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enel carica abusivamente sui prezzi i sovraccosti di kyoto
- Subject: enel carica abusivamente sui prezzi i sovraccosti di kyoto
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Wed, 7 Jun 2006 06:19:40 +0200
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e-gazete L’Enel carica abusivamente sui prezzi i sovraccosti di Kyoto? Allarme di Confartigianato e Legambiente Roma, 29 maggio – “L’applicazione della Direttiva Emission Trading - riguardante l’assegnazione delle quote massime di emissioni di anidride carbonica (CO2) in Italia, in attuazione del Protocollo di Kyoto - sta provocando un forte aumento dei costi di approvvigionamento energetico delle imprese. Soltanto per le 520.000 imprese rappresentate da Confartigianato gli oneri aggiuntivi rischiano di essere pari a 20 milioni di euro per l’anno 2005. Tutto ciò senza che i consumatori possano verificare la congruità dei costi e senza che il meccanismo della Direttiva produca effetti positivi in termini di impatto ambientale”. L’allarme viene dal presidente della Confartigianato Giorgio Guerrini, il quale ha segnalato il problema ai ministeri dell’Ambiente e dell’Industria (Attività Produttive o Sviluppo economico), all’Antitrust, all’Autorità dell’energia, all’Acquirente Unico e all’Enel. “Le bollette elettriche delle nostre imprese - sottolinea Guerrini - si stanno gonfiando a causa di sovra-oneri derivanti da scelte effettuate negli anni scorsi dai produttori elettrici italiani e riguardanti gli impianti di generazione dell’energia e le fonti di alimentazione. Scelte che hanno provocato lo sfondamento dei tetti di emissioni di CO2 attualmente imposti agli impianti di generazione termoelettrica”. “La situazione - spiega Guerrini - è aggravata dal fatto che ogni anno i consumatori elettrici italiani versano, con la componente tariffaria A3 (finalizzata alla costruzione di impianti da fonti rinnovabili), un importo totale pari a circa 2 miliardi di Euro. Un valore equivalente a circa il 6% della loro spesa energetica mensile”. “Queste ingenti risorse, però - fa notare il Presidente di Confartigianato - non hanno consentito di abbattere le quote di CO2 attribuite alle centrali del nostro Paese dal meccanismo di assegnazione della direttiva Emission Trading. Oggi, il risultato è che i sovra-oneri da CO2 vengono trasferiti al 100% nella bolletta elettrica dei consumatori finali che operano nel mercato libero e ci sono forti timori che ciò avvenga anche per i clienti del mercato vincolato. Con buona pace degli auspicati risparmi previsti grazie alla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica”. Guerrini sollecita pertanto alle istituzioni competenti e agli operatori del mercato interventi utili a risolvere la problematica che penalizza gravemente soprattutto le piccole imprese. Anche prevedendo opportuni meccanismi di vigilanza sulle modalità di attuazione del sistema di emission trading, per evitare la diffusione di comportamenti che, invece di attenuare l’impatto ambientale della produzione termoelettrica, si traducano in ulteriori costi per i consumatori finali. “L’Enel sfora gli obiettivi di Kyoto e fa pagare il conto agli utenti, trasferendo in bolletta il mancato rispetto dei tetti emissione di CO2”, denuncia Legambiente, chiedendo che “il nuovo governo riprenda in mano la politica energetica mettendo al primo posto l’efficienza e le rinnovabili”. Per Legambiente l’Enel sta spalmando sulla collettività il costo “dei propri errori e dei mancati investimenti”. La società elettrica, avendo superato di 8 milioni di tonnellate le emissioni di anidride carbonica assegnate alle sue centrali dal piano nazionale di allocazione varato recentemente in applicazione del Protocollo di Kyoto, “ha immediatamente addebitato sulle bollette un costo aggiuntivo di 1,67 euro a megawattora per il mancato obiettivo. Da anni ripetiamo che non rispettare Kyoto non solo danneggia l’ambiente favorendo i mutamenti climatici, ma rappresenta per il nostro paese anche un danno economico, perché ci costringe ad acquistare diritti di emissione. Dovremmo ridurre le nostre emissioni del 6,5% entro il 2012 rispetto al 1990, mentre fino a oggi sono aumentate del 13%”, e questa impennata dipende da due grandi settori di utilizzo dell’energia: i trasporti e la produzione termoelettrica. Siamo agli ultimi posti nell’Unione europea per le energie pulite, anno dopo anno perdiamo posizioni quanto ad efficienza energetica, e intanto vanno avanti i progetti di riconversione a carbone, il combustibile che emette più anidride carbonica, delle centrali di Civitavecchia e Porto Tolle: è scandaloso che a pagare il prezzo di questa politica sbagliata siano gli utenti. Per l’Istituto Bruno Leoni, l’inclusione nelle fatture industriali dell’elettricità di una voce che tiene conto degli extra costi dovuti all’acquisto di crediti di emissione è “il primo rintocco della campana di Kyoto”. Commenta Carlo Stagnaro, direttore del dipartimento Ecologia di mercato dell’Ibl: “come il nostro Istituto aveva avvisato fin da tempi non sospetti, il protocollo di Kyoto è un cappio economico al collo di un Paese che soffre di bassa crescita e alti prezzi dell’energia. E le cose, con l’approssimarsi del quinquennio 2008-12 sono destinate a peggiorare, a meno che il governo non abbia la forza di ridiscutere a Bruxelles l’impegno italiano di riduzione delle emissioni, che è semplicemente irrealistico”. |
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