ECUADOR: Nuovo appello a tutte le Realtà



                VISITA DEGLI INDIOS DELLA CONAIE IN ITALIA

< Ad un mese dalla sollevazione >
    Aggiornamento 21 febbraio 
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Nel ringraziare tutti quanti ci hanno contattato (Milano, Firenze, Arezzo,
Lucca, Roma, Torino, San Marino, Lugano, ecc...) per organizzare una
iniziativa con la delegazione ecuadoregna, vi segnaliamo che dall'Ecuador
ci è stata confermata la venuta dello stesso Antonio Vargas, presidente
della CONAIE (Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador)
nonchè Presidente del Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador.

Invitiamo quanti non l'avessero ancora fatto a comunicarci il loro
interesse ad organizzare una iniziativa. Questo perchè quanto prima dovremo
iniziare a raccogliere il denaro. Entro il 30 marzo si dovrà infatti
chiudere la raccolta fondi e quindi dovremo aver definito ogni tappa per la
delegazione. Entro venerdi' 31 marzo dovremo poi inviare alla CONAIE i
soldi per consentire alla delegazione di acquistare i biglietti aerei!!

Da Quito c'è stata inoltre segnalata la volontà di inviare anche una terza
persona con la delegazione, un rappresentante del Coordinamento dei
Movimenti Sociali, ma ciò dipenderà dalla offerta di ulteriori finanziamenti.

In attesa di prendere contatto diretto con tutte le realtà interessate,
Vi inviamo un fraterno saluto. 

     Comitato Internazionalista Arco Iris
     per il Coordinamento di Solidarietà con i Popoli Indigeni

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| Per contatti:                            |
|  Tel/Fax:030-2190006 (dopo le ore 14:00) |
|  E-mail:"ale.ramon at numerica.it"          |
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   Appello della Assemblea Permanente per i Diritti Umani dell'Ecuador 
               
Il popolo ecuadoregno affronta di questi tempi la più grave crisi
economica, politica e morale della sua storia: la povertà raggiunge l'80%
della popolazione, la disoccupazione formale raggiunge il 18% ed il
subimpiego il 65% della popolazione economicamente attiva. Il salario
minimo vitale è stato fissato ad appena 30 dollari, mentre il costo del
paniere di base per una famiglia raggiunge i 140 dollari. Gli ospedali
mancano di risorse per assistere le minime necessità in ambito sanitario.
La corruzione ha raggiunto livelli intollerabili, tutto i poteri dello
Stato si trovano sotto inchiesta.

Dopo aver permesso una svalutazione del sucre di più del 400% in soli 18
mesi, per cercare di mantenersi al potere con una alleanza dei settori più
conservatori, il deposto presidente Jamil Mahuad aveva decretato la
"dollarizzazione" dell'economia, meccanismo che colpiva la gran parte della
popolazione.  Il debito estero è arrivato ad essere in proporzione alla
popolazione il più alto dell'America Latina (16 mila milioni di dollari).
Il governo di turno ha destinato il 54,7% del bilancio generale alle spese
per gli interessi sul debito, smettendo di assistere la popolazione nelle
esigenze fondamentali.

Di fronte a questa situazione, la Confederazione delle Nazionalità Indigene
dell'Ecuador (CONAIE), il Coordinamento dei Movimenti Sociali, le
organizzazioni delle donne, per i diritti umani, gli studenti, i contadini,
le organizzazioni di quartiere e la chiesa di base, sono stati i
protagonisti delle mobilitazioni nazionali del 21 gennaio scorso, dove
manifestavano il comune malcontento e chiedevano cambiamenti urgenti. Nella
città di Quito si produceva la pacifica presa del Congresso Nazionale e
della Corte Suprema della Giustizia con l'appoggio di un gruppo di militari
che aderirono alla domanda popolare esigendo l'uscita dalla scena politica
dei titolari dei tre poteri dello Stato, e l'istaurazione di una Giunta
Patriottica di Salvezza Nazionale, formata da rappresentanti degli Indios,
delle Forze Armate e di altri settori della società civile.  

Gli alti comandi militari, che all'inizio avevano accettato di far parte di
tale Giunta, di fronte alle pressioni della oligarchia nazionale e del
Dipartimento di Stato (degli USA), hanno deciso di consegnare il potere al
vicepresidente Gustavo Noboa, che a sua volta ha assicurato di portare
avanti il processo di dollarizzazione e le politiche economiche
dell'anteriore governo (privatizzazione del petrolio, della salute, della
sicurezza sociale, tra gli altri), misure che avevano provocato la
mobilitazione indigena e popolare.

I lider del Parlamento Nazionale dei Popoli dell'Ecuador: Antonio Vargas,
Ricardo Ulcuango, Salvador Quispi, Napoleón Saltos, tra altri, vari
militari e dirigenti di organizzazioni sociali che hanno partecipato alla
mobilitazione popolare stanno venendo perseguitati. I colonnelli che hanno
appoggiato il movimento popolare: Lucio Gutierrez, Jorge Brito, Luis Lalama
e Fausto Cobo, tra altri, sono stati imprigionati, non si conosce il luogo
dove siano reclusi e si sono iniziati dei processi contro di loro. 

Membri della vecchia e viziata classe politica, che utilizzano la
democrazia formale come un pretesto per perpetrare le loro azioni illecite
ed antietiche, utilizzando i mezzi di comunicazione di cui sono proprietari
o che controllano con il loro potere economico, stanno chiedendo sanzioni
drastiche per i lider indigeni ed i militari che hanno partecipato alle
azioni del 21 gennaio.

Con la transizione al governo di Gustavo Noboa, la realtà ecuadoregna non è
migliorata per nulla, ed il malcontento della popolazione è forte. 

E' per tale ragione che noi ecuadoregni ed ecuadoregne, organizzazioni per
i Diritti Umani ed organizzazioni sociali dell'Ecuador,  chiediamo la
vostra comprensione e la vostra solidarietà internazionale di fronte alle
azioni popolari del 21 gennaio e la difficile realtà che abbiamo vissuto.

Noi firmatati di questo comunicato manifestiamo la nostra profonda
preoccupazione per la crisi economica, politica e sociale dell'Ecuador:
rivendichiamo la trascendenza storica delle azioni di protesta e di
istaurazione di un governo popolare, avvenute il 21 gennaio del 2000.

Appoggiamo inoltre i dirigenti delle organizzazioni sociali ed i militari
che hanno partecipato alle azioni di protesta del 21 gennaio. 

Manifestiamo la nostra preoccupazione per l'integrità fisica e la sicurezza
degli stessi, e chiediamo l'amnistia o l'indulto per i militari e tutti
coloro che sono stati sottoposti a processo a ragione di questi fatti. 

Primi firmatari:
Alexis Ponce, rappresentante nazionale dell'Assemblea Permanente per i
Diritti Umani (APDH)

Sonia Andrade, della Corporazione Nazionale delle Organizzazioni Sociali
della Terza Età (CONAMOSOTEE)

NOTA: Inviate le vostre adesioni via e-mail  al seguente indirizzo:

       quijote at gyeunix1.porta.net

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Comitato Internazionalista Arco Iris 
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Tel/Fax: 030 - 2190006
E-mail:"ale.ramon at numerica.it"