[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
COLOMBIA: Articoli a cura della Fundacion Aurora
- Subject: COLOMBIA: Articoli a cura della Fundacion Aurora
- From: "Comit. Intern.sta Arco Iris" <ale.ramon at numerica.it>
- Date: Mon, 21 Feb 2000 18:02:17 +0100
COLOMBIA MESTIZA Di LUIS FERNANDO GIRALDO Fundacion Aurora (Popayan-Colombia) Non si può studiare la complessità della struttura sociale e la storia politica della Colombia a partire dalle circostanze specifiche ai suoi rapporti sociali interni ma alla luce dei condizionamenti imposti dalle potenti forze esterne degli imperialismi, cause determinanti per le guerre civili che vive il paese. La Colombia è un paese che sorge come prodotto dello sviluppo delle lotte internazionali del Capitale contro il sistema feudale imperante in America latina: dapprima l'invasione spagnola, in una seconda fase le guerre d'Indipendenza, determinate dall'avanzata del capitalismo in Francia, Inghilterra e Stati Uniti. Un'indipendenza che aveva come premessa l'idea originale di Bolivar di costituire una grande nazione, in cui popoli integrati non fossero al servizio di nessun impero. Questo ideale fallì, le influenze internazionali segnarono per i nuovi stati latinoamericani il cammino e le linee da seguire nell'immediato futuro. Le classi dominanti di questi paesi capirono che soltanto assecondando le determinanti internazionali avrebbero potuto detenere e conservare il potere nella regione. In questo modo si forgiò il destino di schiavitù per i popoli latinoamericani, retti in preminenza dalla politica statunitense, la cui ombra si è estesa su tutta L'America Latina. Interessi strategici che hanno impedito per decenni la realizzazione del principio vitale per uno sviluppo libero delle nazioni e hanno negato il diritto di utilizzare le risorse naturali e umane a beneficio di coloro che abitano quei territori. Questo lento processo di dominazione, ha incontrato, in tutte le epoche e luoghi dell' America Latina, movimenti disposti a resistergli. In Colombia lo scontro sociale si è manifestato in molteplici modi, con la guerra di guerriglie, l'insurrezione armata e i movimenti culturali, popolari, campesinos e indigeni. Tale non conformismo si è opposto costantemente agli sforzi dell'imperialismo di modellare i comportamenti e i bisogni della gente, controllando l'economia tramite il debito estero, definendo le politiche educative, agrarie e sociali, promovendo e diffondendo la sua cultura mercantile, presentando come modello e ideale di sviluppo il suo tipo di società. E' in questo ambito di forze esterne condizionanti e di una cultura interna che si ribella a continuare a vivere in queste circostanze di miseria che si puo tentare di capire la guerra colombiana. Colombia è l'epilogo a cui giunge un popolo che è stato oppresso, manipolato, disprezzato ed usurpato. E' il risultato di un crescente senso di schiavitù in cui la popolazione deve inesorabilmente cedere le proprie ricchezze naturali e umane a favore di consorzi e multinazionali che si agglutinano intorno alla politica statunitense con l'approvazione dei governanti locali che hanno perso qualunque tipo di sentimento verso la propria nazione e per i quali hanno più valore il riconoscimento e la fetta di ricchezza che devono infine difendere ad ogni costo. Come gli altri paesi del Sud America, la Colombia è una nazione che appartiene ad un settore delle grandi potenze, in accordo ad una logica di concertazione e di rispetto dei territori colonizzati e distribuiti tra le multinazionali che hanno come guide finanziarie e politiche la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale. La stessa trasformazione della produzione biologica, sostituita dalle coltivazioni manipolate in laboratorio in funzione di una sovraproduzione, è determinata dall' affanno di conquistare nuovi mercati per ottenere il dominio assoluto dell'alimentazione mondiale che oggi è gestita da 10 