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trattati come ( e con ) polli alla diossina
- Subject: trattati come ( e con ) polli alla diossina
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Thu, 13 Jan 2011 06:41:27 +0100
Trattati come polli Nella scorsa settimana o forse negli scorsi mesi è stata ritrovata nelle uova prodotte in diversi impianti tedeschi in misura molto forte. Così sono stati chiusi 4.700 impianti di produzione di uova e polli nonché porcilaie, temendo un possibile contagio tra le due filiere agroindustriali... La diossina non esisteva in natura, avendo origine dalla combustione di spazzatura e di residui industriali chimici. Ora esiste. Oltre tutto è difficile liberarsene perché l'acqua non la elimina, mentre si fissa nei grassi di origine animale. Nella scorsa settimana o forse negli scorsi mesi è stata ritrovata nelle uova prodotte in diversi impianti tedeschi in misura molto forte. Così sono stati chiusi 4.700 impianti di produzione di uova e polli nonché porcilaie, temendo un possibile contagio tra le due filiere agroindustriali. La preoccupazione è nata dal riscontro di livelli 77-78 volte più alti di quelli ammessi, con picchi di 12 e anche 16 picogrammi - e come tutti sanno un picogrammo è su per giù un miliardesimo di milligrammo - trovati in un uovo, quando i dietologi assicurano che basterebbe mangiare «qualche dozzina» di uova alla diossina per avere gravi conseguenze. Stupidità e ignoranza sono sempre in gara, in vicende di pubblico allarme. Quello che sembra accertato è che una società tedesca produttrice di grassi di origine animale per mangimi (una società importante, Harles und Jentzsche che aveva rilevato gli impianti nientemeno che della grandissima Henkel) aveva creduto possibile e opportuno mischiarli con residui di produzione di agrodiesel, cioè carburante agricolo sostitutivo del gasolio. Non si tratta forse di un prodotto anch'esso naturale? Chi potrebbe negarlo? E allora che male c'è se lo si mischia un po' con altri prodotti naturali per aumentarne il potere nutritivo? Tanto più che, come è noto anche in Germania, per i polli tutto fa brodo, mentre disperdere i residui della lavorazione dello pseudo diesel non si può: non siamo mica a Napoli, perbacco! Stupidità e ignoranza; e insieme presunzione e avidità. La presunzione è quella di stravolgere le regole naturali, nutrendo gli animali in lunghe catene di montaggio, in sale di tortura, con i residui e le carcasse di altri animali, troppo simili e troppo estranei, per non sprecare neanche una stilla, neanche un picogrammo di buon grasso animale, rimodellando, accelerando i cicli vitali distorcendo, moltiplicando le malattie, in un'invenzione ambiziosa e senza fine; e finendo per contaminare carne e latte, suolo e acqua. L'avidità è quella che persegue per guadagno chi ha inventato questo modello, sempre più spinto e fa le leggi a tale proposito e abbassa i limiti delle tolleranze. E poi sposta i grassi e i mangimi prodotti, in giro per il mondo, al punto che saranno i coreani, dall'altra parte del globo rispetto allo Schlewig-Holstein di partenza, a dire may day may day. Il racconto delle peripezie affrontate dalle partite di uova alla diossina e dai blocchi di grassi da mangime immessi nelle filiere produttive esaltano opportunamente l'industria tedesca e la mobilità dei capitali. E poi consentono anche il pentimento: non lo faremo più, dicono pollivendoli e macellai, diossinologi e macinatori di mangimi. Ma lo faranno ancora; e diranno che è l'unico modo per combattere la fame in Africa e nel mondo. Diossina über alles Anche l'Italia trema Fonte: Giorgio Salvetti - il manifesto Domenica 09 Gennaio 2011 09:19 - ALLARME DIOSSINA L'Europa teme l'invasione delle uova alla diossina provenienti dalla Germania. A rischio anche latte e carne. Chiusi 5000 allevamenti. Russia e Corea diffidano dei cibi Ue. Allarme in Gran Bretagna e Olanda. Una partita di uova tedesche importate anche in Italia, ma non sarebbero contaminate. La società che ha