza; 3. Il programma Oisin II dell'Unione Europea; 4. Il programma Hippokrates dell'Unione Europea; 5. Luigi Tribioli, un'esperienza di mediazione tra studenti; 6. Matteo Pierro, strade d'Europa per ricordare il martirio di pacifici obiettori; 7. Davide Melodia, la "non resistenza", antesignana della nonviolenza; 8. Alfonsina Storni: canta...; 9. Benedetto Vecchi intervista Naomi Klein; 10. Per studiare la globalizzazione: da Michelle Perrot a Guido Petter; 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 12. Per saperne di piu'. * Numero 224 del 10 settembre 2001: 1. "Stop war": appunti d'un manifesto per l'azione politica; 2. Massimo Bricocoli, Marianella Sclavi: sicurezza urbana, gestione dei conflitti ed esperienze di formazione della Polizia Municipale (parte prima); 3. Giuseppe Florio, l'autorita' delle vittime; 4. Per una cultura antimafia: l'esempio di Sergio Turone; 5. Felicia Bartolotta Impastato, per cose giuste e precise; 6. Per studiare la globalizzazione: da Enrico Peyretti a Mario Pianta; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu' * Numero 225 dell'11 settembre 2001: 1. Per una cultura antimafia: l'esempio di Giuseppe Puglisi (con testi di Umberto Santino, Saverio Lodato, Luigi Ciotti); 2. Massimo Bricocoli, Marianella Sclavi: sicurezza urbana, gestione dei conflitti ed esperienze di formazione della Polizia Municipale (parte seconda); 3. Marina Forti intervista Joseph Ki-Zerbo; 4. Ida Dalia, come la vita; 5. Imma von Bodmershof, il vecchio melo; 6. Hildegard Maria Binder, i diciannovenni; 7. Per studiare la globalizzazione: da Gino Piccio a Harold Pinter; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 226 del 12 settembre 2001: 1. Mao Valpiana, non ci sono parole; 2. Davide Melodia, un ritorno all'eta' della pietra; 3. Emily Dickinson, ecco quanto ho io oggi da donare; 4. Lanfranco Mencaroni racconta i Centri di Orientamento Sociale con le parole di Aldo Capitini; 5. Alberto L'Abate, ultime notizie sul corso di laurea in "operatori per la pace"; 6. Massimo Bricocoli, Marianella Sclavi: sicurezza urbana, gestione dei conflitti ed esperienze di formazione della Polizia Municipale (parte terza); 7. Per studiare la globalizzazione: da Giaime Pintor a Franco Pittau; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'. * Numero 227 del 13 settembre 2001: 1. Peppe Sini, solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'; 2. la redazione del mensile "Il foglio", sviluppare la cultura di pace; 3. Giuliano Pontara, guardiamo all'esempio di Gandhi; 4. Peacelink, il nostro dolore; 5. Antonio Bruno, la violenza puo' essere combattuta esclusivamente con la nonviolenza; 6. Flavio Lotti, Nicola Giandomenico: per la pace e la riconciliazione tra tutti i popoli; 7. Enrico Chiavacci, un mondo ridotto a mercato; 8. Christina G. Rossetti, boccioli e bambini; 9. Per studiare la globalizzazione: da Fernanda Pivano a Rocco Pompeo; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'. * Numero 228 del 14 settembre 2001: 1. Peppe Sini, tre tesi sulla violenza; 2. Enrico Peyretti, la guerra non e' giustizia; 3. Albino Bizzotto, la tenerezza dei popoli; 4. Alberto L'Abate, la via della pace e' nella giustizia; 5. Una lettera di Monica Lanfranco (con una proposta di "Progetto Gaia"); 6. Cristina Papa, tra il grido e il silenzio scegliamo la parola; 7. Tiziano Tissino, dopo Manhattan; 8. Federico Ceratti: l'arma strategica contro il terrorismo? La pace, la giustizia, la solidarieta'; 9. Il Tavolo Intercampagne e la Rete Lilliput, per estirpare davvero