corporazioni di alimenti, lasciando milioni di contadini senza terra che spogliati di tutto popolano in branchi le periferie delle città in cui aumenta la miseria e l'abbandono. In colombia esistono 2.000.000 di sfollati a causa della violenza paramilitare, gruppi finanziati dal capitale nazionale e internazionale, sfollati dalle aree che coincidono con i prograami economici di sfruttamento internazionale. Per gli uomini che sono vincolati al capitale dominante il progresso personale è tanto più significativo quanto più ci si dimentica dell'umanità, con quanta più frenesia e freddezza si agisca. Quale assenza di sentimenti s'impossessa degli uomini che, esclusivamente per servire i consorzi economici, governano i popoli imponendo con il loro orgoglio le misure più antipopolari Quante organizzazioni di guerra finanziano, sostengono, educano, addestrano o dotano tecnicamente per ottenere obiettivi imperialisti, motivati negli esseri umani da uno sfrenato capriccio di possedere nuovi territori, distruggendo crudelmente popoli interi, culture risorse umane d'inestimabile valore. Questa è la guerra che si affronta, guerra ineguale perchè di fronte a un nemico così potente, i movimenti sociali, politici, le organizzazioni guerrigliere, contadine e indigene appaiono come una massa di lillipuziani che non accettano l'imposizione di uno sfruttamento che non porta alcun beneficio all'umanità. Movimenti che sono oggetto di contraffazione da parte dei meccanismi di comunicazione che deformano la realtà presentando come questione essenziale della realtà colombiana il narcotraffico. Ma la campagna contro la droga non è altro che una conseguenza della dominazione che si vuole continuare ad esercitare, un inganno che ha come scopo finale quello di occultare le reali campagne di orrore e morte, con il pretesto di un ennesimo intervento umanitario, questa volta in Colombia. E' incalcolabile la miseria umana che producono le multinazionali, basti pensare agli uomini che formano quell'esercito all'ombra dello stato, denominato paramilitarismo. Gli squadroni paramilitari uccidono, mutilano, torturano, seminano il terrore dappertutto, sfidando con il fucile campesinos umili ed inermi che fuggono terrorizzati dalle loro terre. Bisogna vederlo, l'esercito colombiano ogni giorno più numeroso e potente, addestrato e assessorato dall' esercito USA che interviene velatamente con azioni militari, con aerei fantasma. I campesinos e gli indigeni difendono la loro vita quando difendono la loro terra, la loro cultura la loro visione del mondo, l'anima della loro stessa esistenza. Da secoli ormai lottano contro gli espropriatori, lasciando dietro di sè i loro morti dimenticati, sconosciuti, silenziosi difensori della vita. Tutti sono costretti a coltivare la coca e il papavero da oppio per sopravvivere, a causa della politica agraria dello Stato che consiste nello smantellamento delle campagne e nella recrudescenza della violenza. La cornice è la Riforma che tende a privatizzare i pochi enti statali per specializzare le funzioni dello Stato, riducendone le attività e rafforzando paradossalmente l'apparato burocratico e le forze armate. La professionalizzazione dell'Esercito crea più gruppi specializzati di guerra sotto il mandato della Sicurezza Nazionale che consiste nel vedere la minaccia negli stessi abitanti dei territori destinati allo sfruttamento...mentre i servizi propri di uno Stato Sociale rimangono nelle mani di entità private corrotte che, perseguendo il proprio beneficio particolare, lasciano senza assistenza sanitaria ed educazione la gente. Questa è la realtà di una guerra civile il cui maggior contendente dirige le sue forze non contro un attore bellico specifico, nella fattispecie le organizzazioni guerrigliere, ma contro tutta la società. Non si può continuare a nascondere questa realtà che è ormai sotto gli occhi di tutti: in Colombia operano gruppi paramilitari vincolati con l'esercito