venduto mangime tossico sapeva tutto da mesi Il ministro Fazio ammette: «èstata importata una limitata quantitàdi uova tedesche», ma non sarebbero a rischio Niente panico. L'Italia ha importato solo una limitata quantitàdi uova dalla Germania ma «grazie all'etichettatura èpossibile rintracciarle». Le parole rassicuranti del ministro della salute Ferruccio Fazio in realtàdimostrano che nessuno in Europa ètotalmente immune dal rischio di trovarsi cibi intossicati nel piatto. Il disastro della diossina finita nei mangimi per responsabilitàdell'industria tedesca Harles und Jentsch fa tremare il continente. Le autoritàtedesche hanno chiuso 4.700 allevamenti dopo aver scoperto, con mesi di ritardo, che i livelli di diossina nei grassi animali erano 78 volte sopra la norma. Anche ieri nuovi test hanno confermato la contaminazione in allevamenti del nord. Quasi tutto il paese ècontagiato. Uova contaminate sono giunte in Olanda e in Inghilterra dove i supermercati volontariamente stanno ritirando i prodotti sospetti. La Corea del sud ha chiuso le importazioni di carne di maiale tedesca e la Russia ha chiesto rassicurazione su carni e polli provenienti dall'Ue. A rischio infatti non sono solo le uova, ma tutti gli alimenti di origini animale. In Italia non èil caso di fare allarmismo, ma l'allarme èaltissimo. «Le partite di uova che sono giunte dalla Germania non provengono da allevamenti sospettati», si èaffrettato a far sapere Silvio Borrello, direttore generale per la sicurezza degli alimenti del Ministero della Salute. Come dire che l'ammissione del ministro Fazio non deve spaventare. Ma il rischio maggiore per le tavole degli italiani non viene tanto dalle uova, quanto piuttosto dai derivati del latte, come formaggi e latte in polvere, e dalle carni suine. Sono questi infatti i prodotti che non richiedono l'indicazione di provenienza sulle etichette e sono quelli piùimportati. Coldiretti chiede che non venga persa quest'occasione per estendere l'etichettatura per tutelare tutti i prodotti alimentari made in Italy. La Germania èil primo fornitore di latte dell'Italia con 41 milioni di quintali all'anno. 220 milioni di chili di carne e 3,7 milioni di chili di maiali da macellare sono state importate nei primi 9 mesi del 2010. Per questi prodotti il ministero della Salute punta su un doppio controllo: all'origine da parte delle aziende produttrici, e alla fonte tramite verifiche a campione effettuate da Regioni e Nas. Il 12 gennaio si terràuna riunione a Bruxelles e il giorno dopo èprevisto un vertice a Roma. Al momento, dicono al ministero, «Siamo sereni». Non tutti peròsi sentono tranquilli. I consumatori del Codacons ad esempio chiedono di fermare le importazioni tedesche. Una richiesta di prudenza rilanciata ieri anche da Ignazio Marino (Pd) che chiede di «sospendere temporaneamente la vendita di uova, carne e latte provenienti dalle zone nelle quali le autoritàtedesche sono intervenute con norme restrittive». Si tratta peròdi un provvedimento difficile da mettere in pratica nel mercato comune Ue che non ammette messe al bando di prodotti di paesi membri. E' vero che dopo la «mucca pazza» l'Ue ha attivato un piùefficiente sistema di allerta e controllo. Ed èvero anche che il sistema alimentare italiano èpiùrigoroso rispetto a quelli del nord Europa. Resta il fatto peròche l'industria Harles und Jentsch ha potuto produrre insieme olii industriali e olii per mangimi. Giàa marzo era in possesso di test sulla contaminazione ma ha fatto finta di non sapere e le auotiritàl'hanno scoperto solo a dicembre. Ora la societàèsospettata di frode. Ha venduto olii industriali spacciandoli per grassi per mangimi perché costano il doppio. Non è lontano il caso analogo dei polli alla diossina del Belgio. E simili allarmi sono ormai endemici nel sistema di produzione industriale del cibo. Il punto più debole come sempre sono i mangimi dove è più facile aggirare il controllo e il diritto di scelta dei consumatori. |
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