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4 novembre, mai piu' la guerra
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Dal 4 novembre rinasca il monito solenne: MAI PIU' LA GUERRA!
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Lettere dal fronte
Chi dal 4 novembre trae motivo di orgoglio per la "guerra vittoriosa"
farebbe bene a rileggere queste lettere scritte dalle vittime di una guerra
sanguinosa e inutile (l'ex primo ministro Giolitti scrisse che l'Austria
aveva offerto all'Italia Trento e Trieste in cambio della non belligeranza).
"Maesta' inviamo a V.M. questa lettera per dirvi che finite questo macello
inutile. Avete ben da dire voi, che e' glorioso il morire per la Patria. E
a noi sembra invece che siccome voi e i vostri porchi ministri che avete
voluto la guerra che in prima linea potevate andarci voi e loro. Ma invece
voi e i vostri mascalzoni ministri, restate indietro e ci mandate avanti
noi poveri diavoli, con moglie e figli a casa, che ormai causa questa
orribile guerra da voi voluta soffrono i poverini la fame! Viliacchi,
spudorati Ubriaconi, Impestati, carnefici di carne umana, finitela che e'
tempo li volete uccidere tutti? Al fronte sono stanchi nell'interno
soffrono la fame, dunque cosa volete? Vergognatevi, ma non vedete che non
vincete, ma volete che vadino avanti lo stesso per ucciderli. Non vedete
quanta strage di giovani e di padri di famiglia avete fatto, e non siete
ancora contenti? Andateci voi o viliacchi col vostro corpo a difendere la
vostra patria, e poi quando la vostra vita la vedete in pericolo, allora o
porchi che siete tutti concluderete certamente la pace ad ogni costo. Noi
per la patria abbiamo sofferto abbastanza, e infine la nostra patria e' la
nostra casa, e' la nostra famiglia, le nostre mogli, i nostri bambini.
Quando ci avete uccisi tutti siete contento di vedere centinaia di migliaia
di bambini privo di padre? E perche'?
per un vostro ambizioso spudorato capriccio."
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Lettera dal fronte del tenente Angelo Campodonico, 1915.
Durante le oscurissime notti, quando scoppiano sulle trincee terribili
granate, i soldati cercano uno scampo nel ritirarsi indietro, e allora io e
gli altri ufficiali li ricacciamo, puntando il nostro moschetto carico,
pronto ad agire ad ogni tentativo di
fuga. Forse questi sono i momenti peggiori della guerra, quando noi, sotto
il grave peso dell'enorme responsabilita', siamo costretti a ricorrere a
qualunque mezzo, pur di obbedire anche noi agli ordini che ci vengono da
fonte superiore.
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Lettera di protesta di un italiano, Padova, 28 maggio 1916
Signor re,
basta tanto macello di carne umana. Loro signori tutti birboni sono in
salvo, i nostri poveri tutti al macello. Volete conquistare la terra e
ammazzare i cittadini? Dite voi signori di amare la Patria e intanto
distruggete chi la rende grande e gloriosa. Uccisa la gioventù e molti
padri di famiglia chi lavorerà le terre italiane? Invece della guerra se
aveste avuto buon senso avreste fatto lavorare tante terre incolte, e così
far sfamare i popoli, ma no, li volete ammazzare. Un padre che ama i suoi
figli non cerca di ucciderli per acquistare terra, lei invece si proclama
padre della Nazione... che padre è?
E la faccia finita che è ora, basta la guerra così infame e ingiusta. Siamo
tutti stanchi: domme, bambini, uomini, anziani.
La nostra bella Italia prima si diceva fiore d'Europa, ora invece lutto e
pianto.
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Lettera spedita a Viterbo il 14 agosto 1917 da un soldato di 21 anni
Questa lettera e' costata una condanna a 1 anno e 10 mesi di reclusione
militare per "insubordinazione" e "lettera denigratoria".
La guerra e' ingiusta, perche' e' voluta da una minoranza di uomini i
quali, profittando della ignoranza della grande massa del popolo, si sono
impadroniti di tutte le forze per poter soggiogare, comandare e massacrare;
che chi fa la guerra e' il
popolo, i lavoratori, loro che hanno le mani callose e che sono questi che
muoiono, sono essi i sacrificati, mentre gli altri, i ricchi, riescono a
mettersi al sicuro.
(Fonte: E.Forcella e A.Monticone, "Plotone di esecuzione", Laterza)
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