LATINOAMERICA - dal Guatemala



Riceviamo e diffondiamo l'allarme lanciato dalla nostra collaboratrice
Benedetta Lettera, volontaria presso la comunità di Panabaj, in Guatemala.

Cari amici,
vi scrivo perché la situazione qui a Panabaj é di nuovo molto grave e la
comunitá ha bisogno di tutto l'auito possibile.
Come la maggior parte di voi giá sanno, il 5 di ottobre 2005 una frana ha
completamente sepolto il cantone di Panabaj, Santiago Atitlán, Guatemala,
lasciando 600 famiglie senza casa, 100 morti, 600 dispersi, 77 vedove, 25
orfani di padre e madre e 50 bambini privati di uno dei genitori. La
comunitá su cui si é abbattuta la tragedia é una comunitá maya Tzutujil,
giá castigata dalla violenza del genocidio degli anni 80 e dalla
conseguente povertá, in molti casi estrema, analfebismo, subnutrizione.
Gli Tzutujiles sono un popolo forte e guerriero, e anche questa volta si
sono organizzati per difendere i propri diritti e prendere parte nel
complesso processo di ricostruzione: é nata la associazione comunitaria
ADECCAP (associazione per lo sviluppo comunitario del cantone Panabaj) che
rappresenta quasi 400 famiglie nel processo di costruzione delle case, che
sta lavorando tutti i giorni perché la ricostruzione di Panabaj sia rapida
e giusta e che sta realizzando vari progetti, con l'auito della comunitá
internazionale, in beneficio della popolazione colpita (stiamo lavorando
nell'educazione, sicurezza alimentaria, salute mentale, esumazioni,
diritti umani).
ADECCAP ha assunto un ruolo importante nel panorama nazionale, e la
battaglia piú ardua che ha vinto é stata riuscire a fermare il governo
nella costruzione di 290 case in un terreno ad alto rischio di minaccia
naturale, terreno scelto senza consultare la popolazione ed in base a
criteri economici: il governo non ha dovuto spendere soldi nell'acquisto
poiché gli era stato donato. ADECCAP ha fatto pressione a tutti i livelli,
fino ad ottenere tutto il materiale tecnico necessario e fino ad arrivare
al Congresso della Repubblica. Alla fine il governo ha dovuto abbandonare
la costruzione e ammettere l'errore, peró l'atteggiamento incompetente e
arrogante mantenuto da gennaio fino a maggio é costato molti soldi ( 100
case erano sul punto di essere finite) e 8 mesi buttati al vento.
Ora siamo di nuovo nella stagione piovosa, il governo ancora non ha
comprato un  terreno per le case e di nuovo la vita delle persone é in
pericolo: 100 famiglie stanno vivendo nella zona ad alto rischio, ai piedi
della frana che ha sepolto Panabaj, nell'attesa di essere trasferiti nella
nuova urbanizzazione.
ADECCAP ha individuato molti terreni adatti alla costruzione, ha
contattato tutti i propietari e messo tutta l'informazione a disposizione
del governo, pero passeranno almeno altri 3 mesi prima che siano
disponibili i soldi per l'acquisto. Allo stesso tempo stiamo lavorando con
la cooperazione internazionale affinché apporti i fondi che garantiscano
una urbanizzazione dignitosa e di cui il governo é carente.
Il problema é che la pioggia non ha aspettato i tempi della burocrazia, e
venerdí scorso abbiamo dovuto evacuare in tutta fretta 650 persone dopo 1
ora di pioggia intensa: un'altra volta un fiume di fango e pietre,
un'altra volta bambini che piangevano terrorizzati e vecchiette portate in
braccio tremanti e bagnate.
Da venerdí, tutte le sere, alcune famiglie raccolgono le loro cose e se ne
vanno a dormire nel salone municipale, per paura. Ora sta piovendo e tutti
siamo in allerta pronti ad organizzare l'evacuazione: ogni mezz'ora un
giro di telefonate per sapere se la corrente é cresciuta, se la pioggia
continuerá, se le scuole sono pronte per una eventuale emergenza.
La pioggia continuará fino ad ottobre, e la comunitá non puó vivere cosí:
100 famiglie stanno rischiando la vita tutte le notti. Quello che la gente
ha chiesto al governo é che si costruiscano, al piú presto possibile,
rifugi in un posto sicuro, per poter lasciare le case in zona di alto
rischio e aspettare che sia completata la costruzione delle nuove ( 1 anno
almeno). Per la costruzione di questi rifugi bisogna compare un  terreno,
e questo é di nuovo il problema: la lenta burocrazia e la cronica mancanza
di fondi d'emergenza.
ADECCAP ha trovato un terreno utile e iniziato la negoziazione con il
propietario, se avessimo i soldi sufficienti potremmo comprare domani
stesso il terreno e iniziare l'istallazione dei rifugi. Abbiamo bisogno di
15.000 dollari, una cifra ridicola ed enorme.
Il terreno che ci serve é nella stessa zona in cui si realizzerá la
costruzione delle case, secondo gli accordi presi con il governo, ADECCAP
comprerebbe il terreno a suo nome e lo rivenderebbe al governo allo stesso
prezzo quando il governo disporrá dei fondi. Se il terreno acquistato non
rientrasse nel piano di urbanizzazione, sará utilizzato da ADECCAP per la
costruzione di infraestruttura di uso pubblico.
Che altro dire? So che ognuno di voi fará il possibile, e per questo vi
mando la piú profonda gratitudine da parte delle persone di Panabaj.
Nel frattempo continua a piovere, e tutti viviamo la stessa tensione e la
stessa paura: l'evacuazione di venerdí scorso é avvenuta di pomeriggio,
gli uomini afferrati alle funi potevano camminare nella corrente e
guardare di casa in casa in cerca di persone in pericolo, i bambini
potevano guardarci in viso e aspettare che attraversassimo la corrente per
andarli a prendere, tutti potevano vedere dove mettevano i piedi.
Ma se fosse successo di notte come sarebbe andata?
Cosa accadrebbe se dovessimo evacuare la popolazione stanotte?
Un grande abbraccio da Panabaj
Benedetta
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