la violenza del terrorismo; 10. Forum Sociale Mondiale, condanna del terrorismo e solidarieta' al popolo americano; 11. "Movimento Nonviolento" e "Movimento Internazionale della Riconciliazione" del Piemonte e della Valle d'Aosta, contro la violenza senza riprodurla; 12. Una lettera di Luisa Morgantini; 13. Noam Chomsky, un crimine orrendo; 14. Per studiare la globalizzazione: da Giuliano Pontara a Leonidas Proaño; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'. * Numero 229 del 15 settembre 2001: 1. Benito D'Ippolito, cantata a contrasto del terrorista e dell'uomo di pace, pietrificati entrambi. Solo la nonviolenza puo' sciogliere l'incantesimo e salvare l'umanita'; 2. Umberto Santino, la guerra santa del duemila; 3. Alcuni nonviolenti di New York: mentre noi scriviamo...; 4. Dario Fo, Franca Rame, Jacopo Fo: dai una possibilita' alla pace; 5. Sergio Paronetto, un grido silenzioso contro la violenza; 6. Maria Chiara Tropea, di fronte alla tragedia; 7. Davide Melodia, quale risposta al terrorismo; 8. Francesco Comina, e' terribile...; 9. Associazione nazionale "Amici di Aldo Capitini": per un futuro nuovo, la nonviolenza; 10. Una lettera dei cooperanti italiani in Palestina; 11. La Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione: solidarieta' al popolo americano; 12. Per studiare la globalizzazione: da Vladimir Propp a Grattan Puxon; 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 14. Per saperne di piu'. * Numero 230 del 16 settembre 2001: 1. Amos Oz, non facciamoci contagiare dall'odio e dal fanatismo; 2. Alessandro Marescotti, barbari e abominevoli atti; 3. Luciano Benini, dalla strage negli Usa a una nuova convivenza mondiale; 4. Dino Frisullo, dalla parte di tutte le vittime; 5. Le redazioni di Altreconomia, Terre di Mezzo, Peacelink: il tempo del lutto; 6. Massimo Paolicelli, occorre il ripudio della violenza e della guerra; 7. Crescono le adesioni a sostegno della proposta di legge per la formazione e l'addestramento delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza; 8. Marianella Sclavi, le sette regole dell'arte di ascoltare; 9. Appello urgente dell'Universita' di Birzeit; 10. Benedetta Frare, un incontro in Germania; 11. Monica Lanfranco, video di donne sul G8; 12. Ottavio Raimondo, nuove basi di speranza; 13. Maria Teresa Gavazza, cinema tra le colline; 14. A Gualtieri il 28 settembre; 15. Per studiare la globalizzazione: da Guido Quazza a Sergio Quinzio; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 231 del 17 settembre 2001: 1. Silvano Tartarini, un incontro per una riflessione comune; 2. Giobbe Santabarbara, sei risposte; 3. Michele Nardelli, l'assenza di speranza porta alla follia; 4. Alessandro Marescotti, prepararci ad iniziative di pace; 5. Licio Lepore, nell'angoscia piu' profonda; 6. Le donne afghane di "Rawa" oppresse dal regime dei Talebani: no al terrorismo, no alla guerra; 7. In rete il nuovo numero de "Il paese delle donne"; 8. Chiara Schiavinotto, a Treviso forum per la pace in Colombia; 9. Roberto Tecchio, il laboratorio di ricerca e formazione sulla gestione nonviolenta dei conflitti (parte prima); 10. A Cagliari corso sulla gestione positiva dei conflitti; 11. Per studiare la globalizzazione: da Edi Rabini a Etta Ragusa; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 232 del 18 settembre 2001: 1. Benito D'Ippolito, canzone della strada che tutti sappiamo dove va a finire; 2. Mao Valpiana: ne' vendetta ne' perdono: giustizia e pace sono le categorie della politica; 3. Giobbe Santabarbara, appunti sul che fare; 4. Fabiana Bruschi, un incontro per la ricerca di una strategia comune contro la violenza; 5. Domenico Jervolino, lettera aperta ai colleghi dell'universita'; 6. Augusto Cavadi, se fossi Bush; 7. Antonella Sapio: solidarieta' per le vittime, no alla guerra; 8. Felice Scipioni: atrocita' e assassinii per la maggior gloria di Dio? 9. Davide Melodia, un minuto di silenzio on line; 10. Roberto Tecchio, il laboratorio di ricerca e formazione sulla gestione nonviolenta dei conflitti (parte seconda); 11. Per studiare la globalizzazione: da Karl Rahner a Carla Ravaioli; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 233 del 19 settembre 2001: 1. Peppe Sini: come opporsi alla guerra, in sette punti e una postilla; 2. Nanni Salio, persuasi della nonviolenza per sconfiggere ogni terrorismo; 3. Le lettere non spedite di Baldino Graziano: il pianto col bilancino; 4. Pasquale Pugliese: contro la follia: mobilitazione, disarmo militare e disarmo economico; 5. Giulio Vittorangeli, il colonialismo italiano rimosso; 6. Cristina Papa, "Il paese delle donne"; 7. Roberto Tecchio, il laboratorio di ricerca e formazione sulla gestione nonviolenta dei conflitti (parte terza); 8. Letture: Luigi Bonanate, democrazia tra le nazioni; 9. Letture: Pier Paolo Portinaro, il realismo politico; 10. Letture: Jose' Ramos Regidor, natura e giustizia; 11. Per studiare la globalizzazione: da John Rawls a Domenico Sereno Regis; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 234 del 20 settembre 2001: 1. L'appello degli intellettuali palestinesi: niente giustifica il terrorismo; 2. Pax Christi: scelte di pace, di giustizia e di nonviolenza; 3. Yasser Arafat: appello per la pace; 4. Maria Luigia Casieri, il primo giorno di scuola (con una favola di Leo Lionni); 5. Ancora una settimana di ampliamento delle adesioni, di verifiche e di approfondimenti, poi la presentazione della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso della nonviolenza; 6. Antonio Mazzei: le polizie degli altri: profili istituzionali e comparativi (parte prima); 7. Roberto Tecchio, il laboratorio di ricerca e formazione sulla gestione nonviolenta dei conflitti (parte quarta); 8. Letture: AA. VV., Dopo la battaglia; 9. Letture: Cristiano Grottanelli, Il sacrificio; 10. Letture Serge Latouche, Antonio Torrenzano, Immaginare il nuovo; 11. Per studiare la globalizzazione: da Erich Maria Remarque a Adrienne Rich; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 235 del 21 settembre 2001: 1. Benito D'Ippolito: chiamare una guerra "giustizia infinita"; 2. Giobbe Santabarbara: tre ambiguita' nel movimento pacifista. Una riflessione dall'interno per aprire una discussione urgente; 3. Monica Lanfranco: il futuro, adesso; 4. Uri Avnery, il solo rimedio sicuro al terrorismo e' rimuoverne le cause; 5. Farid Adly: occidentali, non vendeteci piu' armi; 6. Pax Christi, un'ora di silenzio per il disarmo e la pace; 7. Davide Melodia, sulla disobbedienza civile; 8. 11 settembre 2001: anche oggi 35.615 bambini sono morti per fame; 9. Letture: Enrico Chiavacci, lezioni brevi di etica sociale; 10. Letture: Alberto L'Abate (a cura di), giovani e pace; 11. Letture: Francesco Susi (a cura di), come si e' stretto il mondo; 12. Roberto Tecchio, il laboratorio di ricerca e formazione sulla gestione nonviolenta dei conflitti (parte quinta); 13. Per studiare la globalizzazione: da Paul Ricoeur ad Angelo Maria Ripellino; 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 15. Per saperne di piu'. * Numero 236 del 22 settembre 