regolare, legame dimostrato diffusamente e con dovizie di dettagli e prove dagli organismi internazionali per i dd.uu. Gruppi che hanno eseguito una media di 180 stragi all'anno, quando per strage s'intende l'assassinio di più di tre persone alla volta, il che equivale a 1200 dirigenti uccisi, tra campesinos, indigeni, sindacalisti e maestri. Tuttavia c'è un fatto saliente da sottolineare, nonostante siano trascorsi centinaia di anni di conquiste a sangue e fuoco, i movimenti sociali, le organizzazioni che si oppongono decisamente a qualsiasi tipo di schiavitù non sono mai stati sradicati completamente. Esiste nel cuore di questo popolo un sentimento ancestrale di libertà, indomabile e profondo, un profondo legame con il passato, con la terra, fonte di potere spirituale. E' una forza unificatrice che avanza lentamente, che emana dalla terra, dall'aria, dalle montagne e le pianure. Mentre gli Stati dominanti sono assoggettati alla ricchezza e al potere cresce il sentimento di una verità indiscutibile, che "l' essere umano ha un'anima e questa raramente è negoziabile". LA SOGLIA TRA LA VITA E LA MORTE El Umbral entre la vida y la muerte. Di Luis Fernando Giraldo Fundacion Aurora (Popayan - Colombia) Il capitalismo è un processo universale e irreversibile, con vita propria e independente dalla volontà degli esseri umani. E' senza dubbio il processo di estinzione delle diversità culturali ancora esistenti nei diversi angoli della terra. E' una "civiltà" traboccante che impiega un'uniformità produttiva, politica e ideologica come condizione al proprio sviluppo; assomiglia a un'ombra ostile che lentamente invade tutti gli spazi luminosi dove fioriscono diversi modi di affrontare la vita, di pensarla e sentirla. E' l'annullamento dell'esistenza dei diverse modi in cui gli esseri umani si rapportano spiritualmente e materialmente con la natura, in poche parole è la tendenza all' annichilimento dello sviluppo della storia Per la civiltà capitalista, tutto l'umano deriva da questa considerazione gonfiata della sua raltà; pur quando la sua saggezza si riduce all'astuzia e all'ingegno di piegare con la forza e l'inganno altri uomini, usurpando le loro forze vitali di lavoro a proprio beneficio, conducendo la natura umana a una prossima scomparsa. Profetiche parole disse il Grande Capo Seathl, nella sua lettera diretta a un presidente degli Stati Uniti: " Continui a contaminare la sua casa e morirà nei propri rifiuti", parole che possono essere poste ad emblema di ogni aspirazione di tipo capitalista. I presidenti dei paesi più industrializzati, credono di potere reggere i destini dell'umanità e a tal fine si riuniscono gli otto rappresentanti di queste nazioni in cui fingono patteggiare accordi, ragionare e definire linee politiche; in realtà sono spinti da forze economiche che li obbligano a prendere determinate misure per fronteggiare eventuali crisi dell'economia politica mondiale. In accordo con la forza e il potere di questi consorzi economici che rappresentano, si disputano ogni anno una nuova distribuzione dei territori, ottenendo uno contro gli altri, maggiori poteri economici e politici sui popoli e le nazioni, determinando regole che incidono sempre di più sulle contraddizioni interne del capitale. A spese dell'umanità povera e ignorante che va raminga sulle proprie terre come "foglie al vento; senza meta né destino". Questi "governanti" rappresentano perfettamente la commedia umana. Appaiono come esseri di sommo potere, ma man è altro che il supporto dei rapporti economici, che lungi dal governare loro ne sono governati. Commedia che ha come registi le multinazionali o i gruppi economici che girano intorno al capitale finanziario, onnivoro. Consorzi fiannziari che hanno sottomesso il mondo durante secoli, depredando le ricchezze naturali e uimane, creando insicurezza nel sottomettere la condizione sociale ad un accelerato processo di produzione che contrasta con la crescita