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la bomba dell' AUC
Marco Calabria da Carta
La notizia è passata inosservata, eppure una bomba che parla tanto non è un
avvenimento di tutti i giorni. Celata in un furgone della frutta
parcheggiato di fronte al settimanale colombiano "Voz", qualche giorno fa è
stata trovata una bomba Mk-82, pesa 250 kg ed è in grado di radere al suolo
diversi isolati. Carlos Castaño, capo dei gruppi paramilitari delle Auc,
diecimila uomini protetti dall'esercito regolare e finanziati alla luce del
sole da imprenditori nazionali e internazionali, ha spiegato che la bomba
serviva ad avvertire il direttore del giornale, Carlos Lozano, uomo di
sinistra e membro della comissione di pace designata dal governo e dalle
Farc.
Fino a qui, purtroppo, siamo nella routine di un paese macellato. Il fatto
singolare è che quell'ordigno giallo, lungo oltre due metri, ha una storia
molto lunga, raccontata dai numeri che vi sono stati incisi. Fabbricata
nell'aprile del 1973 per l'aereonautica degli Usa, lo ha confermato
all'agenzia Ap Cathy Partusch, portavoce della base di Patuxent, Maryland,
l'Mk-82 comincia qualche anno dopo il suo viaggio verso sud. La prima
destinazione è il governo salvadoregno impegnato a bombardare il Frente
Farabundo Martì; nel 1992, l'aviazione salvadoregna la vende, insieme ad
altre tre, ai narcotrafficanti colombiani di Cali. Dovrebbe servire a
uccidere Pablo Escobar, capo del cartello rivale detenuto a Medellin (la
Direzione antinarcotici della polizia salvadoregna precisa che gli uomini di
Cali avrebbero sganciato il carico sul penitenziario da un elicottero) ma la
strage viene sventata all'ultimo momento. Tre dei mostruosi ordigni sono
però già passati in Colombia. Uno è servito a minacciare il giornalista
Lozano. Come le Auc intendano utilizzare gli altri due lo scopriremo presto,
perché a volte le bombe raccontano storie interessanti. Con i 7,5 miliardi
del Plan Colombia, ideato a Washington e destinato ad armare l'ipocrita
crociata "antinarcos", ne sentiremo molte altre.
Nello
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