2001: 1. Benito D'Ippolito, sopra un verso di Dante (Purg., VI, 32); 2. Peppe Sini, quattro ragioni per preparare lo sciopero generale contro la guerra; 3. Rigoberta Menchu', fermare la codarda insensatezza della violenza; 4. L'appello dell'Universita' di Chicago: occhio per occhio ci rende tutti ciechi; 5. Angelo Cavagna: condanna per la strage, no a una nuova guerra, si' a una nuova Onu; 6. Intervento di Luisa Morgantini al Parlamento Europeo; 7. Giulio Vittorangeli, la critica al dominio non e' un crimine; 8. Naomi Klein, game over; 9. Raffaello Ugo, a Cagliari contro la guerra; 10. Monica Lanfranco, presentazione di "Marea"; 11. Letture: AA. VV., I giorni di Genova; 12. Letture: Gianluca De Gennaro, Emmanuel Levinas profeta della modernita'; 13. Letture: Lorenzo Milani, I care ancora; 14. Roberto Tecchio, il laboratorio di ricerca e formazione sulla gestione nonviolenta dei conflitti (parte sesta ed ultima); 15. Per studiare la globalizzazione: da Ghiannis Ritsos a Marthe Robert; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. * Numero 237 del 23 settembre 2001: 1. Peppe Sini, di cosa parliamo quando parliamo di azione diretta nonviolenta contro la guerra; 2. Lettera di Phyllis e Orlando Rodriguez: nostro figlio e' una delle vittime...; 3. Luigi Ciotti, un mondo senza armi e senza ingiustizia e' possibile; 4. Mao Valpiana, con John Lennon immagino che l'America non faccia la guerra (con il testo di "Imagine" di John Lennon); 5. Associazione Donne della Regione Mediterranea: fermare il terrorismo, rispettare i diritti democratici; 6. Eduardo Galeano, del Bene e del Male; 7. Maria Matteo, contro ogni guerra; 8. Numerosi parlamentari a sostegno della proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso dei valori, delle tecniche e delle strategie della nonviolenza; 9. Il 24 settembre a Torino; 10. Il 25 settembre a Roma; 11. Raniero La Valle, il 25 settembre a Roma; 12. Il 2, 3 e 4 ottobre a Milano; 13. Letture: Enrico Chiavacci, Lezioni brevi di bioetica; 14. Letture: Antonio Gramsci, Quaderni del carcere; 15. Letture: Wanda Tommasi, I filosofi e le donne; 16. Per studiare la globalizzazione: da Joan Robinson a Stefano Rodota'; 17. Il ritorno di Scarpantibus: la rivoluzione e il vaso da notte; 18. Il ritorno del Criticone: il turismo militante e la visione di Alce Nero; 19. Un romanzo di riflessione di Sergio Albesano; 20. Lanfranco Mencaroni, ultimo aggiornamento di "COS in rete"; 21. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 22. Per saperne di piu'. * Numero 238 del 24 settembre 2001: 1. Peppe Sini, lettera aperta al Presidente della Repubblica; 2. Severino Vardacampi, dalla marcia Perugia-Assisi di un anno fa a quella del prossimo 14 ottobre; 3. Enrico Euli: la guerra mondiale al terrorismo, un'analisi; 4. Michele Dressadore, polizia e nonviolenza; 5. Eva Cantarella, la conclusione de "L'ambiguo malanno"; 6. La scomparsa di Isaac Stern; 7. Lunedi 24 settembre al liceo scientifico di Orte inizia il corso di educazione alla pace; 8. Letture: Mike Featherstone (a cura di), Cultura globale; 9. Letture: Mohammad Khatami, Religione, liberta' e democrazia; 10. Letture: Giuliana Sgrena (a cura di), La schiavitu' del velo; 11. Per studiare la globalizzazione: da Carl Rogers a Lino Ronda; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 239 del 25 settembre 2001: 1. Una lettera di Luisa Morgantini; 2. Giobbe Santabarbara, come fare di Palermo Hiroshima; 3. L'appello dei missionari comboniani; 4. Diana Dimonte, le Botteghe del Mondo; 5. Dal