caso elian: resoconto di ieri



DAL NOSTRO INVIATO MIAMI Il coniglietto Speranza,
sì,  ...
DAL NOSTRO INVIATOMIAMI Il coniglietto Speranza, sì,
quello glielo lasceranno portar via, nella sua gabbietta.
Lo scivolo giallo, su cui per quattro mesi è stato filmato
dalle telecamere di mezzo mondo, no: non ci starebbe mai
dentro la valigetta di Topolino comprata a Disneyland, che
tra poco diventerà un pesante fardello da piccolo americano
abusivo. Il mondo nuovo di Elian Gonzalez sta tutto lì, e
ormai possono traslocarlo in poche ore, più probabilmente
in pochi giorni: la decisione è presa e le trattative sono
saltate. Alle due di pomeriggio il popolo degli esuli
anticastristi circonda la piccola casa di Little Havana,
cento muscolosi giovanotti formano una catena umana
gridando "libertà per Cuba, libertà per Elian!", mentre i
poliziotti si tirano indietro e dal palazzo
dell'Immigrazione al quartiere cubano la febbre sale.
Eppure sembra solo questione di tempo, per questo
ritorno al passato in cui gli incubi di Elian viaggeranno
gratis, perchè El Milagro potrà nasconderli nella fantasia
dei suoi sei anni: quella crociera della disperazione da
Cardenas alla Florida, nel banana boat su cui è affogata
mamma Elisabeth; le tante parole sbagliate degli zii di
Miami, "tuo padre Juan Miguel è cattivo, verrà qui da Cuba
solo per punirti"; il dolore e la pazzia degli esuli, che
giorno e notte sono rimasti davanti alla sua porta
urlandogli: "Sei il nuovo Gesù, sei El Milagro, il
miracoloso! Liberaci da Fidel, salva il tuo popolo! Tutte
quelle voci, tutte quelle luci, e lui in fondo al pozzo, un
pozzo che sembra la nostra Vermicino, anche se qui, sulla
23esima strada della Miami cubana, ha la banale apparenza
della bianca casa prefabbricata di zio Lazaro Gonzalez. Sì,
la decisione è presa e adesso può succedere di tutto.
L'Immigrazione ha tolto la custodia di Elian al vecchio
Lazaro, che ha ospitato il nipote da quando glielo
portarono, stremato e sotto choc, alla fine di novembre,
dopo il naufragio sul banana boat, piccolo fuggiasco
scortato dai delfini sino alla costa, a galla dentro un
copertone d'automobile. Il vecchio Lazaro ha giocato
l'ultima carta, chiedendo che una squadra di psicologi
esamini Elian, per capire quali danni possa subire
rientrando a Cuba: "Se non accettate questa condizione, non
vi ridò il bambino", e ogni discorso, per adesso, si è
chiuso su questo ultimatum alla rovescia.Ma in qualche
modo, non si sa a quale prezzo, tornerà al padre questo
piccolo prigioniero dai neri occhi allucinati a cui hanno
rubato l'infanzia, trasformandolo nel tempo in una grana
diplomatica tra Cuba e gli Stati Uniti, un simbolo politico
della resistenza anticastrista (mamma Elisabeth voleva di
sicuro strapparlo alla miseria, ma forse anche a Fidel),
una metafora religiosa per lo spiritualismo degli esuli
(nello specchio della sua cameretta molti vedono la Madonna
e in un "murales" davanti alla casa di zio Lazaro lui è
ritratto tra Clinton e il Papa, su una bilancia, con Cristo
e la Statua della Libertà alle spalle). Nelle prossime
ore Juan Miguel Gonzalez dovrebbe sbarcare in territorio
americano riottenendo immediatamente la custodia per
adesso temporanea del piccolo: non si sa se per ripartire
subito o per attendere, nella delegazione d'affari cubana
di Washington, l'esito di un processo d'appello che zio
Lazaro ha intentato già la scorsa settimana davanti a una
corte federale. In tutta fretta l'Immigrazione ha concesso
il visto a lui, alla sua seconda moglie, al loro
