[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
immigrazione: due lettere di Peppe Sini
- Subject: immigrazione: due lettere di Peppe Sini
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Fri, 04 Feb 2000 17:40:27 +0100
Lettera aperta al Ministro dell'Interno Enzo Bianco Tre orrori che devono cessare Signor Ministro, aggiungendo la mia voce a quella di tanti altri, vorrei persuaderla di tre cose. La prima, che i campi di concentramento in cui sono reclusi immigrati che non hanno commesso reati e che vengono proditoriamente e crudelmente privati di ogni diritto, ebbene, quei campi di concentramento sono una infamia e un orrore, assolutamente antigiuridici ed incostituzionali. Quanti altri roghi umani ci vorranno prima che si capisca che occorre abolirli? La seconda, che la pratica dei respingimenti è una oscena feroce barbarie: essa viola de facto e de iure il diritto di asilo. Con i respingimenti nella generalità dei casi si riconsegnano nelle mani degli aguzzini le vittime che agli aguzzini erano riuscite tra mille stenti a sfuggire. Perché cessi questa "internazionale del terrorismo di stato", a quanti altri omicidi occorrerà assistere? La terza, che la tattica dei decreti di espulsione per le persone in condizioni di irregolarità amministrativa produce un unico risultato: costringe persone innocenti alla clandestinità, le priva della solidarietà cui hanno diritto, le getta in preda ai poteri criminali. Quando lo stato cesserà di aiutare stolidamente e scelleratamente le mafie; quando cesserà di perseguitare le vittime invece di aiutarle? Molti anni fa ebbi l'onore di coordinare per l'Italia una campagna di solidarietà con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Oggi laggiù, grazie a Mandela ed ai suoi eroici compagni, l'apartheid è cessato: in Italia è in virulenta crescita. La saluto con infinita amarezza, Peppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 25 gennaio 2000 Mittente: Peppe Sini, str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532 ===== Al Ministro per la Solidarietà Sociale, on. Livia Turco Risposta alla sua cortese lettera del 10 gennaio 2000: a) occorre con legge ordinaria concedere subito il diritto di voto amministrativo ad oltre un milione di immigrati legalmente residenti in Italia; b) occorre abolire i campi di concentramento istituiti dalla legge 40/98 in quanto strutture antigiuridiche ed incostituzionali. Gentile Ministro Livia Turco, in primo luogo mi permetta di ringraziarla per la sua cortese lettera del 10 gennaio, con la quale ha voluto rispondere alla mia del 12 novembre scorso. In secondo luogo mi conceda di rendere pubblica la sua lettera e la presente mia risposta ad essa, poiché l'oggetto del nostro carteggio è appunto di rilevante interesse pubblico. Come ricorderà le questioni su cui avevo chiesto il suo parere e il suo impegno sono due: a) il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative agli stranieri legalmente residenti in Italia; b) l'urgente necessità dell'abolizione dei campi di concentramento per gli immigrati, strutture antigiuridiche ed incostituzionali. Sulla prima questione, la necessità di riconoscere al più presto il diritto di voto agli stranieri residenti in Italia per le elezioni amministrative, quanto al fine siamo perfettamente d'accordo; ciò su cui mi permetto di esprimere una preoccupazione e un dissenso è sul fatto che la via giusta per realizzare questo obiettivo possa essere quella presa dal governo: ovvero un disegno di legge di modifica dell'art. 48 della Costituzione. Lei naturalmente si rende conto che la modifica della Costituzione è la più difficile delle strade, e si corre il rischio che, stanti le particolari procedure previste per l'approvazione e gli attuali rapporti di forza parlamentari tra schieramento più o meno democratico e schieramento esplicitamente razzista (mi perdoni la semplificazione brutale), questa strada sia hic et nunc pressoché impraticabile. Io credo che la via possibile ed opportuna sia quella di una legge ordinaria che subito riconosca il diritto di voto a tutti i residenti per le elezioni amministrative, come naturale sviluppo di esperienze concrete già in corso e di precedenti legislativi sia italiani che internazionali (un riferimento decisivo è la Convenzione di Strasburgo del 5/2/1992; un precedente rilevante è il voto amministrativo riconosciuto dal 1996 agli stranieri provenienti da altri paesi europei). Sulla seconda e più drammatica questione, devo esprimere un netto dissenso dall'impostazione cui nella sua lettera anche lei pare aderire: a mio parere (ed anche secondo il parere di illustri giuristi) i centri di permanenza temporanea istituiti dalla legge 40/98 sono a tutti gli effetti delle strutture antigiuridiche ed incostituzionali, essi vanno quindi aboliti tout court e sostituiti con luoghi di accoglienza in cui le persone siano ospitate ed assistite restando libere e mantenendo tutti i loro diritti, in quanto non abbiano commesso alcun reato. Se all'elementare principio di civiltà giuridica, che nessuno può essere privato della libertà senza che sia stato giudicato colpevole di un reato, si oppone (ed è l'argomento invero assai debole che anche lei fuggevolmente adombra nella sua lettera) che vi possono essere persone che si sottraggono all'identificazione, ebbene, in questo caso non c'è bisogno di strutture extragiuridiche e procedure palesemente arbitrarie, ma basta applicare l'ordinaria legislazione penale. Se la finalità che si vuol perseguire è quella dichiarata, di garantire sicurezza per tutti e reprimere i reati, allora le leggi in vigore valide erga omnes bastano e avanzano, e di questi orribili ed ignobili campi di concentramento per gli immigrati non vi è proprio alcun bisogno; se invece lo scopo è quello di usare la crudeltà per dissuadere persone innocenti e fuggiasche dal venire nel nostro paese, ebbene questa finalità è talmente disumana e criminale che non merita commento: in ogni caso, i centri di permanenza temporanea (rectius: campi di concentramento) devono essere aboliti in quanto antigiuridici ed incostituzionali, lesivi della dignità umana, contrari allo stato di diritto, incompatibili con un ordinamento democratico. Ovviamente occorre altresì riformare profondamente la legge 40/98 (e il D.Lgs. 286/98, e il DPR 394/99) non solo su questo punto, ma su tutta la materia del respingimento e dell'espulsione, al fine di restaurare la primazia della Costituzione, la certezza del diritto e la vigenza dei diritti umani che quelle norme violano flagrantemente. Altre osservazioni avrei da aggiungere, ma questa lettera è forse già fin troppo lunga. Nuovamente la ringrazio per l'attenzione che ha voluto dedicarmi, e nuovamente la esorto ad impegnarsi vieppiù nel Consiglio dei Ministri e verso il Parlamento in difesa dei diritti umani ed affinché la politica dell'immigrazione del nostro paese divenga una buona volta rispettosa della dignità di ogni essere umano. Le auguro buon lavoro, e le porgo cordiali saluti, Peppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 22 gennaio 2000 Mittente: Peppe Sini, c/o "Centro di ricerca per la pace" str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532
- Prev by Date: Cecenia, che fare? Le iniziative di Pax Christi e Khorakhane'
- Next by Date: un libro (anche) su Bonhoeffer e Capitini
- Previous by thread: Cecenia, che fare? Le iniziative di Pax Christi e Khorakhane'
- Next by thread: un libro (anche) su Bonhoeffer e Capitini
- Indice: