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a scuola con padre Kizito
Riportiamo qui una sintesi della giornata "tarantina" di padre Kizito,
organizzata da Aifo, Amani e PeaceLink e intitolata "Apri una finesta sul
mondo".
Diario della visita di padre Kizito a Taranto (15 maggio 2001)
di Maria Teresa Tarallo (Aifo - Taranto)
Ore 6,50: squilla il telefono di casa..."Ciao, Maria Teresa, sono padre
Kizito, sono arrivato alla stazione" "Non ti muovere, stiamo arrivando a
prenderti!"
Tanta gioia ed eccitazione per l'arrivo di padre Renato Kizito Sesana,
tanto atteso non solo da noi che già lo conosciamo, ma soprattutto dai
bambini del plesso via Alto Adige, 1° Circolo, classi terze, quarte e
quinte. E da colleghe, personale ausiliario, insomma tutti emozionati!!!
I bambini sono stati fantastici, un caleidoscopio di canti e poesie di
sorrisi e timidezza. Chi si avvicinava a padre Kizito senza paura, chi si
vergognava, nascondendosi il viso e non avendo il coraggio di rivolgergli
la parola. Alla fine, c'è stato un momento di commozione da parte mia sulle
note di "Si può dare di più"...
I bambini hanno donato spontaneamente figurine, giochi, testi scritti da
loro e rilegati, dedicati a padre Kizito e ai loro amici lontani, i bimbi
delle comunità di Nairobi.
Padre Kizito è stato sorpreso della preparazione dei bambini, che sapevano
tante cose di lui ma che erano curiosi di saperne ancora di più. Gli
chiedevano: "Che cosa hai provato quando vi hanno bombardato in Sudan?" "Ti
è dispiaciuto lasciare i tuoi genitori quando sei diventato missionario?"
"Perché hai fatto questa scelta?" Padre Kizito ha risposto alle domande dei
bambini con un linguaggio chiaro, semplice, adatto a loro, ma forse per
questo più diretto ed efficace.
I bambini sono riusciti a strappare una promessa a padre Kizito: tornare
l'anno prossimo con qualche ragazzino della sua comunità.
Dopo, siamo stati tutti insieme davanti ad un abbondante buffet
squisitamente allestito da colleghe e soprattutto genitori disponibilissimi
e generosissimi.
Nel pomeriggio, si è tenuto l'incontro pubblico patrocinato dal Comune di
Tarato, a cui ha partecipato l'assessore all'istruzione cultura Gennaro
Esposito e don Andrea Cristiani del Movimento Shalom, reduce da una
missione umanitaria in Iraq.
Come AIFO ho presentato l'operato di padre Kizito, il valore della sua
attività, la sua storia di missionario comboniano. Padre Kizito ha
trattato dei diritti umani in Africa, in particolare del genocidio dei Nuba
in Sudan. Un crimine "invisibile" che si sta accentuando dopo che è stato
estratto il petrolio. Con il petrolio il governo sudanese ha potuto
incassare più soldi (da una multinazionale canadese) per comprare aerei,
armi e bombe. Dopo una videocassetta e una esauriente esposizione di Kizito
e di don Andrea, si è aperto il dibattito nell'aula magna dell'Istituto
Righi gremita di cittadini e amici. Un pubblico di 120 persone conteneva le
domande più svariate, ma tutte puntuali e stimolanti. Il preside
dell'Istituto Righi ha concluso l'incontro e si è susseguita poi una serie
di strette di mani, abbracci, saluti con amici e persone appositamente
venute a dare un saluto. Con noi c'era la mamma di Gianmarco, un bambino
affetto da una rara forma di leucodistrofia attualmente incurabile. Padre
Kizito è andato a salutare Gianmarco, quasi immobile nella carrozzina e più
debole di quando, quattro anni fa, gattonava agile ai suoi piedi.
La giornata si è conclusa con una passeggiata e un rinfresco a Martina Franca.
Praticamente padre Kizito si era fatto in treno la notte precedente,
venendo da Roma, e lo attendeva un'alzataccia all'alba per prendere un
altro treno per Perugia. Nonostante questo, in auto abbiamo continuato a
parlare, come se le cose da dirci fossero appena cominciate. E dire che
nella scheda di presentazione per i giornalisti avevo scritto che padre
Kizito era stato direttore di "Pigrizia"… Per la fretta avevo sbagliato il
tasto e "Nigrizia" si era trasformata in… "Pigrizia"!!!
Alla stazione padre Kizito, con gli amici Giacomo e Milli venuti
appositamente da Pesaro per l'incontro, è partito di buon mattino e aveva
sotto il braccio i giornali locali freschi di stampa che davano ampio
risalto all'iniziativa cittadina, alle cose dette e riportavano anche i
pensieri dei bambini. Padre Kizito ci ha lasciato - prima di andarsene - le
magliette con il simbolo di Koinonia, (la comunità dei giovani africani che
lo affiancano nelle duemila cose che fa) e la scritta WE BELONG TO EACH
OTHER, "noi ci apparteniamo gli uni agli altri".