figlioletto di sei mesi, Hianny, a un cuginetto, alla
maestra d'asilo di Elian nel villaggio cubano di Cardenas e
a un pediatra. "L'aereo è pronto", ha proclamato Fidel
all'Avana, durante una manifestazione con tremila studenti,
vezzeggiando come un vecchio lupo mannaro il piccolo Hianny
ed esibendo Juan Miguel come un trofeo: perchè, si capisce,
se Juan Miguel va negli Stati Uniti e torna indietro con
Elian, Cuba non può essere il gulag che gli yankees e i
traditori vanno raccontando da 41 anni. Ma il problema è
appunto questo: chi garantisce a Fidel che la famiglia
Gonzalez, al completo, non salti in mezzo a un drappello di
doganieri chiedendo asilo politico? Gli accordi con
l'amministrazione Usa sono ormai palesi (l'avvocato
americano di papà Juan Miguel è Greg Craig, che ha
addirittura difeso Bill Clinton nel procedimento di
impeachment): ma potrebbero non bastare. Non a caso, il
vecchio dittatore vorrebbe far scortare Juan Miguel e i
suoi da un drappello di 22 persone, tra le quali 12
compagni di classe di Elian, le cui famiglie resterebbero
nelle mani del regime. Su questo, e sulla certezza di
riottenere Elian senza incidenti, si discute. Nel circo di
Little Havana i giocolieri intanto si moltiplicano. Ecco
Gloria Estefan, la cantante pop, in visita al bambino. Ecco
Walter Polovchak, che vent'anni fa, quando era poco più
grande di Elian, decise di restare nella libera America
mentre i suoi genitori tornavano in Ucraina e che adesso
assicura, non si sa in base a cosa: "Il piccolo ha le idee
chiare per capire ciò che è meglio per lui Ecco i
deputati e i senatori, che pure cominciano a raffreddarsi
perchè nei sondaggi 6 americani su 10 vogliono che il
bambino e il papà siano riuniti a Cuba. Marisleysis, no,
lei non fa parte dello show. La figlia ventenne del vecchio
Lazaro si è illusa per quattro mesi di diventare la nuova
mamma di Elian, ogni notte gli ha tenuto la mano per
scacciare gli incubi. In almeno dieci interviste, ieri, ha
ripetuto piangendo: "Non mandate gli sceriffi in questa
casa, non portate via Elian davanti a 300 telecamere", poi
è svenuta, è finita in ospedale. Da tempo soffre di
esaurimenti e potrebbe diventare la seconda vittima
innocente di questo imbroglio infernale: il circo se la
coccola, aspettando di inghiottire anche lei.
Goffredo Buccini    
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DALL'AVANA A MIAMI
IL NAUFRAGIOIl 25 novembre 1999 la zattera sulla
quale il piccolo Elian Gonzalez stava tentando di lasciare
Cuba, con la madre e il nuovo compagno di lei, affonda. La
donna annega, mentre Elian riesce a raggiungere la costa
della FloridaI PARENTI AMERICANIA Miami Elian viene
accolto dalla folta comunit… di esuli cubani. A prenderlo
in affidamento temporaneo Š lo zio paterno Lazaro Gonzalez
LA DISPUTATra Washington e L'Avana Š battaglia
legale: da Cuba il padre Miguel, con l'appoggio di Castro,
ne reclama la consegna, i cubani di Miami vorrebbero invece
tenerlo negli Usa LA DECISIONEIl governo Usa
concede il visto d'ingresso al padre di Elian. A Miami
l'uomo otterr… l'affido temporaneo del figlio. Per quello
definitivo dovr… aspettare il parere della Corte d'appello
sul ricorso presentato dai parenti americani
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FONTE: CORRIERE DELLA SERA - MER. 5/5/2000
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PIER LUIGI GIACOMONI
rhenus at libero.it

Net-Tamer V 1.11.2 - In Prova

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