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Re: Amani marzo 2003
- Subject: Re: Amani marzo 2003
- From: "Vero e Sandro" <aleselli at tin.it>
- Date: Wed, 19 Mar 2003 19:14:20 +0100
non voglio piu ricevere da voi grazie aleselli ----- Original Message ----- From: "Maria Teresa Tarallo" <mt.tarallo at tin.it> To: <educazione at peacelink.it> Sent: Tuesday, March 18, 2003 2:39 PM Subject: Amani marzo 2003 > > ----- Original Message ----- > From: "amaninews" <amaninews at yahoo.it> > To: <amaninews at yahoogroups.com> > Sent: Tuesday, March 18, 2003 12:27 PM > Subject: [amaninews] Amani a III, n 1 marzo 2003 > > > Amani a III, n 1 marzo 2003 > > Lettera di Padre Kizito agli amici > > Nairobi, 11 Marzo 2003 > > Cari Amici, > > Abbiamo voluto chiamarci "Amani", cioè pace, perchè ci è > parso di capire che questo è il grande impegno nel mondo di oggi, > per > tutti. E i nostri piccoli progetti, le nostre case e scuole, i nostri > interventi sui Monti Nuba hanno sempre voluto essere un segno di > pace, anche là dove la guerra e la violenza sembrano vincere. > Inevitabilmente in giorni così difficili come quelli che stiamo > vivendo, in cui si fronteggiano la follia di un piccolo dittatore e > la tracotanza di chi vuole dominare il mondo, non possiamo non essere > coinvolti da quanto sta accadendo. > Uno slogan indovinato afferma che un nuovo mondo è possibile. > Anzi, è necessario, aggiunge qualcuno. Io mi permetto di dire > sottovoce: > amici, vi sbagliate, il nuovo mondo esiste già. La prova più > evidente è nelle folle che hanno manifestato per la pace e > nell'impegno quotidiano di tanti perchè la pace prevalga. > Ogni grande movimento storico non produce solo leaders, teorie, > libri, dibattiti, statistiche, marce, o che altro. I movimenti creano > poesia. A volte è una forma minore di poesia, quella dei sogni a > occhi aperti o delle illusioni. Ma altre volte è poesia vera, > quella che ci fa vedere al di là della realtà, soprattutto > quella che > ci aiuta a vedere il futuro che esiste già adesso. > Così è stata nella Chiesa la stagione conciliare. Così è > stato il 68 per chi era giovane in quegli anni. Per l'Africa sono > stati cosi il movimento della negritudine, la prima stagione > dell'indipendenza e poi i movimenti di liberazione. Le visioni di un > mondo nuovo non nascono negli incontri di salotto di persone > intelligenti, e neanche nei "think tanks" sponsorizzati della grandi > istituzioni, o nel mondo individualista della cultura globalizzata, > tantomeno nei dibattitti televisivi. Queste visioni poetiche nascono > nei gruppi che si impegnano nel sociale e nel politico per molti > anni, che soffrono, che pagano di persona. > Poi ogni tanto questa poesia ti aggredisce in momenti imprevedibili e > immeritati. La vedi, è li a portata di mano, e ti accorgi che è > più vera della realtà. > A me è successo per esempio lunedì 18 novembre, mentre visitavo > la Koinonia di Lusaka, in Zambia. Ero seduto nel cortile della casa > dove vivono gli oltre sessanta bambini di strada ospitati dalla > comunità, nel prato, sotto il grande albero di jacaranda. C'era > una > grande quiete, l'ultima auto era passata oltre un'ora prima, nella > strada sterrata ai piedi della collina. Il sole tramontava ad > occidente mentre contemporaneamente ad oriente sorgeva la luna piena. > Alcuni bambini rientravano sudati e stanchi per una partita di > calcio. Altri erano sotto la doccia, mentre altri, già puliti e > profumanti di bucato (per lavarsi usano lo stesso sapone del bucato, > la saponetta col profumo artificiale è un lusso) preparavano > all'aperto il tavolo che sarebbe servito da altare per la Messa. Poco > lontano, sotto una tettoia dello stesso grande cortile, mama Edina e > mama Justina stavano cucinando un'enorme polenta, mentre il pentolone > di spezzatino era già pronto. I bambini indaffarati nelle varie > occupazioni mi passavano accanto e facevano un cenno d'intesa, mi > lanciavano uno sguardo, un sorriso, ognuno in modo diverso > significando la gioia di essere insieme in un posto tranquillo, > protetto, dove ci si vuol bene. Ecco, improvvisamente, il nuovo mondo > è qui. Mi è venuto in mente che era il quinto anniversario > della morte di Andrew Owour, il ragazzo kenyano che ha stimolato noi > tutti in questa avventura al servizio dei bambini di strada in tutta > l'Africa. Mi è venuto in mente che proprio qui, a Koinonia di > Lusaka, dove mi aveva accompagnato nel 1994, Andrew aveva concluso il > suo cammino di fede ed aveva deciso di diventare cattolico, da > anglicano che era. Aveva fatto qui, in questo cortile, la sua > professione di fede. Allora durante la messa ho parlato di lui ai > bambini, che mi ascoltavano come se parlassi di un loro fratello > maggiore, rapiti. > Ecco, il nuovo mondo è qui, nella comunione fra i vivi, e dei vivi > coi morti. > Quando riduci all'osso i grandi movimenti che hanno espresso i > desideri collettivi della gente, li ripulisci di tutto il dolore, > sudore, e purtroppo magari anche sangue che hanno generato, ti > accorgi che la loro forza era nell'aver in qualche modo, magari anche > sbagliato, coagulato le grandi aspirazioni di libertà e di amore > che sono dentro tutti noi. Libertà e amore (comunione) sono due, > sono > il motore di tutto ciò che si muove. Siamo aperti al mondo, > accoglienti, quando queste due forze - forze semplici, familiari, di > cui tutti intuiscono i contenuti anche se non sanno verbalizzarli - > sono vivi dentro di noi, e li sappiamo vedere nel piccolo mondo > intorno a noi, prima ancora che nel grande mondo. Koinonia è per > me > il piccolo mondo dove ogni tanto la poesia irrompe, libertà e > amore > prendono il sopravvento, e mi accorgo che il nuovo mondo è già > qui. > Che probabilmente è solo colpa mia se non lo vedo e non lo assaporo > più spesso. > E' l'intravedere questi valori che attira i giovani d'oggi verso il > movimento per la pace. Il che dà a chi fa da punto di riferimento > o di coagulo una grande responsabilità. Ho letto recentemente il > giudizio severo di Enzo Bianchi che riferendosi ad alcuni personaggi > che appaiono come i leaders dei pacifisti, dice "Non si tratta di > maestri: sono voci critiche che incanalano un dissenso. I testimoni > di una volta scrivevano, lasciavano un'eredità. Ora invece il > mondo dei mass media crea facilmente i suoi idoli e altrettanto > presto li dimentica; si tratta di personaggi privi di eloquenza, che > appaiono soltanto; tutti li applaudono, ma qual'è il loro > messaggio?" > Credo che questo giudizio sia un po' ingeneroso, ma purtroppo è > indubbio che c'è una grande carenza di maestri e testimoni veri, > che > ci facciano gustare la bellezza, la poesia di un mondo che c'è > già. > Forse questa difficoltà nell' identificare i maestri, i leaders, i > testimoni nasce anche dal fatto che - come ha scritto John Berger - > dall' 11 settembre in poi ci hanno rubato le parole. Giustizia, pace, > democrazia, terrorismo, violenza, guerra, non hanno più il > significato che avevano qualche anno fa. Spesso vogliono dire il > contrario. Per mantenerci liberi, capaci di interpretare veramente > cosa sta succedendo, dobbiamo capire cosa si nasconde dietro alcune > parole chiave. Se gli oppositori diventano tutti terroristi, se la > guerra di conquista diventa guerra preventiva, se la volontà di > dominio diventa ingerenza umanitaria, se la reazione ad un atto > terribile come quello compiuto l'11 settembre e' "consumate per > continuare a far girare l'economia", dobbiamo stare attenti, il > rischio e' che noi tutti da persone umane diventiamo solo consumatori > e clienti del supermercato globale. E quelli che percepiamo come > leaders sono solo i personaggi scontati di un gioco che ci vuol > manipolare. > Noi viviamo di segni. I terroristi dell'11settembre ne erano > perfettamente consapevoli. Nella loro azione non si sono limitati ad > ubbidire. Avrebbero potuto far cadere gli aeroplani su qualsiasi > anonima città americana magari causando più morti. Ma hanno > creato un evento simbolico, colpendo, o cercando di colpire i centri > del potere economico, militare e politico di quello che era da loro > percepito come l'impero del male. > Tutto può diventare segno. A volte un hamburger è solo un > hamburger, a volte è il segno visibile della reale o immaginaria > compartecipazione al mondo globale. > Anche noi dobbiamo porre dei segni che esprimano al di là di ogni > dubbio che riconosciamo gli altri come persone, che rispettiamo i > diritti umani, che siamo per la crescita integrale di tutti i popoli > e di tutte le culture. Noi cambiamo il mondo con gesti grandi e > piccoli. Tendendo la mano ad un amico, scavando un pozzo, curando un > malato, coltivando un campo, riparando un computer, accarezzando un > bambino che piange, fermandoci sull'autostrada ad aiutare chi è > coinvolto in un incidente. I nostri gesti, il nostro lavoro, i nostri > progetti hanno un valore che va al di là della loro pura > materialità. > Quando sono posti consciamente cambiano il significato della nostra > vita personale e del mondo che ci circonda. > E' un gesto anche riconoscere umilmente il valore di ciò che gli > altri fanno. Riconoscendo per esempio che la suorina Africana