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CILE: 8 Marzo e Prigioniere Politiche



                        < 11 Marzo del 2000 >

Il giorno 11 marzo del 2000 ci sarā il passaggio di consegne per la
Presidenza della Repubblica del Cile. Terminerā infatti il mandato
presidenziale di Frei ed assumerā la carica di Presidente il "socialista"
Ricardo Lagos. A tale atto sarā presente il Presidente del Consiglio,
l'onorevole Massimo D'Alema. 

Manifestiamo la speranza che l'onorevole Massimo D'Alema abbia il tempo di
leggere l'articolo che segue e cosė anche, che lo stesso si rechi in Cile
non solo per rappresentare gli interessi italiani di chi vede nel Cile un
mercato dove investire, ma anche l'interesse di tutti quegli italiani che
hanno chiesto un processo per Pinochet e la libertā per chi ha lottato
contro Pinochet.

Non dimentichiamo poi che Marcela Rodriguez Valdivieso ha chiesto rifugio a
questa nazione .... 

   Comitato Internazionalista Arco Iris

    - Solidarieta' con le Donne, le Prigioniere Politiche in Cile -
                     http://www.presos.org/italia

Discorso che sara' letto da Maria-Pilar Reyes, presidentessa della sezione
svedese della Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Liberta',
durante la manifestazione dell'8 Marzo nel centro di Stoccoloma.

"Ragioni umanitarie" e' stato l'argomento utilizzato per difendere un
brutale dittatore, un militare che e' giustamente per questo, un simbolo
dell'oppressione patriarcale.

La violenza militare e la violenza contro la donna hanno radici ideologiche
comuni e metodi che sono quasi sempre gli stessi per entrambe.

Tanto la violenza militare come la violenza contro la donna si basano
nell'idea che e' accettabile l'uso della forza fisica, arrivando anche alla
brutalita', per riuscire a imporsi ed obbligar l'altro a sottomettersi.

Nell'ideologia militare la donna non e' un essere umano uguale all'uomo, ma
solo una "stazione di servizio", un oggetto disponibile per la
soddisfazione, la ricreazione dell'uomo, a volte un trofeo di guerra o un
campo di battaglia nel quale gli uomini misurano le loro forze e marcano il
loro territorio.

Nell'ideologia militare, virilita' e' sinonimo di brutalita'.

Il militarismo ed i diritti umani della donna sono assolutamente
incompatibili.

Tanto la violenza militare come la violenza contro la donna si basano sul
concetto che e' completamente legittimo usare la violenza psichica e fisica
per mantenere l'altro in uno stato di paura permanente e, in questo modo,
imporre la propria volonta' e soffocare ogni tentativo di protesta.

Il modo di vedere la relazione tra le persone come una relazione dove uno
da' ordini e l'altro e l'altro ubbidisce, uno decide e l'altro si
sottomette, uno e' il superiore e l'altro il subordinato, e' il modello di
relazione proprio della struttura di dominazione patriarcale che č
profondamente radicata nell'ideologia militare e nell'ideologia che
alimenta l'oppressione e la violenza contro la donna.

Il ripugnante dittatore Agusto Pinochet, militare di carriera e figura
massima delle forze armate cilene, ha dato prove nella pratica, di
rispettare giustamente questa ideologia.

Il governo cileno ha investito milioni di dollari del bilancio nazionale in
un ampio ed intensivo lavoro di convincimento a livello individuale tra i
funzionari del governo, i poteri finanziari ed i mezzi di comunicazione
europei, appellandosi , in ultima istanza, alle reagioni umanitarie, per
ottenere che il dittatore non avesse bisogno di presentarsi davanti ad un
tribunale. Milioni di dollari spesi per proteggere un tiranno che
mostravano dal suo arresto nella sosta londinese, come un anzianetto
decrepito e sulla sedia a rotelle e che, appena sceso dall'aereo in Cile,
ha mostrato al mondo intero con un sorriso astuto che era perfettamente
capace di camminare sulle proprie gambe.

A Marcela Rodriguez, invece, prigioniera politica, ferita da una pallottola
durante uno scontro con gli sbirri di Pinochet, oggi paralizzata e sulla
sedia a rotelle, questo stesso governo cileno le esige l'equivalente di 40
milioni di lire come cauzione per poter lasciare l'ospedale militare e
viaggiare all'estero per ricevere l'attenzione e la riabilitazione di cui
ha bisogno il suo stato di salute.

Mentre Pinochet neanche deve presentarsi davanti ad un tribunale per
rispondere a qualche domanda, Oriana Alcayaga, madre di tre minori, si
trova incarcerata in uno scompartimento costruito specialmente per le
prigioniere politiche, condannata all''rgastolo da un tribunale militare,
per la sua partecipazione alla resistenza armata contro la violenza
psichica e militare della dittatura.

Il governo del Cile si mostra sordo davanti alle ragioni umanitarie
presentate per chiedere la libertā di Maria Cristina San Juan Avila e
Magdalena Gallardo, prigioniere politiche da anni, a causa della loro
partecipazione alla resistenza armata contro la dittatura, entrambe in
grave stato di salute a causa di serie malattie.

Cosė anche si trovano incarcerate, condannate da tribunali militari, dopo
aver atteso in carcere quasi 9 anni prima di essere condannate, Pilar Peņa
Rincon, Anna Maria Sepulveda e Roxana Cerda 

Per il boia Pinochet si adducono ragioni umanitarie, per le sue vittime,
invece, non si considerano valide queste ragioni. Questo č il volto nudo
dell'oppressione patriarcale che abbruttisce l'uomo e cerca di distruggere
la donna.

In questo giorno internazionale della donna, 8 marzo dell'anno 2000 esigiamo:

Derogazione immediata di tutte le condanne dettate dai tribunali militari
contro donne e uomini per la loro partecipazione alla resistenza contro la
dittatura.

Liberta' immnediata per Oriana Alcayaga, Maria Cristina San Juan, Pilar
Peņa Rincon, Anna Maria Sepulveda e Roxana Cerda.

Liberta' immnediata ed autorizzazione ad uscire dal paese senza esigere
cauzione per Marcela Rodriguez

Giudizio, attraverso un tribunale completamente civile, al simbolo
dell'oppressione patriarcale, Agusto Pinochet.

Lega Internazionale delle Donne per la Pace e la Liberta', 8 marzo del 2000

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