Pinochet come Al Capone arrestato per evasione fiscale



ex dittatore cileno ai domiciliari per aver nascosto almeno 28 milioni di dollari L'inchiesta relativa ai fondi neri negli Usa è parallela a quella per i crimini del regime




SANTIAGO DEL CILE - Augusto Pinochet è da oggi agli arresti domiciliari. La segretaria della corte d'Appello di Santiago, Silvia Papa, ha notificato all'ex dittatore, che venerdì compie 90 anni, le imputazioni di evasione e frode fiscale, falsificazione di passaporto e uso malintenzionato di strumento pubblico.

L'inchiesta è relativa ai conti aperti da Pinochet nella Riggs Bank di New York e per cui il pm Carlos Cerda lo ha rinviato a giudizio. Secondo le indagini, per l'apertura non dichiarata di vari conti negli Stati Uniti, il fisco cileno avrebbe perso almeno 10,8 milioni di dollari. Insomma, l'ex dittatore, imputato anche per i crimini del suo regime, è rimasto inchiodato per reati fiscali come accadde per il famoso gangster Al Capone.

Al momento di ricevere la comunicazione formale, Pinochet si trovava nella sua residenza di La Dehesa, nel quartiere di Lo Barnechea, assistito dal suo avvocato Ambrosio Rodriguez. Il giudice Cerda ha comunque stabilito che l'ex generale potrà chiedere la libertà provvisoria dietro cauzione alla Corte d'Appello di Santiago.

Secondo la stampa cilena , le cifre accumulate da Pinochet nei diversi conti degli Stati Uniti potrebbero aggirarsi intorno ai 28 milioni di dollari, frutto di operazioni finanziarie e commerciali in Cile e all'estero, molte delle quali illegali.

Tuttavia, secondo il Consiglio di difesa della Stato tale somma potrebbe aumentare quando saranno terminate le rogatorie disposte dal giudice e relative a conti posseduti da Pinochet in Europa.

Dopo la revoca dell'immunità parlamentare da parte della Corte Suprema, le due inchieste, una per i crimini della dittatura e l'altra per evasione fiscale (caso Riggs, appunto) sono andate parallelamente.


All'inizio della settimana le pubbliche accuse hanno chiesto in entrambi i casi che Pinochet fosse processato.

La settimana scorsa l'ex dittatore aveva avuto un lungo faccia a faccia con l'ex fedelissimo capo della polizia segreta (Dina) Manuel Contreras, nell'ambito dell'inchiesta sull' "Operazione Colombo", in cui Pinochet è accusato della morte di 15 oppositori. "Egli fu il mio capo diretto - ha dichiarato Contreras - e a lui rendevo conto quotidianamente di tutte le operazioni importanti che realizzava la Dina".

Durante un interrogatorio serrato a cui è stato sottoposto lunedì scorso, Pinochet ha invece risposto al giudice con molti "non ricordo". E a proposito di Contreras, ha dichiarato: "Lo conoscevo ma non sapevo cosa faceva". Pinochet ha anche aggiunto che, se ha esagerato in qualche cosa durante i diciassette anni della sua dittatura, "ma non credo", "Dio mi perdonerà".

Pinochet e Contreras si accusano dunque reciprocamente della morte di oltre 3.000 persone e della tortura di trentamila oppositori. Con l'ultimo confronto e con l'interrogatorio di lunedì, il giudice è arrivato sostanzialmente alla conclusione del suo lavoro: la stampa cilena scrive che molto presto l'ormai novantenne Pinochet potrebbe essere condannato e arrestato. Ma è arrivato prima il giudice titolare dell'altra inchiesta.