che > cura i malati di AIDS da dieci anni in un ospedale dove i pazienti > sono quasi tutti musulmani, sempre sorridente, sempre pronta a > correre quando è chiamata, ha capito molto meglio di me, che > magari discetto di Tobin tax e di scontro di civiltà, cosa vuol > dire > andare incontro agli altri, e quindi democrazia e diritti umani. > In particolare io credo che quelli fra noi - come me e molti di voi - > che cercano di essere cristiani, abbiamo nella nostra comunità una > ricchezza enorme di segni potenti, che hanno la potenzialità di > controbilanciare efficacemente i segni della società dei mass > media. > Se il mangiare insieme un hamburger può essere un segno, quale > segno può essere più forte che il radunarsi insieme intorno alla > stessa mensa di Huti e Tutsi che, mentre altri individui della loro > gente si stanno scannando, mangiano lo stesso Corpo e bevono lo > stesso Sangue, e recitano il Padre Nostro tenendosi per mano? > Ogni nostro gesto deve essere un segno trasparente di che "un mondo > diverso" è già quì. > Il cristianesimo è basato sull'incarnazione. Da che Dio e' > diventato carne le persone, partecipano della vita di Dio. Ed è la > religione più concreta di questo mondo, che ci indica una > possibilità > infinita di gesti concreti. Ci dice "beati i costruttori di > pace", "ama i tuoi nemici e prega per quelli che ti > perseguitano", "vinci il male con il bene", "è meglio dare che > ricevere". Altro che non violenza attiva. E questi non sono principi > astratti, utopie da vivere in un mondo che non c'è. Mi basta > uscire > di casa, anche qui a Riruta, periferia di Nairobi, e trovo persone > semplici che li vivono. > I momenti di poesia come quelli del 18 novembre nella Koinonia di > Lusaka che la vita ci regala sono l'espressione della realtà, non > ombre cinesi di un mondo irraggiungibile. > La Pasqua ormai non lontana ci fa vedere la poesia più bella: la > Vita che ha vinto la morte. Il mondo nuovo è già qui. > > Padre Kizito > > ------------------------------------------------------------------- > > di Pietro Veronese > > Pietro Veronese inviato di Repubblica ha scritto questo articolo dopo > aver partecipato alla All Nuba Conference durante i primi giorni > dello scorso dicembre. Questo articolo è stato pubblicato sul > mensile "Nigrizia" di Febbraio 2003: la pubblicazione su "Amani" è > stata possibile grazie all'esplicito permesso dell'autore (n.d.r.). > > Un Parlamento all'ombra dei manghi > > Ai primi giorni di dicembre 2002 si è tenuta a Kauda, sui monti > Nuba del Sudan, la prima All Nuba Conference, cioè il primo > congresso > di tutti i Nuba sudanesi fino a pochi mesi prima divisi dalla linea > del fronte: quelli delle zone liberate, quelli che vivono nelle > località sotto il controllo del governo di Khartum - in massima > parte > proprio nella capitale - e quelli della diaspora in America ed > Europa. C'era un solo giornalista (io) e un solo fotografo, Gian > Marco Elia, se si eccettua padre Kizito Sesana, che oltre a fare il > giornalista è anche missionario comboniano. L'eco mediatica > dell'avvenimento è stata poca o nulla. Per chi c'era, la presenza > a > Kauda in quei giorni è stata occasione di una triplice > riflessione: > sui Nuba e il frangente storico nel quale si trovano a vivere; sulla > situazione più generale del conflitto sudanese; e sull'assenza dei > media. > I Nuba riuniti a Kauda hanno dato di sé grande spettacolo. Il loro > ritrovarsi è stato, per chi vi assisteva, molto commovente. > Qualcosa di speciale distingue questa tribù del centro del Sudan: > una > certa aperta umanità, una dignità mai altera, un equilibrio tra > disponibilità e rispetto nell'incontro con gli altri. Espressione > di questi tratti è sempre stato, da quando i Nuba hanno > un'identità politica, anche il loro gruppo dirigente: prima il > compianto Yusuf Kuwa, scomparso due anni fa, e ora il suo successore > Abdel Aziz. Il piccolo parlamento riunito sotto i manghi di Kauda > è > stato in seduta per ore ininterrotte e si è concluso con un > documento > che segna un forte momento di unità politica dei Nuba intorno a > Abdel > Aziz, anche da parte dei delegati venuti dalle zone sotto il > controllo governativo. Ma l'aspetto più impressionante è stato > il > carattere democratico della discussione e delle deliberazioni e ancor > più l'emozione del ritrovarsi insieme. Ogni giornata di lavori si > concludeva in abbracci, scambi di notizie tra amici che non > s'incontravano da anni e anni, emozioni del ritorno per chi non > rivedeva il villaggio o la famiglia da moltissimo tempo. Si legge nel > comunicato finale: "E' stato un evento notevole, di cui non s'era mai > visto l'eguale sulle montagne Nuba". > Si viveva a Kauda un'atmosfera molto particolare. Il cessate-il-fuoco > tra i Nuba e le forze governative regge. Gli osservatori > internazionali della Joint Military Commission dicono che le cose > vanno bene. Tra loro c'è anche un ufficiale di collegamento venuto > da Khartum e così in quei giorni si sono trovati fianco a fianco > il > leader della Spla, John Garang, intervenuto a sorpresa il secondo > giorno del congresso, e questo maggiore dell'Aeronautica sudanese (un > musulmano, il quale ricordava con nostalgia il viaggio fatto a Roma > in Vaticano in occasione della beatificazione di Comboni). Questo > clima non è rappresentativo della situazione generale del > conflitto sudanese. Nel sud le cose vanno peggio. Ma quello che sta > accadendo sui monti Nuba dà la sensazione di una pace possibile. > Le > dichiarazioni di Abdel Aziz, incontrato in quei giorni, non erano > affatto ottimiste. All'ottimismo spingeva però la situazione di > fatto. > Tutto questo ha ottenuto sulla stampa mondiale un unico articolo, > apparso su Repubblica qualche giorno dopo. E' stato un vero > peccato. E' vero che proprio alla vigilia del congresso Nuba ci fu > l'attentato anti-ebraico di Mombasa, il quale distolse dal viaggio in > Sudan chi eventualmente, tra i corrispondenti basati a Nairobi, > avesse voluto intraprenderlo. Forse gli stessi Nuba non avevano le > risorse per contattare i giornalisti e attirare l'attenzione dei > media. Ma ancora una volta una bella storia africana, una storia che > non era negativa, catastrofica, disperante, è andata perduta. > > -------------------------------------------------------------------- > > Diario dalla Zambia > > di Padre Kizito > > Ho trovato il progetto Mthunzi che cresce bene, i bambini contenti e > impegnati. Ce ne sono 5 nuovi. L'ultimo è arrivato qualche giorno > prima della mia visita. Hanno visto questo bambino piccolissimo, > forse di 5 anni, entrare nel cortile e guardarsi in giro spaesato, > sul punto di scoppiare a piangere. Gli hanno chiesto che cosa > volesse, e lui ha raccontato che la mamma lo ha accompagnato fino al > ponticello alla base della collinetta su cui c'è la nostra casa, > lo ha salutato dicendogli che non lo avrebbe più rivisto e gli ha > detto: "adesso vattene via, va in quella casa, troverai delle persone > che ti aiuteranno e ti vorranno bene". Poi se ne è andata. Da dove > venivano? Da lontano, hanno camminato tutta la mattina, ed erano > partiti molto presto, ma la mamma cammina adagio, perchè é > molto malata; Chokepo parla solo Chitumbuka, una lingua di una > piccolo popolo molto lontano da Lusaka. Ci vuole poco ad immaginare > cosa faccia sua mamma a Lusaka, e di che cosa sia malata, > probabilmente morente. > Pochi giorni dopo guardavo Chokepo (lo hanno chiamato così, come > si fa in Africa, dove un avvenimento forte di dà il nome, chokepo > vuol dire "vattene via") giocare al pallone con gli altri, pensavo a > quella mamma che ha avuto tanta fiducia in noi, alle centinaia di > bambini in Zambia, altre centinaia in Kenya, altre migliaia (senza > esagerare) in Sudan che Amani e i sostenitori di Amani aiutano ad > avere una vita serena, e a poter guardare al futuro con speranza. > Abbiamo una grande responsabilità. Ne siamo consapevoli e facciamo > questa azione insieme all'altra fondamentale azione, che è > l'impegno a cambiare la società. > Lo dico sempre, ma ripeterlo fa bene anche a me. Un'azione senza > l'altra non avrebbe senso. Se gli educatori di Mthunzi avessero detto > a Chokepo "ci spiace, non c'è posto per te, ma non preoccuparti > perché ormai con la nostra azione politica e sociale siamo vicini > a costruire il nuovo mondo possibile e fra cinque anni non ci saranno > più problemi per te e per tutti i poveri" sarebbero stati a dir > poco degli irresponsabili. Ma lo stesso si sarebbe potuto dire se > continuassero a fare azioni caritatevoli senza impegnarsi per il > mondo nuovo. > > Il progetto: Il "Mthunzi Centre", è progetto educativo realizzato > dalle famiglie della comunità di Koinonia di Lusaka (Zambia) a > favore dei bambini di strada. Il Centro Mthunzi oltre ad accogliere > 53 bambini di strada in forma residenziale curandone la crescita e > l'educazione, è un punto di riferimento per la popolazione locale > con il suo dispensario medico e con i suoi laboratori di falegnameria > di avviamento professionale. > > --------------------------------------------------------------------- > > INIZIATIVE. > > Amani partecipa alla delegazione della Campagna Sudan a Khartoum. > > Dal 28 gennaio al 7 febbraio scorso, si è svolta la visita della > Campagna Italiana per la Pace e i Diritti Umani in Sudan, a Khartoum. > La delegazione era guidata da Tonio Dell'Olio, portavoce della > Campagna e coordinatore nazionale di Pax Christi, e da Gino Barsella, > ex-direttore del Comboni College di Khartoum e direttore di Nigrizia. > Per Amani ha partecipato Cristina Brecciaroli. > Gli obiettivi della missione erano principalmente quelli di > incontrare la società civile nel nord del paese, le autorità > governative di Khartoum, la diplomazia italiana ed europea e le > agenzie ONU, al fine di: > - raccogliere le loro interpretazioni e aspettative rispetto > all'attuale processo di pace nonché indicazioni su come poterlo > sostenere dall'Italia, sia come Campagna sia come singole > associazioni; > - far conoscere alla società civile l'esistenza della Campagna > ed il lavoro finora svolto in Italia, ma anche prendere contatti con > nuove sezioni di essa; > - aprire un "credito di fiducia" presso le autorità alle quali > va riconosciuta la disponibilità ad incontrarci mentre in passato > avevano più volte rifiutato persino il visto a una delegazione di > Pax Christi; > - verificare, per quanto possibile, la situazione dei diritti > umani, in particolare degli sfollati del Sud dislocati nei campi > intorno alla capitale e altre città come Kosti ed El Obeid. > > Nonostante un parziale miglioramento della situazione negli ultimi > quattro anni, il regime speciale limita ancora fortemente i diritti > umani, civili e politici, delle persone: dalla forte censura sulla > stampa, ai processi sommari. Il principale problema, tuttavia, è > la mancanza assoluta di servizi nei campi degli IDP, Internally > Displaced People, cioè gli sfollati del Sud. Questi, circa 2 > milioni nella sola Khartoum, sono lasciati a se stessi, in zone > aride, senza acqua, corrente elettrica, servizi medici, scuole, e > senza, soprattutto, la possibilità di trovarsi un lavoro o > inserirsi > in un qualche tipo di economia che permetta loro una sopravvivenza > dignitosa. > > Rispetto al processo di pace in corso, la società civile rammarica > la totale esclusione da esso. I negoziati riguardano di fatto solo > due parti militarmente contrapposte, il Governo del Sudan e > l'Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA).Entrambe queste > parti, si stima, non hanno attualmente che il 20% di sostegno da > parte della popolazione. Per questo la società civile non confida > che > la prossima possa essere una pace duratura: la previsione è che le > parti ora dominanti si ritrovino a dover far fronte a spaccature > interne altrettanto gravi quanto quella che attualmente contrappone > il nord e il sud. Quasi tutti i rappresentanti della società > civile > reputano che al termine del periodo di transizione di 6 anni, > attualmente previsto dagli accordi di pace, il sud voterà per la > secessione. > > Nel complesso, la delegazione si è ritenuta soddisfatta, non solo > per la quantità e qualità degli incontri realizzati, ma anche > per > gli elementi raccolti. È sempre più necessario mobilitare > l'opinione pubblica europea e, soprattutto, italiana affinché > questo > "conflitto dimenticato" non si trasformi in una "pace dimenticata", > tanto più in un paese, il nostro, il cui governo è impegnato in > prima > fila nei negoziati di pace. > > Per Amani la partecipazione alla delegazione è stato un momento > importante perché per la prima volta la nostra associazione ha > potuto visitare l'altra parte di un paese in cui da anni si impegna > con aiuti umanitari e iniziative di solidarietà. Il forte impegno > di > Amani a fianco del popolo Nuba non può essere visto in un'ottica > restrittiva. Il destino di questo popolo che Kizito ci ha insegnato a > conoscere, è inserito in un quadro molto più ampio, complesso e > dagli equilibri delicati. > Proprio il 4 marzo si sono riaperti i negoziati in Kenya per > discutere del destino delle tre aree più controverse del Sudan: > Montagne Nuba, Southern Blue Nile e Abyei. Dalla firma del Cessate il > fuoco sulle Montagne Nuba, gennaio 2002, il programma speciale delle > Nazioni Unite, NMPACT - Nuba Mountains Programme for Advancing > Conflict Transformation, sta operando per facilitare la ricostruzione > di una unità del popolo Nuba incrinata da una separazione forzata, > imposta dal conflitto. Forse anche per Amani sarà finalmente > possibile estendere il proprio aiuto e la propria attenzione a quella > parte del popolo Nuba che è rimasto sotto il controllo del Governo > di Khartoum e che ha sofferto le conseguenze