mondo della cultura e dell'impegno civile nuove adesioni alla proposta di legge per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza; 6. Antonio Mazzei: le polizie degli altri: alcuni profili istituzionali e comparativi (parte seconda e conclusiva); 7. Letture: AA. VV., Enciclopedia dell'economia (Garzantina); 8. Letture: Enver Bardulla, Pedagogia, ambiente, societa' sostenibile; 9. Letture: Enrico Comba, Introduzione a Levi-Strauss; 10. Notizia biobibliografica di Roberto Tecchio; 11. Per studiare la globalizzazione: dalla "Rosa Bianca" a Rosa Rossi; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'. * Numero 240 del 26 settembre 2001: 1. Peppe Sini: tre cose da preparare, subito; 2. War Resisters International: appello per l'obiezione di coscienza alla guerra e ai preparativi bellici; 3. Michele Di Schiena, preoccupazione "infinita"; 4. Yukari Saito, qualcuno sa spiegarmi...; 5. Ettore Masina, il sole oscurato; 6. Mumia Abu-Jamal: "perche' ci odiano cosi' tanto?"; 7. Lorenzo Milani: e noi stiamo qui a questionare se al soldato sia lecito o no distruggere la specie umana? 8. Virginia Woolf: il modo migliore per aiutarvi a prevenire la guerra; 9. Enrico Peyretti, Genova; 10. Giovanni Benzoni, primo salone dell'editoria di pace in Italia; 11. Una proposta dal gruppo di lavoro "Impronta ecologica" della Rete di Lilliput; 12. Letture: Alessandra Calzi, L'interculturalita' nella scuola elementare; 13. Letture: Paul Roazen, Freud e i suoi seguaci; 14. Letture: Margot Waddell, Mondi interni; 15. Benito D'Ippolito, dopo l'esecuzione (della minaccia di Mr Rumsfeld); 16. Per studiare la globalizzazione: da Anna Rossi-Doria a Sheila Rowbotham; 17. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 18. Per saperne di piu'. * Numero 241 del 27 settembre 2001: 1. Il 4 ottobre a Verona; 2. Comitato per la democrazia internazionale, appello ai cittadini; 3. Il pulpito del Criticone: l'ora delle scelte e la prosa del fare; 4. Associazione Rosa Luxemburg, crimini contro l'umanita'; 5. Silvano Tartarini, una lettera agli organizzatori della marcia Perugia-Assisi; 6. Amici della nonviolenza oggi in piazza a Palermo; 7. Giovanni Aliquo', i principi della nonviolenza sono ampiamente richiamati nella Costituzione; 8. Una lettera di Luisa Morgantini; 9. Contributo del MIR e del Movimento Nonviolento per le assemblee dei nodi della Rete di Lilliput; 10. Rete Lilliput di Reggio Emilia: rete, territorio, nonviolenza; 11. Letture: Andrea Danilo Conte, La sfida della cittadinanza; 12. Letture: Robert G. Crowder, Richard K. Wagner, Psicologia della lettura; 13. Letture: Salvatore Palidda, Polizia postmoderna; 14. Benedetta Frare, a Padova il primo ottobre; 15. Il 2 ottobre a Roma le proposte dell'Africa; 16. Un laboratorio sulla globalizzazione a Cremona; 17. Un seminario di Community Building a Roma e a Torino; 18. Corso annuale di formazione al "teatro dell'oppresso" di Augusto Boal; 19. Per studiare la globalizzazione: da Arundhati Roy a Samuel Ruiz; 20. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 21. Per saperne di piu'. * Numero 242 del 28 settembre 2001: 1. Alessandro Marescotti, database per la chiamata alla pace; 2. Un appello che chiediamo di sottoscrivere ed inviare alle rappresentanze istituzionali; 3. Un repertorio di strumenti e criteri per contrastare la guerra con la nonviolenza; 4. Tutto quello che c'e' da sapere per l'azione diretta nonviolenta delle mongolfiere per la pace con cui contrastare i decolli dei bombardieri; 5. Paola Lucchesi, appendiamo in giro