della povertà nel mondo, esaurendo fisicamente e moralmente la gran maggioranza degli esseri umani, riducendo l'umanità che lavora ad un congegno a termine e sostituibile. Per secoli i popoli latinoamericani, come gli altri, si sono esercitati nello sviluppo delle loro specificità produttive, linguistiche, culturali, elaborando forme diverse di relazioni ed organizzazioni sociali, da cui emanano un profondo sentimento ed intelligenza, che orientano tutte le riflessioni ed azioni verso la vita e non verso la morte. Culture e popoli che sussistono nonostante il capitalismo. Società che ha voluto sottometterli sotto lo stemma di una strana morale: se non sei con me sei contro di me. il capitalismo considera nemiche le nostre culture perché esse per la loro unità culturale, per la loro visione e relazione rispettosa con la natura, esprimono differenze sostanziali con il suo modo di produzione. Popoli e culture che hanno la consapevolezza della loro piccolezza e debolezza guardano con rispetto all'universo, non pretendono dominarlo, ma sviluppare la loro vita accettando le condizioni dell'esistenza di ogni essere vivente. Per questo sono popoli che possono contemplare e adorare il sole e la luna, il giorno e la notte, la pioggia, i fiumi, gli uccelli e tutte le creature della natura, che guardano con ammirazione e rispetto. Ciò non è possibile per uomini educati nella superbia, per i quali la natura e gli altri costituiscono condizioni per alimentare smisuratamente i loro ciechi appetiti; per loro non esiste amore solo dovere; per loro il sentimento, la scienza e la coscienza sono nozioni vaghe senza alcun significato, se non quello che possono rappresentare per la crescita dei loro poteri e ricchezze. I nostri popoli silenziosamente si sono preparati per affrontare la morte, non temono morire se la loro resistenza significa lottare per vivere; gli uomini di grandi ricchezze e potere si aggrappano ai loro averi e vivono succubi del fluttuare delle emozioni e deliri, presi da un insondabile terrore di morte. Che potere reale significa possedere? Se non esiste il sole da contemplare, una luna da adorare, le stelle da sognare? Che significa avere? Se al possedere si concatenano doveri oppressivi, norme paralizzanti e proibizioni dannose che stagnano e corrompono i sentimenti, trasformando gli uomini in esseri che soffrono, senza la consapevolezza della propria vita, annoiati dai loro obblighi. Aveva ragione il pensatore quando diceva: possedere significa espropiare ed espropriarsi. Questa vita che porta chi possiede e chi è spogliato ad un'esistenza d'umiliazioni, è estranea alle nostre radici culturali. Durante secoli hanno lottato contro i colonialismi e gli imperialismi. Ribellione che si manifesta quando è magiormente influenzata dalle culture indigene In Colombia sopravvivono circa 90 gruppi etnici diversi, che conservano la loro unità culturale, il lprprio territorio e lingua, recuperati o conservati affrontando dure lotte, spargendo ingegno e pazienzasorprendenti. Queste comunità insieme con le altre sterminate dalla colonizzazione spagnola, hanno influito profondamente nella cultura del nostro popolo. Gli Stati Uniti hanno potuto piegare l'impeto dei popoli nativi, senza che questi incidessero come fattore preponderante di meticciato. In Colombia e nella maggioranza dei popoli latinoamericani, l'esistenza di organizzazioni sociali, politiche e culturalmente fortemente resistenti hanno obbligato gli spagnoli a adottare modelli culturali tradizionali e abitudini anche come strumenti di dominazione. Questi elementi non sono secondari se vogliamo capire perché il nostro popolo continua a resistere. La lotta è ora contro una civiltà estranea e crudele, arrogante e prepotente, che si scontra continuamente contro un lunghissimo processo di meticciato in cui si mescolano innumerevoli elementi storici da più di 500 anni, in cui esistono popoli con un'unità sociale, linguistica e