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APPELLO CONTRO LA RATIFICA DELL'ACCORDO COMMERCIALE TRA MESSICO EUNIONE EUROPEA.
Il 1 gennaio 1994 entrava in vigore il NAFTA, l'accordo commerciale tra
Stati Uniti, Canada e Messico; nello stesso giorno scoppiava in Chiapas la
rivolta popolare degli indios, le vittime di questo tipo di accordi.
Le conseguenze di questo tipo di scelte economiche sono state l'aggravarsi
di un debito estero ingiusto, la non sostenibilità dell'economia rurale di
molti villaggi, la divisione di molte comunità costrette ad accamparsi in
luoghi lontani dalla propria terra e aumento della disoccupazione. Per
mantenere un'economia d'ingiustizia è stato necessario adottare una
politica repressiva con la presenza di numerosi militari e paramilitari.
70.000 sono i militari presenti nella regione del Chiapas; la strage di
Acteal nel dicembre del '97, in cui i paramilitari uccisero 45 civili
indigeni, ricorda come il governo sia complice dei meccanismi di
repressione e d'esclusione degli indigeni. Dopo un primo momento di
attenzione in tutto il mondo, il Chiapas e la risposta zapatista alla
guerra contro i più deboli, sembrano dimenticati: la strategia del governo
messicano di combattere una guerra di bassa intensità per fare lentamente
uscire di scena il problema sembra riuscita. Eppure le violenze, le
intimidazioni, gli arresti, si ripetono con continuità nelle comunità
indigene .
In questa situazione il parlamento italiano voterà l'approvazione del
trattato di libero commercio "Accordo di partenariato economico,
coordinamento politico e cooperazione tra la Comunità europea e il Messico".
L'articolo 1 del trattato prevede una clausola sul rispetto dei diritti
umani come presupposto fondamentale. Non è però previsto alcun meccanismo
di verifica del rispetto di tale clausola; l'attuazione è pertanto
difficilmente verificabile.
Tutto ciò avviene alla vigilia delle elezioni presidenziali e federali in
Messico del 2 luglio e dello stato del Chiapas in Agosto che si
preannunciano fortemente influenzate dalle multinazionali nordamericane e
soprattutto nelle quali il governo messicano utilizzerà la ratifica
dell'accordo come dimostrazione di appoggio espressa dall'Europa..
Come associazioni e gruppi della società civile italiana ci affianchiamo
alla società civile del Chiapas e del Messico per manifestare la nostra
contrarietà a questo accordo che in nome della libertà del commercio
cancella la dignità della vita di molti villaggi e per opporci alla
politica di esclusione degli ultimi che il governo messicano, e con esso
tutti i governi che accetteranno tale trattato, stanno promuovendo.
Invitiamo tutti a seguire l'evolversi della situazione nel Chiapas e in
tutto il Messico e chiediamo al Parlamento Italiano di ratificare il
trattato di libero commercio soltanto dopo la ripresa delle trattative di
pace tra l'Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale e il governo
messicano.
"...E all'alba del 2000 della resistenza, i tessitori e le tessitrici
zapatiste si affannano. Tessono e tessono lottando. E tessendo cantano. C'è
chi dice che quello che tessono è una rete affinché la memoria non fugga.
C'è chi dice che è una tela di veri colori, per vestire la speranza. E c'è
chi dice che quello che si tesse all'alba del 2000 è il domani...Nell'alba
del 2000 della guerra contro l'oblio..(Subcomandante Marcos)"
S.A.L. Solidarietà con l'America Latina, Ya Basta, Partito della
Rifondazione Comunista
Per adesioni: salroma@usa.net/ corto@ecn.org
Martedì 27 giugno, in concomitanza con la discussione in aula invitiamo
tutti a partecipare al presidio davanti a Montecitorio, l'appuntamento è
alle 10.00.