Venezuela: Finalmente: la Cgil con Chavez



Appello di Epifani alla Cisl Internazionale: «La crisi in Venezuela minaccia
un governo democraticamente eletto»
T. D. F. http://www.ilmanifesto.it
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, ha inviato ieri una
lettera al Segretario generale della Cisl Internazionale Guy Ryder per
esprimere la preoccupazione della confederazione sull'evolversi della
situazione in Venezuela. Per Epifani «la crisi in Venezuela è entrata in una
nuova fase tendente a minacciare l'esistenza di un governo democraticamente
eletto». «Se da una parte - continua il testo della lettera del segretario
della Cgil - è legittimo e talvolta anche opportuno mettere in atto una
ferma opposizione per difendere i diritti indisponibili e fondamentali dei
lavoratori, dall'altra riteniamo che questa debba sempre manifestarsi nel
quadro di regole democraticamente stabilite, che in questo caso fanno
riferimento alla Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela».
Per queste ragioni la Cgil ritiene «fondamentale il ruolo che la Cisl
Internazionale e la sua affiliata regionale l'Orit possono avere nel
sollecitare la Ctv a difendere gli interessi di tutti i lavoratori e le
lavoratrici del Venezuela, favorendo una soluzione pacifica attraverso
l'avvio di un dialogo tra il Governo e le forze dell'opposizione». Una
lettera di straordinaria importanza, più di un carico di aiuti o una marcia
di appoggio per Chavez. Era da tempo che l'unico vero vanto degli
organizzatori del «paro» venezuelano golpista, vale a dire i sindacati della
Ctv guidati da Carlos Ortega e la Fedecamaras (la Confindustria locale)
vantavano l'appoggio dei Sindacati internazionali, organismo nel quale è
parte costitutiva importante proprio la Cgil italiana. Ora, con questa
lettera, chiaramente si dichiara che lo sciopero in corso non ha la
legittimità che proclama perché punta a destabilizzare un governo che «è
stato democraticamente eletto». Ieri erano molte le marce e le delegazioni
dal Sudamerica, in primo luogo dalla Colombia, che sono arrivate a Caracas.
Ma questa, dall'Italia, è sicuramente la «marcia» più importante perché è
destinata a pesare sulla continuità dello sciopero «cileno» che vede uniti
sindacati dei lavoratori che appoggiano la serrata dei padroni, paralizzando
da sei settimane il paese e soprattutto l'industria petrolifera i cui
impianti sono difesi dall'esercito, fedele a Chavez. Ieri in nuovi scontri
sono rimaste ferite decine di persone. E tutto questo in un momento
internazionale decisivo per il nuovo Venezuela. Chavez incontrerà giovedì al
Palazzo di Vetro il segretario Onu Kofi Annan. Mentre il leader sindacale
venezuelano Carlos Ortega (Ctv) e il presidente della Fedecamaras, Carlos
Fernandez, saranno a New York alla Americas Society. Oggi a Quito,
all'insediamento del neopresidente dell'Ecuador, Gutierrez, prenderà le
mosse il «Gruppo di paesi amici», per mediare nella delicata crisi del
Venezuela: lo ha sostenuto l'ambasciatore Usa a Caracas, Charles Shapiro.
L'idea di un gruppo d'appoggio alla mediazione dell'impotente segretario
dell'Osa, Cesar Gaviria, è stata lanciata dallo stesso Chavez e ripresa dal
nuovo Brasile di Lula. Gli Usa vogliono invece coinvolgere Unione europea e
Messico per «fermare» il rapporto Lula-Chavez.

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Nello

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