culturale oltre a fattori nuovi sorti dalle viscere del capitalismo, di ricchezze e potere incalcolabili. Storia che sussiste come orme nei volti, nei comportamenti, nella pelle negli sguardi, nei sorrisi e le decisioni dei popoli. Non si può dimenticare il passato, ancor meno negare l'esistenza di una realtà storica dimenticandosene. L'idea del passato è un'illusione, un'ideologia che domina nel nostro mondo capitalista. Per i popoli meticci ed indigeni il passato è presente. Gli occhi di un uomo dominato dal cieco appetito di vincere e un'insaziabile sete di applauso, non capisce che il mondo non è come appare, che il mondo è più complesso di quello che crediamo, e spiritualmente più ricco di quello che immaginiamo. In questa complessità possiamo trovare le chiavi della resistenza sociale, perchè come il pensatore dice: " il fenomeno è più ricco dell'idea". Per i popoli indigeni e meticci che sono riusciti a sopravvivere grazie ad una capacità di assimilazione, meticciato e integrazione di elementi di altre culture, il passato non esiste solamente come possibilità intellegibile, è presente nella nostra vita, nei rapporti che abbiamo, nel modo con cui partecipiamo oggi alla vita presente. Il passato si coniuga con il presente dotando di esistenza e personalità cio che vive; per questo è intellegibile, comprensibile, perché ha esistenza attuale oltre alla coscienza della nostra realtà. Forse questa comprensione ha ispirato lo storico a dire: " L'anatomia dell'uomo è la chiave per la comprensione dell'anatomia della scimmia." "Il passato che ritorna, ritorna sempre a confrontarsi con la nostra vita" un passato che si ripete come presente di fronte cui non ha altra scelta consapevole se non quella che ci denuncia come siamo e come saremo e ci conduce inesorabilmente alla volontà di poter scegliere un avvenire diverso con la guida ragionevole della scienza della storia, delle arti e della cultura. Se non definiamo consapevolmente l'avvenire che desideriamo, diverso dal presente che viviamo, il futuro si configurerà con le premesse degli errori passati e la nostra vita si trasformerà in un "eterno ritorno" come narra l'antico pensiero greco. Il potere di questa società capitalista finirà per piegare le diverse culture, imponendo la sua fatale uniformità, irrompendo nelle specificità e degenerandole, tracciando un sentiero che condurrà ad un insondabile abisso da cui l'umanità non potrà mai uscire. L'atteggiamento dell'uomo moderno di fronte al tempo è diverso, mette sempre l'accento sul presente effimero; pretende così negare qualsiasi vincolo con il passato; ama un presente che diviene e passa successivamente senza lasciare alcuna traccia. Si trasforma in un bivio storico perché l'uomo rimane intrappolato nel adesso, che accetta precipitosamente, sempre con l'intenzione di aggiornarsi, temendo di rimanere indietro, inghiottito dal tempo, ma ingenuamente dimentica che trascina con sé il passato o forse ignora o desidera ignorarlo perché teme ri-trovarsi, immobile, essendo sempre lo stesso. Il futuro per l'uomo moderno è un agglomerato di vane illusioni, la ripetizione dell'identico; da padri a figli si trasmettono le stesse illusioni, immaginando che essere attuale e dinamico significhi trasformarsi; in realtà perpetua quella stessa esistenza confusa. Questo è il terrore dell'uomo moderno che è sempre di corsa, impegnato ad ereditare ed usurpare proprietà, conservare ciò che possiede pur significando questo l'annullamento delle sue possibilità di vita. Il sapere, l'arte, il vestito, l'alimentazione e tutti i gesti perenni che ci legano all'universale ed infinito, si trasformano in azioni effimere, mode passeggere che sfuggono alle nostre vite come l'acqua tra le mani ma continuiamo ad anelare l'effimero con devozione, con follia. La nostra memoria non fissa gli eventi, l'ieri si cancella dai nostri cuori e l'immensità di una storia che conserva dentro di sé viva la fiamma della