cartelli "zona libera dall'odio"; 6. Enrico Peyretti: Berlusconi, il G8, la guerra; 7. Danis Tanovic, che su Kabul piovano pane e libri; 8. Carlo Gubitosa, da Perugia ad Assisi con il coraggio della nonviolenza; 9. Giulio Vittorangeli, un Nobel senza pace; 10. Antonio D'Amico, a proposito di nonviolenza; 11. Andrea Baglioni, contro le ideologie sacrificali; 12. Giobbe Santabarbara, per una definizione aperta e pluridimensionale della nonviolenza; 13. Letture: Laura Boella, Cuori pensanti; 14. Letture: Laura Boella, Le imperdonabili; 15. Letture: Andrea Molesini, Nero latte dell'alba; 16. Namir: abroghiamo il razzismo; 17. Il nuovo numero di "Mosaico di pace"; 18. Per studiare la globalizzazione: da Paolo Rumiz a Bertrand Russell; 19. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 20. Per saperne di piu'. * Numero 243 del 29 settembre 2001: 1. Tahar Ben Jelloun, "papa', perche' sono musulmana?"; 2. Mario Di Marco, a Viterbo l'11 ottobre; 3. Dalla "Lettera Quacchera" (con testi di Cathy Thomas, Susanna Thomas, Pier Cesare Bori); 4. Vauro Senesi intervista Gino Strada; 5. Amelia Alberti: terrorismo, servizi segreti, mafie e circuito dell'eroina; 6. Una lettera di Silvano Tartarini; 7. Una lettera alle banche coinvolte nel traffico di armi; 8. Centro Al Mezan per i diritti umani: perdite umane e di risorse dei palestinesi in un anno di Intifada; 9. Aldo Capitini, Lanfranco Mencaroni: per la creazione di una corrente rivoluzionaria nonviolenta; 10. Peppe Sini: ne' timidi, ne' marginali, ne' subalterni; 11. Letture: AA. VV., La tradizione interpersonale in psichiatria, psicoterapia e psicoanalisi; 12. Letture: Franco Fortini, Dialoghi col Tasso; 13. Letture: Simone Weil, Sulla guerra; 14. Per studiare la globalizzazione: da Giovanni Russo a Severino Saccardi; 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 16. Per saperne di piu'. * Numero 244 del 30 settembre 2001: 1. Giovanni Scotto, una campagna globale per la pace; 2. Albino Bizzotto, proposte contro la guerra; 3. Una proposta di ordine del giorno per gli enti locali; 4. Deputate per la pace, un appello; 5. Francesco Comina, gli eretici della pace; 6. David Bidussa, la civilta' impura; 7. Massimiliano Pilati, la mia obiezione di coscienza; 8. Le levatacce del Criticone: per la chiarezza; 9. Letture: Amin Maalouf, L'identita'; 10. Letture: Enzo Pace, Renzo Guolo, I fondamentalismi; 11. Letture: Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia; 12. Gabriela Mistral, se ti odiassi; 13. Hannah Arendt, raggiungere l'umanita'; 14. Judith Revel, la resistenza; 15. Per studiare la globalizzazione: da Renato Sacco ad Andrei Sakharov; 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 17. Per saperne di piu'. 13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 14. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: http://www.nonviolenti.org ; per contatti, la e-mail è: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: http://www.peacelink.it/users/mir . Per contatti: lucben at libero.it ; angelaebeppe at libero.it ; mir at peacelink.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: http://www.peacelink.it . Per contatti: info at peacelink.it LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO Foglio di approfondimento proposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutti gli amici della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax: 0761/353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 245 del primo ottobre 2001
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