La resistenza dei Mapuche argentini



Sono circa 300.000 e vivono soprattutto nelle periferie delle città patagoniche
La resistenza dei Mapuche argentini

Molti sono minacciati di sfratto dalla multinazionale Benetton,
proprietaria di un milione di ettari
e bramosa dei pochi ettari semideserti che i Mapuche hanno rivendicato
occupandoli

di TAVO BURAT*

I Mapuche , detti anche araucanos (da rau, terra cretosa, e co, acqua) per
la loro autodesignazione del luogo, quando gli spagnoli conquistatori
fondarono sulle sponde del rio Mapocho la città di Santiago, dedicato al
santo invocato "ammazza-mori" nella Iberia visigotico-cristiana, e
"ammazza-indios" nell'America invasa, furono oggetto di feroce
persecuzione: contro di loro si scatenò la guerra più lunga dell'umanità,
dal 1536-1540 al 1885, con la conclusione del trionfo dell'economia
occidentale e del suo militarismo.

300.000 Mapuche
 Oggi in Argentina sono valutati circa 300000. Vivono soprattutto nelle
periferie delle città patagoniche, oltre che nell'immensa periferia di
Buenos Aires. In queste condizioni hanno perduto quasi completamente le
proprie radici. Soltanto pochi di loro hanno resistito al richiamo delle
città e continuano a vivere nelle comunità rurali seguendo uno stile di
vita contrapposto  a quello occidentale. Tuttavia da circa un decennio si
denota una forte inversione di tendenza, specie nelle giovani generazioni.
Appena possono, dalle città fanno ritorno alle campagne; altri restano in
città, ma danno vita a organizzazioni per la tutela della propria identità
culturale.

La comunità di Pillán Mahuiza
Per esempio, la comunità Pillán Mahuiza (collina sacra) è un esempio
emblematico in Argentina (altri ve ne sono in Cile, da dove originariamente
provengono i Mapuche), della tendenza a lasciare la città  per ritornare a
formare una comunità nel pieno rispetto della natura. Pillán Mahuiza ha un
estensione di 150 ettari, a 1000 m. slm, a 25 km dalla frontiera tra
Argentina e Cile, in pieno territorio andino. Il paese più vicino è
Corcovado, di appena un migliaio di abitanti; la città più vicina è Esquel,
da dove, appunto, provengono i componenti della comunità. Fino agli anni
'30, in quel territorio viveva una comunità mapuche, poi estromessa
dall'esercito. Per lunghi decenni è stata possesso della polizia di
frontiera, che faceva largo uso dei boschi. Due anni fa venne la decisione
di occupare il posto per installarvi una comunità mapuche, che costituisce
una "scommessa" e una sfida.

Moira Millán
Moira Millán è la vulcanica promotrice del progetto ; con ben quattro figli
a carico, si è sempre esposta per difendere i diritti della sua gente in
quei luoghi. Ha anche rischiato molto, e continua a rischiare. Negli ultimi
tempi ha anche ricevuto minacce di morte, da parte degli ambienti legati
alla polizia locale, che non ha mai accettato quell'occupazione.
Sistematicamente, all'inizio di ogni inverno la polizia procede a
disboscare diversi ettari di terreno, e nel frattempo si susseguono le
azioni giudiziarie. Un paio di settimane fa, Moira ha avuto un colloquio
con una sorta di prefetto locale, il quale le ha annunciato che presto si
procederà allo sgombero forzato della comunità. Per questo motivo, i
Mapuche hanno organizzato un blocco stradale, di cui ha dato notizia la
stampa locale.
Un grave fatto si è verificato lo scorso 2 ottobre. Una dozzina di agenti
della provincia patagonica di Chubut, armati e con i cani, sono comparsi
nel fondo chiamato Santa Rosa, bonificato dai coniugi Attilio Curiñanco e
Rosa Rua Nahuelquir. Gli agenti usi ad agire con prepotenza, hanno intimato
a Rosa di abbandonare il luogo, ma la lamuen (sorella mapuche) ha cercato
di non farli entrare nel suo umile abituro; in quel momento Attilio era
fuori in campagna. Il vicecommissario Pérez che dirigeva l'operazione,
avvertì Rosa che se avesse continuato a resistere l'avrebbero portata via
in manette.

Contro la multinazionale Benetton
Tra il sarcastico e il compassionevole, le disse: "Nessuno può mettersi
contro di loro (i Benetton), perchè sono quelli che hanno più soldi". La
precaria abitazione dei Curiñanco, fatta di lamiere di zinco, è stata
immediatamente demolita dai poliziotti, che sono poi passati a sequestrare
tutte le cose di Attilio e Rosa: strumenti di lavoro, la coppia di buoi e
l'aratro. Alla fine hanno installato un presidio di polizia, innanzi al
cancello, composto di due agenti in divisa e da un tipo in borghese, non
appartenente a corpi di polizia conosciuti, e presumibilmente quindi della
polizia privata dei Benetton. Ad ordinare l'operazione di prepotenza,
ironicamente chiamato "perquisizione domiciliare", è stato il procuratore
di Esquel, José Oscar Colabelli.
È singolare la celerità con cui il magistrato è intervenuto in questo caso,
mentre le molte denunce presentate dalle comunità mapuche contro i
latifondisti rimangono da anni nei cassetti del medesimo tribunale. A pochi
km da Santa Rosa si trova la comunità mapuche Vuelta del Rio, anch'essa
presa di mira dallo stato. Infatti la famiglia Fermin sta per essere
cacciata. L'11 ottobre, per iniziativa dell'organizzazione "11 de octubre"
di Esquel, i Mapuche delle varie comunità minacciate di sfratto si sono
riuniti all'entrata dell'estancia e del proprio museo di Leleque di
proprietà dei Benetton; nella mattinata del giorno seguente, i Mapuche
hanno tenuto un ngellipum (cerimonia tradizionale) per riaffermare i loro
diritti e denunciare pubblicamente i Benetton, proprietari di un milione di
ettari e bramosi dei pochi ettari semideserti che i Mapuche hanno
rivendicato occupandoli, e ciò malgrado la multinazionale veneta voglia
presentare in tutto il mondo un volto democratico, progressista,
pluriculturale. Il comunicato della "11 de octubre" [Casillo de Correo 34,
A-9200 Esquel (Chubut)] termina con queste parole: "Questa storia non
finisce qui. Noi, Mapuche e non Mapuche, abbiamo l'opportunità di scrivere
un altro finale: i Curiñanco faranno ritorno nel loro terreno e tutti
avranno un mondo più respirabile. La resistenza dei popoli oppressi è il
limite dei tiranni"; e invita a boicottare la Benetton in tutto il mondo.

e-mail:
-Organizzazione Mapuche Tehuelche "11 de octubre": puelmapu at terra.com.ar  
-Campagna contro Benetton: panclasta at interfree.it
-Comunità di Pillán Mahuiza: herscan at data54.com (Hernan)
-Referente italiano: stefano at sindominio.net


*Tavo Burat, (Gustavo Buratti) Esponente storico dei movimenti di difesa
delle minoranze etno-linguistiche, ricercatore, scrittore, giornalista
(Direttore Responsabile di Alp e Il Mondo Capovolto)