nostra libertà svanisce lentamente con questo desiderato oblio. L'uomo moderno, capitalista è il vero uomo coltivato nella vanità, nell'arroganza, cui si è insegnato a considerare valida esclusivamente la relazione che annulla qualsiasi comportamento storico, che crea ideologie che invocano la fine della storia, delle ideologie, delle diversità. Inconsapevolmente si rivela che questo sistema produttivo è in realtà il sentiero che conduce alla fine dell'umanità. Il capitalismo riproduce una religione senza spirito, il vero fondamentalismo, una prassi senza guida, la reale ortodossia, un mondo condotto soltanto da leggi estranee allo stesso essere umano, che manca del potere reale per condurre le sorti del mondo, perché il capitalismo è l'ultima fase della preistoria dell'umanità. E' molto corrosiva per le società l'egemonia che esercitano gli imperialismi; un potere così forte che può frantumare le culture che finora sono rimaste indomabili. E' una sfida, combinare quella capacità di resistenza con il pensiero concettuale, per orientare il corso di quel torrente che tende alla dispersione verso espressioni sempre più cruente ed assurde. Sfida della nostra stessa vita, come ricerca, come rischio, a partire da quell'indole che abbiamo ereditato da una continua lotta contro ogni tipo di oppressione, da quell' appassionato desiderio di vita che diventa frenesia, amore senza calcolo che ci porta ad affrontare l'esistenza come si presenta, così, senza compassione, accettando il corso della nostra storia o subendo la fine della nostra esistenza umana. In Colombia la vita non è un ruscello che corre lento e tranquillo; la vita è simile a un'alta marea tumultuosa che colpisce gli scogli che ostacolano il suo percorso, fino ad incontrare la direzione, l'orizzonte che forse sarà quello che forgeremo insieme, alla ricerca di un mondo qualitativamente superiore. E' essenziale insistere in questo atteggiamento, profondamente radicato nei popoli latinoamericani, per evidenziare che può significare la nostra libertà ma anche la nostra schiavitù, perché finora i settori egemonici della nostra società ne hanno approffitato per aumentare le loro ricchezze, creando confusione negli spirito degli uomini e ciò che poc'anzi abbiamo definito anelito di vita, per mancanza di una guida, si è trasformato in desiderio di morte. Questa confusione significa il caos in seno alla società dominata come in quella dominante. Sappiamo che infondere ordine nel pensiero tempra lo spirito e delinea un cammino, un orizzonte oltre il tramonto di questa società. Questo orientamento possiamo trovarlo in una Scienza capace di farci capire la vita circolare e ripetitiva, che fa ritornare su se stessi i dominatori e bloccare gli oppressi in una situazione perenne; una Scienza nuova che illumini non soltanto il passato e il presente, ma anche il futuro dei popoli, un avvenire storico che rompa il ciclo della preistoria degli uomini, che distrugga il dominio materiale e spirituale delle formazioni sociali fondate sulla Politica che si trova in uno stadio nascente e di cui un pensatore diceva che si erano "poste le sue pietre angolari" ======================================= Traduzione e Diffusione a cura di Paola ======================================= *) Per chi non volesse continuare a ricevere nostre notizie, è semplicemente necessario scrivere allo stesso indirizzo, specificando "unsubscribe" nel titolo (subject) del messaggio e l'indirizzo che deve essere eliminato dalla lista di distribuzione. -------------------------------------- Comitato Internazionalista Arco Iris Via don Minzoni 33 - 25082 Botticino Sera (BS) Tel/Fax: 030 - 2190006 E-mail:"ale.ramon at numerica.it" http://www.presos.org/italia
- Prev by Date: [LNK] Reds: speciale Brasile
- Next by Date: ECUADOR: Nuovo appello a tutte le Realtà
- Previous by thread: [LNK] Reds: speciale Brasile
- Next by thread: ECUADOR: Nuovo appello a tutte le Realtà
- Indice: