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i nostri edifici sono un colabrodo energetico
- Subject: i nostri edifici sono un colabrodo energetico
- From: "ANDREA AGOSTINI" <lonanoda at tin.it>
- Date: Mon, 13 Mar 2006 06:36:51 +0100
Un colabrodo i nostri
edifici
L´efficienza energetica: una cura trascurata - da La Repubblica del 25.01.2006 Con pochi interventi si possono ottenere risultati e risparmi Luca Mercalli Aria gelida dalla Russia, ma senza eccessi qui nel Nord-Ovest: per ora temperature minime attorno a -5 in pianura e -15 a 1500 metri, valori che sono tipici del mese di gennaio. Del resto, questa asciutta stagione almeno con il freddo ha fatto il suo dovere, mantenendosi su temperature piuttosto basse, circa un paio di gradi in meno rispetto ai miti inverni precedenti. Il freddo nord-orientale durerà anche per i prossimi giorni ma da domani pomeriggio le nubi dovrebbero aumentare promettendo finalmente qualche fiocco di neve tra venerdì e il fine settimana. Freddo moderato, dunque, con minima di meno tre gradi ieri all´Osservatorio di Moncalieri, di poco inferiore alla statistica che vorrebbe meno due. Un freddo tuttavia in grado di mettere in crisi il delicato sistema energetico sotto stress per le temperature ben più glaciali che attanagliano la Russia e l´Europa orientale. Da qui la richiesta di abbassare a 18 gradi la temperatura degli edifici. Provvedimento necessario ma figlio della consueta improvvisazione italica. Curare l´efficienza energetica di abitazioni, uffici e locali pubblici dovrebbe essere una priorità assoluta sempre, non solo quando i russi chiudono un po´ la saracinesca del gas. Sono inviti di buon senso che però restano lettera morta, a cominciare dalla mancata applicazione di leggi che già da molti anni obbligherebbero a rendere meno spreconi quei colabrodo energetici che sono i nostri edifici, figli di una ormai tramontata abbondanza petrolifera. Proprio ieri un incontro alla facoltà di architettura dell´università di Torino organizzato dal prof. Gianfranco Cavaglià, metteva in luce come la progettazione del futuro non debba più guardare a una modernità fatta di palazzi di vetro energeticamente insostenibili, ma a una razionale sintesi tra soluzioni del passato e tecniche nuove: isolamento termico, energie rinnovabili, minimizzazione dei consumi. Tutte cose importanti quando si progetta una casa nuova, ma che si possono anche applicare sul patrimonio edilizio esistente. Coibentazione dei sottotetti, vetri doppi, sostituzione di caldaie obsolete con altre ad alto rendimento, riscaldamento differenziato secondo l´utilizzo dei locali, dispositivi elettronici per controllo termico. Buone pratiche che non solo diminuiscono l´inquinamento dell´atmosfera, ma aumentano il comfort, fanno risparmiare in bolletta e diminuiscono la vulnerabilità di fronte alla ormai imminente crisi petrolifera. Metterebbero pure in moto nuovi settori economici, verso i quali Torino avrebbe le carte in regola per porsi all´avanguardia scientifica e produttiva: non più solo automobili, ma pannelli solari e case passive, cioè talmente ben isolate da non richiedere impianto di riscaldamento. Le hanno inventate i tedeschi, e noi? Il Comunicato del Kyoto Club Migliorare l’efficienza di utilizzo del gas consentirebbe di risparmiare nel prossimo quinquennio una quantità di gas pari al 15% delle importazioni dalla Russia L’adozione di misure di emergenza come la riduzione della temperatura degli ambienti riscaldati o l’autorizzazione all’utilizzo nelle centrali termoelettriche di olio combustibile ad alto tenore di zolfo è il segnale di una mancanza di governo dell’energia che, dopo essersi manifestata negli anni scorsi sul versante elettrico con i black-out,.si estende ora anche al gas. L’attenzione dei media è concentrata sulla necessità di adeguare l’offerta, attraverso l’incremento delle importazioni dei gasdotti e con la realizzazione di terminali di rigassificazione. Tutte cose ragionevoli. Ma non bisogna dimenticare le azioni sul lato della domanda. Se i decreti sull’efficienza energetica del 2001 rivolti ai distributori elettrici e del gas fossero partiti come previsto l’anno successivo invece di subire un ritardo di 3 anni, attualmente avremmo un risparmio di oltre 1 miliardo di mc/anno di gas, pari al 4% delle importazioni dalla Russia. Ma cosa si può fare nei prossimi anni per aumentare l’efficienza energetica degli usi finali? Limitiamoci al settore civile. Se i nuovi edifici venissero realizzati secondo le norme contenute nei nuovi regolamenti edilizi già adottati da un certo numero di comuni lombardi avremmo annualmente un risparmio di oltre 100 milioni di metri cubi di gas, valore che si cumulerebbe anno dopo anno. Se inoltre le caldaie a gas che vengono annualmente installate (oltre un milione) invece di esser di basso rendimento energetico, fossero a 3 o 4 stelle (alta efficienza), si avrebbe un risparmio aggiuntivo di oltre 200 milioni mc di gas all’anno. A questi andrebbero aggiunti i risparmi sarebbe legati alla riqualificazione degli involucri degli edifici, termicamente molto scadenti in Italia. In conclusione, una politica attenta sul versante dell’efficienza potrebbe nel prossimo quinquennio portare ad un risparmio di gas di oltre 4 miliardi di metri cubi, un valore pari al 15% delle attuali importazioni dalla Russia, con un vantaggio economico per il minore esborso sia per l’acquisto del metano che per l’acquisizione di crediti di carbonio per far fronte agli impegni di Kyoto Gianni Silvestrini Direttore scientifico del Kyoto Club |
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