della guerra tanto > quanto quella sotto il controllo dell'SPLM/A. Amani potrebbe così > contribuire alla ricostruzione dell'unità Nuba e allo stesso tempo > rafforzare le basi per una pace duratura. > > Progetto: Amani sostiene sui Monti Nuba un Centro educativo > polifunzionale: una "scuola modello" che prevede oltre all'educazione > elementare di 500 bambini per fare fronte all'emergenza scolastica > presente nella zona, anche la formazione di circa 30 insegnanti > all'anno per rivitalizzare il tessuto culturale ed educativo in > quell'area duramente provata dalla guerra. > Questo progetto potrà in futuro essere ampliato con la > dislocazione di altre scuole sui Monti Nuba se la situazione politica > e le energie degli organizzatori e dei sostenitori lo permetteranno. > Amani inoltre aiuta attraverso borse di studio un gruppo di giovani > nuba rifugiati in Kenya e li accoglie nelle proprie strutture a > Nairobi. > > ------- > > Premio letterario Energheia Africa Teller > > > Il 21 marzo alle ore 18,30, si svolgerà a Matera, presso l'Aula > Magna dell'Università, in via S. Rocco, la cerimonia di consegna > del > Premio letterario Africa Teller. Il Premio, alla sua terza edizione, > è > promosso dall'associazione culturale Energheia, di Matera, e da > quest'anno vede la collaborazione attiva di Amani. > > Alla cerimonia saranno presenti il vincitore, Jealous Nyandoro dallo > Zimbabwe, padre Kizito Sesana e i giurati, Antonio Perna, > responsabile del CRIC - Centro Regionale di Intervento per la > Cooperazione di Reggio Calabria, Jean Léonard Touadi, giornalista > RAI e di Nigrizia, e Pietro Veronese, inviato speciale di Repubblica. > > In occasione della cerimonia di premiazione, Amani presenta la > pubblicazione delle due prime raccolte dei racconti finalisti, Africa > Teller 1 e Africa Teller 2. Con questi due volumi, Amani debutta come > Amani Edizioni e da avvio ad una collana che spera possa avere un > lungo seguito, continuando a raccogliere le voci di un Continente > lontano ma che desidera comunicare ed essere ascoltato. Un Continente > vasto e della cui diversità troppo spesso ci dimentichiamo. Anche > per questo da quest'anno il bando di Africa Teller si rivolge anche > al mondo dell'Africa francofona. Quello di Amani è un invito alla > lettura, all'ascolto e alla scoperta di una dimensione più intima > dell'Africa che si esprime attraverso i suoi giovani scrittori. > > ------- > > Incontri di padre Kizito a marzo - aprile 2003 . > > 20 giovedì Milano Mattino > 20 giovedì Bari Sera > 21 venerdì Matera > 22 sabato Taranto > 23 domenica Taranto > 24 lunedì Roma > 25 martedì Roma > 27 giovedì Padova > 28 venerdì Cremona > 01 mercoledì Bologna > 02 giovedì Varese > 03 venerdì Merate (CO) > > Chi fosse interessato a partecipare agli incontri di padre Kizito > previsti in Italia a marzo - aprile può contattare la sede di > Amani ai tel. 02 48951149 / 02 4121011 e all'e-mail > amani at amaniforafrica.org per avere ulteriori dettagli (luogo, ora, > ecc.), consultare il sito web www.amaniforafrica.org o iscriversi > ad "Amaninews", un servizio che permette agli iscritti un continuo > aggiornamento sulle iniziative di Amani e di conseguenza anche sugli > incontri di padre Kizito. > > ------ > > Un Fiore per un Fiore > > di Amalia e Tina > > " E come potevamo noi cantare..." > > Non è certo con Quasimodo che avremmo voluto comunicarvi, cari > amici, quanto è successo "ad un Fiore per un Fiore" dall'ultima > volta > che ci avete letto. Ma purtroppo gli avvenimenti internazionali > stendono una triste coltre sulla nostra gioia nonostante il successo > dell'iniziativa. Perché di successo si tratta. > > Infatti circa 500 rizomi hanno trovato collocazione tra privati e > comunità. In particolare 300 sono stati piantati dai giovani di > Comunità Nuova di Villa Paradiso ( Besana Brianza - Milano ) che > hanno accolto con entusiasmo la nostra proposta di impegnarsi con > Amani, per la Casa di Anita, felici di stabilire un ponte di > generosità fra due situazioni di difficoltà > dolorosa ma in evoluzione positiva. Grazie ragazzi! > > Questo poco prima di Natale. Un grande Natale. > > A fine gennaio un'altra bellissima novità: una piccola comunità > di adolescenti si è offerta di allargare il cerchio di altruismo; > anche loro a scavare, a sperare pensando ad altri lenendo così le > proprie sofferenze con sentimenti che scavalcano tutte le distanze. > Come è lontana la guerra degli adulti, la guerra dei forti. > Ora questi ragazzi attendono di sapere il nome di chi adotterà le > peonie che loro coltivano ed il cui fiore sarà messo in offerta al > momento della fioritura. > > Parte così l'operazione " ADOTTA UNA PEONIA " per cui inviando ad > Amani 10 Euro si diventa " proprietari " di una pianta di peonie > coltivata dai nostri generosi amici. > Un cartellino con il vostro nome, posto di fianco alla peonia, li > farà felici perché darà la prima concretezza ai loro sforzi. > Il > ricavato servirà ad ultimare il pagamento dell'allevamento di > polli alla Casa di Anita. > > Ad aprile poi presso Villa Paradiso ci troveremo per la SBOTTONATURA > delle peonie che consiste nel togliere i boccioli laterali per > permettere a quello centrale di donarci un grosso fiore. > Conosceremo i ragazzi di Villa Paradiso con i quali , assieme, > pranzeremo a base dei loro asparagi. > Se desiderate partecipare a questo momento non esitate a contattarci. > > A fine maggio inizio giugno, dipende dal tempo, LA FESTA DELLA > PEONIA. Ma per questo ci faremo vivi più avanti attraverso la > Newsletter di Amani. > > Per avere maggiori informazioni su questa iniziativa contattare la > sede di Amani ai tel. 02 48951149 / 02 4121011 e all'e-mail > amani at amaniforafrica.org. > > Il progetto: La "Casa di Anita" è una casa di accoglienza per > minori situata a Ngong (piccolo centro agricolo a 30 Km da Nairobi) e > curata da tre famiglie keniane. La "Casa di Anita" accoglie 24 > bambine di strada (di età compresa tra i 4 e i 13 anni), alcune > orfane e altre provenienti da famiglie poverissime, spesso vittime di > abusi sessuali, e 3 bambini Nuba, inserendoli in una struttura > familiare e protetta e permettendo loro una crescita affettivamente > tranquilla e sicura. La Casa di Anita nasce in memoria di Anita > Pavesi, giudice onorario del Tribunale dei minori di Milano, > scomparsa nel 1998 dopo oltre vent'anni di straordinario e umanissimo > impiego a favore di persone e famiglie in grande difficoltà. > > ------ > > Master : L'AFRICA PRESENTATA DAGLI AFRICANI > Approach to African Culture and Life > > In collaborazione con l'Università Cattolica del Sacro Cuore di > Milano, Facoltà di Scienze della Formazione, il 20, 21 e 22 Marzo > si è tenuto un Master in interventi relazionali in contesti di > emergenza, L'AFRICA PRESENTATA DAGLI AFRICANI Approach to African > Culture and Life. > > Molto spesso l'Africa è presentata esclusivamente per il suo volto > di povertà, per il suo ritardo di sviluppo, per le sue miserie. > > Salvo poi raccogliere alcuni frammenti di positività attraverso la > testimonianza di qualche missionario o la lettura del taccuino di > qualche antropologo. Il Corso si è proposto di presentare agli > Studenti, con una metodologia diretta, un approccio alla Cultura e > alla Vita del Continente distante da pregiudizi, fornendo tracce per > una lettura obiettiva. > > Tra gli altri hanno partecipato in qualità di relatori Padre > Renato Kizito Sesana ; Dott. A.Maurice Amollo , Antropologo e > Archeologo Università di Nairobi - Dipartimento di Archeologia ; > Dott. > Michael Ochieng , Università di Nairobi - Coord. di Africa Peace > Point ; Dott. Michael Owiso Università di Nairobi - Dip. di > Scienze > Politiche - Direttore dell'Amani People's Theater > > --------------------------------------------------------------------- > > Forse non tutti sanno che: > > Sito web di Amani: ricordiamo a tutti gli amici che Amani ha cambiato > il proprio dominio in rete. E' possibile trovare il sito web di Amani > all'indirizzo www.amaniforafrica.org. Per ancora un po' di tempo, per > evitare possibili problemi e confusione, il vecchio indirizzo > www.peacelink/amani.html sarà ancora valido insieme a quello nuovo > sopra citato. E' cambiato anche l'indirizzo e-mail: il nuovo è > amani at amaniforafrica.org. Sarà ancora attivo ancora per un po' di > tempo, come per il sito web, il vecchio indirizzo amani at iol.it. > > Amaninews: è attiva per via mail un servizio chiamato "Amaninews", > che permette agli iscritti di essere aggiornati sulle iniziative di > Amani, ricevere i comunicati stampa della stessa associazione e > avere, tramite mail, una copia di questo giornale. L'iscrizione a > questo servizio è gratuita e molto semplice basta mandare un > messaggio mail a: amaninews-subscribe at yahoogroups.com > Pensiamo che questo sia un ottimo strumento per essere sempre più > coinvolti nella vita della nostra Associazione e per mantenere vivi i > contatti tra di noi. > > Africanews: è possibile ricevere la versione italiana e quella > inglese di Africanews gratuitamente in internet mandando un messaggio > mail a: africanews1-subscribe at yahoogroups.com. > Per ricevere la versione in inglese bisogna mandare un messaggio mail > a africanews2-subscribe at yahoogroups.com. > Se si desidera riceverlo in copia cartacea per posta bisogna mandare > una richiesta all'indirizzo mail africanews at iol.it o presso la sede > di Amani con l'indirizzo e, a discrezione, un contributo per le spese > postali. > > Gruppo adozioni: per domande, informazioni, idee e tutto ciò che > riguarda le "adozioni a distanza" è possibile contattare > direttamente Alessandro, Francesca, Angela, Benedetta e Tiziana, il > gruppo di volontari di Amani che si occupa di questa iniziativa > all'indirizzo e-mail amani.adozioni at iol.it oppure consultare il sito > web www.amaniforafrica.org cliccando su "Adozioni a distanza". > > Le offerte ad Amani sono deducibili: i benefici fiscali per > erogazioni a favore di Amani possono essere conseguiti con due > possibilità alternative: > 1. deducibilità ai sensi del DPR 917/86 a favore di ONG per > donazioni destinate a Paesi in via di sviluppo. Deduzione nella > misura massima del 2% del reddito imponibile sia per le imprese che > per le persone fisiche. > 2. oneri deducibili ai sensi del DL 460/97 per erogazioni liberali a > favore di ONLUS. > Per le imprese per un importo massimo di euro 2.065,83 o del 2% del > reddito di impresa dichiarato. > Per le persone fisiche detraibile nella misura del 19% per un importo > complessivo non superiore a euro 2.065,83. > Ai fini della dichiarazione fiscale è necessario conservare: > per i versamenti con bollettino postale: ricevuta di versamento; > per i bonifici o assegni bancari: estratto conto della banca ed > eventuali note contabili. > Ricordiamo inoltre di segnare sempre la causale del versamento e > l'indirizzo completo del donatore > > ---------------------------------------------------------------------- > > Chi siamo. > > Amani, che in Kiswahili vuol dire pace, è una associazione laica e > una ONG - Organizzazione Non Governativa - riconosciuta dal Ministero > degli Affari Esteri. > Amani si impegna particolarmente a favore delle popolazioni africane > seguendo queste due regole fondamentali: > > 1. curare lo sviluppo di un numero ristretto di progetti, in modo da > poter mantenere la sua azione su base prevalentemente volontaria per > contenere i costi a carico dei donatori. > 2. affidare ogni progetto ed ogni iniziativa sul territorio africano > solo ed esclusivamente a persone del luogo. A conferma di questo > molti degli interventi di Amani sono stati ispirati da un gruppo di > giovani africani riuniti nella comunità di Koinonia. > Le principali attività di Amani sono le due case di accoglienza > per i bambini e le bambine di strada di Nairobi, Kivuli e la Casa di > Anita; la difesa del popolo Nuba in Sudan, vittima di un vero e > proprio genocidio e Africanews un'agenzia di stampa redatta > interamente da giovani giornalisti e scrittori africani. Inoltre, > Amani sostiene in Zambia il Mthunzi Centre, un progetto per i bambini > di strada di Lusaka, una piccola scuola in Kenya nel poverissimo > quartiere di Kibera, e una compagnia di giovani attori che lavorano > per una cultura di pace attraverso la mediazione dei conflitti: > l'Amani People Theatre. > > Come contattarci. > Amani Onlus - ONG > (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale e Organizzazione > non governativa) > via Gonin, 8 - 20147 Milano - Italy > Tel. 02-48951149 - 02-4121011 - Fax. 02-48302707 > e-mail: amani at amaniforafrica.org > sito web: www.amaniforafrica.org > > Come aiutare Kivuli, la Casa di Anita, il Mthunzi e il popolo Nuba. > Basta versare una somma sul c/c postale n. 37799202 intestato ad > Amani Onlus - ONG, via Gonin 8 - 20147 Milano o sul c/c bancario n. > 503010 Banca Popolare Etica ABI 05018 - CAB 12100. Ricordiamo inoltre > di scrivere sempre la causale del versamento e il vostro indirizzo > completo. > Nel caso dell'adozione a distanza è necessario versare 26 euro > mensilmente almeno per un anno. È importante indicare in entrambi > i casi la causale del versamento. > > > > > > > > Questo è un servizio di informazione sull'attività dell'Associazione Amani > Onlus. > Se vuoi contattarci per mandare suggerimenti manda una mail ad amani at iol.it, > segnalando come oggetto "per amaninews". > Per annullare l'iscrizione a questo gruppo, manda una mail all'indirizzo: > amaninews-unsubscribe at yahoogroups.com > > > > L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle > http://it.docs.yahoo.com/info/utos.html > > > > >
- References:
- Amani marzo 2003
- From: "Maria Teresa Tarallo" <mt.tarallo at tin.it>
- Amani marzo 2003
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