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BOLIVIA: Quando a LaPaz morivano i piccioni...
- Subject: BOLIVIA: Quando a LaPaz morivano i piccioni...
- From: "info.selvas.org" <info at selvas.org>
- Date: Thu, 23 Jun 2005 18:09:21 +0200
Oggetto: BOLIVIA: Quando a LaPaz morivano i piccioni...
Con questa piccola nota, SELVAS.ORG vuole rendere partecipe l'attenta lista Latina di Peacelink di una piccola battaglia intrapresa una ventina di giorni fa dal nostro Osservatorio, nella difesa di una corretta informazione verso il continente latinoamericano.
Continuamente le notizie sul continente latinoamericano sono mistificate, ridicolizzate, folklorizzate e più facilmente nascoste e taciute. Questo che vi alleghiamo è solo un banale esempio di ridicolizzazione della rivolta popolare che in tutta la Bolivia stava montando in quelle ore.
Il nostro quotidiano LaRepubblica del 5 giugno 2005 si permetteva di non citare le violenze e gli scontri tra la polizia speciale e gli studenti e i quattro contadini "senza Terra" uccisi due giorni prima per "divertirsi" a dedicare una colonnina, nelle già così scarse pagine degli esteri, alla difesa dei piccioni affamati nella piazza della capitale boliviana.
Immediata è stata la nostra protesta che non ha avuto risposta, e di seguito potete leggere la nostra lettera.
Sono numerosi i casi, da noi individuati, di "mala informacion"..... anche per questo il sostegno all'informazione indipendente, come quella lista insostituibile che è latina at peacelink.it sia un bene comune.
Rimandiamo per chi non potesse partecipare a Milano all'aperitivo a sostegno di Selvas.org, per la creazione di un "desktop informativo" la possibilità di leggere il nostro appello per un'informazione indipendente - http://www.selvas.org/SostieniSelvasorg.html
Grazie y un abrazo solidario
Martin Iglesias
Presidente e coordinatore volontario
Associazione Culturale SELVAS.ORG
info at selvas.org
Osservatorio Indipendente sulla Regione Andina
http://www.selvas.org
Sede Legale: Milano - ITALIA
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La Repubblica 5 giugno 2005
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Senza cibo nella piazza blindata
La Paz assediata
muoiono i colombi
LAPAZ— Centinaia di co-
lombi che abitano nel
centro di La Paz sembra-
no essere vittime prede-
stinatedel conflitto socia-
' le in corso da tré settima-
ne in Bolivia, poiché la de-
cisione della polizia di
chiudere al pubblico la
Plaza Murillo, dove si af-
facciano Palazzo presi-
denziale e Congresso, li
ha privati del cibo portato
dalla gente. Una associa-
zione di difesa degli ani-
mali ha lanciato un appel-
lo alla cittadinanza a por-
tare cibo e acqua per i co-
lombi. La stessa associa-
zione ha assicurato che
molti colombi sono già
morti, mentre in questo
momento «almeno 12»
uccelli sono in rianima-
zione presso un centro di
assistenza veterinario.
<x-tad-smaller>
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</x-tad-smaller>Oggetto: Alla c.a. Direttore La Repubblica - Notizie dalla Bolivia
Martedì 7 giugno 2005
Egregio Direttore,
abbiamo letto sull’edizione de La Repubblica dello scorso 5 giugno una notizia in breve sui colombi della Plaza Murillo di La Paz (Bolivia), colombi che rischiano di morire a causa della chiusura della piazza ad opera dei militari che cercano di tenervi lontana la folla dei manifestanti.
Questa notizia ci ha sorpreso. E non poco.
Ci è sembrata quasi la storiella dell’uomo che morde il cane in versione latinoamericana. Perché viene riportata la notizia dei continui – e gravi – scontri che si susseguono nel paese andino come causa – qui appena citata – dell’imminente moria dei volatili.
Ci perdoni l’intromissione, e la voglia di rimettere le priorità nel verso giusto. Non sarebbe il caso di restituire i denti al cane e all’uomo il dolore della ferita?
Non sarebbe il caso di riportare la notizia dei quattro (guarda un po’, lo stesso numero dei piccioni) "campesinos sin tierra" uccisi dai sicari dei "fazenderos" la scorsa settimana?
Questo solo se vogliamo parlare degli ultimi sette giorni e degli ultimi morti che sono riusciti ad attraversare quel muro di gomma che è l’informazione “globalizzata”, ossia quell’informazione che si occupa solo di quello che il mondo occidentale vuole che si sappia.
Ci perdoni ancora se non sorridiamo di fronte all’escamotage trovato dai suoi cronisti che, pur di riportare la notizia della silenziosa guerra civile che si vive in quel paese lontano, hanno tirato fuori dal cilindro, al posto del coniglio, i bianchi volatili.
In questo momento, abbia pazienza se ci permettiamo di darLe questa informazione, città come La Paz, sede del governo (ma non la capitale, che è Sucre) ed El Alto, più che cercare cibo per animali più o meno simpatici, devono fare i conti con la scarsezza di viveri che le attanaglia, tanto gravi sono i blocchi stradali operati da boliviani disperati. E la gente di La Paz difficilmente riuscirà a portare del cibo in Plaza Murillo, perché quando si scrive che “la polizia ha chiuso al pubblico la piazza” bisogna spiegare che si tratta dell’esercito, che spara su chiunque tenti di forzare i posti di blocco.
Egregio Direttore, purtroppo dobbiamo informarLa che i piccioni sono l’ultimo dei problemi dei popoli che si agitano in Bolivia, e, ci spiace, ma preferiremmo non leggere queste notizie così “offensive” nei confronti di quasi sei milioni di persone che in questo momento, proprio mentre Lei sta pazientemente leggendo queste righe, muoiono nella completa indifferenza del resto del mondo.
Se le piacciono le cifre – come ad ogni giornalista – in Bolivia l’età media non supera i 47 anni, quasi l’80% della popolazione è povera e, di questo 80%, il 98% vive al di sotto della soglia di povertà; il 40% dei bambini muore alla nascita, il 25% delle donne muore di parto, e almeno 15000 boliviani - ma è una cifra calcolata per difetto - vive in schiavitù (la percentuale, rispetto al totale della popolazione, è paurosa: 0,25%!). Solo nel 2003 gli scontri tra società civile e forze dell’ordine hanno lasciato per terra più di cento morti, e oggi – proprio in questi giorni – gli animi si stanno preparando all’ennesima rivolta.
Cosa ne pensa se nel prossimo articolo si trovi il modo di raccontare di quello che sta accadendo al mammifero della specie Homo sapiens sapiens – da quelle parti in serio pericolo di vita - anziché preoccuparsi di piccioni in rianimazione?
Grazie per l’attenzione
Martin Iglesias, Giovanna Vitrano, Cristiano Morsolin
Associazione Culturale SELVAS.ORG - Osservatorio Indipendente sulla Regione Andina
http://www.selvas.org
Sede Legale: Via delle Leghe 5 - 20127 Milano - ITALIA
mail to: info at selvas.org
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